Ci troviamo in un mondo parallelo, una realtà quasi simile alla nostra con eccezione della sessualità, in questo mondo non c’è mai stato nessun tabù e nessun pudore, il sesso è pubblico ed è per legge un diritto ma anche un dovere. Le uniche due pratiche sessuali illegali sono il sesso con minori e quello con consanguinei.
Siccome il sesso deve essere anche un piacere, tutta la popolazione, allo scattare dalla mezzanotte del giorno in cui raggiunge la maggiore età, ha l’obbligo di esibire un badge spillato alla camicia sul quale, con l’ausilio di simboli riconoscibili e legalmente approvati, vengono indicati il proprio orientamento sessuale, i propri fetish, se piace farlo in coppia o multiplayer, se si predilige sesso all’aperto oppure altrove, ecc.
Inoltre, un enzima presente nelle mucose di bocca e genitali produce degli anticorpi ad hoc che eliminano qualsiasi agente patogeno nocivo, perciò in questo mondo ideale non esistono malattie sessualmente trasmissibili.
Elena ha 26 anni, statura media, castana,di seno porta una seconda scarsa con capezzoli sodi, sensibili e molto sporgenti,di carattere ė una ragazza simpatica ed estroversa.
Frequenta assiduamente corsi di aerobica, fitness, spin bike ecc. Ovviamente, questo aspetto della sua vita la ricompensa con un corpo sempre tonico ed atletico.
Ė single già da un paio di mesi, trovare un uomo che riesca a stare al passo con il suo ritmo di vita ė un ostacolo per lei insormontabile.
Questa mattina si era svegliata con un cerchio alla testa. La sera precedente aveva festeggiato la fine della convalescenza con gli amici tracannando cocktails a base di vodka e tequila, e oggi ne avrebbe pagato il caro prezzo.
Erano già; 15 giorni che si trovava bloccata in casa per via di un infortunio, si era fratturata 2 costole e una caviglia scivolando giù per le scale, e oggi poteva finalmente tornare a camminare.
“Prima cosa, una doccia e poi un’aspirina da 50 Kg” pensò Elena, fece una colazione frugale mentre si preparava il badge che avrebbe indossato durante quella giornata.
Doveva scegliere meticolosamente tutti i simboli da appiccicare a questa targhetta, perché dopo così tanti giorni trascorsi a casa in astinenza sentiva il bisogno di fare sesso sfrenato, gli stalloni che l’avrebbero sbattuta come una cagna avrebbero dovuto andarci giù pesante, senza troppi riguardi.
Per agevolare ciò, oggi Elena decise di non indossare biancheria intima, solo una gonna larga e leggera, una camicetta con un ampio decolleté e le scarpe.
Un’occhiata all’orologio, ovviamente era in ritardo per il lavoro come al solito, rapidamente Indossò le Gucci tacco 12, attivò l’allarme, mise in borsetta le chiavi di casa e si catapultò in strada, appena in tempo per saltare sull’autobus 53 che l’avrebbe portata nei pressi del negozio di abbigliamento, nel quale lavora come commessa.
Sull’autobus i posti a sedere erano tutti presi, rimase così in piedi, ancorata all’asta alta con entrambe le mani.
Notò subito lo sguardo di sorpresa e ammirazione che gli altri passeggeri le rivolgevano, in effetti il suo badge, che indicava tutte le porcate che voleva fare quel giorno, era molto carico.
Le si avvicinò un vecchietto “Bella signorina!” sibilò gentilmente con voce sdentata “Si direbbe che ne ha proprio voglia oggi”
“ciao nonnino” rispose Elena “dopo due settimane di astinenza voglio proprio prenderlo in tutti i buchi, tu come stai messo?”, il vecchietto inarcò le folte sopracciglia bianche e rispose “Vorrei poter essere di aiuto ma sai com'è... Alla mia età; faccio quello che posso”.
“Beh facciamo così” rispose lei “ Io devo scendere fra circa 25 minuti, per scaldarmi un po’ mi basterebbero 2 dita, che ne dice?” Il vecchietto non se lo fece ripetere, le si piazzò dietro col bacino incollato alle sue giovani e calde natiche.
La mano destra del nonnino, fredda e rugosa, si infilò all’interno del decolleté e afferrò il suo piccolo seno sinistro, torturò il capezzolo fra pollice e indice mentre il resto della mano strizzava il seno fino ad affondare i polpastrelli nelle carne morbida. Nel frattempo, con l’altra mano passò rapidamente sotto la gonna risalendo la coscia sinistra di Elena fino a raggiungere il Monte di Venere, con la vulva che cominciava già ad essere inondata, Inserì le 2 dita richieste poi notò che ce ne stavano confortevolmente anche 4.
Elena sentì quella manaccia che cercava di strappargli via il seno e contemporaneamente le frantumava il capezzolo fra 2 dita, mentre l’altra mano, aveva 4 dita fredde nella fica che entravano ed uscivano lentamente e il pollice rimaneva fermo e tremolante sul clitoride.
In piedi, a circa 1 metro di distanza davanti a loro c’era un operaio di mezza età in tuta blu da lavoro, aveva un aspetto decisamente trasandato, obeso, con barba incolta e un’abbondante pancione.
Stava avendo una concitata discussione con una ragazza di circa 18-19 anni.
La ragazza aveva capelli rossi e un aspetto timido ed infantile.
Il motivo del litigio era dovuto dal rifiuto da parte della ragazza di inginocchiarsi e fargli un pompino. “Ma insomma” sbotto l’operaio “ il simbolo del tuo badge indica chiaramente che vuoi spompinare un estraneo mentre ti maltratta verbalmente in un luogo pubblico, io ho atteso pazientemente che scendessero dall’autobus i due bambini ma adesso che non ci sono più; minorenni nei dintorni, e tu esibisci quel Badge inequivocabile, io reclamo il mio diritto di farmi sbocchinare da te, altrimenti se preferisci posso chiamare le forze dell’ordine.
“Ma perché non capisce?” Supplicò la ragazza, “io muoio dalla voglia di succhiarglielo ma devo scendere fra 5 minuti, sto accompagnando mia nonna ad una visita medica e non posso tardare, come facciamo?” L’operaio, mentre cominciava ad tirarsi giù la zip dei pantaloni, rispose “vabbeh, intanto adesso ti metti in ginocchio e cominci a ciucciarlo, poi, quando arriviamo alla tua fermata se io non ho ancora finito vorrà; dire che scendo anch’io e continui a sbocchinarmi sul marciapiede.
”La ragazza diede una rapida occhiata alla nonna, seduta sul sedile di fianco a lei. La vecchietta annuì con le mani alzate e le disse “bambina mia, sai benissimo che devi farlo, ė la legge, non ti preoccupare faremo in tempo per la mia visita, visto che il signore sarà così gentile da scendere alla nostra fermata. Poi sai cosa? Il tuo fidanzatino mi ha detto quanto ti piaccia prenderlo in bocca ma non ti ho mai visto all’opera, vorrei proprio godermi lo spettacolo”.
La ragazza si inginocchiò rassegnata e infilò le piccole e graziose mani all’interno della patta aperta dell’operaio, tirò fuori il contenuto delle mutande, appena 9-10 cm di cazzo che sbucava da un folto nido di pelo, cominciò a massaggiarlo lentamente con una mano mentre si avvicinava con le labbra alla cappella, poi, poco prima di imboccarlo guardò in su e disse all’operaio “ma, un momento... E se quando scenderemo sul marciapiede ci saranno dei minorenni in giro? Come fac...”
“Adesso basta!!,” sbottò l’operaio, senza fargli finire la frase, le mise una mano sulla testa e una dietro la nuca, gli infilo il cazzo in bocca fino alle palle e comincio a stantuffarle la faccia mentre grugniva “mi hai rotto i coglioni con tutte le tue stronzate, adesso zitta, succhia e vedi di farmi un bel lavoretto !!.”
Disse l’operaio strizzando l’occhio alla nonna che strava seduta ad appena 40 cm dall’azione.
Si levò un lieve applauso di approvazione dalla nonna e da alcuni passeggeri che stavano seguendo la vicenda.
Nel frattempo, Elena era presa in una morsa erotica fra la scena dell’operaio e la ragazza di fronte e il vecchietto dietro di lei che insospettabilmente dimostrò di saperci decisamente fare, la mano si staccò dalla tetta sinistra e passò alla fica mentre l’altra mano usci dalla fica e artigliò la tetta destra, con quattro dita infilate dentro e il pollice che si opponeva sul pube, le aveva praticamente impugnato la passera. Il nonnino stringeva questo pugno di fica mentre oscillava su e giù sempre più velocemente.
Nel frattempo l’operaio tolse il cazzo di bocca dalla ragazza e cominciò a strofinargli in faccia le palle pelose, non contento, si abbassò i pantaloni della tuta fino alle caviglia e ordinò alla ragazza di leccargli bene fra i coglioni e il buco del culo, cosa che la ragazza cominciò a fare con gusto. Ma il bus stava giungendo alla fermata e la vecchietta disse rivolgendosi ai passeggeri del bus “ma che brava, guardate la mia nipotina com’è porca, mi ricorda la mia gioventù. Ma adesso siamo alla fermata, dai scendiamo tutti e tre che continuate sul marciapiede, voglio proprio vederti quando ti riempie la bocca di crema calda”.
Il bus si fermò, i tre scesero e la ragazza eseguì un ordine impartito dall’operaio, si sdraiò sulla lunga panca di legno che si trovava sotto la pensilina della fermata, mentre l’operaio si tolse i pantaloni e inforcò la panca all’altezza della testa della giovane donna, a questo punto la ragazza richiamò l’attenzione dell’operaio dandogli un leggero schiaffetto alle abbondanti natiche pelose e gli disse qualcosa toccandosi in viso.
Elena non riusciva più a sentire cosa si dicessero ma immaginò che la ragazza avesse chiesto all’operaio di lubrificarle la faccia prima di sedercisi sopra. L’uomo la accontentò, spinse la testa indietro e comincio a gorgogliare, poi si abbassò rapidamente ed elargì un’enorme sputazza giallognola sul viso della signorina, la quale, sorridente alzò entrambi i pollici con il viso inondato di saliva densa che stava lentamente colando fra i capelli rossi.
Ora che la faccia della signorina era ben lubrificata, l’operaio ci si sedette comodamente sopra e cominciò a strofinarle il buco del culo su naso, bocca e lingua.
Nel frattempo la nonnina dava una mano un po’ come poteva massaggiando dolcemente il membro dell’operaio che diventava sempre più duro e la cappella sembrava sul punto di scoppiare, mentre la ragazza gli faceva un servizio di rimming memorabile.
Poi il bus riparti ed Elena non riuscì a vedere il Gran Finale.
Nel frattempo, Il vecchietto dietro di lei era tornato a sentirsi giovane e forte come Tarzan, se ne stava aggrappato a fica e tetta come fossero una liana, il cazzo nelle sue mutande (che stava strofinando sulle chiappe di Elena da 20 minuti) aveva ormai assunto dimensioni colossali.
A questo punto Elena, che era presa nelle grinfie del nonno, stava ansimando pesantemente e cominciava ad emettere gemiti di piacere. Purtroppo stava giungendo alla fine del percorso e la sua fermata era a soli 2-3 minuti.
Afferrò le mani grinzose del vecchio e le strappò via a fatica dalla loro attività frenetica “OK nonnino, mi sono scaldata abbastanza, stiamo per arrivare alla mia fermata” il vecchietto la incalzò “Hei signorina, guardi un po’ qua cosa mi ha fatto” con le mani indicava la patta dei suoi pantaloni, l’evidente gonfiore che spuntava dall’inguine, indicava una situazione che era decisamente da risolvere.
Elena era cosciente che non avrebbe potuto lasciarlo in queste condizioni, far giungere all’orgasmo il proprio partner occasionale e’ un obbligo inderogabile, se il vecchietto l’avrebbe denunciata sarebbe dovuta apparire un’altra volta davanti ad un tribunale civile.
Si guardò affannosamente attorno fra gli altri passeggeri, scrutava tutti i badge per vedere se riusciva a trovare qualche match (abbinamento), qualcuna che potesse fargli un favore facendo sborrare il vecchio per lei.
Poi il problema si risolse da sé. Una simpatica vecchietta su una sedia a rotelle, che era sempre stata seduta di fianco a loro, le disse “scusi signorina, è da così tanto tempo che non vedevo mio marito con un’erezione simile, sembra un fucile pronto a sparare, le dispiace molto se ne approfitto e lo faccio sparare su di me?”
“Ma certo signora “ disse Elena ”si accomodi pure, se a suo marito non dispiace….” Il vecchietto la interruppe rivolgendosi alla moglie “ma come Anita, la signorina ha un obbligo verso di me e adess….”
“Ma dai smettila di brontolare” lo interruppe la moglie “ricordi com’era confortevole la mia bocca quando ero più giovane? Ebbene, immagina il servizio che potrei farti adesso che sono senza denti”.
Il vecchietto si convinse, tirò fuori la sua attrezzatura, 20 cm di salame che era pronto a scoppiare, e cominciò a strusciarlo dolcemente sulla faccia della moglie pregustando il momento che lei decidesse di prenderglielo in bocca.
Intanto l’autobus si stava fermando, Elena raccolse la sua borsetta e si preparò a scendere senza staccare gli occhi dall’azione dei due simpatici vecchietti, la nonnina socchiuse le labbra e l’uccello, gocciolante di liquido preseminale, le volo nel nido e si spinse dentro squarciandole la gola lentamente fino alle palle.
Poi lo sfilò altrettanto lentamente e chiese alla sua consorte “Anita, amore mio, credo di essere sul punto di sborrare, vuoi bere tutto o te lo spruzzo in faccia? “caro” le rispose lei dolcemente “tu ricordi benissimo cosa piace a me vero?” il vecchietto, con un sorrisetto malizioso stampato in faccia, annui e cominciò a stantuffargli furiosamente la bocca.
Elena stava guardando attonita, avrebbe voluto vedere dove la vecchietta avrebbe preso, quella che prometteva di essere la più grande colata di sborra del secolo e….
“Signorina!!! Si decida, deve scendere o no?” la incalzò l’autista. Non si era accorta che le porte del bus erano aperte già da un po’. Scese e purtroppo, ancora una volta, non riuscì a vedere il finale.
“Questa giornata ė proprio cominciata male” pensò Elena, prima quel mal di testa appena svegliata, poi la frustrazione per non avere potuto assistere alla sborrata di ben due cazzi durante il tragitto in autobus. E inoltre non aveva fatto in tempo ad avere nemmeno un piccolo orgasmo.
Ed ora, mentre si stava incamminando per raggiungere il suo posto di lavoro, aveva il bassoventre completamente bagnato per l’eccitazione, guardando i badge delle persone che incontrava sul marciapiede non riusciva a trovare nessun match che avesse potuto soddisfarla, prese anche in considerazione di strofinarsi furiosamente su un idrante fino all’orgasmo.
Quando vide una signora elegante di mezza età, trucco leggero, capelli neri a mezza spalla e dall’apparenza benestante, era seduta sul lato destro di una panchina a gambe incrociate mentre leggeva distrattamente i messaggini sul cellulare.
Il badge pinzato sulla sua camicetta bianca, indicava che alla signora piaceva leccare la fica, preferibilmente pelosa ed era solo passiva.
“questa fa proprio al caso mio” pensò Elena doveva assolutamente liberarsi di quella frustrazione ed avere un orgasmo prima di giungere al negozio di abbigliamento. Elena non era prevalentemente gay ma, a quel punto, era sicuramente meglio dell’alternativa (l’idrante), inoltre, essendo la signora solo passiva, non avrebbe dovuto ricambiarle il favore.
Si avvicinò alla sconosciuta, mise il piede destro sulla panchina e, senza dire una parola si alzò la gonna scoprendo una passera pelata, già umida e pronta per essere leccata a 20 cm dalla sua faccia “Bon Appetit !!!”, disse Elena con un ampio sorriso.
La signora, un po’ contrariata alzò gli occhi ad incrociare lo sguardo di Elena “ma noo, veramente? solo 10 minuti fa ho finito di leccare una vecchietta incontinente e mi sono appena rifatta il trucco, e poi, signora mia non c’è neanche un pelo sulla sua fica, almeno la vecchietta aveva rimasto qualche peletto bianco.”
“me ne rendo conto signora“ rispose Elena “ma siccome il suo badge dice ‘Preferibilmente’ pelosa, io reclamo il mio diritto di essere leccata da lei anche se sono completamente rasata”.
“Ok, Ok” disse la signora rassegnata “vi radete tutte le fica quando invece al naturale sarebbe molto più bella, dolce e saporita. Mi raccomando però, non mi guasti la messa in piega, sto aspettando dei clienti importanti che dovrebbero arrivare fra pochi minuti.
“Va bene” rispose Elena con tono condiscendente “cercherò di non toccarle la testa ma facciamo presto, sono già in ritardo per il lavoro. Rimanga pure seduta, faccio tutto io”
Elena avvicinò l’inguine alla bocca della signora fino a che il suo naso scomparve interamente all’interno delle umide e calde carni del pube, poi cominciò a strofinare furiosamente il clitoride sulla punta del naso, mentre la signora sguinzagliava una lingua lunga e ben allenata all’interno della vulva, aprendo e richiudendo la bocca e bevendone voracemente i caldi succhi.
In effetti, non c’era nemmeno bisogno di tenerle le mani dietro la testa, la signora aveva afferrato le chiappe sode di Elena spingendo energicamente il bacino alla bocca, sembrava volesse farci entrare dentro tutta la faccia.
“Cazzo, sta cercando di sbranarmi la ficaaaahhh!!” pensò Elena mentre si portava entrambe le mani alla bocca per soffocare un gemito di piacere, così facendo lasciò cadere la gonna coprendo la testa della signora, “non mi copra il viso” disse staccando il muso dalla fica, dopo averle dato un bacetto sulle grande labbra “come le ho detto prima, aspetto dei clienti e se non mi vedono rischio di perdere un contratto importante”.
Trascorsi nemmeno un paio di minuti, arrivarono i 2 clienti che la Signora stava aspettando.
Elena vide questi due uomini avvicinarsi cercando di sbirciare fra le sue cosce.
“Signora Marchi?” chiese uno di loro, la signora Marchi distolse lo sguardo dalla fica e, senza staccare il muso dal suo capolavoro, bofonchiò qualcosa di incomprensibile e contemporaneamente alzo due dita con la sua mano sinistra.
Elena, ansimando, tradusse questo gesto ai due clienti “credo voglia dire di attenderla per circa 2 minuti, e vi garantisco che da come sta andando basteranno anche meenooooh….” mentre parlava, Elena ebbe un fremito che preannunciava un’incombente esplosione di piacere”.
“Fate pure con comodo” disse uno di loro “noi intanto ci godiamo lo spettacolo” .
Mentre si prestava a sferrare l’ultimo attacco di lingua, la signora Marchi cominciò ad emettere dei suoni gutturali, sfilò la lingua dalla vulva e sputò per terra una saliva grassa e filamentosa.
“Tutto OK signora?” le chiese Elena boccheggiando, si trovava in estasi, in attesa dell’ultimo colpo di grazia sferrato dalla lingua maledetta che le aveva serpenteggiato dentro la pancia.
La signora non rispose, e dopo aver sputato per terra tornò alla sua attività, emise un altro suono gutturale, si staccò rapidamente dalla fica e cominciò a vomitare sul lato della panchina. “mi spiace” disse la signora Marchi con voce strozzata rivolgendosi a tutti i presenti, poi ritornò a vomitare copiosamente.
Elena rimase sbalordita per un lunghissimo istante mentre guardava incredula quella cazzo di Leccafica che a quanto pare aveva deciso di guastargli la festa.
Poi si infilò freneticamente due dita fra le gambe tentando di completare l’opera lasciata in sospeso, ma ormai il momento era passato.
“PORCA TROIAA !!!” ululò Elena con lo sguardo alzato al cielo.
La signora Marchi si stava ricomponendo, prese una bottiglietta d’acqua dalla borsetta e bevve 2 sorsi. “Mi scusi ancora signora” le disse “è colpa del latte che ho bevuto a colazione, sicuramente era avariato”.
“Non si preoccupi” sospirò Elena con voce sommessa e rassegnata “spero che ora si senta meglio”.
“ma non devo per forza sottrarmi al mio dovere “incalzo la signora Marchi “se vuole possiamo riprendere da dove eravamo rimasti, che ne dice?” le disse guardandola negli occhi mentre le massaggiava il clitoride con il pollice e le altre dita accarezzavano dolcemente le grandi labbra.
Elena si riabbassò la gonna, “no guardi, l’immagine di lei che vomitava mi ha completamente smontata” afferrò la borsetta e si riavviò verso il suo posto di lavoro a passo felpato.
Quando scese dall’autobus aveva un lieve senso di frustrazione ma adesso invece era proprio incazzata nera.
Continua………..
Giovanna
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