Anime Fragili.

  • Scritto da Lizbeth il 13/07/2020 - 10:59
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(Anna) Sono stanca della mia vita, sono stanca di lavorare dalla mattina alla sera senza avere un minimo di riconoscimento, sono stanca di vedere, tutti i giorni, mio marito sul divano a guardare le partite. Ormai non mi prende in considerazione, neppure per un pompino. Quindi stasera ho deciso, mi trucco, mi vesto elegante ed esco per locali, alla faccia sua.

 

(Marco) Me ne sto seduto qui da solo davanti a un bicchiere di Sherry e penso ancora a Marta, già quella stronza. Ormai mi ha lasciato da due mesi, per chi tra l’altro, per il mio migliore amico. Mi giro e vedo una signora riccia bionda, a prima vista mi sembra di conoscerla, mi sorride.

 

(Anna) Bello questo locale, ci sono persone interessanti, soprattutto il ragazzo che se ne sta solo al balcone del bar, chissà se mi ha riconosciuta, dal suo sguardo immagino di no. Gli lancio un sorriso ammiccante. So per certo che stà soffrendo.

 

(Marco) Sono sempre stato insicuro nella vita, ma qualcosa mi dice che quella signora ci stà provando con me, potrebbe avere l’età di mia madre, ma questo conta poco, è sicuramente una donna affascinante, ma ho ancora quella sensazione strana, l’ho già vista da qualche parte.

 

(Anna) Possibile che non mi riconosca, possibile che questo look e questo trucco mi renda così irriconoscibile, bhe lui mi ha sempre visto struccata. Mi voglio divertire un po’ con lui. Ora mi avvicino e gli offro da bere. Per sicurezza sbottono un po’ la camicetta, il mio seno ha sempre fatto colpo.

 

(Marco) Tu guarda, quella signora si è alzata e si dirige verso di me, forse mi sbaglio. Dò una controllata in giro, magari dietro di me c’è una sua amica, una sua conoscenza. E’ sempre più vicina, in mano ha un bicchiere simile al mio, me lo porge e mi saluta. La sua voce, pure quella ha qualcosa di familiare.

 

(Anna) Strano non ha risposto al mio saluto, forse mi ha riconosciuta. Mi siedo acconto a lui e accavallo le gambe. Mi sembra triste, possibile che pensi ancora a quella stronza, ormai sono passati dei mesi. Sorrido per tiragli su il morale, lui finalmente, come risposta, abbozza una smorfia.

 

(Marco) Impossibile che sia lei, non farebbe mai una cosa del genere. Decido di stare al gioco, anche perché, da quello che so, in questo periodo non se la passa bene. Faccio discorsi a caso, cerco di intrattenerla. Nello stesso tempo osservo la scollatura, e le sue gambe. Non l’avevo mai vista così bella, a dire il vero, fino a quel momento, non l’avevo neppure considerata come donna.

 

(Anna) Finalmente si è fatto socievole, probabilmente mi ha riconosciuta, ma ora siamo due persone diverse, due persone che pensano solo a divertirsi. Allungo una mano verso la sua gamba, forse ho esagato, ma questa sera sono uscita con un idea in testa, forse lui è la persona giusta.

 

(Marco) Che cosa imbarazzante, mi ha toccato la gamba, forse è stato, solo, un gesto automatico, mi sento un po’ a disagio, sia per la sua eta, sia perché ora sono certo su chi sia. Un idea mi balza in testa, noto la sua mano appoggiata sul balcone, le accarezzo le dita con le mie, i suoi occhi azzurri mi fissano.

 

(Anna) Cosa stà succedendo, davvero sto flirtando con questo ragazzo, proprio con lui, forse faccio ancora in tempo a trovare una scusa e andarmene, ma non voglio. Anzi voglio ardentemente baciarlo, mi avvicino e gli stampo le labbra sulle sue.

 

(Marco) Mi ha baciato, io scatto all’indietro, non riesco a credere che l’ha fatto, non è possibile, letteralmente, in quel momento mi torna in mente Marta. Giro, imbarazzato, la testa verso le bottiglie del bar, e rimango in silenzio, per un attimo.

 

(Anna) Lo sapevo, ho esagerato. Cerco di scusarmi, ma lui mi ferma e mi dice che non è un problema, anzi ha apprezzato molto, ma forse non dovremmo più farlo. Io rimango delusa per un attimo. Sento un tuono e, per smorzare la tensione, gli dico che sta piovendo. Vedo il suo viso preoccupato.

 

(Marco) Maledizione, piove davvero. Come faccio, sono venuto a piedi e vivo a 3km di distanza, stasera la prendo tutta. Per un attimo mi dimentico della signora davanti a me e chiedo al barista se avessero un ombrello di scorta, era tardi dovevo tornare a casa.

 

(Anna) Poverino non ha l’ombrello, quindi gli propongo un passaggio, ormai ci conosciamo da 5 anni, mi fido di lui, e anche se non mi fidassi, vorrei essere violentata da lui, si l’ho pensato davvero, sono mesi che non faccio sesso, e lo desidero con tutta me stessa.

 

(Marco) Per fortuna Anna, si chiama così,  mi offre un passaggio, altrimenti sarei tornato a casa tutto inzuppato, pago il conto, non sia mai che lascio pagare a una signora. Ci alziamo e ci dirigiamo verso il parcheggio. Usciamo. Piove davvero a dirotto, ma penso che posso resistere per il tratto che ci separa dalla macchina. Noto che non si dirige vero il parcheggio, anzi gira l’angolo, probabilmente non c’era posto e ha dovuto trovare un’alternativa.

 

(Anna) Ora o mai più, è la mia occasione, una volta  in macchina, non potrei fare nulla. La mia auto si trova a pochi metri, ma faccio finta di non notarla e giro dietro l’angolo. Lui mi segue. Conosco molto bene il locale, ci ho lavorato un paio di anni. Sparisco un attimo dalla sua vista, e aspetto il momento giusto. Un altro tuono in distanza.

 

(Marco) Maledizione dove è sparita. Era qui un attimo fa. Giro l’angolo, sento delle mani che mi spingono verso un muro, sento un corpo premermi contro, della labbra appoggiarsi sulle mie, una lingua che cerca di insinuarsi dentro di me e un mano che mi accarezza i pantaloni. Inizio ad eccitarmi.

 

(Anna) Finalmente un contatto fisico, finalmente un uomo davanti a me, finalmente sento delle labbra umide contro le mie, sento il contatto con un'altra lingua e sento un pene indurirsi al mio tocco.

 

(Marco) Cerco di liberarmi dalla sua presa, non è che non la desideri, ma la situazione è altamente imbarazzante, ma sono mesi anzi direi anni che non sento delle labbre cosi sensuali e morbide, poi quella lingua che sfiora la mia, la sento vogliosa. Mi lascio trasportare e gli accarezzo il seno, da sopra la camicia, ormai bagnata e trasparente. Si intravedono i capezzoli, non indossa l’intimo.

 

(Anna) Che bello baciare un uomo, che soddisfazione sentire che si eccita per te, sembrava un ricordo ormai lontano. Tutto intorno a noi è bagnato e non solo quello, sento il desiderio di fare sesso con lui, sento la voglia di toccarlo, voglio vedere il suo pene eretto che, a sentire mia figlia, non è per nulla male.

 

(Marco) Mi infila la mano dentro i pantaloni, si insinua dentro l’elastico delle mutande e mi afferra il pene indurito con passione e inizia a segarlo. Ho mille pensieri, penso all’ultima volta che ho fatto sesso, penso a quanto sia bella quella donna, e penso a Marta la mia ex, e la penso per un motivo particolare. Quella che mi sta masturbando è sua madre.

 

(Anna) E’ assurdo quello che sta succedendo. Lo conosco da 5 anni e tutte le volte che lo vedevo era assieme a mia figlia, sembravano felici, fino a questa estate. Giuro che non avrei mai immaginato di fare sesso con lui, anche perché quando l’ho conosciuto, aveva 16 anni.

 

(Marco) Vedo Anna che si stacca dalla mia bocca, la vedo sorridermi. Allenta la presa dal mio pene. Mi sfila la cintura dei pantaloni, sempre sorridendomi, mi abbassa la lampo, si inginocchia, Abbassa i pantaloni, abbassa le mutande. Il mio cazzo scatta sull’attenti. Lei lo guarda per un attimo, afferra la pelle con due dita e la spinge all’indietro, scoprendo la cappella, poi se la infila in bocca e la lecca con passione.

 

(Anna) Uhnn, appena ho il pene di lui in bocca, mi tornano in mente ricordi di un passato che non c’è più, la passione che trasportava me e mio marito, il sapore indefinito di un pene. Ora sento il cazzo di Marco indurirsi ulteriolmente dentro di me, ormai tutte le barriere sono abbattute, ormai non si torna indietro. Avvolgo la cappella con la mie labbra, non ho il coraggio di guardarlo. Scendo lentamente verso la base. E’ così grosso che mi fermo a metà strada.

 

(Marco) Non mi hanno mai succhiato così, del resto non sono stato con molte donne, altre tre oltre a Marta. Ma nessuna aveva l’esperienza della mia ex “suocera”, la passione che ci mette è incredibile. Sono così eccitato che rischio di iaculare anticipatamente. La pioggia si fa sempre più intensa, i capelli di Anna sono zuppi, probabilmente domani avrò un bel raffreddone, ma chi se ne frega.

 

(Anna) Ma come ha fatto mia figlia a tradirlo, come ha fatto a non accontentarsi di tanto ben di dio. E’ così grosso, che penso che mi farà del male, una volta dentro di me, perché so che succederà, lo sappiamo entrambi.

 

(Marco) La desidero, voglio entrare dentro di lei. In vita mia non ho mai desiderato così tanto una donna. Le cingo le mani intorno alla sue spalle e la faccio alzare, i nostri occhi sono in contatto. Sbottono lentamente ogni singolo bottone della sua camicia, mi voglio godere il momento. Il suo seno inumidito è ancora pià sexy. Una volta che la camicetta è totalmente aperta, gli accarezzo i seni, li bacio, gioco con la lingua intorno i capezzoli. Intanto lei ha ancora in mano il mio pene. Sento il suo desiderio.

 

(Anna) Sapevo che questo ragazzo fosse dolce, ma non immaginavo fino a questo punto. Che scema mia figlia. Come sono delicate le sue mani sul mio corpo. Il suo pene pulsa in continuazione, che aspetta a scoparmi, probabilmente è ancora bloccato, da come mi bacia e mi tocca non credo.

 

(Marco) Lo so che sto facendo una cazzata, mi chiedo se facciò in tempo a smettere, non credo e non voglio. La spingo contro il muro, accanto a noi c’è un torrente in piena, gli alzo la gonna, come immaginavo non porta le mutandine. Le nostre lingua non hanno mai smesso di sfiorarsi. Lei mette intorno al mio corpo una gamba, sono così agitato, che non capisco quale sia. Ci siamo.

 

(Anna) Ci siamo. Sento che vuole entrare dentro di me, lo voglio anch’io. Metto la mia gamba destra intorno al suo corpo, così capirà le mie intenzioni. La sua cappella mi sfiora la coscia sinistra, sta cercando la via d’ingresso, la raggiunge in pochi attimi. Le mie labbra si spalancono alla pressione di quell’asta. Lo sento che entra velocemente, non pensavo di essere ancora così elastica. Sento il piacere innondarmi, dopo tanto tempo, mi sento eccitata.

 

(Marco) Ci siamo, la mia cappella è sempre più vicina alla meta, ora o mai più, affondo il colpo. Entro dentro alla sua passera matura e, nonostante le mie dimensioni considerevoli, scivola dentro con meraviglia. Lo sento scorrere, sento i suoi fluidi circondarmi. Raggiungo il fondo e torno indietro. Ho mille pensieri nella mente, ma li allontano tutti. Ormai la sto scopando.

 

(Anna) Accarezzo i suoi capelli bagnati, gli bacio la fronte. Avvolgo pure la gamba sinistra attorno a lui, sono letteramente tra le sue braccia. Sento che lo spinge dentro con furia, dentro il mio corpo esplodono sensazioni assopite. Ho il suo volto tra le mie morbide tette.

 

(Marco) L’ho lettaramente tra le mie braccia, la tengo sollevata con le mie forze, mi mette le mani intorno al collo. Ho il viso immerso tra le sue tette, voglio annegare in mezzo ad esse. La sento istigarmi, vuole che spinga più forte l’accontento. Torno a baciarla.

 

(Anna) Che passione, che desiderio, mi sento donna. Spingi tesoro fammi godere. Dimentichiamo tutti i nostri problemi. Godiamoci il momento. Non so se è l’ho detto o l’ho solo pensato. Le nostre lingue tornano a incrociarsi. Mentre mi sbatte sento la sua rabbia repressa che fiorisce.

 

(Marco) Marta, ma perché mi torna in mente ancora quella stronza. La rabbia mi acceca. Di getto la rimetto a terra, l’afferro per la spalla destra e la faccio girare. Mi inginocchio afferro le sue chiappe, ancora straordinariatamente sode e le bacio, passo la lingua dappertutto, i fianchi, l’ano, la passera. Poi, con il cazzo in mano, mi rialzo e mi accivino a lei. Le bacio il collo. Non so se posso osare, sicuramente si rifiuterà, ma lo desidero tanto..

 

(Anna) Che succede perché non mi scopa più. Giro il collo. Lo vedo immobile e dubbioso con il cazzo in mano, poi lo vedo avvicinarsi a me. Ho una strana sensazione cosa vuole fare. Mi accarezza il buchino posteriore con le dita e mi penestra. Cerco di digli che non ho mai fatto sesso anale, ma non mi escono le parole. Sento la cappella sfiorarmi la natica destra, la sento scorrere verso il centro. Non avrà mica intenzione di farlo..

 

(Marco) Marta maledetta… stavolta lo dico ad alta voce, ma sua madre non reagisce. Ho ancora un minimo di esitazione, ma passa subito. La mia cappella entra pian piano, non voglio esagerare. Le pareti anali sentono la pressione. Entro senza chiedere il permesso, stavolta sento una forza opporsi, ma continuo. Lei urla.

 

(Anna) Lo sta facendo davvero, in pochi secondi mi sento impalare, sento dolore, cerco di ritrarmi, ma la sua forza me lo impedisce. Mi accarezza la schiena, il collo, sussurra che gli dispiace. Cerco di aprire le gambe il più possibile, lo faccio per lui, in un certo senso mi sento in colpa, anche se non dovrei, sapevo della relazione di mia figlia con il suo amico. Il dolore affievolisce lentamente, il piacere aumenta. Mi accarezzo la passera per stimolarmi. I suoi colpi si fanno più sicuri. Il mio ano diventa man mano sempre più lubrificato. Il piacere torna a invadermi.

 

(Marco) Non ci credo, sto avendo un rapporto anale con la madre di Marta, nella mia testa so che non se lo merita, ma è un mio desiderio, non posso fermarmi. L’acqua che scende dal cielo lubrifica tutto. Vedo delle gocce scorrere sul viso di lei, non so se è pioggia o lacrime. Il suo trucco è completamente sfatto. Improvvisamente sento che si contorce, vedo le sue mani allungarsi, il suo corpo si piega ulteriolmente e le sue mani raggiungono il mio sedere, lo afferrano e mi attrae a se.

 

(Anna) Non avrei mai immaginato che il sesso anale fosse così bello. Cerco il suo culo con le mie mani, voglio che spinga più forte. Lui lo fa, anzi sembra scatenato. Mi escono delle lacrime, sicuramente il mio trucco si sarà sciolto e sembrerò una pagliaccia. Lo sento singhiozzare, quindi piange anche lui, come mai. Ho un idea, ma non voglio la conferma. Lo sento sempre più coinvolto. Lo sento tremare, la conosco quella senzazione, ci siamo..

 

(Marco) Finalmente quel dannato pensiero di Marta sta svanendo, sono mesi che non mi sentivo cosi libero, e tutto il merito è di sua madre, chi l’avrebbe mi detto. Mi viene da piangere e non riesco a fermarmi, anche perché conosco il mio corpo, conosco quelle sensazioni. Ci siamo.

 

(Anna) Sento il suo liguido seminale scorrermi tutto all’interno. Lo sento ansimare, lo sento emettere piccoli urletti. Dentro di me mi sento sia delusa, sia entusiasta. Purtroppo non ho raggiunto l’orgasmo, ma il piacere di aver soddisfatto un uomo, mi riempe di gioia. Lo sento uscire da me. Lo sento baciarmi il collo. Mi gira ancora, siamo faccia a faccia, il suo cazzo si sta ammosciando lentamente. Certo di rivitalizzarlo con le mani, ma lui mi ferma e si inginocchia, cosa vuole fare?

 

(Marco) Non ho mai goduto così tanto in vita mia,  questo significa scopare, questo significa fare l’amore? Lei mi sorride, ma la vedo delusa, mi afferra il pene, forse vuole scopare ancora, ma io non me la sento. Le prendo la mano, la tolgo dal mio cazzo. E’ giusto che goda pure lei. Mi inginocchio, gli accarezzo la passera e affondo dentro la mia lingua e inizio a leccare.

 

(Anna) Oddio, mi sta leccando davvero, neppure questo me l’aveva mai fatto mio marito. La sua lingua scorre dentro di me. Lo sento mordere il mio clitoride. Afferra con passione le mie tette. Le stringe. MARTA SEI UN IDIOTA. Metto una gamba intorno al suo collo. Mi penetra con due dita. Inarco la schiena, non riesco a respirare, sento qualcosa premere dentro di me, qualcosa che vuole uscire. Le sue dite si insinuano dentro di me. Mi accarezza la parete con tre dita, sto impazzendo. Cosa sta succedendo. Sento come se dovessi fare la pipì, ma non è così. L’orgasmo esplode dentro e fuori di me. Uno strano liquido riempe il viso del mio corteggiatore. Raggiungo un orgasmo immaginabile. Ormai non capisco se quello che ci attornia sia acqua, sperma o i miei umori. E’ questo squirtare, anche questo per me, è la prima volta…

 

(Marco) Vedo il suo viso soddisfatto. Cerchiamo di ricomporci. Cerchiamo di rimetterci i vestiti slozzi, siamo inguardabili. Rido, ridiamo. Mi avvicino a lei, mi appoggio e sento il suo cuore battare, sento il suo sospiro. E’ questa la felicità, anche se so che è solo un attimo, me la godo. Lei sorride ancora.

 

(Anna) E’ stata una serata pazzesca, ora siamo in macchina, siamo così bagnati, i nostri vestiti sono da buttare. Dopo così tanto tempo mi sento serena, e non mi importa neppure del futuro, forse è stata una botta, forse rivedrò quel ragazzo, non ho la sfera di cristallo. All’interno dell’abitacolo c’è un silenzio fastidioso, accendo la radio, si sentono le note di una canzone.

 

(Anna e Marco) Da tutte quelle situazioni che ci univano.

Da tutte quelle piccole emozioni che bastavano

Da tutte quelle situazioni che non tornano mai

Perché il tempo cambia tutto lo sai.

 

E cambiamo anche noi

E cambiamo anche noi

E cambiamo, e cambiamo anche noi.

Molto bello anche questo. Un certo stile si nota. Anche nelle perversioni!!!

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