Anna, la vicina di casa.

  • Scritto da Luisa il 27/08/2021 - 11:36
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Finendo con la cura dieci iniezioni da 5 ml (muscoril e voltaren) della mamma, mi era andata bene la cavia era stata veramente brava, una volta in pigiama una volta in accappatoio. Qualche volta chiedendomi di massaggiare bene dove avevo fatto quella precedente forse per pagarmi con la visione. Sono stato un paio di anni senza farne, avevo appena compiuto 17 anni, il babbo mi era venuto a mancare per un infortunio sul lavoro, mentre mamma lavorava in un Hotel non distante da casa, rientrando in casa una tardo pomeriggio passato con gli amici trovo sul divano di casa Carlo, un bimbetto all’epoca di cinque/sei anni figlio della vicina assentatasi per andare dal medico causa un brutto mal di schiena. Salutato lui e mamma vado a farmi una doccia eravamo già a fine maggio ed i primi caldi si iniziano a sentire, avevo quasi finito quando suonano la vicina Anna che veniva a prenderlo, M. la fa accomodare e chiede cosa gli aveva detto, senza perdersi d’animo “mi sembra di vederla” sciatica e la sentenza iniezioni. [Anna quando successe, era da poco separata, aveva 35 anni cappelli a caschetto castano chiari alta 165/168, un 55 kg, una bella terza di taglia ed un bel lato ”B”, quante volte mentre stendeva i panni con la scusa della telefonata la osservavo, sempre sorridente, nel periodo estivo era facile vederla in perizoma o mutandine, o scamiciato sopra il ginocchio qualche volta in pigiama corto di quelli che coprono e non coprono il sedere quanti rasponi mi sono fatto, pensando di poterla vedere da vicino quanti sogni : è la vicina di casa. Quante volte con una scusa bussava, per il sale, per la farina, per una spoletta di filo. Una volta con Giulio che mi era venuto ad accompagnare a detta sua era senza nulla sotto non volevo credere, o forse aveva il filo interdentale].  Entro in cucina e mi siedo sul divano con il figlio e giochiamo con il telefonino, seguivo i loro discorsi, “per esser sincero tra me e me pensavo, mi piacerebbe………… era …….. uno dei tanti sogni che rimanevano nel cassetto”. Anna, arrivando era tutta in tiro, pantaloni di lino larghi, una maglietta mezze maniche che metteva in risalto il decoltè, preoccupata chiede a mamma chi in caso di bisogno si rivolgeva ? In tutta sincerità risponde, una volta abbiamo ho chiamato Mario del terzo per una cura di endovenose dovute a carenza di ferro, “ed io zitto”, distolgo l’occhio dal giochino e la guardo, quasi come se fossimo complici del misfatto, “Anna, se …… non vuoi rivolgerti a Mario ho la soluzione per te, però non devi avermene, te le fa lui ne ha già fatte a me, a suo padre diverse volte.” Alzato la testa, cercavo con gli occhi di vedere la sua espressione, non sapeva se mettersi a ridere e piangere, ed ha iniziato a fare due considerazioni: Mario no, non mi è mai piaciuto il tipo, mi hanno detto che ha le mani lunghe e piace toccare dove non deve, sarà ben bravo pratico non mi……., guardandomi con l’espressione di una bambina: va bene,  ho solo le medicine”   Mamma, va bene per iniziare questa sera la siringa c’è ne abbiamo e se sono piccole ti fa due buchi. Scherzando Anna certo due sono meglio di uno. Era fatta, dopo anni di visione gratuita di panciate di cazzo duro e seghe, avevo il permesso di toccare e massaggiare il suo mappamondo, Lei rientra in casa a prendere il medicinale e si cambia, io in bagno a prendere il necessario, sempre su consiglio di mamma sarebbe stato meglio la mia stanza per bucarla lettino singolo o scrivania, entra con il medicinale; due scatole di Bentelan da tre fiale ed una scatola di Decontril.  Al suo rientro mamma la indirizza nella mia stanza, cambiata indossa lo scamiciato a cerchi un misto tra giallo ed arancio, per sua fortuna in casa avevamo anche una siringa da 5 cc, così a malincuore evitato di bucarla due volte. Rompo le fiale carico la siringa e lei con le mani congiunte davanti osserva tutti i miei movimenti, con la siringa pronta il cotone bagnato, si avvicina al letto alza lo scamiciato ed abbassa leggermente le mutandine si mette a novanta gradi appoggiando le entrambe le mani sul letto, disinfetto un leggero pizzicotto sulla culatta destra ed inietto il medicinale, era interminabile non potevo affondare lo stantuffo della siringa l’avrei fatta gridare dal male, anche perché non conoscevo bene se il Bentelan aveva della lidocaina. Nello specchio riflesso (Anna non poteva vedere) quattro occhi che guardavano la scena, mia mamma e Carlo. Finito avvicino il cotone e tiro fuori l’ago, nel mentre Carlo abbraccia la mamma. Io finisco di massaggiarla e alzo le mutandine. Alla fine sono rimasti a cenare con noi. Il mattino seguente a scuola ho raccontato il fatto a Giulio che è diventato matto, non ci credeva era una storia impossibile.  **Questa sarà il proseguo della storia. Chiedo scusa se non sono comprensibile nei miei racconti, sono veri, alcuni nomi sono di fantasia. La località cerco di ometterla volutamente. Alcune storie sono scritte a quattro mani***

Fantastic

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