Dopo il clamoroso pompino al cliente dell'albergo in cui lavoro, ci sono ricascata e, per la seconda volta, ho tradito il mio compagno. Quell'esperienza era diventata un'ossessione, ci avevo preso gusto, avevo goduto tantissimo e volevo riassaporare quel piacere intenso, quel brivido della trasgressione. Avevo infatti tentato di riagganciarlo per un secondo round in cui, oltre a spompinarlo, questa volta mi sarei voluta far fottere, ma la presenza della moglie aveva reso la cosa impossibile. Quando in hotel ci incrociavamo, ci guardavamo, ci sorridavamo in maniera complice, ma purtroppo l'occasione non si era ripresentata più.
Nel frattempo però, avevo adocchiato un extracomunitario che stazionava fuori dal supermercato in cerca di mance. Un nero sui 40 anni, labbroni grossi, alto e dall'aspetto trasandato. Ogni volta che andavo a fare la spesa, mi salutava e mi sorrideva, senza minimamente immaginare i miei propositi e le mie intenzioni da gran troia nei suoi confronti, ma o perchè spesso ero in compagnia del mio fidanzato, o perchè quando ero sola lui non c'era, non potevo far altro che fantasticare, immaginare e desiderare le cose più oscene e sporche.
E fantasticavo tantissimo su di lui, mi eccitavo tantissimo al pensiero che, oltre al tradimento, si aggiungeva anche il volerlo fare con un uomo di colore, cosa questa che credo sia il desiderio proibito e segreto di tutte noi donne. Insomma, tradire il mio compagno con uno sconosciuto nero da monta era una cosa che mi stuzzicava un casino..
Un mattino, con il pensiero fisso di trombarmi quel negrone e non riuscendo più a resistere al desiderio di fare la porca con lui, feci una pazzia. Verso le 13, mi appostai nei pressi del supermercato e quando lui andò via, lo seguii fino a che non scoprii dove abitava.
Ora sapevo dove viveva, ma non avevo il coraggio di prendere l'iniziativa, non sapevo come fare, fino a che non riuscendo più a resistere, lo seguii ancora una volta e bussai alla sua porta. Mi aprì un suo amico, sempre di colore, ed io rimasi delusa, non sapendo cosa fare, perchè non sapevo il suo nome, non sapevo cosa dire imbarazzatissima.....
Fortunatamente parlava l'italiano, e così riuscii a fargli capire che cercavo il suo amico del supermercato. L'amico lo chiamò e lui venne alla porta e, sorpreso nel vedermi, chiese di cosa avessi bisogno.
Nel pallone totale, mi inventai una scusa dicendogli che dovevo caricare delle cose pesanti in macchina e che mi serviva il suo aiuto. Lui accettò subito, indossò di nuovo le scarpe ed insieme andammo al parcheggio del supermercato che era poco distante.
Arrivati alla mia auto, mi sorrise e, vedendo che non c'era nulla da caricare, rimase a guardarmi con aria smarrita. Temendo di essere notata da qualcuno che magari mi conosceva, gli dissi di entrare in fretta in auto perchè dovevo parlargli.
Una volta in auto, eccitatissima e decisa ad affondare il colpo, dovetti mantenermi dall'impulso di calargli subito i pantaloni ed iniziare a spompinarlo da vera porca, ma era pericoloso, eravamo in vista e così mi limitai a poggiargli la mano sulla patta e notai che anche lui era già eccitato, intuii la sua erezione, sentendo come un tubo duro e grosso sotto la mia mano. Arrapata all'inverosimile e decisa ad andare fino in fondo, senza più indugi, gli dissi chiaramente che volevo che mi sfondasse come una cagna, che desideravo succhiargli il cazzo, insomma che volevo farmi scopare, subito, ora.
Il nero scoppiò in una fragorosa risata ed io mi sentii ridicola ed umiliata, ma subito dopo il porco mi mise una mano sulla figa e disse che se volevo questo, lui era disponibile. Mi chiamava "signora", infatti disse "Signora, se tu vuole questo, ok"!!! e mi disse anche che non aveva molte possibilità di scoparsi una bella italiana e quindi aveva molta voglia di farlo. Essendo troppo in vista, a fatica gli scostai la mano dalla mia patata, ritirai la mia dalla sua patta e gli chiesi dove potessimo andare per stare in pace e senza essere disturbati.
Mi disse di aspettarlo ed uscì dall'auto. Io approfittai e telefonai al mio compagno dicendogli che non avrei pranzato (se non un bel pezzo di carne nera - pensai maliziosamente) e che sarei andata a fare una passeggiata e dopo avergli detto di amarlo, chiusi la telefonata.
Dopo pochi minuti il mio amico ritornò e mi disse che aveva le chiavi di una casa sfitta dove nessuno ci avrebbe disturbati. Impaziente di beccarmi e godermi finalmente il suo cazzo, misi in moto e seguendo le sue indicazioni, raggiungemmo di li a poco un quartiere malfamato e squallido. Per strada vidi solo uomini di colore, pochissime donne e quasi nessun abitante locale, felice di questo in quanto nessuno mi avrebbe notata o riconosciuta.
Entrammo in uno stabile fatiscente, aprì la porta ed entrammo in un piccolo appartamento dove notai un tavolo, un paio di sedie ed un divanetto, poi c'era un piccolo bagno ed una stanzetta. Lui mi portò proprio in questa stanzetta, arredata solo con una sedia, una sorta di comodino ed un letto matrimoniale con solo il materasso, senza coperte o lenzuola. L'aria era umida e viziata, un forte odore di muffa mi assalì, ma capii subito che li nessuno ci avrebbe disturbati e potevo finalmente dar vita a tutte le mie fantasie erotiche e farmi fottere dal nero.
In un attimo lui si tolse la maglietta, i jeans e lo slip, rimanendo con solo il cappellino bianco, poi mi spogliò e rimanemmo così ambedue completamente nudi.
Io ero in trance, pensavo solo a quello che sarebbe accaduto tra poco, e nonostante i soliti sensi di colpa per il tradimento che mi accingevo a compiere, volevo godere senza pensare ad altro. Ci sdraiammo su quel lurido letto e cominciammo ad abbracciarci, baciarci e rotolarci, assaporando a vicenda il calore dei nostri corpi. Nelle sue braccia sembravo un fuscello. Lui alto e grosso, io mingherlina nel mio metro e 65. Mi baciava con foga, con le sue grosse labbra, io contraccambiavo con le lingue che si intrecciavano, si succhiavano e si ciucciavano, mentre mi accarezzava il culo, o meglio, me lo palpava così come mi accarezzava le cosce e le tette, stringendomele con le sue grosse mani, pizzicandomi i capezzoli.
Quando iniziò a baciarmi il collo, persi completamente il controllo, così gll chiesi, con voce ansimante, di ficcarmerlo in bocca. Lui si alzò in piedi sul letto, io mi inginocchiai sul pavimento e cominciai a fargli un favoloso pompino.
Come avevo immaginato, era un bel cazzo non esageratamente grosso, ma bello lungo, duro e largo, molto largo, nero come la pece, i coglioni grossi e duri e la cappella molto larga, anch'essa nera e turgida che mi ricordava un grosso fungo nero. Presi a pompare appassionatamente il cazzo nero e con un'espressione di disgusto perchè, dal forte odore che emanava, capii che lui non aveva certo molta cura della sua igiene personale, perchè aveva un fortissimo odore di piscio, insomma gli stavo facendo un pompino nonostante il suo cazzo emanasse un odore non proprio piacevole, ma ancora più eccitata da ciò, non mi faceva di certo schifo, anzi. Lui mi accarezzava la testa guardandomi ciucciare e godeva tantissimo mentre mi lavoravo la sua cappella, una cappella che invogliava, oserei definirla volgare, pulsante, gonfia, turgida, bellissima.
Mi fece fermare, si distese sul letto e mi disse di adagiarmi accanto a lui. Io eseguii il suo desiderio, mi distesi accanto a lui e, impugnato il grosso cazzo all'altezza dei coglioni, ripresi la pompa interrotta.
Nuda, in un posto sordido e squallido a sparare un pompino indecoroso ad un extracomunitario sconosciuto mi faceva sentire sporca, troia, traditrice, ed infatti, in preda ad una eccitazione incredibile, non riuscivo a fermarmi, pompavo, pompavo sena ritegno quel grosso cazzo ad occhi chiusi e mugolavo, mi lamentavo godendo tantissimo. Leccavo i coglioni, salivo sul tubo per poi soffermarmi sulla cappella dura, me lo portavo fino in gola, con il naso che lambiva i suoi testicoli, provavo un pò di nausea che subito ricacciai indietro, ma era nulla in confronto all'intenso piacere sessuale che mi dava il succhiare il suo cazzo, mentre a gambe larghe mi toccavo la figa ormai bagnata all'inverosimile.
Ad un certo punto, mi misi sopra di lui in un classico 69 e mentre ripresi a spompinarlo, sentivo le sue mani che mi allargavano le chiappe e la sua lingua umida e calda che mi ispezionava la figa ed il buco del culo.
Era paradisiaco sentire quella lingua che sembrava un'elica passare sulle mie parti intime, bello sentire le tette schiacciate sul suo corpo sotto di me, mentre io ciucciavo e succhiavo il suo cazzo, indugiando sempre sulla grossa cappella, succhiavo talmente forte che mi si formavano delle fossette sulle guance.
Dopo qualche minuto, mi disse di volermi scopare e così mi fece rigirare, mi afferrò il culo e me lo ficcò in figa in uno smorzacandela da antologia. Io appoggiata su di lui, con le tette che sbattevano sul suo torace, godevo sentendomi quel grosso cetriolo nero che mi sfondava la figa entrando ed uscendo ritmicamente, ansimavamo entrambi mentre mi pompava alla grande. Ad un certo punto, presi io il controllo della situazione, dettando il ritmo, alzandomi per poi abbassarmi violentemente e ritmicamente sul suo uccello, mentre lui mi afferrava sempre per le chiappe, io rilassavo i muscoil per agevolarlo ad entrare con tutto il suo cazzo nella mia fregna, in una girandola di emozioni e piacere che mi portò a mugolare sommessamente mentre venivo intensamente.
Esausta ed affannata, mi chiese di scoparmi a pecora, mi sistemò carponi a pecorina e cominciò a stantuffarmi violentemente da dietro, con le sue mani sul culo si impegnava a farlo entrare per intero nella mia figa.... Godevo come una porca, mugolavo e strillavo sapendo che nessuno ci poteva sentire. Mentre il cazzo mi ispezionava la patata, sfregandosi sulle sue pareti, venni una seconda volta e qui l'orgasmo fu qualcosa di incredibile, qualcosa che non avevo mai provato prima in vita mia.
Una grossa quantità di caldo liquido vaginale mi bagnò l'interno delle cosce mentre lui continuava a scoparmi senza sosta, sudatissimo, mentre io gli afferravo una coscia e lo spingevo verso di me, perchè volevo sentire tutto il suo cazzo dentro. Improvvisamente si fermò, tirò fuori il cazzo dalla figa e sentii qualcosa di duro e caldo che spingeva sul buco del mio culo.
Avevo capito che voleva farmi il culo, cosa per me inedita in quanto non ero mai stata inculata, sicuramente non da un nero. Appoggiata sui gomiti, girata la testa di lato per vedere come mi inculava, sentii il buco allargarsi ed un dolore piuttosto acuto.... Mi aveva infilato la cappella in culo e già mi faceva male, quando poi pian piano ficcò tutto il cazzo il dolore divenne quasi insopportabile, ma era reso nullo in confronto al piacere intenso ed incredibile che provavo nel sentirmi quel palo nero grosso, sconosciuto profanarmi il culo!
Cominciò ad andare avanti ed indietro col cazzo che entrava ed usciva dal mio culo e, a mano a mano che passavano i minuti, lo imploravo di non fermarsi, ora che il dolore si era qusi del tutto attenuato lasciando il posto solo ad una goduria incredibile, gli dicevo di continuare, lo pregavo di rompermi il culo, devastarmelo col suo grandioso cazzo. Con un urlo prolungato, ad occhi chiusi, venni intensamente per la terza volta.
Mi disse che stava per venire. Io risposi che volevo tutta la sua sborra in bocca. Lo feci distendere di nuovo, mi ci adagiai di fianco e presi a spompinarlo con l'intento di farlo godere il più possibile in modo che mi riversasse in bocca la più grande quantità di sborra possibile.
Impaziente di godere, mi fece fermare e mentre con una mano mi teneva ferma la testa, con l'altra prese a spararsi un sega a pochi centimentri dalla mia bocca, fino a che arrivò il primo schizzo violento, denso, copioso che mi colpì sul naso, poi ne seguirono altri che io orientai direttamente nella mia bocca cercando di ingoiarne la maggior parte, cosa che mi riuscì mentre altro sperma, tanta sborra, mi invase il viso. Ad ogni schizzo, lui emetteva un lamento di pacere...
Rimanemmo distesi per qualche minuto, io col mio bel viso pieno di sborra e la bocca impastata a sua volta, poi ci rivestimmo ed andammo via.
Io, ritornando a casa, mi sentivo sporca, puzzavo di cazzo e di sborra essiccata, ma soddisfatta di essermi finalmente fatta trombare da quel nero, di aver tradito per la seconda volta il mio compagno e, soprattutto, sazia di sborra che tanto amavo bere...
Tony
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