Guardando al futuro, dirò che questa storia è per coloro a cui piacciono i clisteri, la sbirciatina, il comportamento di una donna in situazioni estreme ed ogni sorta di perversioni su questi e altri argomenti. E altro ancora. Non dirò che il tutta la storia non è finzione, ma dirò che non dovresti cercare la coincidenza di nomi e fatti nella vita reale.)
Messo i ragazzi a dormire, scendo in cucina per preparare la tavola per la colazione il mattino seguente, Maria precedendomi era già a buon punto, la tavola era praticamente pronta sul fornello il mitico pentolone che iniziava a bollire e le bustine della camomilla dentro, come sempre da buona mamma aveva pensato a tutto già lavata anche aspettava che la lavastoviglie finisse per aiutarla a riporre le stoviglie della cena al proprio posto, dalla taverna sale mio suocero in pigiama appena docciato. Mio marito seduto sul divano aspettava il caffè. Finito i compiti e gustato il caffè, sono salita in camera e dietro suocero e suocera. Il mattino Maria è la prima che inizia la giornata, dopo essersi preparata parte per il lavoro. Poi tocca a me, questa mattina è meno faticosa più impegnativa sveglio ragazzi e marito, controllo gli zaini ed i vestiti loro scendono e dopo colazione partono, in casa stranamente rimango io e mio suocero, è ancora nel letto, io non ho fretta per il lavoro ho tutto il tempo dalla mia. Risalgo nelle camere per aprire le finestre e lo vedo rigirarsi, sentendomi chiede che ora è, tempo di dirgli di star tranquillo che è presto si alza mia grande sorpresa ha solo la maglietta del pigiama, ero a conoscenza che sia lui che mio marito e qualche volta mia suocera dormono con la sola maglia. Per lui è normalità, devo dire che ha un bel gingillo in mezzo alle gambe, “ho fatto un piccolo pensiero”, è la prima volta che lo vedo,(era già capitato di vederlo con l’accappatoio ), mi aveva visto allattare, in costume forse in mutandine completamente nuda o quanto meno patata e sedere mai, ricordo di quando mi sono sposata finito tutto siamo andati a casa a cambiarci e rinfrescarci io ero in bagno che mi asciugavo con la porta aperta, forse l’unica anche loro erano rientrati per cambiarsi. Impassibile ha indossato un paio di mutande e tuta, mentre rifacevo i letti è sceso a far colazione ha acceso il fuoco sotto la pentola. Tempo di togliermi il pigiama farmi il bidè ed indossare una maglietta mezze che mi copre il sedere, era sceso in taverna preparato la sacca con una sonda arancione lunga almeno trenta cm e riempito la sacca. E stava preparando l’iniezione, non sapendo mi distendo sul divano a pancia in sotto e pronto, un massaggio e zac ……. mi buca, devo dire che la mano è leggera, non ho tempo di dire aii aii che tira fuori l’ago e la sua parola finito e mi lascia il cotone perché io possa massaggiarmi dove mi ha bucato. Aspetta paziente, dovevo girarmi per il clistere, lascia passare qualche minuto e sento che mi alza la destra e mette un cuscino tra le gambe e poi allarga le culatte, qualcosa di freddo viene a contatto con la mia rosellina arrossata e dolorante, era la vaselina mi infila dentro l’indice per lubrificare l’ultimo tratto e permettere alla sonda di entrare. Un sospiro da parte mia, se ne accorge e si sofferma quasi volesse procurarmi un orgasmo anale, era la prima volta che si lasciava andare (prima di questa occasione è sempre stata una certa distanza tra noi lui suocero ed io nuora, qualche abbraccio raramente un bacio sulla guancia nei momenti di festa e nulla più, anche in cucina non ci intralciavamo mai). Tira fuori l’indice e cambia sonda mette quella vaginale spiegandomi che dentro nella notte e sceso dello sporco. (non faccio domande capisco) invece di farmelo coricata sul fianco mi fa girare e toglie il cuscino tra le gambe e lo mette sotto la pancia in modo che il sedere ben alto. (in gioventù questa pratica l’ho vissuta fino all’arrivo del ciclo, solitamente sulle gambe di mamma). Infila la sonda con un leggero irrigidimento da parte mia causato da un dolore alla rosa il frequente andare di corpo mi ha procurato un bruciore, ed inizia ad aprire la farfalla l’acqua, entra con velocità nel giro di quattro/cinque minuti la sacca è vuota, mi chiude le cosce senza estrarla, passano cinque minuti interminabili sono costretta a chiedere di rimuoverla e di lasciarmi andare in bagno. Senza obiettare toglie e vado in bagno, non posso dire cosa è uscito dal mio intestino, altro che acqua limpida. Liberatami mi butto sotto la doccia, e sono costretta a chiamarlo, immaginando cosa potevo dimenticare arriva con l’accappatoio e mi aiuta ad indossarlo, iniziando dalle spalle mi asciuga, (toccavo il cielo, mai mi sarei aspettata tanto) prima le spalle, la schiena con delicatezza il sedere, le gambe. Il tutto si stava svolgendo nella più normale delle cose, finito in accappatoio salgo in camera a vestirmi per andare in centro, mentre andavamo in auto non riuscivo a stare seduta per il bruciore, dovevo fare degli acquisti di intimo io e lui comprarsi la rivista mensile, ci saremmo poi ricongiunti al Market dove lavoro per ritirare la spesa fatta dalla suocera. E così avvenne, girando tra gli scafali incontrai Monica, e Annalisa due colleghe (curiose) entrambe separate a loro avevo chiesto chi avrei potuto rivolgermi per prepararmi ricevendo solo delle allusioni, (Mamma, suocera, marito) alla loro domanda come avevo risolto rimasi sul vago senza pagare la curiosità. con le borse in mano incrociammo i miei genitori, papà che camminava male alla domanda cosa fosse successo mamma: siamo stati dal medico ha sentenziato sciatica il rimedio iniezioni, che passando dalla farmacia avevano già acquistato, senza perdere tempo Piero si offri di farle subito, così che deviammo per casa dei miei. Saliamo in casa, buca mio padre mamma vistomi insofferente mi chiede cosa ho, spiego il malessere, lui aveva finito e sentendo i nostri discorsi mi tranquillizza, a casa ti metto la pomata Proctolyn. Rientrati scarica i sacchetti della spesa sistema gli acquisti, e sale al secondo piano, nel mentre io messo nel cassetto l’intimo, mi sono cambiata e seduta sul letto lo aspettavo, cosa dovevo fare lo sapevo, senza obiettare mi son tolta le mutandine un cuscino sotto la pancia in ginocchio e lui dietro con l’indice a mettermi la pomata, era un compito che poteva fare con tutta tranquillità in casa eravamo soli e così è stato, finito mi ha coperto con un asciugamano per permettere alla rosellina di assorbirla. Questa era una operazione che dovevo almeno ripetere ancora due volte, il pomeriggio e la sera. Mezzogiorno un piatto di minestrina aspettando le quattro, navigando sui vari siti per vedere cosa mi sarebbe toccato il venerdì mattina, ho notato nelle varie ASL sia la preparazione antecedente e lo stesso giorno dell’esame chi consigliava Plasil iniezioni perché più facile da assorbire che pastiglie, qualche struttura praticava una iniezione per sedare. In un attimo il tempo passa e mia suocera mia chiama che sta scendendo con la solita pentola in taverna. (oddio anche questo pomeriggio ho uno spettatore) dietro di lei scendo, lui il malfattore aveva già preparato l’asciugamano e sentendoci scendere gli scalini aveva la sacca, pronta per essere riempita, non resta che versare l’acqua. Mi tiro su lo scamiciato ero già senza nulla sotto mi distendo. Piero la appende prende la pomata, Maria presente lo aiuta nell’allargarmi le culatte si accorge che sono infiammata, seguo il suo sguardo e con gli occhi sembra dire non hai fatto nulla? pronto pomata già applicata due volte e poi questa sera. Un sospiro di sollievo da parte sua. Nel giro di 4/5 minuti finita tutta la sacca chiude il rubinetto ed aspetta prima di tirarla fuori, io essendo ormai vuota non c’era la necessità di correre in bagno. La sera prima di coricarmi un salto in soffitta con la pomata per l’applicazione e nanna. Ormai era nella quotidianità, via i bambini a scuola e marito al lavoro, tutto pronto dovevamo solo rispettare l’orario per andare in ospedale senza perder tempo, scendo in maglietta, iniezione e clistere solita doccia un vestito leggero per far prima in ambulatorio e via per la tanto odiata colon, come sempre accompagnata da lui. Arrivati in anticipo di un quarto d’ora parcheggiamo e saliamo al quarto piano, tempo di cercare la stanza che sulla porta di ingresso una giovane infermiera mi stava già aspettando, mi fa entrare consegno la ricetta e mi fa sedere alla scrivania la Dottoressa giovane anche lei mi fa mille domande, che preparazione ho fatto, e come mai di quest’esame e se ero accompagnata ed io spiego; finito, sento che dice all’infermiera di preparare l’endovenosa con il sedativo mi manda dietro il paravento a spogliarmi, e che potevo rimanere in reggiseno e maglietta della pelle se la indossavo, l’infermiera dopo essermi spogliata mi fa mettere sul lettino e mi buca per il sedativo, mentre aspettavano che facesse effetto ho la percezione che chiamino chi mi accompagnava, dalle loro discussioni si chiedevano cosa fosse successo alla seconda infermiera. Finito l’esame sento la voce di Piero che parla con la Dottoressa che lo tranquillizza che non c’è nulla di preoccupante nell’intestino, che per star ancora più tranquilli di fare una visita ginecologica, che la mancanza di ferritina può esser data dall’abbondanza del ciclo, mi aiuta a mettere le mutandine ed il vestito mentre l’infermiera arriva con una sedia a rotelle per accompagnarmi alla macchina, e lui ritira la cartella della visita. In macchina pensavo e ripensavo alle parole della Dottoressa e alla nuova visita. Arrivati a casa, prendendomi in braccio mi ha accompagnato in bagno per liberarmi di tutta la gelatina che mi era stava messa nella pancia per fare la colon. Ho chiamato marito e genitori per tranquillizzarli, mentre mia suocera rientrava mentre telefonavo. La continuazione con qualche sorpresa la prossima volta………..
Giovanna Esse
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