DA STUDENTE MODELLO A SCHIAVETTO 2

Il giorno successivo, Francesco mi trattò al solito modo: un abbraccio, una battutina, una discreta pacca sul culo. Poi, improvvisamente, prima dell'inizio della lezione, con un tono autoritario disse: "la seconda ora sarò nell'aula di sostegno per ripassare filosofia. Chiedi di andare in bagno a metà lezione, ti aspetto nel corridoio".

Durante la prima ora non mi degnò di uno sguardo. Sembrava che non fosse successo nulla tra noi il giorno prima. All'inizo della seconda lezione uscì dalla nostra aula per recarsi in quella di sostegno, dove studiava con altri ragazzi dislessici. Prima di alzarsi dalla sedia mi fece l'occhiolino e io mi sentii prendere fuoco per l'eccitazione.

Feci come mi disse e lo raggiunsi nel corridoio. Mi aspettava appoggiato al muro, parlando sottovoce, ma sempre con un tono dispotico, affermò: "vieni con me Fabiola".

Mi condusse nel bagno, tirò fuori il suo cazzone già duro, e mi ordinò di fargli un pompino. Mi inginocchiai, presi in bocca quella nerchia e la pompai con forza perché non avevamo molto tempo. Il mio "lavoretto" fu efficace, infatti, dopo qualche minuto, Francesco mi schizzò la bocca di sperma. Accolsi quella sborrata come un grande onore, tenendo gli occhi bassi e godendomi il sapore aspro del seme.

All'improvviso, mentre ero ancora inginocchiato, Francesco mi strinse le mani attorno al collo e disse: "per essere un verginella ciucci bene. Adesso torna in aula e guai a te se ti lavi la bocca".

Non avevo alcuna intenzione di sciacquare via il sapore del suo cazzo. Tornai in classe felice, ripetendo dentro di me le sue parole, soprattutto quel "ciucci bene".

Il resto della giornata scolastica si svolse normalmente. Francesco, come al solito, mi accompagnò per un tratto di strada verso casa. Prima di andare via mi disse di tenermi libero sabato sera. Mi diede un buffetto sulla guancia e se ne andò, lasciandomi stordito e ancora eccitato.