Diario segreto di una milf amante del cazzo (Raccolta)

  • Scritto da Raf90 il 02/02/2022 - 12:18
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Prefazione

Sono una donna “matura”, amo definirmi una MILF molto amante del sesso. Non mi basta farlo solo in maniera tradizionale col mio compagno, ma amo l’estremo, la trasgressione, godo nel tradire il mio lui, mi eccita da morire, mi fa godere di più. Ed il fatto che attragga uomini di ogni età, mi lusinga e mi rende estremamente disponibile a fare porcate con i maschi delle più disparate età; ho fatto e faccio sesso con giovani di 20 anni (quindi di molto più giovani di me), di 60/75 anni ed ovviamente con i miei coetanei, anche con maschi neri che mi eccitano da morire. Inoltre devo confessare che ho una vera e propria mania, una passione per il sesso orale incredibile, amo fare i pompini con ingoio profondo, totale. Infatti, a mio avviso, un rapporto non è totale, non è soddisfacente, se non c’è l’orale. Amo farmi leccare le parti intime e starei sempre con un bel cazzo in bocca, ingoierei litri di sperma in qualsiasi momento e da qualsiasi fontana. Insomma, come si sarà capito, amo da morire il cazzo, soprattutto in bocca!

Ho iniziato prestissimo a fare sesso; all’età di 16 anni già mi davo da fare, sparavo tante seghe e numerosi pompini, mi piaceva farmi leccare dai maschi dappertutto. Il mio primo pompino, per la verità da inesperta, lo feci a 13 anni ad un mio lontano cugino di 20 anni; andammo in visita per qualche giorno dai miei zii in campagna e, un pomeriggio in cui rimanemmo soli, nella sua cameretta, ci mettemmo nudi, in ginocchio davanti a lui, succhiai il mio primo cazzo in assoluto, ma ricordo che non ingoiai la sua sborra, la sputai dopo averla raccolta in bocca; mi piacque molto il suo sapore. Iniziai giovanissima pure a dare il culo che mi venne rotto da un bidello del mio liceo quando avevo poco più di 16 anni. Avevo paura di rimanere incinta, per cui lo prendevo solo li; come si dice, “cazzo in culo non fa figli”. La verginità, infatti, strano a credersi, l’ho persa alla maggiore età. Infatti la fica mi fu profanata, per la prima volta, a 18 anni appena compiuti, da un anziano meccanico di 74 anni. E già, una mia caratteristica è proprio il fatto che, da giovane, amavo tanto i maturi, gli uomini anziani che mi facevano godere di più in confronto ai miei coetanei. Forse il pensiero di farlo con un “vecchio”, o la loro maggiore esperienza, mi facevano preferire i maschi più attempati, mi eccitavano molto. Comunque, e posso affermarlo con certezza e senza vergogna, sono non solo estremamente viziosa e porca, ma una vera e propria troia.

Voglio condividere e raccontare le mie avventure più viziose, incredibili, indecorose ed eccitanti, tra le tantissime vissute finora.

La mia passione per gli uomini maturi, mi aveva portato ad avere un’incredibile ed indecorosa tresca con il compagno di mia madre. All’epoca, io avevo 22 anni, lui 53. Questo è rimasto un delicatissimo segreto mai svelato a nessuno; ricordo che mi sono fatta delle chiavate epiche con lui, scopavamo con gusto e passione appena ne avevamo l’occasione.

Voglio condividere e raccontare le mie avventure più viziose, incredibili, indecorose ed eccitanti, tra le tantissime vissute finora.

La mia passione per gli uomini maturi, mi aveva portato ad avere un’incredibile ed indecorosa tresca con il compagno di mia madre. All’epoca, io avevo 22 anni, lui 53. Questo è rimasto un delicatissimo segreto mai svelato a nessuno; ricordo che mi sono fatta delle chiavate epiche con lui, scopavamo con gusto e passione appena ne avevamo l’occasione.

Capitolo 1: Il compagno di mia mamma.

Anni '80. Avevo 22 anni. Mia madre, dopo aver divorziato, aveva un compagno, un uomo di 53 anni dall'aspetto giovanile, simpatico, fisico tutto sommato ancora gradevole se non per un pò di pancetta da cinquantenne.

Nonostante il mio debole per gli uomini maturi, fino a quel momento non avevo mai avuto pensieri proibiti su Agostino, il compagno di mia mamma, forse perchè, a livello inconscio, trovavo grave la cosa, anzi gravissima; se mia madre avesse scoperto una mia porcata col suo compagno, come avrebbe reagito? Chissà il casino...

Ma ben presto, i miei pensieri indecenti cominciarono ad andare proprio a lui, ad Agostino. La gravità, l’amoralità e l'indecenza della cosa “proibita”, mi eccitavano da morire. Lui era carinissimo con me, sempre disponibile, sorridente, gentile e paterno. Ed era proprio questo suo atteggiamento paterno ad eccitarmi tanto. Ogni volta che lo vedevo o che mi accompagnava da qualche parte, mi eccitavo tantissimo, al punto che poi mi masturbavo pensandolo nudo, a cazzo dritto a mia disposizione, immaginando cose da maiala con lui. Curiosa, mi chiedevo se anche lui avesse delle mire "particolari" su di me, anzi, intimamente, lo speravo maliziosamente.

 

Passavano i giorni e nulla accadeva, però, dopo avergli visto l'attrezzo, guardavo Agostino con occhi diversi, assai meno innocenti, con più malizia e desiderio ancora maggiori. L'avergli visto il cazzo, scatenava le mie fantasie più oscene e più proibite, era diventato una vera e propria ossessione per me; addirittura, mentre scopavo col mio fidanzato (e scopavo tantissimo), pensavo ad Agostino. Ma poi, come si dice, l'occasione fa l'uomo ladro….

E fu così che un pomeriggio d'estate, mia madre gli chiese la cortesia di accompagnarmi ad un colloquio di lavoro fuori città. Messa al corrente che mi avrebbe portata Agostino in macchina, ne fui estremamente felice e la mia fantasia iniziò a lavorare in maniera scatenata; immaginavo la scena di noi nudi a fare porcate oltre ogni decenza; insomma scopare col compagno di mia madre, era una cosa indecorosa e proibita, pericolosissima ma molto eccitante, un sogno proibito, ma proprio per questo, fortemente desiderato.

Nel primo pomeriggio, Agostino venne a prendermi. Inutile dire che mi vestii con leggins neri e magliettina bianca, senza mutandine ne reggiseno, decisissima a provare a far colpo su di lui. All’epoca avevo un piercing al naso. Salutata mia madre con un bacio sulla guancia, montai in macchina. Il mio abbigliamento da troietta non aveva colpito mia mamma, ma notai che aveva invece colpito lui. Salutandomi, vidi i suoi sguardi desiderosi alle mie tette, una bella terza, sode e con capezzoli sporgenti e duri da sembrare chiodi. La cosa non mi sfuggì e mi fece avere un sussulto di maliziosa eccitazione. Non era più una novità; volevo farmi scopare duro da lui.

Eravamo in luglio inoltrato. L'aria era molto afosa e calda e lui era vestito con pantaloncini corti e maglietta. Partimmo e cominciammo a parlare amabilmente come al solito ed eravamo sereni e tranquilli, anche se nella mia fervida immaginazione da porca, desideravo ben altro. Mi resi conto che mi stavo eccitando un casino, ma ero scoraggiata dal suo atteggiamento come sempre corretto, educato, che mi faceva temere che lui non pensasse a me in quella maniera, che poi pensandoci bene, sarebbe stata la normalità. Iniziai a bagnarmi e temevo che si notasse non avendo la mutandina.

Non so perché, ma non riuscii a trattenermi ed improvvisamente dissi:

"Lo sai che tempo fa sono rincasata e vi ho beccati mentre facevate l'amore, te e mamma?".

Agostino si ammutolì, arrossì e cadde nel pallone più totale, al punto che non riuscì più a dire una parola. Dopo alcuni minuti di silenzio, rincarai la dose e, con un filo di voce, aggiunsi:

"A vedervi mi sono eccitata, sai?”.

Lui, imbarazzatissimo, balbettò qualcosa tipo:

"Ma sei la figlia della mia compagna, come è possibile, ho più di 30 anni più di te".

Però questa volta lo avevo colpito e affondato, perchè notai un evidente rigonfiamento alla sua patta; stava infatti avendo un'erezione violenta, improvvisa. Io ero una gran bella fighetta, tette sode e dure, un culo da spavento, due belle gambe, con i capelli neri ma tinti castano chiaro, due labbra da vera pompinara, abbronzatissima, insomma ero proprio un bel bocconcino. Il mio aspetto eccitante, unito al mio modo di parlare, avrebbero fatto arrapare un morto, pensai. 

Cominciai a prenderlo in giro, ed allontanandomi verso lo sportello, gli guardavo la patta dicendo:

"Ti sta venendo duro, Agostino".... mentre ridevo in maniera nervosa, maliziosa, eccitata all'inverosimile e ben decisa a fare porcate con il compagno di mia madre.

Lui iniziò a sudare in evidente imbarazzo, non rispondeva, ma nello stesso tempo chiaramente eccitato ed attratto dalla situazione scabrosa che si era creata tra di noi. Una cosa era certa: in quel momento avevo voglia, volevo il suo cazzo più di ogni altra cosa.

Meccanicamente, senza pensare, appoggiai la mano sulla sua patta rigonfia, mentre lo guardavo intento alla guida. Lui sussultò al tocco, mi guardò, con i suoi occhi mi implorava di fermarmi, di smetterla. Ma cominciai ad accarezzargli inesorabilmente il cazzo sotto i pantaloncini, lentamente e delicatamente, sentendolo divenire sempre più duro. Ormai sapevo che era mio, slacciai il cordoncino, calai la chiusura lampo e lo tirai fuori, ormai turgido, dalle venature gonfie. Lo scappellai e cominciai a fargli una sega lenta, notando che lui godeva; disse di smetterla per il fatto che fossi la figlia della sua compagna, ma stava godendo tanto e non riusciva a farmi smettere. Intanto, inesorabile, la mia mano andava su e giù col cazzo bollente in pugno, lo scappellavo tutto. Sempre delicatamente, gli calai i calzoncini e gli slip alle caviglie, poi gli allargai le gambe nel possibile per non intralciare la sua guida, mi calai su di lui e presi a lappargli i coglioni con la lingua. Ero infoiata e vogliosa del suo cazzo. Lo volevo tutto in bocca.

Mi fermai e, con tono da grandissima troia, gli chiesi:

"Ti hanno mai fatto una pompa mentre guidi"?

Lui, con voce rotta dall'eccitazione, rispose:

"Si, tua mamma".

Maliziosamente risposi:

"Ah si? Ma io credo di essere più brava di lei a succhiare un bel cazzo come il tuo, ed ora te lo dimostro".

Così, mi calai su di lui e ripresi a leccargli i coglioni, per poi salire sull'asta nodosa, fino ad arrivare alla cappella dura che accolsi tra le labbra cominciando a succhiarla e ciucciarla; la sbocconcellavo avvertendone l'odore ed il sapore, me la gustavo ingordamente, avevo una voglia incredibile, insaziabile del suo cazzo.

Con le tette dure schiacciate sulla sua coscia destra, presi a fargli un pompino incredibile. Impugnando il largo uccello alla base, ad occhi chiusi e godendo come una porca, andavo su e giù ritmicamente, mugolando dal piacere intenso che mi provocava il succhiare ingordamente il cazzo del mio "patrigno". Lui era in estasi, godeva come un porco, con una mano sul volante e l’altra sulla mia testa, mentre con la lingua gli solleticavo la cappella, la leccavo dalla punta al frenulo, fino al prepuzio, poi ingoiavo l'intero cazzo ben decisa a farlo venire nella mia bocca.

Gli stavo sparando un super pompino, umido e selvaggio. Lo avevo desiderato tantissimo nelle mie fantasie erotiche. Ero come impazzita con la bocca e la lingua sul suo cazzo duro, gonfio, eccitante, con la cappella lucida e turgida da leccare e ciucciare allo sfinimento. A tratti, con le dita allargavo l’uretra, e lui mi chiedeva di ficcarci la punta della lingua; mi eccitava questa cosa e così lo feci impazzire dal godimento, mentre mi osservava lavorarmi la sua cappella.

Era resistente, ambedue eravamo sudatissimi a causa della temperatura estiva alta, non raggiungeva l'orgasmo, ma la mia bravura da pompinara presto ebbe la meglio. Ero impaziente di ingoiare, avevo sete di sborra bollente da mandare giù.

E così feci una pausa, poi guardandolo negli occhi, con voce suadente, gli dissi:

"Godi nella mia bocca, ti prego". 

Lui, con un cenno del capo, mi fece capire che era quello che desiderava. Ad occhi chiusi, con la bocca lorda di saliva e liquido seminale, mi fiondai di nuovo sul suo cazzo e ripresi il pompino, notavo dei rallentamenti dell'auto ogni volta che raggiungeva l'apice del piacere mentre, infoiata dal suo cazzo in bocca, godevo nel sapere che lo facevo godere così tanto. 

Dopo qualche minuto, venni ricompensata. Infatti, mentre andavo su e giù sul cazzo, una brodaglia calda e densa mi inondò la bocca, la sua sborra appiccicosa mi colpì la lingua ed il palato; stava venendo, con schizzi copiosi e violenti, mi stava sparando in bocca una quantità enorme di sperma. Mi sentii estremamente troia con la bocca piena di sborra del mio patrigno da assaporare e mandare giù. Agostino si era lasciato scappare un prolungato lamento di piacere mentre godeva nella mia bocca tenera e giovane. Quella cappella che sputava sborra era inebriante, una sensazione che mi mandò in visibilio. Con gli occhi rivoltati, aiutavo lo sperma ad uscire dall'uretra, risucchiando la cappella, con le labbra che schioccavano, mi stavo facendo venire in bocca da Agostino senza vergogna, ne rimorso per mia madre, la sua compagna. Senza neanche toccarmi, venni anche io, la sensazione della sborra calda e densa in bocca, mi fece venire intensamente, mentre ingoiavo lo sperma denso ed appiccicoso.

Con tracce di sperma residuo sul viso, mi alzai e gli dissi:

"Al primo posto adatto, fermati… voglio che mi scopi, tutta"....

Sebbene fosse appena venuto nella mia bocca, Agostino doveva avere una gran voglia di scoparmi, perchè, come gli avevo chiesto, immediatamente si inoltrò nella vegetazione che fiancheggiava la strada, fermando la macchina in uno spiazzo isolato e deserto.

Con la bocca ancora impastata dalla sua sborra ingoiata pochi minuti prima, mi buttai al suo collo e presi a baciarlo. Lui contraccambiò in un bacio umido, volgare. Giocavamo con le lingue, ci mordicchiavamo le labbra, per poi insistere ancora in un bacio profondo, prolungato, da togliere il fiato. Intanto, porca e viziosa, gli ripresi in mano il cazzo adesso mezzo moscio, iniziando a segarlo. Lui mi accarezzava il culo e le tette.

"Allora, mi vuoi scopare?” gli chiesi maliziosamente, guardandolo dritto negli occhi, mentre lo sbaciucchiavo e gli segavo l'uccello.

Lui non disse nulla, si alzò, mi fece scendere dall'auto, mandò in avanti i sedili anteriori e mi disse di metterci dietro. Prima di rientrare in macchina, mi guardai attorno per assicurarmi che non ci fosse nessuno, mi spogliai e vidi Agostino rimanere a bocca aperta nel vedermi nuda. Praticamente, tirai via leggins e maglietta e già ero nuda, non indossando nè la mutandina nè il reggiseno. Lui si tolse la maglietta e sfilò il pantaloncino con gli slip dalle caviglie; eravamo completamente nudi.

Lo raggiunsi in macchina e mi sedetti a cavalcioni su di lui; sentivo strusciare le tette sul suo torace villoso, mentre lui, “impastandomi” il culo, mi baciava sulla bocca, il collo, dietro le orecchie, le tette. Ero bagnatissima, il compagno di mia madre mi eccitava tanto, avevo fantasticato molto su di lui ed ora che le mie fantasie erotiche erano diventate realtà, volevo godermi il suo cazzo per bene. Mi piaceva fare la porca con lui.

Gli feci capire che volevo scopare. Presi a baciarlo, mentre glielo ripresi in mano e, appurato che era di nuovo duro come il marmo, orientai la cappella verso la mia fica, mi ci sedetti sopra, facendolo scivolare delicatamente tutto in profondità dentro di me. Finalmente il mio "papino" mi scopava, finalmente potevo godermi il suo cazzo duro piantato in fica. Avvertire la penetrazione fu una sensazione paradisiaca.

Gememmo al contatto profondo e indecoroso dei nostri sessi. Agostino cominciò a scoparmi delicatamente, con le mani sui miei glutei, mi pompava la fica, si trombava senza ritegno la figlia della sua compagna, la sua figliastra, mentre mi succhiava le tette ed i capezzoli a turno. Eravamo due porci che, maliziosamente, si godevano quella situazione proibita ed eccitante.

Il mio liquido vaginale rendeva il suo cazzo umido mentre, ritmicamente, mi pompava a fondo. Godevo nel vedere e sentire lui godere, stavo impazzendo dal piacere con quel bel cazzo piantato in fica, tanto che, con gli occhi chiusi, cominciai a saltare su di lui in maniera violenta, con gli ammortizzatori della macchina che rumoreggiavano, strillando di piacere.

"Oh Dio… Oh Dio….  Che cazzo che hai… fottimi… fottimi tutta… ti prego…. non fermarti… scopamiiiii!" e dopo pochi minuti di pompaggio, scossa da brividi, venni, venni in una maniera intensa, profonda ed indecorosa, col cazzo del mio "papino" ficcato interamente nella vagina.

Sudatissima ed ansimante, mi adagiai su di lui per riprendere fiato, col cazzo ancora dentro; lui non era ancora venuto e lo potevo sentire ancora duro dentro di me. Mi fece alzare, mi mise a "pecorina" e cominciò a leccarmi la schiena. Mi faceva venire i brividi il contatto della sua lingua sulla mia pelle vellutata, quando poi scese a leccarmi il buco del culo, ad occhi chiusi godevo tanto. Mi leccò per bene anche la passera, poi si sollevò di poco e lo ficcò di nuovo, iniziando a montarmi selvaggiamente. Eravamo indecorosi in quella posizione che io tanto amo; lui dietro che mi pompava come un toro da monta, con colpi forti, profondi, violenti, io con il viso tra le braccia ad accogliere il cazzo del compagno di mia mamma nella fica, godendo come una matta. Con le mani mi allargava il culo mentre, avanti e indietro, avanti e indietro, Agostino mi scopava in maniera esperta, mi faceva la fica inesorabile ed instancabile. Potevo sentire il contatto del suo addome con le mie chiappe ogni volta che penetrava interamente in me, mi sentivo sventrare dal suo cazzo in fica. Stavo godendo tantissimo, il suo cazzo che mi scopava mi faceva impazzire, avevo gli occhi riversi, e così venni ancora una volta, strillando tutto il mio godimento in un urlo di liberazione.

Adesso, avendo perso completamente la testa e ogni freno inibitorio, volevo dargli anche il mio culetto sodo, rotto dal bidello qualche anno prima. Ero affamata di cazzo in tutti i buchi.

"Adesso inculami" lo implorai, "lo voglio tutto in culo, ti prego, sfondamelo".

Si fermò e, con la cappella bagnatissima dai miei e dai suoi umori, mi umettò per bene la rosellina e, con un colpo di reni secco e deciso, mi inculò in profondità senza esitare neanche un attimo.

"Già lo hai preso in culo, vero? Già è bello largo, chissà quanti ne hai presi troia" - mi disse ed io risposi:

"Siii, da anni lo prendo in culo, me lo ha sverginato il bidello della scuola".

Agostino, incredulo ma eccitato da tutto ciò, bravo come un toro da monta ed infoiato dalla situazione, inculava la sua figliastra con foga pazzesca, in un turbinio di sensazioni che ci rapivano, ci portavano all'estasi. Dal canto mio, mi sentivo una gran troia già per il fatto di avergli fatto quel gran pompino con ingoio mentre guidava, ed ora mi stavo dando interamente a lui. Alla vergogna ed alla paura iniziale, era subentrata la complicità; ambedue eravamo consapevoli che indietro non si tornava, avevamo fatto il passo proibito, indecoroso, indecente. Lui, uomo di 53 anni, si stava scopando e inculando con violenza la figlia, poco più che ventenne, della sua compagna, dopo avergli sparato in gola un mezzo litro di sborra. Era una situazione talmente assurda e trasgressiva, che ci faceva impazzire ancora di più dal piacere, tanto che Agostino mi stava facendo il culo in maniera selvaggia, senza più controllo.

"Lo sapevo che eri una troietta, lo sapevo", lo sentii dire, mentre stantuffava e pompava il mio buco, facendomi godere come una porca col cazzo in culo.

Era uno spaccaculi coi fiocchi, ci sapeva fare, perchè alternava colpi in culo a colpi in fica, facendomi impazzire, tanto che venni un altro paio di volte strillando e mugolando. Il suo cazzo, come un ariete durissimo, sembrava volesse scoppiare da un momento all'altro e, improvvisamente, mentre mi sodomizzava, sentii il mio intestino riempirsi di sborra bollente.

Mi sfuggì un urlo di piacere mentre mi assestava gli ultimi colpi risolutori, gli ultimi colpi che lo portarono all'orgasmo intenso e abbondante. Mi aveva riempito il culo di sperma. 

Tirò fuori il cazzo ancora gocciolante dal mio culo, stille di sborra colarono finendo dalla mia rosellina alla mia figa e poi giù sul sedile; Agostino, esausto si sedette ed io, dopo aver ripulito lo sperma dalla fica per prudenza, da vera troia navigata, mi accanii a pulirglielo per bene, leccando ed ingoiando gli ultimi residui di sborra. Che sapore strano aveva ora la sua cappella.... Un misto salaticcio di sperma, sudore e umori anali, ma mi piaceva. Ero, almeno per il momento, sazia.

Rimanemmo un pò in quella posizione, io con la guancia sinistra appoggiata al suo addome, a pochi millimetri dal suo cazzo a riposo, quando lo sentii esclamare:

"Dio santo, sono le 16:30, hai il colloquio praticamente adesso e noi siamo qui nudi, distanti ancora chilometri"!

Prontamente risposi:

"Sti cazzi il colloquio, non mi frega nulla, abbiamo chiavato, abbiamo goduto, mi hai sfondata per bene, è questo che volevo fare da tempo".

"Sai da quanto ti desideravo Agostino, sai da quanto tempo pensavo al tuo cazzo"? 

E ricordo che fu proprio in quel momento che mi confidò che pure lui mi desiderava già da tempo.... Scoppiammo a ridere insieme, lo rimproverai per non averci provato prima, ma lui si giustificò dicendomi che non pensava minimamente che fossi così porca e che era sempre stato frenato dalla paura di un mio rifiuto e dalle conseguenze derivanti dall’essere scoperti.

La vicinanza della mia bocca al suo cazzo, mi eccitò di nuovo. Ci fu infatti il tempo di un ultimo pompino che gli sparai con dedizione, fino a farlo sborrare, ancora una volta, nella mia bocca; ingoiai ingordamente di nuovo tutto il suo sperma, mandandolo giù nello stomaco, dopo averlo assaporato per bene.

Ci rivestimmo e ci accordammo per dire a mia madre che il colloquio lo avevo sostenuto e che mi avrebbero fatto sapere l'esito, ci ricomponemmo alla meno peggio e raggiungemmo la città, dove prendemmo un gelato, per poi rincasare. Non vivevano insieme, lui e mia madre, quindi mi accompagnò a casa ed andò via. Non avevamo parlato per niente del futuro, per la verità, durante il tragitto di ritorno, non parlammo affatto, ma sapevamo che ci saremmo ricascati ed avremmo trombato ancora ed ancora. Praticamente eravamo divenuti amanti.

Infatti, dopo quella prima volta, ci siamo fatti numerosissime scopate clandestine, gli ho fatto decine e decine di pompini con immancabile ingoio profondo; ogni occasione era buona per rimanere soli, per ciucciarglielo o per farci una grande chiavata o per farmi inculare forte. Quando ci incrociavamo in casa, eravamo bravi a non far capire nulla a mia madre, eravamo abili ed attenti a non far intuire nulla e continuavamo a comportarci come prima, come se nulla fosse mai accaduto, anche perchè altrimenti sarebbe successo il finimondo. Era il nostro sordido segreto.

Una sola cosa strana mi capitava ogni volta che parlavo con mia mamma; mi ritrovavo a pensare, divertita ed allo stesso tempo eccitata:

"Mamma, se sapessi... mi fotto il tuo compagno"!

Questa fu una delle mie prime esperienze da gran porca; scopare con il compagno di mia mamma mi faceva impazzire con orgasmi da sballo, portandomi addirittura a squirtare. Quando ho a disposizione un bel cazzo, perdo ogni freno inibitorio e me lo godo appieno.

Dopo un periodo di calma, in cui i miei sensi sembravano essersi assopiti, durante il lavoro un episodio avrebbe fatto riemergere il mio essere troia, la mia insaziabile voglia di cazzo. Le avances di un ospite alquanto porco dell’albergo in cui lavoravo come cameriera ai piani, mi fecero tornare ai “fasti” di qualche anno prima. Fu infatti capace di eccitarmi così tanto, al punto che mi ritrovai ben presto a fargli un pompino con annesso ingoio profondo di sborra.

Capitolo 2: Pompino al cliente dell’hotel.

Lavoravo come cameriera in un albergo, 50 anni da poco compiuti, mora, un fisico di tutto rispetto, con un compagno che amavo e che mi amava. Era piena estate e, nel primo pomeriggio, ero intenta a pulire una camera. La stanza era vuota ed io ero impegnata nel mio lavoro, quando entrò il cliente in tenuta da spiaggia, un uomo oltre la sessantina, grassoccio, pancia prominente, semi calvo, molto peloso e, per la verità, piuttosto insignificante e brutto.

Gli dissi che di li a poco avrei tolto il disturbo e lui rispose educatamente di non preoccuparmi, di fare con calma e che nel frattempo lui avrebbe fatto una doccia. Dopo circa un quarto d'ora, tornò in accappatoio ed io gli dissi di aver terminato e gli augurai il buon pomeriggio.

Con mia grossa sorpresa, mi invitò garbatamente a riprendere fiato ed a fare quattro chiacchiere, perché sarebbe rimasto solo sino al giorno seguente, visto che la moglie era dovuta rientrare per motivi di lavoro. Infastidita da questo suo atteggiamento alquanto sospetto, piuttosto stanca e non vedendo l'ora di smontare e tornare a casa, accettai seccata, sedendomi su una poltroncina, accarezzandomi i lunghi capelli neri come ero solita fare ed un pò in imbarazzo non sapendo in realtà cosa dire, perché era praticamente uno sconosciuto visto solo qualche volta, di sfuggita, nell'hotel.

Lui si sedette di fronte a me e non potei non notare, attraverso l'accappatoio semi aperto, la pancia prominente ed il suo "attrezzo" in posizione "18 e trenta". Fui colta da una sorta di divertita curiosità, mi veniva da ridere, oltre che sentirmi piuttosto imbarazzata e fuori luogo.

Mi stavo annoiando, poi però, mentre parlavamo del più e del meno, capii che lo stavo eccitando. Infatti ora il suo cazzo non era più in posizione di riposo, ma alle ore 12!

Maliziosamente, mi ritrovai a pensare che fosse ben dotato, con un bel cazzo noduloso e scuro, quasi fosse un uomo di colore. Il cliente notò queste mie occhiatine maliziose e cominciò a parlarmi del suo rapporto con la moglie, dicendomi che non era affatto appagato dalla sua vita sessuale e che aveva tanta voglia di fare sesso in maniera extra coniugale. Cominciò sempre più a stuzzicarmi passando alle lusinghe, dicendo che mi aveva notato da subito, dal suo arrivo in albergo, che mi trovava molto carina e sexy e chiedendomi se avessi mai tradito, se avessi mai pensato di farlo, visto che, con il mio lavoro, di certo non mancavano le occasioni, fino ad arrivare a chiedermi, senza alcun pudore, se mi piacesse e se praticassi il sesso orale. A questo punto mi alzai e, con aria offesa ed infastidita, dissi che era meglio se andassi via.

Si scusò per avermi imbarazzata ed essere stato troppo intraprendente e mi esortò a calmarmi e di rimanere ancora un pò, cosa che io feci piuttosto volentieri perché, inutile negarlo, la cosa cominciava ad eccitarmi non poco, oltre al fatto che mi intrigava un casino la situazione trasgressiva e decisamente erotica che si stava creando.

Non so cosa mi stesse accadendo, ma mi sentivo fortemente attratta, non tanto da quell'uomo insignificante, ma dalla situazione che mi portava a sentirmi una grande porca e poi, il pensiero di tradire il mio amato compagno, la trasgressione, fecero il resto e così, sentendomi sempre più eccitata, gli dissi di avere caldo e che intendevo mettermi un pò più a mio agio togliendomi il camice della divisa.

Lui, capita l'antifona, felice e consapevole di poter raggiungere il suo scopo, mi disse che non c'erano problemi. Così rimasi in pantaloni attillati e canottiera scollata, con le mani incrociate in grembo.

Anche se mi sentivo piuttosto imbarazzata e con l'impulso razionale di uscire immediatamente da quella sordida situazione, mi stavo eccitando sempre più, ed infatti iniziavo a bagnarmi. Lui, visibilmente attratto dalle mie forme, ora ben visibili, si toccava il cazzo con sempre maggior insistenza, fino a scappellarlo completamente. Rimasi letteralmente rapita dalla visione della sua cappella grossa, violacea, dura, non riuscendo a distogliere lo sguardo dal suo cazzo e quasi convinta ad andare fino in fondo e divertirmi un pò.

Sentendomi una gran troia già per il fatto di aver lasciato che la situazione arrivasse a quel punto di non ritorno, mi ritrovai a desiderare fortemente di toccare e, addirittura, prendere in bocca il cazzo del cliente, in una situazione squallida ma eccitante, in una camera d'albergo dove ero impiegata, consapevole di star tradendo il mio compagno, e mi resi conto di aver perso completamente il controllo di me stessa, e che sarebbe bastato il suo più piccolo approccio, e sarei capitolata senza indugi.

Mentre un vortice di pensieri osceni mi riempiva la mente, quasi avesse letto il mio pensiero, il gran porco mise il cartello "non disturbare" e chiuse la porta a chiave, poi senza ritegno, lasciò cadere l'accappatoio, rimanendo completamente nudo di fronte a me. Fu in quel momento che capii che ero completamente sottomessa a lui, che desideravo soddisfare il suo lurido piacere e di non potere, ma soprattutto, non volere tornare indietro. Non potevo negarlo a me stessa. Avevo voglia del suo cazzo, volevo la sua sborra, volevo ingoiarla golosamente, mi sentii troia e porca al pensiero di fargli un pompino con ingoio profondo, ritrovandomi con la fica incredibilmente bagnata.

Mi si avvicinò, mi tolse la canottiera ed il reggiseno scoprendo le tette, una terza abbondante ed ancora sode. Si piegò a leccarle, a mordicchiare e succhiare i capezzoli ed a palparle in maniera oscena ed indecorosa. Lo sentivo ansimare, eccitato.

Una parte di me tendeva ancora a ribellarsi, provavo vergogna con me stessa, continuavo a pensare al tradimento, al mio compagno, all'oscenità della situazione, sentendomi tremendamente in colpa, ma non avevo la forza di scappare via, anzi godevo, stavo godendo come una troia, con gli occhi chiusi, mi godevo quel trattamento incredibilmente eccitante, in attesa impaziente di beccarmi finalmente il suo cazzo in bocca.

Pian piano, il cliente mi denudò completamente, tirandomi via pantaloni e brasiliana. Rimanemmo così ambedue nudi e subito ricominciò a leccarmi tutto il corpo, ficcando due dita in fica e cominciando a sditalinarmi senza ritegno, in maniera violenta e veloce. Con la testa riversa all'indietro, mi mordicchiavo le labbra e mugolavo di piacere, mentre lui scendeva a leccarmi prima l'ombelico, per poi giungere all'interno delle cosce, fino ad arrivare alla mia fica. Allargandomi le cosce, leccava le labbra, mordicchiava il clitoride, lo succhiava, ficcava la lingua dentro alternandola alle dita, poi risalì e ci baciammo in un intreccio di lingue e saliva incredibile.

Ci mordicchiammo labbra e lingue per un pò, pomiciando con lussuria, poi mi chiese, senza tanti giri di parole, di fargli un pompino!

Senza una parola, non desiderando altro, adagiai un cuscino per terra, mi ci inginocchiai davanti e lui prese a strusciarmi la cappella sul viso, imbrattandolo di filamentoso liquido seminale. Mi arrivò pungente l'odore della sua cappella turgida e dura e, persa completamente la testa, iniziai a leccare i coglioni, l'asta e la grossa cappella con voluttà e passione.

Dallo specchio dell'armadio, vedevo l'incredibile scena: completamente nudi, inginocchiata davanti al cliente mentre, mugolante, gli facevo un pompino con passione incredibile, le mie mani appoggiate alle sue cosce ed il cazzo ben piantato in bocca, con la sua mano dietro la mia nuca a dettarmi il ritmo della pompa. Lui, da gran porco qual era, mi prese la testa all'altezza delle tempie con ambedue le mani e cominciò a pomparmi velocemente in bocca, ficcando il cazzo fino in gola e portandomi a sbavare copiosamente, con rivoli di saliva che mi fuoriuscivano dalla bocca, colandomi sulle tette e poi sui suoi coglioni duri, senza respiro, ma mi piaceva, a parte una forte sensazione di conati subito passata, cavolo se mi piaceva.

Eccitata all'inverosimile e pronta a tutto, mugolavo sonoramente mentre, oramai in visibilio, succhiavo e pompavo con gli occhi chiusi ed in maniera indecorosa, il bel cazzo del cliente. Mi doleva la mandibola talmente era grande la foga con cui mi stavo lavorando il grosso cazzo che, nel tentativo di contenere tutto in bocca, mi deformava le guance. Mi dedicavo in particolare alla cappella, passandoci sopra la lingua, stringendola tra le labbra, ciucciandola e ritrovandomi a pensare che amavo quel cappellone umido, duro e grosso, idolo di piacere intenso. Lo veneravo, volevo letteralmente ingoiarlo.

Continuavo a pompare quel cazzo duro guardando dritto negli occhi il cliente, accarezzandogli i grossi coglioni, con sguardo da gran porca e come a sfidarlo, quasi a volergli dire:

"Porco, non era questo che volevi? Tua moglie te li fa così bene i pompini? Guarda come la cameriera te lo succhia, come ti ciuccia la cappella, ti sta piacendo vero, ti faccio impazzire con la mia bocca e la mia lingua vero"?

Lui, come in risposta al mio pompare, godeva tantissimo e mentre mi guardava mugolava, col cazzo che sembrava volesse scoppiare tanto era duro, dicendomi che ero bravissima a succhiarlo e dandomi della troia, pompinara, succhiacazzi. Una pompa fantastica che sarà durata circa 10 minuti; quando capivo che stava per venire, rallentavo, stringevo la testa del cazzo tra due dita, per poi riprendere a pompare, fino a che mi disse che non resisteva più e di volermi venire in bocca.

E così, tirato fuori il grosso cazzo dalla mia bocca, iniziò una sega velocissima a pochi millimetri dalla mia faccia mentre io, fissandolo negli occhi, attendevo avidamente la sua sborra, accarezzandogli i coglioni, come a volerli mungere. Vedevo la cappella che entrava ed usciva dal prepuzio, ne avvertivo l’odore a bocca spalancata e con la lingua pronta ad accogliere quella enorme ed infinita esplosione di sborra che, improvvisa, mi inondò con fiotti abbondanti, densi, dal colore giallognolo che mi colpirono il palato e si adagiarono sulla lingua. Una quantità incredibile di sperma caldo si era accumulato sulla mia lingua, a formare degli archi di poltiglia densa e perlacea. Lo assaporai avvertendo un sapore acidulo e l’odore tipico di mandorle della sborra appena uscita dai coglioni, poi sempre guardandolo negli occhi, eccitatissima, ingoiai tutto in un sol colpo, giù dritto nello stomaco.

Soddisfatta e sazia, mentre lui, sudatissimo ansimava ancora, continuai a leccare la cappella ripulendola degli ultimi residui di sborra, guardandolo sempre dritto negli occhi, fino a che il cazzo del cliente rimase pulito e cominciò ad afflosciarsi. Avevo ingoiato tanta sborra calda.

Lui avrebbe anche voluto chiavarmi e farmi il culo, ma, stizzita per avermi fatta cadere in tentazione, gli risposi che per ora bastava così, che non me la sentivo di tradire il mio compagno - come se l'incredibile pompino appena fatto, non fosse già un grande tradimento.

Corsi in bagno, mi sciacquai il viso e la bocca ancora impastati di sperma, mi rivestii e scappai via senza neanche salutarlo; in quel momento lo odiavo, perché lo reputavo la causa dell’osceno pompino appena fatto che mi faceva sentire tremendamente in colpa; lui mi aveva fatta eccitare e fatto tradire il mio lui, il mio compagno. Però, nello stesso tempo, nel mio animo, covava una sorda soddisfazione per la grandissima porcata che avevo appena fatto, e che, sensi di colpa a parte, mi era piaciuta tanto, tantissimo…

Fu la prima volta che avevo tradito il mio compagno, e quell’esperienza mi era rimasta scolpita in mente, e da allora l'ho tradito e lo tradisco sistematicamente, appena un maschio mi piace, me lo faccio senza pensarci sopra troppo.

                Fu così che dopo l’incredibile pompino con ingoio fatto al cliente dell'albergo in cui lavoravo, per la seconda volta tradii il mio compagno. L’esperienza in albergo era diventata una sorta di ossessione, ci avevo preso un gran gusto, avevo goduto tantissimo e volevo riassaporare quel piacere intenso, quel brivido della trasgressione. Avevo infatti tentato di riagganciare il cliente per un secondo round in cui, oltre a spompinarlo, questa volta mi sarei voluta far fottere tutta, ma vuoi per la presenza della moglie, vuoi per le circostanze sfavorevoli, la cosa era rimasta impossibile ed unica. Quando in hotel ci incrociavamo, ci guardavamo con desiderio, ci sorridevamo in maniera complice, ma purtroppo l'occasione non si era ripresentata più e il pompino rimase l’unica esperienza avuta con lui.

Ormai decisa e desiderosa di trovare nuovi cazzi da godermi, ero divenuta una vera e propria cacciatrice di uomini. Era un periodo in cui pensavo tanto agli extracomunitari. Pensavo all’oscenità di fare sesso con uno sconosciuto di colore, un porco clandestino africano o medio orientale. Insomma avevo voglia di un bel cazzo nero tutto per me. Lo desideravo, lo volevo e speravo di trovare un maschio nero dal grosso cazzo che mi potesse sfondare per bene.     

      Capitolo 3: Incredibile chiavata con l'extracomunitario.

Vogliosa di cazzo nero, avevo adocchiato un extracomunitario che stazionava fuori dal supermercato in cerca di mance. Un nero sui 40 anni, labbroni grossi, alto e dall'aspetto trasandato. Ogni volta che andavo a fare la spesa, mi salutava e mi sorrideva, senza minimamente immaginare i miei propositi e le mie intenzioni da gran troia nei suoi confronti ma, o perché ero con il mio compagno, o perché quando ero sola lui non c'era, non potevo far altro che fantasticare, immaginare e desiderare le cose più oscene e proibite.       

E fantasticavo molto su di lui, mi eccitavo e mi masturbavo tantissimo al pensiero che, oltre al tradimento, si aggiungeva anche il volerlo fare con un uomo di colore, cosa questa che credo sia il desiderio proibito e segreto di tutte noi donne. Insomma, tradire il mio compagno con uno sconosciuto nero, un vero bull da monta, era una cosa che mi infoiava davvero tanto.

                Un mattino, con il pensiero fisso di trombarmi quel negrone e non riuscendo più a resistere al desiderio di fare la porca con lui, feci una pazzia. Verso le 13, mi appostai nei pressi del supermercato e, quando lui andò via, lo seguii fino a che non scoprii dove abitava.

                Ora sapevo dove viveva, ma non avevo il coraggio di prendere l'iniziativa, non sapevo come fare ad agganciarlo, fino a che, non riuscendo più a resistere, con la fica in fiamme, lo seguii ancora una volta e bussai alla sua porta. Mi aprì un suo amico, anche lui di colore, ed io rimasi delusa, non sapendo cosa fare perché non sapevo il suo nome e, imbarazzatissima, non sapevo cosa dire.

                Fortunatamente lui parlava l'italiano, e così riuscii a fargli capire che cercavo il suo amico del supermercato. L'amico lo chiamò e lui venne alla porta e, sorpreso nel vedermi, chiese sorridente di cosa avessi bisogno.

                Nel pallone totale, ma determinata a farmi trombare da lui, mi inventai una scusa dicendogli che dovevo caricare delle cose pesanti in macchina e che mi serviva il suo aiuto. Lui accettò subito, calzò di nuovo le scarpe ed insieme andammo al parcheggio del supermercato che era poco distante.

                Arrivati alla mia auto, mi sorrise e, vedendo che non c'era nulla da caricare, rimase a guardarmi con aria smarrita. Temendo di essere notata da qualcuno che magari potesse riconoscermi, gli dissi di entrare in fretta in auto perché dovevo parlargli.

                Una volta in auto, eccitatissima e decisa ad affondare il colpo, con una voglia matta di sparargli immediatamente un bel pompino, dovetti mantenermi dall'impulso fortissimo di prenderglielo in bocca da vera porca. Ma era pericoloso, eravamo troppo in vista e così, infoiata all'inverosimile e decisa ad andare fino in fondo, senza più indugi, gli dissi chiaramente che volevo che mi sfondasse come una troia e che volevo farmi scopare, subito, ora.

                Il nero scoppiò in una fragorosa risata ed io, pensando ad un suo rifiuto, mi sentii ridicola ed umiliata, ma subito dopo il porco mi mise una mano sulla fica e disse che, se volevo questo, lui era disponibile. Mi chiamava "signora", infatti disse:

                "Signora, se tu vuole questo, ok"!!!

                E mi confessò anche che non aveva di certo molte possibilità di scoparsi una bella italiana porca e che aveva molta voglia di farlo. Era fatta, realizzai che tra poco avrei finalmente gustato il suo bel cazzo, ma essendo troppo in vista, gli chiesi impaziente dove potessimo andare per stare in pace, senza essere disturbati per un paio di ore, a fare le nostre porcate.

                Mi disse di aspettarlo ed uscì dall'auto. Io, con la fica già bagnata al pensiero di quello che mi aspettava, approfittai per chiamare il mio compagno, dicendogli che non avrei pranzato (se non un bel pezzo di carne nera - pensai maliziosamente tra me e me), che sarei andata a fare una passeggiata e, dopo avergli detto di amarlo, riagganciai.

                Dopo pochi minuti, il mio amico ritornò e mi disse che aveva le chiavi di una casa sfitta dove nessuno ci avrebbe disturbati. Impaziente di beccarmi finalmente il suo cazzo, misi in moto e, seguendo come inebetita le sue indicazioni, raggiungemmo un quartiere malfamato e squallido. Per strada, vidi solo uomini di colore, pochissime donne e quasi nessun abitante locale, tranquillizzata da questo in quanto nessuno mi avrebbe potuto notare o riconoscere.

                Entrammo in uno stabile fatiscente, abitato solo da extracomunitari. Passando accanto ad un gruppo di negroni, mi sentii i loro occhi addosso, occhi che bramavano il mio corpo, la mia fica, la mia bocca. Dopo un tempo che mi sembrò interminabile, aprì la porta di un piccolo appartamento dove notai un tavolo, un paio di sedie ed un divanetto, poi c'era un piccolo bagno ed una stanzetta. Mi portò proprio in questa stanzetta, arredata solo con una sedia, una sorta di comodino ed un letto matrimoniale con solo il materasso, senza coperte o lenzuola. L'aria era umida e viziata, un forte odore di muffa mi assalì, ma capii subito che li nessuno ci avrebbe disturbati e potevo finalmente dar vita a tutte le mie fantasie erotiche e farmi finalmente fottere dal nero, il primo della mia vita. Ero eccitata in maniera incredibile.

                In un attimo lui si tolse la maglietta, i jeans e gli slip, rimanendo con solo il cappellino bianco, poi mi spogliò e rimanemmo così ambedue nudi.

                Pensavo solo a quello che sarebbe accaduto tra breve, pensavo eccitata a quanta sborra mi sarei beccata, visto che lui di certo non scopava tutti i giorni e, nonostante i soliti sensi di colpa per il tradimento che mi accingevo a compiere, volevo godermi la mia laida avventura, il mio primo cazzone nero senza pensare ad altro. Ci sdraiammo su quel lurido letto puzzolente e cominciammo ad abbracciarci, baciarci e rotolarci, assaporando a vicenda il calore dei nostri corpi. Nelle sue braccia, sembravo un fuscello. Lui alto e grosso, io mingherlina nel mio metro e 65. Stando sopra di lui, mi baciava con foga, con le sue grosse labbra, io contraccambiavo con le lingue che si intrecciavano, si succhiavano e si ciucciavano, mentre mi accarezzava il culo, o meglio, me lo impastava, così come mi accarezzava le cosce e le tette, stringendomele con le sue grosse mani, pizzicandomi i capezzoli. Sentivo il suo torace sotto le mie tette e mi eccitavo sempre di più, impazzita dalla lussuria e dalla voglia di cazzo, ero una vera porca assatanata di sesso selvaggio.

                Quando poi iniziò a baciarmi il collo, persi completamente il controllo, così gli chiesi, con voce ansimante, di volerlo in bocca. Lui si alzò in piedi sul letto ed io, in ginocchio, cominciai subito a sparargli un gran pompino mentre mi titillavo la fica.

                Aveva un cazzo esageratamente grosso, più largo che lungo, duro, nero come la pece, i coglioni grossi e la cappella larga, trasbordante dall’asta, turgida, gonfia ed eccitante; i suoi peli pubici erano arricciati, tipici degli uomini di colore. La sua cappella mi ricordava un grosso fungo nero. Già pregustavo quel grosso cazzo anche nella fica e nel culo, così, decisa a farlo diventare durissimo, presi a pompare a ritmo sempre più serrato, con un'espressione di disgusto perchè, dal forte odore che emanava, capii che lui non aveva di certo molta cura della sua igiene personale. Infatti percepivo puzzo di urina e di smegma. Gli stavo facendo un appassionato e selvaggio pompino, nonostante il suo cazzo emanasse un odore non proprio piacevole, ma ancora più eccitata da ciò, leccavo i residui di smegma golosamente, non mi faceva di certo schifo, anzi aumentava la mia folle eccitazione. Lui mi accarezzava la nuca guardandomi ciucciare e godendo tantissimo, mentre mi lavoravo la sua grossa cappella maleodorante, turgida, me la passavo sul volto, la leccavo, la ciucciavo e la ingoiavo facendola scivolare nella mia bocca fino alla gola. Avanti e indietro sul cazzo a ritmo sostenuto, quando arrivavo alla cappella, la risucchiavo prima di farla uscire dalla bocca; mi fece notare che ero veramente una grande pompinara.

                Mi fece fermare, si distese sul letto e mi disse di adagiarmi accanto a lui. Eseguii il suo desiderio e, impugnato il grosso cazzo all'altezza dei coglioni, ripresi impaziente la pompa interrotta, andando su e giù ritmicamente sul cazzo. Scesi fino alle palle che presi a risucchiare in bocca, a leccare con avidità e con una voglia di cazzo incredibile.

                Lo stare completamente nudi, in un posto sordido e squallido, a sparare un pompino ad un extracomunitario sconosciuto abbordato in strada, mi faceva perdere letteralmente la testa, mi faceva sentire porca, troia, traditrice, ed infatti, in preda ad una eccitazione incredibile, irrefrenabile, non riuscivo a fermarmi, pompavo, pompavo senza sosta quel grosso cazzo ad occhi chiusi e mugolavo, mi lamentavo godendo tantissimo con la bocca piena. Leccavo i coglioni, salivo sul tubo che leccavo e mordicchiavo, per poi soffermarmi sulla cappella dura, me lo portavo fino in gola, con il naso che lambiva il suo addome, provavo nausea che subito ricacciavo indietro, ma era nulla in confronto all'intenso piacere sessuale che mi dava il succhiare il suo cazzo, mentre a gambe larghe, mi toccavo la fica ormai bagnata all'inverosimile. Lui con voce roca mi diceva:

                "Brava signora, come lo succhi bene, continua così e vedrai che bella sorpresa, vedrai quanta sborra beccherai"!

                Gli chiesi di chiamarmi pompinara e lui cominciò a dire:

                “Si brava signora italiana pompinara, come lo succhi bene, così, ciuccia la mia cappella, troia italiana, così…”.

                Ad un certo punto, mi invitò a mettermi su di lui in un classico 69 e, mentre ripresi a spompinarlo, sentivo le sue mani che mi allargavano le chiappe e la sua lingua umida e calda che mi ispezionava la fica ed il buco del culo. Roteavo il bacino, prigioniera del nero che mi stava dando un piacere intenso con la sua lingua, mentre succhiavo e ciucciavo il suo cazzo, reggendo i coglioni con tutte e due le mani.

                Era paradisiaco sentire quella lingua solleticare le mie parti intime, bello sentire le tette schiacciate sul suo corpo sotto di me, mentre ciucciavo e succhiavo il suo cazzo, indugiando sempre sulla grossa cappella, con la bocca allargata allo spasimo; succhiavo talmente forte che mi si formavano delle fossette sulle guance, le narici allargate, avide di aria da respirare visto che la bocca era occlusa dalla grossa mazza. Lui sentiva il forte risucchio sulla cappella e si lamentava grazie al forte piacere che gli regalavo.

                Dopo qualche minuto, mi disse di volermi scopare e così mi fece rigirare, mi afferrò il culo e me lo ficcò in fica in uno smorzacandela da antologia. Appoggiata su di lui, con le tette che sbattevano sul suo torace, godevo sentendomi quel grosso attrezzo nero che mi sfondava la fica, entrando e uscendo ritmicamente, ansimavamo entrambi mentre mi pompava alla grande dandomi della troia, della porca. Ad un certo punto, presi io il controllo della situazione dettando il ritmo, alzandomi per poi abbassarmi violentemente e ritmicamente sul suo uccello, scappellandolo con le labbra della fica. Mentre lui mi afferrava sempre per le chiappe, rilassavo i muscoli per agevolarlo ad entrare con tutto il suo cazzo nella mia vagina, in una girandola di emozioni e piacere che mi portò a mugolare sommessamente mentre, con un lamento prolungato, venni intensamente.

                Esausta ed affannata, volle scoparmi a pecora, mi sistemò carponi a pecorina e cominciò a pomparmi violentemente da dietro, con le mani sul culo, si impegnava a farlo entrare per intero nella mia fica. Su quel materasso, chiazzato dai resti di chissà quante scopate, godevo come una porca, mugolavo e strillavo sapendo che nessuno ci poteva sentire, tradendo il mio compagno, trombavo con gusto e libidine, mi stava letteralmente massacrando. Mentre il cazzo mi ispezionava la patata, sfregandosi sulle sue pareti, venni una seconda volta e l'orgasmo fu qualcosa di incredibile, qualcosa che non avevo mai provato prima in vita mia. Intenso, appagante, devastante al punto da farmi squirtare abbondantemente.

                Una grossa quantità di caldo liquido vaginale, bagnò dapprima l'interno delle mie cosce, per poi colare sul materasso, intanto lui continuava a scoparmi senza sosta, pompava sudatissimo, instancabile, mentre gli afferravo una coscia e lo attiravo verso di me, perchè volevo sentire tutto il suo cazzo dentro, a spaccarmi la fica in maniera volgare e violenta. Allungavo una mano per toccargli i coglioni da sotto, cosa che lui apprezzò, perché mi pompava sempre più forte.

                Improvvisamente si fermò, tirò fuori il cazzo dalla fica e sentii qualcosa di duro e caldo che spingeva sulla rosellina anale.

                Avevo capito che voleva farmi il culo, cosa per me inedita in quanto non ero mai stata inculata da un nero. Lo desideravo anche io tantissimo, desideravo farmi fare il culo, farmelo sfondare selvaggiamente dall’africano. Così, appoggiata sui gomiti, girata la testa di lato per vedere come mi inculava, sentii la rosellina allargarsi allo spasimo ed un dolore piuttosto acuto. Mi aveva infilato solo la cappella in culo e già mi faceva male, quando poi, pian piano, ficcò tutto il largo cazzo, mi sentii sfondare e il dolore divenne quasi insopportabile, ma era reso nullo in confronto al piacere intenso ed incredibile che provavo nel sentirmi quel grosso palo nero e sconosciuto profanarmi il buco che in natura dovrebbe solo espellere!

                Cominciò ad andare avanti ed indietro col cazzo che entrava ed usciva dal mio culo e, a mano a mano che passavano i minuti, lo imploravo di non fermarsi, ora che il dolore si era quasi del tutto attenuato, lasciando il posto solo ad una goduria incredibile, gli dicevo di continuare, lo pregavo di rompermelo, devastarmelo col suo grande cazzo. Mentre mi "faceva" il culo, guardandolo intento ad incularmi alla grande, con il suo torace muscoloso e sudato mentre mi pompava, con un urlo prolungato, venni intensamente per la terza volta.

                Mi disse che stava per venire anche lui. Prontamente, risposi che volevo farmi sborrare in bocca, che volevo ingoiare tutto il suo nettare. Lo feci distendere di nuovo, mi ci adagiai di fianco e presi a spompinarlo con l'intento di farlo godere il più possibile, in modo che mi riversasse in bocca la più grande quantità di sborra possibile.

                Impaziente di godere, mi fece fermare e, a cosce oscenamente allargate, mentre con una mano dietro al collo mi teneva ferma la testa, con l'altra prese a spararsi una sega a pochi centimetri dalla mia bocca. Mentre nella foga mi colpiva la bocca con il suo pugno, guardavo la sua mano che velocemente lo scappellava, ne sentivo l'odore acre e selvatico fino a che, aiutato dal movimento della mia lingua sulla cappella, arrivò il primo schizzo violento, denso, copioso che si scontrò dapprima con la lingua, per poi colpirmi all'altezza del naso. Ne seguirono altri che io orientai direttamente nella bocca, cercando di ingoiarne la maggior parte, cosa che mi riuscì, mentre altro sperma mi rimase sul viso. Ad ogni schizzo, lui emetteva un lamento di piacere ed io un mugolio di soddisfazione per la grande sborrata che mi stavo beccando in bocca, che ora era un misto di sperma, saliva e sudore. Avevo il viso devastato dal suo sperma mentre ingoiavo una quantità incredibile di sborra calda, densa e cremosa.

                Rimanemmo distesi per qualche minuto, lui ancora ansimante per l'orgasmo, io col viso chiazzato di sborra e la bocca impastata, poi ci rivestimmo ed andammo via.

                Dopo averlo lasciato al parcheggio del market, ritornando a casa, mi sentivo sporca in tutti i sensi, puzzavo di cazzo e di sborra essiccata, ma ero soddisfatta per essermi finalmente fatta trombare da quel nero, di aver tradito per la seconda volta il mio compagno e, soprattutto, sazia di sborra che tanto amo bere.

         Ormai ero partita in quarta; ero sempre in cerca di avventure extra, cercavo di continuo cazzi, ovunque mi trovassi. Ed una nuova avventura mi capitò ancora una volta sul lavoro. Sarà un luogo comune, sarà una fantasia erotica di molti uomini, fatto sta che il mio tipo di lavoro offre, ad una donna “aperta”, tante occasioni di infedeltà, di divertirsi. Il luogo, la situazione, la cameriera sexy e porca, attirano gli uomini. Ero consapevole di tutto ciò e mi ritrovai, ben presto, a fare un gran pompino ad un collega…..

Capitolo 4: Faccio ancora la porca in albergo.

Un giorno, mentre ero al lavoro in albergo durante la pausa sigaretta in magazzino le mie colleghe, una ad una, tornarono alle loro mansioni ed io mi attardai a fumare da sola.

Improvvisamente arrivò “M”, il “tuttofare” dell’hotel, un uomo sulla quarantina che mi salutò e mi disse che doveva prendere dei cuscini da portare in una camera. Gli dissi di fare con comodo, che non mi disturbava e continuai a fumare guardandolo mentre portava a termine il suo lavoro e cominciando subito a desiderare fare porcate con lui.

Ormai attratta sempre più dal desiderio di tradire, di trasgredire, mi chiedevo come potessi pensare minimamente di succhiare il cazzo ad uno come “M”, oggettivamente brutto, insignificante, trasandato, sudato, ma poi la risposta arrivò. Infatti sapevo che ero attratta proprio da questo tipo di maschi, insignificanti, porconi, pervertiti, che magari altre donne non avrebbero nemmeno il coraggio di baciare. Mentre pensavo queste cose, fui colta da un impulso irrefrenabile di prenderglielo in bocca, di fargli un colossale pompino, di farmi sborrare in bocca, mentre già mi stavo bagnando. Avevo sete di sborra.

Con sguardo invitante, gli chiesi come andasse la stagione e lui mi rispose che era piuttosto stanco e che la moglie, a casa, non lo aiutava molto, perché gli rompeva i coglioni di continuo, quindi, quasi quasi, preferiva stare al lavoro. Ridemmo ambedue ed io, cercando di rincuorarlo, dissi che noi donne siamo tutte un pò rompicoglioni (ovviamente senza pensarlo davvero, anzi).

Lui finì di caricare sul carrello il materiale e si congedò tornando al lavoro. Inutile dire che cominciai a pensare a “M” con una certa insistenza e che, giorno dopo giorno, ogni volta che lo vedevo, aumentava sempre di più in me il desiderio di fargli un pompino, era una vera e propria ossessione, un pensiero fisso del suo cazzo da prendere in bocca.

Se prima, infatti, non lo notavo nemmeno, ora lo cercavo si proposito, cercavo di continuo l’occasione giusta per potermi divertire con lui, ovviamente non trascurando il lavoro. Lo desideravo, ero ossessionata dall’idea di divertirmi con il suo cazzo. Ed un giorno, quasi a fine turno, lo ritrovai mentre fumava nel magazzino e così decisi di provarci.

Mi offrì una sigaretta e, mentre fumavamo, gli chiesi come andasse con la moglie e lo misi al corrente di avere anche io un compagno. Poi, eccitatissima, gli chiesi se sapesse mantenere un segreto. Lui, incuriosito, mi chiese il perché di tale domanda. Nella speranza di farlo eccitare e rischiando grosso, gli raccontai della mia esperienza da gran porca, gli raccontai del pompino con ingoio che avevo sparato al cliente in camera, scendendo fin nei minimi particolari.

“M”, visibilmente eccitato dal mio racconto, rimase esterrefatto e mi sorrise, incredulo mi chiese se non stessi dicendo cavolate, ma gli assicurai che era tutto vero, descrivendo il cliente ed intuendo che aveva capito a chi alludessi. Lui, ormai convinto che non mentissi e di trovarsi di fronte ad una gran troia, mi disse che quello che gli avevo raccontato era una vera e propria bomba, che rischiavo il posto, ma mi promise che sarebbe rimasto un segreto tra di noi, però…

Gli chiesi cosa intendesse con quel “però” e lo stronzo colse la palla al balzo dicendomi, sorridendo maliziosamente, che il suo silenzio aveva però un prezzo. Già avevo capito dove voleva andare a parare ed io, che non cercavo altro, al settimo cielo avendo capito di essere riuscita nel mio intento, con aria da santarellina e fingendo di non capire, gli chiesi quale fosse questo prezzo.

Il porco mi disse che, se volevo contare sul suo silenzio, dovevo riservargli lo stesso servizietto che avevo fatto al cliente! Con finta rabbia ma sorridendo, gli dissi che era uno stronzo, poi aggiunsi che avevo 10 anni più di lui e mi rispose che questa cosa lo eccitava, che amava le MILF maiale. Poi gli feci notare che aveva una compagna e lui, prontamente, mi rinfacciò che anche io avevo un compagno, ma avevo lo stesso fatto la troia con il cliente sconosciuto, neanche bello!! Io scoppiai a ridere e, ammettendo che aveva ragione, gli chiesi, qualora avessi accettato, dove voleva che gli facessi il pompino.

Mi disse di vederci, finito il turno, in una stanzetta nella zona sotterranea dell’hotel dove c’era lo spogliatoio. Io non stavo più nella pelle, eccitata all’inverosimile, attendevo impaziente il momento di raggiungerlo per spompinarlo. Poco dopo scesi e lo trovai seduto sul divano. Mi disse di chiudere a chiave la porta, lo feci e mi avvicinai a lui.

Ovviamente, nonostante la porta chiusa a chiave, c’era il pericolo concreto di essere colti sul fatto, cosa questa che mi eccitava di più. Purtroppo non potemmo denudarci, ma mi dovetti accontentare di abbassargli i jeans ed i boxer e tirargli fuori il cazzo, mentre io rimasi in divisa da cameriera.

Lui a gambe oscenamente larghe, io inginocchiata tra le sue cosce, mi fiondai senza vergogna, né freni sul suo cazzo e, senza l’aiuto delle mani, cominciai a slinguazzarlo, leccarlo e ciucciarlo. Avvertendo l'odore tipico della cappella, cominciai a lavorarmi il cazzo di “M” che prese la mia mano destra e me la strinse. Ancora non era in piena erezione, ma da esperta pompinara, ad occhi chiusi e godendo tantissimo, con pochi colpi della mia abile lingua e tanta saliva, glielo feci venire subito grosso e duro come il marmo, con la mia collana che penzolava avanti e indietro e lui che mi guardava sorridendo.

Continuai il gioco… Una mano era stretta dalla sua, con l’altra mi solleticavo la fica bagnatissima mentre, senza ritegno, indecorosamente gli baciavo e ciucciavo il cazzo, con la lingua lo stuzzicavo sul frenulo, gli leccavo e succhiavo la cappella durissima, poi finalmente lo accolsi dentro la mia calda bocca… all’inizio solo la cappella, poi tutto il cazzo, giù in gola.

Muovevo la lingua e sentivo che lui fremeva. Iniziai a muovere la testa su e giù seguendo il movimento anche con la mano. Sega e pompa in contemporanea, sapendo che così lui impazziva di piacere. Mi fermavo, lo leccavo e poi nuovamente riprendevo a succhiarglielo e lo feci per un’infinità di volte, infoiatissima. Avevo desiderato tantissimo quel cazzo in bocca, ed ora che finalmente lo avevo a disposizione, non intendevo perdermi il divertimento di succhiarlo e ciucciarlo per bene fino al premio finale: la sborra calda.

Ad un certo punto iniziai a sentire dei gemiti e dei fremiti. “M” non ce la faceva più. Iniziò ad incoraggiarmi dicendomi:

“Dai, troia… continua così” e poi ancora:

“Dai… succhia tutto… fino all’ultima goccia!!”.

Sentii il suo cazzo vibrare e diventare sempre più grosso e duro nella mia bocca, fino a quando non notai che alzava il corpo dal divano ed allungava le gambe, come in preda a spasmi. Lanciando un gemito sordo e prolungato, mi prese di sorpresa schizzandomi una grande quantità di sborra calda, perlacea e densa in faccia. Immediatamente, mugolando dal forte piacere, serrai le labbra attorno alla cappella tutta ricoperta di sperma e lo lasciai sborrare dentro la mia bocca, ingoiando tutto. Era così abbondante, che avevo la sensazione di strozzarmi, sentivo la sborra che mi arrivava direttamente in gola, nel naso, sembrava non finire più, una delle più lunghe ed abbondanti sborrate che mi fosse mai capitata sino a quel momento. A differenza di altri uomini, la sborra di “M” aveva un sapore strano, ma mi piaceva, era piacevolmente densa e cremosa.

                Gli lasciai il cazzo pulito e, nonostante il timore di essere sorpresi, rimasi con la faccia appoggiata al suo pube per qualche minuto, poi dopo essermi ripulita volto e bocca, ci salutammo ed andammo via, sapendo che questo era solo il nostro primo incontro……

         Avevo goduto da morire nel succhiare quel cazzo fino a portarlo all’orgasmo nella mia bocca. Mi rendevo conto di essere una gran pompinara, una gran porca che ingoiava sborra senza ritegno e senza provare ribrezzo o chissà cosa. Godevo nel far godere gli uomini nella mia bocca ed ecco che una sera, dopo l’allentamento delle misure anti covid, mentre ero in un pub con le mie amiche, notai un uomo che mi guardava con insistenza e con desiderio…. 

Capitolo 5: Pompino al vecchio pescatore.        

Primavera, l’aria era tiepida e piacevole. Indossavo jeans, una magliettina attillata e giubbottino di pelle nera, scarpe con tacco medio, intimo verde. Si rideva e scherzava e bevevo serena e tranquilla la mia birra quando, quasi per caso, notai un uomo seduto al tavolino all'angolo del locale che mi guardava con una certa insistenza. Non immaginavo minimamente la grande sborrata che avrei beccato in bocca quella sera.

Presi a studiarlo; era un tipo piuttosto coatto, aria da biker, con barba e pizzetto bianchi, orecchino al lobo sinistro, camicia aperta sul petto, collana di coralli, tipica degli anni 70, insomma si trattava di un tizio che voleva apparire giovanile e figo, ma che ai miei occhi, risultava piuttosto cafone e coatto.

Ero intenta a chattare sia con il mio compagno, sia con "amici" su un sito spinto e, di tanto in tanto, lo guardavo notando che non mi staccava gli occhi di dosso, mentre sorseggiava la sua consumazione. Inutile dire che, come al solito, ero felice e lusingata di attirare le attenzioni di un uomo e, improvvisamente, mi ritrovai a pensare, con una certa eccitazione, a cose sconce, indecorose, inenarrabili.

Le mie amiche notarono la mia irrequietezza, ma ovviamente non dissi di certo di cosa si trattasse, anche perché una di loro conosce il mio compagno, insomma sarebbe stato rischioso anche se, tra noi donne, ci proteggiamo sempre. In ogni caso, ritenni prudente non dire loro nulla. Le mie amiche non sapevano del pompino fatto al cliente dell'albergo, dell'incredibile trombata con l'extracomunitario del supermercato, non sapevano di "M", il mio collega. Non sapevano che da ragazza, a 22 anni, trombavo duramente col compagno ultra cinquantenne di mia madre. In fondo, credevano fossi fedele al mio compagno e, di certo, non sospettavano che fossi una gran troia.

Improvvisamente, mi resi conto che mi stavo bagnando, perché era ormai chiaro che quel maschione aveva delle chiare mire su di me, aveva desideri proibiti che sperava io volessi soddisfare.... ed iniziai ad averli anche io.... Insomma mi intrigava il tipo, con quell'aria da vecchio biker o camionista porco, e cominciavo a desiderare ardentemente di “conoscerlo” più da vicino. Cominciai a pensare insistentemente al suo cazzo.

Ad un certo punto, da gran troia, decisi di farmi avanti e divertirmi un pò e, con la scusa di andare in bagno, passai accanto al tavolino dell'uomo, lo guardai, poi senza farmi notare da altri, gli feci un cenno con la testa e, bisbigliando, gli dissi di raggiungermi sul retro.

Uscii e dopo poco lui mi raggiunse. Subito gli chiesi, con finta aria incazzata, offesa e scocciata, cosa avesse da guardarmi con tanta insistenza e che mi stava infastidendo. Lui, che più tardi avrei scoperto chiamarsi “L”, non negò, non cercò scuse, anzi mi disse che mi trovava molto sexy, carina vestita in maniera così sbarazzina e che lo facevo impazzire di voglia. Io, già eccitata dalle sue parole, con finto pudore, gli dissi di avere un compagno per cercare di eccitarlo ancora di più, e lui, rincarando la dose, ammise che la cosa lo eccitava chiedendomi se avessi mai tradito e se ero disposta a farlo ora, con lui.

Mentendo spudoratamente, risposi di no, e, guardandolo negli occhi, gli dissi con evidente poca convinzione, di farla finita, che mi stava importunando, altrimenti sarei andata via immediatamente, consapevole invece che volevo rimanere eccome. Stavo simulando un attacco di falso isterismo e pudicizia, consapevole che questo eccita gli uomini ancora di più, ed io lo volevo eccitato al massimo, amo il cazzo duro. Gli dissi che queste porcate non le facevo, che, se anche fossi stata single, con lui non ci sarei mai andata. Ma il porco aveva capito che ci stavo eccome.

Prontamente mi disse di calmarmi, che se non mi interessava ero libera di decidere tranquillamente, che non si sarebbe offeso, ma aggiungendo che era peggio per me, che non sapevo cosa mi sarei persa. Inoltre, con voce melliflua, aggiunse che desiderava da me solo un pompino, solo una gran pompa con ingoio! A queste parole, avvertii un brivido di piacere, pure perché, dopo aver dato un'occhiata maliziosa alla sua patta, cosa che lo stronzo notò con un sorriso, avevo notato il rigonfiamento assai promettente e mi venne una gran voglia di prendere in bocca un cazzo grosso e così gli dissi che avrei voluto provare, per vedere se mi sarebbe piaciuto tradire il mio compagno, facendo un bel pompino ad uno sconosciuto, perché, dissi, è più eccitante e intrigante succhiarlo ad un maschio occasionale. “L” ovviamente accettò felice, ma gli dissi che non avevo un posto dove appartarci perché, mentendo ancora, non abitavo li.

“L” disse che non c'erano problemi, che aveva un posto dove portarmi e che quindi, se non avevo altre remore, potevamo andarci anche subito. Abbassando lo sguardo, finsi di pensarci ancora sopra, dicendogli di sentirmi in colpa con il mio compagno, ma ormai nel mio animo la scelta l'avevo già fatta. Ormai ero sua. Volevo regalargli uno dei miei incredibili pompini con ingoio. Sempre con aria innocente, gli dissi che era ok, che volevo fargli una pompa e che andavo a sganciarmi dalle mie amiche e a pagare la mia consumazione. Mi disse che per il conto ci avrebbe pensato lui e che mi aspettava alla sua auto, descrivendomi modello, marca e colore e dove fosse parcheggiata.

Tornai eccitatissima al mio tavolo e dissi alle mie amiche che avevo un pò di mal di testa, quindi avrei pagato e sarei tornata di corsa a casa. Sorprese da questo mio improvviso malore, ci salutammo, intanto vidi “L” che pagava alla cassa e usciva dal pub.

Pochi minuti dopo lo raggiunsi. In fretta salii in auto e gli dissi che era tutto ok e che potevamo pure andare. In una decina di minuti, in cui scambiammo poche parole, arrivammo ad una palazzina fuori mano. Scese nel garage deserto, parcheggiò e ci appartammo in un box pieno di cianfrusaglie varie. Mise il chiavistello alla porta del garage.

Mi sentii sporca, estremamente troia nella situazione in cui mi ero ficcata…. ero consapevole che, entro poco tempo, avrei dovuto ciucciare il cazzo a quello sconosciuto, avrei dovuto farlo sborrare nella mia bocca. Ma era proprio questa consapevolezza che mi spingeva a restare, a non chiedergli di riportarmi via, a farmi desiderare fortemente il suo cazzo, la sua sborra in bocca; volevo ingoiare tanto sperma, volevo che mi soffocasse con il suo seme. Ero eccitata e bagnatissima....

Ci sedemmo, io su uno sgabellino e lui su un mucchio di cassette di legno e cominciammo a parlare. Mi disse che si chiamava "L", lavorava come pescatore su una paranza della Versilia, 62 anni, separato con un figlio. Poi aggiunse che amava le donne ed il buon sesso. A mia volta gli dissi che mi chiamavo "S", che avevo 52 anni, gli ribadii di avere un compagno e che lavoravo come cameriera ai piani in un albergo. Mentre lo ascoltavo, eccitata dalla situazione e anche da lui, mi mordicchiavo il labbro inferiore e, questo gesto provocante, fece cadere ogni residua barriera facendogli capire che ero una gran porca, pronta a tutto.

E così, disse che non mi aveva di certo portato lì per parlare, mi disse che voleva vedere come succhiavo un cazzo. Tirò fuori un dildo osceno, gigantesco, con una cappella enorme e, mentre lo reggeva in mano, mi invitò a leccarlo e succhiarlo. Ridendo, con aria ingenua e sottomessa, accettai sorridendogli maliziosamente; consapevole di essere caduta nelle mani di un porcone pervertito, cominciai a leccare il dildo, bagnandolo completamente di saliva, mentre lo guardavo in faccia. Mi osservava spompinare quel giocattolo erotico con sguardo da vecchio porco arrapato e, mentre simulavo un clamoroso pompino, iniziai a toccarmi la fica. Avevo voglia di un vero cazzo di carne ed “L” lo capì e decise di darmi finalmente il suo in bocca. Si alzò, si tolse la maglietta, si avvicinò e mi tolse il giubbetto, poi la maglietta ed il reggiseno. Mi disse di alzarmi e mi calò i jeans e la mutandina, lasciandoli alle caviglie. Poi mi prese la faccia tra le sue mani e cominciò a leccarmi le labbra, a mordicchiarle, cercando di entrare con la lingua nella mia bocca. Desideravo tanto allargare la bocca ed accogliere la sua lingua, baciarlo selvaggiamente, ma mi piaceva giocare a fare l'ingenua e così esitavo a farlo, fino a che mi ficcò prima una, poi due dita nella fica solleticandola in maniera sublime. Mi fece notare che ero bagnatissima.

Ormai schiava del piacere, eccitata dalla mia perversa voglia di tradire, di essere porca, con una gran voglia di cazzo in bocca, abbracciandolo al collo, presi a baciarlo pure io, con le lingue tirate fuori leccate e succhiate a vicenda, mentre lo sentivo ansimare, vibrare dal piacere; avvertivo nel suo alito, l'aroma di tabacco da pipa. Le sue mani mi toccavano dappertutto, la nuca, le tette, i fianchi, il culo, la fica e la schiena. Ansimavo ad occhi chiusi. Mi fermai e facendo cadere la mia maschera di donna timida ed impacciata, gli confessai ansimando con un filo di voce, di non resistere più, di volere il suo cazzo in bocca, e così, seminuda, mi misi in ginocchio davanti a lui, gli abbassai i pantaloni e gli slip con il cazzo che scattò verso l'alto come una molla, tanto era in tiro, glieli sfilai e li lanciai da parte, lasciandolo nudo, poi, rialzandomi in piedi, mi sfilai pantaloni e brasiliana, rimanendo a mia volta completamente nuda.

Il suo cazzo era un vero invito alla lussuria. Lungo, grosso, pieno di venature e con una cappella gonfia, grande, incredibilmente eccitante e da ciucciare fino allo sfinimento. In piedi l'uno contro l'altra, senza pudore ne vergogna, pensavo solo al cazzo che impugnavo e che iniziai a segare, mentre riprendemmo a baciarci. Essendo lui piuttosto alto, dovetti allungarmi sulle punte delle dita dei piedi per arrivare alla sua bocca e ci baciammo a lungo, mentre gli sparavo una gran sega. Di tanto in tanto, mi faceva leccare il grosso dildo.

Poi, lentamente, leccandogli e baciandogli i capezzoli, poi il torace e la pancia, mi inginocchiai nuovamente davanti a lui e, legandomi frettolosamente i lunghi capelli alla nuca con un elastico, mi ritrovai la grossa cappella a pochi millimetri dalla mia vorace e calda bocca. Nudi, mi guardava estasiato ed io facevo altrettanto, inginocchiata lo guardavo negli occhi, con il suo cazzo ben stretto in pugno, andando lentamente avanti ed indietro, continuando a fargli la sega. Tiravo indietro e poi avanti, glielo scappellavo totalmente vedendolo godere come un animale. Intanto leccavo la sua pancia.

"Mettimelo in bocca", dissi, e subito mi allontanò la mano e lo impugnò, alzando il cazzo in modo che potessi leccarlo da sotto, lasciandomi piena iniziativa e dicendomi di mostragli cosa sapessi fare con un cazzo vero a mia disposizione. Quel maschio, conosciuto da poco tempo, in piedi davanti a me a cazzo duro, mi fece perdere la testa dalla voglia. E così presi a lavorarmi il cazzo con la lingua, senza usare ancora le labbra e senza l'aiuto delle mani. Cominciai a leccare le palle, le ciucciavo portandomele in bocca, prima una poi l'altra, con i peli che mi invadevano la bocca, poi mi dedicavo all'asta nodulosa ed alla cappella turgida e dall'odore acre e pungente. Gemevo e godevo nel farlo godere, lo guardavo in faccia e mi toccavo la fica bagnatissima, masturbandomi delicatamente. Gli palpavo i coglioni, eccitandolo ancora di più.

“L” mi incitava e si complimentava per la mia abilità di pompinara e, dopo avergli detto che avevo appena iniziato, finalmente ingoiai il grosso cazzo, prima una buona metà, poi su spinta di "L", almeno tre quarti, fino a farlo sparire completamente in bocca, con la punta del naso che lambiva il suo addome. Mi riempiva completamente la bocca e, sentendolo in gola, provavo una forte sensazione di nausea, ma non mi fregava un cazzo, lo volevo, volevo mangiarmi la sua nerchia a costo di vomitare tutta la birra di prima, così ripetei il giochetto quattro, cinque volte mentre sbavavo tantissimo, con la saliva che mi schizzava dagli angoli della bocca, unica valvola di sfogo perché completamente occlusa dal cazzo ben piantato in gola. Lo tiravo fuori grondante bava e liquido seminale, lui lo impugnava di nuovo ed io ricominciavo a leccare la cappella con passione, ingoiando la mia stessa saliva mista al suo liquido seminale e ne sentivo il sapore e l'odore, odore di maschio in calore. Eccitata, fuori di testa dal piacere intenso che stavo provando, mugolavo mentre la leccavo.

Poi, con il cazzo ormai durissimo, "L" sorreggeva con una mano il suo sesso, mentre con l’altra mi accompagnava dietro la nuca, nel pompare; andavo avanti e indietro sul suo cazzo, prima ad un ritmo lento e regolare, poi sempre più velocemente. Appena intuivo di andare troppo in fretta, allo scopo di prolungare il più possibile il nostro godimento, rallentavo per poi aumentare di nuovo. Mi iniziava a far male la mandibola tanto lo stavo succhiando e pompando. Il mio mugolare andava a ritmo del pompino.

Dopo una quindicina di minuti di pompaggio forsennato, sentendo il cazzo di “L” ormai al massimo dell’erezione vibrare nella mia bocca calda e umida, capii che non ne poteva più, che era ormai prossimo a venire, a liberare la sua sborra. Lo implorai senza pudore di venirmi in bocca, di voler ingoiare tutto il suo sperma, fino all’ultima goccia perché ero una gran pompinara, una vera ingorda di sborra.

Appoggiai le mani sulle sue cosce, serrai le labbra sulla cappella e, con la lingua, la titillavo dall'interno, mentre lui mi reggeva sempre dalla nuca e mi implorava di non fermarmi, cosa che, ovviamente, io non volevo assolutamente fare. Improvvisamente, mentre lo guardavo negli occhi, la bocca deformata dal cazzo e le narici allargate in cerca di aria da respirare, lui mugolò in maniera sommessa e prolungata. Avvertii una forte resistenza al movimento della lingua, sentii il sapore della sborra calda che mi inondava la bocca, dopo essersi scontrata con la lingua. Mi beccai una sborrata incredibile, il primo schizzo, violentissimo, mi fuoriuscì dalla bocca e, un rivolo denso e copioso, prese a colarmi dalla bocca sul mento e sulle tette, intanto lui continuava a sborrare, sparando fiotti di sperma calda che mi schizzavano in faccia, in bocca, sul palato, in gola mentre avidamente ingoiavo tutto, una quantità incredibile di sperma, direttamente nello stomaco. Sentivo la cappella vibrante sborrare nella mia bocca.

Dopo un tempo che sembrò infinito, finì di liberarsi i coglioni e, ansimando sudatissimo, si complimentò dicendomi che ero stata grande e che lo avevo portato in paradiso con quel pompino incredibile. Mi disse che ero una gran troia e di andare fiera delle mie capacità. Io con le tette, la faccia e la bocca imbrattate di sperma, scoppiai in una risatina di compiacimento.

                Ci rivestimmo dopo esserci puliti con le salviettine e, dopo un’altra birra bevuta insieme, mi accompagnò a casa…. Non mi sarei mai aspettata, quella sera, di ingoiare così tanta sborra di uno sconosciuto.

         Nel frattempo, ero sempre più attratta da “M”, il tuttofare dell’albergo in cui lavoro. Avevo assaporato il suo cazzo, la sua sborra. Essendo dotato di una mazza dura e grossa, ero curiosa di beccarlo anche in fica ed in culo, dopo quel pompino super che gli avevo sparato, il suo cazzone mi era rimasto ben scolpito in mente. E poi quanto sborrava…. avevo voglia di ingoiarne altra dalla sua fontana. E così ebbi un secondo incontro molto bollente con lui.

Capitolo 6: Secondo incontro con M.

Ogni volta che ci incontravamo in albergo, io e “M”, ci lanciavamo occhiate piene di lussuria al ricordo del nostro sordido segreto, di quel pompino incredibile e ci sorridevamo, ci desideravamo. 

Lui cercava sempre di raggiungermi in magazzino durante la pausa sigaretta e, un mattino che ero sola, mi afferrò, mi strinse a se e mi baciò. Io contraccambiai con passione, mulinando la lingua nella sua bocca, lui fece altrettanto succhiando la mia, mentre mi palpava il culo. 

Con molta fatica, ci staccammo e decidemmo di incontrarci a fine turno per un secondo incontro, ma questa volta, disse, non si sarebbe accontentato di una pompa e mi promise di mandarmi in paradiso. Gli risposi che lo desideravo tantissimo anche io, aggiungendo di essere pronta a tutto e tutta per lui. Ci salutammo e tornammo al lavoro.

Furono ore interminabili, lavoravo col pensiero fisso sul grosso cazzo che a breve avrei beccato che mi ossessionava e mi rendeva impaziente, smaniosa, eccitata da morire. Probabilmente, se qualcuno ci avesse provato, mi sarei inginocchiata davanti a lui e, senza pensare a null'altro, lo avrei spompinato all'istante, tanto ero eccitata.  

E così, finito il turno, finalmente lo raggiunsi, ci appartammo in una stanza libera, lui chiuse a chiave la porta ed io, impaziente, mi denudai in un baleno. Poi presi a spogliare anche lui e, completamente nudi, prendemmo a slinguazzarci indecorosamente, senza neanche una doccia, sudati e sporchi dopo una giornata di lavoro, troppo impazienti di chiavare.  

Dopo poco, da gran porca, cominciai a guardarlo con espressione di sfida e presi a masturbarmi con due dita toccandomi la fica in maniera sensualissima. "M", che aveva già raggiunto il massimo dell'erezione, rimase a guardarmi mentre iniziò a sua volta a segarsi il cazzo duro, dritto, con la cappella viola e turgida, dicendomi: 

"Che troia che sei, ami il cazzo in maniera indecorosa, lo veneri". 

Risposi con un prolungato lamento di piacere, a testimonianza del mio completo assenso. 

Come due liceali alle prime esperienze, ci masturbavamo, guardandoci e scoppiando a ridere di continuo, ma fu un preliminare eccitantissimo alla nostra avventura segreta. Dopo un pò che andava avanti questo giochetto, visibilmente eccitato, "M" mi scaraventò letteralmente sul letto dicendo che ora si faceva sul serio, mi allargò le cosce e prese a leccarmi la fica. Dio, quanto era bravo, fortunata sua moglie, pensai! Mi ficcò un dito in culo mentre con la lingua leccava il tratto, sensibilissimo, tra fica e buco del culo, poi mi ciucciava il clitoride e le labbra, penetrandomi con la lingua. A gambe oscenamente larghe, lo accompagnavo con la mano sulla sua nuca, godendo come una cagna in calore. Continuò a leccarmi a lungo, ficcandomi anche un dito nella fica mentre, con la lingua, continuava la sua danza erotica. Poi salì e, lasciando due dita ben piantate nella mia fica, prese a farmi un ditalino veloce ed a succhiare e baciare le tette ed i capezzoli mentre io, infoiata al massimo, presi ad accarezzargli il cazzo ed i coglioni. Un cazzo che già avevo ciucciato...

Lo volevo riassaporare, lo desideravo da morire, volevo succhiarlo di nuovo e così ci concedemmo un gran "69". Mi adagiai su di lui e, mentre mi allargava il culo con le mani, riprese a slinguazzarmi le parti intime, con la lingua che entrava in fica e nel culo, poi prese a stantuffare un dito nel buco ed io roteavo i fianchi dal forte godimento mentre, cazzo in mano, lo guardavo nel suo pulsare maschio e voglioso, ammirandone da vicino le venature e la virilità che emanava.

Avidamente presi a ciucciare con foga la cappella dura, la succhiavo e la leccavo con la bocca spalancata, per poi portarmi il cazzo completamente in bocca, avvertendone il tipico odore di maschio arrapato allo spasimo. Leccavo la sua pancia, l'interno delle sue cosce, per poi tornare al cazzo duro e dritto come un palo.

Ad occhi chiusi, mi godevo quel fantastico giochetto. Quattro, cinque volte, sputandoci sopra per lubrificarlo, arrivai con non poche difficoltà, a farmelo scendere fino in gola con il naso che lambiva i coglioni, provando nausea e forte sensazione di soffocamento, con le narici allargate in cerca di aria. Ad ogni affondo, gli scappava un lamento di piacere. Eravamo osceni in quel "69" sfrenato, mentre godevamo tantissimo. 

Dopo qualche minuto, decisa a dargliela, mi misi a smorzacandela su di lui, presi il cazzo in mano, lo orientai verso la fica appoggiando la cappella alle labbra e lui mi penetrò, dapprima dolcemente, poi con sempre maggior vigore. Con le mani sul culo, mi dettava il ritmo, mi schiaffeggiava le chiappe facendole divenire rosse e chiavandomi violentemente. Il mio interno cosce rumoreggiava ogni volta che mi affondava il cazzo nella vulva, sentivo la fica allargarsi e godevo da troia, piena del suo cazzo. Con le mani sul suo petto, presi a baciarlo in modo sensuale, con le lingue fuori dalla bocca che si intrecciavano, si mordevano e leccavano a vicenda.

Cominciai volontariamente ad aiutarlo. Infatti, adesso ero io che me lo stavo "chiavando", salendo e scendendo sul cazzo a ritmo sostenuto e producendo uno strano rumore, simile ad un peto, quando l'aria usciva dalla vagina, espulsa dal cazzo noduloso ormai reso bagnato e viscido dai miei umori piantato nella mia fica.

Dopo qualche minuto, mi fermai, mi rigirai e, dandogli le spalle, mi impalai di nuovo su di lui. Testa riversa all'indietro, mordicchiandomi il labbro inferiore, saltellavo sul suo cazzo con violenza, con una mano stringevo i coglioni e stuzzicavo la mia fica impazzita dal piacere, mentre lui mi stringeva le tette strapazzandole e dandomi della troia, implorandomi di continuare così, di non fermarmi. Con le mani scese poi al mio inguine, allargandomi le cosce in modo che potesse entrarmi completamente dentro, mentre mi stesi all'indietro su di lui con le mani puntellate sul suo torace, continuando a saltellare oscenamente sul suo cazzo, con il letto che sobbalzava sotto di noi, al ritmo della nostra stupenda scopata. Scappellavo il suo cazzo con la mia fica.

Ad occhi chiusi, lo stavo cavalcando con forza, facendo arrivare il cazzo in profondità, saltando letteralmente su di lui quando, improvvisamente, sentii una serie di schizzi caldi all'interno della mia vagina. Capii che mi stava sborrando dentro e, persa completamente la testa, mugolando, venni a mia volta in maniera intensa e prolungata, inondandolo di liquido vaginale che bagnò i coglioni, per poi colare sul letto. Eravamo venuti ambedue in contemporanea e fu stupendo.

Rimanemmo qualche secondo fermi, sudati ed ansimanti, poi volle “farmi” il culo. Ovviamente ero consapevole di doverlo riportare in erezione, così mi distesi al suo fianco, impugnai il cazzo alla base e presi a succhiarlo, fino a quando, qualche minuto dopo, grazie alla mia grande abilità da pompinara ed a tocchi mirati ai coglioni, ficcai un dito nel suo culo solleticandogli la prostata riportandolo in potente erezione, ariete perfetto per entrarmi in culo e sfondarlo. 

Mi fece alzare, mi appoggiò all'armadio con le braccia protese in avanti per sorreggermi, si umettò il membro con la saliva e mi infilò dapprima la cappella e poi tutto il lungo, durissimo cazzo interamente nel culo. Mi sfuggì un urlo misto di dolore e di piacere, mentre prese ad incularmi a ritmo serrato e costante. Mi assestava dei colpi così violenti e profondi, che mi facevano sbattere la testa all'armadio, mi accarezzava la fica mentre profanava il mio culo, mi allargava le chiappe per penetrarmi più agevolmente.

Ad ogni colpo mi diceva: 

"Prendi troia, tutto in culo, come piace a te, te lo devasto tutto, porca". 

Non avevo la forza di rispondere nulla, godevo solo di quel cazzo piantato tutto nel culo che si allargava ad accoglierlo tutto. Mugolavo nel godimento intenso che mi dava il maschio che mi stava inculando bruscamente.

Sentivo quel palo che mi allargava l'ano, lo sentivo sfregarmi lo sfintere, regalandomi una sensazione incredibile. Mi chiedeva se avessi mai osato raccontare al mio compagno quanto ero porca e come il mio collega mi avesse inculato. Io risi a questa sua battuta, che ebbe anche il forte potere di eccitarmi ancora di più al pensiero del tradimento, della trasgressione, del mio essere così troia. 

Godevo come una porca, strillavo e mugolavo mentre, stravolta e sudatissima, abbassavo la testa tra le braccia, con i neri capelli appiccicati dal sudore che mi cadevano sulla faccia ed incitandolo a spaccarmi, ad incularmi selvaggiamente, sempre più forte. Lui, instancabile, mani sulle chiappe, mi chiedeva se mi piacesse ed io, infoiata al massimo e con voce tremolante dal piacere, lo rassicuravo che mi stava piacendo un casino, mi stava mandando in paradiso. Gli dissi che era un vero spaccaculi.

La grande inculata durò alcuni minuti, lui ci si dedicava con sempre maggiore impegno, io ormai rotta e completamente fuori di testa, non riuscivo a pensare a nient'altro se non al cazzo del mio collega che mi pompava, mi profanava con un avanti e indietro sconcio ed incredibilmente eccitante. Venni una seconda volta, ancora più intensamente della prima, un orgasmo lungo, intenso e favoloso, con gli occhi strabuzzati mi lamentavo mugolando, mentre sentivo colare il mio liquido vaginale giù per le cosce fino ai piedi, lasciando un lago di umori sul pavimento. 

Lui rallentò e mi chiese dove volessi beccarmi quella seconda sborrata, prossima ad arrivare. Gli risposi di voler bere il suo sperma e lo invitai a sedersi, perché volevo ringraziarlo delle grandi emozioni che mi aveva regalato, con un pompino con ingoio profondo. Si sedette sulla vicina poltrona, mi adagiai tra le sue cosce e, ben decisa a farmi sborrare in bocca, presi a lavorarmi il suo cazzo lordo di umori vaginali ed anali, sudore, peli e liquido seminale. Aveva un sapore salaticcio quando glielo ripresi in bocca.

Stuzzicando la cappella con la lingua e le labbra, sentivo la virilità del suo cazzo che mi riempiva la bocca, bloccandomi la lingua che cercavo di far uscire da sotto per leccare l'asta, in un gioco che lui apprezzò tantissimo, tanto che mi catturò bloccandomi con la mano sul collo ad impedirmi di rallentare il ritmo della pompa. Gemeva mentre presi a mordicchiare delicatamente la cappella che, senza scampo, grazie al mio lavorio esperto, si ingrossava sempre più diventando sempre più gonfia e dura. Pensando solo alla sborra che avrei presto beccato in bocca, il cazzo tenuto fermo e dritto da "M", intensificai il mio lavorio e presi ad andare su e giù sull'asta, con la cappella che mi colpiva ritmicamente il palato e la gola, prima piano piano poi a velocità tale che mi faceva male il collo. Praticamente, mentre gli accarezzavo i grossi coglioni gonfi, gli stavo facendo una incredibile sega con la bocca.

Sapevo che non avrebbe resistito a lungo ed infatti, mentre mi pompavo di bocca il suo bastone, sentii "M" strillare e contrarsi, mentre una sborrata abbondante, calda e densa, mi riempì la bocca, con linee di sperma che mi fuoriuscivano dai lati, cadendo dal mio mento sulle sue palle. Continuavo ad andare su e giù, sentendo la sborra densa che faceva da cuscinetto tra le mie gote ed il suo cazzo. Questo suo secondo orgasmo produsse molto più sperma del primo. Tirai fuori il cazzo ancora eruttante sborra, appoggiai la guancia sinistra sulla sua coscia e presi ad orientarlo in modo che cadesse, a fiotti densi e caldi, su tutta la mia faccia, che venne così inondata, assumendo una colorazione biancastra. Mi ritrovai il naso, le labbra e la fronte con chiazze di sperma, mentre la lingua e l'occhio destro ne erano completamente sommersi. Ero una vera e propria maschera di sborra.

Rimanemmo qualche minuto così, poi feci una doccia, mi rivestii, ci demmo un bacio appassionato e tornammo a casa, ognuno dal proprio partner.... Di tanto in tanto, ci incontriamo e trombiamo.

                    In quel periodo chattavo tanto con un sessantenne, un vero porco bisex, dotato di un cazzo stupendo, una cappella volgare, sbordante dall’asta e molto eccitante. Lui mi faceva omaggio di suoi video che lo riprendevano mentre si masturbava e sborrava fiumi di sperma, e quindi la mia voglia di beccarmi quel cazzo, divenne ben presto irresistibile. Intanto mi masturbavo tantissimo al pensiero che lui godesse mentre mi pensava, mentre mi immaginava a succhiargli la verga, mentre aveva una gran voglia di trombarmi, di ficcarmelo tutto su per il culo.

                    Purtroppo viviamo lontani, per cui i nostri desideri si limitavano alla fantasia delle chat e comunque, un incontro era assai difficile da organizzare, sia per la grande lontananza, sia perchè lui è sposato ed io ho un compagno.

         Però pensavo continuamente a lui, al suo cazzo, al suo sperma, ero ossessionata dal pensiero di fare cose porche con lui, insomma avevo tanta, tantissima voglia di quel maschio. Mi faceva sentire molto troia, mi infoiava in maniera indescrivibile, volevo che mi scopasse, che mi ficcasse il suo grande cazzo in tutti i buchi possibili, addirittura fantasticavamo insieme di bere il nostro piscio. Eravamo due assatanati di sesso estremo e senza inibizioni, un incastro perfetto ma, almeno all’inizio, proibito e proprio per questo ancora più attraente.

Capitolo 7: Il porco conosciuto in chat.

Un giorno presi la decisione di incontrare il mio stallone virtuale per rendere finalmente reali le nostre laide fantasie erotiche. Lui fu felice di questo e decidemmo la data in cui, finalmente, ci saremmo incontrati ed un mattino, trovata una scusa con il mio compagno, partii per raggiungerlo, ben decisa e felice di renderlo il mio amante reale, il mio stallone da monta personale, completamente decisa a darmi tutta a lui, a fare le cose più sporche ed impensabili, senza limiti ne inibizioni, a bere tanta sborra e gustarmi il suo cazzo dappertutto, in tutti i modi.

                    Con bagaglio leggero per un giorno, lo raggiunsi nel primo pomeriggio all'albergo dove lui aveva preso una camera. Ci abbracciammo, ci scrutammo curiosi e complici e subito ci mettemmo all'opera, talmente era forte il nostro desiderio e la nostra libidine e ben decisi a non sprecare neanche un minuto in inutili convenevoli, tanto erano ben chiari i nostri laidi scopi.

                    Era un uomo che aveva oltrepassato i 60 anni, alto, con la barba e pieno di tatuaggi. Era bisex, infatti sapevo che amava le donne, ma amava anche prenderlo in culo e fare pompini, amava la sborra in bocca. A me ovviamente, interessava il suo lato etero e così, completamente nudi, mi sedetti su di lui e cominciammo ad assaporare il primo contatto dei nostri corpi, baciandoci profondamente con le lingue che si intrecciavano, mentre ci sputavamo in bocca per poi baciarci, ci succhiavamo le lingue a vicenda in un turbinio di libidine e desiderio da tanto, troppo tempo repressi. Erano baci umidi, indecenti, volgari.

                    Il desiderio di lanciarmi tra le sue cosce e prendergli subito in bocca il cazzo era fortissimo, quasi irresistibile; amo fare pompini ed ingoiare sborra a litri, ma ero curiosa di provare un'esperienza mai fatta in precedenza, per cui la prima cosa che gli chiesi, fu di pisciarmi in bocca.... Si, volevo assaporare e bere la sua urina. Non se lo fece certo ripetere una seconda volta, così ci recammo in bagno, mi fece inginocchiare davanti a lui e prese a liberare la sua vescica nella mia bocca. Era la prima volta che vivevo un'esperienza del genere, ma per la verità mi piacque poco, il sapore acidulo della sua urina caldissima mi nauseava, anche se mi piaceva sentirmi imbrattata e mi faceva sentire veramente troia e porca. Mi schizzava sul viso, sulle labbra, molta, la maggior parte, la ingoiavo, altra mi bagnava il viso e le tette colandomi fino alla vagina. Comunque godetti abbastanza mentre mi pisciava in bocca, mentre mi dava della porca, lo guardavo negli occhi con espressione da gran troia.

                    Finito di liberare la vescica, mi chiese lo stesso trattamento e, distesosi sul pavimento, mi fece calare all'altezza del suo viso e, mentre mi accarezzava le cosce ed il culo, iniziai a liberare la mia vescica dritto sulla sua faccia, nella sua bocca. Anche lui ne ingoiò tantissima, godeva tanto ed infatti notai che il suo cazzo era diventato dritto e duro come un tronco.

                    Con la fica ancora gocciolante di urina, mi inginocchiai al suo fianco e, impugnato il cazzo all'altezza dei grossi coglioni, presi finalmente a lavorarmelo di bocca in un pompino incredibile, appassionato ed ingordo. Mentre mi accarezzava tutto il corpo, ciucciavo la sua cappella durissima e dal sapore ed odore di piscio, leccavo tutto il cazzo, succhiavo i coglioni, per poi risalire al glande, andando ad occhi chiusi su e giù ad un ritmo incredibile, mentre il mio maschio mi teneva incatenata al suo cazzo con una mano sulla nuca. Mettevo in pratica il trucchetto che fa andare in visibilio qualsiasi uomo e cioè stringere le labbra sulla cappella, mentre dall'interno la solletico con la lingua velocemente sentendola vibrare dal forte piacere. Ciucciavo come in estasi l’invitante testa del cazzo, finalmente ciucciavo la grossa ed eccitante cappella del mio porco virtuale, finalmente le mie, le nostre fantasie, si erano tramutate in realtà. Guardando la cappella con uno strabismo innaturale, mentre lui teneva il cazzo fermo con la mano, la leccavo proprio come se fosse un gelato, con la lingua la circondavo, la lappavo alla base del prepuzio, leccavo il frenulo, solleticavo il buco dell'uretra in maniera indecorosa, gli stuzzicavo il buco del culo con il dito mentre mugolavo sommessamente e mi titillavo la fica con le dita. Con il mio lavoro abile ed eccitantissimo di lingua sulla cappella, lui godeva come un matto. Pian piano, scesi al suo buco del culo che presi a leccare a piena lingua. Lui, reggendo le chiappe aperte per agevolarmi nel servizietto, tremava dal godimento; sapevo che, essendo bisex, amava essere leccato li, visto che lo prendeva anche in culo, quindi lo mandai in visibilio con la mia lingua che lappava il suo buco, fino a penetrarlo con la punta della lingua. 

                    Partito di testa letteralmente dal piacere, da vero porco qual era, mi bloccò con la mano sul suo cazzo e prese a scoparmi in bocca, facendomi arrivare la lunga verga fino alla gola. Era molto impegnativo per me viste le dimensioni, ed infatti provavo conati di vomito e forte senso di soffocamento, avevo le lacrime dallo sforzo di prenderlo in gola, con una quantità incredibile di bava che mi usciva dagli angoli della bocca, ma mi piaceva quello che mi stava facendo, mi faceva impazzire di piacere, mi faceva sentire sottomessa, porca, la sua schiava, mi faceva sentire una gran troia, sporca e puttana. Fu un soffocone bellissimo ed io mi riscoprii una vera gola profonda.

                    Intanto gli massaggiavo per bene i coglioni e lui mi ficcò due dita nel culo e prese a stantuffare con forza mentre gli sparavo quel pompino immenso. E questo mi mandò in visibilio facendomi venire in maniera intensa, mugolando dal forte piacere che mi dava il pompino, nello stesso momento in cui lui cominciò a riversarmi in bocca una colossale sborrata a fiotti densi, con schizzi violenti, caldi che mi imbrattarono tutta la bocca. Mugolando di piacere, mandavo giù tutta l’incredibile quantità di prodotto della mia pompa, anche perchè lui mi aveva desiderato tanto, per cui aveva i coglioni carichi di sperma denso e abbondante, dal sapore forte e dall'odore eccitante, sapeva vagamente di mandorle. Fu bellissimo avere un orgasmo insieme mentre ingoiavo tutta la sua cremosa sborra calda.

                    Ci alzammo, mi prese per mano ed uscimmo dal bagno andando in camera dove lui, col cazzo ancora dritto, mi mise al muro a pecorina e mi slinguazzò per bene il buco del culo. Capii immediatamente che voleva incularmi con il suo grosso uccello. Infatti, con il cazzo ancora grondante di sborra e saliva e dopo avermelo praticamente scopato con la lingua, mi sfondó il culo. Sentii dapprima una forte pressione alla rosellina e poi mi inculò, ficcandolo per intero. All'inizio provai dolore, così presi a rilassare i muscoli per essere più ricettiva ed il dolore diventò nulla in confronto alla goduria che mi dava quella nerchia intenta ad esplorarmi il culo. Cominciò a stantuffare andando avanti ed indietro e, da grande esperto, mi inculò alla perfezione, alternando dolcezza e bestialità, mischiandole mentre mi accarezzava le chiappe e le allargava per entrarmi totalmente dentro. Le mani appoggiate al muro, stravolta dal piacere, con i capelli che mi cadevano sulla faccia, assaporavo la bellissima sensazione del grosso cazzo nel culo, godendo da morire ed incitandolo a non fermarsi, a continuare così, ad andarci giù pesante, a sfondarmi, a rompermi il culo ed a costringermi così a camminare a chiappe aperte per i giorni successivi.

                    Lui mi accontentò, assestandomi dei colpi violenti, ficcando il cazzo noduloso interamente in culo fino alla radice. Sentivo il grosso attrezzo che mi riempiva, mentre mi scivolava in culo, era una sensazione incredibilmente piacevole, poi sentendo lui che godeva come un animale mentre mi pompava, il mio piacere aumentò ancora di più, portandomi ad un secondo intensissimo orgasmo, che mi indusse a gridare dal piacere, mentre un lago di umori vaginali mi colava dalle cosce.

                    Dopo qualche minuto di pausa, impaziente di beccarlo tutto in fica, lo feci sdraiare sul letto e mi adagiai su di lui, orientando il cazzo verso la fica. Mani sulle chiappe, mi penetrò la vagina ed io cominciai a saltare sul suo cazzo in una scopata incredibilmente intensa ed appagante. Ci baciavamo mentre scopavamo, mi piaceva baciarlo, la sua barba ed i suoi tatuaggi da maschio sfonda fighe, mi eccitavano, ed intanto lui mi entrava con tutto il suo virile cazzo fino all'utero, mentre grazie al mio andare su e giù, il culo gli si adagiava sull’inguine e le tette gli sbattevano sul torace facendomi andare in paradiso. Li, in quella sordida camera d'albergo, completamente nuda, non pensavo più al mio compagno, alla mia infedeltà, al mio essere così troia e trasgressiva, il mio corpo e la mia anima erano completamente protesi verso il piacere, mio e suo, mi godevo quell’uccello che mi riempiva la fica con uno sfrigolio sulle sue pareti da sballo poi, quando prese a ciucciarmi un capezzolo, capitolai ed infatti, con un prolungato urlo di piacere, venni ancora, sbrodolando un lago sulla sua asta fino ai coglioni e, mentre continuavo a saltare sul suo uccello durissimo, sentii degli schizzi caldi, bollenti, inondarmi la vagina, mentre mi stringeva il culo e ululava letteralmente dal piacere venendomi nella fica. Incredibilmente riuscivamo a raggiungere l'orgasmo insieme, cosa che ci faceva impazzire di piacere.

                    Non ero ancora sazia, volevo altra sborra calda in bocca e così lo feci sedere sulla sedia e, in ginocchio tra le sue cosce, con la fica grondante sperma, glielo presi di nuovo in bocca. Era piuttosto moscio ormai, ma ero estremamente intenzionata a beccarmi una seconda sborrata in bocca. E così, mi misi di lena buona a lavorarmi il cazzo per farglielo tornare duro. Mentre mi osservava compiaciuto, lo succhiavo, la lingua lo solleticava sulla cappella, ma faceva fatica a raggiungere una nuova erezione. Caparbia, continuando a pompare con passione il cazzo, sentii che pian piano si induriva ed aumentava di dimensioni nella mia voracissima bocca ed infatti mi ritrovai di nuovo la bocca riempita dal suo cazzo duro, dalla cappella turgida e gonfia, pronto a regalarmi una seconda ondata di sborra meno densa ma sempre in quantità industriale che non tardò ad arrivare ad inondarmi tutta la faccia, le labbra, la bocca, la lingua, per poi finire tutta nel mio stomaco, mentre il mio maschio urlava di piacere. Cavolo quanto sperma avevo ingoiato in un paio d'ore!

Finalmente mi ero "fatta" quel porcone che tanto mi eccitava, finalmente avevo fatto la porca bevendo il suo piscio, finalmente avevo preso in bocca il suo incredibile ed eccitante cazzo, finalmente avevo assaggiato ed ingoiato la sua sborra, finalmente mi aveva profanato il culo e la vagina in una girandola di emozioni incredibilmente forti ed appaganti che ci fece capire che avremmo presto ripetuto quell'esperienza così trasgressiva e meravigliosa.

Primavera, era un periodo in cui mi sentivo sola, uscivo con un uomo (il mio attuale compagno), ma io donna di 47 anni (all'epoca), non facevo sesso da tanto, troppo tempo ed ero molto eccitata. Insomma, per una amante del cazzo come me, questa astinenza era una tortura veramente dura da mandar giù. Sapevo di far gola a molti ragazzi giovani che amavano e ambivano scoparsi una cosiddetta MILF. Un giorno cedetti alle lusinghe di un ventenne che poi, più tardi, avrei scoperto essere amico di mia figlia di un paio di anni più grande di lui….

Capitolo 8: Il ventenne.

Chattavo abitualmente con un ragazzo di circa 20 anni. A dirla tutta, questo ragazzo mi perseguitava nel vero senso della parola, confessandomi che era attratto da me, dicendomi senza tante remore che gli sarebbe piaciuto uscire almeno una volta con me, che gli piacevo e che lo eccitavo. Io ridevo a queste sue affermazioni, con finto pudore facevo finta di credere che lui scherzasse, ma speravo in cuor mio che veramente avrebbe voluto chiavarmi in maniera selvaggia ed ero lusingata dal suo interesse, oltre che infoiata al pensiero di andare a letto con uno così giovane, soprattutto in quel periodo in cui avevo carenza di sesso.

All'inizio pensavo che si prendesse solo gioco di me, dicendomi tra me e me che era strano, se non impossibile, che un ragazzo tanto giovane, addirittura più giovane di un paio di anni di mia figlia, fosse attratto sessualmente da una donna che poteva essere sua madre.

Ma poi, confidandomi con le mie amiche, mi dicevano che non era poi così insolita la cosa e che molti giovani hanno proprio questo desiderio erotico, ovvero quello di "farsi" una donna matura, le cosiddette "MILF" e poi, quando dissi loro chi fosse il ragazzo in questione, ridacchiando mi dissero maliziosamente che girava voce che fosse dotato di un gran cazzo, grosso e duro e che ci sapesse fare a letto. A questo pensiero iniziai ben presto a masturbarmi tantissimo al pensiero di fare sesso con questo ragazzo di molto più giovane di me e dal grande cazzo. Intanto chattavamo sempre più assiduamente, praticamente tutti i giorni.

Poi, neanche a farlo apposta, me lo trovavo sempre attorno; andavo a fare la spesa e lo incontravo, andavo a passeggiare e lo incontravo e a questo punto capii che in realtà non erano incontri casuali, ma che lui faceva in modo di incontrarmi e il fatto di abitare vicini, nello stesso quartiere, semplificava il suo cercarmi di continuo. Addirittura, una sera mentre ero in giro col mio (futuro) compagno, mi arrivò un suo messaggio assai esplicito in cui mi diceva che si stava masturbando pensandomi. Ovviamente questo mi turbò non poco, ma non osai rispondergli pur pensando a lui tutta la sera.

Tornata a casa, eccitata dal suo messaggio di qualche ora prima, impaziente gli risposi ma lui non visualizzò e così pensando che dormisse, feci una doccia e poi andai a letto a mia volta.

Il giorno dopo, durante la solita chat, lo misi al corrente della notte precedente e lui si disse eccitatissimo e dispiaciuto che dormisse.

La cosa andò avanti per giorni fino a che in un messaggio mi invitò a raggiungerlo subito. Gli chiesi cosa volesse veramente da me, perché mai avrei dovuto raggiungerlo subito. Così lasciò cadere ogni titubanza e mi rispose, senza tanti giri di parole, che avrebbe voluto scoparmi. Rifiutai, dicendogli che non me la sentivo, che la differenza di età mi bloccava e che non mi interessava.

Per alcuni giorni non si fece più sentire ne vedere, evidentemente deluso ed offeso dal mio rifiuto. Fui io, avendo voglia di cazzo, che lo contattai chiedendogli come stesse e scherzando un pò con lui. Si dimostrò però freddo e distaccato e così, con un filo di orgoglio, lasciai cadere la cosa, cercando di non pensarci più.

Un mattino, al risveglio trovai un suo messaggio in cui diceva che quel giorno i suoi genitori erano fuori e che sarebbe rimasto solo a casa e che, se avessi voluto, potevo raggiungerlo a casa sua per un caffè.

Fui piacevolmente sorpresa da questo suo invito, quasi non ci speravo più, mi sentivo eccitata al pensiero di quello che sarebbe potuto accadere e, dopo varie titubanze, decisi di andarci. Così nel primo pomeriggio, dopo essermi completamente depilata le parti intime, mi vestii con minigonna scura, canottiera nera trasparente, reggicalze e slip neri e lo raggiunsi a casa sua accompagnata dai miei laidi desideri. Mi batteva il cuore all'impazzata durante il breve tratto che separava casa mia dalla sua, al pensiero della porcata che mi accingevo a compiere. Un paio di volte fui tentata di rinunciare, di ritornare indietro, ma non lo feci.

Bussai, lui visibilmente felice che avessi accettato, mi accolse a dorso nudo e con i jeans e mi fece entrare facendomi accomodare sul divano. Mi chiese cosa desiderassi, gli proposi un succo di ananas che consumammo insieme, poi fumammo una sigaretta. La situazione era molto eccitante, ma la differenza di età giocava un ruolo fondamentale in me; non so cosa mi bloccasse, ma se da un lato ero intenzionata ad inginocchiarmi e fargli un pompino, dall'altro mi sentivo frenata dal fatto che lui era più giovane di mia figlia, insomma non si riusciva a rompere il ghiaccio.

Fu lui a farlo, dicendomi che non capiva quale fosse il problema, forse non ero di suo gradimento, forse avevo paura che mi avrebbe "sputtanato" raccontandolo in giro, o cosa? Io risposi semplicemente che con l'uomo col quale uscivo stava nascendo qualcosa di più profondo della semplice amicizia e che mi sembrava una bastardata fare sesso con un giovanotto durante questa fase.

Prese l'iniziativa in maniera diretta senza tanti fronzoli, alzò di poco il bacino, si calò i calzoni e le mutande, lasciandoli alle caviglie e rimanendo col cazzo dritto che prese a segarsi lentamente.

Finalmente vidi il suo uccello già in forte erezione, completamente depilato. Rimasi esterrefatta dalla grandezza del suo membro. Circa 18 centimetri di cazzo duro e con una cappella veramente eccitante, violacea, dura e lucida, pulsante e gonfia. Lo scroto, grande e garanzia di tantissima sborra che tanto amo, penzolava adagiandosi sul divano.

Senza una parola, lasciando cadere ogni remora residua e notando la sua sorpresa, glielo presi in mano e cominciai a fargli una sega, andavo su e giù sul cazzo con la mano guardandolo scappellarsi. Poi, impaziente di prenderlo in bocca, mi piegai al suo fianco e cominciai a leccare e ciucciare i suoi coglioni, per poi salire sull'asta fino ad arrivare alla grossa cappella che leccavo e ciucciavo avidamente, ad occhi chiusi. Lui mi reggeva la testa dietro al collo con la mano ed io iniziai ad andare su e giù sulla cappella in un pompino incredibile, pazzesco. Era buono il suo cazzo, carne giovane e dura, pensai.

Avvertivo il giovane e grosso cazzo che pulsava riempiendo la mia bocca, ne captavo l'odore eccitante, ne sentivo il sapore acidulo, intuivo che godeva come un matto sotto i colpi della mia lingua e delle mie labbra. Intanto, guardandomi "lavorare" di bocca sul suo uccello, mi apostrofava dandomi della porca, dicendo che aveva capito da tempo che volevo il suo grande cazzo tutto per me, che mi desiderava e che voleva scoparmi, che il suo sogno si stava avverando, in quanto mi aveva desiderato tantissimo e si sentiva ancora incredulo che gliela stessi dando, che gli stessi facendo un pompino. Io, godendo nel sentire le sue parole, continuavo imperterrita a fargli la pompa.

Dopo alcuni minuti, mi fece fermare, si sfilò i pantaloni e le mutande, poi mi denudò completamente e prese ad accarezzarmi e leccarmi tutto il corpo. Lo lasciai fare senza opporre alcuna resistenza. Era eccitatissimo, mi diceva che avevo un corpo da sballo, che amava il mio culo, che impazziva di desiderio per me e che si era masturbato tantissimo pensandomi.

Ormai presa, mi lasciai andare completamente. Che bello sentire le sue mani e la sua lingua esplorare il mio corpo, le mie tette, il mio culo, la mia fica già bagnatissima. Prese a baciarmi in profondità, bacio che io ricambiai con passione e voglia, una gran voglia di cazzo, mentre mi esplorava la vagina con due dita. Poi prese a leccarla con lena e passione, sentivo la sua lingua calda entrarmi dentro, mentre mi mordicchiava le labbra ed il clitoride che prese a ciucciare. Con due sue dita intente ad esplorarmi il culo, godevo come una troia, mentre mi succhiava e leccava la fica, ad occhi chiusi mugolavo di piacere.

Ci alzammo, mi fece mettere a pecorina sul divano e, da dietro, mi solleticò le labbra della fica con la sua cappella in un giochetto estremamente eccitante che mi piaceva tantissimo, fino a che mi penetrò. Entrò deciso con il suo cazzo duro nella mia vagina calda e morbida, assestando dei colpi profondi, ad ogni colpo godevo sempre di più, lanciando urletti di piacere intenso, vertiginoso. Mi stringeva le tette mentre mi scopava, mi ficcava l'intero cazzo nella fica, mi accarezzava i glutei, me li allargava guardando il suo grosso cazzo mentre mi penetrava la fica. Poi mi ficcò un pollice in culo, mandandolo avanti ed indietro nel mio buchetto e mandandomi in visibilio. Allargai con le mani il mio culo affinchè mi entrasse tutto dentro la fica. Cinque minuti circa di tale chiavata, mi portarono ad un primo orgasmo intenso, con rivoli di umori che mi colavano dalla vulva nell'interno delle cosce, dopo essersi scontrati con la sua asta.

Decise di cambiare posizione, si sedette sul divano e mi invitò a salire su di lui e prese a scoparmi in uno smorza candela da sballo. Mi impalai sul suo grosso cazzo e mi lasciai stantuffare. Tenendomi le mani sul culo, mi trombava in maniera deliziosa ed inaspettatamente esperta vista la sua età, intanto mi baciava slinguazzando la mia lingua in maniera violenta, bestiale, indecorosa. Era proprio vero quello che si diceva in giro sul suo conto, era veramente bravo e sapeva come far godere una donna.

Ad occhi chiusi, sentivo il suo grande cazzo che mi penetrava in profondità, lo incitavo a trombarmi duro e, lo sfregare della sua asta sulle pareti della vagina, mi mandava in visibilio portandomi a strillare di piacere intenso, mentre un secondo orgasmo profondo più del primo, mi portò a squirtare una enorme quantità di liquido vaginale, mentre mi mordicchiavo il labbro inferiore godendo come una matta, in una situazione che mi faceva sentire porca, troia, e così presi a saltellare letteralmente sul suo cazzo, strillando come un animale mentre le tette gli sbattevano sul torace e sul viso. Squirtai abbondantemente.

Fu una scopata incredibile, intensa, profonda, lui era molto resistente ed infatti mi fece godere tantissimo e poi, il vedere che anche lui godeva come un toro, aumentava la mia eccitazione che arrivò ad un livello inimmaginabile. A questo punto, desideravo farlo venire con un pompino, la mia passione e specialità, desideravo tanto assaporare la sua sborra, la volevo tutta in bocca per poterci giocherellare prima di mandarla nello stomaco, cosa questa che mi fa sentire una gran troia.

Lo misi al corrente del mio laido desiderio e lui, sudatissimo, si rilassò sul divano mentre io mi adagiai di nuovo al suo fianco e, impugnato il cazzo alla base, consapevole che era carico e pronto a venire, ad occhi chiusi e mugolando, presi a fargli un secondo pompino incredibile. Leccavo, succhiavo e ciucciavo la cappella ad un ritmo sostenuto, giocherellavo col frenulo mentre con la mano andavo su e giù fino a che, dopo un paio di minuti di pompaggio, strillando e mugolando, inchiodandomi sul suo uccello con una mano dietro la nuca, mi venne in bocca in maniera violenta. Dandomi della pompinara, sborrava come una fontana, sembrava non finisse più di eiaculare sperma rovente. 

Persi il conto, ma almeno 4, 5, 6 schizzi densi ed abbondanti, accompagnati dal suo mugolare sommesso, mi colpirono prima il viso, inondandolo per intero, per poi schizzare sul suo addome, altri mi raggiungevano il palato riempiendomi il cavo orale. La sborra perlacea che fuoriusciva dalla sua cappella vibrante, era talmente abbondante che facevo fatica ad ingurgitarla. In parte riempiva copiosa la mia vorace bocca ed in parte colava sull'asta e sulla mia mano che impugnava il cazzo, fino ai coglioni che presi in fretta a leccare per raccogliere e riportare lo sperma dentro, per assaporarlo e poi ingoiare golosamente fino a che gli lasciai il cazzo completamente pulito. Poi, con la bocca ed il viso devastati di sborra, leccai i residui di sperma finiti sul suo addome ingoiando tutto. Avevo ingurgitato tutto l'incredibile prodotto del mio splendido pompino! Avevo fatto la porca con un ragazzo che poteva tranquillamente essere mio figlio, ma avevo provato una sensazione ed un piacere indescrivibili.

Sudati, soddisfatti e sazi, giacemmo per qualche minuto, poi mi rivestii ed andai via.

Mi ero fatta finalmente scopare da questo giovane ragazzo, seguirono altri due incontri segreti. Poi ci siamo persi di vista, io ho un compagno, al quale non oso confessare queste mie avventure, ma se mi ricapitasse, sono certa che ricadrei volentieri ai suoi piedi per un altro incontro eccitante e proibito. Troppo bello l'aver goduto con lui….

Sono una vera e propria troia succhiacazzi che ormai non si ferma più di fronte a nulla… Un giorno, mi capitò l’occasione di essere trombata da un informatore scientifico maturo che mi avrebbe scopata per bene.

Capitolo 9: Scopata in macchina.

Dal medico, pomeriggio. Mi recai in ambulatorio per delle ricette e, tra le persone in attesa, c’era un informatore scientifico, un uomo distinto che mi guardava con insistenza. Vestita con fuseaux, canottiera scollata e capelli raccolti, mi rendevo conto di essere attraente con la mia terza abbondante e le forme ancora ben definite nonostante i miei 52 anni.

Iniziammo a parlare e notai che lui mi osservava con una certa insistenza e con desiderio mal celato, mi guardava le tette con occhio più che critico. Amo la trasgressione e non fui per nulla infastidita, anzi. Oltretutto avevo litigato col mio compagno ed avrei tanto voluto fargliela pagare.

L’uomo mi chiese se potesse invitarmi a cena ed io garbatamente rifiutai, dicendogli che sarebbe stato impossibile visto che ero impegnata, insomma me la tirai un pò.

Sembrava finita lì, lui entrò dal medico e dopo una decina di minuti uscì, salutò ed andò via. Dopo una mezz’oretta, finito dal medico, a mia volta uscii e sorpresa, lo trovai fuori ad attendermi!

Finsi di non vederlo, ma lui mi chiamò ed io non potei più fingere. Mi chiese di offrirmi un caffè e accettai.

Chiacchierammo un pò e tornò alla carica invitandomi a cena la sera stessa, visto che lui si doveva fermare in zona anche per la notte per lavoro. Questa volta accettai, ma avevo deciso di non "dargliela", volevo solo scroccare una cena, come una sorta di vendetta verso il mio compagno.

Ci accordammo per la sera alle 21 e ci salutammo.

Per l'occasione, indossai un tailleur scuro a righine bianche, maglia e gonna sulle ginocchia, e come intimo brasiliana e reggiseno neri. Qualche minuto dopo le 21 venne a prendermi e mi condusse in un ristorantino in collina. Fu una serata piuttosto piacevole, mangiammo bene e la conversazione fu scorrevole e tranquilla. Mi disse di avere 65 anni, di essere sposato, di avere 2 figlie ormai grandi e che tra breve sarebbe andato in pensione. A mia volta, lo misi al corrente del mio lavoro di cameriera ai piani in hotel e di avere un compagno. 

Era quasi mezzanotte, risalimmo in auto e ci avviammo quando mi disse, chiaro e tondo, che voleva portarmi nella sua camera d’albergo per scoparmi tutta la notte, ma io non volli perchè, mentendo spudoratamente, dissi di non aver mai tradito il mio compagno.

La prese veramente male al punto che non mi parlò più per un bel po’ di minuti. Però, con il passare dei minuti, mentre mi accompagnava a casa, il mio essere troia iniziava a venire a galla sempre più prepotentemente e cominciai ad avvertire una sensazione di umido tra le cosce. Mi chiesi, tra me e me, perché mai non trombarmi questo tizio che l’indomani sarebbe ripartito e che non avrei visto mai più. E così lasciai cadere ogni inibizione.

Senza vergogna né ritegno, d’impulso gli dissi di aver cambiato idea e di voler fare sesso con lui…… mi guardò allibito, quasi incredulo e fece per svoltare per andare in albergo. Io gli dissi che mi eccitava di più farlo in macchina e così ci recammo in un posto appartato dove fermò la macchina.

Cominciammo a pomiciare, a baciarci mentre le sue mani mi esploravano il corpo, le tette, la schiena, fino a che inserì la mano nelle mie mutandine e cominciò a accarezzarmi la passera bagnata e calda. A mia volta gli calai la zip dei pantaloni e presi a massaggiargli il cazzo in una sega delicata e lenta, avvertendo un bel cazzo grosso e caldo nel pugno.

Pian piano mi calò la gonna e la brasiliana, lasciandomi nuda dalla cintola in giù e prese a leccarmi la vulva. Era bravissimo nel suo lavorio sulla mia fica facendomi godere tantissimo. Era bello sentire il suo respiro caldo tra le cosce mentre me la succhiava, la leccava con una passione incredibile. Dopo qualche minuto mi chiese di prenderglielo in bocca. Gli calai i calzoni e le mutande giù fino alle caviglie, lui tirò indietro il sedile e lo inclinò un po’. Mi prese la testa e me la calò sul cazzo. Avvertii forte l'odore della cappella che mi eccitò e mi attirò e così presi a fargli un pompino.

Nel silenzio, si sentiva solo lui che mugolava ed i rumori tipici della mia bocca sulla sua cappella. Lo spompinavo in maniera deliziosa ed eccitante, con la lingua sulla cappella che sembrava impazzita. Leccavo e succhiavo il cazzo sentendolo pulsare nella mia bocca, sempre più duro.

Al buio non potevo vederlo, così, curiosa, accesi la torcia del cellulare e vidi che aveva un bell’uccello, cappella gonfia e turgida e lo scroto che sembrava una sacca di cuoio scuro. Presi a leccare le palle riempiendole di saliva, me le portavo a turno in bocca ingoiando tanti peli, mentre la mano andava su e giù sul cazzo. Poi salivo pian piano fino a ingoiare la grossa testa del cazzo. Mano sulle palle, andavo su e giù in un pompino da favola godendo tantissimo e facendo impazzire di piacere lui che mugolava e si lamentava dal forte piacere. Spostata la sua cravatta che mi dava fastidio mentre pompavo, leccavo la cappella, il frenulo e il prepuzio, succhiavo e ciucciavo il cazzo infoiata al massimo. Mi resi conto che, così facendo, lo avrei fatto venire subito e, data l’età, riportarlo in erezione per poi scoparmi, sarebbe stata un’impresa difficile, così gli chiesi di mettermelo in fica ora che era durissimo.

Passammo sul retro dell’auto, mandò in avanti i sedili, mi sistemò a pecorina e mi penetrò con vigore e forza. Sentivo il cazzo che entrava ed usciva dalla mia fica mandandomi in estasi, ad ogni affondo rilassavo i muscoli accogliendo il suo uccello, per poi stringere per dargli maggior piacere, mentre, da sotto, allungavo la mano ad accarezzargli i testicoli. Lui sembrava gradire molto questo mio trucchetto, perchè mi scopava con passione e forza sempre crescenti, io mugolavo ad ogni colpo che mi assestava, sentendo il suo addome prominente sbattere sul mio culo. Da troia quale sono, venni in maniera intensa e prolungata, strillando e sbrodolando una marea di umori vaginali, mentre lui, ficcato il pollice nel mio culo, continuava a pomparmi come un forsennato. Ad ogni colpo, mi faceva sbattere la faccia allo schienale, mentre con le mani allargavo il culo per offrirgli tutta la mia fica.

Aveva una resistenza insospettabile ed infatti si fermò e provò a mettermelo in culo…. Fece tanti tentativi, ma non riuscì nel suo intento rimanendo imbarazzato. Anche se mi spiaceva non poterlo prendere nel culo, lo tranquillizzai dicendogli di non sentirsi in imbarazzo. Così si sedette e mi fece salire su di lui di spalle in uno smorza candela splendido. Con la mano mi toccavo la figa mentre saltavo letteralmente sul suo cazzo con una forza incredibile tale che l'auto saltellava sugli ammortizzatori, ad ogni colpo mi entrava l’intero cazzo in figa producendo un rumore che nel silenzio sembrava rimbombare per tutta l’area. Intanto mi afferrò le tette da sotto e prese a sballottarle oscenamente. Testa riversa all'indietro, da grande porca, mi godevo il cazzo dell'uomo che entrava ed usciva ritmicamente dalla mia figa calda, accogliente e bagnata.

Ma lo volevo in culo, lo bramavo e lo desideravo, volevo farmi spaccare anche da lui, e così presi l'iniziativa e, pian piano, mi impalai su di lui facendolo entrare nel mio buco anale. Uhm che bella sensazione sentirmi il cazzo dello sconosciuto mentre mi "faceva" il culo. Andavo su è giù violentemente facendolo entrare tutto nello sfintere, tutto fino a che il mio culo si adagiava sul suo addome, il cazzo completamente sparito dentro di me…. Un cazzo che mi impala mi manda in visibilio e così venni rumorosamente squirtando tantissimo, mentre lui godeva come un animale.

Dopo qualche minuto di tale lavorio mi disse che stava per venire e così, desiderosa di ingoiare la sua sborra, mi alzai, mi adagiai tra le sue cosce e presi a ciucciargli di nuovo il cazzo. Aveva un odore eccitante, umido dei miei umori ed il sapore era aspro, acidulo.

Succhiavo e ciucciavo la cappella gonfia come in estasi, mentre con la lingua la titillavo, poi salivo su e giù per tutta l’asta, ad occhi chiusi mi stavo lavorando il cazzo mungendolo al pensiero del premio finale che mi attendeva e che non si fece di certo attendere. Lui godeva da matti, con gli occhi chiusi e la testa riversa all'indietro, alzava ritmicamente il bacino sotto i colpi della mia pompa, prigioniero ma felice del piacere che la mia bocca gli stava donando, quasi in trance, ad occhi chiusi si godeva il pompino fino a che, carico all'inverosimile e cogliendomi di sorpresa, un fiume di sborra calda cominciò ad uscire dalla cappella a getti densi e caldi. Il primo schizzo mi sporcò il tailleur all'altezza della spalla sinistra, gli altri schizzi presero invece a colpirmi il naso, gli occhi e a colare sul cazzo. Mentre venni per la terza volta, raccoglievo la sborra avidamente con la lingua e la ingoiavo con immenso piacere fino a che non si calmò e prese ad afflosciarsi. Io continuai a tenere il cazzo in mano, continuando a leccarlo delicatamente, sazia di sperma e di uccello.

Rimanemmo qualche minuto così, in silenzio, sazi di sesso e di libidine, appagati nei nostri desideri laidi…. Il giorno dopo mi ritrovai delle escoriazioni dovute allo sfrigolio sulla tappezzeria della sua auto, oltre al tailleur da portare in tintoria per non far notare la grossa chiazza al mio compagno, ma sazia ed appagata dal mio ennesimo tradimento.... Non l'ho mai più rivisto ne sentito.

È giunto il momento di tornare un po' indietro nel tempo, precisamente negli anni ’80 quando ero una adolescente che già amava il cazzo in maniera incredibile. Ero fortemente attratta dagli uomini adulti, dai maschi maturi e fu così che ebbi un’esperienza proprio con un bidello del mio liceo, avanti con l’età ma ben dotato e grande porco.

Capitolo 10: Prime esperienze 1 – culo rotto.

Primi anni '80, quando per un ragazzetto ottenere un semplice bacio da una coetanea era ritenuta un'impresa titanica, non certo come oggi con le ragazzette che non ricordano il loro primo bacio, ma ricordano però bene il loro primo pompino. 

In quel contesto, mi ergevo al di sopra delle altre perchè, già da ragazzina di 13 anni circa, pensavo tantissimo ai cazzi, ne ero fortemente attratta e mi masturbavo almeno una volta al giorno, con le dita o con banane o con manici di spazzole, ma facendo attenzione a non andare mai troppo a fondo per evitare di sverginarmi. Il momento della prima volta è unico nella vita, perchè sprecarlo con una banana? Pomiciavo tantissimo, addirittura, durante una visita ai miei zii in campagna, quando avevo da poco compiuto 13 anni, feci un pompino da inesperta ad un mio cugino ventenne facendomi venire in bocca.

Sbirciavo le riviste porno come avrebbe fatto un maschio, e mi eccitavo a vedere quei grandi cazzi dalle cappelle dure ed invitanti (come dimenticare il mito anni '80 del cazzo gigante di John Holmes?), quei pompini clamorosi, quei fiumi di sborra, quelle inculate profonde, quelle posizioni così eccitanti e, immedesimandomi nelle troie di turno... giù ditalini a gò-gò immaginando di essere al loro posto a ciucciare un bel cazzo duro.

A 16 anni già sparavo pompini e seghe con gusto, già mi facevo leccare e solleticare la passera nei bagni, quando marinavamo la scuola, alle gite, alle feste; c’era stato anche un gran "69" con il "maschione" della classe di 17 anni. Nudi, in una casupola abbandonata, di primo pomeriggio, ci divertimmo tantissimo con le bocche e fu in quella occasione che ingoiai, per la prima volta, la sborra. Mi piacque il sapore, mi eccitò tanto il mandarla giù, l’imbrattarmi tutta la bocca di seme caldo e denso.

Ero insomma una gran troietta con una gran voglia di iniziare a fare sul serio e sognavo tanto fare un pompino ad un uomo maturo; non intendevo ancora perdere la verginità, per cui mi sarei accontentata di fargli una bella pompa con ingoio. All’epoca mi eccitava da morire un bidello del mio liceo, un anziano sui 70 anni, grasso, in procinto di andare in pensione, presumo ora defunto, essendo trascorsi tantissimi anni.

Ero una gran bella fighetta, capelli castano scuri corti con frangetta (a-là Valentina di Crepax), seni già ben formati e sodi, bel culo e faccia indisponente e maliziosa da vera monella. Mi ritenevano la più "bona" della scuola, quella "che baciava benissimo", "quella che già lo aveva preso in bocca" e non c'era ragazzo che non desiderasse un mio pompino.

Pian piano, fantasticando intimamente porcate al limite della decenza, cominciai ad essere gentile e ciarliera con il bidello, mi comportavo in maniera provocante ed eccitante con lui, cosa che notò senz'altro perché prima non lo degnavo di una parola o di uno sguardo, nonostante fantasticassi su di lui masturbandomi moltissimo al suo pensiero.

Un giorno in cui avevo fatto rientro a scuola dopo pranzo per recuperare in matematica (la mia bestia nera), ero sola soletta intenta a fare degli esercizi in aula, quando entrò lui. Visibilmente felice di vedermi, si attardò a parlare con me cosa che accettai di buon grado.

Con il passare dei minuti, aumentava in me sempre più la voglia di prendere il suo cazzo in bocca e così decisi di fargli capire, senza peli sulla lingua, quanto amassi il cazzo e quanto desiderassi fare porcate con un uomo adulto. Lui a questo punto, visibilmente eccitato, mi chiese se fossi disposta a farlo con lui che aveva ben 72 anni ed io risposi che lo desideravo già da tempo. Gli dissi, con sguardo provocante, che avrei tanto voluto divertirmi con lui e che, il fatto che fosse così tanto più anziano di me, mi eccitava ancora di più. Ero pazza di desiderio.

Si alzò e mi chiese se fossi convinta nel mio intento ed io, eccitata all'inverosimile, adagiandomi sullo schienale della sedia, mi scostai dal banco allargando un pò le cosce e presi ad accarezzarmi la fica da sopra i jeans e, guardandolo con aria invitante, gli risposi che, nonostante avessi 16 anni, ero consenziente, che volevo farlo e quindi nessuno poteva obiettare nulla. Unica condizione, per ora solo giochetti orali, in quanto non volevo perdere ancora la mia verginità.

Lui, tranquillizzato dalle mie parole, si disse d'accordo e così, impaziente, aggiunsi che avevamo anche tutto il tempo necessario visto che i miei genitori erano tranquilli, sapendomi a scuola a studiare e quindi, al diavolo la matematica, ero pronta anche subito, ora che ero eccitatissima dalla situazione e tantissimo da lui, che avevo voglia, una gran voglia di cazzo, ero curiosa di vedere le dimensioni del suo attrezzo, di giocarci in maniera indecorosa, di godermelo finalmente nella bocca.

Il vecchio, che ben presto avrei scoperto essere un gran porco, mi propose di appartarci nella sua piccola casa adiacente. Accettai senza esitazioni e lo seguii attraverso i corridoi semi deserti della scuola, con il cuore che mi batteva fortissimo nel petto e con un solo ed unico pensiero fisso: il suo cazzo che desideravo prendere in bocca da tanto tempo e che ora avrei finalmente ciucciato. Non immaginavo che in realtà, avrei avuto anche una bella sorpresa...

Viveva solo, quindi la casa era deserta. Andammo subito in camera da letto e, nel silenzio di quel pomeriggio primaverile, ci spogliammo completamente nudi. Lui era moro di carnagione, capelli e peli ormai bianchi, era grasso, con pancia prominente e peloso come un orso (infatti lo soprannominai scherzosamente "il mio orso"). Ovviamente, il mio sguardo venne rapito dal suo cazzo che mi sorprese piacevolmente, viste le dimensioni ragguardevoli. Era già in tiro, la cappella scura ed appetitosa, lo scroto gonfio… insomma, niente a che vedere con quelli dei miei coetanei assaggiati finora, pensai tra me e me. Aveva un cazzo da cinquantenne più che da ultra settantenne.

“Che bello”, pensai… già pregustando quel bel cazzone, dritto e duro, reduce da chissà quante battaglie in gioventù. Finalmente, ciò che da tempo desideravo ardentemente nei miei sogni erotici più proibiti, era lì di fronte a me, era realtà, era a mia completa disposizione e così, con sua grande sorpresa, mi inginocchiai decisa e presi ad accarezzarlo, a scappellarlo con un movimento ritmico della mano, lo sguardo rapito dall'uccello del vecchio bidello. Mi alzò la testa e mi avvisò dicendo, con voce melliflua, che mi avrebbe devastato di sborra, perchè le sue venute erano sempre state abbondantissime, figuriamoci adesso che era da tempo che non eiaculava e che non amava di certo fare auto erotismo. Insomma mi lasciò capire che aveva i coglioni molto carichi di sperma. Infatti aveva uno scroto grandissimo.

Sentendo ciò, eccitata ed impaziente, emozionata e in soggezione, mi feci coraggio e, avvertendo l'odore pungente e forte del cazzo, chiusi gli occhi ed accolsi la cappella dura in bocca.

Inginocchiata, completamente nuda, cominciai a sparargli un pompino con le mani appoggiate alle sue cosce, mentre lui mi reggeva il mento con la mano, il corpo inarcato all’indietro per offrirmi tutta la lunghezza del suo cazzo. Ma, mentre lo succhiavo, fui colta da una forte nausea; in fondo ero ancora una ragazzetta, non ancora così esperta e lui non era di certo un adone, anzi era piuttosto brutto, grasso, pelosissimo, ma soprattutto, era un vecchio. Mi ritrovai a pensare che, una cosa era immaginarle certe cose, tutt’altra cosa il metterle in pratica. 

L'odore pungente ed il sapore acidulo della cappella, i numerosi peli pubici che mi finivano in bocca, mi bloccarono portandomi a tirare fuori il cazzo dalla bocca, con veri e propri conati di vomito, mentre sputavo saliva e peli. Lui mi chiese cosa avessi, se avessi cambiato idea, se il suo "attrezzo" non fosse di mio gradimento.

Queste parole mi portarono ad un'eccitazione così intensa che mi divenne impossibile resistere. Infatti, le sue parole e la situazione in cui io, completamente nuda, giovanissima a fare porcate con un uomo di 72 anni, furono come una molla che fece scattare in me qualcosa di irrazionale, una eccitazione estrema, quasi bestiale, che mi faceva sentire troia, "sporca" e così, con espressione disgustata, mi imposi di riprendere il pompino interrotto con maggiore foga. Una sensazione fantastica il pensiero di stare lì, nuda davanti al mio maschio adulto, nudi a fare porcate, senza nessuna remora o divieto, senza alcun ritegno; ero indecorosa mentre spompinavo quel vecchio laido.

Lottando contro me stessa e contro il ribrezzo, ripresi così il cazzo in bocca; mi disgustava ma mi piaceva, anzi, il disgusto aumentava il piacere che mi portava così a fare un pompino incredibile all’anziano. Più sentivo l'odore della sua cappella dura e più la leccavo, la sbocconcellavo, la ciucciavo come impazzita, come in estasi. Mi godevo quel cazzo che mi riempiva la bocca, lo sentivo pulsare, vibrare sotto i colpi delle mie labbra e della mia lingua. Titillandomi la figa con un dito, pompavo come una matta, indecorosamente gli ciucciavo la cappella, mugolavo dall’intenso piacere che mi provocava fare il pompino.

Lui, in piedi a gambe larghe, apprezzava molto il servizietto che gli stavo facendo, mi accarezzava la nuca ed il collo mentre glielo succhiavo con una voglia ed una determinazione incredibili. Con prolungati mugolii, ingorda, andavo avanti ed indietro facendo entrare ed uscire ritmicamente il cazzo dalla bocca, lo scappellavo con le labbra e lo ingoiavo facendolo sfilare in gola e con la lingua solleticavo la sua cappella turgida e gonfia. Ora, l'odore del cazzo del vecchio eccitato, da un lato mi disgustava tantissimo, dall'altro mi eccitava da morire. Sbavavo copiosamente mentre succhiavo e pompavo.

Non volendo correre troppo, dopo qualche minuto, ci stendemmo sul letto cominciando a pomiciare. Lui disteso ed io al suo fianco, nudi, ci baciavamo e leccavamo in maniera profonda, con le lingue impazzite, le sue mani callose e rugose mi palpavano l'intero corpo, mentre io presi ad accarezzargli il torace, a succhiare i suoi capezzoli e glielo presi in mano in una bella sega. Il bidello scese alla mia fighetta stretta ed immacolata, cominciando ad accarezzarla e titillarla con le dita. Ansimavo dal forte piacere, guardavo eccitata all'inverosimile il suo corpo laido, peloso, mi godevo le dita dell'anziano come una troia incallita. Ero bagnatissima.

Presi a leccargli tutto il corpo peloso mentre continuavo a segarlo. Scesi lentamente a leccare la pancia e l'ombelico del vecchio, poi mi abbassai sul suo cazzo e lo presi nuovamente in bocca avvertendo il suo sussulto di piacere provocato dal contatto delle mie labbra e della mia lingua sulla cappella. Sempre con una certa nausea che mi disegnava sul volto un'espressione disgustata, presi ad andare su e giù sull'uccello del bidello ad occhi chiusi, gli orecchini a cerchio che penzolavano da un lato all'altro dei lobi, in visibilio mentre, ingorda, pompavo, la bocca completamente occlusa dal cazzo, con le narici allargate in disperata ricerca di aria da respirare. Il vecchio porco si congratulò dicendomi, con voce rotta dal piacere intenso, che ero una giovane viziosa, una pompinara incredibile, che lo stavo facendo impazzire con la mia bocca calda, tenera e umida. Mi promise ancora una volta che avrei beccato tantissima sborra calda.

Mentre diceva ciò, mi invitò a posizionarmi a "pecorina" mentre lui si adagiò dietro e cominciò a leccarmi la figa ed il buco del culo. Bellissimo sentire che mi palpava i glutei allargandoli per entrare con la lingua nel mio culetto e nella mia fica umida, calda ed immacolata. Godevo come una matta, mugolando e roteando i fianchi, incapace di contenere il godimento, quando poi mi passava la lingua sul tratto sensibilissimo tra vagina e culo, sussultavo di piacere intenso, profondo.

Improvvisamente si fermò e cambiò posizione e sentii una decisa pressione sulla fica! Immediatamente mi ritrassi, dicendogli che tenevo alla mia verginità, feci per alzarmi per andare via ma il porcone mi tranquillizzò, dicendomi che aveva capito che non volevo perdere in quell'occasione la verginità, e che voleva solo ficcarmelo nel culo.

Non so cosa accadde in me, ero decisa solo a spompinarlo non certo a dargli la passera, ma mi eccitai tantissimo al pensiero di beccarmi il cazzo duro del bidello nel culo e, decisa profondamente a provare questa nuova sensazione, ripresi la mia posizione a carponi implorandolo di fare piano, perchè non sopporto il dolore fisico e lui mi tranquillizzò, dicendomi che sarebbe stato delicato. Prese da un cassetto un tubetto di un qualche lubrificante, lo spalmò sul suo cazzo duro, poi prese a leccarmi l'orifizio anale lubrificandolo per bene. Poi, pian piano, allargò i miei glutei e mi ficcò la cappella in culo.

Il dolore era insopportabile, strillavo con le lacrime e stringevo il lenzuolo tra le mani mordicchiando il cuscino sotto di me, mentre lui tirava fuori e poi reinseriva la cappella nel mio culo per svariate volte in modo da allargarmelo, poi piano piano ne fece entrare un altro pezzetto ed il dolore divenne ancora più acuto, poi lo tirava fuori e lo rificcava di nuovo. Ripetè questa manovra fino a che, ad un certo punto, mi ritrovai l'intero cazzo piantato in culo. Strillavo dal dolore, ma iniziavo anche a provare di contro un piacere mai vissuto finora, inedito, intenso e stupendo. Poi, dapprima delicatamente e poi con maggiore foga, cominciò ad incularmi in maniera esperta, a sverginarmi il culo entrando ed uscendo col suo cazzo durissimo che mi ispezionava l'intestino.

Cominciai a godere tantissimo, lo imploravo di non fermarsi, di continuare a "farmi" il culo, di rompermelo, di allargarmelo sempre di più. Lo sentivo ansimare come un animale mentre mi fracassava il culo finora vergine e stretto, le sue mani sui miei glutei, sui miei fianchi, mi sentivo allargare tutta mentre mi inculava in maniera inesorabile. Avanti e indietro, avanti e indietro, lo sentivo fremere dentro di me, avvertivo come una sensazione di "strappo", come se mi stesse sventrando, un senso di pienezza che mi faceva sentire veramente porca. Nel silenzio del primo pomeriggio, si udivano solo i nostri gemiti di piacere e il rumore del suo addome sudato che sbatteva sul mio bel culetto sodo in maniera violenta ed animalesca. Fu durante questa inculata che raggiunsi un orgasmo così intenso e forte da farmi rabbrividire. Non pensavo più a nulla, il corpo scosso da fremiti incontrollabili mentre sentivo un liquido caldo e vischioso colarmi tra le cosce; ad occhi strabuzzati, lanciai un prolungato lamento di piacere intenso, acuto mentre godevo in maniera incredibile.

Ambedue eccitatissimi, senza alcuna parola e col culo in fiamme che mi bruciava, mi distesi su di lui in un classico "69", con il mio corpo giovane, esile e delicato adagiato sul suo, peloso e grasso. Mentre lui riprese a leccarmi fica e buco del culo, ormai profanato, io presi a lavorarmi nuovamente di bocca il suo cazzo con una foga, una voglia ed una capacità degne della più viziosa ed esperta pompinara. Gli accarezzavo i coglioni duri mentre lavoravo la sua cappella di labbra e lingua.

Uh quanto mi piaceva il cazzo del bidello, quanto mi eccitava il cazzo duro in bocca di quel maschio adulto, la situazione era incredibilmente eccitante e perversa, mi faceva andare fuori di testa. Adesso, l'odore della sua cappella, forte e pungente, oltre che disgustarmi mi eccitava tantissimo, da morire, quanto godevo nel sentire la sua lingua ispezionarmi le parti intime e sentirlo godere come un porco mentre, con espressione disgustata, gli ciucciavo e leccavo la cappella turgida.

Pensavo divertita e maliziosamente ai miei genitori, convinti che stessi studiando senza immaginare la realtà, senza minimamente sospettare che stessi studiando ben altro, ovvero il grosso cazzo del vecchio bidello che mi portavo in gola con una fame di cazzo inaudita. Immaginavo se mi avessero vista in quel momento, la loro figlia innocente, col culo rotto, completamente nuda in una posizione indecorosa intenta a spompinare con passione e voglia un cazzo adulto, duro e grosso, mentre lui leccava e profanava la mia intimità e questo pensiero mi eccitava ancora di più aumentando la mia voglia di cazzo e di sborra in bocca e portandomi a sparare un bocchino incredibile all'anziano sotto di me. Stringevo con ambedue le mani i coglioni duri del vecchio.

Andammo avanti così per circa un quarto d'ora. Ingoiavo il grosso cazzo del bidello, mugolando gli ciucciavo e succhiavo la cappella come una matta, la leccavo ad occhi chiusi, andavo su e giù sul cazzo accarezzandogli i coglioni duri, perchè sapevo che così facendo lo facevo impazzire di piacere e che quindi mi avrebbe ricompensato, riempiendomi di tantissimo sperma. Poi quando capivo che stava per esplodere, mi fermavo per prolungare quella splendida avventura e poi riprendevo. Lui mugolava e si dava da fare nel leccarmi e succhiarmi la passera e così, mentre lo spompinavo, venni di nuovo intensamente mandando un gridolino timido e prolungato, inondandogli il viso di liquido vaginale mentre ero consapevole, dal copioso liquido seminale che fuoriusciva dall'uretra e dal pulsare dell'asta, che anche lui era ormai prossimo a venire, che non ce la faceva proprio più, voleva liberarsi i coglioni. Da grande viziosa, leccavo il liquido seminale, ma volevo che mi sborrasse in bocca, ero impaziente, avida e ingorda di sperma. 

Mi adagiai alla sua sinistra e cominciai a baciarlo sulla bocca mentre lui si segava, poi mi sollevai e mi posizionai a pochi millimetri dalla cappella. Attendevo impaziente lo sperma del vecchio che non si fece di certo attendere. In contemporanea ad un suo prolungato urlo liberatorio, il primo schizzo abbondante, dal colore giallognolo e denso, partì fuori dall’uretra e fu così violento da finire sulla sua pancia fino ad arrivare al suo torace prendendomi di sorpresa, ma subito ingoiai la cappella ricoperta di sborra stringendola tra le labbra e facendola scivolare in bocca con lo sperma che si accumulava sul prepuzio e avvertii numerosi fiotti di sperma caldo, acidulo e denso che mi riempivano la bocca, impiastricciandomi la lingua, il palato, le gote arrivandomi fino in gola. Come mi aveva promesso, sembrava non volesse più smettere di eiaculare. Mi disgustava ma allo stesso tempo mi piaceva sentirne l’odore ed il sapore, tenevo la sborra in bocca assaporandola, per poi mandarla avidamente giù nello stomaco, bevevo finalmente il seme del bidello come fosse una coca. Finita la violenta ed abbondantissima eruzione, non ancora sazia, leccai e recuperai quella rimasta sulla sua mano, sulla pancia e sul suo torace dopo il primo violento schizzo, ingoiandola. Avevo ingurgitato tanto sperma e ne ero felice ed appagata.

Mi rivestii e, ringraziandolo per le bellissime sensazioni che mi aveva regalato, andai via dicendogli che ero decisa a volerlo fare ancora altre volte e infatti, da quel giorno, feci tantissimi pompini con ingoio al "mio orso", quasi tutti i giorni mi facevo inculare e succhiavo il cazzo del mio vecchio stallone, ingoiando con voglia pazzesca la sua sborra e venendo sotto i colpi della sua abile lingua o del suo cazzo ben piantato nel culo.

Rientrando a casa, sorridendo ma senza avere il coraggio di guardarli in faccia, dissi: "ciao papà, ciao mamma" e, per evitare che notassero la "mia innaturale camminata", passai veloce, mi lavai le parti intime ed i denti e mi rintanai nella mia camera, con un certo bruciore al culo ma sazia di sperma e senza alcun rimorso o il minimo pentimento per la porcata fatta con l'anziano porcone, con il "mio orso"...

Dopo che mi ero divertita tantissimo col bidello, ero ancora più propensa a farlo con i “vecchi” che mi eccitavano da morire….

Infatti, qualche tempo dopo, decisi di “farmi” il vecchio meccanico che mi riparava il motorino.

Capitolo 11: Prime esperienze 2 – verginità perduta.

Oramai da anni, dall’età di 16 anni, quasi ogni giorno venivo inculata e facevo almeno un pompino con ingoio all'anziano bidello del liceo, al "mio orso". Addirittura, un giorno arrivai a fargli 3 pompe nell'arco di una giornata e feci praticamente indigestione di sborra.

Era un periodo in cui spesso mi recavo dal meccanico per vari guasti al mio motorino, un "SI" amato compagno della mia giovinezza.

Il meccanico, che si chiamava Mario, era un uomo che aveva superato la settantina. Mi guardava insistentemente e con aria da gran maiale. Io, ragazza di 18 anni ancora vergine, ma già avvezza al sesso, sicuramente lo eccitavo, almeno a giudicare dagli sguardi che mi lanciava, nonostante non sapesse quanto fossi troia e viziosa; ovviamente non immaginava le mie porno avventure con il bidello della mia ex scuola. In ogni caso, stavo al gioco, mi eccitavo tanto al pensiero di eccitarlo e, sempre più spesso, mi ritrovavo a masturbarmi al pensiero di fare porcate con lui, uomo dall'aria da vecchio saggio, ma marpione, furbo e sicuro di se, sguardo da porcone con le mani tipiche del lavoratore, callose e ringrinzite, capelli completamente bianchi, ma mi attirava ancora di più proprio per questo. Avevo voglia di lui, ero decisissima a fare porcate con quel vecchio puttaniere.

Fu così che cominciai con prudenza a chiedere in giro notizie sul suo conto e venni a scoprire, come giù immaginavo e speravo, che era stato un vero e proprio puttaniere, uno che aveva sempre amato la fica e che aveva cornificato tantissimo la defunta moglie e che, cosa questa che mi fece raddrizzare le antenne, avesse ancora desideri inconfessabili. Un appassionato di sesso, insomma, come mi confermò anche una mia amica che mi aveva confidato di avergli fatto una sega per poi farsi sborrare in bocca, un gran porco! Capii così che gli piacevano le ragazze giovani...

Quanto lo desideravo, quanto avrei voluto fargli un pompino, dargli il culo, farmi leccare la passera e le tette da lui, da quel vecchio porco. Curiosa e vogliosa, passavo spesso davanti alla sua piccola officina notando che lui si accorgeva di qualcosa, sembrava consapevole di essere entrato nelle mie grazie, di interessarmi, anche se credo che non sperasse minimamente di riuscire a scoparmi, non immaginasse i miei desideri nei suoi confronti. Sicuramente, ignorava che pensavo tantissimo a lui masturbandomi.

Un pomeriggio mi recai in officina per far sistemare il mio "SI", e gli chiesi a che ora potessi tornare a riprendere il motorino. Lui rispose che, se avessi aspettato, mi avrebbe servita subito e così feci. Mentre lui armeggiava con il motorino, io andavo avanti e indietro, lanciando occhiate al vecchio mentre lavorava e poi fuori dal garage. Mi ero fatta crescere i capelli, ora lunghissimi, indossavo un paio di jeans, magliettina che mi lasciava scoperta buona parte della pancia e scarpe da tennis. Il culo, ben formato e sodo, mi svettava sotto i pantaloni, ne ero consapevole e notai che lui me lo guardava con una certa insistenza e con un'aria che non lasciava dubbi sui suoi laidi desideri. Le tette sode e dure, senza reggiseno, ballavano in maniera invitante. Subito lanciai un’occhiata fugace alla sua patta, ma indossando pantaloni larghi, non potei capire se si stesse eccitando, né tantomeno come ce l’avesse.

Improvvisamente, spezzando il silenzio che si era creato, mi chiese quanti anni avessi, ed io prontamente risposi di averne 18, di essermi diplomata e di vivere con i miei genitori. Lui mi disse di essere vedovo e di avere 74 anni. Mi chiese poi se avessi un ragazzo e, alla mia risposta negativa, si dimostrò incredulo chiedendomene il motivo. Maliziosamente, risposi che per il momento non avevo intenzione di avere storie fisse e durature, ma che intendevo solo “divertirmi” con i maschi. Come speravo, questa cosa dovette far scattare qualcosa in lui, perchè divenne più intraprendente e sfacciato. Infatti mi disse che trovava alquanto strano che non avessi un ragazzo in quanto ero veramente carina e ispiravo sesso! Mi salì il sangue in testa, sentivo le tempie battermi dall'emozione e fui colta immediatamente da una forte eccitazione. Gli chiesi perchè mai ispirassi sesso. Lasciando cadere ogni minimo segno di riservatezza, mi rispose in maniera diretta che avevo una faccia da vera troietta, un culo da sogno e due tette da brividi, oltre al fatto che il colore e la delicatezza della mia pelle lo eccitavano tantissimo. Aggiunse infine che sarebbe stato disposto addirittura a pagarmi se avessi voluto fare sesso con lui.

Fui colta da una forte soggezione e, abbassando lo sguardo, lasciai cadere la cosa, non risposi e mi limitai ad un timido sorriso, attesi che terminasse la riparazione e feci per andarmene, nonostante avessi una voglia matta di lui, mi sarei voluta inginocchiare li in quel momento e spompinarlo. Il vecchio porco dovette intuire questo mio irrefrenabile desiderio, infatti rifiutò il pagamento per la riparazione e mi scrisse su un foglietto il suo numero di telefono, dicendomi di pensarci su e che, qualora avessi cambiato idea, non dovevo far altro che telefonargli. Andai via custodendo gelosamente il suo numero telefonico.

Una volta a casa, pensai di essere stata una stupida a non aver accettato le avances del vecchio, corsi in bagno e, eccitatissima, mi masturbai al pensiero di quello che sarebbe potuto accadere con quel vecchio puttaniere. Per giorni non feci altro che pensare a lui, con le dita in fica immaginavo cose inenarrabili, sporche, proibite fino a che un mattino che ero sola in casa, non resistendo più al desiderio, lo chiamai...

Mi rispose e mi chiese cosa volessi! Rimasi sorpresa e gli feci notare che era stato proprio lui a darmi il suo numero di telefono da usare qualora avessi cambiato idea e quindi gli chiesi cosa ci fosse da capire, cosa potessi mai volere da lui! Scoppiò in una fragorosa risata apostrofandomi con - “sei una troietta” - mi disse che, se lo desideravo, potevo raggiungerlo in officina nel primo pomeriggio ed attaccò.

Mi sentivo in trappola, nelle mani di quel vecchio porco, furbo e pervertito; mi incuteva timore e soggezione, ma ovviamente ero intenzionata a raggiungerlo eccome, avevo tanta voglia del suo cazzo.

E così, verso le 14, feci un clistere per liberarmi l’intestino per bene, una veloce doccia, mi vestii con minigonna di jeans, shirt corta nera e scarpe da ginnastica, senza reggiseno, emozionatissima e intenzionata a fare grandi porcate con Mario. Uscendo di casa, dissi "Ciao mamma, vado da Laura". Mia madre si raccomandò di non fare tardi ed io la rassicurai dicendole di non preoccuparsi.

Sul motorino, mentre percorrevo la distanza che mi separava dal vecchio, il mio pensiero fisso andava al suo cazzo, avevo una grande voglia di vederlo, toccarlo, di prenderlo finalmente in bocca, di succhiarlo fino allo sfinimento fino a farmi sborrare in bocca, non avevo esitazioni, e se avessi scoperto che aveva un uccello grosso, ero intenzionata a dargli anche il culo. Non vedevo l’ora di arrivare da lui.

Raggiunta l'officina, il vecchio mi fece entrare e salimmo nella sua casa. Praticamente l'officina era il garage della sua abitazione. Ci accomodammo su un divano, chiese se potesse offrirmi qualcosa e risposi che stavo a posto così, che avevo appena pranzato.

Mi guardava fisso in volto, mi squadrava le tette che avevo avuto cura di mettere bene in vista, fino a che cominciò ad accarezzarmi la testa, lisciandomi i lunghi capelli neri in maniera affettuosa, come un ragno che pregusta la sua preda. Sentire quella mano che, da dietro la nuca scendeva fino al collo, mi provocava brividi e lui se ne accorse, chiedendomi cosa avessi. Risposi che se faceva così, mi eccitavo e lui rispose che era proprio quella la sua intenzione. Mi chiese se volessi dei soldi per fare sesso con lui, ma risposi prontamente che non ero una puttana, ma che volevo farlo semplicemente perchè ero troia e viziosa e mi eccitava la situazione e fare maialate con un uomo anziano. Senza più traccia di soggezione, aggiunsi che mi piaceva il cazzo.

Visibilmente eccitato, mi chiese di spogliarmi, di regalargli una sorta di spogliarello personale. Senza una parola, mi alzai in piedi e, guardandolo negli occhi, con movimenti lenti, mi sfilai la shirt mostrandogli le mie tette che presi a palparmi, poi, pian piano, con le mani ed un movimento di bacino, abbassai la minigonna e la mutandina e le lanciai da una parte, rimanendo con le sole scarpe completamente nuda di fronte al vecchio puttaniere. A questo punto gli chiesi apertamente cosa volesse da me. Mi rispose che voleva godere del mio corpo, voleva fare sesso con me ed infine, mi chiese se anche io avessi tale desiderio. Gli feci notare, maliziosamente, che già l'essermi spogliata completamente, doveva essere una risposta più che chiara e comunque, lo rassicurai circa il fatto che anche io volevo fare sesso con lui. Infoiata, senza più alcuna vergogna né soggezione, aggiunsi che volevo il suo cazzo.

Mi fece avvicinare e cominciò a toccarmi tutto il corpo, ad accarezzare i seni, i glutei che mi pizzicava fino a sfiorare con un dito la mia fica che subito iniziò a bagnarsi. Si chinò di poco e prese a leccarla con colpi che da sotto salivano sopra a lapparmi le labbra ed il clitoride duro e vibrante. Con gli occhi chiusi, mi godevo quelle leccate profonde ed intense lamentandomi in piena estasi sessuale.

Infoiata, con aria da troia incallita, mi sedetti accanto a lui, gli tolsi la camicia, gli slacciai la cintura e calai i suoi calzoni insieme alle mutande alle sue caviglie. Lui tolse le scarpe, sfilò gli indumenti rimanendo ambedue nudi. Il cazzo era già dritto e duro, appoggiato alla sua pancia prominente, già scappellato ed invitante.

Timidamente gli allargai oscenamente le cosce, glielo presi in mano ed iniziai ad andare su e giù in una sega lenta, maliziosa. Lui mi lasciava fare e mi guardava con un sorriso beffardo mentre mi accarezzava le tette fino a che mi prese la testa e se la portò sulla bocca iniziando a baciarmi volgarmente. Io contraccambiavo ciucciandogli la lingua, giocherellando con le sue labbra che mordicchiavo. Lo sentivo mugolare, mentre il cazzo che tenevo in pugno, si faceva via via più duro e pulsante. Nonostante i suoi 74 anni era ben dotato, il suo cazzo era scuro, lo scroto sembrava una sacca di cuoio, la cappella invitante e turgida, violacea e piena di desiderio, sbordante dall'asta, dal diametro più largo, come piace a me, cappellone che richiamava alla mente la testa di un grosso fungo. Andavo su e giù con la mano sull'asta calda avvertendo i noduli del cazzo duro.

Sempre con la mano sul mio collo, mi costrinse a scendere fino a che mi ritrovai con la faccia a pochi centimetri dal cazzo. Pungente, mi arrivò il forte odore della grossa cappella. Persa completamente la testa, mi inginocchiai a pecorina di lato e, accarezzando i coglioni, cominciai a leccare la cappella con una insaziabile voglia di cazzo, la lappavo, la circondavo con le labbra strette sul bordo mentre la lingua la titillava donandogli un piacere intenso. Poi scesi giù fino ad ingoiare praticamente tutto il cazzo del vecchio e presi ad andare su e giù sull'asta che entrava ed usciva dalla mia bocca ritmicamente, mentre il vecchio porco mi teneva fermi i capelli.

Lo mandavo giù in gola al punto che il naso lambiva la sua coscia. Ogni tanto mi fermavo, alzavo lo sguardo e gli sorridevo con la bocca lorda di saliva e di suo liquido seminale, poi lui allargava l’uretra con le dita invitandomi a ficcarci la lingua cosa che io facevo con delicatezza mandandolo in paradiso; ripetemmo questo giochetto varie volte fino a che mi spinse con forza la testa sul suo cazzo ed io ripresi a pompare alacremente. Mentre lo spompinavo, avvertivo il forte odore della cappella misto ad un retrogusto di urina, intanto lui mi accarezzava la schiena fino a scendere al culo che mi palpava facendomi godere, quando poi mi ficcò un dito in culo ed uno in fica masturbandomi, cominciai a mugolare sommessamente mentre godevo come una matta. Lo misi al corrente che ero vergine e di andare piano col dito in fica.

Godendo tantissimo, aumentavo il ritmo della pompa, andando velocemente su e giù sul cazzo, poi mi fermavo e leccavo i coglioni fino a salire pian piano e ritornare alla cappella che sbocconcellavo, leccavo e succhiavo. Me la coccolavo facendo in modo che lambisse tutta la mia bocca, palato, gote, lingua e gola. Me la strofinavo sul viso, sulle labbra, sulla fronte, viziosa ed eccitatissima. Ad un certo punto, mi fece fermare, si distese e mi invitò a salire su di lui in un 69. Lo feci immediatamente e, sentendo il suo corpo caldo sotto di me, glielo scappellai con le labbra facendolo scivolare in bocca, mentre lui era indaffarato a palparmi le chiappe ed a leccare con voluttà e passione culo e fica.

Mentre mi leccava, andavo su e giù sul suo cazzo ingoiando la cappella e tenendo con ambedue le mani i coglioni, ero così assatanata nel fargli quel pompino che mi doleva il collo.

Eccitata all'inverosimile, volevo che mi facesse il culo e così, con un filo di voce, gli chiesi di incularmi. Rimase interdetto, all'epoca, negli anni 80, non era certo frequente trovare una ragazza così giovane che lo prendesse già in culo, addirittura chiedendolo chiaramente.

Senza più esitazioni, mi fece mettere a pecora sul divano, si sistemò dietro di me e allargandomi le chiappe, appoggiò la cappella sulla rosellina ed entrò nel mio intestino. Mi disse che ce lo avevo già bello largo, aveva capito che non ero affatto vergine di culo e scoppiò in una risata di compiacimento dicendo che ero una giovane porca. Mi inculava con esperienza e bestialità. Appoggiata sui gomiti, con la testa tra le braccia, stravolta dal godimento sentivo il cazzo di Mario che mi stantuffava da dietro, avvertivo i noduli del cazzo che mi frantumavano il culo, ad ogni affondo mi faceva sbattere sul bracciolo del divano, poi mi afferrò una scapola tirandomi indietro e facendomi entrare l'intera asta in corpo.

Nonostante l'inevitabile dolore che mi provocava quella mazza in culo, godevo da impazzire, il pensiero che un vecchio laido, un puttaniere attempato mi stesse inculando, mi eccitava all'inverosimile fino a che, dopo qualche minuto, venni strillando e dimenandomi nel piacere incredibile che provavo, mentre mi succhiavo il pollice.

Ora il vecchio voleva la mia fica. Lo misi al corrente che non intendevo ancora perdere la verginità e lui sembrò capire, ma evidentemente il desiderio era così forte che iniziò a cercare di convincermi a dargliela. Una parte di me avrebbe voluto, ma un'altra parte più razionale, mi impediva di farlo. Però ero eccitatissima e così, dopo qualche minuto di esitazione, su sua insistenza e grazie alle sue paroline ben mirate, mi convinse a dargliela.... Nel frattempo però, aveva perso un pò di erezione e così si mise in piedi davanti a me seduta sul divano.

Capii subito cosa volesse che facessi e così, con abili giochetti di bocca e lingua, riuscii a riportarlo al massimo dell'erezione. Seduta davanti a lui, gli feci una pompa irresistibile facendogli venire di nuovo il cazzo durissimo.

Timorosa, gli chiesi di fare piano, lui mi rassicurò e mi fece distendere sul divano, mi alzò le gambe e si mise su di me. Appoggiò la cappella alla fessura e pian piano mi penetrò a "la missionaria". Era entrata solo la grossa cappella ed avvertii più che dolore, una specie di fastidio, poi però quando pian piano entrò quasi interamente, sentii come uno strappo. Infatti, con non poche difficoltà, mi aveva penetrato la fica stretta rompendomi l'imene, sverginandomi. Non uscì sangue, ne sentii dolore, ma cominciai invece a provare un piacere per me inedito che mi portava a mugolare fino a che iniziai a collaborare afferrando i suoi glutei per farlo entrare sempre più in profondità.

Lo vedevo muoversi in su e in giù ritmicamente sorreggendosi sulle braccia con il suo corpo che mi copriva quasi totalmente, mentre mi sfondava la fica godeva come un folle sudando ed ansimando. Ovviamente avevo paura che mi venisse dentro con le conseguenze disastrose che ne sarebbero potute scaturire, così mi raccomandai di stare attento a non sborrarmi dentro. Non mi rispose, ma era estremamente esperto e quindi ritornai tranquilla a godermi la mia prima scopata completa. Lo misi al corrente che desideravo che mi venisse in bocca.

Rispose che c’era ancora tempo prima che mi beccassi una bella sborrata in bocca continuando a scoparmi con forza. Dopo alcuni minuti, mi disse di volermi scopare a pecorina, mi fece inginocchiare prona sul pavimento ai piedi del divano, si posizionò dietro e prese a pomparmi nuovamente in questa nuova, eccitantissima posizione. Con il passare dei minuti, nonostante la mia fica si allargasse sempre più facilmente permettendogli di entrare con sempre maggiore facilità, si fermò e potei vedere il suo cazzo macchiato di rosso. Cominciai a sanguinare un pochino ed a sentire un pò di bruciore alla patata, ma non mi importava, e così lo implorai di continuare, di spaccarmela senza pietà. Il porco, felice ed eccitato come un animale, con le mani appoggiate sul mio culo, riprese a scoparmi di nuovo con ancora più forza e desiderio.

Sentivo il cazzo che entrava ed usciva dalla fica provocandomi tanto godimento, ad occhi chiusi godevo e mugolavo mentre mi trombava, mi scopava inesorabile. Una sensazione stupenda sentire il cazzo del vecchio porco che mi esplorava le parti intime, sentirlo allargarmi la patata con una sensazione di pienezza, facendomi sentire troia ed estremamente porca. Mentre mi pompava dandomi della troietta, venni una seconda volta e l'orgasmo fu veramente intenso ed appagante, mentre mi avvisò che stava per sborrare, che era questione di attimi, di tenermi pronta ad accogliere lo sperma in bocca come gli avevo detto.

Quanto mi infoiò questa consapevolezza, la certezza che, tra breve, avrei beccato una bella sborrata abbondante in faccia ed in bocca. Amo la sborra, ne sono golosa ed amo ingoiarla. Non resisteva più, ed infatti con un urlo prolungato, lo tirò fuori grondante liquido ed un pò di sangue, mi fece rigirare velocemente, mi tenne ferma la testa con una mano e mi sborrò con violenza in faccia.

"Dai troietta, beccati questa bella crema in bocca, ingoiala tutta, porca, dai che ti piace tanto, non tirarti indietro proprio adesso"; con queste parole, il vecchio porco mi incitava a bere il suo seme caldo. Nuda, ai suoi piedi mentre si segava, osservavo estasiata la cappella che entrava ed usciva dal prepuzio in attesa dello sperma, mentre iniziò ad eruttare tantissima sborra calda e densa sul mio viso, sulla bocca spalancata, sulla lingua che tenevo fuori per accoglierla. Dio quanto sborrava quel vecchio... Bolle di saliva, mista a sperma, mi si formavano attorno alle labbra.

Fiotti densi e caldi mi colpivano i lunghi capelli, le labbra, la lingua, la faccia, ne ingoiavo il più possibile, mentre il resto mi devastava la faccia e mi colava sul collo in filamenti appiccicosi. Mi affrettai a pulirgli il cazzo con la bocca, leccando ed ingoiando i residui di sborra dalla cappella, dai coglioni e dalla sua mano che reggeva l'asta, mentre il vecchio mi diceva che ero stata bravissima, che ero proprio una troietta coi fiocchi. Io lo guardavo in faccia con ancora il cazzo in bocca, con sguardo languido, sazia di cazzo e di sborra, soddisfatta e felice di essermi fatta trombare da un vecchio di 74 anni.

Fu una grande scopata, la mia prima volta fu memorabile, avevo provato per la prima volta il cazzo in fica, oltre ad averlo preso nel culo ed essermi fatta sborrare in faccia ed in bocca da un uomo che poteva benissimo essere mio nonno e mi era piaciuto un casino. Ero consapevole che non potevo fare a meno di cazzo stagionato.

Mi rivestii dopo essermi rinfrescata nel suo bagno, asciugai alla meglio la ciocca di capelli colpita dallo schizzo di sborra e gli chiesi di mantenere il nostro segreto. Lui, da vecchio marpione e puttaniere navigato e di esperienza qual era, mi rassicurò circa il fatto che sarebbe rimasto un segreto tra di noi, a patto però che mi sarei fatta scopare di nuovo da lui di tanto in tanto. Io lo rassicurai dicendogli che quando voleva, bastava che mi chiamasse e sarei stata sua di nuovo. Gli diedi il mio numero di telefono raccomandandomi, qualora mi avesse chiamato, di dire che si trattava del motorino per non insospettire i miei genitori.

Andai via sazia e serena e con la fica rotta. Avevo donato la mia verginità al vecchio meccanico che me l’aveva rotta per bene.

Tornando all’attualità della mia intensa vita sessuale da donna matura, devo confessare che una mia grande passione sono gli uomini di colore. Avevo sempre sognato di fare porcate con un bel nero, magari ben dotato e resistente. Infatti, qualche anno prima, avevo scopato con gusto e libidine con il nero fuori dal supermercato. L’atto esotico dell’accoppiamento con un maschio di etnia diversa, mi ha sempre eccitata da morire. Fu così che, un pomeriggio, ebbi l’occasione di agganciare un bel maschio nero, il secondo della mia vita.

Capitolo 12: Il nero incontrato per strada.

Pomeriggio. Con fuseaux neri, maglietta e scarpe da ginnastica, mi rendevo conto, nonostante i miei 52 anni, di essere ancora eccitante ed invitante per qualsiasi maschio. Infatti “attraevo” sia giovani dai 17/18 anni in su in cerca di una milfona esperta, sia uomini miei coetanei, fino ad arrivare a vecchi porci.

Passeggiavo tranquillamente ascoltando musica con le cuffiette, quando incrociai un nero piuttosto coatto, alto, con i capelli da rasta avvolti in una bandana, muscoloso e subito pensai maliziosamente, tra me e me, sicuramente con un grande cazzo da vero toro tra le cosce.Inutile dire che mi sentii immediatamente attratta sessualmente da quel bel maschione e così iniziai a fantasticare e desiderare le cose più sporche da fare con quel nero sconosciuto. Mi venne, improvvisa, la voglia di fare la troia, di darmi completamente a lui, di farmi fottere.

Mi fermai e guardandolo, mi appoggiai ad un muretto cominciando a simulare degli esercizi, sparandogli volutamente delle pecorine incredibilmente sexy ed invitanti, tanto che il negrone dovette eccitarsi non poco, perchè mi sorrise con sguardo malizioso. In pochi attimi lo agganciai sorridendogli a mia volta e ci sedemmo sul muretto. Mi feci offrire una sigaretta e fumammo insieme, cominciando a parlare del più e del meno.

Mi disse di avere 27 anni, di essere senegalese e mi confessò di piacergli molto. Io lo misi al corrente di avere un compagno ma, altrettanto in fretta, gli confessai che non era un problema, che anzi, amavo tanto trasgredire e tradirlo e che anche lui mi piaceva tantissimo, addirittura, senza freni inibitori, gli dissi che mi eccitava da morire e gli chiesi timidamente se fosse disposto a “soddisfare” una donna di 52 anni impegnata. Lui non solo rispose che era disponibile, ma aggiunse di ritenersi fortunato che lo avessi “scelto” e che mi avrebbe “trombato” molto volentieri.

Scoppiammo a ridere e, con fare malizioso da gran troia, gli chiesi come ce “l’avesse”, confessandogli che amavo il cazzo duro e grosso. Lui, visibilmente eccitato, mi rassicurò garantendomi che era un fuoriclasse, sia per le dimensioni, sia per la sua abilità a letto. Aggiunse che se volevo, me lo avrebbe fatto vedere, se mi piaceva era tutto per me, avrei potuto farci tutto quello che desideravo, altrimenti pazienza. Con la brasiliana già bagnatissima dalla mia fica in fiamme, accettai subito rispondendo che adesso ero decisamente molto curiosa di vederlo.

Continuammo a fare battute, da finta ingenua gli guardavo la patta e lo stuzzicavo, dicendogli che non sembrava che fosse così grosso come asseriva, con lo sguardo fisso sulla sua patta mi mordicchiavo il labbro inferiore e gli chiedevo di farmelo vedere li, subito. Ovviamente non era possibile, ma visto che in quel momento non passava anima viva, poggiai un dito sulla patta dei pantaloni, come una liceale alle prime armi. Quando poi lui, ormai arrapato come un animale da monta, divenne apertamente disinibito dicendo che desiderava sfondarmi e farmi godere… beh, persi completamente la testa, mi fece eccitare tantissimo e, decisa sempre più a farmi fottere da lui, gli dissi senza più indugi di voler provare il suo attrezzo.

Impaziente, lo misi al corrente di avere l’auto nei paraggi e che potevamo andare subito, con prudenza e cercando di non dare nell’occhio, a casa mia a trombare e lui non se lo fece di certo ripetere due volte.

E così ci recammo da me.

Una volta arrivati, gli dissi di essere piuttosto sudata e che avevo bisogno di una doccia, ma lui disse che voleva “prendermi” così, sudata e strapazzata. Un brivido di piacere e di libidine percorse tutto il mio corpo e, presolo per mano, lo condussi in camera da letto dove cominciammo a baciarci. Era molto alto e facevo fatica a baciarlo, ma lui mi prese praticamente in braccio e, con le mani appoggiate alle chiappe, prese a slinguazzarmi per bene. Io contraccambiavo in un bacio profondo e prolungato. 

Prese a leccarmi il collo e dietro le orecchie (il mio punto erogeno per eccellenza), lo sentivo ansimare mentre mi leccava le orecchie eccitandomi ancora di più. Mi calò i fuseaux e la brasiliana, mi fece sedere sulla poltrona e cominciò a leccarmi fica e culo. Sentivo e vedevo la sua lingua esplorarmi l’intimità, sputava sul buco del culo e lo leccava avidamente, mentre due dita presero ad esplorarmi la vagina. Dopo qualche minuto, non ce la facevo più, volevo scopare, volevo il cazzo e glielo dissi.

Si alzò, si spogliò completamente nudo e si distese sul letto. Lo spettacolo che si parò ai miei occhi mi lasciò senza fiato. Un nero tatuato, un vero bull spaccaculi volgare, con un grosso cazzo nerissimo, umido, noduloso che aspettava solo i miei servizi da porca, era lì a mia completa disposizione. La cappella, fungo invitante e goloso, era turgida e violacea, gonfia e lucida. Trasbordava in maniera incredibile dall’asta, pulsante e dura. Reggeva dritto l’impressionante cazzo già durissimo segandoselo e guardandomi in attesa, mentre in fretta finivo di denudarmi, impaziente di godermi quell’uccello incredibile.

Completamente nuda, lo raggiunsi sul letto e mi adagiai al suo fianco e, mentre lo baciavo in bocca e gli leccavo i capezzoli, presi il grosso cazzo in mano cominciando ad andare su e giù in una gran sega. Duro, lo stringevo in mano e ne rimaneva fuori una buona metà tanto era grosso. Rapita da quello spettacolo e dall’eccitazione della situazione, vedevo il grande cazzo scappellarsi nella mia mano, durissimo, sentivo delle venature al tatto. Andammo avanti così per qualche minuto, assaggiandoci a vicenda. Mi accarezzava e palpava tutto il corpo.

Poi, impaziente di prenderlo in bocca, presi a leccare la grossa cappella con colpi decisi e profondi, leccavo il cazzo come fosse un cono gelato, filamenti appiccicosi di saliva si allungavano dalla cappella alle mie labbra. Emanava un odore di selvatico, misto all’odore tipico della cappella, il suo sudore ed i suoi umori avevano un profumo acidulo che mi faceva letteralmente perdere la testa. Intanto, tenendola stretta nella mano, gli leccavo tutta l’asta, la mordicchiavo di lato e sopra, arrivavo ai testicoli, li leccavo e succhiavo per bene e poi ritornavo alla cappella che ingoiavo avidamente. Era estremamente faticoso tenerla in bocca, era veramente grossa, gonfia, turgida. Mugolando di piacere, con la bocca allargata allo spasimo date le dimensioni, la circondavo alla base del prepuzio con le labbra a ventosa, avvertendo un vago odore di smegma. Intanto la lingua solleticava come impazzita l’uretra; ero eccitatissima mentre gli facevo quel pompino. Con la mano dietro la mia nuca, godeva tantissimo e mi osservava intenta a lavorarmi di bocca il suo cazzo, mentre con la lingua continuavo a solleticarne la testa, con le labbra la ciucciavo, la risucchiavo. Intanto gli accarezzavo il torace ed i coglioni e, ad occhi chiusi, presi ad andare velocemente su e giù sull’uccello tenuto fermo dal senegalese.

Il cazzo nero entrava ed usciva dalla mia morbida e calda bocca come fosse acciaio rovente nel burro, in un selvaggio pompino da manuale. Reso ancora più umido dalla mia saliva, era così duro da far spavento. Cercavo di prenderlo per intero in bocca ma con scarsi risultati, infatti, quando sentivo la cappella lambirmi la gola, notavo che ne avevo in bocca circa un terzo, di più non ne entrava. Fui colta più volte da conati, ma ero incapace di fermarmi, pompavo come una matta quel grosso cazzo nero, volevo ingoiarlo tutto. Mi scendevano le lacrime a causa dello sforzo di tenerlo in bocca. Intanto lui ficcò un dito nel mio culo iniziando a stantuffarlo.

Folle di piacere, in pochi minuti lo portai al massimo dell’erezione con la bocca e gli chiesi di mettermelo in fica. Mi posizionai carponi sui gomiti e sentii la pressione della sua cappella sulle labbra della mia passera. Fu una sensazione paradisiaca quando mi entrò completamente in corpo col suo cazzo esagerato, andava avanti e indietro a ritmo serrato, mentre le mani mi palpavano le tette ed i glutei. Era veramente bravo a letto, mi scopava con esperienza e passione, nonostante i suoi 27 anni.

Ad occhi chiusi, godevo come una porca, da gran troia lo esortavo a non fermarsi, a scoparmi selvaggiamente cosa che lui faceva senza pietà. Con colpi violenti e ben assestati, mi stava pompando alla grande, ad ogni colpo mi faceva andare in avanti in un gioco incredibilmente selvaggio, ma proprio per questo eccitantissimo. Mi ficcò un dito in bocca ed io cominciai a succhiarlo avidamente mentre mi dava della troia, mi chiedeva se mi piacesse ed io annuivo lamentandomi, la testa immersa nel cuscino, stringendo tra le mani il lenzuolo ed incapace di parlare tanto stavo godendo. Il palo turgido mi entrava ed usciva dalla vulva sfregando le sue pareti e portandomi a godere come una folle, mi sentivo riempita da quel tubo caldo e duro, pulsante, noduloso, avvertivo la cappella, dalla circonferenza maggiore confronto all’asta, che mi allargava e mi riempiva la fica mentre sbrodolavo copiosamente. Ad occhi chiusi godevo, godevo da morire fino a che, con un lamento prolungato, venni in maniera intensa, profonda, selvaggia, in un orgasmo incredibilmente indecoroso e prolungato.

Con la vulva sgocciolante, mi girò su un lato, mi alzò una gamba e mi penetrò da dietro. Mentre mi palpava le tette, potevo vedere quel “mostro” che entrava ed usciva dalla mia fica piena di umori e di liquido seminale del nero in una scopata da antologia. Intanto mi poggiò una mano sulla pancia ed accarezzava il punto dove il suo cazzo mi entrava in fica e cercavamo di baciarci, in un tripudio di libidine e godimento. Mi stava letteralmente massacrando la patata, ma mi piaceva quel trattamento selvaggio e maschio. Lui era un vero toro da monta, con il cazzo pieno dei miei umori ed ancora duro come il marmo, si distese e mi fece salire su di lui. Sentii la grossa cappella che si faceva di nuovo strada nella mia fica e, in uno smorza candela da paura, cominciai a saltare sul suo cazzo in maniera violenta, praticamente adesso ero io che mi scopavo lui, con le tette che sbattevano sul suo torace mentre mi teneva ferma con le mani sul culo. Poi mi alzai, sempre con l’uccello dentro di me, mi feci sorreggere dalle sue mani e continuai a cavalcarlo con una voglia ed una passione incredibili. Godevo nel sentirmi porca, mentre tradivo il mio compagno con un nero sconosciuto, nel lettone dove tante scopate facevo con lui, godevo al pensiero di trombare con un negrone da monta che mi stava devastando la fica. Impalata sul suo cazzone, venni intensamente una seconda volta, strillando e mugolando, con gli occhi strabuzzati. Squirtai bagnando il materasso.

Adesso lo volevo in culo, desideravo “venire” con quel cazzo enorme nell’intestino. L’unico timore era per l’incolumità del buco del culo che, nonostante ne avesse beccati tanti, non sapevo se reggesse l’urto con un mostro del genere, ma lo volevo, lo volevo intensamente nel culo e glielo dissi senza alcun timore. 

Andai in cucina e presi il panetto di burro dal frigo chiedendogli di lubrificarmi prima di incularmi. 

Mi riportò a pecorina e prese a spalmarmi la rosellina di burro fino a lubrificarla per bene e poi, appoggiata la grossa cappella, inserì l’intero, enorme cazzo nel mio intestino, cominciando ad incularmi in maniera inesorabile, selvaggia e laida; era uno spaccaculi incredibile. A parole è impossibile descrivere il dolore che mi provocava quel bastone in culo, so che, nonostante fosse stato ben lubrificato col burro, me lo aveva rotto ed infatti, notai tracce di sangue, ma ormai ero partita di testa, lo scongiuravo di non fermarsi, di andare a fondo ed il porco mi accontentò di buon grado, inculandomi ancora più violentemente, tanto che avvertivo l’intero cazzo piantato in culo, fino all’intestino. 

Dallo specchio dell’armadio, vedevo me stessa stravolta dal piacere e lui dietro che godeva tantissimo mentre mi “faceva” il culo, eccitata all’inverosimile mi godevo quell’inculata inesorabile e violenta, mi prendeva sulle scapole e mi attirava a se, facendo, entrare il cazzo giù in profondità, ero prigioniera di quel nero sconosciuto. Me lo stava spaccando per bene, usciva per poi penetrare di nuovo interamente nello sfintere fino ai coglioni. Mi ritrovai a pensare, divertita, che avrei camminato in maniera innaturale per i prossimi giorni, ma ora tutta me stessa era proiettata solo verso il godimento estremo, per cui il dolore si attenuò, lasciando il posto al solo godimento intenso.

Era bravissimo. Lo tirava fuori dal culo e lo ficcava nella mia fica, poi faceva il contrario in una girandola incredibile e fu così che, folle di piacere intenso, strillando e mugolando, venni per la terza volta, sempre in maniera intensa e profonda; come una cagna, “venni” mentre mi fracassava culo e vulva. “Oh Dio, oh Dio che scopata…”, mi sentii dire. Fu un orgasmo intenso, profondo ed appagante. Capii che ormai era prossimo pure lui a venire e desideravo la sua sborra, la desideravo in bocca.

Stravolta dalla goduria, - “sborrami in bocca” - fu l’unica cosa che riuscii a dirgli con un filo di voce sensuale e, immediatamente lui, ormai pronto a godere, si alzò, gettò un cuscino in terra, mi fece inginocchiare e mi disse di mostrargli come sapessi far venire un maschio con la bocca, promettendomi tanta sborra calda, tutta da ingoiare.

Una gran pompinara, esperta di cazzo in bocca come me, accetta con entusiasmo tali sfide e così, le mani appoggiate alle sue cosce, presi nuovamente in bocca il grosso cazzo. Avvertivo l’odore di burro misto a quello dei miei e dei suoi umori andando avanti ed indietro a pompare l’uccello, ben decisa e desiderosa di farmi sborrare in bocca. Lo stavo facendo impazzire dal piacere. Lasciavo scivolare la cappella fino alla gola, con una sensazione di riempimento totale che mi soffocava, le narici allargate in maniera innaturale in cerca d’aria e l’inevitabile sensazione di vomito, mentre lo spompinavo in maniera incredibile, magistrale. Lui, ormai impazzito dal piacere, mi reggeva la testa con tutte e due le mani incrociate dietro la nuca, sudato ed ansimante, quando improvvisamente lo sentii urlare ed uno, due, tre, quattro schizzi violenti e densi mi inondarono la bocca; ad ogni schizzo lanciavamo insieme dei mugolii. Quanta sborra mi scaricò in bocca, era pazzesco. Di pompini con ingoio ne ho fatti tantissimi, ma sinceramente una quantità così esagerata di sborra non mi era mai capitata, almeno fino a quel momento. Mentre la cappella vibrava nella mia bocca, avevo la gola completamente piena del suo sperma denso e caldo che, per forza di cose, con un rumore strano, mi schizzava fuori dai lati delle labbra come vomito, colandomi sul mento, sulla gola e sulle tette. La maggior parte la mandavo giù, ingoiandola avidamente e facendo una vera scorpacciata di sperma di quel bull nero.

Dopo essermi sciacquata velocemente, lo riaccompagnai e non lo rividi mai più. Tornata a casa, subito feci una doccia e spalmai una crema lenitiva sia sulla fica che sul buco del culo, ambedue devastati da quel grande cazzo nero che mi aveva fatto andare in estasi. Inoltre, avevo mascella e mandibola indolenzite a furia di sparare pompini. Sistemai il letto eliminando le tracce del mio tradimento.

La sera, con una banale scusa, rifiutai le avances del mio compagno. Nonostante fossi ingorda di cazzo duro, ero ancora sazia di cazzo nero beccato nel pomeriggio!

Quanto avevo goduto con quel maschione nero. Ed infatti, la mia mania, la mia fantasia sessuale più gettonata era trombare con maschi di colore. Mi faceva andare in paradiso, mi sentivo femmina dominata dal maschione nero di turno e poi amavo alla follia quei cazzi color ebano, grossi e duri. Assumevo sempre atteggiamenti da gran troia con gli uomini di colore, appena ne vedevo uno, mi eccitavo fino al punto da bagnarmi. E poi, il desiderio era di farlo con più maschioni neri in una gang bang, mi attirava tanto, ne ero ossessionata. E così, un giorno decisi di mettere in atto questa mia fantasia erotica e mi feci letteralmente massacrare da due bei maschioni di colore, facendomi riempire di cazzo al cioccolato.

Capitolo 13: Due nigeriani in trasferta.

Il sogno erotico di (quasi) tutte noi donne, è farlo con un uomo di colore, tutte quelle che non ammettono di essere eccitate al pensiero di farsi scopare da un nero, mentono spudoratamente. Addirittura, io desideravo fare la porca con due o più contemporaneamente, la cosiddetta gang bang, immaginavo fosse una cosa estremamente eccitante. Avevo già vissuto due esperienze interraziali, dando tutta me stessa compreso l'anale e godendo da morire, ma non lo avevo mai fatto con due o più neri contemporaneamente.   

Inutile dire che la cosa mi intrigava un casino, la prospettiva di beccarmi più cazzoni grossi e neri insieme, era una cosa che mi eccitava tantissimo. Poi, il pensiero di tradire il mio compagno con degli sconosciuti neri, aumentava la mia voglia di farlo. Negli ultimi tempi, quando facevo l'amore con il mio lui, il pensiero andava spesso ad un bel cazzo nero, grosso e duro, mentre scopavo immaginavo che, al posto del mio compagno, ci fossero uno o più negroni e, a questo pensiero, godevo ancora di più, raggiungendo degli orgasmi incredibili, mai provati prima. Fu così, con questi pensieri sconci, che decisi di provarci, di farmi scopare da due o più cazzoni neri in contemporanea, appena me ne fosse capitata l’occasione.

Una domenica ero stata col mio compagno in un paesino in collina a fare una passeggiata fuori porta ed avevo notato tanti bei maschioni extracomunitari. Subito, mi ero ritrovata a pensare, con forte desiderio, di farmi scopare da un paio di loro, senza timore di essere vista o riconosciuta. Mentre passeggiavamo, il mio pensiero fisso era quello di scopare con due extracomunitari contemporaneamente, mentre la fica mi pulsava tra le cosce, bagnatissima al pensiero. Fui costretta ad andare nella toilette di un bar per darmi una ripulita veloce.

Nei giorni seguenti, ossessionata dalla mia laida idea, decisi di dar vita al mio sogno erotico.

E così, un pomeriggio, fortemente decisa a farmi massacrare da più neri insieme, ritornai da sola nel paesino e mi fermai in auto, in attesa. La mia attenzione fu presto rapita da due maschi, intenti a parlare in una piazzetta li vicino. Due extracomunitari dall'aria trasandata, alti ed estremamente arrapanti. Uno aveva un orecchino al lobo sinistro, ambedue con barba non curata, gli immancabili cellulari tra le mani. Mi chiesi, con una voglia di cazzo incredibile, che uccelli si celassero dietro quelle patte e, mentre li osservavo, cominciai ad accarezzarmi la passera mordicchiandomi il labbro inferiore, immaginandoli nudi mentre mi trombavano in maniera indecorosa e selvaggia.

Scesi dall'auto e mi avvicinai, senza vergogna, ai due maschi. Indossavo un vestitino corto a fiori molto sexy e stivali neri, con brasiliana ma senza reggiseno, il solco dei seni sodi bene in vista. Loro rimasero visibilmente sorpresi quando, eccitata all'inverosimile, iniziai a socializzare, chiedendo di dove fossero. Notai con estremo piacere, che mi stavano squadrando dalla testa ai piedi, indugiando sullo spacco delle tette, mentre mi raccontarono di essere nigeriani arrivati in Italia un paio di anni prima uno e quattro anni l'altro, di avere uno 30 e l'altro 32 anni, di lavorare come braccianti agricoli. Dissi loro il mio nome, di avere 52 anni e, eccitata dal particolare che loro sapessero quanto fossi troia, di essere impegnata con un uomo.

A questa ultima mia affermazione sembrarono però raffreddarsi, ma io li rassicurai. Superando ogni barriera della decenza, comportandomi da vera puttana, dissi loro che avevo una voglia folle di cazzo e che ero fortemente decisa a tradire il mio compagno con loro, due bei maschioni neri. I due, dopo un momento di incredulità ed incertezza, sembrarono molto attratti ed eccitati. Così chiesi loro, senza peli sulla lingua (almeno per il momento, poi di peli ed altro, la mia bocca si sarebbe riempita eccome...), se volessero soddisfare le mie voglie. Rincarando la dose, impaziente di essere chiavata, aggiunsi di essere pronta a tutto, di non temere nulla, bocca, culo, fica, di essere senza freni e disposta a tutto, che sarei stata a loro completa disposizione. Maliziosamente e ridendo, aggiunsi di essere una vera ingorda di sborra in bocca, che amavo tanto ingoiare, di avere una vera passione per il pompino con ingoio. Insomma, la forte eccitazione, aveva fatto uscire all'aperto tutto il mio essere porca e troia.

Ovviamente, increduli da tale situazione e visibilmente eccitati dalle mie sporche parole, accettarono immediatamente. Li vedevo lanciarsi occhiate di complicità e di incredulità e, dopo aver scambiato qualche battuta nella loro lingua, mi dissero che mi ritenevano una gran bella donna, procace e sexy e così, decisa ed impaziente di andare a fondo nelle mie intenzioni da troia, chiesi se avessero un posto tranquillo dove andare.

Ci recammo così a piedi a casa di uno dei due, poco distante.

Arrivammo in una misera abitazione male arredata e molto disordinata dove fui colpita da un forte odore di indumenti non lavati e di cibi molto speziati, oltre che dal puzzo stagnante di sigarette. Mi portarono nella stanza da letto male arredata, con un lettino singolo, un paio di sedie ed una specie di comodino e qui realizzai che non potevo tornare indietro. Ora dovevo farmi chiavare dai due extracomunitari senza esitazioni, non si tornava indietro. Seduti sul letto, loro ai miei lati, fumammo una sigaretta insieme e parlammo un pò, poi il desiderio e la voglia presero il sopravvento. Eravamo tutti e tre estremamente eccitati.

I due maschioni neri presero infatti subito a baciarmi tutto il corpo, a toccarmi dappertutto mentre mi denudarono alzandomi il vestito dalle cosce per sfilarmelo dalla testa, poi mi tolsero la brasiliana lasciandomi così completamente nuda, a parte gli stivali, tra di loro. Nel silenzio che ci circondava, ridacchiavo infreddolita ma iniziando a godere al tatto delle loro bocche, delle loro lingue e delle loro mani sul mio corpo. Nuda alla loro mercé, li lasciavo fare eccitandomi sempre di più. Mi palpavano le tette, una terza abbondante, il culo, la fica, quattro mani che esploravano tutto il mio corpo. Uno dei due si inginocchiò e prese a leccarmi la fica ed il culo facendomi bagnare all'istante e mandandomi in paradiso con la lingua che entrava nella mia vulva e nel mio culo in maniera deliziosa, intanto l'altro mi leccava le aureole e succhiava i capezzoli ficcandomi un dito in bocca che presi a leccare e ciucciare simulando un pompino.

In pochi secondi, si alzarono in piedi e si denudarono e finalmente vidi i due grossi cazzi già duri e nodulosi; erano li, finalmente a mia completa disposizione, tutti per me. Non riuscivo a distogliere lo sguardo dai loro uccelli, da quelle cappelle dure, nere e invitanti, mentre loro mi guardavano con voluttà ed eccitazione, impazienti di fottermi.

Vestita solo con gli stivali, mi inginocchiai sul pavimento tra i due, mi legai i lunghi capelli con l'elastico per evitare che mi dessero fastidio durante lo spompinamento e, mentre sparavo una sega ad uno, presi il cazzo dell'altro in bocca. Sentii un certo odore di urina e di smegma, ma non ero affatto disgustata ne infastidita, anzi, amo l'odore ed il sapore di maschio, di cappella non lavata, meno quello dei saponi vari. Ne ho ciucciati davvero tanti di cazzi, ma far entrare in bocca questi due enormi attrezzi, mi mise a dura prova. Prendevo a turno le cappelle in bocca ed erano talmente grosse e gonfie da deformarmi il viso, la bocca allargata allo spasimo tanto da dolermi, cercavo di ingoiare la maggior parte dei due cazzi arrivando però al massimo a poco più della metà, mentre cercavo di respirare con difficoltà dalle narici allargate e con la bocca completamente occlusa dalle cappelle. Passavo dall'uno all'altro spompinandoli alacremente fino a leccarli in contemporanea, intanto mi toccavo la fica bagnatissima.

A bocca clamorosamente spalancata, tenevo le due grosse e durissime cappelle appoggiate sulla lingua, muovendo la punta le solleticavo da sotto, guardandoli dritti negli occhi con aria da gran troia, intanto con le mani li segavo mentre loro, in visibilio, mi tenevano la testa ferma sulle cappelle e mi palpavano le tette stringendo i capezzoli divenuti durissimi. La situazione intrigante e l'odore dei loro cazzi, pungente ed eccitante, mi facevano impazzire, rendendomi folle di desiderio, senza più esitazioni, ne inibizioni. Sparavo quel doppio pompino ai due neri come impazzita, incredibilmente infoiata, succhiavo i loro cazzi in estasi mugolando sommessamente. Intanto accarezzavo i loro coglioni.

Mi reggevano la testa mentre, prigioniera e senza scampo, mi lavoravo di bocca i loro cazzi, accarezzavo e leccavo i coglioni, sputavo e andavo su e giù con le mani sulle due aste scappellandole, le mordicchiavo, le succhiavo e ciucciavo sentendole vibrare, grossi tubi bollenti donatori di piacere intenso.

A turno, cercavano di spingermi i loro cazzi in gola, ma era una missione impossibile date le dimensioni; nel momento in cui la cappella mi lambiva la gola notavo che solo poco più della metà era dentro la mia bocca già piena. Ad occhi chiusi, sbavavo copiosamente con rivoli di saliva mista a liquido seminale dei due che bagnavano i cazzi come fossero già venuti, una poltiglia che sembrava sborra e che, dalla mia bocca piena, scendeva in filamenti sulle loro aste e poi, dai loro coglioni, sulle mie tette e per terra. Sembravo impazzita, passavo da un uccello all'altro leccando i liquidi con voglia e libidine incredibili, mentre ne percepivo l'odore ed il sapore acidulo. Li sentivo diventare sempre più duri nella mia bocca che pompava a più non posso, trivella inesorabile di cazzi.

Inginocchiata tra le loro cosce e persa completamente la testa, ciucciavo e succhiavo le grosse cappelle turgide, ad occhi chiusi mugolavo di piacere nel doppio pompino ai due neri. Loro, godendo tantissimo grazie al mio abile lavorio di bocca e di mani, mi reggevano la testa e, a turno, orientavano i cazzi verso la mia bocca vorace e vogliosa. Mi sentivo estremamente troia nel fare quel pompino doppio a due sconosciuti neri abbordati in un paesino, ma mi piaceva da morire. Leccavo e ciucciavo le cappelle in estasi.

Dopo circa un quarto d'ora, dissi loro che volevo il cazzo in fica ed in culo, che ero eccitatissima e che volevo che mi scopassero duro, che mi spaccassero tutta e così mi fecero finalmente mettere a pecorina sul letto. Pronta ed impaziente di accogliere i loro attrezzi nel mio corpo, ricordai di avere l'immancabile confezione di preservativi con me, ma fu un pensiero fugace che lasciai immediatamente cadere, perché desideravo sentire il contatto dei loro cazzi a pelle, incurante dei rischi igienici che correvo.

Così, mentre ripresi a fare una gran pompa ad uno, l'altro penetrò senza esitazione nella mia fica. Con le mani sul mio culo, andava avanti ed indietro scopandomi con furia, sentivo la mia vagina allargarsi all'inverosimile riempita dal grosso cazzo che la stantuffava, entrando ed uscendo in maniera oscena, rilassando i muscoli dell'addome, accoglievo la cappella in profondità, intanto mi lavoravo di bocca l'altro cazzo cercando di andare a ritmo con quello che mi trombava profondamente. Il porco in piedi davanti, mi spingeva insistentemente con la mano sulla nuca sul suo cazzo, dettandomi il ritmo del pompino con le grosse palle che dondolavano avanti e indietro. Intanto l'altro mi stantuffava la fica con colpi profondi, violenti, incredibili, le mani a palparmi i glutei e la schiena.

Godevo come una folle con i due cazzi che mi riempivano. Si diedero il cambio e, a parti invertite, cominciai a spompinare l'uno mentre l'altro mi scopava la passera per bene. Dopo qualche minuto uno dei due si distese, mi fece salire su di lui di spalle e prese a scoparmi a smorza candela, mentre l'altro mi si avvicinò di fianco in modo che potessi prenderglielo in bocca. Con le mani puntellate sul torace del nero sotto di me, saltavo sul suo cazzo scappellandolo e facendolo arrivare in profondità, con le tette che mi ballonzolavano indecorosamente mentre, con la testa girata di lato, spompinavo l'altro che teneva il grosso cazzo fermo con la mano, mentre con l'altra mi palpava le tette in una girandola di sensazioni laide ed eccitantissime. Poi con la grossa mano sulla mia testa, il nero che stavo spompinando mi attirava sul cazzo, sbattendomelo il più possibile in gola, poi mi sbatteva la cappella sulla lingua. Lo prendevo in bocca accarezzandolo con l'interno della bocca e lasciavo che sfilasse il più possibile in gola, volevo ingoiarlo. Rivoli di saliva mi fuoriuscivano dai lati della bocca quasi schizzando e l'odore della mia saliva, mista a quello della cappella che mi stavo lavorando di bocca, mi faceva impazzire, mugolavo oscenamente come una gran porca, conati di vomito mi assalivano di tanto in tanto, ma incurante, continuavo il pompino con maggiore ritmo ed intensità. Accoglievo i due grossi cazzi neri nei miei buchi con immenso piacere ed eccitata da morire. Ero stravolta dal piacere. Scopavo alla grande.

Chiesi apertamente con un filo di voce al nero sotto di me di incularmi, così mi fece alzare di poco, mi appoggiò la cappella al buco e mi fece sedere scendendo sul suo cazzo che entrò violentemente dritto e profondamente nel culo. Senza alcun lubrificante, se non i miei umori vaginali, mi sentivo sventrare da quel grosso cazzo nero che entrava ed usciva dal mio culo con violenza, salivo e scendevo scappellandolo con lo sfintere per farlo arrivare su, fino nell'intestino, intanto continuavo il pompino all'altro. Stravolta dal piacere, mugolavo e mi dimenavo, prigioniera dei due cazzoni, mi sentivo una grande troia e ne godevo.

Quello che si stava godendo la mia bocca si piazzò davanti e, mentre l'altro continuava ad incularmi, mi fece distendere sull'amico sotto, mi allargò le cosce e mi penetrò in fica. Ora sentivo i due cazzi che mi sventravano figa e culo all'unisono, con la testa riversa all'indietro godevo tantissimo in quella “doppietta” mozzafiato, desiderando tanto un terzo cazzo da succhiare, fino ad arrivare ad un primo orgasmo intenso, mentre urlavo di piacere. Tra un lago di miei umori, i due continuavano nella loro opera di sfondamento, come tori mi prendevano dandomi della troia in calore. Fu una trombata incredibile, i due maschi mi facevano culo e fica senza ritegno, senza alcun riguardo, senza pietà, spronati da me ad andarci giù pesante, a non fermarsi perché stavo godendo tantissimo, ai limiti dell'estasi. Si diedero il cambio, e quello più dotato mi entrò nel culo ormai massacrato, mentre l'altro riempì immediatamente la mia vulva.

Dopo qualche minuto mi rimisero a pecorina, quello dal cazzo più grosso si sistemò davanti invitandomi a fargli una pompa e l'altro prese ad incularmi con grande foga. Ero veramente indecorosa e porca, nuda con gli stivali e con due grossi cazzi neri a mia disposizione, uno in culo e l'altro in bocca. Andammo avanti per lunghi minuti a trombare in questa posizione, mi sentivo schiava dei due bull, schiava dei miei sensi in una sensazione di piacere intenso. L'uno mi entrava ed usciva dal culo violentemente, mentre mi lavoravo di bocca il cazzo dell'altro in una pompa irresistibile. Culo e bocca riempiti all'inverosimile, ero indecorosa e laida in quella inculata clamorosa.

Erano dotati di una resistenza incredibile, erano bravissimi a trombare e mi fecero godere in maniera deliziosa. Così uno si distese, io mi adagiai al suo fianco e, impugnato il grosso cazzo alla base dei coglioni, ripresi a fargli un pompino, mentre l'altro da dietro, mi alzò la gamba destra e mi penetrò in fica assestandomi colpi violenti, profondi, ficcandomi tutto l'enorme cazzo nella vulva mentre mi palpava le tette. Infoiata all'inverosimile, ciucciavo il cazzo dell'altro in maniera incredibile, impugnando i coglioni, andavo su e giù sul grosso uccello in visibilio, la lingua impazzita sulla cappella mentre, accompagnato da un mugolio prolungato, un secondo orgasmo mi scosse, provocandomi un brivido intenso che mi portò a squirtare. Mentre mi lamentavo ed urlavo dimenandomi sull'orlo dello svenimento, i miei umori schizzavano come urina dalla vulva con uno strano rumore a getti abbondanti e violenti, andandosi a scontrare con il cazzo che mi penetrava, cosa che portò il nero a scoparmi ancora più violentemente. Fu una scopata indescrivibile, intensa, appagante che mi fece toccare il cielo nel vero senso della parola. Mi stavano massacrando per bene coi loro cazzi duri.

Ora volevano "venire" anche loro e così, desiderosi di sborrarmi in bocca, si misero in piedi attendendo che mi inginocchiassi nuovamente tra di loro. Di nuovo in ginocchio, presi nuovamente a succhiare a turno i grossi cazzi. Desideravo farli venire all'unisono per beccarmi una quantità enorme di sborra calda e densa in bocca, quindi mi dedicavo in egual misura all'uno e all'altro e mentre succhiavo, ciucciavo e pompavo, capendo che stavano per schizzare, appoggiai le loro cappelle sulla lingua e lasciai che mi sborrassero in bocca.

Andando avanti ed indietro velocemente con le mani sui loro cazzi, li sentii mugolare come bestie mentre, a distanza di pochi secondi l'uno dall'altro, vennero intensamente. Numerosi fiotti violenti, densi e caldi di sborra bianchissima, mi colpirono violentemente la lingua e la bocca da ambedue le direzioni, un fiotto mi finì sulla fronte cominciando a colarmi in un occhio, mentre la maggior parte mi raggiungeva direttamente la gola, altra si adagiava sulla mia lingua sempre più appesantita dall'enorme, incredibile quantità di sborra che veniva eruttata dalle cappelle pulsanti e turgide. Sembrava non volessero più finire di schizzare, ma era naturale che eiaculassero così tanto, pensai, perché di certo non avevano così tante occasioni di svuotarsi i coglioni, a parte forse con l’autoerotismo. Potevo sentirne l'odore e godevo nel sentirmi lorda di sperma caldo e denso dei due extracomunitari. Con la faccia e la bocca completamente piene di sborra, assaporavo alquanto disgustata il pacco di poltiglia perlacea che mi aveva inesorabilmente riempito la bocca e, guardandoli in faccia con aria da gran porca, la smuovevo da un lato all'altro della bocca per poi finalmente mandarla giù, dritta nello stomaco senza esitazioni. La gola era impastata di sperma, come colla che mi riempiva l'esofago. Loro ridevano sudatissimi, mentre io, dopo aver ingoiato tutto e pulito i loro cazzi da ogni residuo di sperma, mi alzai e mi sedetti sul letto, esausta e sazia.

Avevo vissuto la mia prima esperienza gang bang, avevo fatto letteralmente indigestione di sborra di nero, avevo goduto da matti con due grossi cazzi che mi avevano devastato culo e fica e, dopo un paio d'orette di sesso sfrenato a tre, sazia e soddisfatta, mi rivestii, salvo le mutandine che lasciai, su sua richiesta, ad uno dei due come ricordo, e raggiunsi, con il culo che mi bruciava da morire, la mia auto per tornare a casa. Avevo un forte puzzo di cazzo addosso, il sapore di sborra ancora presente nella mia bocca, ma potevo farci ben poco se non rinfrescarmi in macchina alla meglio con delle salviettine umidificate e bere da una bottiglietta di acqua minerale che avevo in auto. Ero consapevole di aver superato ogni limite facendo la porca con quei due.

Rincasata, feci una doccia per poi uscire a cena con il mio inconsapevole compagno. Durante la cena, il mio pensiero andava spesso alla mia "avventura" pomeridiana, ma alla fine trascorsi una serata serena col mio lui.

Più tardi, a letto, mi ritrovai ancora eccitata e così mi sditalinai al pensiero della mia laida avventura per poi cadere in un sonno profondo e ristoratore, mentre ancora avvertivo un certo bruciore alle parti intime che mi passò solo dopo alcuni giorni....

Insomma sono una vera troia, pronta a tutto, amante dell’inebriante sapore della trasgressione e del tradimento.

Ricordo un giorno, di qualche anno fa, in cui decisi di andare a visitare i miei genitori che vivono in un paese poco distante da dove vivo io. Durante il tragitto, un incontro casuale mi portò a sparare una pompa indecorosa, profonda ed incredibile ad uno sconosciuto…. Bevvi anche il piscio di quel maschio occasionale, per la seconda volta nella mia vita, oltre ovviamente alla sua sborra densa...

Capitolo 14: Il motociclista.

Pomeriggio. Mi recavo dai miei genitori che abitano a circa 30 chilometri da dove vivo. A un bivio, nonostante avessi la precedenza, feci passare un motociclista che mi ringraziò e sfrecciò via veloce. Dopo qualche chilometro notai la moto ferma in una sorta di radura nelle vicinanze di un boschetto e mi chiesi se fosse la stessa a cui avevo dato la precedenza e, osservandone il colore e le sacche laterali, intuii che fosse proprio quella.

Incuriosita tirai dritto, ma mi rimaneva il dubbio circa il perché si fosse fermato in quel posto isolato e deserto. Da troia quale sono, cominciai a fantasticare su di lui, pensavo con una certa insistenza che sarebbe stato bello e eccitante sparargli un pompino in quel luogo isolato. Pensavo, tra me e me, che forse doveva semplicemente fare pipì…. Oppure stava andando a prostitute.

La curiosità è donna e così, un po' eccitata, feci inversione e tornai indietro. Notai che era appoggiato alla moto senza casco a trafficare con lo smartphone. Mi fermai e sfacciatamente scesi dall’auto. Gli chiesi se avesse bisogno di aiuto e lui mi rispose che stava semplicemente facendo una sosta per riposarsi. Cominciammo a socializzare, era un uomo moro, vestito da biker. Mi disse di avere 59 anni, di essere sposato e di essere un tatuatore. Io a mia volta gli dissi il mio nome, di avere 52 anni e di avere un compagno.

Notai che mi guardava insistentemente, mi squadrava il corpo e cominciai a provare una certa eccitazione mentre potevo sentire la figa già bagnata. Vedevo che guardava con insistenza la mia bocca mentre parlavo e le tette.

Cominciammo a parlare dei nostri rispettivi partner, mi disse che la moglie era segretaria presso uno studio medico, che era ancora una bella donna e mi chiese del mio compagno. Gli risposi che erano 6 anni che stavamo insieme, che vivevamo ognuno per conto proprio e che, tra alti e bassi, ci amavamo molto. Mi propose di darci del tu ed io accettai.

Mentre si parlava, la mia eccitazione aumentava sempre più, quando poi, improvvisamente e inaspettatamente mi chiese:

“Hai mai tradito”?

Sorrisi e, timidamente, con un filo di voce, risposi:

“Si, mi capita di tanto in tanto, amo la trasgressione, amo il sesso in tutte le sue sfaccettature, amo fare sesso, non solo col mio compagno”. Ovviamente, questa ultima affermazione aveva messo al tappeto il motociclista che apparve subito molto eccitato.

Infatti, ridendo rispose:

“Uhm interessante, una bella donna come te è molto appetibile, e con quelle labbra che ti ritrovi, credo tu sia brava nel fare i pompini”.

Continuò chiedendomi:

“Ti piace ciucciare”?

Scoppiai a ridere e gli dissi:

“Beh le mie labbra non sono proprio da pompino, non sono certo carnose, anzi piuttosto sottili, ma nonostante ciò, devo confessare che amo prenderlo in bocca e sparo pompini incredibili, te lo assicuro”. Scoppiò a ridere.

Gli chiesi a mia volta se lui tradisse la moglie. Lui rispose:

“Certo, mia moglie è sempre meno propensa a fare sesso e anche io amo la trasgressione”!

Pensai che ormai il gioco era fatto, che a questo punto avevo raggiunto un punto di non ritorno, parlando di sesso, di tradimenti, di pompini con questo sconosciuto. Infatti mi chiesi cosa stessi facendo, perché mai parlassi di pompe con lui, ma nel mio profondo la risposta era chiara, il desiderio di prenderglielo in bocca fortissimo ed urgente.

Eccitatissima e decisa a fargli una pompa, gli dissi di dover fare pipì, che avrei lasciato l’auto aperta e che sarei tornata subito, chiedendogli se fosse stato tanto cortese da darle un’occhiata e di aspettarmi. Mi inoltrai un po’ nel boschetto circostante, calai i jeans e la brasiliana alle caviglie, alzai giubbotto e maglia e, seduta sulle ginocchia, mi misi ad urinare. 

Dopo qualche secondo, mi raggiunse, mi mostrò la chiave della macchina rassicurandomi che l’aveva chiusa e, a pochi passi da me, si mise ad urinare anche lui. In realtà non aspettavo altro, ma me la tirai un po’ e dissi:

“Ma sei pazzo”? “Cosa ti sei messo in testa”?

Aveva senz’altro capito che ero una gran porca, visti i discorsi affrontati e perché notò che i miei occhi erano rapiti dalla vista del suo cazzo, moscio ma già dalle dimensioni ragguardevoli, non ancora scappellato mentre eruttava piscio. Era una situazione molto eccitante quella in cui lui pisciava a pochi metri da me. Avevo deciso, volevo succhiarglielo, pazienza che avrei tardato un’oretta, ma dovevo fare un pompino al motociclista, lo desideravo ardentemente.

Così, lasciando cadere ogni briciola di finto moralismo gli chiesi:

“Ti posso fare una pompa? Mi piacerebbe molto succhiare il tuo cazzo”.

Lui rispose:

“Certo, accomodati, ho capito che sei una troia che ama il cazzo, sai”? 

Lasciai cadere la maschera e risposi:

“Si, amo il cazzo, amo fare pompini a partner occasionali, amo ingoiare e mi eccita da morire la trasgressione, fare cornuto il mio compagno, adoro la sborra, sono ingorda di sperma caldo e voglio ingoiare la tua, adesso”.

E così, finito di urinare, mi ci inginocchiai davanti e lasciai che finisse di pisciare nella mia bocca; si, decisi di farmi urinare in bocca, talmente ero eccitata e infoiata dal suo cazzo e dalla situazione ai limiti della decenza.

Lui rimase piacevolmente sorpreso da questo mio atteggiamento da vera troia senza inibizioni. Per non sporcarmi i vestiti, fui costretta a berla tutta, anche se qualche goccia mi cadde inevitabilmente addosso. Il sapore acido del piscio caldo mi disgustava, ma sia per non sporcarmi e sia per la libidine mi costringevo a berla, a mandarla giù tutta. Quando ebbe finito di pisciare, presi ad accarezzargli i coglioni e glielo scappellai con la mano e presi a leccare la grossa cappella come un gelato fino a che il cazzo divenne duro e turgido. Lui lo prese in mano e lo tenne fermo, mentre io con le mani mi allargavo il culo cominciando a fargli un pompino incredibile.

Aveva un bel cazzo, credo di circa 18 centimetri, duro, noduloso. La cappella era turgida, larga e violacea. Avendo appena pisciato, avvertivo un inevitabile odore e sapore di piscio, ma ero ormai eccitatissima e questa cosa mi rendeva folle di piacere e di libidine. Ad occhi chiusi, andavo avanti e indietro sul cazzo dello sconosciuto scappellandolo con le labbra, lo ingoiavo tutto facendolo sparire nella mia bocca, me lo portavo fino in gola godendo tantissimo fino a lacrimare. Di tanto in tanto, colta da conati di vomito, mi fermavo e tossendo, sputavo, intanto continuavo a tenermi le chiappe aperte con le mani mentre lui, mugolando sommessamente, a gambe larghe si godeva la pompa che gli stavo facendo tenendomi la testa alla nuca e guardandomi pompare.

Ero in una posizione molto scomoda, le ginocchia cominciavano a dolermi, ma non mi importava, volevo godermi fino in fondo quel bel cazzo in bocca.

“Dioooo mi fai impazzire” mi disse, poi aggiunse:

“Sei proprio una grande porca, se continui così ti becchi tanta sborra calda lo sai”?

Io risposi:

“Si ti prego, riempimi di sperma caldo, ti prego, devastami la bocca con la tua sborra, la voglio, la voglio tutta in gola”!

Intanto lui prese a segarsi il cazzo ed io andavo al suo ritmo su e giù sulla verga; quando la sua mano saliva, il cazzo usciva, quando andava giù rientrava nella mia bocca umida di bava e liquido seminale del porco. Mugolavo come una troia mentre ciucciavo, ingoiando tanti peli pubici.

Guardandolo in faccia, tiravo fuori il cazzo dalla bocca e gli chiedevo:

“Ti piace, ti piace come lo succhio”?

Lui rispondeva:

“Siiiii, mi fai impazzire, dai, continua, ciuccia, voglio sborrare”.

Non finì la frase che una marea di sborra calda e densa mi invase improvvisamente la bocca. Inginocchiata, sentivo la cappella stretta tra le mie labbra pulsare mentre eruttava, mi beccai una sborrata colossale in bocca e fui bravissima. Infatti, dovendo recarmi dai miei genitori, non potevo permettermi di sporcarmi i vestiti e così, feci in modo che neanche una goccia uscisse per colarmi sulla gola, ma ingoiai completamente tutto lo sperma che avevo succhiato fuori dai coglioni del motociclista con quel pompino incredibile ed appassionato. Rimasi col cazzo in bocca, sentendolo afflosciarsi. Lui mi disse:

“Che gran pompino, sei stata eccezionale, brava troia pompinara”!

Io, ormai sazia e soddisfatta ma con le ginocchia rosse ed indolenzite, mi ricomposi, mi feci restituire le chiavi, lo salutai e ripresi il tragitto verso casa dei miei…. Arrivata a casa dei miei genitori, trascorsi serenamente un paio di ore con loro in tranquillità, con il sapore forte di cazzo e di sborra in bocca…

In ogni paese di provincia, piccolo e scarsamente abitato ed in cui, più o meno, ci si conosce un po' tutti, c’è il cosiddetto “scemo del paese”; ebbene, nel mio paese c’è “il porco del paese”, ovvero un uomo su cui si raccontano tanti aneddoti, alcuni falsi, altri veritieri, circa le dimensioni del suo cazzo, del suo essere un pervertito sempre arrapato ed in cerca di troie da trombare, del fatto che tante donne tradiscono i loro mariti e compagni proprio con questo individuo, perché bravo a letto e dotato di un cazzo da vero spaccaculi. Ben presto, anche io mi sarei aggiunta alla nutrita schiera di donne impegnate che beccavano allegramente il suo cazzo.

Capitolo 15: Il porco del paese.

Conobbi per caso il porco del paese in cui vivo. Avevo spesso intravisto e sentito parlare di quell'uomo che aveva superato da un pezzo i 50 anni, sapevo che era un nullafacente che trascorreva le sue giornate in malfamati bar a bere, quindi sempre imbottito di birra, che era un pervertito sempre arrapatissimo in cerca di troie. Spesso ci avevo pure parlato ed in ogni occasione mi aveva fatto apprezzamenti ai limiti del decente, mi lanciava occhiate voluttuose, indecenti. Sapevo che molte donne impegnate ci scopavano, se ne parlava tanto, e ai pettegolezzi si univano anche fatti reali e tangibili. Molte donne erano attratte da lui sia per il fatto che fosse un po’ particolare e sia perché… puzzava, insomma un maiale vero e proprio che si lavava poco, con conseguente olezzo forte, cosa questa che come me, eccita molte donne: avvertire la “puzza di maschio”, l’aroma della cappella non lavata, spesso è estremamente eccitante per molte di noi. 

Personalmente, invece di essere infastidita e provare ribrezzo, quell'uomo disgustoso e laido mi eccitava tantissimo, ci pensavo, spessissimo mi ritrovavo a fantasticare di fargli un sensazionale pompino con ingoio senza pensare a nulla. Insomma il solo pensiero di ciucciargli il cazzo maleodorante mi eccitava, mi infoiava da morire. Poi le voci di chi ci era “stata” che lo descrivevano avere i coglioni pieni di sperma densissima e dolce, mi infoiava da matti, mi faceva sentire ancora più porca e troia, più femmina. Ero infatti fermamente decisa a fare porcate di bocca con lui, lo desideravo. Non mi interessava farmi scopare o inculare, volevo, in quel momento, soltanto prenderglielo in bocca e farmi sparare in gola la maggior quantità di sperma possibile. Avevo però paura di beccarmi qualche malattia visto l’elevato numero di avventure da lui vissute ed io non amo particolarmente l'uso del preservativo. Quindi ero ben decisa che non gliel'avrei data, ma un pompino glielo volevo e dovevo fare.

Sapevo che aveva dei parenti ma viveva solo, quindi pensai che sarebbe stato bello ed eccitante fare la porca a casa sua dove nessuno ci avrebbe sorpresi.  

Un giorno lo incontrai casualmente e mi ci fermai a parlare. Pensai, tra me e me, che non era un fatto sospetto, in quanto nessuno poteva immaginare i miei laidi desideri segreti.

Mi chiese del mio compagno ed io risposi che non avevo voglia di parlare di lui ora.... Il porco cominciò come al solito, con aria da marpione, a fare apprezzamenti volgari sul mio conto.

Mi disse infatti:

“Lo sai che sei bona e arrapante, immagino che tu sia una gran troia, ti scoperei assai volentieri".

Risposi:

"Ah sì"? Poi, da gran porca aggiunsi: "e sentiamo, cosa mi faresti"?

Lui rispose: "dimmelo tu, cosa vorresti che ti facessi"?

Io risposi: "il massimo che potresti ottenere da me è un pompino".

Mamma mia, quanto mi eccitò questa cosa! Io che dicevo apertamente a quel gran porco di essere disposta a ciucciarglielo, mi fece perdere la testa, mi sentivo eccitata da lui e dalla situazione incredibile. Scoppiai a ridere nervosamente e aggiunsi:

"Chissà, forse un giorno…".

Lui, visibilmente infoiato dalle mie porche parole, non si fece sfuggire l'occasione e disse:

"Perché non ora"?

Io, ormai eccitatissima e ben decisa dissi:

"Va bene, ho voglia, ma dove possiamo andare"?

Lui rispose: "a casa mia, non c'è nessuno". Aggiunse che, se volevo, avremmo potuto vederci nel primo pomeriggio, io acconsentii e ci salutammo con la promessa di vederci più tardi.

Tornata a casa, non feci altro che pensare alla porcata che mi accingevo a fare, una parte di me si rifiutava di andarci, ma l'altra, quella più porca, mi spingeva ad andarci eccome, mentre mi sentivo la fica in fiamme al pensiero di ciucciare il cazzo a quell'ubriacone, per nulla attraente, sporco, fallito, una specie di barbone.

La parte troia ebbe la meglio e così, dopo pranzo feci una doccia, mi depilai, mi vestii in maniera semplice con jeans, maglietta, spolverino, stivali, brasiliana ma senza reggiseno, presi la macchina e lo raggiunsi a casa sua. Era fortunatamente deserto, in giro non c'era praticamente anima viva e quindi non corsi rischi di essere notata mentre salivo, svelta e furtiva, da lui.

Entrata in casa, mi colpì un forte puzzo di sporcizia e non potei non notare l'aria di abbandono in cui era la sua abitazione.

Lui, già visibilmente eccitato, cercò subito di conversare, ma lo bloccai immediatamente dicendogli senza esitazioni:

"Non sono qua per parlare, non voglio perdere tempo, ho tanta voglia di cazzo, ti voglio fare un pompino e andare via senza perdere tempo".

Poi, in silenzio, mi spogliai completamente nuda mentre potei notare che lui aveva la fronte imperlata di sudore, era eccitatissimo e quasi incredulo che io, donna impegnata con un uomo suo conoscente, fossi lì nuda, pronta a fargli un pompino. Gli sbottonai la camicia, la tolsi assieme alla maglietta che indossava sotto, poi mi inginocchiai, gli slacciai la cintura, aprii i bottoni dei pantaloni, calai la zip e glieli abbassai, assieme alle mutande, alle caviglie lasciandolo nudo a sua volta. Era già in erezione il porco, con un cazzo grosso, il corpo pieno di tatuaggi e la pancia gonfia tipica dei grandi bevitori.

Lui mi disse:

"Prima voglio leccartela".

Così mi fece sedere sul divano, si inginocchiò, mi allargò le cosce e, mentre si segava, cominciò a leccarmi la fica con foga. Sentivo la sua lingua saettante che mi lappava le labbra da sotto a salire, mi ciucciava il clitoride divenuto nel frattempo durissimo, per poi entrare nella mia vagina bagnata, mentre i peli dei suoi baffi mi solleticavano piacevolmente. Uh era bravo, molto bravo a leccare, mi stava facendo godere come una matta sotto i colpi della sua lingua che intanto scese al culo cominciando a leccarlo con due dita ficcate in fica che andavano avanti ed indietro sditalinandomi violentemente. Mugolando, godevo come una troia mentre me la stavo facendo leccare dal porco del paese. Lo imploravo di continuare così, che godevo tanto e lui intensificava il lavorio di lingua, fino a che, impaziente di prenderglielo in bocca, lo feci fermare e gli dissi:

"Ora voglio il cazzo in bocca"...

"Si", disse, "dai ciucciamelo", e dopo essersi liberato dal pacco dei pantaloni e delle mutande che aveva abbassati fino alle caviglie, si piazzò in piedi. Mi inginocchiai davanti a lui e presi a fargli una sega, andando avanti ed indietro con la mano sul cazzo duro scappellandolo. Dio quanto puzzava! Un odore disgustoso di urina e di sborra essiccata mi assalì, ma il ribrezzo mi eccitava in maniera indescrivibile e così, con espressione disgustata sul viso, presi a leccare la maleodorante cappella dura e turgida. Era eccitante il suo cazzo, la cappella larga trasbordante dall'asta, lucida, vibrava come se stesse per scoppiare.

Mentre mi accarezzavo la fica, incurante del puzzo, leccavo la cappella ad occhi chiusi indecorosamente e senza ritegno, ne avvertivo il forte odore ed il sapore salaticcio e acidulo, la lingua la accarezzava tutta, dalla punta alla base, la titillavo delicatamente, leccavo il prepuzio e il frenulo, mentre la mia saliva la rendeva ancora più viscida ed umida.

Poi lo presi finalmente in bocca, andando avanti ed indietro, con la testa tenuta dalla sua mano dietro la mia nuca, gli orecchini che fluttuavano avanti e indietro tintinnando. Scendevo fino alla base con il naso che lambiva il suo addome gonfio di birra, lo sentivo tutto in bocca, allargata al massimo per contenerlo tutto, la cappella che mi toccava la gola mentre gli accarezzavo i coglioni maleodoranti di sudore, per poi leccarli e portarli in bocca. Rivoli di bava mi colavano fin sopra i coglioni cadendo poi sul pavimento, mentre i suoi peli mi riempivano la bocca. Il ribrezzo di ciucciare quel grosso cazzo maleodorante, aumentava la mia eccitazione, rendendomi folle di piacere e di libidine.

Pian piano risalii e presi di nuovo il cazzo in bocca andando avanti e indietro facendolo uscire ed entrare ritmicamente, lo scappellavo con le labbra facendolo scivolare nella mia bocca fino alla gola. La bocca era deformata dalla cappella che urtava le mie gote, la sentivo pulsare sulla lingua, la sbocconcellavo clamorosamente ingoiando tanto liquido seminale, saliva e peli, sembravo impazzita mentre gli sparavo quel pompino clamoroso, selvatico, che avrebbe fatto venir duro il cazzo ad un morto, infatti il gran porco godeva come un animale lamentandosi e dicendomi:

"Uh si troia, come lo succhi bene, mi fai morire, alla faccia del cornuto del tuo compagno".

Dio, quanto ero eccitata dalla consapevolezza che stavo tradendo il mio compagno sparando una pompa a quel porco.

Improvvisamente, mentre pompavo a più non posso il grosso cazzo, fui colta da violenti conati di vomito che mi costrinsero a fermarmi per qualche istante per sputare bava, liquido seminale e peli di cazzo, fino a che fui costretta a correre in bagno dove rigettai tutto il pranzo consumato poco prima. Con lo stomaco svuotato, sciacquai la bocca, tornai in soggiorno, mi inginocchiai e ripresi l'incredibile pompa interrotta. Fui talmente appassionata e assatanata nel pompare, che pochi istanti dopo, avvertii una forte resistenza della lingua che si scontrava con una poltiglia densa, mentre schizzi caldi, violenti e densi mi colpivano le gote, la lingua e la gola…. Capii immediatamente che mi stava sborrando in bocca, che era venuto, già era venuto, infatti mi disse:

"Mi dispiace, ma sei una grande pompinara, desideravo da tanto tempo una tua pompa e non ho resistito"...

Mi aveva riversato in gola una sborrata improvvisa, inaspettata, incredibile, intensa ed abbondante, densa, perlacea, che assaporai golosamente e poi ingoiai completamente, senza perderne neanche una stilla.

Ma era durato troppo poco, non ero ancora soddisfatta, avevo ancora tanta voglia di ciucciargli il cazzo e così decisi di continuare e provare a farlo venire una seconda volta nella mia bocca insaziabile. Inoltre, desideravo venire pure io, magari mentre mi sborrava in bocca.

Ripresi così a spompinare con passione ed eccitazione ancora maggiori. Lui, felicissimo, prese a godere di nuovo, a gambe larghe, reggendomi la testa con le mani, mi guardava mentre gli sparavo quel secondo pompino clamoroso. Con due dita ficcate in fica che andavano avanti e indietro, serrai la cappella ancora lorda di sborra tra le labbra, la leccavo dall'interno, intanto gli accarezzavo e palpavo i coglioni. Avvertivo quel cazzone piantato in bocca diventare sempre più duro, pompavo come impazzita l'attrezzo del porco, succhiavo e ciucciavo il cappellone durissimo. Lui, impazzito dal piacere che gli provocava la mia bocca, mi incitava a continuare, a non fermarmi cosa che io non intendevo certo fare, anzi, intensificai il ditalino ed il ritmo del pompino, andando avanti ed indietro, ficcandomelo interamente in bocca fino a farmelo scivolare in gola. Pompavo come impazzita quel cazzo disgustoso ma eccitante, gli stavo sparando un pompino indecoroso e appassionato, selvaggio e laido, a lui, al porco del paese, fino a che.... venne nuovamente!

La prima sborrata era stata violenta e intensa, ma la seconda.... la seconda fu incredibile. Con un urlo selvaggio, mi riversò in bocca una quantità esagerata e interminabile di sperma, sembrava una fontana. Mentre riuscii a raggiungere un orgasmo intenso, lanciai una sorta di urlo, mentre schizzi meno densi del primo orgasmo, ma altrettanto abbondanti, mi sfiorarono andando a finire sul pavimento dietro di me, altri mi colpirono la fronte, la faccia, gli occhi, ma la maggior parte mi finì in bocca. Godendo tantissimo, colta da brividi di piacere grazie all'orgasmo prolungato che raggiunsi, assaporavo la sborra del porco, guardandolo fisso negli occhi, me la godevo prima di mandarla giù nello stomaco.

In meno di un'ora avevo ingoiato una quantità incredibile di sborra densa e calda ed ero riuscita a venire a mia volta. Sazia e appagata, mi ripulii il viso, le labbra e la vulva con delle salviettine umidificate, mi rivestii e, chiedendogli la massima discrezione, andai via, promettendogli che gli avrei sicuramente sparato altri pompini in futuro, che mi era piaciuto tanto farlo...

Ed infatti, ancora adesso, gli succhio il cazzo spesso e con regolarità, amo troppo spompinare il suo uccello maleodorante e sporco, mi dà un piacere intenso…. e non so quanto resisterò ancora prima di dargli anche culo e figa….

Eravamo giunti in primavera e spesso accompagnavo il mio compagno dal suo commercialista. È un tipo sulle sue di circa 45 anni, pieno di sé e sicuramente molto attratto dalle donne, almeno a giudicare dagli sguardi da gran porco che ogni volta mi lanciava. Infatti, notavo sempre, con un senso misto di lusinga e di eccitazione, che mi spogliava con gli occhi, mi guardava la bocca mentre parlavo, il culo, le tette, le gambe, era evidente che mi desiderava ed io temevo sempre che potesse rendersene conto anche il mio lui. Ovviamente avevo capito da un pezzo che sicuramente avrebbe gradito un mio lavoretto di bocca e di chiavarmi per bene ed è inutile aggiungere che la cosa mi stuzzicava moltissimo; infatti, da gran troia, ogni volta che ci andavamo, provvedevo a vestirmi in maniera sexy ed estremamente invitante.

Capitolo 16: Trombata dal commercialista del mio compagno.

Conobbi per caso il porco del paese in cui vivo. Avevo spesso intravisto e sentito parlare di quell'uomo che aveva superato da un pezzo i 50 anni, sapevo che era un nullafacente che trascorreva le sue giornate in malfamati bar a bere, quindi sempre imbottito di birra, che era un pervertito sempre arrapatissimo in cerca di troie. Spesso ci avevo pure parlato ed in ogni occasione mi aveva fatto apprezzamenti ai limiti del decente, mi lanciava occhiate voluttuose, indecenti. Sapevo che molte donne impegnate ci scopavano, se ne parlava tanto, e ai pettegolezzi si univano anche fatti reali e tangibili. Molte donne erano attratte da lui sia per il fatto che fosse un po’ particolare e sia perché… puzzava, insomma un maiale vero e proprio che si lavava poco, con conseguente olezzo forte, cosa questa che come me, eccita molte donne: avvertire la “puzza di maschio”, l’aroma della cappella non lavata, spesso è estremamente eccitante per molte di noi. 

Personalmente, invece di essere infastidita e provare ribrezzo, quell'uomo disgustoso e laido mi eccitava tantissimo, ci pensavo, spessissimo mi ritrovavo a fantasticare di fargli un sensazionale pompino con ingoio senza pensare a nulla. Insomma il solo pensiero di ciucciargli il cazzo maleodorante mi eccitava, mi infoiava da morire. Poi le voci di chi ci era “stata” che lo descrivevano avere i coglioni pieni di sperma densissima e dolce, mi infoiava da matti, mi faceva sentire ancora più porca e troia, più femmina. Ero infatti fermamente decisa a fare porcate di bocca con lui, lo desideravo. Non mi interessava farmi scopare o inculare, volevo, in quel momento, soltanto prenderglielo in bocca e farmi sparare in gola la maggior quantità di sperma possibile. Avevo però paura di beccarmi qualche malattia visto l’elevato numero di avventure da lui vissute ed io non amo particolarmente l'uso del preservativo. Quindi ero ben decisa che non gliel'avrei data, ma un pompino glielo volevo e dovevo fare.

Sapevo che aveva dei parenti ma viveva solo, quindi pensai che sarebbe stato bello ed eccitante fare la porca a casa sua dove nessuno ci avrebbe sorpresi.  

Un giorno lo incontrai casualmente e mi ci fermai a parlare. Pensai, tra me e me, che non era un fatto sospetto, in quanto nessuno poteva immaginare i miei laidi desideri segreti.

Mi chiese del mio compagno ed io risposi che non avevo voglia di parlare di lui ora.... Il porco cominciò come al solito, con aria da marpione, a fare apprezzamenti volgari sul mio conto.

Mi disse infatti:

“Lo sai che sei bona e arrapante, immagino che tu sia una gran troia, ti scoperei assai volentieri".

Risposi:

"Ah sì"? Poi, da gran porca aggiunsi: "e sentiamo, cosa mi faresti"?

Lui rispose: "dimmelo tu, cosa vorresti che ti facessi"?

Io risposi: "il massimo che potresti ottenere da me è un pompino".

Mamma mia, quanto mi eccitò questa cosa! Io che dicevo apertamente a quel gran porco di essere disposta a ciucciarglielo, mi fece perdere la testa, mi sentivo eccitata da lui e dalla situazione incredibile. Scoppiai a ridere nervosamente e aggiunsi:

"Chissà, forse un giorno…".

Lui, visibilmente infoiato dalle mie porche parole, non si fece sfuggire l'occasione e disse:

"Perché non ora"?

Io, ormai eccitatissima e ben decisa dissi:

"Va bene, ho voglia, ma dove possiamo andare"?

Lui rispose: "a casa mia, non c'è nessuno". Aggiunse che, se volevo, avremmo potuto vederci nel primo pomeriggio, io acconsentii e ci salutammo con la promessa di vederci più tardi.

Tornata a casa, non feci altro che pensare alla porcata che mi accingevo a fare, una parte di me si rifiutava di andarci, ma l'altra, quella più porca, mi spingeva ad andarci eccome, mentre mi sentivo la fica in fiamme al pensiero di ciucciare il cazzo a quell'ubriacone, per nulla attraente, sporco, fallito, una specie di barbone.

La parte troia ebbe la meglio e così, dopo pranzo feci una doccia, mi depilai, mi vestii in maniera semplice con jeans, maglietta, spolverino, stivali, brasiliana ma senza reggiseno, presi la macchina e lo raggiunsi a casa sua. Era fortunatamente deserto, in giro non c'era praticamente anima viva e quindi non corsi rischi di essere notata mentre salivo, svelta e furtiva, da lui.

Entrata in casa, mi colpì un forte puzzo di sporcizia e non potei non notare l'aria di abbandono in cui era la sua abitazione.

Lui, già visibilmente eccitato, cercò subito di conversare, ma lo bloccai immediatamente dicendogli senza esitazioni:

"Non sono qua per parlare, non voglio perdere tempo, ho tanta voglia di cazzo, ti voglio fare un pompino e andare via senza perdere tempo".

Poi, in silenzio, mi spogliai completamente nuda mentre potei notare che lui aveva la fronte imperlata di sudore, era eccitatissimo e quasi incredulo che io, donna impegnata con un uomo suo conoscente, fossi lì nuda, pronta a fargli un pompino. Gli sbottonai la camicia, la tolsi assieme alla maglietta che indossava sotto, poi mi inginocchiai, gli slacciai la cintura, aprii i bottoni dei pantaloni, calai la zip e glieli abbassai, assieme alle mutande, alle caviglie lasciandolo nudo a sua volta. Era già in erezione il porco, con un cazzo grosso, il corpo pieno di tatuaggi e la pancia gonfia tipica dei grandi bevitori.

Lui mi disse:

"Prima voglio leccartela".

Così mi fece sedere sul divano, si inginocchiò, mi allargò le cosce e, mentre si segava, cominciò a leccarmi la fica con foga. Sentivo la sua lingua saettante che mi lappava le labbra da sotto a salire, mi ciucciava il clitoride divenuto nel frattempo durissimo, per poi entrare nella mia vagina bagnata, mentre i peli dei suoi baffi mi solleticavano piacevolmente. Uh era bravo, molto bravo a leccare, mi stava facendo godere come una matta sotto i colpi della sua lingua che intanto scese al culo cominciando a leccarlo con due dita ficcate in fica che andavano avanti ed indietro sditalinandomi violentemente. Mugolando, godevo come una troia mentre me la stavo facendo leccare dal porco del paese. Lo imploravo di continuare così, che godevo tanto e lui intensificava il lavorio di lingua, fino a che, impaziente di prenderglielo in bocca, lo feci fermare e gli dissi:

"Ora voglio il cazzo in bocca"...

"Si", disse, "dai ciucciamelo", e dopo essersi liberato dal pacco dei pantaloni e delle mutande che aveva abbassati fino alle caviglie, si piazzò in piedi. Mi inginocchiai davanti a lui e presi a fargli una sega, andando avanti ed indietro con la mano sul cazzo duro scappellandolo. Dio quanto puzzava! Un odore disgustoso di urina e di sborra essiccata mi assalì, ma il ribrezzo mi eccitava in maniera indescrivibile e così, con espressione disgustata sul viso, presi a leccare la maleodorante cappella dura e turgida. Era eccitante il suo cazzo, la cappella larga trasbordante dall'asta, lucida, vibrava come se stesse per scoppiare.

Mentre mi accarezzavo la fica, incurante del puzzo, leccavo la cappella ad occhi chiusi indecorosamente e senza ritegno, ne avvertivo il forte odore ed il sapore salaticcio e acidulo, la lingua la accarezzava tutta, dalla punta alla base, la titillavo delicatamente, leccavo il prepuzio e il frenulo, mentre la mia saliva la rendeva ancora più viscida ed umida.

Poi lo presi finalmente in bocca, andando avanti ed indietro, con la testa tenuta dalla sua mano dietro la mia nuca, gli orecchini che fluttuavano avanti e indietro tintinnando. Scendevo fino alla base con il naso che lambiva il suo addome gonfio di birra, lo sentivo tutto in bocca, allargata al massimo per contenerlo tutto, la cappella che mi toccava la gola mentre gli accarezzavo i coglioni maleodoranti di sudore, per poi leccarli e portarli in bocca. Rivoli di bava mi colavano fin sopra i coglioni cadendo poi sul pavimento, mentre i suoi peli mi riempivano la bocca. Il ribrezzo di ciucciare quel grosso cazzo maleodorante, aumentava la mia eccitazione, rendendomi folle di piacere e di libidine.

Pian piano risalii e presi di nuovo il cazzo in bocca andando avanti e indietro facendolo uscire ed entrare ritmicamente, lo scappellavo con le labbra facendolo scivolare nella mia bocca fino alla gola. La bocca era deformata dalla cappella che urtava le mie gote, la sentivo pulsare sulla lingua, la sbocconcellavo clamorosamente ingoiando tanto liquido seminale, saliva e peli, sembravo impazzita mentre gli sparavo quel pompino clamoroso, selvatico, che avrebbe fatto venir duro il cazzo ad un morto, infatti il gran porco godeva come un animale lamentandosi e dicendomi:

"Uh si troia, come lo succhi bene, mi fai morire, alla faccia del cornuto del tuo compagno".

Dio, quanto ero eccitata dalla consapevolezza che stavo tradendo il mio compagno sparando una pompa a quel porco.

Improvvisamente, mentre pompavo a più non posso il grosso cazzo, fui colta da violenti conati di vomito che mi costrinsero a fermarmi per qualche istante per sputare bava, liquido seminale e peli di cazzo, fino a che fui costretta a correre in bagno dove rigettai tutto il pranzo consumato poco prima. Con lo stomaco svuotato, sciacquai la bocca, tornai in soggiorno, mi inginocchiai e ripresi l'incredibile pompa interrotta. Fui talmente appassionata e assatanata nel pompare, che pochi istanti dopo, avvertii una forte resistenza della lingua che si scontrava con una poltiglia densa, mentre schizzi caldi, violenti e densi mi colpivano le gote, la lingua e la gola…. Capii immediatamente che mi stava sborrando in bocca, che era venuto, già era venuto, infatti mi disse:

"Mi dispiace, ma sei una grande pompinara, desideravo da tanto tempo una tua pompa e non ho resistito"...

Mi aveva riversato in gola una sborrata improvvisa, inaspettata, incredibile, intensa ed abbondante, densa, perlacea, che assaporai golosamente e poi ingoiai completamente, senza perderne neanche una stilla.

Ma era durato troppo poco, non ero ancora soddisfatta, avevo ancora tanta voglia di ciucciargli il cazzo e così decisi di continuare e provare a farlo venire una seconda volta nella mia bocca insaziabile. Inoltre, desideravo venire pure io, magari mentre mi sborrava in bocca.

Ripresi così a spompinare con passione ed eccitazione ancora maggiori. Lui, felicissimo, prese a godere di nuovo, a gambe larghe, reggendomi la testa con le mani, mi guardava mentre gli sparavo quel secondo pompino clamoroso. Con due dita ficcate in fica che andavano avanti e indietro, serrai la cappella ancora lorda di sborra tra le labbra, la leccavo dall'interno, intanto gli accarezzavo e palpavo i coglioni. Avvertivo quel cazzone piantato in bocca diventare sempre più duro, pompavo come impazzita l'attrezzo del porco, succhiavo e ciucciavo il cappellone durissimo. Lui, impazzito dal piacere che gli provocava la mia bocca, mi incitava a continuare, a non fermarmi cosa che io non intendevo certo fare, anzi, intensificai il ditalino ed il ritmo del pompino, andando avanti ed indietro, ficcandomelo interamente in bocca fino a farmelo scivolare in gola. Pompavo come impazzita quel cazzo disgustoso ma eccitante, gli stavo sparando un pompino indecoroso e appassionato, selvaggio e laido, a lui, al porco del paese, fino a che.... venne nuovamente!

La prima sborrata era stata violenta e intensa, ma la seconda.... la seconda fu incredibile. Con un urlo selvaggio, mi riversò in bocca una quantità esagerata e interminabile di sperma, sembrava una fontana. Mentre riuscii a raggiungere un orgasmo intenso, lanciai una sorta di urlo, mentre schizzi meno densi del primo orgasmo, ma altrettanto abbondanti, mi sfiorarono andando a finire sul pavimento dietro di me, altri mi colpirono la fronte, la faccia, gli occhi, ma la maggior parte mi finì in bocca. Godendo tantissimo, colta da brividi di piacere grazie all'orgasmo prolungato che raggiunsi, assaporavo la sborra del porco, guardandolo fisso negli occhi, me la godevo prima di mandarla giù nello stomaco.

In meno di un'ora avevo ingoiato una quantità incredibile di sborra densa e calda ed ero riuscita a venire a mia volta. Sazia e appagata, mi ripulii il viso, le labbra e la vulva con delle salviettine umidificate, mi rivestii e, chiedendogli la massima discrezione, andai via, promettendogli che gli avrei sicuramente sparato altri pompini in futuro, che mi era piaciuto tanto farlo...

Ed infatti, ancora adesso, gli succhio il cazzo spesso e con regolarità, amo troppo spompinare il suo uccello maleodorante e sporco, mi dà un piacere intenso…. e non so quanto resisterò ancora prima di dargli anche culo e figa….

Eravamo giunti in primavera e spesso accompagnavo il mio compagno dal suo commercialista. È un tipo sulle sue di circa 45 anni, pieno di sé e sicuramente molto attratto dalle donne, almeno a giudicare dagli sguardi da gran porco che ogni volta mi lanciava. Infatti, notavo sempre, con un senso misto di lusinga e di eccitazione, che mi spogliava con gli occhi, mi guardava la bocca mentre parlavo, il culo, le tette, le gambe, era evidente che mi desiderava ed io temevo sempre che potesse rendersene conto anche il mio lui. Ovviamente avevo capito da un pezzo che sicuramente avrebbe gradito un mio lavoretto di bocca e di chiavarmi per bene ed è inutile aggiungere che la cosa mi stuzzicava moltissimo; infatti, da gran troia, ogni volta che ci andavamo, provvedevo a vestirmi in maniera sexy ed estremamente invitante.

Capitolo 17: Secondo incontro col ventenne.

L'esperienza vissuta col ventenne mi tornava spessissimo in mente, avevo desiderio di scopare ancora con lui. Ormai l'uomo col quale uscivo era diventato ufficialmente il mio compagno, ma nonostante ciò, pensavo sempre al grosso cazzo del mio giovane amichetto.

Quanto e come avevo goduto in quella prima avventura con lui; gli avevo sparato un pompino con ingoio da brividi e lui mi aveva "fatto" la fica magistralmente nonostante la sua poca esperienza data dall'età e poi, la sua sborra in bocca era stata un paradiso, mi aveva mandato in visibilio. Abbondantissima, dal sapore gradevole, densa ed appiccicosa come piace tanto a me.

Continuavamo a chattare regolarmente, praticamente ogni giorno anche se ora, essendo impegnata, dovevo essere molto più prudente. Un giorno, mentre ci scambiavamo desideri proibiti, promesse di pompini, inculate e scopate insieme, mi confessò che mi aveva adocchiato a suo tempo perchè era un amico di mia figlia, che aveva solo un paio di anni in più! Questo particolare, pur se scabroso e pericoloso, mi eccitò da morire e decisi di voler nuovamente trombare con lui. Glielo dissi apertamente ed ovviamente lui accettò subito di buon grado.

Ero facilitata dal fatto che non vivevo col mio compagno, così un pomeriggio gli dissi che quella sera non ci saremmo visti perchè mi sentivo piuttosto stanca. Il mio compagno rispose che non c'erano problemi, di stare tranquilla e riposarmi e che ci saremmo sentiti magari per telefono. Dopo avergli detto di amarlo, attaccai e chiamai il mio toy boy dicendogli che quella sera sarei stata libera e che avremmo potuto incontrarci.

Mi disse che aveva i genitori a casa ed io lo invitai a casa mia, che distava poco dalla sua, sapendo che mia figlia sarebbe uscita. Ovviamente lo misi al corrente che avremmo dovuto fare in fretta in quanto mia figlia sarebbe potuta tornare da un momento all'altro. Ci demmo appuntamento per le 21 da me.

Mia figlia uscì col fidanzato verso le 20:30. Bene, pensai, la via è libera. Pochi minuti dopo le 21 arrivò, lo feci entrare e chiusi a chiave la porta. Subito mi lasciai cadere la vestaglia rimanendo completamente nuda, pronta a farmi fottere duro da lui, dal mio giovane amante. Vedendomi completamente nuda dinanzi a sé, mi disse che da quando aveva conosciuto mia figlia, mi aveva adocchiato, che lo eccitavo da morire, apostrofandomi "milfona porca". Aggiunse che mi aveva da subito desiderato, masturbandosi tantissimo al pensiero di scopare con me, ma che non aveva mai avuto il coraggio di dirmelo. Con le sue parole ed il ricordo del precedente bollente incontro, mi eccitò tantissimo, volevo il suo cazzo.

In fretta, senza esitazioni, mi inginocchiai e gli calai calzoni e slip. Era già in tiro, col cazzo che scattò in su come una molla, noduloso, scappellato e duro. Senza una parola, presi a fargli un pompino incredibile. Nuda, mentre mi accarezzavo la fica, andavo avanti ed indietro sul suo cazzo duro, ingoiavo avidamente la cappella leccandola e succhiandola mentre lo guardavo negli occhi. Lui godeva come un animale, con la sua mano dietro la nuca mi dettava il ritmo della pompa dicendo:

"Che brava la mammina della mia amica, è proprio una pompinara con i fiocchi"!

Spronata da lui e dalle sue porche parole, succhiavo il cazzo appassionatamente e con una voglia di sborra incredibile. Pochi minuti di lavorio di bocca furono sufficienti affinchè mi beccassi la prima, abbondantissima sborrata in faccia ed in bocca. Mentre gli palpavo i coglioni duri, lo sperma mi riempiva la bocca e, eccitatissima, lo assaporavo e poi lo mandavo giù nello stomaco golosamente. Il suo sperma aveva un gradevole sapore dolciastro.

Dopo aver ingoiato, con il viso e la bocca impastati di sperma, lo presi per mano e lo portai in camera da letto. Lo denudai e ci mettemmo sul letto in posizione 69. Il suo cazzo non era ancora completamente duro, ma con abili colpi di lingua, lo riportai al massimo dell'erezione, con la cappella durissima, turgida e eccitante. Intanto il mio giovane amante mi palpava le chiappe allargandole e mi leccava la fica ed il culo con passione e libidine, portandomi a mugolare sommessamente mentre gli ciucciavo di nuovo il cazzo. Torcevo il bacino dal forte piacere mentre lui mi solleticava con le dita e la lingua le parti intime, portandomi a bagnarmi la vagina in maniera incredibile. Leccava tutto il mio nettare mentre gli succhiavo i coglioni, l'asta e la cappella, spompinandolo senza ritegno. La lingua sembrava impazzita sulla cappella turgida.

"Ti voglio scopare, porca" mi disse con voce melliflua. Mi fece mettere a "pecorina" e mi penetrò con un colpo secco e deciso la fica. Uhm, mi trombava ottimamente, andava avanti ed indietro fracassandomi la fregna, col cazzo che entrava ed usciva a ritmo sostenuto, in maniera violenta.

"Spaccami tutta, fammi sentire il tuo cazzone nell'utero", lo incitavo mentre mi stantuffava instancabile.

"Sborrami in fica porco". "Si", rispose con voce tremolante e non fece in tempo a dirlo che, dopo pochi minuti, avvertii numerosi fiotti caldi inondarmi la vagina, colando dalle grandi labbra sulla sua asta. Sborrava come una fontana, sembrava non volersi fermare più. Fu talmente bella la sensazione di sentirlo godere dentro di me, che venni intensamente anche io, strillando ambedue, presi da un piacere indescrivibile ed intenso, mentre raggiungemmo quasi all'unisono l'orgasmo. Lo tirò fuori e, praticamente in estasi con gli occhi chiusi, continuai a squirtare in maniera abbondante sporcando il letto.

Dopo qualche minuto di riposo, mi chiese:

"Mi dai il culo questa volta, troia"?

Risposi:

"Certo, spaccamelo tutto".

Lui si distese ed io, di spalle, mi adagiai su di lui, appoggiai la cappella alla rosellina e mi sedetti letteralmente sul suo cazzo facendolo penetrare interamente tutto nel mio culo. Quel bastone lungo e duro piantato interamente nello sfintere, mi faceva andare fuori di testa tanto che cominciai ad andare su e giù violentemente sul cazzo facendo in modo che entrasse per tutta la sua lunghezza nel mio culo; praticamente mi stavo inculando da sola. Un rumore simile a quello di uno schiaffo usciva fuori ogni volta che sbattevo sul suo addome nella foga di beccarlo tutto nell'ano. Intanto, lui mi palpava le tette in maniera indecorosa, titillava i capezzoli durissimi, palpava le mammelle che sobbalzavano al ritmo dell'inculata. Un paio di volte, capendo che stava per venire, rallentai la cavalcata, per poi riprenderla nuovamente, fino a che raggiunsi un secondo orgasmo intensissimo. Presa dalla goduria, mi stesi completamente su di lui, l’amico di mia figlia tirò fuori il cazzo dal culo e segandoselo, mi sborrò sulla pancia. Fu così violenta questa sua nuova sborrata, che alcuni schizzi, i primi, mi raggiunsero le tette. Quando finì di eiaculare, con le dita, raccolsi lo sperma dal mio addome e dalle tette e lo portai in bocca ingoiandolo.

Ambedue sazi e soddisfatti, ci coccolammo per qualche minuto, poi lui si rivestì ed andò via. Io feci una doccia, mi stesi sazia sul letto e telefonai al mio compagno…. Poco dopo rientrò mia figlia….

Ho ormai perso il conto dei cazzi beccati negli ultimi anni; ho scopato con uomini di colore, anziani e sconosciuti. Ho succhiato un numero incredibile di cappelle, ingoiando avidamente il succo dei miei pompini incredibili.

Ma era un periodo di crisi, in tutti i sensi. La pandemia aveva creato grossi problemi economici e lavorativi un po' a tutti, me compresa. Durante il primo lockdown non avevo praticamente avuto rapporti sessuali, neanche col mio compagno; erano stati mesi davvero duri e difficili per me, amante del cazzo. Poi, con l’allentamento delle costrizioni, pian piano ripresi con le mie avventure sessuali extra. Non l’ho mai fatto per denaro, non mi reputo una puttana che vende il suo corpo per soldi, ma sono estremamente troia e amo scopare per il semplice piacere che mi provoca farlo. Una sola volta l’ho fatto e continuo a farlo in cambio di qualcosa; ho infatti trovato il modo di pagare il canone d’affitto dell’appartamento in cui vivo non in denaro, ma in altro modo…

Capitolo 18: Pompini all’anziano padrone di casa.

L'utile al dilettevole. Sono riuscita a non pagare più l'affitto facendo in cambio pompini al mio vecchio padrone di casa. Mi ritengo fortunata, nonostante l’età avanzata, lui ha un bel cazzo, sborra come una fontana ed io ingoio golosamente, amo succhiare cazzi e ingurgitare sperma caldo e, in cambio, mi sono liberata del fitto mensile.

Lui ha 70 anni, è sposato, ma fin dal primo momento in cui mi fece vedere l'appartamento, i suoi sguardi la dicevano lunga. Mi guardava infatti come inebetito, preso e sicuramente eccitato da me. Finora gli ho versato solo due mensilità, poi gli dissi che, se avesse voluto, lo avrei potuto pagare in natura.

Infatti, un giorno lo incontrai nell'androne del palazzo e mi chiese come mi trovassi nel mio nuovo alloggio di sua proprietà.

"Benissimo", gli risposi, e lui ne fu contento. Mi chiese l'età, se fossi sposata, se avessi figli. Feci lo stesso con lui ed entrammo in una certa confidenza. 

Il giorno che venne a ritirare i soldi del terzo fitto, essendo sola in casa, decisi di affondare il colpo e provarci con la mia “bizzarra” proposta indecente. Rimasi volutamente nuda, con solo una vestaglietta addosso ad attenderlo. Quando entrò, rimase incantato nel vedere le mie forme ben visibili sotto la leggera e trasparente vestaglia. Notai che non riusciva a staccarmi gli occhi di dosso, con sguardo di desiderio ed eccitazione. Lo misi al corrente che erano tempi difficili e che il versamento del canone mensile mi era veramente pesante. Con voce flebile, gli dissi che lavoravo poco. Lui, da gran porco, iniziò a dirmi velatamente che avrebbe voluto tanto aiutarmi, ma non sapeva come fare.

Mentre prendevamo un caffè, parlando del più e del meno, gli chiesi se avesse accettato un pagamento di natura diversa. Lui, visibilmente sorpreso, disse:

"Di che genere"?

Risposi:

"Le piacerebbe se le facessi qualche… servizietto"?

Non riuscivo a capire se lui fingesse o meno di non capire, quando mi rispose:

"Uhm, cosa intendi dire, pulizie di casa o cosa”?

Scoppiando a ridere, senza vergogna ne decoro e guardandolo negli occhi, dissi:

“Intendo dire qualche eccitante servizietto di… bocca”!

“Accidenti, lo faresti davvero?”, chiese con aria incredula.

“Certo, perché no? Lei mi sembra una persona simpatica, mi piacerebbe farle provare la mia specialità, le andrebbe”?

Rincarai la dose, ammettendo velatamente e senza esitazione o vergogna, che ero una grande pompinara sin da ragazzina. Eccitato come un toro, si affrettò a rispondermi:

“Si, mi andrebbe tanto, l'ho desiderato fin dalla prima volta che ti ho vista, ho fantasticato molto su di te, mi ecciti da morire con la tua aria da porca che spara pompini, hai proprio l'aspetto da grande pompinara". 

Sorridendo maliziosamente, gli dissi:

"Beh, se la pensa in questo modo possiamo fare un nuovo accordo non scritto, purché resti un segreto tra noi: diciamo, due, tre pompini a settimana in cambio del fitto"?

Lui mi disse:

"Si, facciamo 3 pompini a settimana e ci sto, ovviamente devi ingoiare".

“Certo che si, ma se dovessi esitare nel beccarmi la sua sborra in gola, lei mi tenga bloccata sul suo cazzo, così non posso esimermi dal mandare giù tutto... comunque tranquillo, è ovvio che i pompini sono con ingoio”, risposi ridendo.

Aggiunse:

"Ma non hai un compagno? Non ti crea problemi tradirlo"?

Risposi:

"Un po' si, ma non intendo avere rapporti completi con lei, solo orali. Le dirò che mi eccita e mi piace da morire fare pompe a maschi diversi dal mio lui".

Ridemmo a questa mia affermazione.

E così ci accordammo sul nuovo tipo di pagamento del fitto, mentre lo guardavo con aria da gran troia. Lo misi al corrente che vivevo però con mia figlia e che quindi dovevamo trovare il momento giusto per farlo e che, se mia figlia qualche volta non fosse uscita, c'era la possibilità o di trovare un posto dove farlo o che saltasse la pompa quotidiana. Mi disse:

"Va bene, d'accordo, vuol dire che se si creano problemi, o si va in macchina oppure si recupera la settimana dopo, ma devono essere 3 pompini con ingoio alla settimana, va bene"?

"D'accordo", risposi, "quando cominciamo"?

"Subito, mia bella pompinara, voglio vedere se ne è valsa la pena", rispose.

Con la fica in fiamme, bagnatissima dall'eccitazione, lasciai cadere la vestaglia e spogliai pure lui. Completamente nudi, lo feci sedere sul divano e mi ci adagiai accanto di fianco. Raccolsi i lunghi capelli con un mollettone e gli presi il cazzo in mano, iniziando a fargli una grande sega, guardandolo godere mentre il cazzo si induriva nel mio pugno. Era magro, con pancia prominente, la pelle flaccida ed i peli pubici grigi, dotato però di un cazzo di tutto rispetto.

“Il nostro patto però non contempla seghe, ma pompini”, mi disse poco dopo sorridendo.

Scoppiai a ridere e, ammettendo che aveva ragione, senza esitazioni, mi chinai e cominciai a leccargli timidamente la cappella che in un attimo divenne ancora più turgida e lucida. Sentendone l'eccitante e tipico odore, dopo averci sputato su per umettarla, con la lingua la titillavo dalla fessura dell'uretra fino al prepuzio, soffermandomi sul frenulo. Leccavo con la lingua che sembrava un serpentello impazzito sulla testa del suo cazzo, lui mugolava di piacere mentre mi teneva la testa con la mano sulla nuca.

"Ahhh… che lingua favolosa, mi fai morire" diceva mentre mi osservava leccargli la cappella. All’inizio, non piacendomi per nulla quel vecchio signore, provavo un certo disgusto a ciucciargli il cazzo, ma pensavo: “pazienza, il gioco vale la candela, comunque ho un cazzo tutto da succhiare” e giù a spompinare con energia.

Poi, quando prese a solleticarmi con due dita, una in culo e una in fica, cominciai a godere a mia volta ed a bagnarmi ancora di più, mentre lo spompinavo sempre più a fondo e più ferocemente. Ad occhi chiusi, mugolavo al ritmo del pompino, intanto lui mi masturbava e gemeva godendo tantissimo a sua volta con la testa riversa all’indietro. Andavo su e giù ritmicamente sul cazzo sentendolo godere come un matto, ingoiavo l’asta del padrone di casa per poi riprendere a leccarla per intero. Lappavo e succhiavo i coglioni gonfi e scuri. Ciucciavo la sua cappella circondandola con la lingua e le labbra, succhiavo come una trivella ingorda di sborra calda, di tanto in tanto ero costretta a sputare qualche pelo pubico.

Cambiai posizione, mi inginocchiai tra le sue gambe e ripresi a pompare il cazzo a ritmo sostenuto, con la testa che andava su e giù sul suo cazzo duro. Dopo una decina di minuti, intuii che stava per venire, sentivo infatti il cazzo vibrare nella mia bocca, la cappella indurita al massimo sulla lingua, lui in preda a spasmi addominali.

Impazzendo di piacere, sentendomi troia nella mia trasgressione e in quella situazione così eccitante, serrai le labbra alla base della cappella solleticandola con la lingua a pennello e, mentre gli palpavo i coglioni, lo lasciai sborrare nella mia bocca. Accompagnata da un suo prolungato urlo, mi scaricò in bocca una sborrata intensa ed abbondante, densa e appiccicosa, dal forte sapore acido; avevo la bocca e la lingua piene di sborra. Senza farne uscire una stilla, mugolando di piacere, la ingoiai avidamente tutta, lasciandogli il cazzo pulito come dopo un bidè. 

Con il sapore di sborra in bocca, leccai per qualche secondo ancora la cappella, recuperai quel pò di sborra che era colata sui coglioni ingoiandola, poi sollevandomi un pochino dal suo addome, col cazzo ancora in mano chiesi:

“Allora, le è piaciuto, è soddisfatto”?

Lui rispose:

“Dio santo che pompino, sei bravissima, mi hai mandato in visibilio, si vede che ami tanto il cazzo in bocca, abbiamo fatto un affare entrambi, non trovi”?

Mi alzai, indossai la vestaglia e scherzosamente dissi:

“Regge lei il conto dei pompini a suo credito”?

Lui scoppiò a ridere e annuì. Si rivestì dandomi appuntamento per qualche giorno dopo, nel primo pomeriggio, per riscuotere la seconda rata… 

Quella sera feci l’amore col mio compagno, raggiungendo numerosi orgasmi in quanto molto eccitata dal pompino fatto al mattino... Da allora, ormai da mesi, gli sparo grandiosi pompini con ingoio ed in cambio non pago più l’affitto…

In primavera amo fare lunghe passeggiate, mi mantengono in forma fisicamente e mi liberano la mente dagli affanni quotidiani, dalle ansie, dalle preoccupazioni e dai pensieri negativi. Spesso faccio passeggiate sola soletta magari ascoltando la musica. Una volta, proprio mentre passeggiavo, incontrai un bel maschio nero che poi mi trombò forte, questa volta invece, per caso, incontrai un giovane al quale sparai un bel pompino.    

Capitolo 19: Pompino con ingoio a un giovane sconosciuto.

Pomeriggio. Passeggiavo tranquilla. Ero immersa nella natura, odori di primavera, arietta fresca, serenità. In una piazzola, un'auto grigio chiaro parcheggiata. Passando accanto alla macchina, notai all'interno un uomo intento a guardare il suo telefonino. Immediatamente notai che lui alzava lo sguardo e mi guardava con insistenza. Ressi lo sguardo, non esitai un attimo, ma tirai dritto per la mia strada. Ero tranquilla, non eccitata, non ancora…

Al ritorno, l'auto era ancora li, con il maschio che rialzò lo sguardo e mi guardò. Era un ragazzo con jeans e giubbotto, occhiali e dall'aria trasandata. Incrociammo gli sguardi e subito in me partì una forte voglia di maschio. Immediatamente immaginai la scena del suo cazzo nella mia bocca, subito fui colta dalla voglia di ciucciare il suo cazzo.

Mi guardai attorno, e vedendo che non c'era anima viva, mi calai sul finestrino e lo salutai. Rimase visibilmente sorpreso dal mio atteggiamento chiedendomi se ci conoscessimo. Gli dissi che era la prima volta che lo vedevo ma che avevo bisogno di un pò di compagnia.... non confessandogli che avevo invece bisogno del suo cazzo in bocca.

A questo punto mi invitò ad entrare in macchina ed io mi affrettai ad ubbidire.

"Cosa fai"? chiesi.

E lui rispose:

"Niente, passo un pò di tempo".  

Mi disse di chiamarsi Giuseppe, di avere 27 anni, di essere fidanzato da poco più di un anno. Gli dissi il mio nome, la mia età e un pò di cose circa il mio compagno, mia figlia, il lavoro. Temevo che i miei 53 anni lo "raffreddassero", che un ragazzo di 27 anni non fosse poi così interessato ad una ultra cinquantenne.... Invece mi disse:

"Come siete troie voi donne mature... nessuna"!

Scoppiai a ridere dandogli ragione. Come se lo conoscessi da sempre, gli confessai che ero molto focosa e vogliosa, che amavo trasgredire senza tirarmi mai indietro, di essere sempre pronta a tutto nonostante avessi un compagno, di non avere limiti di decenza o altro, che nulla mi faceva schifo, bevo tutto, sborra, piscio, mando giù tutto senza fare tanto la schizzinosa, di non fare distinzioni di razza o età, basta che il mio maschio fosse dotato di un bel cazzo, fosse porco e avesse desiderio di sfondarmi tutta, culo, figa, bocca, il cazzo dappertutto ed in ogni modo. Insomma, con voce dolce, gli dissi di essere estremamente troia e porca. Maliziosamente notai che aveva la patta gonfia, era evidente che la situazione e il mio parlare lo stessero eccitando molto, cosa che stava accadendo pure a me.

Decisi di divertirmi un pò col suo cazzo, col cazzo di un perfetto sconosciuto, e di fargli un bel pompino! Senza una parola, gli calai la zip, sbottonai il bottone dei suoi calzoni e tirai fuori il bel cazzo già dritto e duro.

"Uh, che bel cazzo hai", dissi.

"Ti piace"? rispose, ed io aggiunsi:

"Si, molto, grosso e noduloso, bella cappella dura e da succhiare tutta, come piace a me! Me lo metti in bocca"?

Non rispose nulla, ma mi prese la testa dietro la nuca e se la portò sulla patta. Immediatamente, ormai fuori di testa dall'eccitazione e dalla voglia di cazzo, gli calai completamente i jeans e i boxer e cominciai a lavorarmi con la bocca il suo uccello. Ansimavamo dal piacere.

Cominciai con un vero e proprio assolo di lingua sulla sua cappella dura, dal forte odore e dal sapore pungente; impazzita di piacere, la leccavo tutta, dalla punta al prepuzio. Roteavo la lingua facendolo così impazzire di piacere tanto che prese a mugolare e godere come un porco. Intanto gli palpavo i coglioni e gli accarezzavo in maniera eccitante l'interno delle cosce. Piano piano, con qualche difficoltà data la posizione, scesi giù a leccargli il buco del culo. Con la lingua glielo accarezzavo, cercavo di ficcare la punta nel suo culo avvertendo un certo odore di sudore, intanto con la mano facevo in modo da tenerglielo duro segandolo delicatamente.

Leccavo il suo culo fino a risalire ai coglioni che ciucciavo con foga, poi leccavo il tratto tra culo e testicoli e riscendevo al buco in una girandola di emozioni incredibili.

Dopo qualche minuto mi sollevai un pò e, vedendo che non c'era anima viva, mi tolsi il giubbotto e la maglietta e rimasi nuda dalla cintola in su con solo i fuseaux, le tette con i capezzoli durissimi alla sua mercè. Prese a palparle e accarezzarle facendomi infoiare al punto che mi chinai e gli presi il cazzo in bocca iniziando ad andare su e giù sulla grossa cappella. Lui mi calò i fuseaux e la brasiliana e, mentre lo spompinavo, sentii un dito in culo ed uno in figa che presero a stantuffarmi. Immediatamente mi ritrovai la patata bagnatissima.

"Ahhhh…. che pompino, che pompino", lo sentivo dire mentre si lamentava come un animale sotto i colpi della mia abile lingua che circondava la cappella inesorabile, mentre lo scappellavo con le labbra ingoiando il grosso cazzo durissimo come se volessi mangiarlo. Gli dissi:

"Mi sborri in bocca"?

Rispose:

"Certo, ti inondo di sborra la bocca"!

Ripresi il pompino. Mi fermavo, sputavo sul cazzo e pian piano, scendevo con la bocca facendomelo arrivare fino alle tonsille, bloccata dalla sua mano in un pazzesco soffocone, rimanevo in quella posizione per qualche secondo per poi risalire a corto di aria da respirare, con un lago di bava che si formava gocciolante calando dalla bocca sulla cappella fino alla sua asta ed ai coglioni e sul sedile dell'auto. Cinque, sei volte feci questo gioco perverso ed eccitante con i conati di vomito che mi assalivano puntuali.

A tratti era lui che prendeva l'iniziativa scopandomi in gola con foga e violenza; la mano dietro la nuca, mi spingeva ritmicamente e energicamente sul suo cazzo stantuffandomelo in bocca al punto che gli ammortizzatori della macchina cigolavano come se mi stesse scopando la figa. Io, ad occhi chiusi e con le sue dita ficcate in culo e in figa, mi lasciavo scopare in bocca con violenza godendo come una matta, le mani ad accarezzare e solleticare i coglioni. Volevo la sua sborra, la bramavo, volevo ingoiare tutto il prodotto della mia abile pompa, ero impaziente di mandare giù tutto.

Fu un pompino selvaggio, animalesco. O era lui che mi scopava in bocca, oppure ero io che andavo su e giù a ritmo sostenuto sul suo cazzo durissimo e appetitoso. Sapevamo di non avere troppo tempo, che c'era il rischio concreto di essere sorpresi da qualcuno, così non perdevamo tempo; lui voleva sborrare, io volevo farlo sborrare nella mia bocca, era questo il nostro accordo tacito e proibito.

Dopo circa un quarto d’ora, in cui sentivo dolermi mascella e mandibola a forza di succhiare il cazzo, accompagnato da un suo prolungato lamento di piacere intenso, improvviso, puntuale ed abbondante arrivò finalmente il mio premio, arrivò la sborra di cui tanto sono golosa. Tanta, tantissima, densa e calda, dal sapore dolciastro, mi massacrò dapprima il viso che divenne lordo di seme in un attimo per poi invadermi il cavo orale con schizzi così abbondanti e violenti che addirittura un rivolo di sperma mi uscì dal naso! Mentre il maschio era in preda a spasmi dell'addome nello scaricarsi i coglioni, ingurgitavo quella marea di sperma come fosse champagne, ingorda, indecorosa e indecente, con le labbra, parte della faccia, i capelli tinti da poco di rosso mogano e la bocca imbrattate di sperma appiccicoso, godevo nel sentire il maschio godere nella mia bocca mentre potevo avvertire le pulsazioni della cappella turgida mentre mi scaricava in bocca il succo di quell'incredibile e selvaggio pompino. Inutile dire che ingoiai tutto….

Finito di sborrare, sazio e soddisfatto, mi offrì delle salviettine per darmi una ripulita al viso e ai capelli, ci rivestimmo e ci salutammo...... Ancora una volta avevo tradito il mio inconsapevole compagno, sparando un incredibile pompino con ingoio totale e profondo ad uno sconosciuto e godendo tantissimo.... Lo so, sono troia, una grande pompinara….

Avevo avuto tantissime esperienze sessuali extra con altri uomini, cornificando tanto il mio amato compagno. Un’esperienza però mi mancava e mi attizzava tanto; il bukkake. Per chi non lo sapesse, trattasi di un’esperienza estrema, da vera porca, e consiste nel farsi sborrare in faccia e in bocca da più uomini contemporaneamente.

Capitolo 20: Il mio primo bukkake.

Da appassionata ciuccia cazzi e ghiotta ingoia-sborra, avevo un sogno nel cassetto: assaporare un grande ed estremo “bukkake”. Lo desideravo tanto, avevo una voglia matta di provarci, di farmi sborrare in faccia, in bocca ed ingoiare tutto lo sperma di un gruppo di uomini dopo averli spompinati per bene, in una unica occasione, ma mi rendevo conto che era piuttosto difficile organizzare una cosa simile. Trovare tanti maschi disponibili a riempirmi di sborra in gruppo senza sputtanarmi o essere scoperta dal mio compagno, dai miei, dagli amici, non era cosa di certo facile. Ma lo desideravo troppo, volevo farlo e così, su consiglio di una mia amica, mi diedi da fare su internet e, su un sito di incontri clandestini, pian piano riuscii ad organizzare l’incontro; mi accordai con ben 6 bull disposti a massacrarmi con la loro sborra, in un paese a poca distanza da dove vivo io. Erano tutti di età compresa tra i 27 e i 60 anni, mi avevano rassicurato tutti che erano esperti nel campo e che tutti sborravano in maniera incredibilmente abbondante; era proprio quello che cercavo, ingoiare tanta, tantissima sborra di più uomini. Unica mia condizione, la massima discrezione ed il divieto di fare filmati o foto, se non una sola foto con il mio viso coperto di sborra.

Mi accordai con i 6 fissando la data e l’ora del nostro incontro. Mi diedero l’indirizzo dove recarmi e, il pomeriggio del giorno prefissato, alle 15, mi recai in auto all’appuntamento. Era un appartamento sito in un piccolo condominio fuori mano. Parcheggiai, salii le scale con il cuore che mi batteva forte in petto, emozionata ed eccitata e suonai il campanello; venne ad aprirmi un uomo sui 50 anni.

Entrata, mi fece accomodare in sala dove, su due divani, erano seduti 5 uomini già completamente nudi, con i grossi cazzi in mano già duri e scappellati. La volgarità della situazione mi portò un eccitamento sessuale incredibile; vedere quei cazzi grossi - nessuno era mini dotato – a mia disposizione, tutti per me, da ciucciare e leccare a mio piacimento, mi infoiava incredibilmente. Mi ordinarono di mettermi nuda ed io ubbidii immediatamente. Quello che mi aveva aperto la porta, che nel frattempo si era denudato a sua volta, cominciò a toccarmi tutto il corpo, mostrando le mie forme ai suoi compagni di avventura. Mentre mi guardavano il corpo, le tette, la fica, il culo, la bocca, facevano battute di apprezzamento pesanti, ma non mi offendevo, anzi mi eccitavano tantissimo.

Mi ordinarono di iniziare e mi diedero un cuscino del divano su cui inginocchiarmi; erano 2 su un divano e gli altri 3 sull’altro. Il sesto mi affiancava e non ne capivo il motivo. In ogni caso, raccolsi, da brava troia il cuscino, lo appoggiai sul pavimento, mi ci inginocchiai e presi a fare pompini ai 5 uomini a turni. Inginocchiata tra le loro cosce, cominciai infatti a prendere a turno i loro cazzi in bocca; mi lavoravo quei bei cazzi di lingua e di labbra, poi ingoiavo le aste fino in gola. Erano cazzi duri e grossi, loro erano spaccaculi abituati a far godere una donna. Poi capivo perché uno di loro non era insieme agli altri; mentre facevo le pompe, lui mi accompagnava con la mano dietro la nuca dettandomi il ritmo, oltre che ad accarezzarmi le tette, la fica ed il culo. Insomma lui era quello che mi doveva far eccitare ancora di più, masturbandomi mentre pompavo in modo che facessi dei pompini sublimi.

Erano tutti ben dotati e due di loro avevano cazzi grossissimi, fuori dal comune; ambedue superavano infatti di sicuro i 22 cm di lunghezza, ovvero il ventisettenne ed un altro di 55 anni.

Prendevo le cappelle in bocca, le ciucciavo voracemente guardando negli occhi i maschioni. Loro mi reggevano la testa incollata alle loro aste. Poi, a turno, mi prendevano la testa portandola con violenza sul cazzo e costringendomi ad ingoiarlo completamente ed a tenerlo in bocca per lunghi istanti; mi costringevano in violenti soffoconi, tanto che ben presto cominciai a lacrimare dallo sforzo, mentre il sesto uomo mi ficcava le dita in fica ed in culo, mi palpava e strapazzava le tette ed i capezzoli. Finito il primo giro, cominciai a succhiare i cazzi del secondo gruppo, i rimanenti tre, provando un po' di dolore alle ginocchia e iniziando a sentirmi stanca a furia di spompinare e di essere soffocata dai cazzi, ma ero ingorda, continuavo imperterrita a pompare come una matta. Sapevo di dovermi dare da fare molto per far godere ben 6 maschi e, eccitata al massimo, succhiavo a spron battuto. Sono troia, ed avere ben 6 cazzi a mia disposizione, mi mandava in estasi; poi il pensiero di tutta quella sborra da ingoiare, mi faceva impazzire di libidine. Inoltre, sentirmi le dita del sesto maschio che mi stantuffavano culo e fica, mi faceva uscire di testa.

Ad un certo punto, capii che il primo era pronto, potevo sentirlo dalla cappella durissima e dal liquido seminale che ne fuoriusciva; mi dedicai al suo cazzo fino a che mi disse di essere pronto; mi fermai, lui prese a segarsi ed improvvisamente una gran sborrata mi colpì in pieno viso. I getti erano violenti, densi, me li lasciavo cadere sul viso, sulla bocca. Fu in questo momento, mentre mi beccavo la prima sborrata, che raggiunsi il mio unico orgasmo, intenso e prolungato.

Con il viso stravolto, imbrattato e reso quasi irriconoscibile dallo sperma, mi dedicai al secondo che era pronto e che mi scaricò una seconda sborrata in pieno viso ed in bocca, con la cappella che eruttava sperma caldo e denso come un vulcano. Erano dei veri bull, sborrarono veramente tanto, ed erano solo i primi due; la faccia mi divenne una vera maschera di sborra.

Raccolsi lo sperma dal viso con due dita e me lo portai in bocca ingoiandolo, mentre i maschioni mi guardavano eccitatissimi e pronti.

Chiesi a quello che mi masturbava se avesse una tazza; la prese e li pregai di sborrarci dentro. E così, i restanti 3 cominciarono a farsi una sega e, con il mio aiuto che leccavo e ciucciavo le loro cappelle, ad uno ad uno vennero, orientando e raccogliendo una quantità inaudita di sborra nel tazzone. Ora dovevo soddisfare anche il sesto, ovvero quello che mi aveva regalato tanta eccitazione con le sue dita; mi ci inginocchiai davanti, lui in piedi, e presi a fargli un gran pompino, fino a che lo portai a sborrare a sua volta nella tazza che era ormai colma di sperma dei 4 bull.

Sempre inginocchiata, con il viso, il collo, le tette e la pancia piene di sperma, gli chiesi:

“Secondo voi, riesco a bere tutta questa sborra”?

Uno dei maschi, quello che mi aveva masturbata, rispose:

“Non so se ne hai il coraggio, ma visto che sei così troia…”.

Non finì di parlare. Accettai quella sfida per nulla facile e mi portai il bordo della tazza piena alle labbra, avvertii un odore pungente e forte e cominciai a berne tutto l’abbondante contenuto. Schiumoso, salaticcio, una poltiglia densa ed indubbiamente dall’aspetto disgustoso di sperma e bava, mi passava per la bocca, la assaporavo alquanto disgustata, per poi ingoiare. Bevvi tutto il contenuto della tazza provando un certo ribrezzo e disgusto perché, nonostante fossi ingorda di sborra, una cosa è ingoiare nell’atto dell’orgasmo, tutt’altra cosa è il berlo così, a sangue freddo….

Mentre ingoiavo, mi sentivo veramente porca e troia, sporca, ma ero eccitatissima dall’atto così trasgressivo ed animalesco. Senza esagerazione, il contenuto della tazza sarà stato come mezza bottiglietta da mezzo litro…. Insomma una marea di sborra ingoiata e mandata giù nello stomaco.

Andai a lavarmi per bene, mi rivestii, li ringraziai e me ne andai. Avevo finalmente esaudito anche questo mio desiderio… Forse per i sensi di colpa per la grande porcata appena compiuta, mi recai dal mio compagno prima di rincasare…

E arriviamo così quasi ai giorni nostri, in estate, una caldissima e afosissima estate in cui mi sono data da fare con lena e volontà. Ma un episodio mi è rimasto impresso e voglio raccontare. Si tratta di un pompino super, clamoroso, incredibile sparato al mio meccanico di fiducia.

Capitolo 21: Pompino al meccanico.

Andammo, io e il mio compagno, dal meccanico per un controllo alla mia auto. È un uomo sui 60 anni, alto, completamente calvo e, come si diceva in giro e come avrei scoperto in seguito, con un cazzo degno di un cavallo.

Al ritorno litigai col mio compagno, ingelosito perchè, a suo dire, il meccanico non mi aveva staccato gli occhi di dosso per tutto il tempo. Ovviamente, nonostante me ne fossi resa conto anche io, negavo e così finimmo col litigare. Lo accompagnai a casa stizzita e per un paio di giorni non lo chiamai, nè lo cercai, però la cosa mi lusingava tantissimo, perchè il mio essere troia mi fa eccitare appena noto che richiamo l'attenzione sessuale di un maschione.

Fu così che decisi di tornarci nel tardo pomeriggio del giorno dopo, ma questa volta da sola, senza avere il mio compagno attorno, per poter sfogare tutta la mia porcaggine e poter fare al meccanico un bel pompino con ingoio. Si, uscii di casa proprio con l'intento di succhiargli il cazzo e ingoiare la sua sborra.... Le voci che lo descrivevano come dotato di un cazzo esagerato, mi eccitavano da morire e lo volevo prendere in bocca. Non volevo il suo cazzo gigante in fica o in culo, lo volevo esclusivamente nella bocca.

Così, mi vestii con maglietta a rete senza maniche, jeans, stivali e brasiliana, senza reggiseno. Gli chiesi di dare di nuovo un'occhiata alla mia auto e lui cominciò a trafficare nel cofano; mi rendevo conto che aveva intuito le mie porche intenzioni perché di tanto in tanto alzava lo sguardo e mi osservava mentre io mi aggiravo per l'officina dando un'occhiata ad un calendario, immancabile, di donnine seminude e troie. Ridendo gli dissi maliziosamente:

"E’ incredibile, in ogni officina c'è un calendario come questo"!

Lui si fermò, e mentre si puliva le mani con una pezza sporca, mi si avvicinò e mi chiese:

"Quale di queste ragazze le piace di più"?

Prontamente, con voce un pò roca e sensuale, risposi:

"Beh, direi nessuna, visto che amo i maschi, ma se proprio dovessi scegliere, direi questa qua" ed indicai una mora dai capelli lunghi come i miei con due labbra (visibilmente rifatte) da pompinara.

"E cosa la attira di lei"? mi chiese.

Risposi:

"Le labbra".

Il porco, decisamente eccitato da questi discorsi cominciò a toccarsi senza ritegno, accarezzandosi la patta gonfia da far paura. Infatti potei intuire dal rigonfiamento che o si metteva dell'ovatta oppure doveva essere dotato di un cazzo pauroso. Optai per la seconda scelta, la mia era più una speranza che una scelta.

Lasciò cadere ogni remora e mi chiese:

"Le andrebbe di vederci un pò in privato e divertirci"?

Prontamente risposi:

"Si, perchè no"?

Mi disse che alle 19 circa chiudevano l'officina e mi diede appuntamento per le 20 dicendomi che ci saremmo visti in via ......., dove avrei lasciato la mia auto e saremmo andati con la sua. Incrociammo lo sguardo e senza vergogna o esitazioni accettai ed andai via, visto che la mia auto non aveva praticamente nulla, ma era servita solo come scusa per agganciarlo.

Girovagai per un'oretta abbondante e, qualche minuto prima dell'ora prefissata, mi recai all'appuntamento, spensi il motore ed attesi. Era una strada piuttosto isolata, con nessuno in giro e cominciai a temere di fare pure qualche incontro spiacevole. Più di una volta pensai di andare via anche perchè lui tardava per cui cominciai a pensare che, chissà, forse mi aveva semplicemente presa in giro. 

Improvvisamente vidi i fari di un'auto che si avvicinava e, col cuore che mi batteva all'impazzata, sperai ardentemente che fosse lui. La macchina si fermò accanto alla mia e vidi che si trattava proprio di lui. Mi fece segno di raggiungerlo e così, presi la mia borsa, chiusi la macchina e salii nella sua.

Era un grande porco, ed infatti non girò attorno alle sue intenzioni. Mi disse che dal giorno prima che ero andata in officina col mio compagno, mi aveva adocchiata e si era eccitato tanto pensandomi. Mi disse di avere la moglie, ma che io lo eccitavo troppo, che desiderava un pompino da me. Pensai che mi avesse letto nel pensiero, perchè era anche il mio laido desiderio!

Mi salì il sangue in testa, fui colta da un'eccitazione incredibile e cominciai a bagnarmi come una fontana; presi ad accarezzarmi la figa mentre lo guardavo. Durante il tragitto, l’unica cosa che mi disse fu che voleva devastarmi la bocca, voleva scoparmi in gola, voleva spararmi tanta sborra nello stomaco. Io risposi che mi infoiava tanto questa cosa perché sono golosa di sborra calda.

“Si, ho capito che sei troia” puntualizzò subito lui.

Mi portò ad un'officina sempre di sua proprietà dove facevano le revisioni alle auto e qui ci accomodammo in un ufficio. Ero veramente affamata, impaziente di prenderglielo in bocca, soprattutto dopo la sua promessa di regalarmi tanto sperma da ingoiare e mandare giù.

Mi disse che amava ricevere le pompe stando completamente nudo, mentre preferiva che io rimanessi vestita. Trovai bizzarra questa sua scelta, ma non mi interessava, volevo il suo cazzo in bocca.

Mi fece inginocchiare, mentre lui prese a denudarsi, prima si calò i calzoni, poi si tolse giubbotto, camicia e maglia, infine si calò gli slip rimanendo completamente nudo e piazzandosi davanti a me, in piedi con il cazzo a pochi centimetri dal mio viso, e quello che vidi fu shoccante. Un cazzo enorme, dritto, duro, ad occhio non saprei dire di quanti centimetri, ma per rendere l'idea, credo una rivista arrotolata.... La cappella, mamma mia, la cappella era uno spettacolo. Lucida, turgida, strabordante dall'asta, grossa con una gocciolina di liquido seminale che fuoriusciva dall'uretra.

Da pompinara di classe e di esperienza, mi fiondai senza esitazioni sul cazzo e gli feci un pompino indescrivibile. Lui mi teneva la testa assecondandola, mentre pompavo il cazzo, mentre gli accarezzavo i coglioni, palpavo la cappella con le labbra, la lingua che la pennellava tutta a solleticarla. Ero impazzita dal piacere, mi lavoravo quella cappella con passione, eccitatissima, mentre lui mugolava dall'intenso piacere che gli stavo regalando con quell'estremo assolo di lingua. Poi, partendo dalla punta, scendevo con la bocca, ingoiando l'intero incredibile cazzo, facendomi arrivare la cappella fino in gola, all'inizio ad un ritmo tranquillo, poi sempre più veloce. Avanti e indietro, avanti e indietro in un pompino incredibile, da manuale, senza mani, impegnate ad accarezzargli il torace ed i coglioni, una pompa che stava letteralmente facendo impazzire l'uomo. Infatti, mentre lo spompinavo, potevo avvertire la sua cappella vibrare sotto i colpi della lingua, mentre ad occhi chiusi, strillava e godeva come un animale.

A tratti mi spingeva tutto l’enorme cazzo fino in gola in un classico soffocone da antologia, mentre fiotti di saliva schizzavano fuori dai lati della mia bocca. Era la prima volta che riuscivo ad ingoiare interamente un cazzo di quelle dimensioni, ho avuto esperienze soprattutto con neri dotatissimi senza riuscirci, ma la situazione e le dimensioni del suo uccello, mi avevano eccitata così tanto che sembravo impazzita dal piacere di pompare il grosso cazzo, nonostante violenti conati di vomito mi assalissero di tanto in tanto. Intanto mi tirò fuori le tette e prese a palparne una, cosa che mi eccitò ancora di più.

Andammo avanti così per circa un quarto d’ora. Lo guardavo godere, quando mi riversò in bocca un fiume di sborra densa, calda e saporita, dolce.

“Ingoia troia, ingoia tutto, impazzisco a svuotarmi nella tua bocca, porca”, disse, mentre si liberava le palle nella mia bocca devastata da quella immensa poltiglia che, automaticamente, finiva nel mio stomaco. La sborra mi riempiva la bocca con la lingua impiastricciata e ingordamente ingoiavo quella marea di succo di palle.

Gli feci insomma un pompino da favola ed ingoiai una incredibile quantità di sperma e, sazia di cazzo e di sborra, mi alzai. Lui si rivestì e mi riaccompagnò alla mia auto, senza dire una parola.

Fu meraviglioso, avevo goduto tantissimo a succhiargli il grosso cazzo e lui, a giudicare dall'enorme quantità di sborra che aveva schizzato, aveva gradito molto il mio lavoretto.

Era un periodo in cui stavo vivendo una vera e propria miscela esplosiva; io affamata di cazzo, di sesso, di sperma ed il mio compagno che mi trascurava, scopandomi di tanto in tanto, in maniera svogliata e dando la sensazione di fare l’amore solo per darmi il classico “contentino”. Ovviamente questa situazione mi lasciava interdetta ma, soprattutto, insoddisfatta.

Sono sempre stata “autonoma” nel fare sesso, lo tradisco molto e sistematicamente, ma questo suo atteggiamento mi indispettiva e mi faceva sentire non desiderata, quasi rifiutata, per cui fu un periodo in cui beccai veramente tanti cazzi. Ma ho vissuto un’avventura particolare e molto eccitante ed è questa che voglio raccontare.

Capitolo 22: L’amico del mio compagno.

Un pomeriggio in cui ero a passeggio da sola, inaspettatamente, uno dei suoi migliori amici mi mandò un messaggio in cui mi chiedeva come stessi, cosa stessi facendo e via dicendo. Per la verità, la cosa mi infastidì un pochino, non so spiegarne la ragione, ma fu così. Però dall’altro lato, mi sentii subito eccitata, immaginando cose proibite. Fu per questo motivo che stetti volentieri al suo gioco, cominciando a messaggiarlo tantissimo, ovviamente segretamente e con discrezione; io ho un compagno, lui è sposato.

Notavo che, a mano a mano che passava il tempo, lui si faceva sempre più intraprendente e pungente, cominciando a farmi complimenti, dicendo che non dimostravo la mia età, di dimostrare meno dei miei 52 anni… insomma, capii che mi stava letteralmente corteggiando e ne rimasi lusingata ed anche eccitata. Era ovvio che non volesse cominciare una storia sentimentale con me, ma solo scoparmi per bene!

Un giorno, mi mise al corrente che la moglie era al lavoro, invitandomi a casa sua ad ascoltare un po' di cd insieme. Avevo capito che era una banale scusa per stare da solo con me ed accettai. Verso le 16, mi recai da lui.

Fu molto cortese e gentile, accese lo stereo e ci accomodammo sul divano ad ascoltare musica. Cominciammo a parlare amabilmente, a ridere e scherzare, mentre prendevamo un caffè.

Notavo, col passare dei minuti, che doveva essere molto eccitato, ed infatti, improvvisamente, mi baciò sulla bocca. Io, dopo un attimo di smarrimento, contraccambiai e mi ritrovai in un attimo la sua lingua che cercava la mia, in un bacio mozza fiato e prolungato. Mi mise una mano dietro la nuca continuando a baciarmi profondamente, poi introdusse la mano sotto il vestito e cominciò a palparmi le tette.

Quella situazione così trasgressiva, in cui facevo la porca con un amico del mio lui, mi piaceva e mi eccitava da morire e mentre ci baciavamo indecorosamente, godevo al contatto delle sue mani sui miei seni e, infoiata, presi a palpare la sua patta, sentendo il suo cazzo duro sotto la mano. Andammo avanti così per qualche minuto, poi mi chiese di mettermi nuda. Lo feci, mi tolsi il vestito e la brasiliana (non indossavo affatto il reggiseno, come mio solito), e rimasi completamente nuda, a parte gli stivali. Lui guardava le mie nudità con espressione rapita ed estasiata, poi senza vergogna, mi distesi su di lui, seduto sul divano, e cominciai a baciarlo tenendogli il capo tra le mani. Intanto strusciavo la mia fica sul suo cazzo con un movimento lento ed eccitante.

Il cd intanto era finito, così si sentivano solo i rumori del nostro pomiciare, oltre ai nostri gemiti, sordi e prolungati. Gli tolsi camicia e maglietta, poi mi sollevai e gli calai i calzoni, gli sfilai i boxer, lasciandolo completamente nudo. Era un uomo più grande di me di alcuni anni, decisamente grasso, molto villoso ed aveva un bel cazzo duro e di ragguardevoli dimensioni. Cominciai a baciare e leccare il suo corpo, dal collo, al torace, gli mordicchiavo i capezzoli, poi scesi sull’addome leccandolo tutto, mentre con la mano andavo su e giù sul suo cazzo tirandogli una sega. Era una mazza nodulosa, durissima, con la cappella turgida che mi faceva venire una voglia matta di ciucciare.

Dandomi della troia, disse di volermi leccare la fica, mi mise a sedere sul divano, poi si inginocchiò, mi allargò le cosce e cominciò a leccarmi deliziosamente. Sentivo la sua lingua impazzita che mi titillava il clitoride duro, le grandi labbra, il suo dito a stantuffarmi la patata bagnatissima di saliva e di umori vaginali. Era molto bravo, mi stava facendo impazzire con la sua bocca calda, al punto che mi fece venire in maniera veloce. Mugolando, raggiunsi infatti un grande ed intensissimo orgasmo che mi fece letteralmente rabbrividire.

Ora toccava a me prenderlo in bocca, ero impaziente di succhiare il suo cazzo; si accomodò sul divano a gambe oscenamente larghe e, mentre lui si toccava il pene, mi inginocchiai tra le sue gambe e, impugnato il cazzo all’altezza dei coglioni, presi a fargli un pompino umido, profondo e sensualissimo.

Guardandolo negli occhi, gli leccavo i coglioni, l’asta e la cappella, poi presi ad andare su e giù con la bocca sul cazzo a ritmo costante, scappellandolo con le labbra. Intanto lui mi accarezzava la testa, spostando i miei capelli lunghi per potermi vedere all’opera. Di tanto in tanto, mi fermavo e titillavo la cappella con la lingua, una cappella dura e viola, gonfia e vibrante. Gli solleticavo il frenulo sempre guardandolo negli occhi. Poi di nuovo a pompare quel cazzo duro e grosso.

“Ti piace il mio cazzo in bocca?”, mi chiese.

Risposi: “si, da morire, è buonissimo” e ripresi il pompino.

Sempre più eccitata dalla porcata in cui ero protagonista, di minuto in minuto mi eccitavo sempre più succhiando il suo cazzo con crescente voglia. Lo volevo in fica, tutto ficcato in corpo e glielo dissi.

Prendendo l’iniziativa, mi alzai, mi sedetti su di lui e lasciai scivolare il cazzo nella mia fica in un bello smorza candela. Mi afferrò le chiappe e prese a scoparmi con lena e desiderio, facendolo arrivare all’utero. Mentre mi “impastava” il culo, con le mani nei capelli, stravolta dal piacere e dal godimento, presi a saltellare sul suo uccello pompando da grande porca, presi a baciarlo in bocca mentre mi trombava alla grande. Mi rigirai e mi impalai di nuovo sul suo cazzo, dandogli le spalle. Lui mi allargava allo spasimo le gambe e mi penetrava violentemente in fica. Io saltavo come una folle su di lui che mi pompava con violenza e libidine incredibili.

Dopo qualche minuto, pazza di piacere, dissi:

“lo voglio in culo…”.

Il porco non se lo fece certo ripetere una seconda volta, sfilò il cazzo dalla mia fica, me lo fece leccare per umettarlo per bene, mi sistemò a “pecora” sul divano, si piazzò dietro di me e  cominciò a farmi il culo, pompando violentemente.

Con la sua mazza conficcata nell’intestino, eccitata all’inverosimile, presi ad accarezzargli i coglioni da sotto facendolo impazzire dal piacere, mentre lo spronavo ad andarci pesante, a rompere il mio culo, a massacrarlo. Nonostante prendessi da anni tanti cazzi in culo, il dolore era inevitabile ed infatti lanciai un urletto di dolore, mentre lui, indifferente alla mia sofferenza, continuava ad incularmi in maniera inesorabile e selvaggia, assestandomi colpi violenti e ficcando tutto il cazzo nel mio sfintere, facendomi sbattere il volto sulla spalliera del divano.

Ad occhi chiusi mi godevo quella bella inculata, mugolando dal piacere, fino a che venni per la seconda volta arrivando a squirtare una quantità incredibile di liquido vaginale.

Lui, mentre mi inculava sempre più forte, mi disse che non ce la faceva più, che stava per venire a sua volta. Così, in fretta mi alzai, mi inginocchiai davanti a lui che si mise in piedi e cominciai a spompinarlo con l’intento di farlo sborrare nella mia bocca, cosa che dopo qualche secondo, avvenne. Mugolavo sommessamente mentre mi beccavo la sua sborrata abbondantissima e densa in bocca. Neanche una goccia fu sprecata, ingoiavo infatti direttamente lo sperma caldo e denso, a mano a mano che usciva dai suoi coglioni, ingoiando tutto fino all’ultima stilla, al punto che gli lasciai il cazzo completamente pulito. Ansimanti, lo succhiai ancora un po', fino a che divenne floscio.

Con il sapore di sborra in bocca, gli chiesi se potessi farmi una doccia, lui non ebbe nulla in contrario; così mi lavai, poi mi rivestii e, chiedendogli la massima discrezione, lo baciai in bocca ancora una volta ed andai via.

Ero soddisfatta, sazia ed avvertivo una sorta di rivalsa sul mio compagno che mi trascurava a letto… mi ero fatta una grande scopata con uno dei suoi migliori amici.                                                                                                                                                                                                                 

Appendice: Il perché di un pompino.

Ormai credo sia chiaro che amo alla follia il sesso orale, amo farlo e riceverlo.

Molte amiche spesso mi chiedono se godo nel fare i pompini. Ebbene, la risposta è indubbiamente affermativa; ci godo e pure tanto. Amo farli, sono una vera amante del cazzo in bocca. Sentire un membro vibrante nella bocca mi eccita da morire, mi fa uscire fuori di testa, non mi fa capire più nulla, se non il ciucciare e succhiare il cazzo a mia disposizione in maniera sensuale ed instancabile fino a farlo sborrare.

Il pompino è un'arte vera e propria, già conosciuta nell'antichità (si dice che la prima a praticare una fellatio sia stata Cleopatra), è una passione, un atto d'amore intenso ed inteso come altruismo, ma bisogna farlo senza freni, senza preconcetti, bisogna lasciarsi andare completamente, non provare ribrezzo o remore morali ed essere pronte a tutto, lasciar fare all'istinto insito in ognuna di noi durante il rapporto sessuale. Altrimenti lasciate stare, andreste incontro ad una figuraccia e ad un fallimento col vostro lui.

Ma soprattutto, i pompini bisogna saperli fare.

Contrariamente a quanto pensano tante donne, ma anche tanti maschi, non è per nulla facile far godere un uomo "solo" con un pompino. Ad esempio, bisogna saper riconoscere i segnali che lo stanno portando troppo in fretta all'orgasmo e rallentare un pò il ritmo della pompa, oppure stringere la cappella tra le dita, in modo da frenarne l'eiaculazione, per poi riprendere e ripetere questo curioso giochetto per farlo godere in maniera incredibile ed intenso, fino a portarlo ad un orgasmo pieno ed appagante.

Bisogna saper muovere la lingua, saper umettare per bene il pene con la propria saliva, succhiare in modo tale da fargli sentire il glande circondato dalle labbra calde ed accoglienti, andare su e giù con la bocca, sia delicatamente, che in maniera più veloce, cercando di accoglierlo tutto nella bocca (ovviamente questo dipende dalle dimensioni), accarezzare i testicoli, l'interno delle cosce, magari, se lui è d'accordo, ficcare un dito nel suo culo, solleticandogli la prostata, allora si che il nostro lui va in visibilio ed è appagato. Ma chiedeteglielo prima mi raccomando! Gli uomini sono gelosi del loro ano, non tutti vogliono che venga profanato!

Altra cosa importante: un buon pompino andrebbe fatto senza l'ausilio delle mani, ma qui siamo nell'ambito dei gusti personali. Sono del parere che una brava pompinara riesca a portare un uomo all’orgasmo solo col movimento della lingua, delle labbra e con abili risucchi sulla cappella, senza usare le mani se non per accarezzarlo nelle zone erogene. 

Quando faccio un pompino, tendo a ricevere, come premio finale, una bella sborrata in bocca. Più si è brave, più questo premio finale sarà abbondante e denso; e ingoiare tanto sperma è una cosa eccitantissima, sentire la bocca piena di seme maschile è inebriante e stupendo. Personalmente, con la bocca, ho portato anche uomini più avanti con l'età, a delle eiaculazioni infinite ed abbondantissime.

Il sapore della sborra varia da uomo a uomo, è influenzato dalla sua alimentazione e da altri fattori, ma personalmente in quasi tutti gli uomini a cui l’ho succhiato, ho sentito l’odore di mandorla ed il sapore che ricorda un po' quello delle ostriche...

Si dice che noi donne, durante una fellatio, non abbiamo contatti fisici che ci possano far godere. Sciocchezze! Già una sua mano dietro la nuca che ci accompagna nel ritmo della pompa è da sballo. Poi le carezze dietro al collo, sulla nuca, oppure sui glutei, sui fianchi, sulla pancia mentre si succhia fanno godere eccome! Se ci “costringe” ad un soffocone, il sentirsi dominate già di per se è una goduria per la donna. E comunque, fare un pompino, mi fa sentire femmina, porca e troia.

Quando una donna fa un pompino, sapete da dove giungono la sua eccitazione ed il suo godimento? Dal "vedere" e "sentire" il maschio che gode grazie al suo essere porca, grazie al suo lavorio di labbra, lingua e bocca, dall'odore tipico e particolare del glande, erogeno ed eccitante, dall'attesa dell'eruzione finale di sperma che, salvo rari casi, a noi tutte piace quando ci invade la bocca, da assaporare ed ingoiare.

Sentire un membro maschile che si ingrossa ed indurisce sempre più nella bocca, la cappella che vibra dall’eccitazione, avvertire gli spasmi dell'uomo che, letteralmente, impazzisce sotto i colpi della nostra lingua, grazie al pompare di labbra e bocca, non ha prezzo e, almeno per me, vale quanto ed a volte più di un rapporto completo.

Ma è il gesto in se, esotico, divertente, piccante ed estremamente proibito e laido, quello che fa scattare la molla della passione e dell'eccitazione estrema in ogni donna.

Poi quando un maschio "viene" in bocca alla donna, beh questa gode eccome, spessissimo (a me succede praticamente sempre), raggiunge l'orgasmo mentre ingoia il frutto del suo atto libidinoso, senza aver alcun bisogno di toccarsi la fica o le sue parti più erogene.

Insomma, il godimento di una donna, quando fa una pompa, viene dalla consapevolezza del piacere del maschio, nel donargli quel brivido intenso e profondo che lo porta a riversarle in gola tanto sperma caldo e denso.

Quindi, il pompino è, per la donna, più un godere psicologico che non propriamente fisico, ma non per questo meno intenso. Ci sono implicazioni morali e psicologiche che hanno un ruolo molto rilevante in questo stupendo atto sessuale, come il sentirsi porca, femmina, speciale, dominatrice della scena, la complicità sessuale e, ultima ma non meno importante, la trasgressione. Ed infatti, molte donne, me compresa, godono di più nel fare un pompino ad amanti occasionali sconosciuti, che sanno di non incontrare mai più, piuttosto che al loro compagno "fisso", e qui la trasgressione ed il brivido del tradimento, hanno un ruolo fondamentale. 

Il pompino è l'atto estremo in un rapporto sessuale, non è solo la classica ciliegina sulla torta, ma è indispensabile per raggiungere il massimo dell'eccitazione e del godimento, rappresenta la complicità sessuale completa tra un uomo ed una donna.

Una donna che fa l'amore senza prenderlo in bocca, è come un'automobile, bellissima esteticamente, ma con un motore fiacco; manca il divertimento, la trasgressione, l'essere porca, manca "il diverso", la complicità sessuale, il senso dell'atto sessuale nella sua totalità.

Ovviamente, una buona pompa deve avere come epilogo l'ingoio. Non illudiamoci, non esistono pompini "con" o "senza" ingoio. Si può anche lasciarsi "venire" sulla faccia, sui seni, oppure sputarlo, è di certo bellissimo anche così, ma l'appagamento ed il godimento che porta l'ingoiare lo sperma, non ha prezzo ed anche "lui" apprezzerà molto tale finale.

Sappiate che gli uomini amano tantissimo riceverli, ne sono praticamente ossessionati. Quindi, accontentate i vostri mariti, compagni, partner, altrimenti... vanno a soddisfarsi da altre parti, garantito! Sappiamo come sono gli uomini e li fuori è pieno di donne pronte e ben felici di accontentarli se non ci pensiamo noi.... a buon intenditor, poche parole!

Capito ora donnine?

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