Esperienze - Londra 3

  • Scritto da Carletto il 11/07/2021 - 14:32
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Terza puntata della serie di storie legate al mio peregrinare in giro per l’Europa volto a studiare le lingue e costruirmi una carriera in ambito alberghiero. Sono racconti legati ad esperienze di vita vissuta e romanzati dalla mia fantasia. Capire ciò che è reale e ciò che è fantasia, lo lascio all’interpretazione del lettore.

 

Londra 3

Lavoro tutta la settimana come un matto, il Topo Gigio ha una sfilza incredibile di clienti abituali e riusciamo a rimpiazzare lo stesso tavolo anche 4 volte in una sera. Nella saletta dove lavoro ci stanno, strette, 40 persone, arriviamo all’una di notte che abbiamo fatto 150 coperti. Difficilmente riesco ad andare a letto prima delle 2, la sveglia alle 9, alle 11 di nuovo in servizio, due ore di stop il pomeriggio e via di nuovo fino a notte. Il salario è molto alto, ma non so quanto riuscirò a resistere. Sono qui da 6 mesi, ho già messo da parte un discreto gruzzolo e l’aver conosciuto Michelle è la cosa migliore che mi potesse capitare, sesso a go go e apprendimento della lingua formidabile. Inizio a maturare l’idea di lasciare, è arrivato il momento di perfezionare al massimo l’inglese.

Domani è di nuovo martedì, sono di riposo, ho avvisato il padrone che la prossima sarà l’ultima settimana, è dispiaciuto, ma ci è abituato al costante via vai di camerieri nel suo ristorante e ha sempre la fila di ragazzi che gli chiedono lavoro. Ho deciso di andare a fare gli extras ai banchetti nei grandi alberghi, c’è sempre un giro importante, lavoro quando e se ho voglia e si guadagna bene lo stesso, mi bastano 20 ore di lavoro alla settimana per guadagnare quasi il doppio di quando ero al Savoy.

Michelle mi telefona in ristorante tutti i giorni, puntualissima, prima che prenda servizio. Siamo rimasti d’accordo di vederci a casa sua domani, martedì, arrivo col treno delle 11 che parte da Charing Cross alle 10. Mi ha detto che ci sarà lei in stazione ad aspettarmi, perché sua madre dovrà assentarsi per un impegno improvviso e torna nel tardo pomeriggio. Ho un sorriso da ebete stampato in faccia, ma mi sento una carogna. Il collega anziano che mi passa vicino mi guarda: “che fai? Ridi alla cornetta del telefono? Vai a mangiare che poi si inizia a lavorare e smettila di fare lo scemo!”.

Martedì, alle 11 arrivo in stazione a Dorking, vedo Michelle che mi aspetta, esco e mi butta le braccia al collo, ma non mi bacia: “scusa se non ti bacio, ma qui mi conoscono tutti e non voglio chiacchiere stupide”.

Ci diamo la mano e in 15 minuti a piedi arriviamo a casa.

Appena varcata la soglia e chiusa la porta alle spalle mi si incolla addosso con un bacio da urlo, penso che rispetto la settimana prima deve aver fatto pratica con qualcuno, è anche vero che sua madre è una professoressa in questo e, magari, deve avergli dato qualche suggerimento.

Mi stacco con difficoltà: “sei sicura che tua madre rimane fuori tutto il giorno? Non vorrei rientrasse e ci trova sul divano a limonare”.

“Certo, non preoccuparti, non rientra prima di stasera, ma tu cosa vorresti fare? Abbiamo questa fortuna inaspettata e vuoi solo limonare sul divano?”

“Noooo, dicevo per dire, ma perché tu cosa vuoi fare?”

“Lo sai benissimo cosa voglio, voglio scopare, voglio togliermi questa ingombrante verginità, ho paura anche a masturbarmi finché non mi rompi l’imene”.

Mi metto a ridere: “cazzo, sei schietta e diretta come sempre, ma mi aspettavo un po’ più di romanticismo in un frangente del genere, non hai un po’ di paura?”.

“Paura di che? So benissimo che mi farai un po’ di male e perderò sangue, ma sono determinata e anche organizzata, e poi ho una soglia del dolore piuttosto alta. Sotto il lenzuolo in camera mia ho messo un telo impermeabile, così non si macchia il materasso, anzi l’ha messo mia madre prima di uscire, gliel’ho detto cosa volevo fare”.

“Stai scherzando? E non si è incazzata?”.

“Certo che no, lo sapeva da tempo, ho già 17 anni e lei mi ha detto d’aver perso la verginità a 15 anni. Mi ha anche detto di informarti che da oltre un mese prendo la pillola e puoi stare tranquillo, nessun rischio di baby indesiderato! Sarai dolce e delicato?”, chiede, con lo sguardo malizioso.

Porco boia, è vero che gli anglosassoni hanno abitudini culturali molto diverse da noi latini, ma queste due, madre e figlia, sono molto oltre anche alle mie fantasie più perverse.

Dopo un veloce caffè andiamo in camera sua, mi chiede se devo andare in bagno, rispondo che mi devo rinfrescare: “fai con calma – risponde – io vado a prepararmi nel bagno in camera di mia mamma”.

Ritorna dopo 15 minuti, io sono steso completamente nudo sotto il lenzuolo, ancora la situazione non mi ha eccitato e il fratellino è dormiente, sono anzi abbastanza teso, è la mia prima volta con una ragazza vergine. Michelle indossa un largo pigiama in raso bianco, sotto è nuda, si è messa un po’ di profumo, dolce e piacevole, mi guarda negli occhi e percepisco la sua inevitabile tensione. Sarà anche determinata, ma adesso, si rende conto dell’importanza del passo che sta facendo. Mi si stende a fianco sotto il lenzuolo, trema un po’, la stringo a me e la bacio dolcemente, l’accarezzo, voglio farla rilassare: “non mi farai male vero?”, sussurra piano.

“Farò piano, un po’ di male lo sentirai, ma lasciati andare e vedrai che ti piacerà”.

“Mi devi dire tutto sai, dimmi cosa devo fare e come devo mettermi, io farò tutto quello che mi dici”.

La bacio piano, con una mano inizio a sbottonare la giacca del pigiama e appare il suo piccolo seno, l’aureola è piccola e rosa, il capezzolo turgido, glielo tormento delicatamente, la sento gemere, ha gli occhi chiusi ed è immobile, ci metto la lingua, con una mano vado a tormentare l’altro seno, adesso i suoi gemiti sono più marcati e sospira a fondo. Allungo la mano, passo sotto il leggero elastico dei pantaloni, arrivo alla vagina, sento la sua peluria bagnata, col dito sfioro il clitoride e il respiro si fa più affannoso, scendo con la bocca, passo la punta della lingua lungo tutto il corpo, mi inginocchio davanti, gli sfilo i pantaloni, è ancora tesa come una corda di violino, tiene le gambe chiuse, dolcemente gliele allargo e vedo lo spettacolo del triangolo di peli scuri e ricci, è talmente bagnata che sembra non si sia asciugata dopo una doccia. È molto curata, la peluria è stata quasi rasata e intorno è tutta bella pulita. Gli metto un cuscino sotto la schiena e gli tengo allargate le gambe, vedo chiaramente anche lo sfintere del culetto, è scuro e risalta sul candore della sua pelle, anche quello pulitissimo e senza un pelo. Apro con le dita le piccole labbra, il clitoride è parecchio pronunciato e vedo l’imene integro, solo un piccolo forellino al centro. Inizio a leccare piano, prendo il clito tra le labbra e succhio, gode e trema tutta, stringe le gambe e, prendendomi la testa mi tira su, avvinghia le sue braccia al mio collo e respira i sui gemiti sul mio orecchio: “hoooooo! Ho baby”, con la mano continuo a strusciare la vagina, si dimena, è bagnatissima. Sono pronta mi sussurra.

Sono sopra di lei, mi rialzo e mi siedo davanti, sistemo le sue cosce sopra le mie e l’avvicino al massimo, riesco così a vedere e controllare bene la penetrazione, lei si aggrappa e stringe i miei avambracci, la prendo per i fianchi e dirigo il cazzo, lo punto sulla vagina, spingo piano, lei si tira indietro gemendo, ha gli occhi sbarrati, sento la resistenza dell’imene: “chiudi gli occhi e rilassati, è solo un attimo”, gli dico.

Chiude gli occhi ed entro, lei grida, continuo ad avanzare fino a metà, continua a gemere per il dolore, mi fermo e mi stendo sopra di lei, è tutta sudata, delle lacrime rigano le guance, le asciugo con la lingua e la bacio.

“So che ti ho fatto male, ma adesso rilassati e lascia che la tua vagina si abitui”.

Aspetto ancora un po’, sento del liquido caldo sull’inguine, sangue penso. Inizio a muovermi piano, capisco che gli faccio ancora male perché pianta le dita sulle mie spalle, inizia a gemere, riconosco che geme di piacere adesso, oso un ritmo più sostenuto, è strettissima, non posso andare più veloce, inizio a pompare con più decisione senza però andare in fondo, gli piace, ansima, apre la bocca in cerca d’aria ed esplode in un orgasmo violento: “haaaaaaa, yeeeesss, love me baby”.

Mi fermo, sono ancora dentro, mi rialzo e guardo, delle macchie di sangue sul lenzuolo e sul pene, lo tiro fuori piano, lei riprende a respirare regolarmente, si scosta e vede il sangue, mi guarda e si mette a ridere: “adesso sono una vera donna, finalmente!”.

Andiamo in bagno a lavarci, lei è felice e su di giri. Ritorniamo a letto e stende un asciugamano sopra la macchia di sangue: “adesso stenditi che facciamo una cosa che mi ha suggerito mia mamma”, dice.

Non avevo dubbi che dietro tutto ci fossero i consigli di Daisy. Mi stendo, lei al mio fianco, si china e me lo prende in bocca, inizia a passare la lingua sulla cappella, con la mano stringe forte l’asta, apre la bocca e cerca metterla dentro, è il suo primo pompino e completamente inesperta, la guido facendogli togliere i denti, e, muovendomi su e giù, capisce come fare e il ritmo che deve tenere.

Mi guarda con aria interrogativa: “è troppo grosso, faccio fatica a prenderlo bene in bocca”.

“È la tua prima volta, devi avere pazienza, vedrai che fra non molto ci riuscirai. Ti piace sentirlo in bocca?”.

“Da morire, non pensavo, te lo leccherei per ore”.

Il cazzo e tornato duro come un bastone, si rialza e mi sale sopra. Intuisco che Daisy gli ha suggerito di provare lo smorzacandela: “attenta, la posizione che vuoi fare potrebbe essere dolorosa per te, hai appena perso la verginità e sei poco elastica”.

Come non avessi parlato, è in uno stato di eccitazione tale che si scoperebbe anche un cavallo. Si posiziona sopra il cazzo, lo prende con una mano e lo dirige verso l’apertura della vagina, cerca di impalarsi di colpo, ma la blocco in tempo tenendola sollevata con le mani sotto i glutei, ciononostante lancia un urlo fortissimo, sono dentro di lei solo per metà: “haaaaaa, che male, perché mi fa ancora così tanto male?”.

“Te l’ho detto di avere pazienza, aspetta, lasciami fare, stenditi sopra di me”.

La tengo per i fianchi e inizio a pompare piano, lei geme, quando mi sembra pronta dò un deciso colpo di reni e lo infilo tutto. Un altro urlo fortissimo, gli rialzo il busto e la faccio sedere bene, sento il cazzo dentro fino alla radice: “hooooo, my Goood, ma dov’era prima tutta questa roba, mi arriva in gola, mi riempi la pancia. Mi fa ancora male, ma è bellissimo”.

“Muoviti su e giù, vedrai che ti piacerà”.

Inizia a cavalcarmi, è scoordinata coi movimenti, ma guidandola inizia ad imparare, si muove sempre più velocemente, gli affondi diventano marcati, dopo un po’ tiene un ritmo incredibile e sento che sto per venire, glielo dico, ma è lei che gode per prima, si blocca, ha le convulsioni e trema, un roco e profondo sospiro e mi sento allagato, esplodo anch’io, tre, quattro fiotti interminabili, lei si getta su di me: “ti sento, sento il tuo sperma, è caldissimo, Dio che bello!”

Si toglie velocemente e si tuffa con la bocca aperta sul cazzo, lo succhia con voracità, passa la lingua dappertutto ed ingoia.

“Ha un sapore diverso rispetto la prima volta, c’è anche la mia venuta mischiata assieme, ma è buono lo stesso. Se continuo, riesci a venire ancora? Voglio gustarti per bene”.

Rispondo mentendo, devo riservare una sborrata per Daisy stasera: “Michelle, mi hai sfiancato, credo non ci sia più niente fino a domani. Sei tremenda, ed era la tua prima volta! Da non crederci”.

La vedo felice e soddisfatta di sé stessa.

“La mamma mi ha detto che non devo farmi sodomizzare, ma la prossima volta voglio che mi svergini anche il culo, vuoi? Ti giuro che non lo dico a mamma”.

“Cazzo, le vuoi proprio provare tutte, lo sai vero che ti farò male di nuovo?”.

“Anche oggi mi ha fatto un male della Madonna, ma poi il godimento ha superato di gran lunga il dolore, perciò voglio che mi rompi il culetto”.

Gli spiego cosa fare per essere pronta la prossima volta e la prego di non farsi scoprire da sua mamma quando andrà in farmacia a comperare i clisteri.

Passiamo a letto ancora un paio d’ore, io devo cercare di non sborrare più, anche se non è facile. Ci coccoliamo, lei è caldissima, vuole sperimentare tutto ciò che gli passa per la testa e ciò che ha sentito dalle chiacchiere delle amiche a scuola, una bella scuola di troiette, penso. 

Voglio dargli un assaggio di ciò che l’aspetta la prossima settimana. Gli lecco bene il culetto e con l’aiuto di una crema cosmetica trovata nella camera di Daisy gli infilo un dito dentro, contemporaneamente slappo di gusto la figa, ma è solo quando infilo sia indice che medio nel culo, e pompo forte, che inizia a godere come una matta, viene due volte, a breve distanza l’una dall’altra, alla fine dice basta, è sfinita.

“Adesso che non sono più vergine, dobbiamo scopare il più possibile, ogni volta che ci vediamo. Mi piace troppo!”

Solo un paio di settimane prima l’avevo presa per una ingenua teen-ager che si muoveva solo con la mamma, invece sta diventando una troietta stratosferica. Non so come farò, madre e figlia vogliono da me la stessa cosa, dovrò studiarmi una dieta speciale, queste due mi prosciugano. 

Daisy rientra verso le 19, nel frattempo sono riuscito a fare un minimo di acquisti al vicino market perché non voglio cenare con le porcherie che ho visto in frigo. Una semplice pastasciutta al pomodoro e basilico sarà sufficiente per mandarle in visibilio.

Appena entra, Daisy mi guarda come se volesse chiedermi qualcosa, gli faccio l’occhiolino, a significare che è tutto ok. Poi vede Michelle arrivare tutta felice e sorridente che gli butta le braccia a collo, da sopra la sua spalla mima con le labbra delle parole che capisco benissimo: “son of a bitch” – figlio di puttana.

Sorrido e gli rispondo allo stesso modo: “You bitch” (sei tu la puttana).

Vado a preparare qualcosa da mangiare, loro si siedono sul divano, parlano fitto fitto sottovoce, ogni tanto si abbracciano e vedo Daisy che continua ad accarezzare Michelle sulla spalla.

La pasta è giusta al dente e spadello. Le chiamo a tavola, si siedono, guardano e annusano estasiate questa semplice pastasciutta. Quando iniziano a mangiare sgranano gli occhi: “è buonissima”, dice Daisy, “è più buona anche di quella che si mangia al Topo Gigio!” 

“Per forza, quella in ristorante è calibrata per i gusti anglosassoni e sempre un po’ scotta, questa è come la mangiamo noi in Italia. A proposito di Topo Gigio, volevo informarvi che lunedì prossimo sarà il mio ultimo giorno, da martedì inizio un nuovo lavoro che mi lascerà molto più tempo libero …… così potrò vedere più spesso Michelle”, dico, ammiccando, “sempre che a voi vada bene, naturalmente”.

Michelle salta sulla sedia, è al settimo cielo, con Daisy ci scambiamo uno sguardo d’intesa e sorride, sa bene cosa significa, e lo so anch’io, scopare fino ad esaurirmi.

Durante la cena Michelle e sua mamma parlano di ciò che abbiamo fatto nel pomeriggio, senza tralasciare i particolari, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Io sono perplesso, ogni tanto mi guardano e si mettono a ridere. Mi stanno sconvolgendo, per fortuna Michelle non fa cenno dei giochi col suo culetto e i nostri futuri programmi.

Sono le 21 e, con la scusa che sono stanco, chiedo a Daisy se mi accompagna a Londra un po’ prima, in realtà non vedo l’ora di scoparla.

“Ma certo, partiamo quando vuoi, è naturale che tu sia stanco, anche Michelle lo è …… non è vero tesoro?”, rivolta alla figlia che sorride con aria innocente.

“Se, prima di partire, vuoi andare in bagno, usa quello in camera di Michelle. Ci vado anch’io, dammi 15 minuti”.

Capisco il messaggio e vado a risciacquarmi per bene, culo incluso, non so cosa mi aspetti con quella ninfomane di Daisy, ma il mio cazzo è già quasi duro.

Quando scendo Daisy è appena uscita e mi aspetta in auto, Michelle mi si avvinghia al collo e mi mette tutta la lingua in bocca, sento la sua mano sul cavallo che struscia: “Mmmmmm, senti sto coso, basta solo sfiorarlo e diventa subito duro, non vedo l’ora di rivederti. Ciao, e ricordati di stare attento alla mamma, non farti vedere che ce l’hai duro, altrimenti quella non sa resistere. La conosco bene.”

Sono in auto con Daisy, fuori è buio, siamo partiti da un minuto e subito allunga la mano a tastarmi il cazzo, si gira e vedo che si lecca le labbra: “non voglio aspettare oltre, stasera voglio il tuo cazzo dentro il mio culo, voglio che mi sfondi e voglio ingoiare almeno due volte la tua buonissima sborra. So che te ne sei tenuta un bel po’, Michelle mi ha detto che ti ha fatto sborrare solo una volta. Lo hai fatto apposta?”

Mi giro e subito metto la mano destra sotto la gonna, non ha gli slip, come immaginavo, punto dritto alla vagina che sento già un po' bagnata, è sempre in calore questa troia, gli infilo, senza tanti riguardi, il dito medio tutto dentro e lo rigiro con forza, lei lancia un urlo: “haaaaaaa, siiiiiiiii, sei un porco, aspetta che mi fermi e vedrai cosa ti combino, porcoooooo, mi stai facendo godere! Fermati, che non riesco a guidare. Ancora due minuti e arriviamo nel posto dell’altra volta”.

Cazzo, sono infoiato come non mai, questa donna è ninfomane e volgare, ma riesce ad eccitarmi da matti, me lo sento duro come il marmo. Finalmente arriviamo alla piazzola d’erba nascosta dal grosso tronco dell’albero, Daisy lascia la luce della plafoniera centrale accesa e mi spiega come portare avanti al massimo il mio sedile per fare più spazio al divano dietro. Non che ce ne sia bisogno, la Range Rover del 1980 ha un divano posteriore enorme e sganciando lo schienale si viene a creare quasi un letto matrimoniale.

Appena ci siamo seduti mi si butta addosso, le sue grandi tette schiacciate sul mio petto e la bocca sulla mia come se volesse divorami, la sua lingua gira dentro con furia, mi sembra arrivi in gola, si stacca e con la stessa furia mi bacia il collo, le orecchie, mi lecca dappertutto, è senza freni. Gli palpo le tette stringendole forte, spogliati gli dico, in un attimo si toglie tutto e resta completamente nuda, io faccio altrettanto. Ha un corpo ancora da favola e due tette da infarto, è leggermente abbronzata, i capelli nero corvino che scendono ad incorniciare un viso da troia, non saprei come altro definirlo, è bella di viso, ma l’insieme occhi, naso, bocca, trucco, è come mi sono sempre immaginato il viso di una troia, un suo sguardo ti fa andare subito in erezione.

Si avventa sul cazzo e lo prende tutto in bocca, non c’è nulla di romantico in quello che fa, solo una irrefrenabile voglia bestiale di soddisfare i sensi primordiali, succhia con foga, stringe e lecca le palle, io mi adeguo e mi godo questo treno lanciato a folle velocità. Mi fa girare a pecora e, tenendo i glutei belli aperti con le mani, infila la lingua e lecca a fondo il mio buco del culo, continua nel suo rimming per almeno 10 minuti, ogni tanto lascia una mano e mi sega da dietro. Si accorge che dalla cappella inizio a gocciolare, mi gira e si attacca con le labbra a ventosa, fa un risucchio tale che aspira tutto quello che c’è, fino alle palle. Sento un brivido lungo tutta la schiena, arriva fino alla nuca e inizio a tremare.

Finalmente sembra calmarsi un po’ e allora attacco io, restituisco il favore con la stessa foga, mi attacco a leccare e succhiare la figa, è talmente bagnata che delle righe di umori sono già arrivate all’incavo delle cosce e imbrattano completamente i ricci peli neri. Uso quel lubrificante naturale, bagno insieme indice e medio e li infilo direttamente nel culo, senza prima passare dalla figa. Lei geme fortissimo, si dimena, mi dice parolacce: “Haaaaaaa, porcoooo, mi apri il culo, siiiiiii, scopami il culo con le dita, hoooooooo, continua a leccarmi la figa, dai che ti voglio venire in boccaaaaaa”. Il suo orgasmo è esplosivo, si scuote tutta, tanto che devo incrociare le braccia intorno il suo bacino e stringere forte per tenerla ferma, ma io continuo a leccarla e lei sembra non voler finire di godere, trema, si agita e urla come una matta. Ho la bocca piena dei suoi umori, sono densi, hanno un gusto indefinito, sembra quasi il mio sperma, ma l’odore fantastico è quello di donna, un odore afrodisiaco, li sento sulla lingua e mando giù tutto. 

Quando si calma e ritrova il regolare respiro si rimette con la bocca sopra il mio cazzo e riprende a spompinare per farlo tornare bello duro. Bastano due minuti, sembra soddisfatta, si mette a pecora, con le ginocchia sopra il divano e le mani sullo schienale: “adesso fai quello per il quale siamo qui, inculami a fondo, spaccami, aprimi tutta, un cazzo come il tuo non l’ho ancora mai provato in culo”.

Mi metto in piedi dietro di lei, la testa tocca il tetto della Rover e devo tenermi piegato, punto lo sfintere già bello lubrificato ed allargato dalle mie dita e spingo, la cappella fa un po’ fatica ad entrare, ci sputo sopra e riprovo con maggior decisione, entra di colpo: “Haaaaaaa, cazzzoooo, quanto è grosso, fai piano, please!”

Ma quale piano, glielo voglio far sentire tutto questo cazzo duro come il marmo, voglio sentirla urlare, voglio che domani cammini tutta piegata e si ricordi di stasera. Spingo quasi con ferocia, un unico colpo di reni prolungato ed entra tutto, sono risucchiato, non credevo, ma è piuttosto stretta. Daisy cerca di rallentarmi tirandosi in avanti, ma la tengo stretta per i fianchi e non mollo la presa. Urla come una matta, per fortuna fuori è buio pesto e non si vede una luce passare neanche in strada: “Haaiiiaaaaa, mi fai male, fottuto bastardo, fai pianoooo, bruciaaaa ……. Hooooooo, ti sento tutto dentro, mi riempi tutta, siiiiiiii, che bellooooo, sbattimi adesso, sbattimi forte!”.

Pompo come un matto, sono già cinque minuti che ci dò dentro con lei che si smanetta il clitoride, credo sia già venuta almeno due volte, è talmente forte la mia monta che l’aria che pompo dentro gli esce dal culo che sembrano scoregge, devo venire anch’io, ormai non ce la faccio più, lo tiro fuori di colpo e sento un rumore come quando si stappa una bottiglia di spumante, la prendo per una spalla e la giro, mi guarda con gli occhi sconvolti e la bocca aperta a prendere aria, veloce gli infilo dentro il cazzo senza curarmi di controllare se è sporco di feci, grido anch’io e sborro, sento che è tanta e spingo giù fino quasi in gola, quasi non respira ed ha un conato, lo tiro fuori, adesso respira col naso, ha la bocca aperta e vedo che è piena, cerca di deglutire un po’ alla volta. Gli occhi sono rossi e lucidi, il rimmel che cola la fa sembrare una maschera grottesca, appena vedo che ha finito di ingoiare gli infilo di nuovo il cazzo in bocca, lei lo prende a due mani e succhia forte, inizio a pompare e la scopo in bocca per altri cinque minuti. Mi guarda con gli occhi sbarrati, si ferma, prende fiato: “ma quanto resisti ancora? Non ce la faccio più, ho la mandibola quasi slogata”.

“Ok, fammi venire come piace a me, spompinami infilandomi un dito in culo”.

“Hooo, my God! Ma chi te le ha insegnate queste cose? Sei più porco di un uomo di 50 anni”.

Mi stendo sul divanetto, allargo e alzo le gambe fino a toccare il tettuccio dell’auto, lei si mette in mezzo, mi allarga i glutei e si insaliva per bene due dita: “uno oppure due dita?”, chiede.

“Inizia con una, poi, se ancora non vengo, vai con due”, rispondo. Ormai non capisco più niente neanch’io, ho perso ogni controllo.

Non mi dà retta e infila subito due delle sue lunghe dita, bruscamente, come ho fatto io prima con lei, mi fa un po’ male, e inizia a pompare su e giù e a massaggiarmi con vigore la prostata. Tiene l’asta ferma con la mano libera e si cimenta in un pompino da far resuscitare un morto, non duro molto, lei si accorge che sto per venire e stringe le labbra per non far uscire nulla, vengo di colpo gridando, due lunghi fiotti, aspetta che abbia finito, continua a strizzare le palle e toglie lentamente le dita dal mio culo. Rialza la testa e vedo che ha la bocca piena di crema bianca, ingoia tutto, ne esce un po’ al lato della bocca, ma si affretta a raccoglierla con la lingua. Non ne perde una goccia. Si guarda le dita che un attimo prima erano dentro di me, le annusa, poi le infila in bocca e le ciuccia come un lecca-lecca. Non è ancora contenta, dall’orifizio escono ancora alcune gocce, ci si avventa sopra con un risucchio rumoroso stringendomi le palle, sta aspirando tutto fino in profondità. Porco boia, che pompino! È la prima volta che godo così violentemente e così a lungo per una cosa del genere, mi sento completamente prosciugato.

Riprendo fiato anch’io, nessuno dei due riesce a parlare, siamo sconvolti per quello che abbiamo fatto.

Sempre senza parlare ci rivestiamo e risistemiamo i sedili dell’auto. Finalmente, quando siamo pronti per partire, ci guardiamo, lei mi butta le braccia al collo e mi bacia appassionatamente, è un bacio diverso da quelli di prima. Si scioglie: “una cosa del genere non l’ho mai fatta con nessuno e ti garantisco che non mi sono mai fatta mancare gli amanti. Mi hai travolto e mi hai fatto provare sensazioni a me ancora sconosciute. Dove sei stato fino ad adesso? Perché non ti ho conosciuto prima? Perché devi essere il ragazzo di mia figlia e non il mio amante fisso?”

“Sarò il tuo amante fisso e il ragazzo di tua figlia, ho cambiato lavoro per stare di più con voi, non saprei cosa altro fare. Però dobbiamo stare molto attenti, Michelle già sospetta di te e non è scema, è anzi molto scaltra e molto…… calda. Deve aver preso da te, vuole provare tutto, anche il culo. Come te ama molto bere il mio sperma e risucchiarmi l’anima. Se ogni tanto non mi vedrete, non preoccuparti, starò solo riprendendo le forze”.

“Ok, devo accontentarmi. Ma ricordati quello che ti ho detto la scorsa settimana, non devi fare il culo a mia figlia, anche se è lei a chiedertelo, è ancora troppo giovane e tu con la tua mazza rischi di sfondarla. Non voglio rischiare di doverla portare in ospedale”.

“Addirittura, sono appena un po’ di più di un normodotato”.

“Si, ma è grosso e duro come raramente mi è capitato di vedere in altri uomini in passato, quando mi scopi mi sento tutta riempita, perciò, ricorda, il culo di Michelle è off-limit per te”.

Rispondo ok, anche se sono poco convinto. È meglio non dire niente dei progetti imbastiti con Michelle.

Ripartiamo e dopo meno di un’ora e un’ultima strizzata di palle di Daisy sono a casa, sono stanchissimo, riesco a spogliarmi, ma non ce la faccio a lavarmi, mi stendo e prendo sonno immediatamente.

 

Continua

Sempre meglio ???

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