Come ogni fine settimana andai sul mio sito preferito per incontri hot, preferito non tanto perché mi avesse permesso di incontrare compagni di letto, quanto perché mi permetteva almeno di giocare con la fantasia. Fino a quel giorno infatti avevo ricevuto molti messaggi, ma pochi avevano realmente attirato la mia attenzione, e alla fine nessuno aveva portato ad un incontro. I motivi erano tanti: io non potevo ospitare, lui non poteva ospitare, le sue foto non mi attiravano, qualcuno andava troppo di fretta per i miei gusti, qualcuno sembrava interessato solo a collezionare culi, qualcuno non sembrava degno della benché minima fiducia.
Però era comunque piacevole ricevere apprezzamenti, curiosare qua e là, e pubblicare le mie fantasie sotto forma di raccontini che a qualcuno erano piaciuti davvero molto. Purtroppo la maggior parte delle volte si trattava di passivi che si immedesimavano nel mio personaggio, ma ogni tanto un apprezzamento molto gradito arrivava anche da qualche attivo. Far venire un maschio solo con i miei racconti era una piccola soddisfazione.
Un pomeriggio di inizio estate ricevetti gli ennesimi complimenti per i miei racconti. Andai subito sul suo profilo per guardare le foto e la descrizione, e rimasi piacevolmente colpito: 40 anni, fisico atletico, splendida dotazione e bisex. Lo ringraziai per i complimenti e lui manifestò di apprezzare non solo i miei racconti, che trovava eccitanti, ma anche il mio culo, aggiungendo che gli sarebbe piaciuto aiutarmi a realizzare qualcuna delle mie fantasie.
“Magari” pensai io, “guarda che splendido cazzo”. Chattammo piacevolmente per un po’, raccontandoci a vicenda i nostri gusti in fatto di sesso, che in effetti sembravano combaciare quasi perfettamente: un maschio dominante, a cui piace sbattere con forza la puttanella di turno, per di più amante del pissing. Cosa potevo desiderare di meglio? E proprio leggendo i miei racconti lui si era immedesimato nei vari stalloni delle mie fantasie, eccitandosi all’idea di farmi da insegnante e farmi diventare la sua troia.
Purtroppo, essendo sposato, neanche lui poteva ospitare. La mia solita sfortuna. Rimanemmo però in contatto, nella speranza (soprattutto mia) che si riuscisse a trovare un’occasione. Che per fortuna arrivò qualche settimana dopo: sua moglie partiva per un periodo di vacanza, mentre lui doveva rimanere in città per motivi di lavoro. Mi contattò e mi propose di vederci per un caffè, e vedere se anche dal vivo le nostre voglie erano, per così dire, reali e compatibili.
Ovviamente accettai, e il giorno dell’incontro mi preparai accuratamente: non sapevo come sarebbe andata a finire, ma fui meticoloso nell’arrivare pulito e soprattutto aperto dal mio amico di plastica che usavo per fantasticare. Ci ritrovammo seduti ad un tavolino di un caffè a chiacchierare come vecchi amici, anche se il mio imbarazzo e la mia voglia dovevano essere abbastanza evidenti. Lui fece di tutto per mettermi a mio agio, ma ogni volta che mi guardava io mi sentivo in soggezione e quasi sotto esame, con il timore di apparire talmente goffo e imbranato da fargli passare ogni fantasia.
Lui pagò le nostre consumazioni ed io ebbi quasi l’impressione che stesse per mollarmi lì, deluso dall’incontro.
“Allora andiamo?” disse con un sorriso, “Ho proprio voglia di sfondarti il culo…”, aggiunse sussurrando.
Rimasi quasi sorpreso, ma sorrisi e senza dire nulla mi alzai, ed iniziai a camminare al suo fianco, con le gambe che quasi tremavano per l’emozione.
“Vedrai, ci divertiremo” disse lui.
“Beh, spero di essere all’altezza” risposi.
“Ma sì, tranquillo… sono sicuro che lo sarai… ti insegnerò ad essere una brava troietta” disse strizzandomi l’occhio.
Entrammo a casa sua dopo pochi minuti di silenziosa passeggiata, durante la quale il mio desiderio non fece altro che crescere. Si sedette sul divano del salotto, che era stato coperto con un copridivano evidentemente in previsione del nostro incontro, mentre notai un gel lubrificante che faceva bella mostra di sé sul tavolino davanti al divano.
“Carino qui” dissi cercando di stemperare l’emozione.
“Sono contento che ti piaccia… perché è qui che imparerai a prenderlo nel culo” disse sorridendo. “Spogliati” aggiunse con un tono deciso.
In pochi secondi mi sfilai di dosso i pochi indumenti estivi che avevo addosso, rimanendo nudo davanti a lui.
“Molto bene” disse lui alzandosi. “Ora iniziamo la lezione” aggiunse mettendomi le mani sulle spalle e spingendomi ad inginocchiarmi davanti a lui.
Mi ritrovai quindi in un attimo nudo ed in ginocchio davanti a lui, che iniziò a sfilarsi la maglietta. Con le mani che tremavano per l’emozione afferrai i suoi pantaloni e li sbottonai, per poi abbassarli insieme agli slip. Il suo grosso uccello balzò fuori già in erezione, iniziando a dondolare invitante davanti al mio viso, segno inequivocabile che la sua voglia di sfondarmi era reale. Era davvero grosso e turgido, e dentro di me pensai che le foto sul sito non rendevano l’idea, e non gli rendevano giustizia. Restai imbambolato a guardarlo, senza riuscire a dire nulla, mentre il suo odore iniziava a stimolare i miei sensi da aspirante puttana. Pietro spinse il bacino in avanti e iniziò a fare ondeggiare il suo cazzo sbattendomelo sul viso per risvegliarmi da quella specie di trance.
Dal basso lo guardai e gli sorrisi, afferrai il suo cazzo, e iniziai timidamente a passare la lingua sulla grossa cappella. Man mano che slinguavo quello splendido esemplare la mia convinzione aumentava, e sentire quel cazzo durissimo nella mia mano mi spronava a fare del mio meglio. La lingua sempre più veloce passava intorno alla cappella, mulinava sulla punta svettante del cazzo di Pietro per poi ricominciare ad accarezzare ogni centimetro del turgido glande. Aprii la bocca e diedi una succhiata a quel grosso pezzo di carne, gustando l’inebriante sapore di maschio che era sempre più eccitato per il lavoro di lingua e di bocca.
Pietro lasciò che io assaporassi il suo cazzo per un po’, lasciandomi giocare con le labbra e la lingua, finché non decise di riprendere in mano il gioco. Mi mise le mani sulla testa tenendola ben ferma, ed iniziò a muovere lentamente avanti e indietro il cazzo nella mia bocca. I movimenti erano lenti, ma evidentemente stava valutando quanto a fondo potesse spingere il suo grosso cazzo nella mia bocca, non certo allenata a ricevere un uccello, tantomeno delle sue dimensioni.
E infatti non era facile accogliere quel duro ospite nella mia bocca, che riusciva ad ingoiarne non più di metà. Pietro spingeva con sapienza la cappella riuscendo a farla arrivare ad ogni affondo all’inizio della gola, ma senza forzare. Invece che spingere più a fondo preferì aumentare il ritmo con cui mi scopava la bocca, facendomi scorrere fra le labbra e sulla lingua il suo serpente di carne sempre più velocemente, provocandomi un’abbondante salivazione. Mentre lui tenendomi saldamente la testa mi scopava la bocca con affondi decisi, la saliva iniziò a colarmi dalla bocca finendo sul mento.
Mi abbandonai a quel cazzo che scorreva rapido nella mia bocca, iniziando finalmente a sentirmi puttana nelle sue mani, e lo afferrai per le natiche muscolose, accompagnando i suoi movimenti. Il sapore del suo cazzo nella gola, il suo ansimare, la saliva che colava, la bocca aperta a contenere faticosamente le dimensioni esuberanti di quel meraviglioso pezzo di carne non fecero altro che aumentare la mia voglia, non fecero altro che farmi desiderare con ancora più convinzione di essere inculato da un maschio così.
D’improvviso Pietro sfilò dalla bocca l’uccello, che, grondando saliva, si muoveva lentamente davanti al mio viso.
“Brava puttanella” disse lui “stai andando bene… ti piace il cazzo?”.
“Lo adoro…” dissi con la voce che tradiva un’eccitazione spasmodica, subito prima che lui me lo rimettesse in bocca senza troppi complimenti, ricominciando ad affondare con decisione.
La mia voglia evidentemente faceva aumentare la sua voglia, e provò ad affondare di più il cazzo nella mia gola, tanto che più volte ero sul punto di tossire. Fu bravo a non superare il limite, facendomi gustare il suo uccello per eccitanti minuti, finché non lo spinse fino all’inizio della gola tenendomi la testa ferma. Dovetti trattenere il respiro per lunghi secondi per non essere soffocato dal quel cazzo ormai padrone della mia bocca, finché non gli strinsi le natiche con le mani in segno di resa e lui sfilò ancora il cazzo dalla mia bocca.
“Mmmmmmm… non male… ma vedrai che con la pratica imparerai ad ingoiarlo tutto” disse mentre io ansimavo per riprendere fiato e annuivo con la testa come una brava scolaretta che ha appena preso una sufficienza risicata e stava ricevendo un rimprovero.
“Mi spiace, non sono una gola profonda” dissi un po’ deluso, col timore che il mio primo test da troia stesse andando male.
“Imparerai… Si vede che il cazzo ti piace” disse con voce quasi professionale, e mi fece alzare. “Ma ora ho proprio voglia di romperti il culo” aggiunse facendomi mettere a pecora sul divano.
Afferrò il flacone di gel lubrificante, ed un attimo dopo sentii del liquido fresco colarmi fra le natiche fin sul buchetto. Lo spalmò con cura sul mio ano, e poi sentii un suo dito farsi strada sapientemente, seguito dopo poco da un secondo. Mi unse abbondantemente il buco del culo, affondando più volte le dita e muovendole dentro di me. Poi le sfilò, e lo sentii montare sul divano dietro di me: sentii la sua cappella appoggiarsi al mio buco e strofinarsi più volte fra le mie natiche.
“Lo vuoi troia?” mi chiese, pur sapendo la risposta.
“Inculami ti prego” risposi quasi mugolando “Voglio il tuo cazzo…”.
“Brava puttanella” disse iniziando lentamente a spingere.
Sentii il cazzo farsi strada centimetro dopo centimetro, e il culo allargarsi come non mai… Nonostante fosse abbondantemente lubrificato, il suo cazzo entrava con fatica, ma lentamente ed inesorabilmente. Quasi mi mancava il fiato, e strinsi forte il copridivano sentendo quell’enorme palo di carne dilatarmi il culo, mentre lui strinse forte i miei fianchi affondandolo dentro di me.
“Brava, stai andando bene” disse lui “Vuoi che mi fermi?”. Feci cenno di no con la testa e lui continuò a spingermelo nel culo con tale lentezza che sembrò non finire mai, facendomi ansimare ed inarcare la schiena.
Ad un certo punto, altrettanto lentamente, iniziò a sfilarlo fino a che non fu tutto fuori. Dentro di me temetti che fosse rimasto deluso e mi dicesse di rivestirmi, per cui girai la testa per guardare dietro di me e vidi che guardava il mio buco spalancato davanti a sé. Fece ancora colare gel lubrificante nel mio culo, puntò di nuovo il suo splendido cazzo sul mio buco e ricominciò a spingere. Il cazzo entrò con maggior facilità, e lui affondò dentro di me con più decisione, penetrandomi fino in fondo nel culo che si andava sempre più rilassando.
“Niente male davvero” disse Pietro subito prima di iniziare ancora a sfilarmi il cazzo dal culo. Questa volta però non lo sfilò completamente, ma iniziò un lento avanti e indietro che ad ogni spinta faceva aprire e rilassare il mio culo.
“Ero sicuro che saresti riuscito a prenderlo” disse lui con la voce da cui traspariva la crescente eccitazione. “Ti piace il mio cazzo vero puttana?”.
“E’… fantastico…” ansimai io mentre il mio culo iniziava a darmi sempre maggiori brividi di piacere. “Cazzo com’è grosso… duro… tutto nel mio culo…”.
Pietro mi strinse più forte per i fianchi e aumentò leggermente il ritmo del suo andirivieni nel mio culo che, sempre più rilassato e cedevole, sembrava accoglierlo con sempre maggior facilità. Mi inculò lentamente per un po’, per poi spingermi a fondo il cazzo tenendolo dentro il mio culo e ruotando il bacino.
“Hai un culo da troia” disse Pietro prima di assestarmi una sonora sculacciata che mi fece stringere il culo e sentire il suo splendido membro in tutta la sua durezza e virilità.
“E tu un cazzo da toro” dissi quasi mugolando.
“E tu sai cosa fa un toro ad una troietta, vero?” disse lui. Vedendo che non rispondevo, mi diede un’altra sculacciata e mi ripeté in tono deciso “Lo sai?!”.
“La scopa?” dissi timidamente.
“Le sfonda il culo…” disse lui ricominciando a pomparmi nel culo il suo durissimo cazzo.
Il ritmo cresceva, lentamente, ma cresceva inesorabilmente. Il suo cazzo ad ogni affondo si faceva più potente e prepotente, strappandomi mugolii e gemiti di piacere.
“Ti piace vero troia?” ghignò quasi lui mentre il ritmo diventava sempre più sostenuto “Ti piace il mio cazzo…”.
“Oh sì… mi piace da impazzire… così… bravo… inculami…” mugolai in preda al piacere intenso che quella monta mi dava.
Pietro non aspettava altro, e alle mie parole aumentò ancora il ritmo e la forza delle spinte.
“Ora iniziamo a fare sul serio sai?” disse a denti stretti mentre le sue mani si serravano ancora più strette si miei fianchi e le spinte iniziavano a diventare ancora più veloci e potenti.
Il mio corpo era scosso dal suo bacino che con forza sbatteva su di me e dalle sue mani che ad ogni affondo mi tiravano con forza a lui: ero ormai in sua completa balìa, abbandonato a quella inculata selvaggia, con il mio culo letteralmente usato da quel porco che con maestria me lo sfondava.
“Te lo sfondo questo culo sai?” ansimava Pietro mentre imperterrito mi sbatteva con forza.
“Oh sì… sfondamelo…. spaccamelo… spaccameloooo!” mi misi quasi ad urlare in preda ad un godimento mai provato.
Con un colpo profondo Pietro mi piantò nel culo il suo totem di carne e mi diede un’altra sculacciata che risuonò nella stanza.
“Sei proprio una troia…” quasi mi sussurrò all’orecchio “La mia troia… Ed ho proprio voglia di accontentarti sai?” aggiunse. “Vuoi proprio che ti spacchi il culo, puttana?”.
“Oh sì… ti prego” sussurrai.
“Non ho sentito, troia!” disse lui in tono autoritario sculacciandomi ancora una volta.
“Ti prego… spaccami il culo… spaccamelo!” ripetei con maggior convinzione.
Pietro ricominciò allora a fottermi con colpi vigorosi che spingevano il mio corpo contro il divano, facendo risuonare nella stanza il ritmico sbattere del suo bacino contro il mio culo.
“Oh sì…. sì… ti prego… non smettere… spaccamelo… spaccamelooooo!” urlavo in preda al piacere che il suo cazzo mi dava, mentre lui non faceva altro che ripetere che ero una troia e che mi avrebbe accontentato, spaccandomi il culo a colpi di cazzo.
E fu di parola: mi inculò a lungo e con veemenza e vigore, rendendo il mio culo una fica capace di prendere un cazzo grosso e potente come il suo come fosse la cosa più naturale del mondo. Ad un tratto mi diede due o tre colpi ben assestati, sfilò rapidamente il suo uccello dal mio culo ormai apertissimo, mi prese per un braccio facendomi mettere in ginocchio e si mise a menarsi il cazzo furiosamente davanti al mio viso.
“Adesso ti inondo puttana” rantolò Pietro.
E ci vollero solo pochi secondi perché il primo schizzo, potente e abbondante, mi colpisse il viso. Spalancai la bocca mentre lui in preda ad un devastante orgasmo continuava a menarsi il cazzo e a schizzarmi in faccia, sulle labbra ed in bocca, roventi fiotti di sperma che sembravano non finire mai. Fu di parola: mi inondò il viso di sperma, e alla fine della sua impetuosa sborrata mi ritrovai con il suo seme che mi colava abbondante sul naso, le guance, le labbra ed il mento. Un paio di schizzi erano finiti anche tra i capelli. Lo guardai dal basso sorridendogli: lui ricambiò il sorriso ed iniziò a passarmi sul viso il suo cazzo ancora pulsante per la sborrata.
“Sei proprio una brava troietta…” disse “Brava ed ubbidiente” aggiunse spingendomi fra le labbra il suo cazzo bollente. Mi scopò la bocca lentamente, facendomi assaporare ancora il suo cazzo e lo sperma che aveva raccolto dal mio viso.
“E adesso… lo sai vero?” mi disse prendendomi per un braccio ed aiutandomi ad alzarmi. “Ti ricordi qual è il tuo racconto che mi è piaciuto di più…” aggiunse.
“Certo” dissi io leccandomi le labbra ancora umide del suo seme “E’ “La scommessa”…” aggiunsi ben sapendo dove Pietro mi stava conducendo. Una volta arrivati in bagno mi sistemai in ginocchio nella doccia, pronto a ricevere l’ultimo premio.
“Non ho fatto altro che bere tutto il pomeriggio… e ora tocca a te bere… Perché la mia puttana deve bere…”.
“La monta mi ha messo molta sete…” risposi voglioso.
“Questa è la risposta giusta” disse Pietro iniziando a pisciare a meno di un metro da me.
Il getto era abbondante e potente e non accennava a diminuire, segno che in effetti aveva davvero bevuto moltissimo. Con grande abilità diresse il getto sul mio viso e poi verso la mia bocca spalancata, riempiendola in pochi secondi di liquido bollente che provai ad ingoiare. Il getto era così abbondante che io riuscivo ad ingoiarne solo una parte, mentre molto altro liquido mi colava sul mento e sul petto bagnandomi abbondantemente. Pietro interruppe il getto e mi guardò, fradicio del suo piscio.
“Brava troia. Ne vuoi ancora?”.
“Oh sì” risposi con un sorriso.
“Devi pregarmi puttana” disse lui con tono perentorio.
“Ti prego Pietro, riempimi di piscio… ho sete… ti prego…” lo implorai.
Lui non se lo fece ripetere, avanzò verso di me e mi infilò in bocca il cazzo ancora barzotto, ricominciando a pisciare. “Bevi troia” disse tenendomi ferma la testa mentre imperterrito continuava a pisciarmi in bocca un getto prorompente di liquido bollente. Cercai di ingoiarne più che potei, ma ancora una volta la quantità fu tale che dagli angoli della bocca abbondante piscio mi colò sul corpo. Lui mi lasciò la testa e finì di svuotarsi la vescica su di me, che ormai ero fradicio del suo piscio. Mi sgrullò il cazzo sul viso, regalandomi anche le ultime gocce profumate a suggellare quella nostra prima scopata.
“Cazzo, è stato davvero fantastico…” dissi riprendendo fiato.
“Anche tu non sei male… hai delle potenzialità…” disse lui quasi con sufficienza.
“Allora mi scoperai ancora? Magari posso migliorare” chiesi mentre accennavo ad alzarmi.
“Ehi, fermo…. Chi ti ha detto che puoi alzarti?” mi disse lui deciso. “Non ho ancora finito con te…” aggiunse infilandomi in bocca il cazzo che si induriva rapidamente fra le mie labbra.
“Non ho ancora finito di sfondarti, puttanella” disse rendendomi una troia felice. Sarebbero state ore molto impegnative… ma molto eccitanti.
Giovanna Esse
Post New Comment