Il lupo perde il pelo ma non il vizio-seconda prima

  • Scritto da Porcello55 il 20/06/2022 - 11:20
  • 0.9K Letture

Era un giorno come altri, mi ero svegliato la mattina deciso ad andare verso il centro per acquistare dei prodotti alimentari. Dopo aver fatto colazione mi preparai ed uscì. Ero ad attendere il mio autobus al capolinea, quando mi si avvicinano due ragazzi neri, giovani, snelli e alti. Non capendo i loro discorsi, non feci neanche caso a quello che uno dei due stava gesticolando all’altro. Appena arrivò il bus salì sopra mentre loro due restarono a terra. Avevo già fatto il biglietto e mi ero seduto quando incrociai gli sguardi di quei ragazzi. Uno dei due si avvinò alla portiera e mi disse “Lei vive qui?”. “Si certo” rispondo io “perché?”. “Vorremmo sapere se qualcuno affitta un appartamento”. Mi stupi di come parlassero bene l’italiano. “Non saprei, forse. Voi due non siete italiani ma parlate bene la nostra lingua, di dove siete?”. “Ghana, tutti e due ma abbiamo altri amici qui e insieme a loro cerchiamo un appartamento in affitto e anche un lavoro”. Mentre stavamo parlando il conducente mise in moto il bus e decisi su due piedi di scendere. “Per il lavoro non saprei chi indicarvi ma per l’appartamento potrei ospitarvi io fino a che non avete trovato. Non è grande ma sono sicuro che per qualche giorno vi adatterete”. “Grazie ma, fossimo solo noi due potremmo accettare la sua offerta ma siamo in quattro”. “E allora? Che problema c’è. Io non ne ho, se non ne avete voi”. Io due si guardarono e poi uno rispose. “Possiamo sentire gli altri? Forse hanno già trovato dove andare”. “Ok, chiamateli e poi mi dite cosa avete deciso” e così fecero. Io naturalmente non capivo cosa si dicevano perché parlavano nella loro lingua. Uno dei due stava dicendo al telefono “Dove siete? Noi abbiamo trovato uno che ci ospita fino a che non troviamo un appartamento… si, tutti e quattro. Ma no, nessun disturbo, anzi, e poi mi sembra che sia interessato a noi. Si certo, credo che abbia voglia. Credimi, l’ho capito da come guardava Isaac in mezzo alle gambe” poi attese alcuni minuti, forse l’altro stava parlando e infine chiuse la conversazione dicendomi “Ok, hanno detto che per loro va bene”. “Tutto qui?” dissi io “dieci minuti a parlare e vi siete detti solo questo?”. “”Non si offende se le dico quello che ci siamo detti vero?”. “Certo che no”. “Allora, ho spiegato loro che lei ci ospiterebbe tutti e quattro per alcuni giorni fino a quando non troviamo un appartamento ma non erano convinti. Poi gli ho detto che lei era molto interessato a noi e che guardava in mezzo ai pantaloni di Isaac e che forse aveva voglia di sesso. Allora hanno accettato molto volentieri. Sbaglio?”. Non risposi subito ma li guardai entrambi. Era un po' di tempo che non facevo sesso e quella sarebbe stata la prima volta con quattro ragazzi neri. Mi avvicinai a loro quasi a toccarli e gli dissi sussurrando “avete indovinato e a meno di cento metri c’è la mia casa. Vuoi richiamare ora i tuoi amici per dirgli dove abito o dopo quando siamo nell’appartamento?”. “Preferisco chiamarli quando saremo davanti a casa sua, così sanno il numero e quale campanello”. “bene ma datemi del tu. Io mi chiamo Roberto e voi?”. “Io Emmanuel e lui è Isaac” e ci incamminammo verso casa. Giunto davanti al cancello Emmanuel richiamò i suoi amici per fissare “in italiano per favore” dissi, “ok tanto lo parliamo tutti e quattro”. Dopo due squilli rispose “Ciao Michael, sono Emmanuel, ti parlo in italiano perché il nostro amico vuole capire. Si, certo, l’indirizzo è……….. (sempre per ragioni di privacy). Va bene, voi suonate al campanello e ci raggiungete su. A dopo” e riagganciò. “Bene, possiamo salire” dissi io aprendo il cancello. Dopo aver salito le scale, arrivati alla porta, mi piegai un po' per aprire la porta ed Isaac non perse occasione e mi si appoggiò subito dietro. “Ehi, ragazzo, non siamo neanche entrati e vuoi entrarmi dentro?”. “Con un bel culo così..”. Mi rialzai ed apri la porta, facendoli accomodare. “Allora, volete qualcosa da bere o cosa?”. Loro due si guardarono e non ebbi bisogno di risposte. Si tirarono giù i pantaloni restando nudi a metà. La prima impressione che avevo avuto nel guardare Isaac alla fermata dell’autobus, non era molto lontana dalla realtà. Un cazzo che da moscio arrivava almeno a metà coscia, ma anche Emmanuel non era da meno. “Cazzo, siete davvero ben forniti”. “Non ti spogli? O vuoi che lo facciamo noi?”. “Accidenti quanto siete intraprendenti. Preferirei che lo faceste voi” e mi avvicinai per darmi modo di gustare quelle mani mentre mi toglievano gli abiti. Iniziarono con la camicia, scarpe, pantaloni e mutande, tutto lentamente. Io nel frattempo avevo preso possesso di quei bastoni neri che stavano crescendo acquistando volume e durezza. Alla fine ci ritrovammo completamente nudi e due mazze dure da spaccare le noci. “Cristo Santo ma quanto sono lunghi” chiesi. “Non lo sappiamo, misurali tu” e andai a prendere il metro in un cassetto. “Vediamo” mi chinai in mezzo a loro trovandomeli a portata di lingua con il desiderio irrefrenabile di leccarli “il tuo Emmy è ventisei, mentre il tuo Isaac è… ventisette. Wow siete due grossi calibri” e lanciai il metro senza rialzarmi. “Vuoi leccarli adesso o te li mettiamo in bocca noi?” mi chiese Emmy “mi piace leccarli piano piano fino ad arrivare a succhiarli. Sono davvero belli, enormi, neri e duri “e inizia a dare colpi di lingua prima ad uno e poi all’altro. Quella era una situazione che mi piaceva, averli entrambi a portata di lingua e di bocca senza spostarmi un centimetro. Sia ad Isaac che ad Emmy piaceva il mio trattamento e mi fissavano mentre mi prendevo cura delle loro cappelle. Avevano il sapore del selvaggio , del maschio guerriero che domina la femmina. Li tenevo per l’asta mentre facevo saettare la mia lingua prima su una poi sull’altra con rapidità. Ogni tanto massaggiavo le palle di uno e poi dell’altro. Quanto mi piaceva. Poi passai a baciarle aprendo un pò la bocca per poter dare piccoli tocchi con la lingua, fino a quando non passai alla fase seguente, prendere in bocca quelle cappelle e succhiarle. Andò avanti così per una decina di minuti fino a quando Emmy, dopo avermi preso la testa fra le mani, volle infilarmelo in bocca. Lo sentivo andare dentro e fuori toccando il fondo del palato mentre io succhiavo. Isaac invece si era messo dietro me aiutando Emmy per spingerlo più in fondo. Infatti sentì la sua cappella entrarmi in gola ed ebbi, da prima un rigurgito e una sensazione quasi di soffocamento, poi lasciai che la mia libido facesse il suo corso. Fu così che lo senti arrivare in fondo alla gola mentre Emmy mi scopava in bocca. Proprio in quel momento in cui ormai avevo perso ogni controllo delle mie azioni, dovette suonare il campanello e gli amici di Emmy e Isaac salirono su. Me ne accorsi quando li vidi entrare. “Che spettacolo” disse Michael che entrò per primo, seguito poi da Joseph che, appena chiuse la porta esclamò “che fame di cazzo nero ha questo”. Quando furono dentro si spogliarono e si unirono agli altri due. La cosa che notai, mentre ero preso a succhiare il cazzone di Emmy, che anche i nuovi amici avevano due randelli di simili misure. Potevo ritenermi fortunato. Poi Emmy lo tirò fuori ed io potei respirare un attimo ma subito fu il turno di Isaac. Anche lui prese a scoparmi in bocca e in breve lo fece scivolare tutto in gola, mentre Machael e Joseph mi si erano messi ai lati così che potessi maneggiarli. In quella posizione, seduto sui miei talloni di fronte a loro, li stavo osservando mentre diventavano duri dopo le mie sapienti carezze. Emmy non so cosa stesse facendo ma lo avrei scoperto a breve. Una volta duri, Isaac lo tirò fuori e mi ritrovai tre cazzoni da leccare e succhiare, una gioia per chi ama questo tipo di rapporti. Nel frattempo Emmy mi aveva preso per i fianchi e voleva che mi mettessi in ginocchio a pecorina. La mia immaginazione diventò realtà quando sentì Emmy aprirmi il buco del culo con le dita e prese a saettare con la lingua. Erano giovani ma sapevano come toccare le mie corde del piacere. Gli altri tre si erano messi in ginocchio per permettermi di continuare a leccarli e succhiarli mentre Emmy mi leccava golosamente il buco. In breve si accorse che si stava aprendo, era il segnale che io davo per far capire che ero quasi pronto. Emmy forse lo capì, smise di leccare e, mettendosi in ginocchio dietro a me, vi appoggiò la cappella. Ci lasciò cadere la saliva, una, due, tre volte per bagnarlo bene prima di introdurla. Poi spinse un po' ed entrò. La sentivo dentro, calda, grossa ma non avevo intenzione di accontentarmi di questo, lo avrei preso tutto… li avrei presi tutti, e Emmy lo spinse dentro, centimetro dopo centimetro, mentre io continuavo a gustarmi gli altri tre contemporaneamente succhiandoli avidamente. Mi stavano facendo impazzire. Emmy mi era montato sulla schiena e spingeva quel cazzone fino in fondo, tanto da sbattermi le palle sulle mie. Isaac, Michael e Joseph si davano il cambio nella mia bocca attendendo il loro turno per visitare il mio culo. Era una girandola di entrate ed uscite, si davano il cambio facendo in modo che potessi avere i miei buchi sempre tappati. Cambiammo varie posizioni, sempre rimanendo nel salotto. Non ci rendevamo conto del tempo che passava, il sesso e il piacere erano il nostro pensiero. Non ricordo bene quante volte sborrarono, forse due ciascuno, ricordo solo che mi sentivo pieno della loro sborra ed ero felice. “Siete fantastici, davvero, siete di una esplosione di sesso che mi fa girare la testa”. “Ti è piaciuto?” mi chiese Emmy “certo che si, tanto”. Poi guardando fuori mi resi che stava per diventare sera. “Ragazzi, che ne dite se prepariamo i posti per la notte? Potrei aprire il divano per altri due posti. Sotto c’è un materassino gonfiabile per un altro. Il quarto potrebbe dormire con me stanotte”. “Io mi propongo per primo” disse Emmy, in fondo era stato lui con il suo approccio a far partire tutto. “Se a gli altri va bene, ok, tanto poi vedremo di sistemarci meglio”. Mentre loro cercavano di sistemare le cose sotto la mia guida, io mi stavo prodigando per preparare qualcosa da mangiare. “Spero vi piaccia la pasta”, “si, va benissimo” risposero. Niente di più veloce e semplice da preparare. Mentre si davano da fare, li vedevo, nudi, bellissimi, con i loro cazzoni, ora a riposo, penzolare da una parte all’altra. Erano per me, quattro, mai avuti così e tutti insieme e la fortuna mi era venuta in soccorso. Dopo cena ci mettemmo a parlare e mi dissero che erano in Italia da alcuni mesi ma il loro visto di soggiorno stava scadendo, per questo cercavano un lavoro e un alloggio. “Beh, ragazzi, l’alloggio lo avete trovato, anche se piccolo, Il lavoro sarà più difficile trovarlo. C’è un’altra possibilità”, “cioè?” chiese Isaac “che io dichiari di ospitarvi qui come miei compagni”. Non potevano credere alle loro orecchie. “Vuoi che abitiamo tutti con te come tuoi compagni? Ma si può fare?”. “Beh, non è così semplice ma almeno potrebbero prolungarvi il permesso di soggiorno almeno di sei mesi, il tempo di trovare un impiego temporaneo. Però se volete restare qui con me io vi ospito”. Emmy mi guardò e mi disse. “Ti è piaciuto tanto vero? Quattro ragazzi neri tutti per te , tutti i giorni. Si, ti è piaciuto davvero tanto”. “Non quattro ragazzi neri, quattro ragazzi con quattro cazzi enormi e neri… si, mi è piaciuto tantissimo ed è per questo che voglio restiate con me, che ne dite?”. Non avevano bisogno di rifletterci su. “Accettiamo, si, anche perché è piaciuto tanto anche a noi, sei una vera bomba del sesso e la fame che hai è quello che cerchiamo” e mi strinsero attorno così che i nostri corpi nudi potessero di nuovo fregarsi ed eccitarsi. “Non credere che stasera sia finita qui” disse Michal “noi abbiamo ancora tanta voglia” aggiunse Joseph, “e abbiamo ancora tanta sborra per te” prosegui Isaac “e vogliamo riempirti tutto, intestino e stomaco” fini Emmy. Mi sollevarono di peso in due mentre gli altri andarono in camera per sistemare l’alcova. Tolsero la rete e misero il materasso sul pavimento aggiungendo anche il materassino, poi ci misero su del nailon per non bagnare i materassi e infine coprirono il tutto che un lenzuolo che tanto si poteva lavare. Mi adagiarono sopra e cominciò la festa. Iniziarono a leccarmi in tutto il corpo, sentivo quelle lingue saettare e leccare ogni centimetro del mio corpo che vibrava di piacere. Ogni tanto ci passavano su strusciando con le cappelle, belle, turgide aggiungendo ancora piacere al piacere. Io cercavo di allungare le mani per afferrarli ma non era venuto ancora il mio momento, erano loro a comandare il gioco ed io li lasciavo fare. Mi piaceva il loro gioco. Mi piaceva che usassero le lingue, ogni tanto le mani, le cappelle, le palle facendomi vibrare come una corda di violino. Quando poi mi fecero partecipare, li attirai sopra di me perché volevo sentire quelle aste dure sfregarsi, come se volessero penetrare ogni parte del mio corpo e non solo la bocca o il buco del culo. L’ombelico, le orecchie, il naso, le ascelle, i piedi, ogni parte insomma. Poi il gioco prosegui come sempre. Mentre uno si prendeva cura del mio buco, io facevo altrettanto con i tre cazzi liberi. Le loro palle erano ancora pesanti e piene, segno che avevano ancora tantissima sborra per me. Le massaggiavo, le solleticavo con le dita, leccavo e succhiavo cappelle, passavo la mia lingua lungo quelle magnifiche aste nere. Il mio buco si inumidiva, si allargava e si contraeva dal piacere che provavo e loro sapevano che era il mio richiamo per la monta. Non avevano fretta, volevano prolungare ogni momento e questo mi faceva morire, erano davvero bravi. Continuavano a darsi il cambio e mi ritrovavo sempre uno diverso a leccarmi il culo, questo accresceva la voglia e il godimento. Valeva anche per me che avevo un cazzo diverso da succhiare, sempre in tiro con la certezza che non esplodesse tutto sul viso. Ritardare al massimo, per ore a volte, le sborrate, ne fa salire una quantità maggiore. Quello che non sapevo è che loro avevano una scorta di sborra, tanta da poter riempire un piccolo secchio. Riuscite a immaginarlo?. Andò avanti così per un’ora circa, credo perché stavo perdendo la cognizione del tempo. Poi arrivò la monta vera e propria. A turno mi prendevano da dietro, di lato, supino a gambe larghe. Poi di nuovo dietro ma disteso, poi di nuovo supino con le gambe sulle loro spalle piagandomi quasi in due. Quando iniziarono a sborrare il primo fu Michael mentre mi stava inculando supino e le mie gambe cingevano la sua schiena mentre lo abbracciavo. “Siii, sborrami dentro amore...”urlavo frasi come per incitarlo a riempirmi tutto. Quando ebbe finito, ma non aveva finito ancora, fu il turno di Isaac al quale piaceva la pecorina. Mi prese da dietro sdraiandosi sulla mia schiena baciandomi sul collo e montandomi come si fa con una cagna. Quando iniziò a sborrare mi rimase stretto addosso mentre io godevo di quel liquido caldo che sentivo scendermi dentro come un fiume in piena. “Siiii, schizzami e riempimi tutto” e altre frasi che lo stimolavano ancor di più mentre lo teneva piantato tutto dentro il mio intestino. Quando anche lui terminò, ma non aveva terminato, fu il turno di Joseph. La sua posizione preferita era lui disteso ed io sopra mentre ci guardavamo. Cavalcai su quel cazzone nero sentendolo entrare ed uscire, affondando come lama nel burro da quanto si era allargato il mio buco. Lui mi teneva per i fianchi e accompagnava i miei movimenti. Poi mi strinse le sue braccia attorno al mio corpo e mi portò verso di se facendo alzare il mio culo, in modo che lui potesse incularmi fino in fondo. Questo mi fece uscire degli strilli, non di dolore ma di piacere, cosa che lo eccitarono ancora di più. Accellerò il ritmo, anche perché era prossimo ad esplodere e infatti mi sborrò nel culo con getti violenti che mi salirono su per l’intestino. “Siiii, ancora, schizzami tutto dentro, fammela sentire la tua sborra calda… “. Quando anche lui, come gli altri due, fini, ma non aveva ancora finito, fu il turno di Emmy il primo che mi aveva riaperto il buco. Lui volle mettermi a bocconi per potermi coprire tutto con il suo corpo. Mi allargò appena le gambe, mi si distese sopra e cercò il mio buco con la sua cappella. Quando lo trovò, la infilò dentro imboccando immediatamente la strada. Poi, lentamente, fece scivolare il suo cazzone palpitante, dentro il culo, centimetro dopo centimetro, come piaceva a lui.. ma anche a me piaceva tanto. Potevo gustarmelo ogni secondo, ogni centimetro ed era da sballo. Quando arrivò in fondo all’asta e senti le sue palle sbattere quasi sulle mie natiche, era giunto il momento della monta che si prolungo per diversi minuti. Prima lentamente, poi accellerando un pò e di nuovo rallentando. Era un susseguirsi di vari ritmi. Io, che avevo piegato di lato il mio volto, gli sussurravo frasi dolci ma molto erotiche che lui ascoltava perché si era messo totalmente disteso su di me col suo volto sulla spalla e accanto al mio viso. Così facendo, mentre mi pompava in modo cadenzato, mi baciava come si fa col proprio amante. Poi il ritmo si fece più rapido, deciso e sentivo le sue palle sbattermi più forte sulle natiche, quasi a schiaffeggiarmele tanto erano piene e pesanti. Poi esplose in modo violento, una quantità enorme di sborra che avrebbe potuto gonfiarmi la pancia. Cosa che avvenne perché, dopo che ebbe finito come gli altri ma come gli altri non aveva ancora terminato, mi toccai la pancia e sembrava davvero che mi si fosse gonfiata. Era una sensazione strana, assurda ma mi piaceva. Stetti un po' disteso per riprendere fiato, mi avevano veramente quasi distrutto. Loro intanto, erano andati in cucina a bere qualcosa ma quando tornarono, mi accorsi che la festa era ben lungi dall’essere arrivata alla fine. Avevano quei loro cazzoni neri ancora duri e pronti per riprendere. Non avrei potuto opporre resistenza, e non avevo neanche voglia di farlo, e li lasciai fare di me tutto quello che avessero voluto farmi. Cedetti a loro senza la minima voglia di resistere anzi, incoraggiandoli ad andare avanti. “Sono ancora qui tutto per voi, porcelli miei, fatemi vostro, ora, e per tutta la notte”. Fu una notte travolgente, sconvolgente. Solo il mattino ci trovò esausti, avevamo davvero dato tutto ed io sentì il sonno cogliermi e ci addormentammo profondamente, stanchi ma appagati.

ATTENZIONE, NON INVADETE LA PRIMA PAGINA!!!!! per rispetto nei confronti di tutti gli Autori non è permesso pubblicare racconti o parti di racconto a una distanza temporale inferiore a 48 ORE, per i racconti in serie o capitoli richiedere la realizzazione di LIBRI O RACCOLTE dopo la pubblicazione dell'ultima parte. Grazie, Giovanna Esse.

Post New Comment

Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.