Il lupo perde il pelo ma non il vizio-settima parte

  • Scritto da Porcello55 il 04/07/2022 - 16:16
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Avevo ripreso a scrivere il racconto, quando ricevetti una telefonata, era il mio editore. “Salve, è successo qualcosa?” chiesi, di solito non mi contattava mai direttamente. “No, volevo solo ricordarle dell’incontro di sabato”. “Ma eravamo rimasti d’accordo che l’avrei ricontattata io venerdì, e comunque ormai che siamo qui le posso confermare che ci sarò”. “Bene. Un’altra cosa, non è che potrebbe portare la bozza di quello che ha scritto fin’ora? Sa potrebbe essere un incentivo per chiudere l’accordo”. “Non credo proprio, non faccio mai leggere i miei racconti fino a quando non li ho terminati. Al massimo potrei parlarne a grandi linee, tanto per dare l’idea”. “Ok, va bene lo stesso. Mi scusi se l’ho disturbata, buona serata”. “Buona serata a lei, ci vediamo sabato.. passo io da lei?”. “No, vengo a prenderla io, mi farò dare il suo indirizzo dalla segretaria, se non le dispiace”. “Niente affatto”. Ah, verso le dieci, va bene?”. “Ok, mi dia uno squillo quando è nei paraggi, mi farò trovare giù” e chiudemmo la conversazione. Oggi era lunedì, avevo un impegno giovedì sera dalla segretaria per il suo esperimento e sabato con il mio editore perché potesse concludere quell’accordo, quindi avevo il resto libero per cercare di terminare il mio racconto e passare del tempo con i miei quattro cavalieri dell’apocalisse. C’era una cosa che mi suonava strana, come mai Arturo non si era ancora fatto sentire, a conoscerlo bene sentivo che stava preparando qualcosa, forse una sorpresa? Con questo ultimo pensiero ripresi a scrivere e di buona lena. Ero talmente preso che sobbalzai sulla sedie quando sentì suonare al campanello. Guardai l’ora e mi resi subito conto che erano quasi le diciotto. Erano loro di ritorno dal primo giorno di lavoro e andai subito ad aprire loro il cancelletto. Lasciai la porta di casa socchiusa e ripresi a scrivere. Non mi voltai neanche quando li sentì entrare “Sera Roberto, siamo tornati”. “Dal tono che avete deduco che siete stanchi, vero?”. “Si, stanchi ma con tanta voglia di saltarti addosso”. Non feci a tempo a chiudere il portatile che me li ritrovai addosso e mi sollevarono di peso per poi distendermi a terra. “Ehi, ma che fate, stavo scrivendo”. “Dopo, dopo, adesso ti facciamo la festa”. Mi spogliarono in un attimo e poi si fermarono “Sei veramente bello lo sai?” mi disse Emmy e si tolsero gli abiti da lavoro in un battito di ciglia. Anche loro erano bellissimi e super eccitati. “Vi avevo promesso che mi sarei fatto perdonare e io mantengo sempre le promesse”. “E noi siamo qui per fartela mantenere”. Ero pazzo di questi amatori folli che ogni giorno mi facevano provare gioie nuove di piacere. Si dedicarono prima a baciare e leccare il mio corpo e potete immaginare cosa significhi avere quattro bocche e lingue che ti esplorano ogni lembo di pelle. Io rimasi inerme, godendo quel piacere sublime tenendo gli occhi chiusi. I miei sospiri, i miei lamenti erano segnali espliciti per loro, segnali di totale abbandono del mio corpo nelle loro mani. Non potevo restare inerme a lungo e, allungando le mie mani rimanendo sempre ad occhi chiusi, cercai e trovai due di loro. Erano già duri come granito. Li adoravo e iniziai a massaggiarli con delicatezza, come piaceva a me e anche a loro. Poi mi dedicai alle palle, grosse, pesanti ma soffici al tatto. Afferrai il primo per portarmelo alla bocca e quando sentì la cappella sfiorarmi le labbra, feci saettare la mia lingua su tutta la sua superficie. “Mmmm che buon sapore avete, è inebriante, selvaggio” e dopo averla leccata e baciata la presi in bocca lasciando che lui facesse scivolare dentro la sua asta. Gli altri due continuarono a leccarmi con particolare attenzione al mio buco che, nel frattempo, avevano sollevato ponendo un cuscino sotto il culo, per poterlo leccare meglio. Io continuavo a teneri gli occhi chiusi perché non volevo sapere chi stessi succhiando, segando o chi mi stesse leccando o inculando, sapevo che erano loro e questo mi bastava. I due che avevo in mano si alternarono nello scoparmi in bocca mentre gli altri due mi stavano lubrificando il buco. Poco dopo mi accorsi che i due che stavo succhiando avevano lasciato il posto agli altri due. Me ne accorsi e questo mi fece aprire per un attimo gli occhi “cosa state combinando”, “niente, è un esperimento ma ti piacerà” disse Joseph. Infatti mi ritrovai con Emmy disteso e gli altri tre in piedi. “Avanti, vieni sopra di me” disse Emmy. Mi alzai per posizionarmi sopra di lui e piegando le gambe mi misi in posizione, quasi da seduto, per riceverlo. Lui abboccò la cappella ed io mi i sedetti sopra, sentendolo scivolare dentro senza nessuno sforzo, tutto dentro fino alla base per poi sentire quelle palle sbattere contro le mie chiappe. Mi mise le mani sui fianchi e disse “adesso cavalca puledrina, cavalca”. Su e giù, su e giù, con ritmo cadenzato. Lo sentivo sparire, uscire e poi sparire di nuovo nel mio intestino, sfregando la prostata. Gli altri non rimasero fermi. Si posizionarono di fronte a me perché li potessi succhiare a turno mentre saltavo sul palo duro di Emmy. Cambiammo varie posizioni ma sempre con uno piantato dentro il culo e tre da succhiare. Sembrava non finire mai e in tutto questo mi stavo dimenticando la cena, ma non me ne importava niente, questa era la mia promessa da mantenere. La cosa diversa dalle altre volte, era che sborrarono solo una volta a testa e tutti sul mio viso mentre li spompinavo. Avevo il viso imbrattato e dovetti chiudere gli occhi perché la sborra ci era finita sopra e non volevo toglierla, così mi ritrovai al gran finale che loro, evidentemente, avevano architettato. Di nuovo fui fatto salire sopra il cazzo duro di qualcuno, non sapevo di chi ma lo sentì di nuovo scivolare dentro come unto. Poi sentì due mani che mi fecero abbassare la testa fino a che non raggiunsi due cazzi pronti per essere succhiati, evidentemente si erano messi in ginocchio seduti sui talloni. “Adesso ti faremo godere come non hai mai goduto” disse la voce di Michael, credo, il quale era posizionato sotto di me. Sentì le sue mani stringermi alla schiena facendomi aderire al suo corpo e prese a muoversi lentamente, mentre gli altri due si godevano le attenzioni della mia lingua e bocca. Fu poco dopo che avvertì il quarto che da dietro, si era messo in ginocchio puntando la cappella al buco del culo “Cosa avete intenzione di fare? Non credo sia una buona idea” ma non feci in tempo a terminare la frase perché i due che avevo davanti mi rimisero i cazzi in bocca. Lo senti appoggiarsi al buco e, mentre l’altro si era fermato per permettergli la penetrazione, iniziò a spingere per farla entrare. Furono attimi di sconcerto, non mi sentivo pronto per una doppia e non sapevo cosa sarebbe successo ma mi tolsero ogni dubbio. Con delicatezza e lubrificante in buona quantità, fece entrare la cappella, poi si fermò per darmi modo di rilassarmi. Poi riprese la penetrazione mentre chi era sotto mi teneva stretto e gli altri due mi riempivano la bocca. Non mi restava che lasciarli fare e fidarmi. Fu una penetrazione lenta ma ben lavorata perché dopo il primo momento iniziale, lo sentì entrare bene, ne stavo ricevendo due dentro di me, una doppia penetrazione a sandwich. Quando furono dentro entrambe, presero a muoversi in sincronia e mai avrei pensato di toccare vette così alte del piacere “oohh.. ssiiiiiiii… bellissimoooo”, godevo come un pazzo. I due che avevo davanti mi pulirono il viso per farmi vedere la sorpresa che mi avevano fatto. Mi voltai e vidi la nostra immagine riflessa nello specchio. “Ti piace? Adesso puoi vederti e godere al massimo questa doppia mentre succhi due cazzi, tutti e quattro insieme, non è stupendo?”. “Ssiiiii, è bellissimooo.. ssii, vi sento tutti e quattro insieme, mmmmm. Siete durissimiii… ssiii, spingete, forte… oh mio Diooo, due nel culo è la fine del mondoooo… mmmm !” Ma non potei continuare perché mi tapparono la bocca, ed io ripresi a succhiare. Andammo avanti così non so per quanto, so solo che ad un certo punto sentì i miei umori colarmi giù dall’intestino ed ebbero l’effetto sperato su i due cazzi che in quel momento stavano spingendo al massimo nel mio buco super allargato. Due, tre colpi finali, decisi e mi riempirono l’intestino con schizzi abbondanti, copiosi di sborra calda. Nel frattempo gli altri due scaricarono la loro sulla mia lingua, altrettanto abbondante, copiosa e calda e per non farne uscire neanche una goccia volli accoglierla facendola scorre in gola mantenendo la bocca aperta, dando modo a loro di osservare. Ne avevano davvero tanta ed ecco perché si erano risparmiati, per potermela dare tutta nel gran finale con sorpresa. L’immagine di noi riflessa nello specchio era stata una trovata geniale, avevo potuto essere protagonista ed osservatore allo stesso tempo. Quando poi ci riavemmo, li volli tenere stretti a me ancora per un po'. Non avevo solo mantenuto la promessa ma avevo ricevuto un regalo da loro, una sorpresa da ricordare nel tempo. “Grazie tesori” sussurrai “grazie mi avete reso felice” e me li strinsi a me. Passarono minuti, dieci o più credo, prima che ci potessimo rialzare. Il pavimento era scomodo per fare sesso senza niente ma sinceramente non ce ne eravamo accorti fino a quando, una volta in piedi, iniziai a sentire dei dolori ai ginocchi ai gomiti e alla schiena, ma anche al buco. “Ragazzi, ho bisogno di una doccia, della crema e riposarmi, mi sento tutto un dolore”. “Tranquillo Roberto, mettiamo a posto noi e prepariamo qualcosa per cena, a base di verdure. Tu fai le tue cose e poi ci vediamo a tavola”. “Grazie” e mi diressi verso il bagno. Una doccia era quello che ci voleva e nel lavarmi scesi giù, dietro e mi accorsi che lo avevo davvero dilatato, appena indolenzito. Ci avevano dato giù di brutto ma ne era valsa la pena. Una volta messo l’accappatoio presi un crema lenitiva e chiamai Emmy. “Puoi venire in camera?”. “Certo, eccomi”. “Avrei bisogno che mi mettessi un po' di questa crema, qui” e gli indicai il mio buchetto. “Sarò delicato” mi disse “certo che non sarà stato facile per te riceverne due contemporaneamente, non ti abbiamo fatto male vero?”. “Non troppo, solo all’inizio ma, ne è valsa la pena, mi avete fatto toccare il paradiso del piacere questa sera”. “Ne siamo contenti, era da un po' che ci stavamo pensando e ci eccitava tanto la cosa. Quella dello specchio è stata una trovata di Isaac”. “Isaac, è stato lui che mi ha preso quel completino osé e non l’ho ancora indossato. Non è che forse si sta innamorando di me?”. “Non saprei, forse ci sta accadendo la stessa cosa a tutti. Sei un amante fantastico e riesci a tenere testa a tutti e quattro”. “Il fatto è che con voi mi viene facile, siete eccitanti, disinibiti, belli e non per ultimo avete quattro super cazzi neri sempre duri. Cosa voglio avere di più? Dai continua a spalmare quella crema che poi me la passo sui ginocchi e sui gomiti. Non potevate almeno mettere qualcosa per terra?” e ci mettemmo a ridere. Quando terminai di spalmarmi la crema, rimisi l’accappatoio e tornai in cucina. Avevano sistemato tutto, tavola compresa, e con la cena sopra. Ci sedemmo e ci riempimmo di tutto quello che avevano preparato sorseggiando vino, io, e birra, loro. Era tardi ed eravamo tutti abbastanza stanchi. Il giorno seguente io non avevo tante cose da fare, se non riprendere a scrivere ma loro dovevano alzarsi presto per la seconda giornata di lavoro. Accidenti, mi ero dimenticato di chiedergli come era andata ma a loro non importò più di tanto. Loro si sistemarono come al solito nel soggiorno con i materassi distesi per terra ed io da solo nel mio letto. Ormai quella situazione sarebbe terminata a breve perché non era possibile che cinque persone stessero in un appartamento come quello per tanto tempo. Notte notte amori miei, fu il mio ultimo pensiero. Mi addormentai pesantemente e quasi subito.

 

 

 

L’indomani mi svegliai con ancora un po' di bruciore al mio buco ma sarebbe bastato un altro po' di crema e tutto sarebbe passato nella mattinata. I ragazzi si erano alzati presto e mi avevano preparato la colazione, che amori. Con calma consumai la colazione a base di tè e fette biscottate con burro e marmellata, poi andai in bagno a lavarmi e mettermi la crema. La mattina sarebbe trascorsa veloce, impegnato come ero per far si che il racconto potesse vedere la fine, ma non ne ero tanto sicuro. Era quasi l’ora di pranzo quando mi arrivò la telefonata di Arturo. “Ciao” gli dissi felice di sentirlo “come stai?”. “Benone e tu?”. “Alla grande. Cosa hai fatto in questi giorni? Io sto cercando in tutti i modi di terminare il racconto”. “Niente di speciale, lavoro, lavoro e alcuni contatti caso mai tu decidessi di vendere quella casa. Tu che mi dici, come te la passi col le tue guardie del corpo?”. “Benissimo, si prendono cura di me ed hanno iniziato ieri a lavorare. A letto poi mi fanno impazzire e...”. “Volevo chiederti una cosa” mi interruppe Arturo “senti ancora il bisogno di fare esperienze di zoofilia?”. “Perché me lo chiedi? Certo che si”. “Niente, così, caso mai fammi sapere cosa deciderai quando verrai ad abitare con me, sto ampliando sia la casa che il giardino e a breve i lavori saranno terminati. Sarai pronto per l’inizio del prossimo mese a fare il trasloco?”. Ero contentissimo “certo che si amore, non vedo l’ora”. Sentivo che mi stava nascondendo qualcosa, lo conoscevo troppo bene per non avvertirlo “mi hai chiamato solo per questo? Oppure dovrei sapere qualcos’altro?”. No, tutto qui. Pensi tu ad informare i ragazzi? Forse vorranno restare ancora li, almeno fino a quando non venderai la casa immagino”. “Si certo, penso a tutto io. Sai, sabato ho una cena di lavoro con l’editore per una fusione con una grande casa editrice estera, un salto che amplierebbe il bacino dei lettori, anche in tutto il mondo”. “Grande Roberto, sono contento. Ma chi penserà a tradurre i tuoi racconti?”. “C’è il personale adatto per questo, io devo solo pensare a scrivere per il nostro mercato. Spero che poi non ci siano ricevimenti, presentazioni varie anche all’estero oltre che qui in Italia, non saprei come comportarmi di fronte a tanta gente e la stampa”. Tranquillo, a questo ci penserai dopo e andrai alla grande. Una persona come te riesce sempre a mettere a suo agio tutti, tu per primo”. “Se lo dici tu, mi fido” e lo salutai con un bacio affettuoso, tipico degli amanti. Dopo aver chiuso la conversazione con Arturo spensi anche il pc e tentai di prepararmi qualcosa da mangiare, i ragazzi pranzavano fuori e non sarebbero tornate prima delle diciotto. Le ore passavano e i pomeriggi cominciavano a farsi caldi, per questo restavo a casa tenendo le persiane chiuse e accendendo un po' il ventilatore. Non sopportavo i condizionatori anche quando le temperature saliva oltre i ventotto gradi in casa. Mi sdraiai sul divano, che i ragazzi risistemavano ogni mattina, per ascoltare della musica in cuffia sorseggiando da un bicchiere un misto di arancia, carota e limone. Adoro tanto il blues ma mi piace tanto la musica in generale. Beh, non tutta, il rep per esempio non l’ho mai sopportato. Socchiusi gli occhi e mi lasciai trasportare dal suono dei vecchi blues della Louisiana e del Mississipi, il blues dei braccianti neri e delle piantagioni di cotone.

Quando tornarono i ragazzi la prima cosa che feci fu di chiedergli come erano andate le prime giornate al lavoro. “Bene” disse Isaac “ci hanno assegnato ad una squadra e abbiamo girato in tre paesi per fare pulizia straordinarie. Vetri, serrande e in un edificio delle poste abbiamo sistemato una intera stanza che era vuota, dal soffitto al pavimento”. “Bene e sono contenti di voi? E a voi piace?”. Per ora non si sono lamentati” prosegui Michael “e a noi piace anche perché non restiamo fermi in un solo posto e stiamo quasi sempre all’aperto. Il tuo racconto come procede?”. “bene, tutto ok ma non credo di finirlo prima della fine del mese. Comunque sabato sera ho una cena per parlare anche di questo con una grande casa editrice straniera, sperando che serva per conclude la fusione. Ci pensate, saranno tradotti in varie lingue i miei racconti e così potrei uscire dai confini e farmi conoscere al mondo”. “Ma tu hai sempre detto che scrivi ispirandoti ad esperienze che hai vissuto”. “Si vero ma non provo più quel disagio e il senso del nascondere le mie fantasie sessuali come anche non esponendomi direttamente ma solo dietro uno pseudonimo. Se mi piace fare sesso con uomini, oltre che con donne, trans ma anche con animali che male c’è? C’è chi ha la passione della musica di vari generi, io ho anche quella del sesso nei vari generi. Mi piace, tutto qui”. “Dici bene e noi siamo con te lo sai” e mi abbracciarono come facevano di solito perché mi volevano bene. “Su, ora andate a darvi una rinfrescata e a cambiarvi, si cena verso le venti”. La serata trascorse tranquilla, come sempre in casa si respirava un’aria di serenità e di complicità mentre la notte, non sempre, c’erano quelle ore in cui i sensi si facevano forti e ci dedicavamo ad esplorare i nostri copri godendo in modo totale.

Arrivò così il giovedì. Erano le diciassette quando ricevetti la telefonata dalla segretaria. “Pronto, si?” risposi “sono Gloria, la segretaria, la chiamo per sapere se si ricordava di stasera”. “Si certo signora Gloria, mi dica lei a che ora”. “Diciamo verso le venti a cena? Le va bene?”. “Benissimo, a più tardi. La signora Gloria abitava non lontano da me e forse ci eravamo anche incontrati al centro commerciale. Mi preparai indossando abiti sportivi, comodi e rapidi da togliere ce ne fosse stato il caso. Scrissi un biglietto ai ragazzi ed uscì. Avevo deciso di passare da un negozio di animali per prendere dei croccantini da portare al cane e in farmacia per un lubrificante per Gloria, caso mai servisse. A me non è mai servito. Mi incamminai verso la destinazione, chiedendo informazioni della strada. Fare due passi era l’ideale per pensare a come aiutare Gloria della sua prima esperienza e serviva anche a me per muovermi. Giunsi a destinazione con venti minuti di anticipo, trovai il campanello e suonai. “per mia fortuna Gloria era già in casa “Si? Chi è?”. “Sono Roberto, sono troppo in anticipo?”. “No no, anzi. Le apro”. Quando arrivai davanti alla porta, che lei aveva lasciato socchiusa,apri per entrare “è permesso?”. Mi ritrovai il boxer davanti, seduto, che mi guardava. “E tu chi sei bel cagnolone?” gli dissi mettendogli la mano sotto il muso per fargli sentire i miei odori. Di solito ai cani che non ti conoscono, non è consigliato mettergli la mano sulla testa, non gradiscono perché è segno di sottomissione. Preferiscono essere loro in posizione dominante ed è per questo che gradiscono la mano sotto il muso così, dopo averti annusato, di solito ci mettono sopra la zampa. “”salve Roberto, vedo che sta facendo conoscenza con Drago, il mio boxer”. “Drago, bel nome e appropriato per una taglia grande. Quanti anni ha?”. “Quattro, quando l’ho preso al canile era tenuto bene e non ho dovuto fare niente, solo dargli affetto. Comunque di solito evito di invitare persone a casa mia, sembra che senta molto il difendere questa casa e me. Con lei invece ha subito instaurato un rapporto direi, di amicizia”. “So come farmi accettare, a loro piace scegliere il capo branco ma con gli altri devono far sentire che sono loro i dominanti e io gli ho ceduto lo scettro, tutto qui”. “Bene. Vuole sedersi? Qualcosa da bere? Stavo preparando una cena con pasta e vino rosso, le va?”. Vada per un drink e per la cena può terminare mentre io e Drago socializziamo”. “Ok” e sparì in cucina. Mi sedetti e Drago mi si avvicinò per annusarmi meglio, voleva conoscermi bene prima di lasciarsi andare in carezze a cose varie. Era davvero un gran bel cane, di taglia grossa, tenuto benissimo, pulito. Non potei fare a meno di notare quella grossa sacca che aveva sotto la pancia, notevole, come del resto erano notevoli le palle. Gloria si era scelta un bel esemplare. “Tutto bene voi due?” chiese Gloria “si, tutto bene stiamo socializzando” risposi mentre lo stavo accarezzando. L’impulso e l’attrazione verso i cani si stava risvegliando in me e feci degli sforzi per trattenermi. Ero venuto per cenare e per aiutare Gloria non per farmi scopare da Drago, anche se lo desideravo tanto. Mi limitai ad accarezzarlo sotto la pancia e a toccargli quella sacca, quanto bastò perché gli uscisse fuori la punta rossa. Chissà quanto doveva essere grosso quel cazzo, e il nodo? Poi Gloria tornò in salotto con due bicchieri di vino rosso e si sedette accanto a me porgendomene uno. “Ha visto che sacca ha? Grossa”. “Gloria, possiamo darci del tu non credi? E si, davvero grossa”. “Ma gli è spuntato fuori qualcosa”. “Si, è la punta rossa del suo cazzo, di solito fanno così quando sono eccitati. Lo sono per tanti motivi e non solo sessuali”. “Ah, non sapevo di questo ma lei sa moltissime cose, mi dica”. Così, mentre sorseggiavamo il nostro vino, raccontai a Gloria che i maschi sono sempre pronti a differenza delle femmine che sentono il desiderio solo quando devono riprodursi. I maschi si eccitano per molte cose, compresa quella sessuale, e tirano fuori dalla sacca il cazzo che di solito e di colore rosso o rosato. Se viene stimolato mima il gesto della monta e il cazzo, qualche volta, esce completamente fuori mettendo in mostra il nodo. Più spesso però succede quando montano e, trovato il buco, spingono fino a farlo diventare grosso e il nodo si pianta dentro, se uno lo vuole, come a fare da tappo affinché lo sperma possa rimanere dentro la femmina e fecondarla. Gloria ascoltava estasiate ed io per farle comprendere meglio la cosa glielo mostrai. Presi a massaggiare la sacca di Drago che nel frattempo si era messo accanto a me. Bastarono solo alcuni movimenti perché non iniziasse a muoversi e la punta cominciò a venire fuori. “Che bello, sei davvero bravo Roberto. Credevo che il cazzo del cane fosse quello che lo mettesse dentro con tutto il pelo”. “Non quella è solo la sacca di protezione, il cazzo è dentro ma come vedi ora sta uscendo fuori e se aspetti un po' lo sarà del tutto”. “Vai, voglio vederlo, mi piace” e ripresi a massaggiarglielo. In breve si era ingrossato tanto che anche io restai sorpreso dalle dimensioni. Altri due o tre colpetti e fu fuori anche il nodo. “Ma è enorme” esclamò Gloria “come è possibile ricevere dentro un tale membro”. “Carissima, è possibile, occorre decidersi prima se tenerlo dentro o fuori, poi ci vuole pazienza fino a che non si sgonfia e allora fuori esce da solo scivolando. La fica, oh scusami..”. “Tranquillo usa tutti i termini che vuoi, non sono una puritana, non mi scandalizzo”. “Ok. La fica, dicevo, si dilata tanto come saprai e può ricevere anche dimensioni così. Come detto basta aspettare che si sgonfi. Diverso è se lo prendi nel culo che è meno elastico ma anche li basta aspettare. Vedi come è bello? Sei fortunata ad averlo preso. Vuoi toccarlo?”. “Mi piacerebbe” e allungò la mano. Quando lo ebbe in mano disse “E’ morbido ma duro, liscio, caldissimo. Mi piace, anche il nodo è favoloso” si si mise ad accarezzarglielo facendo qualche toccatina anche alle palle. “Ha due palle, poi, grosse e pesanti, chissà quanta roba a dentro”. “Di solito fanno piccoli schizzi ma vanno avanti anche più di mezz’ora. Alla fine possono riempire anche quasi un bicchiere”. “Davvero? Ma è favoloso e che sapore ha?”. “Leggermente salata, caldissima, a me piace tantissimo e ti consiglio di provarlo prima o poi”. Drago si era lasciato fare ed era tranquillo, anche se avrebbe di sicuro terminare con una scopata. Avevo gocciolato sul pavimento, poca cosa ma bastò affinché Gloria se ne accorgesse e con un dito raccattò alcune gocce e se le portò alla bocca, succhiandole. “Mmmm, buona davvero”. Sotto quell’aspetto da segretaria si nascondeva una potenziale amante del mio stesso genere, zoofilia allo stato più alto.

"..., quando ricevetti una telefonata, era il mio editore.": leggendola, mi ha fatta ribaltare dalle risate, tant'è che non sono più riuscita a leggere il resto!
;) Monica

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