Il maiale che è dentro di me-ultima parte

  • Scritto da Porcello55 il 18/05/2022 - 16:34
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Arrivò il giorno tanto atteso. Mi ero svegliato abbastanza presto perché avevo da preparare alcune cose nel piccolo troller ma avevo riposato bene, perciò mi sentivo bene anche se leggermente agitato. Arturo mi chiamò per avvisarmi che sarebbe arrivato e breve. Sistemai le ultime cose e poi chiamai a me sia Rock che King. “Mi raccomando, fate i bravi in questi due giorni con Sandra ok?”. Sandra era una ragazza che si occupava dei miei cani quando andavo via per due o più giorni e lo faceva con piacere perché adorava quei due giocherelloni. Chiusi tutto e poi uscì lasciando la chiave in portineria, come stabilito. Attesi fuori dal portone l’arrivo dei miei due compagni di viaggio e vacanza. Arrivarono puntuali e quando si fermarono, vidi scendere Gianluca che non rimase sorpreso nel vedermi. “Ciao Roberto”, “Ciao Gianluca” risposi, “sali davanti, io mi sistemo dietro”. L’auto di Arturo era sportiva ed aveva due sole portiere ma con un bagagliaio capiente e riposi il mio troller nel vano posteriore, poi salì. “Allora Roberto, tutto bene? Il gran giorno è arrivato, si parte”. Durante il tragitto iniziammo una conversazione tranquilla fino a che Arturo mi chiese “Sbaglio o mi avevi detto di non conoscerlo. Mi sembra invece che abbiate già avuto modo di conoscervi”. Rispose per me Gianluca “Si è vero, io ho la brutta abitudine di osservarlo con cannocchiale quando è solo in casa e ieri Roberto si è accorto di questo. Si è voltato e mi ha fatto cenno di scendere da lui”. “Ah” esclamò Arturo “quindi la cosa è recente. Una conversazione fra vicini di casa immagino..” “Ecco, appunto” intervenni io “una conversazione fra vicini”. Arturo si voltò verso di me e mi disse “se hai fatto sesso con lui non è un problema, abbiamo un rapporto aperto fra noi. Almeno ti ha soddisfatto? Essendo così giovane avrà avuto bisogno d’aiuto e sostegno..”. “Certo che l’ho soddisfatto, due ore continue e ha goduto alla grande. Strillava dal… “. Ehi, ragazzino, mantieni le distanze” lo redarguì Arturo “porta rispetto alle persone adulte ok?”. “Tranquillo Arturo, non mi stava mancando di rispetto. E poi è vero, abbiamo passato due ore di sesso continuo e sfrenato. E si, mi ha soddisfatto, molto ed ho goduto e strillato per il piacere che mi procurava ogni volta che lo spingeva in fondo e mi riempiva i buchi. Vero Gianluca?”. “Vero, e ho sborrato almeno quattro volte in ogni….”. “Ok, ok, se ho capito bene è piaciuto tanto ad entrambe, non è così?”. “Si” rispondemmo insieme “molto. Ma ora pensiamo a stasera,” prosegui io “dovrà essere una bella festa stasera. Ti hanno accennato di cosa si tratta?” dissi rivolgendomi a Gianluca. “A grandi linee si. Stasera c’è una festa la Sagra del maiale con cena e intrattenimento, ma non non so a che intrattenimento si riferiscano, lo vedrò stasera”. Lo vedrai stasera, pensai fra me, e spero ti piaccia tanto da voler provare in futuro altre cose di quel tipo. Quando arrivammo alla fattoria, sapevano già del nostro arrivo e ci videro arrivare dalla telecamera posta al cancello. Aprirono il cancello ed entrammo. Nel parcheggio improvvisato al lato dell’edificio principale, erano parcheggiate quattro auto e con la nostra erano cinque. La padrona, la signora Samanta, ci stava venendo incontro. “Salve, per arrivati. Gli altri ospiti sono già nelle loro stanze. Vi faccio portare i bagagli nelle vostre e poi ci vediamo nella sala per il pranzo”. “Grazie Samanta” le dissi “abbiamo tempo per rinfrescarci un po'?”. “Ma certo il pranzo è fra mezz’ora, quindi fate con comodo” e ci avviammo su nelle camere mentre i nostri bagagli avevano già preso quella strada. Avevamo tutti la nostra camera mentre le rimanenti erano occupate dagli altri ospiti. Quel fine settimana erano al completo, tutte persone selezionate e a numero chiuso. Scendemmo giù mentre gli altri erano tutti seduti. “Buongiorno” salutai i presenti mentre mi sedevo al tavolo. In quel mentre arrivarono anche Arturo e Gianluca che, con mio stupore, si misero al mio stesso tavolo. “Le camere sono singole ma il tavolo è in comune” Mi bisbigliò Arturo. Gianluca si mise alla mia sinistra e Arturo alla destra, avevo così i miei due angeli custodi. Dopo aver preso le varie ordinazioni, portarono i piatti e il pranzo si protrasse fino alle quattordici e trenta, così potemmo anche conversare. Gianluca, con la sfacciataggine dei giovani, aveva messo una mano sulla mia coscia ed io non glielo avevo impedito, mi intrigava quella situazione. Mentre conversavo con Arturo, avevo notato che gli altri ospiti erano tutti uomini, otto per l’esattezza, quindi dovevano condividere le loro camere visto che oltre alle nostre ce n’erano altre quattro. Erano sistemati una coppia per ogni tavolo e doveva essere così anche per le stanze. Ad un tavolo appena dietro di me e alla mia sinistra, uno dei due occupanti forse si era accorto di quello che stava facendo Gianluca ed io lo notai perché stava guardando cercando di non farlo notare. Poi Gianluca iniziò a scivolare verso il mio culo e questo stava eccitando lo spettatore che, abbandonando ogni tatticismo, stava fissando la sua mano che aveva preso possesso di una chiappa massaggiandola. Ad un certo punto lo vidi alzarsi e accostarsi al nostro tavolo. “Piacere, mi chiamo Peter da Manchester, lei è?”. “Roberto, anche lei qui per la festa?”. “Si certo, come tutti del resto. So che ci sarà una sorpresa, un intrattenimento, del quale saremo spettatori. E’ così anche per lei?” e continuava a guardare la mano di Gianluca che palpeggiava il mio culo. “A me hanno detto solo della festa e dell’intrattenimento ma non che sarei stato anche spettatore, immagino di si “dissi mentendo.” E voi?” chiesi sia a Gianluca che Arturo. “Noi anche spettatori”. Se volevo avere una conferma, adesso l’avevano e anche gli altri, su chi potesse essere l’intrattenimento e la sorpresa, adesso non c’erano dubbi. Gli altri, ai quali non era sfuggita la nostra conversazione, si alzarono dai loro tavoli e si strinsero attorno al nostro e uno dopo l’altro si presentarono dicendo le stesse cose. Tutti sarebbero stati spettatori di un intrattenimento con sorpresa, tutti tranne io ma questo non potevano saperlo con certezza. Finito il pranzo, ognuno tornò nelle proprie stanze per sistemare le cose e riposarsi un po'. Nel pomeriggio avevamo libertà di fare un giro per la tenuta ed io ne approfittai per visitarla da solo e mi diressi verso le stalle dei maiali. Volevo vedere da vicino il luogo della Sagra del Maiale. Quando arrivai nei pressi della stalla, notai che Peter mi aveva seguito rimanendo a debita distanza. Giuntovi, spostai il paletto della porta e, voltandomi, entrai ma senza richiuderla. I maiali erano nelle loro cellette poste su un unico lato e vi passai davanti. Erano, quattro, tutti maschi come notai subito, di grandi dimensioni. Mentre li stavo guardando, senti, la porta aprirsi e vidi Peter che era entrato. Si avvinò a me e mi chiese “mai visti maiali dal vero?”. “No e mai quattro tutti insieme, e lei?”. Mai visti anche se mi piacciono gli animali, gli unici che ho visto e che posseggo, sono cani. Ne ho uno nella mia casa di Manchester, un rottwailer, maschio e due nella casa di campagna”. “Anche io ne ho, due, labrador maschi. Li preferisco alle femmine perché non rimangono incinta e hanno solo quel vizio di montare continuamente”. “Vero, sempre che non vengano soddisfatti” e mi appoggiò la mano sul culo. “Non le dispiace vero? Ho visto come il suo giovane amico lo palpeggiava e a quanto ho notato, a lei piaceva, o sbaglio?”. “Non sbaglia” e lo lascia fare. La conversazione poi continuò sempre sullo stesso argomento e Peter si era fatto più deciso nel suo atteggiamento. Mi aveva preso la mano e l’aveva messa sul gonfiore in mezzo alle sue gambe. Sentivo la sua eccitazione farsi prepotente mentre lui aveva preso a massaggiarmi il culo con entrambe le mani. Poi d’improvviso mi voltò e mi si appoggiò dietro. Mi spinse verso la parete della stalla e iniziò a muoverlo puntandolo diritto verso il solco della natiche. “Ti piace così vero? Una maiala in mezzo ai maiali”. Quello che non immaginava era che quello sarebbe stato il luogo dello spettacolo al quale lui e tutti gli atri, avrebbero assistito, tutti tranne me, unico a parteciparvi. Stava venendo fuori il maiale che è dentro di me e la sera avrei avuto non uno, ma quattro maiali dentro di me. Quell’incontro, breve ma intenso, si concluse con un pompino con ingoio che gli feci, stando in ginocchio di fronte a lui. Altro cazzo di notevoli dimensioni che mi ero gustato da quando avevo intrapreso quella strada per fare esperienze di ogni tipo e senza freni. Facevo questo perché mi faceva stare bene, desiderato, appagato, riempito e sereno con me stesso. Uscimmo ed ognuno ritornò per conto suo come se niente fosse successo, anche se in quella fattoria avevo la netta sensazione che tutti sapessero di tutti condividendo le voglie di ognuno.

 

La sera giunse in un attimo e la padrona volle che ci riunissimo nella saletta perché doveva farci una comunicazione. Ci ritrovammo tutti insieme, seduti all’incirca verso le diciannove. “Vi ho riuniti tutti qui perché volevo annunciare ufficialmente aperta la Sagra del Maiale che si terrà fra un’ora proprio dentro la stalla dove tengo i miei quattro maiali. Naturalmente verrà offerta una cena a buffé esclusivamente vegetariana. Vi chiederete cosa c’entra con la Sagra. E’ perché il tema sono proprio i miei quattro maiali che li vedrete montare una scrofa. Di solito siamo noi a portarli nelle fattorie vicine perché questo avvenga ma stasera ne avremo una qui”. “Ma ve l’hanno prestata oppure l’avete acquistata per l’occasione?” chiese uno degli ospiti. “Ne abbiamo presa una solo esclusivamente per questa sera affinché voi possiate godere dello spettacolo. Naturalmente sapete benissimo che nei vostri inviti avevamo scritto che sareste stati tutti spettatori, tutti tranne uno e solo quella persona sa chi sia, mentre gli altri faranno da spettatori. Tutti quanti si guardarono per capire chi fosse a partecipare e, visto che non si erano confidati l’un l’altro se fossero spettatori o partecipanti, potevano solo immaginarlo. Anche Gianluca non lo sapeva con certezza. Neanche Peter, solo Arturo ed io lo sapevamo. “Bene, adesso andate a mettervi qualcosa di adatto per la cena nella stalla, ci vediamo fra un’ora” e si diressero verso le loro camere. “Signor Roberto” mi chiamò Samanta “può venire con me”. “Certo” risposi “Arturo, Gianluca, ci vediamo dopo ok?”. “Mi dica signora”. “Mi chiamo Samanta come le ho scritto nella mail” “e lei mi chiami Roberto”. “Bene Roberto, dovrebbe seguirmi nella stalla, i ragazzi stanno finendo di preparare tutto per dopo e anche lei dovrebbe prepararsi. Andiamo?” “Ok, andiamo”. Arrivammo alla stalla dove stavano terminando di sistemare. Assi sopra sostegni per metterci i piatti vegetariani su di un lato e dall’altro le gabbiette dove c’erano i quattro esemplari maschi che avevo visto qualche ora fa. “Venga, qui c’è la quinta gabbietta che di solito non usiamo ma stasera sarà il suo palcoscenico. Dovrebbe spogliarsi e le daremo delle ginocchiere perché starà quasi tutto il tempo nella posizione, e un giubbottino da indossare per proteggere la sua schiena, sa, i maiali sono piuttosto ruvidi e irruenti durante la monta. Ecco, posi qui i suoi abiti”. “Di solito quanto dura una monta?”. “Circa quaranta, quarantacinque minuti ma a volte anche un’ora”. “Quindi sono quattro… diciamo fino a mezzanotte o oltre”. “Esatto ma se vuole fare delle pause per mangiare o bere, abbiamo tutto il tempo”. “Vediamo, dipende dalla voglia che ho”. “Le volevo dire che oggi pomeriggio ho notato che è andato nella stalla, seguito da due ospiti e ho voluto vedere cosa sarebbe successo”. “Due? Veramente era uno, il signor Peter”. “No erano due, uno l’ha seguita da vicino ed è entrato subito dopo con lei, mentre l’altro era poco distante e si è messo a spiarvi da una finestrella. Un ragazzo, credo fosse quello venuto con lei”. Allora Gianluca aveva visto che ero interessato ai maiali ed avevo tratto delle conclusioni. Infatti, quando ero tornato, mi aveva dato l’impressione di sospettare qualcosa lanciandomi delle occhiate da porcello in calore. Meglio così. Mi ero preparato e mi fecero entrare nella gabbietta del primo maiale per fargli annusare il mio buchetto e così fecero anche con gli altri tre per sentire gli umori della maiala. Dopo di che mi misi a pecorina nella mia celletta aspettando che iniziasse lo spettacolo. Nel frattempo errano arrivati gli spettatori. “Bene signori, qui sui tavoli ci sono i cibi vegetariani mentre nell’ultima gabbietta abbiamo preparato la scrofa”. Tutti si stavano domandando perché non ci fossi io, tranne Arturo e Gianluca, che ormai non aveva più dubbi. Ma appena si avvicinarono alla mia celletta passando davanti a quelle dei maiali, esclamarono tutti insieme per la piacevolissima sorpresa “WOW!!!” Io ero li, a pecorina sulla paglia con il mio culo bene in vista che attendeva i quattro maschi. “ma è stupendo!” fece uno e di seguito ci furono apprezzamenti anche più espliciti di piacere. La Sagra del Maiale, anzi della maiala e dei suoi quattro maschi, era ufficialmente iniziata. Mentre qualcuno aveva iniziato ad assaggiare i vari piatti preparati con maestria, fecero entrare il primo pretendente. Un maschio grosso e pesante che si mise subito ad annusare e sbavare proprio sul mio culo. Io cercavo di calmarlo, perché sembrava davvero tanto eccitato, con paroline dolci e tranquille “porcellino mio, stai tranquillo che non vado da nessuna parte, sono qui per te. Non vedi come ti desidero?” e cose di questo tipo ma lui aveva tanta voglia e si mise a saltarmi sopra in modo scomposto. Andò perfino davanti ma fu riportato subito dietro, perché era li che doveva concentrarsi. Infine capì che la porta d’entrata era quella e mi saltò sopra. Il cazzo del maiale è sottile ma lungo anche cinquanta centimetri con la cappella a vite. Stava appunto puntandolo verso il mio buco schizzando ogni tanto il suo liquido lubrificante, sempre più diretto alla porta del desiderio. Con colpi veloci e mirati, lo faceva entrare ed uscire senza mai metterlo del tutto dentro e continuando a schizzare. Poi finalmente lo introdusse e iniziò a montarmi alla grande. Lo sentivo spingere e infilare quel suo cazzo girandolo e rigirandolo nel mio intestino come un trapano, sempre più in fondo perché stava allungandosi. Tutti avevano lasciato perdere il cibo ed avevano gli occhi puntati su quella scena e vi assicuro che era una goduria averlo tutto dentro mentre gli altri sbavavano per il piacere. La monta durò circa dieci minuti, preliminari compresi ma poi il maiale si fermò e i suoi fiotti si fecero caldi, bollenti, abbondanti e anche più densi. Nell’arco di cinquanta minuti lo sentì mettermi dentro una quantità sbalorditiva di sborra e pensare che era solo il primo, cercavo di immaginare come sarebbe stata la mia pancia al termine della serata. Intanto Gianluca, che si godeva quello spettacolo, domandò alla signora “quanto sborrano i maiali?”. “Di solito da mezzo fino a un litro, dipende dalle giornate”. “Cazzo, quindi dopo quattro potremmo anche vedere la sua pancia gonfia, come se fosse incinta”. “Non saprei, forse, è probabile”. “Che sballo” e continuò a vedere. Poi smontò e il suo cazzo torno piano piano nella guanina mentre continuava a gocciolare. Lo riportarono nella sua celletta e fecero uscire il secondo. Lo stesso copione, stessa monta stesso godimento, sborrata super. Avevo dentro ancora la sborra del primo, perché quella più densa faceva da tappo, che anche il secondo mi inondò con la sua, copiosa e bollente come la prima. Ormai il clima che si respirava in quella stalla, era di libidine allo stato puro, un turbinio di lasciva euforia e gridi di piacere che emettevo mescolati ai grugniti dei maiali. Dopo il secondo ci fu una pausa per dare modo a tutti di respirare un po', io compreso. Avere quei pesi massimi sulla schiena e sostenerli non era uno scherzo. Tremavo come una foglia ma non per il freddo ma bensì per il piacere sublime che provavo nel sentirmi completamente alla mercé di quei maschi. Mi dominavano, mi coprivano completamente, ero suo fin nel midollo. Poi la signora decise di dare conclusione alla festa e decise che era giunto il momento culmine dello spettacolo. Fece entrare nella mia celletta, gli altri due contemporaneamente. Non avevo idea di quello che avesse in mente di fare ma lo scoprimmo a breve. Appena dentro, entrambe i maiali si dedicarono a me di comune accordo, come se lo avessero già fatto. Una cosa che non avrei mai pensato accadesse. Si certo, mi era successo con i miei cani e casualmente con quei due cavalli, anche se furono i ragazzi a gestire la cosa, ma con due maiali, e senza che nessuno gestisse la cosa, non lo avrei mai creduto possibile. A turno mi leccavano, spingevano il naso sulle mie natiche. Uno tentava di montarmi sopra da dietro mentre l’altro mi veniva davanti per fare lo stesso. I loro cazzi presero ad uscire regolarmente, come regolarmente iniziarono a schizzare quel liquido che mi finiva sul buco del culo ma anche sul viso. Cercai di aprire la bocca per accoglierlo, tirando fuori la lingua per lambirgli la punta. Poi si diedero il cambio come non mi sarei aspettato, tutto con continui scambi di posto. Avevo uno che si prendeva cura del mio buco posteriore e l’altro di quello anteriore, senza sosta. Poi venne il momento della monta vera e propria. Il primo mi salì sopra e, dopo alcuni colpetti decisi, mi penetrò cominciando a girare quel suo arnese in modo sapiente trapanando il mio intestino solleticando le pareti con la punta, mentre continuava a schizzare liquido lubrificante e in attesa della sborra inseminatrice. L’altro invece stava facendo lo stesso nella mia bocca. Non avevo mai sentito il sapore del cazzo di un maiale ne tanto meno quello della sua sborra e, quando accadde, ebbi un sussulto e dei fremiti da sballo, anche perché stava succedendo lo stesso dentro il mio culo. Lo sentivo arrivare fino in fondo alla gola, quasi alla bocca dello stomaco e il suo liquido me lo stava riempiendo Una sensazione indescrivibile a parole, solo chi l’ha provata può capire. Rimanemmo così per circa un’ora e durante tutto quel tempo sentivo la mia pancia gonfiarsi, anche perché avevo tutta la sborra degli altri due dentro. In tutto questo mi accorsi che, sia Arturo che Gianluca, stavano facendo un filmino coi cellulari, come anche altri. Me la toccai, era effettivamente gonfia. Mi sentivo pieno di loro, felice come non mi capita spesso di esserlo. Terminato tutto, si spostarono da me lasciandomi disteso e riprendere fiato. Quello che accadde dopo però, aveva dello strabiliante e nessuno, compresa Samanta, si sarebbe immaginato. Dopo appena dieci minuti, i due maschi si scambiarono i ruoli da perfetti complici e ripresero dall’inizio. Io ero in abbandono totale, completamente privo di iniziative e lasciai che usassero di me e del mio corpo fin quando avessero voluto. Ma non fu tutto. Avendo lasciato le celle aperte, si unirono gli altri due che avevano riposato e non so come accadde, si dettero il cambio, senza sosta, per diverse ore. Non so come riusci a non svenire, sia per il peso che dovevo sostenere ma anche per il traboccante piacere che non mi abbandonava neanche un secondo. Quei quattro possenti maschi avevano preso possesso di me e non si sarebbero fermati se non quando furono sfiniti. Per quanto mi riguarda, avevo avuto un’esperienza sconvolgente nel vero senso della parola. Riportarono i maiali nelle proprie gabbiette e mi coprirono con una coperta lasciandomi il tempo per riprendermi. Il cibo, che nel frattempo era stato consumato ma solo in parte, fu tolto dalle tavole e sistemato in contenitori mentre le tavole e tutto il resto fu messo da parte. La signora chiamò a se tutti gli ospiti “Spero sia stato di vostro gradimento e, vista l’ora tarda” erano quasi le tre di notte “consiglierei a tutti di tornare nelle vostre camere. Ci vedremo domani mattina, sul tardi, per un branch terminando la giornata con una breve cavalcata nella tenuta prima del vostro rientro a casa, se siete d’accordo”. “Si, ma certo” risposero a turno tutti quanti e presero ad uscire alla spicciolata. Arturo e Gianluca intanto si erano presi cura di me e, vedendomi inerme e spossato, mi stavano accarezzando il volto delicatamente. La signora si accostò e disse loro di aspettare un po' e di sollevarmi per riportarmi in camera, farmi un bel bagno caldo, rilassante con sali e oli profumati perché dovevo averne bisogno. In effetti ne avevo tanto bisogno. “E’ stata una serata fantastica, Roberto è una persona eccezionale, unica oserei dire. In questa fattoria non abbiamo mai avuto di queste serate ma sono sicuro che potremmo instaurare un rapporto continuativo nel tempo, se siete d’accordo. Anche Roberto naturalmente” terminò Samanta. “Per il momento ci teniamo questa esperienza, poi decideremo, magari si faccia sentire con Roberto più avanti ok? Credo che per adesso sia completamente fatto, come si dice”. “Certo, certo. Allora a domani” e se ne andò lasciando che a chiudere tutto fossero i ragazzi. Arturo, Gianluca ed io in mezzo a loro che mi sostenevano, tornammo in camera mia dove mi prepararono quel bagno rigenerante, dopo di che Gianluca tornò nella sua stanza mentre Arturo restò con me per tutto il tempo del bagno e anche oltre. Dopo avermi sollevato e fattomi indossare l’accappatoio, mi distese sul letto delicatamente. Sentivo la testa vuota e le sue mani che mi accarezzano in un massaggio amorevole. Aprì appena gli occhi e incrociai il suo sguardo pieno di ammirazione e gratitudine. “Sei una persona stupenda e non sono solo io a pensarlo. Tutti qui lo hanno espresso alla fine della serata e ti assicuro che li hai resi felici e partecipi di uno spettacolo fantastico, il tuo spettacolo meravigliosa creatura. Ti sono grato per le emozioni che mi dai e per averti incontrato. Ti amo Roberto”. Furono le ultime parole che mi disse e mi baciò nel modo che avevo imparato a conoscere. Poi si spogliò e, dopo avermi messo sotto le lenzuola, si coricò al mio fianco e dormimmo insieme tenendoci abbracciati. Il mattino seguente, fui svegliato da Arturo che si era già alzato, rasato e si stava preparando per scendere di sotto nella sala. “Ciao” gli dissi con un filo di voce “che ore sono?”. “Le dieci e trenta. Tesoro, dovresti alzarti e preparati, abbiamo un branch verso le dodici al posto di una colazione e un branzo. Ce la fai da solo?”. “Si, credo di si, tu vai che poi ti raggiungo” e così fece. Finì di prepararsi e scese giù. Mi stropicciai gli occhi sentendo ancora il mio corpo indolenzito. Mi alzai un po' a fatica e mi diressi in bagno. Quando uscì da li mi accorsi che Arturo mi aveva preparato la valigia lasciando fuori solo abiti sportivi. Una maglietta, pantaloncini corti e scarpe da ginnastica. La sua era li, accanto alla mia. E’ una sensazione bellissima dormire con accanto la persona che ti considera la cosa più importante al mondo e questo dolce pensiero mi strappò un sorriso che mi restò anche quando mi presentai in saletta. Mi preparai lentamente, avevo tempo prima del branch, e scesi quando tutti erano già li. “Che bella sorpresa, non credevo di essere l’ultimo”. “La sorpresa l’abbiamo avuta noi stanotte” disse uno degli ospiti “e, grazie di tutto Roberto” disse un altro” a nome di tutti” e si avvicinarono per abbracciarmi con trasporto. Fui veramente felice di questa accoglienza mattutina, dopo una notte molto intensa come quella appena trascorsa, un’accoglienza calorosa e fui riconoscente verso ognuno di loro dandogli un bacio sulla guancia in segno di affetto. Belle persone e bellissima location. I camerieri ci portarono il branch che consisteva in alcune cose dolci ed altre salate, come tramezzini e briosch con ripieni di prosciutto cotto e fontina. Frutta di stagione, spremuta d’arancia e caffè, tutto molto appetitoso e gustoso. Per il primo pomeriggio Samanta aveva organizzato una passeggiata a cavallo tutti insieme ma io dovetti declinare perché sentivo ancora alcuni parti del mio corpo doloranti. Mentre loro si incamminarono a cavallo, io salì di nuovo in camera per riposarmi ancora un po'. Verso le sedici, mi svegliò Arturo. “Ciao, tutto bene amore?”. “Si, adesso si. Avevo bisogno di riposarmi ancora un po', sai è stata una notte spossante e molto faticosa e sentivo dolore ovunque ma ora sto meglio, grazie”. “Bene, perché stanno facendo i conti per la conclusione della vacanza. Te la senti di scendere da solo con la valigia?”. Se me la porti tu te ne sarei grato”. “No problem ma tu scendi da solo, oppure devo portarti in braccio?” mi disse sorridendo. “Stupido” gli dissi dandogli un colpetto sul petto “dolorante non invalido” e scendemmo insieme felici per la breve vacanza ma da sogno. Gli altri stavano terminando le pratiche e Peter, che era stato il primo, mi si avvicinò. “Se ti va puoi iscriverti al mio sito web, ho una pagina dedicata agli amanti degli animali. Ho dato l’indirizzo a tutti, lo vuoi anche tu?”. “ma certo, scherzi, anzi ti ringrazio per avermelo chiesto”. “Bene, scrivi…” e me lo appuntai sul cellulare. Al termine di tutto ci salutammo con baci e abbracci diretti ognuno verso le proprie auto e destinazioni. Salutammo tutti la padrona e i suoi dipendenti, carini, gentili ed efficienti come sempre ed uscimmo in colonna dal quel cancello che, solo il pomeriggio prima, ci aveva visti entrare per quell’esperienza che ricordammo molto a lungo. Quando Arturo prese la strada per il ritorno chiesi sia a lui che a Gianluca se avesse dato l’indirizzo web anche a loro. “Certo che si” rispose subito Gianluca” mi iscriverò appena torno a casa. Lo fari anche tu vero Roberto?”. “Credo di si, e tu Arturo?”. Certamente e quella pagina dedicata a gli amici degli animali sarà il luogo dove ritrovarci per ricordare e postare foto o filmini delle nostre esperienze, come quella di stanotte, non credi Roberto?”. Lo guardai, sapendo benissimo quello che voleva rispondessi, anche perché era lo stesso mio desiderio “Certo che si, sarà un luogo, il nostro luogo, nel quale io sarò vostro ogni volta che lo vorrete e dove potremo fissare appuntamenti e incontri nel prossimo futuro” e proseguimmo lungo la via di casa. Non fu l’ultima mia esperienza ma fu una delle più eccitanti. I miei racconti potranno continuare per molto tempo, almeno fino a quando avrò le mie esperienze e il mio impresario continuerà a rinnovarmi il contratto. Un saluto a tutti voi, porcelli miei. Un bacio e un abbraccio, vostro per sempre.

 

 

PS. Spero a breve di iniziare un altro racconto piccante. SMACK !

Ciao che racconto fantastico nel leggerlo mi sono segato 4 volte ma sono racconti di esperienza vissuta oppure fantasia perché se fosse realtà è sempre stato un mio sogno essere posseduto da maiali ciao

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