Il pranzo della domenica - 2

  • Scritto da sensoo il 30/04/2020 - 02:20
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Sono trascorse 2 settimane dall’ultima domenica di passione e di nuovo siamo a pranzo dai miei zii.

Ma oggi è andata diversamente!

In attesa del pranzo, come al solito il mio sguardo è fisso sui pedi di mia zia: oggi indossa dei collant neri,  velatissimi. Porta delle ciabatte blu con il tacco un po’ rialzato ed ha una gonna al ginocchio di raso nero con uno spacco che, quando si piega a prendere le cose nella credenza, lascia intravedere le sue belle cosce. Ma oggi, mia zia improvvisamente sembra  accorgersi delle mie attenzioni: per un paio di volte, mentre sono perso nell’osservare i suoi piedi,  incrocia il mio sguardo. Questo mi provoca un terribile imbarazzo, con conseguente arrossamento delle mie guance. Mia madre, fortunatamente, non si accorge di nulla anche grazie al giornale che faccio finta di leggere e che uso come copertura del mio viso. Ma temo che mia zia mi abbia beccato in pieno! Lascio passare qualche minuto ed i miei occhi tornano sui suoi talloni e sulle sue caviglie sottili, leggermente accarezzati dal sottile nylon nero. Non riesco a staccare il mio sguardo da lì e….mi becca di nuovo!  Temo allora che possa riprendermi e far capire tutto a mia madre, ma incredibilmente non accade nulla di tutto ciò: lei mi guarda e mi sorride con una dolcezza che sconfina quasi nella complicità, come per dirmi che ha intuito il mio desiderio. Quasi svengo…

Il risultato è che il mio cazzo è già incontenibile, mi alzo coprendolo col giornale e, diversamente dal solito, ancor prima di iniziare il pranzo, vado a chiudermi in bagno. L’eccitazione provocata dallo sguardo dolce e malizioso di mia zia, mi ispira per oggi un gioco diverso: scelgo il collant più profumato e lo infilo sul mio cazzo. Ma, invece di segarmi subito, decido di tenerlo così per tutto il pranzo. Mi chiudo i pantaloni e mi siedo a tavola, fingendo una normalità che nasconde un’eccitazione crescente.

Tutto si svolge normalmente. Mia zia serve le portate, parla con tutti e sembra non far caso a me. Pur essendo seduto accanto a lei, mi tratta con la massima formalità, quasi ignorandomi. Da parte mia, sentire lei a pochi centimetri da me, con la mia cappella completamente avvolta nel nylon pregno del suo odore, mi porta ad un’eccitazione infinita. In più, ogni volta che lei si alza per servire altre portate, con la scusa di spostare la mia sedia, i miei occhi vanno ai suoi piedi. E quando, alzandosi, mia zia inavvertitamente perde una ciabatta, regalandomi la vista completa del suo piede nel collant nero, devo  fare uno sforzo gigantesco per non sborrarmi nei pantaloni. Ma voglio prolungare quell’incredibile stato di grazia.

Arriviamo così al dessert che attrae l’attenzione di tutti e lì accade il miracolo. Mia zia mi chiede se ne voglio un’altra porzione e, poi, quasi sottovoce e rivolta solo a me, aggiunge: “mi piace che mi guardi i piedi, birichino!” e contemporaneamente fa cadere una forchettina a terra fra me e lei. Io educatamente mi chino a prenderla e vedo che lei ha sfilato i piedi dalle ciabatte in modo da permettermi di ammirare le sue piante completamente scoperte. Per prendere la forchettina devo avvicinarmi a lei e lei avvicina i piedi a me: posso sentirne il profumo che mi avvolge completamente: è meraviglioso!

Brindisi finale con liquori e caffè, tutti un po’ su di giri e lei, senza smettere di parlare, prima mi sfiora la mano per due o tre volte, poi fa finta di poggiarla per sbaglio sulla mia, finchè me la prende e me la stringe forte. Non oso immaginare il colore del mio viso ma, poiché sono tutti presi dal bere, nessuno mi fa caso. Ho solo il timore che qualcuno ci scopra e lei, molto previdente, con un abile mossa, copre con la tovaglia le nostre mani intrecciate.

Cerco di incrociare il suo sguardo, ma lei accuratamente mi evita. Vedo che si agita un po’ sulla sedia e capisco che ha accavallato le gambe e per meglio coprire il tutto, si volta un po’ dandomi quasi le spalle, in modo che piegando le gambe riesce ad avvicinare i suoi piedi a me. Con mia incredibile sorpresa, porta la mia mano a sfiorare i suoi piedi, ormai prossimi a me avendo  rannicchiato le gambe sotto al tavolo. Non sto più nella pelle. Comincio ad accarezzare i suoi piedi, godendo del contatto con il sottile velo di nylon. Strofino le sue piante, le sue dita, i suoi talloni. La mia pelle cerca la sua pelle. Per meglio nascondere  il tutto spingo la mia sedia il più possibile sotto al tavolo. Lei per avvicinarsi a me ancora un po’,  piega ulteriormente le gambe, fino ad arrivare con i suoi piedi a sfiorare la patta dei miei pantaloni. Lei sembra molto eccitata e cerca di mascherare il suo turbamento parlando e ridendo con gli altri. Ma i suoi occhi, dietro quei sorrisi formali, lasciano trasparire tutta la sua sensualità che riesco a percepire solo io.

Sto scoppiando. Ormai sono padrone dei suoi piedi e li strofino a fondo sul mio cazzo durissimo. Non riesco a trattenermi oltre e, mentre mio zio racconta una delle sue barzellette, vengo nei pantaloni mascherando il mio piacere con una delirante risata. Lei lo capisce e con i piedi mi massaggia ancora più forte il cazzo che sente durissimo. Prima di tornare in posizione normale, le do un’ultima carezza e sento che anche il collant sul suo piede è bagnato. Ho fatto un lago! Fortunatamente, i collant in cui avevo infilato il cazzo, hanno assorbito un po’ di sborra e non si nota tantissimo la macchia sui miei pantaloni. Sto per alzarmi per andare in bagno, quando lei distrattamente si avvicina e, sempre sussurrando, mi dice “rimettili come al solito nel cesto della biancheria, poi li laverò io”! Rimango folgorato dalle sue parole e ricado sulla sedia. La guardo e di nuovo trovo sul suo viso quel sorriso misto di dolcezza e di complicità che mi manda fuori di testa. Quindi lei si era già accorta del mio gioco che facevo ad ogni pranzo domenicale ed aveva capito tutto. Altro quasi infarto per me. Finalmente riesco ad alzarmi e vado in bagno per riprendermi da questa indimenticabile domenica.

bel racconto,molto eccitante,ma poi l'hai chiavata?

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