Il mio matrimonio in svizzera

  • Scritto da ChristyTrans il 22/04/2020 - 08:46
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Fare L’amore e la cosa piu’ bella del mondo, un dono divino che dobbiamo cogliere fino all’ultimo istante di vita. credo che molti saranno daccordo con me al riguardo. la storia vera che vado a raccontarvi, risale a molti anni fa, come tutte le storie che sto pubblicando, stralci del mio diario personale, un diario che la maggior parte di noi, ha almeno una volta nella vita tenuto, e scritto immagino. Precisando che, senza mia madre, non sarei riuscita mai ad esprimermi al meglio come Femmina, in tutto quello che ho fatto in molti anni. in piu’ di Venticinque anni, ne ho combinate di ogni tipo, volendo sperimentare mille porcate diverse, dove la mia Troiaggine mi portava. 

A volte andando anche a finire nei guai per la leggerezza con cui mi concedevo. Come ad esempio, la volta che sono finita ad emigrare nella vicina Svizzera, per Sposarmi con un’uomo. si… avete capito benissimo, mi ero alla fine anche Sposata. ovviamente non nel nostro paese, cosa che portava ad annullare il tutto, una volta varcata la soglia del confine svizzero. a quel tempo, i matrimoni Gay in Italia non erano ancora legalizzati, e se volevi convolare a nozze con qualcuno dello stesso sesso, dovevi per forza spostarti. mentre oggi ci si può sposare anche tra uomini o tra donne in Italia. Conobbi dunque il mio futuro marito Mauro, in una delle mie tante avventure sessuali. come ripeto, la mia troiaggine mi portava sempre a conoscere uomini maturi da ogni parte andassi. fortunatamente una come me, non ha mai avuto problemi di trovare uomini disposti a scoparmi. il punto e che io non lo facevo per soddisfare le mie voglie come si potrebbe pensare, no,lo facevo per  Amore , o almeno pensavo di aver trovato la mia direzione sessuale, l’amore sano e pulito che ci può essere tra un uomo e la sua donna. posso dire di essermi innamorata una volta al giorno in vent’anni. 

Ma di averne alla fine scelto solo uno per il mio matrimonio. cosa trovai in Mauro che gli altri uomini non hanno avuto? non saprei dirvelo. pensavo gli uomini fossero tutti uguali, al tempo uno valeva l'altro per me. mi davano piacere, io li ricambiavo, la cosa era reciproca, su questo motivo ho avuto sempre un forte contrasto con mia madre, lei poteva accettare a malapena, che facessi sesso per soddisfare le mie voglie, ma sapere che mi innamoravo al primo istante dello sconosciuto di turno, per lei era troppo. ovviamente non la ascoltavo, ho sempre agito d’istinto, e se un uomo mi piaceva, che avesse avuto cinquant’anni o settanta, per me non faceva nessuna differenza. incontrai Mauro, un bel sessant’enne con la passione per le belle Trav come me, in una sera in una delle mie solite uscite estive notturne. mi caricò in macchina per un pompino, ma fu subito amore a prima vista per entrambi. dopo avergli svuotato le palle dentro la mia gola, e averne ingoiato la sperma fino all’ultima goccia, parlammo a lungo, vedendo che avevamo molti punti in comune, ci piacevano gli stessi Film, fare le stesse cose,il sesso, il cibo e altre cosette di poco conto, ma che per quell’incontro furono davvero fatali. 

Ci frequentammo per un po di tempo, lo facevo venire a casa mia, e facevamo l’amore per pomeriggi interi sul mio lettone matrimoniale a due piazze. mi divertivo a farlo diventar matto di gelosia,non perdevo mai occasione di cornificarlo con il primo che mi capitava. un pomeriggio, che mi ero completamente dimenticata venisse da me, mi beccò proprio sul fatto, mentre venivo sfondata a forza da due ragazzi mulatti delle consegne a domicilio. Avevo dato a Mauro il doppione delle chiavi di casa mia, in modo che potesse venire a trovarmi quando e come voleva, casa mia era adesso un po anche la sua, dato stavamo insieme oramai. Quel pomeriggio dicevo, mi ero proprio scordata che doveva passare da me a lavoro terminato, dato lui ancora alla sua età lavorava. Forse e meglio dire, i due mulatti che mi stavano facendo un bel servizio a domicilio, mi avevano fatto scordare che il mio futuro marito, sarebbe venuto a trovarmi. 

Cosi, quando il poveretto entrò in casa, convinto di farmi una bella sorpresa, arrivando in camera da letto, la sorpresa se la beccò proprio lui. Messa a pecorina al centro del lettone, in intimo, con un ragazzo mulatto che mi stava pompando nel culetto, cavalcandomi proprio sopra di me, e l’altro che mi teneva occupata la bocca. Cosi’ mi trovò l’uomo alla sua entrata. Lo lo vidi, ma senza scompormi, gli accennai un sorriso con il cazzo del nero in gola. I due ragazzotti nemmeno si preoccuparono di quell’intrusione, continuando il loro dovere su di me. Mauro ce da dire, la prese benissimo ovviamente, sapendo delle mie abitudini poco inclini alla fedelta', d'altra parte, lui stesso mi aveva conosciuta e caricata per strada. Si mise comodo a gustarsi lo spettacolo a bordo letto, facendo pure il tifo per i due mulatti, e incitandoli a sfondarmi del tutto. insomma, come si direbbe da qualche parte,cornuto e contento.  Mauro restò li in silenzio, fino a quando i due si svuotarono le palle dentro di me allagandomi completamente di sperma caldo. 

Solo allora si alzò per applaudire ironicamente facendo pure i complimenti ai due Ragazzotti timidi nudi, che nel frattempo si stavano già risistemando per filarsela via alla svelta. Ringraziai anchio i due per l’intervento a domicilio, e li congedai ancora con la sperma che colava dal mento e dal sedere bello spanato. Mauro a quel punto si avvicinò e mi baciò sulla bocca, ancora sporca di sperma, dicendomi pure: “Se ti vedesse tua madre, le faresti venire un colpo.” ridemmo. Mauro era un’uomo aperto, a lui andava bene che scopassi con altri, si incazzava solo se le cose non gliele dicevo giustamente, dato stavo con lui, accettava le corna ma non il tradimento di cuore, quello doveva essere solo suo. Gli confidai, che erano due ragazzi venuti a consegnarmi le pizze, dato il mio culetto reclamava, e lui era al lavoro… non aggiunsi altro. l’uomo mi abbracciò teneramente, dicendomi che ero mi avrebbe accettata cosi' com'ero, come mi ripeteva sempre, l'importante per lui, era cio che provassi sentimentalmente, che lo amassi e non fingessi con lui, per il resto si sarebbe adeguato alle mie abitudini. Andata in bagno a risistemarmi, e lui li sulla porta a guardarmi, parlammo un po del nostro futuro insieme. 

Fu proprio lui a farmi la proposta di andare a sposarci in svizzera. la presi come una delle sue solite battutine stupide, ma vidi non rideva affatto. Faceva seriamente. l’idea di avere finalmente un marito mi eccitava da morire. Ne parlammo a lungo, e alla fine accettai la pazzia di quella proposta. Mamma doveva saperlo subito mi dissi, e l’uomo concordò di telefonarle, per annunciargli l’evento storico. Era infatti una cosa assurda, mai in vita mia avrei pensato di sposarmi, con un uomo poi,che poteva per l’età esser mio padre. La pazzia e sempre stata quella che ha guidato le mie assurde avventure, cosi’ verso sera, prima che l’uomo se ne andasse, presi il telefono e chiamai mia madre. lei conosceva già Mauro, glielo avevo presentato telefonicamente in varie occasioni,mentre facevamo l’amore. Feci il numero di mamma, e mentre attendevamo gli squilli in vivavoce, chiesi all’uomo come pensasse l’avrebbe presa. 

Lui era intenzionato ad andare fino infondo e portarmi all’altare mi disse, e questo mi bastava. quando mia madre finalmente rispose, la salutammo entrambi, e passammo subito al punto. “Mamma, sposo Mauro, e stavolta facciamo seriamente” le ho detto a bruciapelo, senza darle nemmeno il tempo di replicare. Aggiunsi anche,che qualsiasi cosa avrebbe detto, noi ci saremmo comunque sposati. Era deciso, e non si tornava indietro. L’uomo le spiegò che il matrimonio lo avremmo fatto in svizzera per ovvie ragioni, in Italia i matrimoni di quel tipo ancora non si potevano fare. Ma che volevamo comunque quando avremmo potuto, risposarci poi in Italia, una volta che la legge ce lo avrebbe permesso. Ce da dire, che mia madrea come sempre, a malincuore dopo aver replicato inutilmente, accettò la situazione abbastanza facilmente, dato non poteva far altro. Però aggiunse, voleva essere presente anche lei. e cosi’ sia, le risposi. 

Mi avrebbe accompagnata lei davanti al giudice di pace per le firme di rito. Ovviamente ci sposavamo in comune, non certo in chiesa, quindi tutto era possibile. Era deciso, quando l’uomo se ne andò, passai la serata al telefono con mamma, a pianificare tutto, ero cosi’ eccitata, che sborrai masturbandomi continuamente a telefono con lei e le parlavo di come finalmente avrei potuto avere un'uomo a tempo pieno che soddisfasse tutte le mie voglie a letto. Era un’occasione unica, e mamma sperava che l’esperienza potesse servirmi a maturare e mettere la testa apposto. Si sbagliava come sempre. Non vedevo l’ora di chiamare Mauro Marito, apposta per cornificarlo appena mi era possibile senza pudore ne vergogna. Ero terribile, una ne pensavo, mille ne facevo. Finalmente d’ora in avanti, se mi avesse sorpresa a farmi rompere il sedere da qualcun’altro, avrei potuto dire la famosa frase: CIELO, MIO MARITO. 

Come da accordi andammo in svizzera verso il mese di luglio, esattamente 20 giorni dopo averlo annunciato a mia madre, e credetemi, sono stati i venti giorni piu’ lunghi della mia vita. Non facevo che contare un giorno dopo l’altro con l’impazienza di una bambina che aspetta il momento dei regali di natale. Alla fine, come da accordi, mamma venne a Milano dal Veneto dove abitava col treno, Mauro la andò a prendere in stazione con l’auto, e la portò a casa nostra. inutile dire che avere mamma vicino in quei giorni, aumentò la mia Troiaggine, e i pochi giorni che ci dividevano dalla partenza per la svizzera, la feci ammattire. Mauro veniva a trovarci ogni santo giorno regolarmente, avendo le chiavi, non doveva nemmeno annunciarsi, passava ed entrava in casa. Mi ero promessa di fare la brava finchè mia madre era con noi, ma anche cosi’, non mi lasciai scappare l’occasione, di fare una delle mie porcate quotidiane. 

Una mattina ad esempio, verso l’ora di pranzo, ordinai un paio di Pizze da loro per telefono, e quando il ragazzo delle consegne arrivò, lo feci salire attendendolo come sempre a porta aperta mezza svestita, con solo l’intimo addosso. Quando il ragazzo mulatto arrivò, non persi tempo, mi abbassai in ginocchio davanti a lui, e senza nemmeno farlo entrare in casa, li sulla soglia della porta, con il rischio di essere beccata da qualche vicino che usciva, gli succhiai il cazzo. Non fu un vicino a beccarci, ma mia madre. inginocchiata a masturbarmi a gambe aperte, in intimo, mentre il mulatto con i calzoni abbassati, teneva il suo bel cazzo lungo e duro dentro la mia bocca. 

Mamma andò su tutte le furie ovviamente, riuscendo a mettere in fuga il poveretto, non prima che questo mi avesse riempita la gola di calda sperma però. Tranquillizzai mamma, dicendogli che lo conoscevo, e che gli facevo molto spesso questi servizietti tra una consegna e l’altra. Li conoscevo bene, erano dei bravi ragazzi. Mamma ovviamente non accettò quel tipo di spiegazione, e mi ricordò che stavo per sposarmi. in piu comportarmi a quel modo senza precauzioni, e col rischio di esser sorpresa da altri del palazzo,dovetti spiegare a mia madre a quel punto, che anche Mauro era consenziente su quello che facevo. Amavo Mauro, e volevo diventasse mio marito ad ogni costo, ma questo non mi avrebbe impedito di continuare a farmi sfondare da chi unque. mamma sospirò quasi rassegnata. Non sapeva piu che fare con me, er titalmente ingestibile, e lei aveva ormai perso le speranze di farmi mettere la testa apposto. Dopo quell’episodio, cercai di rigare dritta, anche se continuavo a fare la troietta con Mauro davanti a lei. tra un po dovevamo sposarci, e tra marito e moglie, e normale fare l’amore, anche se non davanti alla propria futura suocera. 

Ero incontenibile, e ogni volta potevo, stuzzicavo l’uomo, che da parte sua ce da dirlo, cercava di essere piu’ serio ed educato possibile davanti a mia madre, forse per farle vedere, che era un'uomo serio. Ormai lui e  mia madre si davano già del tu, infondo stavano quasi per diventare parenti, era giusto allentare la tensione e avvicinare le distanze. Fu proprio mamma a volere quel legame, e una sera, Mauro decise di restare a dormire da noi, viveva solo, e il giorno dopo iniziava le ferie estive,ne approfittò per restare, dato avevo insistito tanto. Quella sera, mi era presa una voglia assurda, sarà stato il caldo che faceva, non so spiegarmelo, avevo solo voglia di fare l’amore, Mauro dovette leggermi nel pensiero. eravamo tutti e tre seduti sul divano in salottino a guardare la TV, io e Mauro vicini, e mia madre un po piu in la da noi sempre seduta sul lungo divano, l’uomo ha quindi iniziato ad abbracciarmi e baciarmi sulla bocca. 

Cose normalissime, a cui mamma si era ben presto abituata. ero in bikini, dato il caldo, avevo deciso di star comoda,e coprirmi il meno possibile. nonostante il ventilatore acceso, si sudava molto, Mauro aveva addosso dei boxer e a torso nudo. mia madre un lungo vestito leggero chiuso da dei bottoni senza maniche, i suoi soliti occhialoni sul naso, braccia conserte, gambe accavallate. l’uomo mi scostò i lunghi capelli da un lato, e mi baciò con la lingua in bocca, abbracciandomi forte. era lui piu’ vicino a mamma di me, gli misi subito una manina dentro ai boxer, e gli tirai fuori il cazzo già bello duro e dritto. diceva che bastava solo starmi vicino, per farglielo tirare, gli credevo sulla parola. iniziai a masturbarlo lentamente, facendo su e giu con la mia manina dalle unghie lunghe e ben smaltate, attenta a non farlo sbrodolare. Lui fece altrettanto, estrasse il mio pisellone dagli slip del bikini, e iniziò a segarmi. 

Tutto avendo a fianco mamma, che ovviamente fingeva di guardare la TV, ma che in realtà, con la coda dell’occhio ci lanciava degli sguardi ogni tanto. Ad un tratto, mi sono staccata dalle sue labbra bollenti, mi son chinata su di lui, e aprendo bene la bocca, scostando ancora i lunghi capelli dal viso, mi sono infilata tutta in gola il suo palo duro, guardando con la coda dell’occhio mia madre li a fianco. Lei continuava a fingere indifferenza, teneva lo sguardo fisso alla TV, mentre io continuavo a fare su e giu con la testa, tenendole gli occhi addosso. Volevo vedere fino a quando avrebbe finto indifferenza, senza dire nulla. la provocavo me ne rendo conto, ero davvero pestifera, ma mamma era impassibile. A quel punto, ho preso dai lati il Boxer dell’uomo, tirandoglieli via a forza, facendolo restare completamente nudo al suo fianco. Fu lui a toglierseli del tutto alla fine. 

Tornammo a baciarci abbracciati e sudaticci. Era un bell’uomo per la sua età Mauro devo ammetterlo. e vederlo nudo li accanto a mia madre, mi eccitava non poco. non vedendo nessuna reazione da parte sua, mi son cosi decisa, mi alzai in piedi, togliendomi anchio lo slip del bikini, tenendo solo il reggiseno, faccia a faccia con il mio uomo, inginocchiata a gambe larghe, mi sono cosi seduta piano piano su di lui. A quel punto, prima che il suo bel cazzo scivolasse dentro al mio culetto ben aperto da me, Mauro voltandosi verso mamma gli ha sussurrato un: Maria… non ti dispiace vero? mamma  dal canto suo, ha finto di cascare dal pero, e finalmente si voltò verso di noi, vedendoci bene, e rispose testualmente: ‘Fate, Fate, ormai ne ho viste di tutti i colori, stai almeno attento a non farle male con quel coso li’. Disse rivolta a lui. che cara la mia mammina, vedendo che Mauro era ben dotato, si preoccupò del mio sederino. 

A quel punto,le ho sorriso, mandandole un bacio con la mano, mentre Mauro le rispondeva a tono: stai tranquilla, lo abbiamo fatto gia altre volte, le fece un sorrisetto ironico, che a mamma non sfuggi'. detto questo, mi sono lasciata andare completamente a lui, che mi ha accolta tra le sue forti braccia, tenendomi per i fianchi stretti con le sue manone, mentre il suo bel cazzo scivolava poco a poco complice anche il sudore dentro di me, senza farmi sentire il minimo dolore. Ho sospirato due volte, quando e scivolato tutto dentro. Ho allargato bene le gambe, e ho iniziato a saltellare, su & giu, su & giu dalle sue ginocchia, tenuta per i fianchi da lui che mi aiutava nei movimenti. Fare l’amore a due centimetri da mia madre, era sempre eccitantissimo, anche se lei fingeva di non guardarci, credo che proprio impassibile non fosse stata, doveva tenere un comportamento serio, non poteva fare altrimenti. 

Io invece Puttana com'ero sempre stata, godevo e sospiravo insieme al mio futuro marito, che si dava da fare per soddisfarmi in ogni modo. ripensandoci oggi, devo dire che Mauro fu tenerissimo con me, era sempre gentile, e scopare con lui era una cosa buona e giusta, non una volgare porcata. Quell’uomo mi ha amata veramente nel profondo, per aver accettato di fare con me tutte quelle cose che facemmo insieme, dal matrimonio improvvisato, a tutto il resto. Mi accontentava in tutto il mio amore. anche adesso che si stava scopando di fianco a mia madre, lui riusciva a farlo senza volgarità, senza schifezza. Aveva un pregio enorme, glielo devo riconoscere davvero. L'uomo mentre lo cavalcavo, con le braccia attorno al suo collo,ogni tanto, mi scostava da un lato i lunghi capelli ormai appiccicati e bagnati, per baciarmi, mentre mi pompava il cazzo dentro e fuori. Era un amore di uomo, l’uomo che avrei dovuto sposare anche in Italia tempo dopo. 
Ma per noi, le cose sarebbero andate diversamente, non eravamo destinati a durare a lungo insieme. Faceva caldo, e iniziammo a stancarci ben presto, il ventilatore soffiava aria tiepida, sarà stata l’eccitazione, il caldo o la stanchezza, ma l’uomo che di solito aveva una bella resistenza, venne dopo pochi minuti, riempiendomi il culetto con un sospirone. Mi fermai, chiedendogli se stesse bene. mi sorrise e mi disse che faceva troppo caldo, ansimava ed era a corto di fiato, mi alzai lasciando che si andasse a rinfrescare in bagno. Mentre io ancora con la sperma gocciolante a terra dal culetto, guardai mia madre, finalmente non finse piu’, e voltandosi verso di me, mi lanciò una frecciatina: “Stai gocciolando a terra maiala”, mi ha detto, prendendo un fazzolettino di carta. mi avvicinai a lei, e mi lasciai tamponare il sederino gocciolante di sperma. 

L'occasione era troppo ghiotta per lei,che mi fece una delle sue solite battutine: “con un coso cosi’ grosso, ti ha fatta godere assai poco… dovevi sceglierti almeno un marito piu giovane e resistente”. Era Raro sentire mia madre, usare certi termini, e me ne meravigliai. la presi come una delle sue frecciatine ironiche, e sorridendo mentre mi pulivo la sperma rimasta dal culetto slabbrato, le ho risposto a tono: “ogni volta che lo prendo dentro mi fa morire, non ti preoccupare cara, ci rifaremo presto, appena sposati sentirai che musica”. Lasciai mamma, andando a raggiungere il mio uomo in bagno,per  accertarmi stesse bene, e ovviamente per raccontargli quello che avevo appena ascoltato da mia madre. anche l’uomo rimase un po sorpreso, di Solito mamma non si esprimeva a quel modo, Mauro baciandomi sulla bocca, mi rassicurò: “sono solo un po stanco amore, questo caldo mi sfinisce.

Appena sposati questo bel culetto diventerà largo come una galleria quando avrò finito, e faremo rimangiare a tua madre cio' che ci ha appena detto vedrai.” furono le sue parole, dandomi una pacca sul culo. Ridemmo e finimmo la serata accanto a mamma in salotto a guardare la TV da persone civili e senza fare altre porcate. Finalmente arrivò il giorno tanto atteso. Nemmeno a dirlo, ero un concentrato di nervi tesi misto ad eccitazione. il viaggio che facemmo fino in Svizzera, lo ricordo a malapena, dato che passai quasi tutto il Viaggio, a discutere con mia madre per l’outfit troppo scollacciato che avevo scelto di indossare quel giorno. 

Era una cerimonia in comune, e non in chiesa, mi ero presa la libertà di svestirmi un po’. avevo messo, le mie solite calze a rete nere con annessi autoreggenti, una minigonna di Jeans  sgambata, tanto da scoprirmi mezzo culo. Un Top nero scollacciato, sotto l’intimo nero, reggiseno a coppe e tanga. ai piedi due zeppe legate a schiava, con quei lacci intrecciati alle caviglie. Un trucco leggero, unghie delle mani smaltate di rosso. secondo mia madre almeno,mi ero conciata come una Puttana da strada,troppo appariscente, secondo Mauro ero Sexy da Impazzire, e secondo me, ero perfetta. con un paio di occhiali a speccio inforcati sul naso, i lunghi capelli sciolti tra spalle e schiena, ero stupenda. Come al solito mamma aveva da ridire. 

Arrivati finalmente sul posto, parcheggiammo l’auto, ed entrammo in comune a cercare il sindaco. Il Sindaco,uno strano tizio di circa Cinquant’anni vestito stile Lord inglese, e con una faccia da schiaffi, era una vecchia conoscenza di Mauro. motivo per cui, ci agevolo' facilmente, quando Il mio uomo, gli chiese se poteva sposarci. Il Sindaco, che sentii chiamare Alfio (un nome che suscitava già da se ironia), ci portò nel suo ufficio, lanciandomi continuamente, delle occhiatine strane. Mamma era invece imbarazzatissima, e se ne stava quasi in disparte silenziosa. credo fosse piu’ a disagio per com’ero conciata, che per esser li ad assistere al matrimonio. Non ci feci caso, firmai tutte le carte che il Sindaco ci sottopose, ricordandoci come già sapevamo, che quell’accordo matrimoniale, valeva solo nello stato svizzero in cui ci trovavamo, una volta tornati in Italia, l’accordo non valeva piu. Mauro colse l’occasione per tirare una frecciatina a mia madre, e disse, voltandosi verso di me, e poi verso di lei: “vorrà dire, che la nostra luna di miele la passeremo qui’ in Svizzera, da Marito e Moglie, se mamma non ha nulla in contrario…”. 

Mamma, che sembrava piu’ nervosa e scocciata del solito, rispose con la sua solita ironia: “per carità, non voglio certo rovinarvi il momento.” detto ciò, il sindaco ci dichiarò marito e moglie, con i poteri a lui conferitagli e bla bla bla. Ci baciammo davanti all’uomo, mentre mamma, sempre piu’ a disagio, tossi’ per riportarci alla ragione, dato ci stavamo allargando un po troppo. Finalmente avevo un vero marito, ero una signora adesso, ed ero al settimo cielo. Uscimmo dal comune abbracciati l’uno all’altra con mia madre al seguito, e ci dirigemmo subito in trattoria per mangiare qualcosa, dato si era fatta una certa, e lo stomaco reclamava. 

Visto il periodo estivo, trovammo poca gente in giro e molti locali chiusi. Mauro ci fece notare che era stato piu’ volte li in giro per lavoro, ed era sempre semi deserto. alla fine trovammo una trattoria pizzeria, che ci rifocillò a dovere. Mangiammo, o forse meglio dire, mangiarono, dato che io ero troppo eccitata per pensare a gonfiarmi lo stomaco. Presi una pizza alla diavola,che nemmeno finii, lasciandone li piu della metà, un paio di Birre fredde e basta, Mauro prese anche lui una pizza napoletana con birre annesse. mia madre invece, ne aprofittò per mangiare del pesce. Chiacchierammo del piu e del meno al tavolo, notando che c’erano degli uomini poco piu in la, ad un altro tavolo, che insistentemente continuavano a fissarmi. i signori, sembravano attratti dalla mia femminilità, o forse dal mio abbigliamento, li fissai a mia volta sorridendogli. 

Mi madre ebbe da dire la sua, vergognandosi per com’ero uscita e mi riprese bruscamente perchè mi comportassi almeno seriamente. Era tutta la mattinata che mi brotolava dietro,alla fine fu Mauro ad appianare la situazione,dicendo che  secondo lui, non ero affatto volgare, magari un po vistosa ma non certo volgare, e mamma non doveva sempre reprimere la mia femminilità. infondo non facevo nulla di male. mamma sembrò stizzita per quella risposta, e si mutò per il resto del pranzo. Finito il quale, decidemmo dove avremmo passato i prossimi giorni, dovevamo però purtroppo tornare a Milano. mamma tra qualche giorno, sarebbe tornata a casa sua in Veneto, e avremmo dovuto accompagnarla in auto stavolta. non se la sentiva di riprendere il treno. Era una donna di una certa età, e aveva i suoi malesseri. 

Mauro la tranquillizzò, l’avremmo riportata a casa, poi saremmo partiti per la nostra luna di miele da soli. Rientrati finalmente a Milano, come ogni marito che si rispetti, ha voluto rinverdire la tradizione, prendendomi in braccio, mi ha fatta quindi varcare la soglia di casa, con mamma che almeno adesso sembrava piu’ rilassata e tranquilla. la vidi pure sorridere, mentre mio marito, mi sollevava tra le sue braccia, portandomi in camera da letto. Anche se varcando il confine, il matrimonio si era automaticamente annullato, per noi il la cosa continuava ad avere il suo valore e importanza. ricordai a mio marito, che moglie Troia avesse mentre ci avviammo verso la camera da letto, non aspettai oltre, lo spogliai nudo seduta stante, mentre lui aiutava me a togliermi di dosso zeppe Top e minigonna, rimanendo in intimo. ci gettammo l’uno tra le braccia dell’altra. Mi era presa una voglia di fare l’amore che ad attendere un solo secondo in piu’, sarei scoppiata. mamma nel frattempo, si era accomodata in salotto a guardare come al solito la TV, lasciandoci soli in camera da letto. Ma io volevo condividere qual momento anche con lei, dato sarebbe partita da li a poco. volevo far pace dopo l’imbronciata in Svizzera. 

Non mi andava di vederla tornare a casa con il muso lungo. Presi per mano l'uomo, tirandolo a forza e trascinandolo in salotto nudo, con il cazzo duro e dritto. Ci presentammo davanti a mamma, e le ricordai le paroline che mi aveva detto qualche sera prima del matrimonio, quando Mauro non mi aveva soddisfatta a dovere. adesso che l'uomo stava finalmente bene, le volevo dimostrare, che Toro da Monta fosse mio marito, altro che vecchietto sessant’enne. Ci mettemmo accanto a lei sul divano lungo, proprio nella stessa posizione della volta scorsa, lui seduto a gambe chiuse e cazzo duro dritto, io a cavalcioni su di lui, faccia a faccia, allargai le gambe piegate, e sfidando mia madre, con un bel sorrisetto, mi sono seduta piano piano, sul cazzo dell’uomo, facendolo affondare dentro al mio sederino fino alle sue belle palle gonfie di sperma. Gli misi le braccia al collo, e guardando mia madre negli occhi, iniziai a fare su e giu, cavalcando il cazzo di mio marito gemendo di continuo, sospirando forte e dimenandomi come fossi posseduta. sospirai forte, tanto forte, mia madre era li accanto, la guardavo, lei guardava me, mio marito stavolta ci dava dentro come il Toro che era, e mi faceva morire di piacere, con i capelli arruffati sul viso, sorrisi ancora a mamma, quasi per dirle, “Hai visto che Toro ho sposato? altro che prenderne uno piu giovane…” non dissi nulla e continuai a godere come una Puttana, sotto i colpi del cazzo di Mauro. sarebbe bastato quello, per far capire a mia madre, che quell’uomo era un vero stallone, e che la volta scorsa, era stato solo un piccolo incidente di percorso. 

Mamma stranamente non fece come al solito la gnorri, di solito si voltava dall’altra parte, o fingeva di guardare la TV, o peggio si alzava e se ne andava in un’altra stanza. Stavolta rimase per la prima volta a fissarci dall’inizio alla fine. senza dire una sola parola, muta ma con lo sguardo fisso su di noi, dietro le spesse lenti degli occhiali da vista. Pensai fosse assai strano infatti che assistesse cosi impassibile, senza lamentarsi come faceva di solito. Fosse come fosse, ero contentissima che mi guardasse scopare con mio marito, e non persi occasione per mettere in risalto, tutta la mia femminilità. Godevo, ansimavo, mi dimenavo selvaggiamente, sudavo, mi scostavo i lunghi capelli di qua e di la, baciavo il Mio Uomo… ero una femmina in tutto in quel momento. Fui femmina anche nel momento piu’ bello, quello in cui Mauro mi venne dentro con un sospirone, e io lo sporcai a mia volta sborrandogli sulla pancia. smisi di saltellare su e giu, lo guardai dritto negli occhi, e mi strinsi a lui restando cosi’ per qualche minuto, senza parlare, sudati entrambi ma felicissimi. mia madre sempre li accanto, parlò per la prima volta: “sarà il caso vi facciate una doccia.... Subito.” furono le sue prime parole. Cercai di alzarmi dal suo cazzo ancora duro, mentre mi usciva dal culetto, ridotto ad un buco largo come un pozzo, gocciolando sperma, l’uomo si mise in piedi dicendomi mi aspettava in bagno, sorridendomi, mentre gli mandavo baci a ripetizione con la manina. Rimasi li come al solito, a farmi tamponare dal culetto la sperma colante da mamma, con il solito fazzolettino di carta. 

Fu lei a parlare per prima: ” Sai” ha sospirato alla fine togliendosi gli occhiali, e guardandomi dritta negli occhi. “Se ti avessi avuta femmina, forse mi avresti dato gli stessi problemi che mi dai ora”. Fece una pausa poi continuò, “ma sei nato cosi’… mi rendo conto per la prima volta però, di quanta femminilità ci sia in te, di quanta passione hai dentro. ” la interruppi io stavolta: “lo so che ti sto dando un sacco di problemi… sei anziana, e vorresti avere meno preoccupazioni da me. ma ti assicuro che in ciò che faccio, non cè nulla di sbagliato. per mè esternare la mia femminilità, e cosa normale, ma hai visto tu stessa che posso essere anche cosi’, la piu’ femmina delle femmine. 

Ti chiedo solo di accettarmi come sono, anche se sono una Troia, (usai proprio quella parola).” Mia madre si rimise i grossi occhialoni da vista, mi fissò ancora una volta, e fece un sorriso sospirando, il primo spontaneo e senza ironia che mi avesse mai fatto. era un sorriso di genuinità,di pace e serenità, non i soliti sorrisetti ironici o punzecchianti che mi lanciava sempre di solito, ora era diverso. Lo potevo vedere a pochi passi da lei. Gli buttai le braccia al collo, e gli diedi un bacio sulla guancia, sussurrandogli che la amavo e gli volevo un bene dell'anima. “Vai a farti la doccia anche tu…” mi disse alla fine. Da quella sera forse era cambiato qualcosa, qualcosa in positivo certamente. gli ultimi giorni che mamma rimase li a Milano con noi, li passò serenamente,era diventata un’altra donna, rideva scherzava e faceva battutine come non le avevo mai visto fare. le aveva giovato forse, assistere al mio rapporto con Mauro. qualcosa in lei era cambiato in meglio. 

Mamma ha dei valori diversi dai nostri. e di una generazione diversa e piu’ pudica. certe cose forse, non le capirà ne accetterà Mai. Nonostante ciò, le voglio un bene dell’anima, e pur sempre mia madre, mi ha messa al mondo lei, e per avermi sopportata fino a quel punto, le saro' eternamente grata.

Sei grande, vedo che piace anche a te come a me fare la troia
Ciao sono esperienze che riguardano il mio passato.
I tuoi racconti sono come un peperoncino inzuppato in un barattolo di miele. Non so se mi spiego. Riesci a rendere dolci anche le scene più spinte.
Non sono una scrittrice, mi limito a raccontare cio che scarabocchiai al tempo in un diario, zeppo di annotazioni che ho tradotto in racconti.

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