Ho raccolto un'altra confidenza da Paola sul suo rapporto con Simone. Questo è il suo racconto. Spero vi ecciti quanto ha eccitato me.
Quell'estate in cui vissi il mio primo amore incestuoso con Simone fu anche la prima che ci vide passare la settimana di vacanza al mare da soli io e lui.
Prendemmo la stessa stanza degli anni precedenti quando con noi c'era anche il suo papà. Erano passati solo pochi giorni da quella prima volta e avevamo fatto l'amore quasi tutte le notti.
Il trauma della separazione era superato ed eravamo entrambi felici. In privato ci comportavamo come due innamorati ed in effetti di amore si trattava , amore tra madre e figlio portato all'estremo ma pur sempre quello era il sentimento che ci univa.
Arrivammo al mattino e dopo aver preso possesso della stanza e sistemato le nostre cose ci dirigemmo alla spiaggia dove affittammo sdraio ed ombrellone. Dato che un due pezzi non sarebbe stato in grado di contenere le mie forme giunoniche indossavo un costume nero intero. Prima di prendere posto sulla sdraio spalmai la crema solare a Simone impaziente di tuffarsi in acqua quindi mi sdraiai sotto l'ombrellone con una rivista a farmi compagnia mentre il mio piccolo amore era già in mare a nuotare.
Ogni tanto alzavo gli occhi dalle pagine del giornale per controllare dove fosse per poi riprendere la lettura.
Quando il caldo cominciò a diventare insopportabile decisi di raggiungere Simone in mare. Lui mi accolse spruzzandomi l'acqua sul corpo ancora asciutto facendomi scappare dei gridolini così mi tuffai verso di lui per vendicarmi dello scherzo ed iniziammo a giocare alla lotta in acqua. Le sue mani mi afferravano ed io cercavo di divincolarmi. Alla fine decidemmo per una tregua e lo abbracciai e come fa una mamma col proprio figliolo me lo strinsi al seno e lo baciai sulla fronte. Una mano però era scesa sott'acqua a tastare quel pene che avevo sentito indurirsi durante la lotta. Infilai la mano nel costume e lo presi in mano , era ritto e pulsante. Iniziai a masturbarlo e bastarono una ventina di secondi , forse meno perché venisse , sentii la sua sborra scaldarmi la mano e la potei vedere disperdersi gradualmente nell'acqua in lunghi ondeggianti filamenti.
Tornai alla sdraio e quando fu l'ora di pranzo richiamai il mio tesoro dal suo bagno e una volta asciugato e indossati gli abiti da spiaggia ci incamminammo verso l'albergo dove pranzammo.
Salimmo poi in camera per riposare un po prima di fare una seconda puntata in spiaggia nel pomeriggio.
Feci una doccia veloce per rinfrescarmi e indossai un poncho fatto di tessuto leggero a coprire le mie nudità. Invitai Simone a fare pure lui la doccia dato che la sua pelle sapeva ancora di sale e gli dissi di asciugarsi poi bene e di venire da me che gli avrei spalmato la crema doposole.
Dopo qualche minuto lo vidi uscire dal bagno completamente nudo e col pisello bello dritto. Gli sorrisi e lui mi sorrise leggermente imbarazzato come a voler dire “che ci posso fare , è così”.
Lo feci sdraiare sul letto a pancia in giù , spremetti un po di crema dal tubetto ed iniziai a spalmare partendo dalle spalle , le braccia e poi la schiena , non risparmiai le natiche non perché avessero bisogno della crema ma solo per il piacere di palpare quel culetto tondo e sodo , indugiai non poco su quelle natiche , mi infilai nel taglio tra di esse fino all'ano che massaggiai per alcuni istanti. Spremetti dell'altra crema su ognuna delle gambe e la spalmai fino ai piedi che presi in mano uno ad uno massaggiandoli e una volta assorbita la crema li baciai dolcemente. Mi stavo gustando ogni angolo del suo corpo ed era una sensazione unica , un misto di amore materno , quell'amore per cui daresti la tua vita senza esitazione e amore fisico , quello che ti scuote il corpo dall'interno mentre un umido calore ti pervadere il ventre.
Lo feci girare. Lui occhi chiusi ed espressione gaudente , la sua asta dritta come un pennone , “gli manca solo la bandiera” pensai sorridendo.
Ripetei l'operazione fatta in precedenza spalmando la crema sul resto del suo corpo delicatamente e a lungo fino a che non fu del tutto assorbita. Avevo volutamente tralasciato il pene. Di quello me ne occupai per ultimo. Massaggiai i testicoli con il palmo della mano aperto e scesi allo scroto per poi risalire ai testicoli che chiusi delicatamente nella mano , mmm come era calda e vellutata quella pelle e le palle sode e piene. Passai all'asta che percorsi su e giù con la mano aperta , lo afferrai e strinsi la cappella ad allargare la fessura che andai a stuzzicare con la punta della lingua , raccolsi le gocce che ne uscivano e ne bagnavano la aappella. Lui gemeva sommessamente mantenendo sempre gli occhi chiusi. Cinsi la cappella con le labbra e feci roteare la lingua su di essa e poi piano piano scesi ad ingoiare il cazzo duro di mio figlio. Raggiunsi le palle ma un conato di vomito mi fece ritrarre , la cappella mi era arrivata in gola. Iniziai a pomparlo con la bocca facendo allo stesso tempo serpeggiare la lingua attorno al cazzo bagnato della mia saliva. Ogni tanto provavo a ingoiarlo fino in fondo e mi ritraevo per non vomitare , era molto eccitante. Il mio piccolo iniziava ad ansimare sempre più intensamente così decisi di succhiare più forte , sentivo il sapore del fluido che gli bagnava copiosamente la cappella , ero eccitata , assetata , tolsi per un attimo la bocca da quel gustoso boccone “amore vieni per la tua mamma che ha tanta sete , dalle il tuo seme caldo da bere”.
Lo ripresi e muovendo la bocca su e giù succhiavo forte e mentre salivo aspiravo come volermelo risucchiare in gola. Sentii che stava giungendo il momento , i sui gemiti erano ora diventati grugniti e “mamma vengoo , sborrooo , sborroo ooooohh bevi il mio sperma , è tutto tuo , ingoialo” e finalmente mi sentii riempire la bocca da quel meraviglioso fluido caldo , ebbi un rigurgito da quanto era abbondante ma riuscii ad ingoiare la prima ondata e poi le altre andarono giù più fluide. Sentii il suo sperma scorrermi caldo lungo la gola fino allo stomaco. Non ne lasciai uscire nemmeno una goccia , anzi alla fine lo presi in mano e succhiai fino che non ci fu più nulla da cogliere.
Avevo bevuto tutto il frutto dell'amore che il mio bambino aveva voluto donarmi. Mi avvicinai a lui e lo baciai sulle labbra e gli dissi quanto lo amavo. Lo osservai mentre si addormentava con un espressione serena sul suo bellissimo volto.
Mi andai a sedere su una delle poltrone che facevano parte dell'arredo della stanza , allargai le gambe , infilai la mano e la passai sul mio sesso fradicio e agognante appagamento e mentre osservavo il mio bambino dormire nudo col suo sesso ormai a riposo mi masturbavo , le mie dita scorrevano tra le grandi labbra al clitoride e poi si infilavano all'interno e le muovevo a massaggiare le pareti. Godevo dell'immagine che avevo difronte e al ricordo del piacere che gli avevo procurato. Potevo ancora sentire il sapore del suo sperma in bocca. Il pollice a roteare sul clitoride e indice medio e anulare dentro la figa. Ansimai , gemetti , “godo si godo”. L'orgasmo arrivò potente , mi dovetti mordere le labbra per non urlare e sborrai , sentii scorrere copioso il miele del mio godere , mi infradiciava la mano e le cosce. Immersi la mano a coppa a raccogliere il mio orgasmo e mi musi le dita in bocca e succhiai mischiando i sapori di madre e figlio in uno.
Non so quanto tempo passò , mi ero addormentata probabilmente esausta dall'insieme di emozioni. Ero ancora seduta sulla poltrona con le gambe spalancate e la figa oscenamente in bella mostra. Il mio piccolo steso sul letto di fronte a me mi osservava. Sorrise tra il dolce e il malizioso , mi guardava e si masturbava il cazzo. Risposi al suo sorriso sorridendogli a mia volta “bambino mio , amore di mamma” e mi sentii bagnare di nuovo.
Inchiostro
Il signor John
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