Nella mia vita la presenza degli uomini è stata sempre molto marginale. Da quando ne ho memoria, nella mia vita c’è sempre stata mamma. Lei è una donna meravigliosa, sempre presente. Mai invadente, sempre pronta sostenermi, ha consigliarmi, più di un genitore una vera amica. Carla, questo è il suo nome è una bella donna, oggi ha trentanove anni, ben portati. Lavora in un grande e raffinato negozio d’abbigliamento. Si che veste sempre bene, molto curata ed elegante. Io Sonia di anni ne ho venti, e sin da quando ero ragazzina, lei era il mio idolo e faro guida. Sin da piccola mi divertivo a indossare le sue scarpe, e vestiti, poi con il tempo lei mi ha insegnato come ci si veste in maniera, da non essere ridicole. Io lavoro come impiegata, questo avere orari diversi fa si che spesso, pur abitando nella stessa casa ci si veda poco. Lei ha una grande amica, Claudia con la quale spesso esce. C’è molta complicità fra loro, e credo che spesso vadano rimorchiare insieme. Quest’anno ero convinta che sarebbero andate anche in vacanza insieme. La mamma aveva già prenotato il traghetto per la Sardegna, quando ieri sera è tornata a casa molto presto, era molto depressa. Quando le ho chiesto il motivo di tanto sconforto, la sua risposta, è stata un flebile lamento fatto a bassa voce e con lo sguardo basso.
“Claudia non viene più in vacanza con me, ha conosciuto un tipo e ha deciso di andare con lui in Grecia”
Dal tono della voce, si capiva che le dispiaceva molto. Durante la cena era molto assorta, tanto che non ha mangiato quasi nulla
“Vado a letto che sono stanca.”
Mi ha salutato ed è sparita in camera sua. Poco dopo uscendo dal bagno sono passata davanti alla porta semi socchiusa della sua camera, mi sono accorta che era distesa sul letto e piangeva. Lentamente sono entrata, era la prima volta che la vedevo in quello stato.
“Perché piangi?”
Non mi ha risposto subito, ma si vedeva che cercava di temporeggiare per non dire la verità, io ho insistito.
“Quando sareste dovute partire?
“Il 6 di Agosto ma, credo che non mi resta altro che disdire i biglietti e lasciar andare tutto.”
”Se, non hai nulla, in contrario, mi piacerebbe venire con te in vacanza, è tanto che non stiamo insieme, le mie ferie iniziano dal primo, quindi possiamo partire quando vuoi”
Lei mi ha guardata stupita e incredula.
“Davvero vuoi venire in vacanza con me?
” io l’ho abbracciata e gli ho dato un bacio.
“Certo! È tanto che non stiamo insieme, poi le mie amiche sono tutte via, chi con i fidanzati o con le famiglie, pensavo di passare l’estate in città, con te sarà più bello.”
Così abbiamo passato i giorni che ci separavano dalla partenza a fare compere, e preparativi. Lei mi sembrava un poco più serena, anche se due o tre notti l’ho sentita piangere ancora. Il viaggio è stato bello, lei era allegra come non la vedevo da qualche tempo. Arrivate al residence, dove avevamo affittato il miniappartamento, nella costa est della Sardegna, ci siamo fatte subito una doccia, per la prima volta da tanti anni ho visto mia madre nuda. Il suo corpo sinuoso, bello, ben proporzionato mi ha procurato un brivido lungo la schiena, lei forse non si è resa conto.
“Sbrigati che andiamo a cena.”
Ci siamo messe roba semplice e comoda, e siamo uscite alla ricerca di un ristorante dove mangiare. La cosa si è rivelata subito un poco difficile, nel piccolo paese era tutto pieno. Stavamo per rinunciare quando camminando per una piccola scalinata, abbiamo visto un portone aperto, e dentro c’erano dei tavoli apparecchiati con gente che mangiava, solo cinque tavoli ma siamo entrate ugualmente.
“Scusi, si potrebbe cenare?”
Una donna molto bella dai capelli lunghi e rossi, si è girata, ci ha dato un’occhiata dalla testa ai piedi, poi si è ripresa.
“Ma veramente .... ma, si venite.“
Ci ha fatto uscire su di un grande terrazzo rivolto verso il mare dove c’era un tavolo occupato da due persone, e uno molto più piccolo.
“Se non vi spiace, questo è il mio tavolo privato sarà un pò stretto ma…”
Ci andava benissimo. Sedute, abbiamo subito cominciato a mangiare, senza aver ordinato nulla, tanto il menù era fisso. Poco, a poco i tavoli dentro si sono liberati. Alla fine una donna, probabilmente la cuoca, ha salutato la signora ed è andata. Lei a quel punto è tornata da noi.
“Vi è piaciuta la cena?”
Poi si è rivolta ad altre due persone, due donne, una molto alta e bella, l’altra più minuta, che si muoveva con fare timido e schivo. Ha scambiato qualche parola con loro che poi hanno salutato noi e se ne sono andate. Anche noi eravamo pronte a uscire, ma lei ci ha trattenuto un poco e ci ha invitato a sederci su un grosso divano in vimini posto più in là.
“Restate, non vi ho mai visto, siete arrivate ora?” Ci ha offerto del mirto, un buonissimo liquore di quelle parti, e il discorso è continuato.
“Mi chiamo Sophia, ho quarant’anni e sono corsa. Mi sono trasferita qui da dieci anni, ho messo su questo ristorantino per gioco, alla fine è diventato un posto molto frequentato. Cucino solo su prenotazione, e solo pochi posti, questo mi fa lavorare poco, guadagnare il giusto e sprechi zero.”
Mentre parlava, i suoi occhi indugiavano sul corpo di mamma. Io ero affascinata dalle sue labbra carnose che sembravano essere fatte per essere baciate e succhiate. Mi sono quasi spaventata a quel pensiero, ma lei mi attirava tanto. Le abbiamo chiesto, dove vi fossero delle spiagge tranquille e lei ci ha parlato di un posto un poco fuori mano, ma assolutamente unico. Siamo rimaste ancora un poco con lei, e non c’è stato modo di pagare la cena, eravamo ospiti. Quando siamo andate verso l’uscita, lei ha messo un braccio intorno alla vita di mamma come se fossero vecchie amiche, la naturalezza del gesto mi ha fatto pensare che lei avesse chiare tendenze lesbiche. Sulla soglia ha dato un bacio a me sulla guancia, e a mamma sulle labbra, credendo che io non vedessi. Mamma è rimasta un momento abbracciata a lei contraccambiando il gesto. Silenziosamente siamo tornate verso la nostra abitazione, era come se ognuna di noi fosse immersa nei suoi pensieri. A questo punto poi che mentre scrivo il racconto mamma è qui con me voglio che lei racconti anche le sue emozioni.
Carla
Appena usciti dal ristorante, mi sentivo confusa, ho quasi quaranta anni, ho tendenze saffiche, con Claudia la mia amica, credevo di aver raggiunto un buon equilibrio. Noi eravamo sempre insieme, io ne ero innamorata, ma lei si è lasciata convincere da questo nuovo amore che il sesso con un uomo è di gran lunga superiore a quello fra due donne. In fondo la capisco, io so cosa si prova a stare fra le braccia di un uomo, o forse io l’ho provato nel modo sbagliato, per questo ho riversato tutto il mio amore verso le donne e in particolare mia figlia che ora più che mai rappresenta tutta la mia vita. La mia storia, e la relativa nascita di Sonia è un capitolo difficile della mia esistenza, lei oltre essere mia figlia è in pratica mia sorella. Si mia sorella, figlia mia e di mio padre. Rimasi orfana di mamma che avevo diciassette anni. Mio padre era l’uomo più dolce del mondo, amava mamma da sempre. Stavano insieme da ragazzini, quindi la sua perdita fu per lui un colpo durissimo. La perdita improvvisa di un punto di riferimento come lei, lo ridusse uno straccio, era diventato apatico, lavorava, tornava a casa e rimaneva ore al buio senza dire una parola, mi cominciai a prendere cura di lui. Dopo più di un anno, dalla morte di mamma, lo vidi sorridere quasi forzatamente, quando presi la patente. Eravamo prossimi all’estate, avevo fatto diciotto anni tre mesi prima e lui quasi se ne era dimenticato del mio compleanno. Per questo l’ho costretto a prendere una settimana di ferie, per andare in Liguria alle Cinque Terre. Il paesino era delizioso, arrivammo di sera. La camera della pensioncina aveva un grosso letto matrimoniale, ci sistemammo e andammo a cena. Quella sera bevemmo molto, lui forse per dimenticare io per incoscienza. Quando tornammo in camera lui cadde addormentato sul letto, io lo dovetti spogliare. Tutto andò bene fino a quando togliendo i pantaloni, scesero anche le mutande rivelando che, lui nonostante fosse addormentato e in posizione di riposo aveva un cazzo stupendo e di notevoli dimensioni. Lo misi a letto, m’infilai sotto le coperte vicino a lui. Ero turbata, confusa, non mi era mai passato per la mente che lui oltre essere mio padre era un uomo. Non riuscivo quasi a dormire, e quando ci svegliammo lui, si rese conto che io l’avevo spogliato e che lo guardavo con occhi diversi, ma non disse nulla. Passammo tre giorni a camminare su e giù per i sentieri mangiando in ristorantini lungo la via. Mi sembrava più sereno, era tornato l’uomo premuroso e dolce di sempre. Un pomeriggio quando stavamo per tornare in albergo, un violento temporale ci sorprese senza riparo. Inzuppati dalla testa ai piedi, a mala pena riuscimmo a rientrare in camera. Arrivati, cominciammo velocemente a spogliarci. Lui aprì la doccia in bagno facendo scorrere l’acqua calda.
“Dai fai una doccia che altrimenti ti ammali.”
“No, vai prima tu.“
Lui seminudo indugiava con lo sguardo verso il mio corpo coperto solo da biancheria intima.
“Dai vai.”
Mi disse senza molta convinzione. Mi sono resa conto che il suo cazzo era diventato duro. Restammo immobili a fissarci senza dire nulla. Lui si avvicinò, ci guardammo negli occhi e quasi contemporaneamente le nostre bocche si unirono. Di colpo tutto sparì. Il mondo, il fatto di essere padre figlia, il dolore, il desiderio prese il sopravvento senza che nessuno facesse nulla per ostacolarlo. Ci baciammo a lungo, poi le sue mani toccarono per la prima volta il mio seno. Nessun uomo l’aveva mai fatto. Fino a quel momento avevo si, e no dato qualche bacio e basta. La mia timidezza mi aveva fatto stare sempre in disparte. La carezza al seno mi ad un alto livello di eccitazione. Mi denudò, e andammo insieme nella doccia continuando a baciarci finche lui scese giù, prima succhiandomi un capezzolo, e mandandomi in estasi
…….. siiiiiiiiiiiiiiiiiii …… siiiiiii … huummm…..
Gemevo, lo volevo. Lui espertissimo giocava con il mio corpo e continuò ascendere giù fino a che la sua bocca raggiunse la fica. Infilò la lingua dentro, succhiava il mio bottoncino e mi sconvolse.
….. siiiiiiiiiiiiiiiii … daaaaaaaaaiii iiiiii…….. siiiiii ..
Un grido risuonò dentro il bagno. Lui si riportò su e prese a infilarmi un dito dentro mentre mi succhiava il seno. Presa da un piacere lo strinsi a me.
… ti voglioooooooo!!!!!!! … daiiiiiiiiiiiiii … ti voglioooooo prendimi …..
Lui con calma mi accarezzava e continua a masturbarmi. Allora sconvolta dal desiderio, rivolsi le mie attenzioni al suo splendido cazzo. Duro, eretto, grande, con una grossa cappella violacea che assomigliava a una fragola rossa. Lo segavo in maniera assolutamente inesperta, lui sorrise.
“Calma, t’insegno io, abbassati.”
Me lo ritrovai davanti alla faccia. Mi sembrava ancora più grosso. Mi invitò a prenderlo in bocca. Ho aperto le labbra e giù, mi sono infilata il palo dentro, ma lui mi fermò di nuovo.
“No non così. Devi giocarci, devi suscitare desiderio, altrimenti il piacere finisce subito.“
Ancora bagnati, ritornammo in camera, Mi ha distesa sul letto e prese a leccarmi la fica, mi rigirò e trovandomi il cazzo davanti non ebbi nessuna esitazione, lo presi a leccare, succhiare, lo adoravo! Un fortissimo piacere sconvolse la mia mente, mi sentivo scuotere tutta, e scaricai in bocca a lui il mio primo orgasmo
… suuuuummmmm ……. Siiiiiii … venguuuummmmm …
Urlai con il cazzo in bocca. Lui mi bloccò tenendomi per le anche, si prese in bocca tutto il mio piacere. Restai ferma, ero sconvolta, lui riprese a toccarmi, si rigirò e m’invito a continuare.
“Dai, che anch’io voglio venire.”
In quel momento ero talmente confusa che non realizzavo cosa volesse dire. Mi infilai il palo in bocca, presi a succhiarlo con forza, segandolo con entrambe le mani. A un tratto il suo corpo si tese, lui mi guardò e il suo orgasmo mi arrivò in bocca.
” dai, ….. daiiiiii … siiii … cosìììììì … sboroooo …… beviiiiiiiiiiiiiiiiii .....
Prese la testa fra le mani e nello stesso istante mi riversò un fiotto di sborra direttamente in bocca. Un attimo d’indecisione mi resi conto che lui mi inondava la bocca. Mi piaceva, mandai giù tutto, fino all’ultima goccia. Dolce, cremosa, m’innamorai subito di quel sapore totalmente nuovo. Lui intanto continuava a toccarmi la fica. Le sue dita mi esploravano procurandomi molto piacere. Continuavo a succhiarlo e ben presto mi sono resa conto che era tornato durissimo. Mi sono staccata da lui, l’ho guardato e senza dire nulla mi sono distesa sotto, lui si è posizionato fra le cosce. Mi ha baciato, e quando ho sentito la cappella appoggiarsi alla fica mi sono aperta, ho inarcato le gambe per riceverlo meglio, lui mi ha sorriso.
“Rilassati, e vedrai che appena sarò dentro di te proverai un po’ di dolore, ma poi sarà solo piacere.”
Nel dire questo l’ho sentito spingere, la mia fica si apriva a lui, mi sentivo trafiggere. Per qualche secondo ho avuto paura di non essere in grado di prenderlo, ma un attimo dopo di colpo l’imene ha ceduto di schianto. Un pizzico di dolore è stato subito cancellato dalla sensazione del cazzo che sprofondava dentro di me fino a che la sua cappella non ha colpito il fondo procurandomi una scarica elettrica che il mio cervello ha trasformato in un grido di piacere.
……. SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII …… è bellllliiisiiiiiiimooooo …..daiiiiii …
È rimasto un momento fermo, ho sentito il cazzo pulsare dentro di me. Lentamente ha cominciato a pomparmi, era bellissimo, mi ha portato tante di quelle volte al piacere che sono quasi svenuta. Abbiamo cambiato più volte posizione, e quando ero su di lui a sentirmi quel palo dentro tremavo tutta. Mi torturava contemporaneamente i seni, io sono partita in un orgasmo sconvolgente, e l’ho gridato con tutto il fiato che avevo in corpo.
…siiiiiiiiiiiii …. VENGOOOOOOO!!!!!! ….. VENGOOOOOOOOOOO!!! …
Estasiato e sconvolto dai movimenti su e giù del mio corpo ha il suo piacere con me.
…. Siiiiiii … sborooooo!!!!! ….. vattene!!!! ..
Mi ha urlato ma io in quel momento non capivo più nulla e mi sono presa dentro tutto il succo dei suoi coglioni. Sfiniti, senza fiato siamo rimasti immobili, io mi sono distesa su di lui che taciturno mi accarezzava lentamente la schiena.
“Speriamo che non ti ho messo incinta.”
Ha esordito. L’ho guardato e solo in quel momento ho realizzato cosa volesse dire. Sono rimasta in silenzio, mentalmente ho fatto due conti, e mi sono resa conto che ero in piena ovulazione. L’ho guardato, lui era in silenzio con la faccia preoccupata, gli ho dato un bacio.
“Si, forse avremo un figlio, ma mi va bene così, e nostro, io lo voglio.”
Lui ha fatto per replicare, ma io l’ho baciato.
“Tienimi stretta, dimmi che mi vuoi bene, che non troverai un’altra donna al posto della mamma, io voglio essere la tua donna se lo vorrai, e ti darò questo figlio che coronerà il nostro amore.”
Lui mi ha sorriso.
“Va bene, sarà come vuoi tu, ma promettimi che quando io sarò troppo vecchio per accontentarti ti troverai un altro uomo.”
“Scemo!”
Da quel momento è stato l’uomo della mia vita. E’ nata Sonia, l’abbiamo allevata insieme fino che lei non ha compiuto dodici anni. Una sera un ubriaco l’ha ucciso investendolo sulle strisce pedonali. Il colpo per me è stato durissimo. Ho continuato a vivere allevando la bimba, poi che dopo di lui non volevo altri uomini mi sono sempre trovata amicizie femminili. Poi è arrivata Claudia, con lei mi sono lasciata andare, lei mi ha letteralmente sedotto. Una sera a casa sua dopo una cenetta dove avevamo bevuto un po’ troppo ci siamo baciate, poi distese sul suo letto lei mi ha leccato la fica, ho goduto subito.
siiiiiii iiiiii….. daaaiiiiii … mi piaceeeeeeeee …
Un orgasmo, il primo dopo tanto tempo a scosso tutto il mio corpo. Con bravura e pazienza lei ha fatto di me una lesbica innamorata di lei. Quando ha conosciuto questo nuovo amore etero, le cose fra noi sono precipitate. Ora mi ritrovo qui in vacanza con mia figlia che mi guarda con occhi carichi di desiderio, e questa sera per la prima volta ho sentito il desiderio di abbracciare di nuovo una donna.
Sonia
Siamo rientrate in camera nel bungalow, guardando mia madre ho sentito il forte desiderio di stringermi a lei. Appena dentro il letto lei mi ha parlato.
“È ora che io ti racconti come sei venuta al mondo, anche se forse quello che ti dirò, non ti farà piacere devo raccontarti, tutto, è tanto tempo che dovevo farlo.”
Mi racconta per filo e per segno cose che non sapevo, altre che sospettavo, e altre che io stessa avevo capito da qualche tempo. Io alla fine l’ho abbracciata forte, il suo corpo contro il mio mi ha dato un piacere grande, l’ho guardata.
“Avevo avuto sempre il sospetto che fra te e il nonno vi fosse troppa amicizia. Circa due mesi prima che morisse una notte vi ho visto scopare. Mi ero alzata per bere, passando davanti alla camera vostra ho sentito te che lo incitavi a scoparti di più, non ho capito subito cosa volevi. Col tempo ho capito tutto e tu ora mi confermi quello che già sapevo, sono contenta che tu mi abbia raccontato tutto.”
Lei mi ha guardato, le nostre bocche erano a pochissima distanza, io ho giocato il tutto per tutto, l’ho baciata, lei è rimasta indecisa un attimo poi si è sciolta in un bacio dolcissimo. Le nostre mani si sono mosse sui nostri corpi e il piacere ha preso il sopravvento. Distesa a 69, mi sono messa a leccarle la fica, con passione e totale inesperienza. Copiavo tutti i movimenti che la sua lingua faceva su di me. In breve un duplice orgasmo ci ha scosso entrambe.
… huhuuhunuuuummmmmm … ssiiiiiiii ….amoreeee miooooo … godooooooo…
Le sue grida di piacere mi hanno sconvolto la mente. Finalmente realizzavo un desiderio che dentro di me era presente da qualche tempo. La sua lingua si è scatenata e pure io ho gridato, il mio piacere
……. vengoooooo ….daiiiiii …cosìììììììì ….
Prese da un’inarrestabile frenesia erotica siamo rimaste a leccarci per molto tempo, poi sfinite ci siamo baciate e addormentate. L’alba ci ha destato ancora strette l’una all’altra. Mi ha sorriso, io l’ho baciata, poi ci siamo preparate per andare al mare. Persa un pò di frutta e una bottiglia d’acqua, abbiamo cercato la spiaggia che ci aveva consigliato Sophia. Devo dire che trovarla non è stato facile. Lasciata la macchina all’ombra, ci siamo dirette lungo un piccolo sentiero che terminava in una spiaggetta piccola, nascosta fra due grandi scogliere. Era deserta, ci siamo messe nude, abbiamo incominciato a spalmarci la crema solare. Il passare le mani sui nostri corpi ha avuto l’effetto di eccitarci, e senza nessun problema ci siamo toccate e goduto di nuovo dei nostri corpi. Stavamo facendo il bagno quando siamo state raggiunte da Sophia e una delle due signore della sera prima.
“Salve, vedo che avete raggiunto il posto, non è facile trovarlo, lei, …. cioè ….. sarebbe più giusto dire che lui è Erika, un trans svedese mio amico, se non vi dispiace vorremmo prendere il sole con voi.”
Io e mamma ci siamo guardate e messe a ridere, e abbiamo risposto che non c’era nessun problema, subito anche loro si sono spogliate. Sophia ha sfoggiato un corpo statuario, perfetto. Il seno, una terza, fica con del pelo rosso naturale, meraviglioso e ben curato, cosce lunghe perfette. Erika da nudo sembrava più donna che da vestito. Un fisico minuto con seno piccolo e un cazzo ben messo, lungo e sottile. Ci siamo distese al sole, e quando Sophia ha chiesto a mamma di spalmarle la crema ho provato un brivido di gelosia. Era evidente che si stavano eccitando a vicenda. Ad un certo punto le loro bocche si sono unite in un bacio caldo e appassionato, le sue mani hanno esplorato il corpo di mamma che ha cominciato a gemere.
….. mhhmmhmmumum … ssiiiiiii ….
Quando le ha infilato due dita dentro mamma, ha urlato di piacere.
… siiiiiiiiiiiiiii …. vengoooooo ….
Sophia per tutta risposta si è infilata velocemente fra le sue cosce e ha preso a succhiarle il bottoncino mandandola via di testa.
Carla
Accidenti, questa Sophia è una furia scatenata, mi succhia la fica da infarto. È bravissima, sto godendo senza ritegno davanti a mia figlia, leggo nei suoi occhi un lampo di evidente gelosia, non me lo sarei aspettato, ma la bocca che mi tortura la fica mi sconvolge urlo un nuovo orgasmo.
….. umummmhmhmmm … siiiii … vengoooooo,....
Mi arrendo a lei, mi scuote tutta, sono indifesa, il mio corpo è scosso da brividi di piacere.
Sonia
Mentre guardo mamma venire per l’ennesima volta mi giro, la gelosia mi rode, vedo Erika osservare interessato la scena. Il suo cazzo si erge duro e teso, non so perche l’ho fatto, sono furiosa, accecata dalla gelosia. Mi sono tuffata di colpo su di lui. Ho infilato il cazzo in bocca, sono schifata, non ho mai fatto un bocchino a nessuno, una sensazione di vomito mi assale, ma la ignoro, voglio sentire quel cazzo dentro di me! Lui sorpreso e smarrito dal mio repentino gesto lascia che lo succhi. Sento il fallo crescere dentro la mia bocca, lo guardo, mi sorride, mi accarezza il seno, sembra che provi piacere. Mi distendo sulla sabbia, lo invito a salire su di me. Guardo mia madre sconvolta dalla bocca di Sophia non realizza subito cosa voglio fare. Lui inizia a mettere il cazzo sulle labbra della mia vulva che si apre, io guardo per l’ultima volta lei e mi spingo incontro a lui che mi entra dentro. Sento l’imene lacerarsi, un dolore fortissimo mi scuote, urlo come una bestia ferita, sento il cazzo arrivare in fondo.
…….. hhahhhiiiiiiihhhhhahahhhhiiiiiiiiii …..
Resto bloccata dal dolore, lui rimane fermo dentro di me, lo guardo, è più smarrito di me.
Carla
Mi giro, sento Sonia gridare, ma che cazzo sta facendo?!?! Si sta scopando. Non capisco, mi rendo conto che la gelosia deve averla scossa, ma non credevo che.... Sono sconvolta, la vedo ferita in tutti i sensi. Lascio la mia amante e mi avvicino a lei.
“Amore che fai? Perche?”
Lei non mi risponde, mi guarda con occhi di sfida. “Dai scopami!! “
Urla. Erika si muove dentro di lei, la scopa con forza, il suo cazzo affonda dentro la carne. Un rivolo di sangue si vede colare lo sguardo di Sonia fisso su di me. Mi sento una stupida, ho ferito mia figlia, lui le procura un orgasmo, lei urla.
….. daiiiiii ….siiiiiiiiiiiiii … mi piaceeeeeeeeee …
Mentre grida, grosse lacrime rigano il suo volto, mi avvicino la bacio, lei piange. La scopa con più intensità.
“Mamma guardami, anch’io ti tradisco.”
Sonia
Mamma si rende conto solo ora dei miei sentimenti, si avvicina, ma non demordo, voglio ferirla sono furiosa. Lo incito sento dentro di me il cazzo come un corpo estraneo, ma anche contro la mia volontà riesce a farmi venire, urlo.
Si avvicina le lacrime mi rigano il viso. Mi bacia, solo a questo punto mi rendo conto di aver fatto una stupidaggine ed Erika mi urla il suo piacere.
… vengoooooo … sto sborrandooooo…..
Mi scarica dentro alcuni getti sborra calda, malgrado ciò vengo con lui. Restiamo per un momento fermi. Guardo mamma, ed Erika, che esce da dentro me. Il cazzo si sta ammosciando, e si vede sporco di sborra color rosa, il sangue della mia verginità buttata per una gelosia stupida. Mi sento vuota. Vado verso il mare e m’immergo fino a che l’acqua non mi arriva ai seni, mi lavo sento dolore fra le gambe, mamma mi raggiunge.
Carla
Vedo la mia bambina camminare ed entrare in acqua, la raggiungo, le metto un braccio intorno alla vita.
… amore...
Non posso aggiungere altro lei si gira, i nostri occhi s’incrociano in uno sguardo dolcissimo fatto di cose mai dette, di desiderio, da riva ci chiamano Sophia ed Erika, ci salutano e se ne vanno. Restiamo abbracciate dentro l’acqua.
“Amore, ti prego scusami, sono stata stupida, non mi ero resa conto di quanto mi amassi, perdonami. “
Lei si stringe ancora più a me.
“Mamma basta, sono io la stupida, basta scuse è passata, ti amo tantissimo.”
Le nostre bocche, si uniscono in un bacio carico di passione, e desiderio. Torniamo a riva, lei si distende sull’asciugamano, dove si vede una macchia di sangue,
“Questo non voglio pulirlo, lo lacerò così, per ricordami, sempre di questo momento.”
Lei si distende, io incomincio a toccarla, le accarezzo i seni, li bacio, insieme raggiungiamo un dolcissimo orgasmo, il primo di un interminabile serie, che da allora non smette più. Terminata la vacanza, torniamo a casa e riprendiamo il solito ritmo di vita. Una domenica mattina Sonia si alza dal letto, dove abbiamo dormito, e ci siamo amate e improvvisamente vacilla, si appoggia al mobile io le sono subito vicino. Le chiedo quale sia il problema.
“Nulla, sono due giorni che non mi sento bene, ho nausea di mattino”.
La guardo, la rimetto a letto, le dico di non muoversi che torno subito. Dopo venti minuti ritorno con un test di gravidanza. Mi guarda stupita, la risposta è positiva, è smarrita. La tranquillizzo.
“Amore vedrai sarà bellissimo.”
Mi abbraccia e mi sussurra.
“Speriamo che sia femmina.”
Marlen
Maverick
Inevitabilefollia
selen
baxi
ralfie
Carletto
ralfie
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Niko
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Niko
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ralfie
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Helly
ralfie
ralfie
ralfie
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Signorello
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ralfie
ralfie