Quando iniziai per la prima volta ad approcciarmi alla vita da Trav, non pensavo certo che avrei avuto tante esperienze vissute come quelle che feci in seguito. la scoperta della sessualita’ per me, fu qualcosa di liberatorio, voglio dire, essendo cresciuta in una famiglia assai pudica, dove l’imbarazzo era dietro l’angolo solo a nominare il sesso, arrivare a scoprire da sola certe situazioni, e stato come se avessi spezzato delle grosse e lunghe catene,che mi tenevano prigioniera. L’approccio con le ragazzine della mia eta’, non era stato dei migliori alla fine. Non che fossi bruttarello intendiamoci, ma evidentemente un ragazzino con i lineamenti androgini, dai lunghi capelli castani, non era forse cio’ che le ragazze cercavano. furono gli uomini di una certa eta' invece a catturare subito la mia attenzione. O meglio, fui io a catturare la loro, ammiccamenti, e frecciatine sul mio aspetto piu da femminuccia che da maschietto, mi fecero optare per l'altra sponda, e vedere che sarebbe successo.
Ho sempre visto il travestimento come un’arte, non una mascherata con trucco e parrucco come fanno tanti. Per me esser femminile, voleva dire avvicinarsi il piu’ possibile ad una vera donna, almeno nell’aspetto,visto che la natura non mi ha dato gli attributi adatti al caso. Un’altra cosa strana che iniziava a interessarmi, era la complicita’ di mia madre in quella situazione assurda per me, essendo figlio unico, e normale vedere nella propria madre, una complicita' maggiore che nel padre. Ho cosi' iniziato prima a sognare di averla mia complice, poi a provare poco alla volta a rivelarle, che direzione sessuale avevo intrapreso. Cosa non facile per una donna di mezza eta’ come mia madre, cresciuta con genitori pudici e regole cattoliche, accettare un fatto simile. Mi ero messa in testa ormai, che volevo mamma dalla mia parte. confessarle quale sarebbe stata d'ora in avanti, la mia sessualita',e che ero attratta da uomini di mezza eta’, non era un'impresa semplice. l’imbarazzo mi impedi’ per anni di rivelarmi a lei. Fino almeno alla scomparsa prematura di mio padre. Forse proprio per questo ero frenata dal confidarmi. Papa', era un brav'uomo, nato in calabria ma cresciuto nella metropoli lombarda, aveva pero' tenuto, quegli atteggiamenti tipici del sud, e mai avrebbe capito cio che sarebbe successo, fosse stato ancora in vita. Lasciato passare qualche tempo dalla scomparsa di mio padre, per far assorbire il lutto a mamma, mi feci coraggio e mi rivelai a lei una volta per tutte. Ricordo ancora come fosse successo ieri, la prima volta che trovai il coraggio di mostrarmi a mamma come femmina. Era Un’agosto caldo e afoso, eravamo nella casa al mare in veneto, dove lei ormai abitava sola. Io abitavo a Milano, e decisi di andare a trovarla per passare qualche giorno insieme. A quel tempo, avevo gia fatto molte esperienze con vari uomini maturi, cresciuta prendendo cazzi di ogni misura dentro senza che lei ne sapesse nulla. Avevo vissuto una doppia vita segreta, che aspettavo di rivelarle al momento piu opportuno.Era tempo che finalmente anche lei sapesse, e speravo in cuor mio, mi accettasse cosi’ com’ero. La Mattina dopo essermi fermata da lei, mi svegliai di buon ora, mi chiusi in bagno a chiave. Fortunatamente la casa aveva due bagni, e mamma non mi disturbo' fino a qualche ora dopo, quando anche lei si fu destata, per preparare la colazione in cucina. Non credo si aspettasse quello che poi le rivelai,una volta finalmente pronta, andai nella mia cameretta, la chiamai, e attesi con il cuore in gola,che percorresse quei pochi passi dalla cucina alla mia camera. Quando finalmente, mia madre entro’ , mi mostrai a lei in tutto il mio splendore. Inutile dire che mi ero preparata con cura maniacale, per risultare perfetta il piu possibile ai suoi occhi. Avevo indossato un bel completino intimo nero, che avevo trovato per l’occasione.
Reggiseno nero a coppe gonfie, ricamato, un bel tanga nero in pizzo che poco o nulla nascondeva, calze a rete nere con annessi autoreggenti,degli zoccoli a tema neri con zeppa alta, leggermente truccata, senza sembrare un mascherone, con fondotinta bianco, occhi rifiniti con matita e mascara, labbra rifinite con rossetto rosso acceso e lucidalabbra. Unghie di mani e piedi con smalto dello stesso colore, rosso acceso, i lunghi capelli sciolti tra spalle e la schiena, e una collanina d’oro con un ciondolo a cuore grosso che mi pendeva dal collo. La fissai negli occhi senza traccia di vergogna, per troppo tempo avevo atteso quel momento, perche’ vergognarsi proprio ora? con un bel sospirone, finalmente le dissi che finalmente aveva davanti la sua vera figlia, quella che d'ora in avanti, speravo avesse accettato come fossi davvero nata una seconda volta. Ce da dire, che lei rimase assai stupita, prima di parlare pero', mi squadro’ bene girandomi attorno. Finalmente parlo’, l’attesa era gia’ da se snervante. Ma le sue parole, mi furono di conforto e ruppero quella tensione, che si poteva tagliare con il coltello. “Sei uno splendore” furono le sue parole. Quasi mi commossi, non ci credevo. Avevo atteso quel momento da una vita intera, ed eccomi li davanti a lei finalmente come la vera me stessa. Basta nascondermi d’ora in avanti mi dissi. ma le sorprese per mia madre, non si limitarono a quella scenetta, la prova piu grande doveva ancora arrivare per entrambe. A pochi passi da noi, avevo aperto il mio PC Portatile, proprio quello in cui sto scrivendo ora questa storia, le chiesi di ascoltarmi in silenzio e guardare cosa avevo da mostrargli, solo alla fine poteva, e se voleva, esprimere il suo giudizio che speravo in cuor mio, fosse positivo. Mamma accetto’ la situazione, benche’ fosse assai sorpresa e forse anche un po tesa. Ci sedemmo dunque vicine alla scrivania, davanti al mio portatile, aprendo una cartella di files che avevo nominato ‘mie foto’, le mostrai una dopo l’altra, tutte le istantanee che mi ero fatta durante le mie esperienze passate con gli uomini maturi.
nel frattempo che sfogliavo l'album fotografico con me protagonista, le raccontavo per filo e per segno, cosa avevo fatto fino a quel giorno. Fatti che lei ovviamente non conosceva, ne sospettava minimamente. Piu’ volte scesi in particolari abbastanza hard, su come godessi a prendere cazzi grossi in bocca e nel culetto. Forse ero stata un po troppo esplicita, ma non potevo usare altri modi, per descriverle le situazioni in cui mi ero trovata. Ci sono le parole, e vanno usate in certi casi, anche se magari sono un po forti. Mamma sospiro’ parecchio, come rassegnata a cio' che le stavo mostrando e raccontando. Davanti ad una foto ingrandita, dove si poteva ammirare il grosso cazzo di un ragazzo nero che mi penetrava, mia madre storse il naso un po schifata. come da accordi pero’, non proferi' parola. Una volta terminato il mio resoconto audio visivo, la vidi abbastanza provata. Sapevo che per lei certe cose sarebbero state sconvolgenti,ma era giusto che sapesse, anche a costo di sconvolgerla. la guardai nuovamente con i suoi occhiali grandi, se li tolse, puli’ le lenti con un fazzoletto di carta, poi se li rimise, mi guardo’ e guardo’ una delle ultime foto che erano rimaste sullo schermo a grandezza piena, dove una cascata di sperma bianco, mi riempiva la bocca che tenevo aperta, colando a gocce dal mio mento. Alla fine parlo’: sospirando una volta di piu, mi disse a voce quasi spezzata,“Lo sai cosa rischi facendo quello che fai?”, alludendo al fatto che non avevo mai usato una protezione, nelle foto che le avevo mostrato, non ce n'era una con un preservativo in mostra in effetti. la lasciai continuare senza intervenire oltre. “Che ti dovrei dire? sai come la penso su certe cose.” indicando la foto con un dito. Poi continuo’: “Cosa vuoi da me.. che devo fare con te… cosa…” a quel punto, intervenni,spiegandole il piu dolcemente possibile,che volevo solo vivere la mia vita, fare quello che amavo fare, forse avevo trovato la mia sessualita', ed era quella.
Amavo il cazzo, lo avevo provato tante volte, credendo fosse solo una transizione da adolescente, si sa, si sperimenta e poi creascendo, si torna alla solita vita diciamo "Normale". avevo scoperto la mia vera natura, perche’ reprimerla? non mi aspettavo certo che lei comprendesse, ma almeno che provasse ad accettarmi cosi’ com’ero. Vidi mamma molto imbarazzata a quel punto, io invece avevo il cazzo dentro il tanga, che stava per esplodermi dall’eccitazione. Era quasi fatta, mi dissi in quel momento, bastava che lei mi dasse il suo benestare, un suo consenso, la sua benedizione, e avrei potuto vivere la mia nuova vita da Troia come volevo. Mia madre si prese una pausa, poi aggiunse: “Se ti rispondo di No, lo faresti ugualmente come hai fatto fino ad oggi…” io la guardai facendole un lieve cenno con la testa,in senso di approvazione, e lei concluse: “E Sia.. se ti fa felice, hai il mio consenso, ma bada, non prenderti malattie o metterti nei guai, perche’ mamma non ti aiutera’ in quel caso ricordatelo bene questo.” Lo avevo appena sentito ma non potevo ancora crederci, era troppo bello, mia madre mi aveva dato il suo benestare, mi aveva accettata come figlia. Fu il giorno piu’ bello della mia vita, il cuore mi stava esplodendo dalla gioia, le confidai il nome del mio primo uomo, quello che mi aveva sverginata a dovere, l'uomo che per primo aveva voluto farmi diventare donna in tutto, si chiamava Nicola, un vedovo sessant'enne dal cazzo grosso e duro, con cui avevo avuto una relazione, durata un paio di mesi. Mamma a quel punto incuriosita, e ormai decisa a darmi spago senza piu nessun imbarazzo,volle saperne di piu’. non riuscivo a crederci, mi ero appena confidata a lei, e adesso stavamo gia’ chiacchierando di sesso e uomini, come Madre & Figlia.
La Inondai di parole come un fiume in piena, ero estasiata di poterle finalmente confidare tutto senza vergognarmi, le raccontai dunque, che avevo conosciuto quest’uomo, un vero toro da monta, ormai ero lanciata e non mi trattenevo con le parole forti. le dissi che era vedovo, aveva perso la moglie anni fa, mamma chiese se avesse figli, le risposi di no. Continuai dicendole che ci innamorammo al primo incontro, era un operaio, riparava tubazioni idrauliche, il classico idraulico, venuto da me per riparare una perdita in casa, e alla fine eravamo finiti a letto a scopare come maiali. Mamma ebbe da obbiettare sul fatto che facessi cosi’ con chi veniva da me per lavorare, ma le assicurai, che l’uomo fu ben felice di trovare me piuttosto che riparare una semplice perdita. le raccontai di come mi avesse aperto bene il culetto per la prima volta, facendolo con amore, e come mi aveva sverginata in modo assolutamente naturale, facendomi morire di piacere. Mamma chiese se almeno avesse usato il preservativo questa volta, le confidai che non c'era stato bisogno, dato l'uomo era una persona sana e di piena fiducia, mia madre era ossessionata dal fatto che potessi prendermi delle malattie, ma la rassicurai presto, andavo solo con gente sana e dimostrabile.
Le confidai anche di averla pensata a lungo, mentre l’uomo mi apriva in due le chiappe a colpi di cazzo sul lettone matrimoniale,dove lei a Milano, aveva dormito per anni. Mamma anche li ebbe da ridire, ma era piu che altro una delle sue solite battutine ironiche: “Chissa’ il mio povero letto come lo avrai conciato adesso, con tutti i maiali che ci porti”. le sorrisi. Ero talmente eccitata, non ce la feci piu’, con la mia manina dalle unghie ben smaltate, estrassi dal tanga il cazzo duro, che ormai era inutile nascondere. Mamma nel vederlo fece un'altra delle su battutine: “Lo aveva piu’ grosso lui, o tu?”. scoppiai a riderle in faccia, le dissi che il suo non aveva paragoni con il mio, che tenevo ora in pugno, masturbandomi lentamente a fianco a lei. Una volta accettata la situazione, mia madre sembrava piu’ rilassata e disposta a scherzarci sopra, invece che farne una tragedia. Alla fine concluse, era meglio prenderla con ironia e fece la cosa piu giusta possibile. Arrivo’ a dirmi pure, di non sporcarla con il mio coso duro, vedendo la mia eccitazione. Le sorrisi nuovamente abbracciandola, e lasciando momentaneamente il mio pisellone. Era una mattinata davvero speciale quella per noi due. Le ore passavano, ed eravamo ancora li sedute, a parlare come due pettegole di sesso e uomini dal cazzo grosso e lungo. Forse l'eccitazione e la felicita' del momento, mi fecero correre un po troppo, ma azzardai la cosa, e le proposi di fare un paio di foto insieme, ovviamente non le chiesi di spogliarsi ci mancherebbe, era giusto per avere un ricordo di quel bel momento che stavamo vivendo. Lei al primo rifiuto’, ma poi la convinsi anche in quello, la convinsi pure a farsi fotografare in costume, pezzo unico ovviamente.
usammo quindi la fotocamera del mio portatile, la feci mettere in varie pose con me al fianco. Fu la prova definitiva che l'avevo ormai complice, e questo mi rese euforica al massimo. Mamma piu’ volte imbarazzata, cerco’ di allontanarsi prima dello scatto, ma alla fine la tranquillizzai. La prima foto che scattammo insieme, fu sedute alla scrivania. Io abbracciata al suo collo, con il pisello duro fuori dal tanga, in intimo, che la baciavo sulla guancia, mentre lei con le gambe accavallate e in costume da bagno, cercava di sorridere. La seconda, la facemmo in piedi davanti al portatile, abbracciate con il braccio attorno alla vita, sempre con il pisellone duro fuori, ma stavolta senza tanga, che tolsi restando solo con reggiseno, calze a rete, reggicalze e zeppe. la terza foto, la facemmo in cucina, portai il computer, e lo sistemai sul tavolo, dove c’era pronta la colazione ormai fredda. scattai la foto con mamma che beveva la sua tazza di latte,e io a fianco a lei,con le chiappe spalancate dalle mie manine,dandole le spalle. in un’altra, le chiesi forse un po troppo, le domandai il favore di infilarmi nel culetto, un grosso dildo in gomma nero, lungo e largo che avevo portato da Milano. Mamma si rifiuto’, dicendo che si vergognava a tenere solo in mano quel coso, ma la convinsi ancora una volta. Aveva anche paura di farmi male, ma le assicurai che nel mio culetto, erano entrati cazzi ben piu’ grossi di quel giocattolino di gomma. Pretese e ottenne, che non la inquadrassi in viso, l’accontentai, dirigendo la fotocamera solo su di me, e sulla sua manina, che mi appoggiava delicatamente tra le natiche, il dildo di gomma, senza infilarlo dentro. l’ultima foto fu la piu’ divertente, le chiesi esagerando sempre di piu’, di masturbarmi.
Questa ovviamente fu troppo, non lo fece. ma visto mi toccavo continuamente, mamma scherzosamente sorprendendomi all’improvviso, me lo prese in mano sorridendo dicendomi che se non la smettevo si masturbarmi, me lo avrebbe strappato. Fu la foto piu’ bella ed eccitante di tutte, perche’ nell’attimo in cui lei fece quel gesto divertente, le sbrodolai addosso, e la foto venne cosi’ con l'inquadratura della sua manina che tiene il mio pisellone sbrodolante di sperma caldo. Quello, fu l’inizio di una complicita’ a tratti piacevole, altre un po meno,ma sempre bellissima. Quando finalmente rincasai a Milano, qualche giorno dopo, ero tornata a fare la vita di sempre, ma stavolta, consapevole di avere mia madre come complice. Ero contentissima ed eccitata dal fatto che ora, potevo condividere le mie esperienze con lei, questo fatto, aumento’ parecchio la mia gia’ grossa Troiaggine. Una sera, un’uomo mi aveva sorpresa sulle scale del mio palazzo, mentre rientravo da una delle mie solite uscite notturne per le strade del quartiere. stavo per salire le scale stanca e assonnata, era tardissimo, e non avevo combinato poi molto quella notte. di solito le mie uscite, miravano ad esibizioni notturne e magari se trovavo chi mi rimorchiava, ci scappava anche l'avventuretta. quella notte invece ando' abbastanza male. Nemmeno fatta una rampa di scale, che mi trovai davanti, la figura di quest'uomo, anche spaventandomi e facendomi sobbalzare di scatto. era un nuovo inquilino immaginai subito squadrandolo bene, conoscevo tutti in quel palazzo dov'ero nata e cresciuta,non lo avevo mai visto prima. nel mio condominio, cambiavano spesso inquilini. gente che se ne andava, magari dopo mesi di affitto, e nuova gente che veniva per un certo periodo, extracomunitari per lo piu’, ma anche italiani. Dunque, questo signore mi aveva beccata sul fatto, e fu subito incuriosito dal mio aspetto. non ci volle molto a fare conoscenza, avevo argomenti molto interessanti da proporgli, dato ero mezza nuda, e stavo rientrando da chissa’ dove, questo basto’ per incuriosire l’uomo.
Pochi convenevoli, ed essendoci presentati, lo invitai a salire da me. Dopo nemmeno un paio di minuti, senza nemmeno sapere chi fosse, se non conoscere a malapena il suo nome, mi stavo facendo facendo aprire bene il culetto dal suo bel cazzo duro e grosso. Fu quella la prima volta, che poi sarebbe diventata un'abitudine, che pensai di chiamare mia madre, per condividere quel bel momento con lei, da madre a figlia. Sapevo che l’ora era assai tarda, ma sapevo anche che mamma aveva molte volte, problemi a prender sonno, quindi contai di trovarla ancora sveglia. allungai il braccio e presi il Cordless che avevo proprio sopra la testiera del lettone. L’uomo era concentrato a rompermi il culetto, e al momento non fece caso alla cosa. Composi quindi il suo numero, e attesi i soliti squilli, Uno… Due..Tre…Quattro… Cinque.. al sesto mamma finalmente rispose. la salutai, “Ciao Cara… spero di non averti disturbata”, fortunatamente come dicevo, mamma era sveglissima, anche se a letto ovviamente, ma sveglia. Ansimandovo e sospirando, cercai di arrivare subito al punto, “Hai Compagnia?” mi chiese lei, risposi che stavo facendo la conoscenza di un nuovo Inquilino, appena conosciuto. Mamma forse per l’ora tarda non capi’ subito non afferrando, ma ad un mio ulteriore sospiro e ad un'altra spinta dell'uomo da dietro, le fecero realizzare la situazione. Subitomi ammoni’ di non mettermi nei guai, la rassicurai al volo, mentre il maiale adesso ancora piu’ eccitato, volle partecipare alla telefonata.
Lo accontentai, misi il Cordless sul lettone, inserendo il vivavoce,e lo appoggiai accanto a noi, Intendevo far assistere mamma a quella diretta per la prima volta, e non volevo che nulla andasse storto. Quindi la pregai insistentemente di assistermi al telefono, avevo davvero bisogno di lei, non l'avrei altrimenti disturbata le dissi sospirando continuamente, e speravo non mi tradisse. Mamma forse in stato di grazia, e di buon umore, con non poco Imbarazzo, accetto’, per quanto fosse assurda. Ero al culmine della gioia, e le presentai l’uomo con coi mi stavo da un paio di minuti ormai intrattenendo sul lettone matrimoniale. “Buona Sera Signora, Mi Chiamo Roberto…” mamma timidamente gli ispose con un “Buonasera a Lei”… logico fosse imbarazzata, ma cercai subito di metterla a suo agio, spiegandole esattamente cosa stavamo facendo, almeno a che punto della scopata eravamo fino ad ora. le descrissi nei dettagli come aveva il cazzo, lungo e nodoso, le palle belle gonfie, pelose, e come mi stesse facendo impazzire. Mamma sembro’ partecipare poco alla situazione, dato l’imbarazzo evidente, parlava il meno possibile, mentre l’uomo era entrato nel gioco, e nel modo piu educato possibile,le stava descrivendo che gran vaccona fossi. sospirava il maiale a mia madre,spingendo sempre piu’ veloce il suo bel cazzo dentro e fuori da me. io ero un gemito e sospiro continuo, ansimavo e godevo come una schifosa, mamma dal canto suo non sapendo cosa dire, cerco' di buttarla sul ridere come sempre, dicendo “Non le faccia male per favore…” la rassicurai io stessa, che piu che male, l'uomo mi stava facendo molto bene. A quel punto, tra un gemito e un sospiro, cercai di raccontare all’uomo, l’incontro che avevo avuto pochi giorni prima con mia madre, fino alle foto scattate con lei,cercando di parlare meglio che potevo. Non fu facile parlare mentre mi veniva sfondato il culetto.
L’uomo si complimento’ con mamma, dicendole che era una donna speciale per aver accettato quella situazione cosi complicata, mamma gli rispose con un semplice "Non sa nemmeno quanto sia difficile caro lei...", nel frattempo cambiammo posizione, mi ero messa sopra di lui a cavalcargli il cazzo, lui sdraiato di schiena e con il palo bello dritto mi faceva fare l’amazzone. si chiama posizione del missionario, spiegai a mamma, che di quelle cose non ne capiva nulla. Gli descrissi meglio che potevo com’era magnifico cio che stavamo facendo, sentire il cazzo dell’uomo che faceva il suo dovere dentro e fuori dal mio culetto, ormai bello allargato. Mamma non proferiva parola, ma era li che ascoltava in religioso silenzio, cosa io e il maiale dell’uomo le facevamo capire via telefono e a quell'ora tarda della sera. Ad un certo punto, le dissi che avrei voluto averla li vicino, raccontarle certe cose non sara' mai come vederle e viverle da vicino le dissi. l’uomo appoggio’ la mia tesi, dicendo che se la signora fosse venuta ad assistermi, lui avrebbe voluto avere l'onore di conoscerla personalmente. mamma rispose che non era intenzionata ad assistere alle nostre porcate, e che era gia tanto se restava li ad ascoltarle. Sorrisi, perche' sapevo che l'avrei convinta anche in quello. Mia madre e buona come tutte le madri che vogliono bene ai propri figli, ed era disposta a tutto pur di farmi felice, anche se si rifiutava sempre di ammetterlo. La cercai mentre stavamo per venire entrambi, l’uomo poco dopo, mi scarico’ dentro al culo un litro di caldo sperma, venendo con un gemito lungo di piacere, mentre io gli venivo sul petto sporcandolo e tenendogli le mani, con la testa all’indietro ad occhi chiusi dal piacere, i lunghi capelli sulla schiena che mi solleticavano. siamo venuti quasi insieme, io sospirando il nome di mia madre, lui con un sospirone lungo, per poi lasciar spazio ad un piccolo break di silenzio.
Lasciai le mani dell’uomo con cui mi ero tenuta fino a quel momento, raccolsi lo sperma dal suo petto, e la leccai sul palmo della mia stessa mano,torando a parlare a mamma, che chiese se avevamo finito, e poteva andare finalmente a dormire. io e l’uomo ci guardammo in faccia ridendo, poi la congedammo, ringraziandola ripetutamente della sua disponibilita’ e della pazienza.Mamma ci saluto’ augurandoci la buona notte, e facendomi promettere che almeno per quella notte, bastava cosi’. le dissi che era ormai tardi per trovare altri uomini disponibili, e che la scopata di poco fa,mi era piu’ che bastata, almeno per quella notte. Mamma prima di salutarci, non pote’ trattenersi dal buttarmi un'altra delle sue battutine ironiche che tanto amavo di lei: “Prima di dormire, metti a lavare le lenzuola, chissa' come le avrete conciate” avevo ancora il cazzo dell’uomo nel culo, anche se si stava ammorbidendo, mi alzai da lui, e una colata di sperma, fini’ sul lenzuolo sporcandolo. ridemmo ancora, finalmente chiusi la telefonata con mamma, e andai in bagno insieme all'uomo per lavarci. lui dopo avermi dato una sonora pacca sulla natica destra, si lascio’ lavare il cazzo da me, ovviamente prima lo ripulii con la lingua, inginocchiata davanti a lui, poi glielo insaponai bene, e infine glielo lavai accuratamente. Un servizio completo insomma,altra pacca sulla natica e la promessa di rivederci magari il giorno dopo, stava due piani sopra di me, finche' sarebbe rimasto in quel palazzo, non poteva scappare.
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