Certo che la vita è strana. Sono le tre di notte e sono qui, da sola, ad allattare mio figlio. Sembra solo ieri quando ero ancora una verginella insicura. La mia memoria va subito alla mia prima fidanzata, se la vogliamo chiamare così. Già sono una donna e la mia prima amante era anche lei una donna, per giunta molto più grande di me.
Avevo 17 anni e non avevo ancora fatto sesso. La cosa non mi pesava, anzi, trovavo sciocche le mie amiche che si vantavano delle loro prestazioni sessuali. Come posso dire loro erano semplicemente più disinibite di me. Di possibilità ne avevo avute a pacchi, avevi ricevuto proposte anche da i loro cosiddetti fidanzati, ma li avevo trovato tutti idioti e con poca attrattiva.
In tutta sincerità dentro me stessa pensavo di essere lesbica, ero molto attratta dai corpi femminili e spesso fantasticavo sulle mie amiche e avrei fatto volentieri sesso con loro. In quel caso entrava in gioco la mia insicurezza e la mia incapacità di approcciarmi al mio stesso sesso. Fino a quando…
Ricorderò sempre la prima volta che la incontrai, del resto in un certo senso mi ha cambiato la vita.
Avevo 17 anni e decisi di trovarmi un lavoretto estivo presso un locale della zona. Con mia grande sorpresa venni assunta, forse per la mia presenza fisica o forse perché mi accontentavo di 500 euro al mese, per me allora erano una cospicua somma di denaro. Dopo un periodo abbastanza imbarazzante, imparai a svolgere le mie funzioni e la vita scorreva tranquillamente, poi conobbi la moglie del mio capo, e già fu lei la mia prima fidanzata, Antonella.
All’epoca aveva 37 anni, venti più di me, era decisamente una bella donna mora, magra, elegante e con un seno importante. Non so per quale motivo, almeno allora, mi prese sotto la sua ala. Mi dava consigli, mi offriva spesso la cena e ogni tanto uscivamo a fare shopping, dove mi regalava vestiti meravigliosi. I miei colleghi mi chiamavano la cocca della mamma, ma io me ne fregavo.
Rimanemmo amiche anche quando tornai a scuola e smisi di lavorare. Mi chiamava praticamente ogni settimana, poi arrivò il mio compleanno e per cortesia la invitai, credendo o forse sperando che non venisse. Cosa ci faceva una quasi quarantenne in mezzo a una massa di ragazzini.
Io mi ero affezionata a lei e in qualche modo mi sentivo attratta, ma mai potevo immaginare cosa sarebbe capitato quel fatidico giorno.
Come immaginavo declinò il mio invito, ma mi chiese di passare a casa sua per le 18 per consegnarmi il suo regalo e farmi gli auguri. Quindi corsi da lei subito dopo la palestra. Quando mi aprii la porta aveva un completo intimo e la cosa mi sorprese, di solito non era mai trascurata, è anche vero che, la maggior parte delle volte, la incontravo sul lavoro.
“Entra tesoro, scusa il mio abbigliamento, ma stasera ho un appuntamento importante e mi stavo cambiando”
“Si figuri, posso dire che le dona” – Si durante questi mesi non ero ancora riuscita a darle del tu.
Lei rise – “Sciocca non vado mica vestita così, sai sto per comprare un hotel ad Alghero e voglio presentarmi bene”
Mi baciò affettuosamente sulle labbra e la cosa mi stupì, era la prima volta che lo faceva.
“Sai è un peccato che non lavori più per noi, mi manchi, sei l’unica persona decente che sia mai capitata in quel inferno”
“La ringrazio, ma penso che esageri”
“Come sei dolce” – E mi baciò ancora, ma cosa le era preso – “Comunque torniamo a noi tesoro, vedi quel pacchetto sul tavolo è il tuo regalo, spero che mi farai il piacere di indossarlo davanti a me”
Quindi era un vestito? Aprii il pacco e vidi la cosa più bella che avessi mai desiderato. Era un Armani da almeno 2000 €, era senza spalline, nero, aderente, aveva dei disegni spettacolari e la gonna era corta.
“Ma lei è pazza non posso accettare” – Nello stesso tempo lo desideravo.
“Non fare la scema te lo regalo volentieri, ora per favore fammi vedere come ti sta”
Io ero appena arrivata dalla palestra e sotto ero praticamente nuda, ma me ne fregai. Mi tolsi di corsa la tuta, rimanendo in topless e mi infilai quella meraviglia. Cercai con gli occhi uno specchio, volevo vedere come mi stava.
“Tesoro su vieni con me in camera, li ho un meraviglioso specchio a muro. Credo che muori dalla voglia di ammirarti” – Mi sorrise
La seguii e mi precipitai verso quella enorme superficie riflettente, mi piaceva da matti. Facevo mille piroette per ammirarmi da ogni lato, quasi mi misi a piangere.
Lei si avvicinò dietro di me, mi scostò leggermente i capelli da una spalla e me la baciò. Era sempre più strana.
“Sapevo che ti donava tesoro, ora però ti voglio fare una piccola confessione” – E mi baciò ancora la spalla.
“Mi sei sempre piaciuta, sin dal primo giorno che ti ho incontrata, ma non osavo avvicinarmi troppo perché sei piccolina” – Io non capendo cosa volesse ero agitata – “Oggi però compi 18 anni, lo so non cambia molto rispetto a prima, pero lasciami dire che vorrei darti un altro regalo, se mi permetti”
“Signora non credo di capire” – Ero in totale panico
“In questi mesi mi hai fatto riscoprire la bellezza e la gentilezza delle donne, è un po’ che non mi sentivo così” – Poi fissandomi tramite lo specchio – “E so che non ti sono indifferente, sbaglio?”
“No, mah” – Le parole mi uscivano a stento.
Mi girò di scatto e mi baciò sulle labbra stavolta con più insistenza – “Rilassati tesoro”
Avvicinò ancora le sue labbra alle mie, ma stavolta premette la sua lingua sforzando le mie labbra socchiuse. La mia resistenza cedette immediatamente e sentii la sua lingua scontrarsi con la mia. Cosa cavolo stava succedendo.
Sentivo il suo petto battere contro il mio e le sue mani che sfioravano il mio corpo. Erano mesi che sognavo questo momento, ma mai mi sarei aspettata di farlo con lei.
Abbassò la parte superiore scoprendomi le tettine e me le leccò.
“Sono piccole e deliziose” – La sua lingua accarezzava dolcemente i miei capezzoli e io rimanevo li impalata senza sapere cosa fare.
“Ora amore sdraiati sul letto” – Obbedii – “Alzati il vestito e mostrami la tua passera”
“Forse dovrei andare, mi aspettano per la festa” – Ero confusa e eccitata, ma troppo impaurita.
Lei mi premette un dito sulla mia bocca – “Ora tesoro fai quello che ti dico”
Mi alzai il vestito lentamente, mi tolsi le mutandine slozze e, appoggiando le mie mani sul mio seno, rimasi li a gambe aperte, con la mia passera, appena depilata, in mostra.
“Sai questa moda della figa senza peli non mi piace molto, ma imparerei” – Mi baciò ancora accarezzandomi le tette – “Ora masturbati per me”
Ero in trappola, non potevo fare altro. Allungai la mano destra e mi infilai due dita nella figa. Mi stavo arrapando lentamente e le mie dita si muovevano in modo esperto dandomi piacere.
Antonella mise la sua mano sopra la mia – “cara devi farlo più velocemente” – Con forza mi aiutava a masturbarmi. Non sono mai stata così eccitata in vita mia. Mi infilò ancora una volta la sua lingua in bocca, ma stavolta contraccambiai, nonostante la mia inesperienza.
“Ti stai divertendo vero tesoro?”
Io annui.
“Bene ora ci vuole il dolce” – Si alzò in piedi, si diresse verso i miei piedi – “Non smettere di toccarti”
Mi apri delicatamente le gambe e si infilò dentro con la sua testa. Sentii all’improvviso qualcosa di umido che mi leccava, era la sua lingua. O mio dioooooo.
Non avrei mai pensato che fosse così travolgente, probabilmente l’avrei fatto prima.
Lei esplorava tutta la mia figa, soffermandosi principalmente sulle mie labbra superiori. Io intanto mi stavo massaggiando il clito. E’ proprio vero, quando fai sesso ti senti proprio esploderti interiormente e per me era la prima volta.
Istintivamente spinsi la sua testa, con la mia mano sinistra. La volevo ancora di più dentro di me. Gli spasmi si facevano sempre più intensi e pure io da novizia sapevo cosa stava per succedere.
Le sue labbra spompinavano delicatamente il mio clito e le sue dita si introdussero dentro di me.
Ero in estasi.
Le sue dita mi penetrarono sempre con maggior vigore.
“E’ ora di venire amore mio”
I miei gemiti erano sempre più intesi, respiravo a fatica e poi successe.
Inarcai la schiena, urlai di getto e le mie gambe si bagnarono cospicuamente. L’orgasmo più intenso della mia vita, almeno fino ad allora.
Mi sentivo stravolta, respiravo ancora a fatica. Si sdraiò sopra di me con il suo corpo da donna matura e mi baciò delicatamente.
“D’ora in poi sei la mia ragazza, hai capito?”
“Ma lei è una donna sposata”
“Non mi importa nulla di quello smidollato, io faccio quello che voglio”
Allora estasiata le risposi di si.
“Brava la mia cucciola” – Si alzò e mi aiutò ad alzarmi – “Ora mi farai un altro piccolo favore” – Sorrise – “Durante la festa indosserai il vestito che ti ho regalato, ovviamente senza intimo, così ricorderai cosa abbiamo appena fatto”
Dopo esserci scambiate ancora dei baci, me ne andai, anzi direi che corsi via da quell’appartamento.
Ci volle un po’ per risvegliarmi da quel sogno e, nonostante che durante la festa mi divertii, il mio pensiero tornò ad Antonella e al sesso che avevo appena praticato.
Non sapevo ancora che la mia vita sarebbe stata sconvolta nel giro di pochi anni.
to be continued…..
Lucetta
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