La mia passione era iniziata per scommessa che lavoro, all’epoca avevo quattordici anni frequentavo la terza media, mamma accusava un brutto mal alla spalla sinistra, il venerdì finito il turno pomeridiano aveva preso un appuntamento dal medico, le aveva prescritto una cura di antidolorifici da associare a dei miorilassanti. Io, avevo appena finito di fare i compiti con Giulio il mio compagno di scuola, sinceramente non avevo fatto molto caso l’ora che si era fatta eravamo nel mese di gennaio. Mamma, appoggia la borsa sul tavolo curioso guardo dentro, tiro fuori le ricette del medico ed un foglio con le indicazioni della cura, vedendomi armeggiare “Mettiti le scarpe, e scendi in farmacia”, non aspettavo altro per prendere una boccata d’aria, in un attimo sono pronto con scarpe giaccone. Prendo le ricette ed il portafoglio, lei spogliata ed infreddolita si butta sotto la doccia del bagno in camera sua. Scendo, entrando in farmacia, il dott. Stefano dialoga con una Signora che chiede consigli di un ricostituente per dare ai figli che non sono proprio attenti nello studio e consiglia del Be-total sciroppo, non molto indigesto e meglio delle solite iniezioni. (Il farmacista piemontese e consorte prima di abitare nella villetta fuori città, abitavano al quarto piano sopra noi) Dal retro esce una dottoressa esile sulla quarantina simpatica che mi serve, due confezioni di Voltaren fiale da 3 ml. ed una di Muscoril fiale da 2 ml. vedendo la cura il dott. Stefano “hai anche bisogno delle siringhe ?”, e rivolgendosi alla dottoressa chiede se è capace lei “no”, il dialogo continua istruendomi come farle e dove vanno fatte. [Con il farmacista ho fatto a scommessa che avrei fatto le punture a mamma.] Mi porge il sacchetto con i medicinali ricordando di ritornare il lunedì che data l’ora non riuscivano a ordinare la seconda di Muscuril, comunque la cura poteva iniziare a farla. Rincasando, mamma e già in pigiama con calzettoni e giacca di lana, prontamente “ti sei perso è mezzora che sei sceso per andare in farmacia davanti casa”. Tolgo scarpe e giacca, vado in bagno a lavarmi le mani, apro l’armadietto dei medicinali se ci sono delle siringe, mamma arriva mi dice: ”ti ha dato il sacchetto sbagliato, le mie sono supposte e pastiglie” io avendo letto e riletto strada facendo il foglio della cura e quello sulle ricette, scherzando si supposte di vetro e pastiglie liquide” “No, non voglio fare le iniezioni” rispose con tono quasi da bambina capricciosa. Mi dice ceniamo e poi salgo a vedere se c’è Mario ”, finito di asciugarmi le mani, con il cuore che batteva a mille – dai, prendi i dischetti di cotone e l’alcool ed il medicinale che iniziamo- Lei ”scherzi vero” ed un lungo silenzio, “no, il dottore mi ha detto come devo fare, per imparare ho bisogno di una cavia” Lei: ”ed io sarei la cavia” “certo, possiedi tutti i requisiti necessari, preparo la siringa, segue i miei movimenti attraverso il grande specchio del bagno. Rompere le fiale. (l’agitazione cresceva per entrambi) Aspirare il medicinale da una fiala e poi dalla seconda con le due fiale 5 ml il massimo. Poi prendere l'ago e applicarlo alla siringa (tesa... aspetta soltanto i buchi il culetto). Faccio uscire un pò di medicinale non ci sia aria.” Mi guarda con gli occhi lucidi “devo proprio” io: “se ti faccio male, questa è la prima e ultima. Andiamo sul letto, o appoggiati alla lavatrice? Sospirando si abbassa lentamente il pigiama e si appoggia alla lavatrice con la mano sinistra, con la destra tiene maglia e canotta all’altezza ombelico, come tocco la pelle con il cotone bagnato, scattò “stai ferma” le dissi con voce tranquilla poi disinfettai ancora per bene .“Rilassa bene il muscolo” dissi nuovamente palpeggiando un po’ la natica destra”,--“Non ci riesco” mi disse, [decisamente per me, quattordici anni avere davanti due natiche avendo la possibilità di godermi il panorama anche se, con qualche leggero filo di cellulite era il massimo], con la sinistra un leggero pizzicotto per alzare la carne e bucare meglio, affondo l’ago in un attimo arrivo a metà della quantità da iniettare estraggo l’ago e massaggio delicatamente. Chiedo di spostarsi leggermente per il secondo, stupita” hai già terminato con questa”---“si, hai sentito male?”--“no” cambio l’ago con uno nuovo e passiamo al secondo buco molto più ...
... tranquillo io e rilassato stessa operazione un massaggio ed il buco. Massaggio e con la mano destra tiro su il pigiama, si gira mi abbraccia come non mai con le entrambe le mani le massaggio i glutei per far si che il medicinale si distribuisca, momenti interminabili interrotti dall’arrivo del babbo, che chiede cosa le ha detto il medico, lei tranquilla “Punture e senza alludere ed aveva iniziato la cura”. Babbo, geloso ha chiesto se era stato da Mario senza ricevere risposta. Cenammo, dopo avere messo i piatti nella lavastoviglie, un po’ di televisione e poi mamma. Domani è sabato e ultimo giorno di scuola della settimana con due ore di lezioni. Tutta la notte non ho riposato per quello che avevo fatto la sera, e per quello che mi aspettava il mattino seguente, lei alle 7.00 mi chiama mi vesto, mi lavo e vado in cucina lei dopo avermi preparato la colazione, tavolo dal mio lato: merendina e latte, su un panno bianco c’erano scatole delle iniezioni, siringhe accanto il cotone e l’alcol, si ritira in bagno per lavarsi tempo di finire colazione mi chiede di preparare il tutto. Dico di si, (non stavo nella pelle rigodermi il panorama) arriva con solo la maglia del pigiama lasciandomi vedere la patata riccia castana ed un meraviglioso mappamondo. Si appoggia al tavolo prima come sulla destra e poi sulla sinistra la buco, mentre faccio il secondo buco mi sento osservato il babbo alzatosi per andare in bagno ci osservava in silenzio. Complimentandosi con entrambi e chiedendo a me chi mi aveva insegnato ed alla mamma che era una buona cavia. E che aveva avuto la risposta alla sua domanda di ieri sera.
Questo è stato l’inizio di altri buchi prima agli/alle Amiche di famiglia.
Giovanna Esse
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