La punizione aziendale

  • Scritto da mikimark il 03/09/2022 - 17:07
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L’invito era giunto improvviso. L’ingegner Rossi, l’amministratore delegato dell’azienda, aveva invitato nella sua villa Roberto e Maurizio, i due giovani responsabili della contabilità. Stranamente con le rispettive mogli. Le due coppie erano ben conosciute da tutto il personale dell'azienda. Giovani, vivaci e belle non avevano potuto nascondere la loro avvenenza a tutti i colleghi. Ed erano invidiati sotto tutti i punti di vistaAnche il direttore tecnico Marini era stato convocato a questa riunione questa volta ristretta. Molto privata.

Non capisco la necessità di convocarci nella sua villa con le nostre rispettive mogli - disse sorpreso ed un po' preoccupato Roberto a Maurizio, il suo collega da tanti anni della contabilità – Mia moglie Raffaella è una donna timida, molto introversa e non vuole avere intrusioni nella sua vita privata da parte di persone del mio lavoro. Dovrò faticare a convincerla a partecipare a questa mia serata di lavoro!”.

Effettivamente Raffaella, che anche Maurizio conosceva appena, era una bellissima giovane donna. Biondina con i capelli corti con frangetta, aveva un corpicino da sballo. Era stata una fotomodella ed aveva deciso di abbandonare il mondo della moda per diventare esclusivamente la moglie di Roberto.

Anche Alessandra, la moglie di Maurizio, era una bellissima e giovane donna. I lunghi capelli neri facevano da cornice ad un bellissimo volto dove gli occhi azzurri, grandi ed espressivi, le davano un fascino da cerbiattina sempre un po' impaurita.

Anche il corpo di Alessandra era da sballo: gambe lunghe e affusolate, due seni slanciati verso il cielo e un culetto da sogno. Insomma una gran bella femmina. E anche lei si era subito mostrata alquanto indispettita dal dover partecipare a quella che riteneva sarebbe stata una noiosissima cena di lavoro con il panciuto amministratore delegato e il suo viscido direttore tecnico. Ma in più detestava in particolare Rossi. “Lo detesto, ogni volta che mi vede! - disse al marito – Mi mette a disagio! Si nota subito che mi spoglia con gli occhi e non riesce neppure a nascondere la sua penosa e squallida eccitazione. Non escluderei la possibilità che ogni volta, dopo avermi vista, lui viaggi con la sua fantasia e, insomma... Sì, che si faccia da solo quello che immagini pensando al mio corpo e a tutto il resto! Ma io sono tua moglie e tutto questo mi dà molto, molto fastidio! E dovrebbe infastidire pure te. Tesoroserata chr sembrava proprio una squallida ...”

Lo stesso trattamento l’amministratore, insieme a Marini, lo riservava anche a Raffaella, che proprio per questo motivo inizialmente si rifiutò di partecipare alla strana serata che assomigliava ad una squallida riunione aziendale tra i due mega dirigenti e due dipendenti totalmente asserviti. E questa volta con le proprie consorti!

Non riesco a convincerla! - brontolò Roberto a Maurizio - Teme di non riuscire a nascondere la sua insofferenza nei confronti dei due direttori e quindi teme di intralciare la mia carriera! Stasera spero proprio di convincerla”.

Alla fine, in cambio della promessa di uno splendido week-end in montagna, Roberto era però riuscito a convincere la moglie a partecipare alla serata.
Anche Alessandra, che aveva avuto degli strani presentimenti, aveva cercato di convincere Maurizio a non portarla alla cena. Ed aveva elencato al marito una serie di scuse da presentare al boss. Alla fine, però, anche lei aveva desistito e aveva accettato.

Amore, come pensi dovrei vestirmi stasera? - chiese Alessandra a Maurizio un po' infastidita – Preferirei elegante ma più possibile coperta e castigata...” “Amore, lo sai che qualsiasi abbigliamento tu scelga sarai bellissima.” “Va bene, amore. Mi vestirò, però, soprattutto pensando al dopocena con te...” Maurizio capì il messaggio e si eccitò.

Appena arrivati alla villa si accorsero subito che si stava preparando qualcosa di strano. Mancava la servitù e il tavolo imbandito era stato preparato da due servitori di colore probabilmente scelti per quella serata.

Raffaella era già arrivata in compagnia di Roberto e, bellissima ma un po' imbronciata, era già seduta in un angolo della enorme sala. Era splendida e indossava un cortissimo vestito bianco che esaltava le sue forme che si intravedevano assai bene.

Roberto cercava di nascondere il nervosismo della moglie chiacchierando con noncuranza con il direttore tecnico.

Alessandra era anche lei nervosissima: il suo completino nero faceva fatica a nascondere, per le sue trasparenze, le sue splendide fattezze.

La cena ebbe inizio e subito i due direttori esternarono pesanti ed inopportuni apprezzamenti sulle due ospiti. Raffaella e Alessandra manifestarono subito dei chiari segni di insofferenza ai quali fecero riscontro commenti ancora più pesanti da parte dei due uomini ai quali evidentemente piaceva imbarazzare le due donne.

E intanto aumentava la quantità di vino e di altri drink volutamente assai alcolici che le signore dovevano continuamente ingurgitare a fatica per compiacere agli insistenti inviti dei due dirigenti.

Il primo segnale di cambiamento del clima della serata si ebbe quando, con enorme imbarazzo delle due giovani donne, i due inservienti negri si presentarono improvvisamente con le solite bottiglie di champagne indossando solamente due piccolissimi tanga che a fatica nascondevano gli uccelli dei due. Subito si intravidero le dimensioni veramente notevoli. I due giovani uomini di colore erano indubbiamente ben forniti!

Alessandra e soprattutto Raffaella, sulle quali gli effetti dell’alcol cominciavano a fare l'effetto voluto dal padrone di casa e dal suo perfido complice, non riuscivano a nascondere un grande imbarazzo mescolato ad un vero turbamento.

Fu a questo punto che Rossi, in un silenzio glaciale, iniziò a spiegare il motivo per cui le due giovani coppie erano state invitate a quella strana serata.

Mi risulta, o meglio ho fatto risultare, dei notevoli ammanchi di cassa e numerosi mancati pagamenti. Fatture regolarmente pagate dall’ufficio contabilità non sembrerebbero invece essere da voi due effettivamente registrate. E' ovvia la complicità dei fornitori che testimonierebbero in qualsiasi momento la vostra disonestà nei confronti dell’azienda della quale io sono a capo e responsabile. Come naturalmente il dottor Marini, direttore tecnico e pure per questo invitato a partecipare stasera a questa serata volutament desiderata da entrambi!

Ora quindi voi due rischiate il licenziamento, la denuncia e la sicura condanna. Non penso che le due vostre graziose mogliettine sarebbero molto contente di vedervi entrambi per un lungo periodo segregati in qualche carcere del nostro Meridione. Tutto ciò potrebbe però essere evitato...”

Si interruppe in attesa di qualche domanda dei due contabili. E Roberto, infatti, dopo aver appena sussurrato un ingenuo suo non intendere chiese affannato ulteriori spiegazioni. “Cosa c’entrano qui ora le nostre mogli? - chiese il più giovane dei due contabili – Sono cose inerenti il mio lavoro. E di Maurizio! Non capisco proprio le presenze di Alessandra e Raffaella! Le nostre mogli...”

Fu il dottor Marini, il viscido direttore tecnico, a dare la risposta che gli impiegati truffaldini non immaginavano proprio!

L’amministratore delegato ed io siamo convinti che le vostre due belle mogliettine non potrebbero non aiutarvi in questo difficile momento. Come? Semplice, accettando di farci trascorrere una splendida serata! Anche se non più giovanissimi, siamo sempre due uomini! E le vostre due mogli sono due splendide donne e ancor più due femmine eccezionali! Diciamo, insomma, che devono accettare, senza limiti, di soddisfare alcune nostre voglie un po’, particolari... Voi mi capite, vero?”

Solo così le vostre mogliettine eviterebbero ai loro maritini di ritrovarsi in carcere per qualche anno. Vi è tutto chiaro, adesso?”

Alessandra era ammutolita. Raffaella, invece, non riuscì a trattenere un “Maledetti sporcaccioni e vili ricattatori!”

Fu l’amministratore che subito la censurò. “Oh no, signora Raffaella! Non dica questo! Allora non ha ancora capito... Non deve fare così... Gli incartamenti per la denuncia di suo marito e del suo collega sono già qui raccolti nel mio cassetto e pronti ad essere spediti a chi di dovere!”

Raffaella prima impallidì e poi divenne tutta rossa in volto,

E l'uomo allora imperterrito continuò. “Anzi, per iniziare il gioco che faremo, per prima cosa sarà proprio lei, signora Raffaella! Comincerà proprio lei con ol levarsi qualcosa... Una sola cosina, per il momento... Voglio essere generoso, all’inizio e non imbarazzarla subito troppo! Si tolga quelle splendide scarpette a spillo. So che a lei, ex modella, ciò costerà un po! Ma è proprio quello che voglio! Il suo fastidio e la prima piccola umiliazione! Per una ex fotomodella come lei... Scalza e con i piedini nudi... Ma con quelle bellissime gambe che si ritrova... Con quel bel vestitino bianco così corto...”

Amore, andiamo via, ti prego! - gemette allora subito Raffaella - Se ubbidisco ho paura che dopo non ci sarà per me più scampo... Ho paura che questi due uomini siano molto, molto perversi... E pure fantasiosi nelle loro cattuverie!”

Roberto era frastornato. Gli sembrava di vivere un incubo. Fu capace solo di sussurrare flebilmente alla moglie disperata solo alcune parole. “Amore, Raffaella, ti prego, cerca di capire...”

Raffaella, rabbiosamente, di scatto si levò le due scarpette bianche con il tacco dodici a spillo e rimase, così, scalza. Sarebbe stato per lei, questo, l’inizio di un incubo.

Alessandra, nel frattempo, era rimasta silenziosamente a guardare. Sapeva che presto sarebbe toccato anche a lei.

Fu infatti a questo punto che Rossi iniziò a svelare i suoi turpi pensieri.

So che voi due avete frequentato l’università. E pure le vostre mogli. L'ingegnere ed io siamo sicuri che, da belle matricole universitarie quali erano state, almeno per una volta hanno partecipato a quelle belle feste dove i maschietti si inventavano i più strani giochetti per mettere a nudo le più belle e giovani compagne di facoltà. In tutti i sensi, naturalmente... Ed a me piaceva in particolare soprattutto farle partecipare a degli improvvisati strip-poker... Con finalità facilmente prevedibili!

Raffaella ed Alessandra si guardarono prima di aver abbassato il capo. Capirono benissimo ed entrambe trasalirono. Ricordavano benissimo i pesantissimi pegni che avevano dovuto tutte e due subire a quelle feste! Chissà perché loro perdevano sempre e alla fine non si erano contati i pompini che avevano dovuto fare agli anziani della facoltà. E pure le loro sborrate che, volenti o nolenti, avevano dovuto sorbirsi. Tutte copiose e maleodoranti! Ma allora erano state costrette a farlo! Anche gli schifosi ingoi tra le risate di tutti gli spettatori presenti. E alcuni. i più perversi e maliziosi, avevano anche immortalato con i loro cellulari tutto il loro disgusto, imbarazzo e soprattutto tutta la loro naturale difficoltà nel farsi riprendere per la prima volta in quei momenti per loro così difficili! Quanti scatti avevano fatto quei mascalzoni! Mai visti dopo dalle due giovani, ingenue, ma troppo belle matricole! Ma conservati gelosamente nella sede segreta della goliardia universitaria!

No, proprio no! La goliardia non aveva avuto quella volta limiti e per le belle matricole era stata quasi un obbligo sottomettersi e subire. E, almeno per una volta, avevano dovuto sottostare alle voglie più peccaminose degli anziani della facoltà. Altri tempi però e, soprattutto, altri uomini!

Dopo, da donne sposate, queste umiliazioni subite da giovani universitarie non le avevano mai raccontate a Roberto e Maurizio! I loro amati mariti!

Sì, direttore, io sono laureata e da giovane matricola ho partecipato a quelle feste... - esclamò subito con rabbia Raffaella sempre più furente – Ma io questa volta lo strip non lo farò! No, proprio no!”

No, non vedrà nemmeno un centimetro del mio corpo - aggiunse subito dopo Alessandra stizzita ancora più furente e senza alcuna esitazione - No, non si masturberà schifosamente su di me. Perché è questo quello che lei vuole, vero? Dopo avermi vista nud! Senza magari proprio nulla addosso!”

Vedremo, vedremo, belle signore...” replicò l’amministratore. Ed estrasse dal cassetto un nuovo fiammante mazzo di carte.

Chi vince la mano ha il diritto di scegliere la vittima che dovrà levarsi un indumento. In caso di bluff scoperto la pena sarà doppia. Tutto chiaro?”

Raffaella, come risposta sussurrò al marito: “Ti prego, portami via, Sei ancora in tempo per salvarmi!”

Ma per la prima volta mostrò una certa rassegnazione.

Alessandra, invece, rimase silenziosa, ma la sua ira era egualmente ben evidente.

Tris d’assi – annunciò il direttore tecnico – Ed ho il sospetto che nessuno mi batterà. Vero Raffaella?”

Da quelle parole risultò chiaro che era evidentemente proprio lei la prima vittima.

No, non posso, vi prego!” - sussurrò flebile la giovane donna – No, vi prego...” “Le regole sono chiare! – tagliò corto Rossi – Quindi, signora, a sua scelta!”

Raffaella non era molto vestita. E così si scoprì che la bella moglie di Roberto usava delle bellissime calze autoreggenti bianche. Se le sfilò contorcendosi tutta, sforzandosi il più possibile di non mostrare nulla di quello che si intravedeva sotto il bellissimo ma anche cortissimo abitino bianco. A questo punto tutti notarono un crescente nervosismo da parte di Alessandra. Si capì più tardi il motivo.

Rilancia? Non le credo carissima signora, e la vedo.”

Alessandra sapeva di essere lei la successiva vittima e aveva tentato un velleitario bluff miseramente scoperto dal sempre più eccitato Rossi.

Doppia pena, signora Alessandra, mi dispiace! - sogghignò l’uomo esibendo un tris di re che cancellava la misera doppia copia della moglie di Maurizio. La quale, purtroppo, non proponeva un abbigliamento adatto a quel tipo di serata. Anzi a quel tipo di gioco. Se infatti non fu fastidioso, come lo era stato per Raffaella, levarsi le bellissime scarpe nere a tacco a spillo vertiginoso, ben più imbarazzante era fare a meno del secondo indumento che, per il bluff scoperto, doveva essere sacrificato.

Un violento rossore comparve sul suo volto quando fu costretta a sfilarsi il bellissimo vestitino nero che con le sue trasparenze tanto aveva fatto arrapare sia l’amministratore che il direttore tecnico. E si capì anche il perché del nervosismo che già prima Alessandra aveva mostrato.

Come aveva anticipato nel pomeriggio al marito, la donna aveva optato nell’abbigliamento intimo per qualcosa che lui solo dopo la cena avrebbe potuto gustare. Il completino nero di biancheria intima che proponeva era semplicemente da urlo. Il reggiseno consisteva in una strettissima fascetta nera completamente trasparente che a stento nascondeva le sue enormi areole ed i due grandi e turgidi capezzoli.

Le mutandine, inoltre, praticamente non esistevano. Erano uno strano connubio tra perizoma e tanga abbinato a una trasparenza totale nera, eguale a quella del reggiseno. Alessandra era praticamente nuda. E, rabbiosamente, sapeva di esserlo.

Non aveva proprio immaginato di esibire così il suo intimo. No, non a suo marito! L’imbarazzo era tanto. Troppo! Il violento rossore delle guance e il tentativo goffo di nascondere qualcosa con le mani eccitavano ancor più i due uomini dell’azienda che fissavano lo splendido seno di Alessandra. Le due rosee e ben disegnate aureole che appena si vedevano esaltavano i seni che orgogliosamente si slanciavano verso il cielo. Per non parlare poi del ciuffetto nerissimo che si intravedeva sotto le microscopiche mutandine.

A Maurizio stava montando una rabbia che a fatica controllava.
Dava un gran fastidio che i due uomini vedessero la sua giovane e bella mogliettina quasi nuda. La stessa ira che ancor più assalì Roberto quando la mano dopo toccò a sua moglie subire un doppio pegno non avendo portato a sua volta a buon fine un bluff che sapeva tanto di disperazione.

Raffaella non parlava più, teneva la testa bassa nascondendo un volto che passava dal rossore più violento a un preoccupante pallore. Doveva rinunciare a due dei tre indumenti che ancora indossava. Almeno tutti pensavano che tanti fossero. Roberto non potè trattenere un’imprecazione quando sua moglie, levandosi il bellissimo e cortissimo abitino bianco mostrò che, sotto, indossava solo un minuscolo e candido perizoma.

Vi prego... - sussurrò la splendida Raffaella prima di contorcersi tutta nel tentativo di proteggere le sue intimità – Non voglio, così...”. Ma anche l’ultimo mini indumento dovette cadere. Rimasta nuda con una mano disperatamente allargata tentava di nascondere il piccolo ma bellissimo seno. Con l’altra copriva appena il suo bocciolo che trionfava per la curata totale depilazione che tutti potevano notare e apprezzare.

Roberto, vedendo sua moglie in quella situazione di palese umiliazione e sottomissione non potè non inveire nei confronti dei due uomini che gli stavano di fronte.

L’indifferenza anzi dei due che si godevano la sua mogliettina senza più nulla addosso lo frustrava ulteriormente.

La stessa umiliazione la provò Alessandra quando la mano successiva perse la mano. Il suo tris di re era stata una mera illusione di fronte al full dell'ingegner Rossi che aveva ben architettato quel giochino. Per godersi le due belle mogli dei suoi dipendenti. Erano già quasi nude le due femmine e lo eccitavano il fastidio e rancore che entrambe mostravano a esibirsi così. Ed era l'inizio...

Il mancato bluff costava infatti ad Alessandra assai caro. Reggiseno e mutandine finirono nelle mani del direttore tecnico che rimase per parecchi secondi in contemplazione dei bellissimi seni nudi della moglie di Maurizio. Ma soprattutto si eccitò, e lo si vide bene, osservando con bramosia il pelo nerissimo che la donna offrì quando caddero le mutandine. Dopo appena quattro mani, per sfortuna e imperizia, le due donne si ritrovavano completamente nude di fronte a due uomini che da quel momento in poi avrebbero fatto di tutto per umiliarle e per costringerle a piegarsi alle loro voglie che si sarebbero rivelate sempre più turpi.

La mano dopo Raffaella, ormai in stato confusionale, perse di nuovo malamente facendosi vedere un altro bluff. Doppio pegno. Il primo consisteva, secondo le parole del direttore, nel mostrarsi, senza alcuna inibizione e da ottima fotomodella quale era stata, davanti al cellulare trasformato in una macchina fotografica. Invitata a salire su un tavolo, Raffaella venne costretta ad esibirsi. E subito, impietose, partono le raffiche di clic fotografici. Con le lunghe gambe ben spalancate, alla pecorina, di schiena con la gambe ben allargate. Erano foto rigorosamente pornografiche. Raffaella non aveva mai posato così! Nuda ed in quelle pose! E davanti a Roberto il suo gelosissimo marito!

Ma ancora più pesante risultò il secondo pegno da pagare.

Carissima Raffaella – la informò a bassa voce l'uomo che suo marito aveva tradito - Ora chiamerò qui il mio servo Abdus. Come hai già osservato prima, l'uomo è dotato di un cazzo dalle dimensioni notevoli. Come tutti i giovani uomini di colore ha un uccellone dalle misure spropositate! E soprattutto è un gran produttore di sperma. Proprio così. Ha la particolarità di produrre, ad ogni orgasmo, una quantità notevolissima di sborra. Ebbene, lei dovrà, nella maniera che preferisce, farlo godere. Sarà uno spettacolo che lei, da femmina quale è, sicuramente apprezzerà. Come pure, sono certo, lei sarà capace di farlo sborrare in tempi brevissimi e nel migliore dei modi.”

Raffaella prima impallidì e poi divento tutta rossa. “Nooo non posso! - urlò lei – E non voglio! C'è anche mio marito, qui... Non posso far venire un altro uomo davanti a lui! Non me lo perdonerebbe mai più!”

Proprio lui è il responsabile di tutto! - replicò secco l'ingegnere - Abdus vieni qui, c’è una bellissima donna che vuole assaggiarti! Sono sicuro che non la deluderai! Cob tutta la sborra che sai fare!”

Il ragazzone di colore comparve. Le dimensioni del cazzo, liberato dal mini perizoma fino ad allora indossato, erano enormi ed avrebbero anche impressionato qualsiasi donna. Abdus era già eccitato. Aveva visto due bellissime donne nude ed aveva apprezzato le pose che Raffaella aveva accettato di offrire alla fotocamera del cellulare.

Avanti, signora Raffaella, si dia da fare! - la esortò ancora con decisione il signor Rossi - Mostri al dottor Marini ed a me quanto è brava a fare certe cosine e come riesce a far godere un maschio. Il suo marito lo sa già bene!”

La donna si mostrò rassegnata. Decise di usare la mano. E lo fece sdegnosamente, senza neppure guardare l'enorme cazzo che le stava di fronte. “Scusami, amore – sospirò a lungo guardando suo marito – Io non volevo farlo! E davanti a te! Ma è colpa tua, uffa! Guarda cosa mi tocca fare per te...”

E iniziò la lenta ma interminabile masturbazione dell'uomo di colore. La giovane donna era in difficoltà a causa delle dimensioni del cazzo che stava segando. No, lei non era abituata a quelle dimensioni! Ben presto fu allora costretta ad usare tutte e due le mani. Così facendo però esponeva il suo bellissimo volto a quella che in qualsiasi momento avrebbe potuto rivelarsi una autentica eruzione di sperma.

Coraggio, Raffaella, vede quanto il cazzo di Abdus si sia ulteriormente ingrossato? - le urlò il direttore tecnico – Continui, continui così, signora. La sborra sta salendo! Sempre di più! Forza! Lei è proprio brava a segare un uomo!” ‘Non voglio!’ - tentò di rispondere Raffaella sbuffando e mostrando la lingua all'uomo che la costringeva in quella situazione così umiliante per lei – Non voglio tutto il seme del ragazzino. Chissà quanto ne farà! Oh nooooo!” Non riuscì a concludere la sua protesta e il suo ultimo lamento. Fu interrotta da un lunghissimo gemito seguito da un ancor più lungo sospiro di Abdus. Raffaella strabuzzò gli occhioni per la sorpresa di quello che stava vedendo. No, non aveva mai visto un uomo spruzzare sperma così! Poi sollevò lo sguardo al cielo. Mostrò tutto il suo fastidio per il primo enorme spruzzo di sperma che la colpì sulla bocca. La serrò immediatamente ma non riuscì a evitare che il suo viso fosse inondato dal liquido seminale del ragazzo di colore.

Abdus non si trattenne e senza sosta schizzò effettivamente almeno dieci volte il suo liquido seminale sul bel volto della giovane donna. Il viso di Raffaella era diventato una maschera. Una maschera bianca, piena della sborra di lui. La quantità di sperma che il maschio aveva riversato sulla moglie di Roberto era stata veramente impressionante A suo marito non rimase altro che iniziare tristemente a ripulire il volto della moglie devastato dalle sborrate di quell'uomo cattivo e senza nessuna pietà per la donna che l'aveva fatto spruzzare tutto il suo sperma! Il maglione di suo marito era diventato un improvvisato asciugamano. “Amore scusami! - sospirò ancora lei – Io non volevo anche questo! Così... E non guardarmi adesso come sono ridotta! Mi vergogno, sai... Ma non è colpa mia, sai...”

Alessandra era rimasta lì vicino ed aveva visto proprio tutto! Era pietrificata e terrorizzata. Dopo aver visto quello che era successo a Raffaella non riusciva a immaginare quale potesse essere il suo supplizio.

Anche lei completamente nuda e impotente davanti ai due uomini, temeva che il peggio potesse per lei ancora arrivare.

Poco dopo infatti toccò a lei. Puntuale infatti arrivò un poker di Rossi. Alessandra tentò successivamente un bluff riparatore. Fallito. Era finita. Sconfortata sussurrò “Oh noooo! Abbiate un po' di pietà. Sono una donna sposata e lì c'è anche mio marito! Non è bello farmi fare certe cose davanti a lui! E va bene, fatemi fare quello che volete... Ma, vi prego, fate presto!”

Dolce musica queste parole per il dottor Marini che non tardò di accontentare Alessandra. ‘L'ingegnerr Rossi ed io abbiamo deciso di unire i tre pegni che lei deve pagare in un’unica prestazione! Diciamo che sarà un po'... più spinta...”

Visto il supplizio già patito da Raffaella, questa premessa agitò ed impaurì ancor più la bella Alessandra. “E’ nostra intenzione esaltare al massimo tutta la sua femminilità e sfruttare tutte le sue doti”.

la bella signora Alessandra lo scoprì poco dopo cosa intendessero fare i due uomini per esaltare le sue doti di femminilità.

Mentre spiegava il giochetto che spettava a lei l’amministratore si tolse tutti gli indumenti con eccezione della mutande. Mise così in evidenza un mostruoso ventre. Impressionante e schifosa era la grande pancia pelosa esibita dall'uomo non pià giovane! Anche il direttore tecnico fece altrettanto. Anche lui rimase in mutande.

Anche per lei chiederemo l’aiuto dei nostri servi, in particolare di Malcolm! – la informò il signor Marini – Spero che la signora non abbia nulla in contrario...”

Alessandra che aveva visto la prestazione di Abdus trasalì pensando a una replica di egual potenza e violenza di Malcolm. Sù di lei. Sul suo corpo...

Poiché non vorremmo essere disturbati durante il gioco, ritengo sia utile legarla. Solo un po' e senza farle male, su un apposito attrezzo che abbiamo già preparato. Ah, signora Alessandro dimenticavo... Prima dovrà espletare una piccola operazione che sia al dottor Rossi che a me dà un gran piacere. Dovrà semplicemente levarci lei le mutande”.

Oh noooo. Non lo farò mai! Avvicinarmi come una puttanella ai vostri uccellaci. Sottomessa ed un po' ninfomane! Non lo voglio fare e mi fa schifo! E poi... Insomma, non l'ho mai fatto con due uomini!”

Signora, la prego, si calmi e si comporti bene! Come ha già fatto la signora Raffaella per salvare suo marito!i E soprattutto non ci faccia ripetere la situazione spiacevole nella quale si è cacciato anche suo marito!”

Il ricatto, nuovamente! Era un’altra grande umiliazione che Alessandra non potè evitare. Fu costretta quindi ad avvicinarsi ai due uomini, inginocchiarsi e sfilare ad entrambi le mutande. I due uomini volevano così creare ulteriore imbarazzo alla bella donna che doveva occuparsi di due uccelli. Davanti a suo marito!

A questo punto, senza dare ad Alessandra altro tempo per ribellarsi, il direttore diede l’ordine a Malcolm di prelevare di peso Alessandra e legarla a una grossa tavola quadrata che fece la comparsa in quel momento.

Vi prego.. Cosa volete farmi, ora? Non fatemi del male... Godete su di me, porci, ma non voglio la violenza!”

Non si preoccupi, signora, nessuno le farà del male. E’ solo questione di comodità...” La tavola rettangolare era sollevata in posizione verticale e la donna, dopo essere tirato per bene per le caviglie e per i polsi, fu fissata con delle robuste cordicelle ai quattro angoli della stessa tavola. Così legata la donna sembrava crocifissa. Ma soprattutto, così tutta spalancata, la bella Alessandra era costretta ad esibire tutto aperto il suo sesso e mostrare tutta la sua sessualità. Il suo bellissimo, folto e curatissimo pelo nero non nascondeva più nulla, né le rosee delicate piccole labbra né le gonfie grandi labbra. E neppure il piccolo ma ben visibile clitoride.

Ed era lì che Malcolm avrebbe dovuto puntare le sue attenzioni. “Il ragazzino ha il compito solo di penetrarla il più possibile. Noi faremo altro. Viste le dimensioni del cazzo del nostro uomo la consiglio di rilassarsi il più possibile e di accoglierlo nel migliore dei modi dentro di sè - concluse Rossi – Forse anche proverà anche del piacere, signora... Non si assaggia spesso un uccello di quelle dimensioni!”

La moglie di Maurizio era ormai rassegnata. Non potè però non sussurrare con voce flebile tutta la sua preoccupazione. “No, vi prego, no. Non posso! - gemette quando Malcolm esibì il suo cazzo spaventosamente grande - Non posso, non riuscirò mai a sopportarlo. Mi romperebbe tutta dopo avermi sfondata e dilaniata! Ce l'ha enorme come un cavallo eccitato ed in piena erezione. Mai visto un uccello così! Ed io non sono una cavallina da montare! Vi prego no! Come potrei dopo farlo di nuovo con mio marito? Non mi vorrà più nel lettone matrimoniale dopo che io mi sono presa un uccello enorme come quello che mi sta già aprendo...”

Furono proprio queste parole che eccitarono a dismisura il giovane uomo di colore che senza alcuna esitazione infilzò violentemente la donna. Fu un autentico sfondamento. Alessandra rimase a bocca spalancata e trattenne il respiro. A nulla valsero tutti i tentativi fatti da lei per proteggersi dalla violenta e brutale penetrazione. Una volta affondato il colpo e riempito tutto il giovane e subito fradicio sesso di lei, Malcolm iniziò a stantuffare freneticamente e ad ogni spinta seguiva un lungo sospiro della donna.

Basta, non ne posso più, fermati - urlava Alessandra _ Mi fai male! Tanto male...” Ma solo dopo un numero infinito di violentissime penetrazioni e spinte l’uomo si fermò. Per fortuna senza però eiaculare nel caldo e fradicio sesso di Alessandra.

La sborrata di Malcolm fa parte della seconda parte del gioco! - disse il direttore tecnico - Piacerà anche a lei, signora.”

Ad Alessandra, abusata e umiliata, non rimaneva che attendere.
E intanto veniva modificata la sua posizione. La tavola fu sollevata e posta parallelamente al tappeto. Sospesa a un’altezza di circa un metro e agganciata con una grossa corda al soffitto ben avrebbe sopportato il peso di Alessandra.

Ma cosa le fate? - piagnucolò suo marito che stava osservando sempre più sconvolto – Basta! Vi prego...”

Taci, ladro! - fu la risposta fredda dell'ingegnere - E guarda... Hai una bellissima moglie, sai... E una farfallina stupemda... Guardala! Così spalancata è ancora più bella! E quel clitoride... Si vede, sai...”

Porci! Porci! - continuava a gemere la bella Alessanfra – Vi odio!”

Ma poi la donna fu quindi poi costretta questa volta a farsi legare a pancia in giù con un voluminoso cuscino sotto il ventre. La visione offerta dal suo sesso a causa della posizione assunta a gambe smisuratamente allargate era particolarmente eccitante. Il suo bel culetto, nudo e indifeso, era, a causa del cuscino, assai rialzato. Dimenandosi, Alessandra lo sollevava ulteriormente. E proprio questo avrebbe facilitato il successivo affronto.

Il direttore tecnico, infatti, premurandosi di mostrare alla donna ancora una volta le dimensioni elefantiache del proprio sesso, la informò che era sua intenzione umiliarla con una fantastica inculata. “Signora Alessandra, lei ha un culetto meraviglioso. Le farò un po’ male, ma dopo la festa per lei sarà quasi finita. Dico quasi perché contemporaneamente il dottor Rossi, per sua espressa volontà, vorrà la sua bocca. Se avrà qualche problema sono sicuro che sarà capace di superarlo grazie alla sua grande capacità di pompinara. E, alla fine, sappi che ci saranno i fuochi d’artificio. Tutti e tre, il dottor Rossi, Malcolm e naturalmente io avremo l’onore di sborrarle tutti in bocca. E lei, a differenza della signora Raffaella, non potrà sfuggirci ed evitare il salutare ingoio. Sì, signora, succhierà tre cazzi farà sboorare tre maschi e berrà tre sborre. Quantità e sapori diversi... L'abbiamo legata in tale modo proprio per impedirle una impossibile fuga. Quindi, coraggio signora! E si dia da fare. Come certamente lei sa far bene!”

Alessandra inizialmente sussurrò delle parole chiedendo pietà. “No, nn potete farmi anche questo! Perché?” Poi iniziò a sospirare, ma vedendo che la sua resistenza, in quella posizione, aumentava il piacere dei tre uomini preferì ammutolirsi e accettare dei tre uomini passivamente tutte le loro angherie.

Fu Maurizio, l'ormai cornuto marito di Alessandra a chiedere di nuovo pietà per la sua donna.

Ma Alessandra dietro è vergine. Almeno a me non ha mai permesso di penetrarla dietro! E' strettina lei dietro ed ha paura del dolore... Insomma, io non l'ho mai inculata! Anche se ha un bellissimo culetto ed io avrei tanto desiderato prenderla anche lì! Ma io non l'ho mai fatto...”

Ma Maurizio! - interruppe la donna suo marito – Non raccontare certe cose a questi porci! Godranno ancora di più a sottomettermi per la prima volta e così umiliarci tutti e due! Entrambi! Io sodomizzata per la prima volta e tu cornuto geloso ed invidioso!”

Io vorrei proteggerti, amore! - insistette il marito ormai in stato confusionale – E vorrei anche supplicarli di non spruzzarti in bocca il loro seme. A te non piace troppo. Almeno non il mio... Dopo lo vomiti! Con me l'hai fatto quelle poche volte che ti ho convinta a bere il mio seme e fare l'ingoio! Nonostante tutti i tuoi capricci!”

Questi lamenti provocarono ulteriore eccitazione nei tre seviziatori della bella e giovane Alessandra. E le temute angherie iniziarono subito.

Mentre Malcolm a braccia conserte si metteva in primo piano a gustarsi la scena sia dell’inculata che del mega pompino, l’amministratore per primo si avvicinò al viso di Alessandra. Esibì in tal modo l’enorme pancia cadente e pelosa che copriva tutto il suo basso ventre.

Alessandra riusciva a stento a vedere e ad annusare i coglioni nero-grigiastri del boss. Il piccolo membro, rugoso e nero, era appena visibile. Era una visione senza dubbio disgustosa.

Lei mi fa schifo! - disse Alessandra sibilando – E la disprezzo. Ni sta violentando!” “Lo so ed è per questo che godo all’idea di quanta fatica lei farà a baciarlo, leccarlo e succhiarlo. E pensi che alla fine, dopo tanto fatica, potrà goderne il frutto. Perché, prima o poi, volente o nolente, dovrà farmi sborrare e quindi bere tutto quello che riuscirò a produrre. Mi dicono che ultimamente, vista forse l’età, non è proprio come bere un aperitivo. Anzi ha un sapore molto acido, nauseabondo e di pessimo odore. La signora potrà consolarsi forse con le sborrate che avrà l’onore di assaporare dopo. Malcolm è una certezza per la quantità e, inoltre, è sempre sborra di uomo di colore. Tanta e densa! Quella del direttore tecnico sarà pure molto gustosa perché, come ha ormai già capito, il suo cazzo avrà appena finito di sfondare il bel buchino del suo favoloso culetto! Ma non dovrà sputare nulla, signora Alessandra! E bere, bere tutto. Tutta la sborra di noi tre!”

La moglie di Maurizio spalancò ancor più gli splendidi occhi azzurri e silenziosamente, per non eccitare ulteriormente i tre uomini, optò per una totale remissività.

Con il volto iniziò quindi a intrufolarsi tra le grasse cosce e tra le lardose pieghe del sottoventre dell’amministratore. Non potendo usare le mani, con la bocca alla fine riuscì a catturare il piccolo e maleodorante uccello di lui. Con un’espressione di disgusto iniziò un lento pompino. Sperava di portare a termine quel supplizio prima possibile. Non riuscendovi pensò di iniziare a leccagli anche i grigi testicoli. E fu in quel momento che, con dispetto, sentì invadere il proprio culetto dall’abnorme membro del direttore. Non potè trattenere un’imprecazione, alla quale seguirono miagolii mentre sentiva la cappella del cazzo dell’uomo risalire il suo corpo. E il fastidio aumentò quando iniziarono le spinte. Passarono i minuti. Nonostante l’impegno di Alessandra i due uomini continuavano a riempirla senza venire.

Fu l’amministratore a crollare per primo. Le leccate della sue palle che Alessandra gli aveva regalato avevano avuto l'effetto sperato. Senza raggiungere una vera e proprio erezione riempì la bocca di Alessandra del suo liquido biancastro. L’odore nauseabondo dello sperma si propagò per la stanza. Alessandra aveva tentato di evitare l’ingoio ma non era riuscita, legata come era, a svincolarsi dal membro del boss. E per Alessandra fu quello l’inizio dell’oltraggio finale. La bocca si era riempita della sborra di lui ma lei non riusciva a buttarla giù. Com'era disgustoso quel liquido vischioso e puzzolente in bocca! Ebbe anche il primo tanto temuto conato di vomito. Ma non voleva mostrarsi mentre vomitava la sborra di un uomo! La trattenne dentro di sé, a fatica!

Senza dar tregua alle stanche labbra della donna, anche Malcolm violentemente spinse allora il suo membro asinino nella bocca di Alessandra. Lui era particolarmente eccitato. Il veloce dentro e fuori nella bocca della donna ancora imbrattata fuori e piena dentro dallo sperma di Rossi lo fece raggiungere in pochi secondi l’orgasmo. E la sua sborra riempì di nuovo la bocca di Alessandra. Questa volta completamente, fino ad uscire dalle labbra colando abbondantemente. Per la seconda volta in pochi minuti la donna avrebbe dovuto ingoiare una quantità abnorme di sperma.

Alessandra sbuffava, gemeva ed ad ogni schizzo aveva fatto un lamento ed un sussulto. No, non le piacevano proprio quegli schizzoni di sperma in bocca!

Ma non era finita. Dopo l’eterna inculata anche il direttore volle abusare della sua bocca ormai strapiena di sborra. Sempre più le fuoriuscivano dalle labbra lunghe colate di bianco seme. Era il liquido seminale di due maschi. Diversi ma egualmente puzzolenti e tanto difficili da buttar giù. I due maschi avrebbero voluto tanto vederla concludere l'ingoio e buttare nel suo pancino tutta la loro sborra calda e densa. E vedere le sue espressioni disgustate del volto per quello che aveva appena fatto!

Sfilato il pene dal buco del culetto anche lui lo spinse subito dopo nella gocciolante bocca della vittima.

Anche tu vuoi farmela in bocca? - brontolò la giovane donna con difficoltà per la bocca ancora strapiena di sperma – Mi hanno già riempita per bene, mi pare... Ma io... Ma ma io faccio fatica a buttare giù! Tutto!”

Per assicurarsi che Alessandra non perdesse neanche una goccia del suo liquido pensò bene di bloccare ulteriormente il volto della donna stringendo con forza un suo orecchino. Con le dita dell'altra mano le inferse un'altra umiliazione per costringerla a succhiare con ancor ancor più forza. Le turò il nasino e la costrinse a spalancare ancor più la piccola bocca per respirare. E succhiare!

Lei lo fece gemendo ancora di più e mostrando tutta la sua rabbia per quella ulteriore costrizione e sottomissione!

Ma subì anche questo e la donna era ormai esausta e completamente rassegnata. Spalancata la bocca si preparò al terzo pompino ed al solito finale. Un'enorme sborrata in bocca. Fino a quasi soffocarla!

E dopo lo schifoso sperma del vecchio amministratore, la tanta sborra del ragazzone di colore era ora la volta di quella del cazzo asinino del dottor Marini. Questi infatti spinse tutto il suo enorme membro nella bocca della donna che costretta ad ingoiarlo tutto non riusciva quasi più a respirare. E pensò di soffocare quando sentì colare anche la sua calda sperma nella gola. E colava in continuazione. Tanta. Alessandra tentò inutilmente ancora una volta di svincolarsi dalla ferrea presa che l’uomo effettuava sul suo orecchino e sul nasino. Evidentemente l’uomo stava schizzando una quantità impressionante di sborra. Troppa. Ma Alessandra fu però così costretta a berla tutta.

La serata si era conclusa. Alessandra con il pancino pieno di sperma fu liberata ed anche Raffaella potette rivestirsi. Entrambe avevano dovuto soddisfare i tre maschiacci e pagare le colpe dei lo mariti.

Ma l’amministratore delegato non volle restituire alle due giovani donne i loro indumenti intimi. Alessandra e Raffaella furono costrette a rientrare a casa ubriacate di sperma, senza le loro mutandine e con due mariti cornuti.

Ma la serata si era conclusa anche con un imprevisto annuncio ai suoi due contabili da parte del mega direttore. “Voi due non sarete denunciati. Il direttore tecnico ed io abbiamo sborrate le vostre due mogli. Tutte e due nude sono state belle e sono state pure brave! Ma siete licenziati. Siete troppo sciocchi e soprattutto troppo cornuti!” Era la beffa finale.

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Ciao , grazie per il tuo racconto, molto gradito! Ti preghiamo solo di arricchire, la prossima volta la tua storia con una immagine di copertina a tuo piacere. E' brutto vedere in prima pagina una storia identificata da uno scialbo quadrato grigio, non trovi? PS - Attenzione, i racconti senza immagine di copertina finiscono fuori dalle prime pagine
Ciao! Ccome si allega la foto di copertina ad un proprio raconto??
Ciao, @mikimark, allegare una foto è molto semplice. Quando entri nella Pagina SCRIVI RACCONTO, a sinistra in alto trovi due menu a tendina: 1 sopra , RACCONTI, PREFERITI, SCRIVI NUOVO. Sotto c'è il 2: PRINCIPALE - IMMAGINI - GENERI - ARGOMENTI. Si apre la pagina di Caricamento: Fai Click su ADD IMAGE e cerca l'immagine scelta da te sul tuo PC (Mi raccomando, che sia di buona qualità, non microscopica o troppo grande). Alla fine del caricamento, vedi tasti sotto, puoi scegliere di salvare come BOZZA e continuare a caricare e sistemare il tuo racconto, oppure se è tutto pronto, scegli SALVA E PUBBLICA. Benvenuto e per ogni esigenza contattami [email protected]
Ho tentato di applicare la foto di Roberta ma nell'elenco al posto della fot mi appare solo un riquadro grigio E dopo un giorno il racconto sparisce da quell'elenco, Misure dell'iimagine necessarie? Cm o pixel? Quando ho attaccato la foto con add... la si vede un po' tagliata e la scritta Refrsh (ricaricare). Io ho provato a chiudere e ricollegarmi ma non ha funzionato. La gentilr risposta oltre che qui mandala per favore anche a [email protected] Mi è difficile trovare le tue risposte se il mio racconto non è nella lista dei racconti recenti- Come Roberta ed il professore Grazie
1 - L'immagine che puoi inserire deve essere rettangolare e non inferiore a 800 pxl di larghezza e 600 pxl di altezza !!! 2 - I racconti che hai postato senza immagine sono 2, quindi manca ancora una foto. 3 - Sì, puoi inviare a me le foto PRIMA di pubblicare la storia ma vedrai che se inserisci immagini come richiesto non avrai problemi. Inviami la seconda foto e ti sistemo la Posizione dei racconti, ciao, Giovanna Esse

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