Ci ho messo un po’ a riprendermi da quello che era successo, strofinandomi le mani insaponate in mezzo alle gambe per pulirmi al meglio mentre mi chiedevo se non mi fossi solamente immaginato tutto.
Ma portando gli occhi verso l’appendiabiti appeso dietro la porta del bagno e vedendo che il pigiama che mi ero preparato era sparito, ho sentito un brivido percorrermi la schiena mentre mi accendevo di curioso stupore.
Intuendo che mia mamma doveva centrare qualcosa con quella misteriosa scomparsa, ho lasciato l’asciugamano fradicio e sporco di sperma sul pavimento, uscendo completamente nudo dal bagno ed addentrandomi nel corridoio buio pesto se non per la lama di luce che usciva dalla porta della camera in cui mia mamma mi stava aspettando.
Nonostante la libidine, avevo ancora dei dubbi su quello che stava succedendo, per cui decisi che avrei raggiunto velocemente la mia camera per mettermi addosso qualcosa, e che poi mi sarei buttato a letto per ripensare un po’ a quello che era successo in bagno.
L’unico problema era che per raggiungere la mia camera sarei dovuto passare davanti alla stanza matrimoniale.
Il mio tentativo di superare il corridoio silenziosamente è stato interrotto dalla sua voce: “dove stai andando? Hai deciso che non vuoi dormire con me stanotte allora?”.
“Dammi solo un secondo mamma, devo andare a recuperare il pigiama e magari un libro” ho risposto fermandomi davanti alla porta socchiusa, incerto sul da farsi ma troppo curioso per continuare verso la mia stanza.
“Vedrai che non ne avrai bisogno, piccolo. Dai, vieni qui e scaldami un po’, che fuori dalle coperte inizia a fare freddo” mi ha detto, mentre io totalmente perso stavo già aprendo la porta, cercando di tenere una mano tra le gambe per coprirmi in modo da non apparire troppo sfacciato.
La scena che mi si è parata davanti mi ha lasciato senza fiato: sopra al piumone mia mamma stava adagiata su un fianco, una gamba leggermente ripiegata sopra l’altra a nascondere l’inguine privo di mutandine, con addosso solamente un babydoll rosa semitrasparente che lasciava intravedere l’aureola dei suoi seni, che avevo sempre saputo essere piuttosto abbondanti, ma su cui non avevo mai rivolto pensieri lussuriosi.
Solo il suo “non stare lì impalato, dai vieni qui così possiamo metterci sotto le coperte” è riuscito a smuovermi, così, camminando in maniera un po’ impacciata per via della mano tenuta in mezzo alle gambe, mi sono infilato sotto il piumone mentre lei faceva lo stesso, trovandoci ciascuno a un capo del letto con qualche spanna di vuoto a separarci, mentre io fissavo il soffitto, troppo timido per incrociare il suo sguardo.
È stato il fruscio delle coperte a farmi capire che si stava avvicinando a me, in quella penombra non ho visto nulla finché la sua mano sinistra non si è appoggiata alla mia guancia destra, facendomi voltare fino a trovare il suo volto a pochi centimetri dal mio, mentre una sua gamba morbida e liscia già si stava strusciando contro la mia.
“Capisco che questo possa farti sentire a disagio, ma sono stata chiara con te. Visto che svolgi i compiti dell’uomo di casa ti meriti anche le ricompense dell’uomo di casa, e questo vuol dire anche poter prendere tutto ciò che vuoi. Non dirmi che non sei attratto da me, ho visto come mi hai guardata quando sei entrato in camera. Non farti scrupoli inutili, fammi tua, usami per godere” mi ha detto guardandomi negli occhi, prendendosi poi un secondo prima di appoggiare la sua bocca sulla mia.
Il nostro primo bacio è stato caldo ed avvolgente, le sue labbra morbide si sono subito schiuse per offrirmi la sua lingua morbida ed invitante, trascinandomi istantaneamente in un vortice di desiderio e passione che è riuscito a cancellare ogni titubanza dalla mia mente.
Ho risposto alla sua foga spostandomi sopra di lei, iniziando a percorrere con le mani i suoi fianchi velati dal babydoll fino ad arrivare a soffermarmi sui suoi seni, così sodi ed invitanti, ed ornati da capezzoli scuri e turgidi che chiedevano solamente di essere succhiati.
Le ho mormorato “togliti il babydoll” ma il suo “no, quello devi meritartelo” accompagnato da un sorrisetto malizioso e un occhiolino mi ha acceso ancora di più, spingendomi a rivolgere la mia eccitazione sul suo collo, baciandolo e succhiandolo dolcemente.
Sentirla irrigidirsi e trattenere il fiato mentre le mordicchiavo i lobi delle orecchie mi ha spinto a stringerle i capezzoli con sempre più forza per stuzzicarla, quando mi sono accorto che una mano aveva iniziato a masturbarmi.
Lentamente allora ho portato una mano tra le sue cosce, dove sotto un ciuffo di peli corti l’ho trovata già vogliosa e pronta ad essere esplorata. Baciandola con foga ho iniziato a spingere lentamente il mio indice dentro di lei, godendomi il suo mugolio soffocato e il movimento di bacino che stava accompagnando la mia penetrazione. “Non ti darò questa soddisfazione” le ho però detto mentre estraevo il dito coperto di umori “se mi vuoi dentro di te voglio che me lo chiedi, voglio spingerti a implorarmi” ho continuato mentre iniziavo a stimolarle il clitoride, godendomi i suoi respiri ansimanti e i gemiti ad alta voce che iniziavano a sfuggirle.
Abbandonandosi al piacere ha lasciato la presa dalla mia erezione, alzando le braccia per stringerle intorno alle mie spalle e tirarmi a sé, supplicandomi di continuare così tra i respiri affannosi e i gemiti, mentre io sentendo il suo corpo contorcersi contro il mio già pregustavo il momento in cui l’avrei potuta fare mia.
“Fermati” mi ha detto a un certo punto interrompendomi, quando ormai pensavo fosse sul punto di venire “non voglio che finisca così presto, voglio godere con te. Prendimi adesso, ti prego”.
Alla sua richiesta ho risposto sorridendo e spingendo lentamente due dita dentro di lei, ammirandola con un sorriso compiaciuto mentre inarcava la schiena e spingeva la testa contro il cuscino in preda al desiderio.
Dopo pochi movimenti però ha risposto alla provocazione con uno sguardo malizioso e portandosi la mano destra alla bocca per lasciare un rivolo di saliva scendere verso la punta delle sue dita, andando poi a lubrificarmi il glande puntandolo contro la propria fica.
“Sei sicura di volerlo fare?” le ho chiesto mentre le sue mani strofinavano la punta del mio cazzo lungo la fessura della sua vagina, con lenti movimenti verticali che mi avevano già fatto sentire il suo calore e i suoi fluidi pronti ad accogliermi.
“Sono tua madre, sono pronta da 23 anni a riaverti dentro di me” ha detto guidandomi dentro di sé, lasciandomi senza fiato per l’ondata di piacere che mi ha pervaso in quel secondo.
Ho iniziato a muovermi lentamente, godendomi la dolcezza di quel momento e di ciò che rappresentava per noi, due anime in sintonia in quel vortice di lussuria proibita, mentre i nostri corpi si completavano a vicenda, ciascuno desideroso di portare l’altro all’estasi.
Perso nei suoi occhi verdi, era la prima volta che mi abbandonavo al sesso senza pensare a come durare un po’ di più o a come cercare di accontentare la mia partner. Ero totalmente assorbito dalla gioia, e il movimento ritmico del suo bacino contro il mio mi faceva capire che anche lei era completamente in preda al piacere, immersa in quegli attimi di godimento.
“Sto per venire” le ho sussurrato dopo qualche minuto, sperando in una sua risposta che mi aiutasse a capire se voleva che durassi ancora un po’, ma mi ha risposto solo “bravo piccolo mio, vieni sulla tua mamma” accentuando i movimenti del bacino e tirandomi a sé per darmi un lungo bacio languido, che mi ha portato a strapparmi da lei pochi istanti prima dell’orgasmo, facendomi schizzare sul suo monte di Venere e macchiando di sperma il suo babydoll fino all’altezza dell’ombelico.
“Sei proprio bravo, ero quasi riuscita a venire anche io” mi ha detto riprendendo fiato, mentre mi osservava compiaciuta.
“Mamma, bastava che me lo dicessi, posso durare un po’ più se serve” ho replicato, ma accarezzandosi il ventre ha risposto con serenità “non serviva, a me è già piaciuto tanto così. E poi volevo che la nostra prima volta fosse speciale per te. Sentirti dentro di me è stato già un regalo, era da tempo che non mi sentivo così amata. Ma ora dai, passami i fazzoletti che ho lasciato sopra al comodino, è ora che ci mettiamo a dormire”.
“Sei sicura di non volerti dare una sciacquata? Ho fatto un disastro, sei tutta sporca” le ho detto passandole il pacchetto che mi aveva indicato, ma dopo essersi sfilata agilmente il babydoll mi ha guardato maliziosamente rispondendomi “la doccia se vuoi ce la possiamo fare domani insieme, intanto se ti va puoi coccolarmi un po’ e addormentarti con queste strette nelle mani, che ne dici?”.
Aveva accompagnato l’ultima frase accarezzandosi leggermente il seno, perciò, contraddetto, mi sono limitato ad aiutarla a pulirsi, lanciando i fazzoletti appiccicosi ai piedi del letto e poi tirandola verso di me, cingendo le sue spalle strette con le mie braccia e dandole un tenero bacio sulle labbra.
“Non so cosa stiamo facendo mamma, ma so che mi sta piacendo da morire”.
“Siamo solo agli inizi piccolo, vedrai quanto ci potremo divertire” mi ha risposto.
Poi, dopo essersi voltata per un attimo, ha spento l’abat-jour che aveva illuminato la nostra serata, e sussurrando un “buonanotte” si è rannicchiata completamente nuda contro di me.
Il signor John
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