LA SCOPERTA DEI COINQUILINI

  • Scritto da Drew il 19/04/2020 - 20:56
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Mi presento, mi chiamo Davide e sono un giovane ragazzo di 26 anni. Ho da poco finito la magistrale in Finanza e Marketing. Sono qui per raccontare una cosa mi è capitata all’incirca tre anni fa con una mia coinquilina. Tutto è ambientato in quel dì di un inverno a Milano. Vi faccio una panoramica sulla mia umile dimora e da chi vi era composta. Una piccola casa fornita di 5 stanze, due bagni, una cucina e fortunatamente un piccolo salotto con un divano e una TV. Dico fortunatamente, perché dei miei colleghi fuorisede, ero l’unico ad avere un salotto e non costretto a vedere la TV in cucina, sulle delle scomode sedie. Le stanze erano occupate da 3 ragazzi e 2 ragazze. I due coinquilini maschi, sono Marco e Giudo. Il primo di 21 anni originario del Veneto, al secondo anno di università, studia lingue. Si presenta come un tipo molto timido, nonostante le sue origini, Alto 185 cm è ben piazzato e fisico asciutto, ma non particolarmente muscoloso. Il secondo invece 19 al primo anno di università, originario della Campania, è molto estroverso, come caratteristico delle sue origini, ma purtroppo per lui molto tarchiato, la sua eccessiva muscolatura fa risaltare ancor di più la sua statura minima. Le ragazze invece sono Alessandra e Giada. La prima una bella ventenne pugliese, mora con caschetto, bei occhi castano chiari e due labbra da pompini; una seconda abbondante e soda, ma il punto forte è sotto la vita, un culo stratosferico, un mandolino perfetto. Giada invece dal canto suo, 23 anni, del lazio, capelli lunghi lisci e biondi, diciamo che lei è perfetta. Tutto al suo posto, quarta abbondante che però non stona data la sua altezza di 175 cm, due gambe infinite e un culetto piccolo, pronto per essere preso a morsi. Eravamo tutti in piena sintonia, mai un litigio e mai una parola fuori posto, ognuno ha sempre rispettato gli altri. Piccola precisazione, entrambe le ragazze erano fidanzate, come pure lo era Marco. Tutto trascorreva perfettamente quando un venerdì sera, decidemmo di uscire tutti insieme ad andare a bere ad un pub nelle vicinanze di casa. Quando arrivammo, squillò il cellulare di Alessandra, ed era il ragazzo, chiedendo scusa rispose al telefono. Nel frattempo, noi quattro ci sedemmo ed ordinammo da bere. Tempo 5 minuti, Alessandra tornò da noi, un’espressione sconvolta sul suo volto. Il ragazzo l’aveva mollata data la lontananza, per me si trattava di corna, ma mi feci i fatti miei. Tutta sconvolta si aggiunse con noi al tavolo e scoppiò in un pianto disperato. Cercammo tutti di consolarla, ma quasi invano, era inconsolabile, fino a quando non arrivò da bere. Si attaccò al mio bicchiere di birra, come fosse un neonato con un ciuccio, ed in un attimo se la scolò tutta. Capii allora che era quella la valvola di sfogo e presi in mano le redini della situazione. Ordinai altri tre cocktail tutti per lei, con il suo consenso quella sera l’avrei fatta ubriacare. Tutto questo senza secondi fini in, in un primo momento. La serata trascorse tranquilla quando raggiungemmo un livello alcolico adeguato agli eventi precedentemente accaduti. Tornammo a casa ma eravamo privi di sonno, così tutti sul divano. Si fecero quasi le 3 di notte e ci furono i primi cedimenti dei miei coinquilini, eccetto quello di Alessandra. Rimanemmo solo noi due in salotto “Grazie per questa serata Davide, sei stato molto gentile a cercare di non farmi pensare a quello stronzo…sai non ti facevo così”. Avevo capito il senso della frase, perché sentivo i commenti che facevano quando ero con le cuffiette, dicevano che ero il classico bello ma figlio di puttana; quello che va per la sua strada, scopa e via. Effettivamente il loro dipinto non era così tanto sbagliato, sono sempre stato il belloccio della situazione, dato i miei folti capelli neri e i miei occhi color ghiacci che facevano da cornice ad un fisico prestante e ben curato. La cosa che però non sapevano è che con le persone a cui tenevo ero molto gentile e sempre disponibile, cosa che dimostrai quella sera.
“Lo so Ale, sento cosa mi dite alle spalle ahahaha”
“Oddio che figura, spero non te la prendi a male”
“Macchè, lo so quale è la mia reputazione…il bello e stronzo..ma come vedi vi sbagliate ahahah”

“Si, oggi sei stato molto carino con me” e mentre parlava incominciava ad accarezzarmi la gamba. Eravamo seduti sul divano, uno difronte all’altro, la sua mano che si appoggiava alla mia coscia, mi fece vibrare. Un brivido lungo la schiena, che finì sul cazzo. Cercando di nascondere quanto più possibile la mia erezione dissi “Si ma perché ormai voi quattro siete la mia famiglia milanese, quindi devo essere disponibile e cercare di farvi stare bene”

“Spero che non mi vedi come una sorella..”

“Cosa intendi dire?” Intanto si avvicinava sempre più a me e la sua mano iniziava a risalire la mia gamba, sempre più in direzione del mio cazzo che nel mentre si faceva sempre più grosso.

“Ale, cosa stai facendo? Non mi sembra una buona idea, sei stata appena mollata”

“Mai come questo è il momento giusto, così faccio vedere a quello stronzo di cosa sono capace…Sai ti ho sempre desiderato, ho sempre voluto sapere cosa sapesse fare il bello della casa con il suo arnese così grosso”

“Come fai a sapere che è grosso”

“Ops…forse non dovevo dirtelo…ma Giada una volta è entrata in bagno quando eri in doccia per sbaglio….e ha visto la tua mazza, perché di mazza stiamo parlando..ha fatto una foto e me lo ha fatto vedere”

“siete due stronze”

“Stai zitto che ti eccita che quella biondina e me sappiamo quanto sei grosso” si avvicinava sempre di più, fino ad arrivare vicino al mio orecchio e dopo una lunga leccata sul collo mi sussurrò all’orecchio “fammi vedere se oltre grosso sei anche potente.
Non capii più nulla e sono partito all’attacco. Lingua in bocca e dita che scivolano sul suo corpo. Mi spostò con forza e mi disse “Aspettami qui, vado a cambiarmi, voglio che ti scoppi il cazzo appena mi vedi, alla faccia di quello stronzo che mi ha lasciato”
Così aspettai trepidante il suo ritorno. Si fece anticipare da un messaggio sul telefonino che ripeteva “Chiudi gli occhi, se quando arrivo non sei come ti ho detto, te la scordi” in questo messaggio si intravedeva la sua natura da troia consumata, chissà quanti ne avrà fatti sborrare. Fatto sta che chiusi gli occhi e quando senti il mio nome, me la ritrovai davanti in tutto il suo splendore e troiaggine. Reggiseno di pizzo nero ed un tanga microscopico che lasciava poco all’immaginazione, autoreggenti nere e un tacco vertiginoso.

“Allora cosa ne dici, sono di tuo grandimento?”

“Porca troia”
Mi fiondai su di lei come uno che non aveva mai visto la figa in vita sua, la presi in braccio e limonammo. Dopo 5 minuti di limonate dure, la stesi sul divano e spostai il micro tanga per leccare quella sua magnifica fighetta stretta e tutta depilata. “oooooh siiiii Davide siii, che bella la tua linguaaa” incitato dai sui gemiti continuai sempre più forte e sempre più veloce, a lappare quella striscia di pelle così gonfia e così bagnata di umori e saliva. Leccai per un quarto d’ora, condito di tre orgasmi, uno più violento dell’altro. “Quanto se bravo con la lingua, coinquilino caro, che dici se ricambio il favore e te lo succhio un po’ facendoti il più bel pompino mai ricevuto?” e mentre parlava mi spostavo supino pronto ad essere spogliato dalla più grande troia che io abbia mai visto. Mi abbassò i jeans e tirò giù i miei boxer, facendo balzare fuori il mio draghetto, come lo ha rinominato Alessandra. Espressione di stupore e gioia, forse dalla foto non si vedeva bene quanto fosse largo. Un cazzo di 21 cm, largo e ben depilato che tendeva all’insù. Lo guardo come fosse un gioiello “È tutto mio?” disse lei “Non ci posso credere, è davvero grosso. Mi sfondi la passera stasera”

“Sarò buono e farò piano, ora succhia, mi hai promesso il più bel…” la voce mi si spezzò in gola, aveva iniziato a succhiare divinamente. Per prima fece scomparire solo la cappella, era troppo largo per la sua bocca da pompinara, poi abituandosi alle dimensioni, piano piano lo fece scomparire metà. Andò avanti fino a quando non riuscì ad ingoiarlo tutto, un pompino magistrale. Aveva ragione quando diceva del miglior pompino mai ricevuto.
Preso dalla concitazione, inizia a scopagli la bocca, sempre più forte e la troia si lasciava fare, abbandonata all’estasi del mio cazzo. Preso da un raptus, le piantai il cazzo tutto in gola, la troietta annaspava, era in cerca di aria, ma non le lasciavo scampo. Poco prima che svenisse, tirai fuori il cazzo imbevuto di saliva, un rivolo di bava era attaccata al mio cazzo e lo collegava alla sua bocca. “Sei impazzito? Stavo per svenire, stronzo” ribattei subito “Scommettiamo che se ti tocco la figa sei un lago? Ti ha eccitato da morie” spiazzata non disse nulla, allora incalzai “Sei una troia e lo hai sempre saputo, ti piace essere trattata da troia ma quella fighetta del tuo fidanzato non lo ha mai fatto, ora hai pane per i tuoi denti”.
Detto questo le strappai il perizoma di dosso e le dissi “È arrivato il momento di scoparti”, la misi direttamente a 4 zampe sul divano e da dietro feci scorrere la mia cappella sulle sue grandi labbra, lei impazzì e urlò “vuoi muoverti a chiavarmi? Voglio il tuo cazzo, ORA”
finita la frase le piantai in un colpo solo tutto il mio cazzo dentro di lei, venne sponateo un  urlo “CAZZO SIIII, SIIIIIII LO VOGLIO, L’HO SEMPRE VOLUTO” non le diedi il tempo di abituarsi al mio cazzo che subito la scopai con foga, un ritmo da forsennato, senza un attimo di tregua. La scopai a pecora pe 10 minuti, non le davo sosta, lei mugugnava, godeva; non sapeva più dove aggrapparsi. La tirai per i capelli e le dissi “Allora troia come va? Lo senti?”

“Oddio mio…… mi stai spaccando la figa…..me l’hai aperta tutta…. non ci sto….capendo…..più nullaaaaaaaa”
Intanto il mio fisico iniziava a dare segni di cedimento, non ho mai scopato così intensamente. Allora la presi, la sposati e senza farle capire cosa stesse succedendo la feci mettere a smorzacandela sopra di me. Ormai era talmente tanto aperta che la sua figa si mangiò il mio cazzo in un baleno. “Ah si, così. Brava la mia troia!” La cavalcata più bella ed intensa della mia vita. Posizioni dopo posizioni arrivò il momento di sborrare, non ce la facevo più a resistere.

“Allora troia, dove vuoi che sborro?”

Lei da gran troia “Sorprendimi, fammi vedere quanto sei porco”

Non me lo feci ripetere due volte, le portai la mia bocca sul mio cazzo e me lo feci succhiare ancora una volta divinamente, quando ero quasi in procinto di venire, la presi, la girai a pecora e lo infilai nuovamente dentro “No cazzo, dentro nooooo, neanche a lui lo facevo fareeee”

“Appunto troia, così lo ripaghiamo bene del torto che ti ha fatto”…Tempo di finira la frase che eruttai tanta sborra dentro di lei “SI TROIA DENTROOOOOOOO” e lei ormai eccitata come non mai “SI METTIMI INCINTA BASTARDO CHE NON SEI ALTRO, SBORRAMI DENTROOOOOO”
Fortunatamente tutto questo baccano non fece svegliare i coinquilini, complice anche il tanto alcol bevuto.
Subito dopo aver sborrato, ci rivestimmo. Lei mi diede un bacio e disse “La più bella scopata di sempre, spero non sia una tantum” e io la rassicurai che non era una scopata e via per me, sarebbe potuto durare in eterno questo rapporto, appatto che nessuno lo venisse a sapere.
Ognuno tornò nella propria stanza, appagato e soddisfatto da ciò che era accaduto poco prima.

Spensierato guardai il telefono prima di dormire e vidi un messaggio da parte di Giada che recitava “Che bravo che sei, come lo usi bene il tuo draghetto” un vuoto allo stomaco.....

Buongiorno salve una cortesia potete mandarmi gentilmente il Link della vostra pagina personale di Facebook così metto il mi piace per favore?! 20/04/2020 : 09 : 44
Non ho una pagina Facebook. Pubblicherò i miei racconti qui, per ora.
Bel racconto... spero seguiranno degli altri. Bravo

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