La storia della mia famiglia - 01 - L'inizio di tutto

  • Scritto da Indy il 05/11/2021 - 15:39
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La storia che andrò a raccontare è una storia puramente inventata. I fatti e gli avvenimenti non sono reali. L'unica cosa di reale che c'è sono i luoghi in cui il racconto è ambientato. 

Grazie mille per la vostra attenzione e buona lettura. 

 


 

Famiglia. Se cercate questa parola sul dizionario vi verra spiegato che con questa parola si intende solo che si tratta di una comunità umana, in genere formata da persone legate fra loro da un rapporto di convivenza, di parentela, di affinità, che costituisce l’elemento fondamentale di ogni società. Eppure la famiglia per noi non era solo questo.

Io mi chiamo Andrea e questo è la storia della famiglia.
Avevo ventun anni, quando mia madre Sara aveva ricevuto l'offerta di trasferimento presso l'ambasciata Italiana in Algeria e con orgoglio ci aveva dato la bella notizia la sera stessa che era tornata a casa dal lavoro.
A mio padre Nicola venne un colpo e mi ricordo che per poco non si strozzò con quello che stava mangiando mentre mia sorella Anna dopo un primo momento di shock si era avvicinata a papà e gli aveva versato un po' di acqua in un bicchiere e con una mano gli dava piccoli colpetti sulla schiena. Io d'altro canto ero ammutolito. Cosa si poteva rispondere a una notizia del genere?
Mia madre, dovete sapere, è una donna fiera, combattiva e che difficilmente avrebbe messo la parola arrendersi nel suo vocabolario. Certo è che tale descrizione non andava di pari passo con la descrizione del suo aspetto fisico. Bassa, ma non troppo, e magra ma non così tanto da non essere trasparente. Aveva capelli rossi, due tette della terza da far invidia, e un culo che solo a guardare mandava gli uomini in paradiso. Eppure diceva che era sempre un po' in sovrappeso e ogni giorno si svegliava la mattina presto per andare a correre.
E mia sorella la seguiva.
Gia, mia sorella. Lei a parte i capelli rossi di mia madre non aveva nulla in comune con lei. Secchiona da far paura e invidia e a quell'epoca un po' più bassa di mamma. Timida e con la testa costantemente sull'arte sui disegni e sui libri fantasy. Mia madre e mio padre d'altro canto cercavano a tutti i costi di farla uscire di casa così che potesse fare nuove amicizie e avere un gruppo con cui uscire ma lei rifiutava categoricamente. Nonostante i suoi diciannove anni ancora non avevamo visto e conosciuto nessuna amica o amico.
Mio padre, invece, socievole per natura, aveva cercato dei club sportivi e letterari per aiutare la figlia ma senza riuscirci.
Lui, mio padre, il caposaldo della famiglia, era quello che ci legava. Era alto muscoloso castano di capelli e occhi vivaci intuitivi capaci di leggere quello che ti passava per la testa.
Eppure quella fatidica sera non avevano scoperto nulla fino a che mamma non aveva sganciato la notizia bomba.
Quando poi si era ripreso dalla notizia, con un sorriso a trentadue denti, si era alzato e avvicinatosele, l'aveva abbracciata, e le aveva fatto i complimenti, mentre lei stava arrossendo sperando di coprirsi tra le sue braccia.
Finito di cenare avevamo sparecchiato in fretta poichè a cena non avevamo parlato d'altro che della nostra nuova avventura in cui ci stavamo per imbarcare facendo di conseguenza tardi, e dopo una lavata di denti e baci della buonanotte eravamo andati a letto.
Mentre mia sorella si era addormentata subito, io facevo fatica a prendere sonno.
Non so quanto tempo era passato ma il sonno non veniva.
Stufo allora mi ero alzato e senza fare rumore mi ero diretto prima in cucina a bere un bicchiere d'acqua e poi in bagno a svuotare la vescica, o se preferite a pisciare che non la trattenevo più.
E poi li sentii. Dei rumori e un vociare lieve provenire dalla camera dei miei. Solo allora vidi con chiarezza che la luce era accesa, come se fossero in penombra.
Non so cosa mi passasse per la mente e non so neanche perché ne fui attratto, ma piano piano mi avvicinai alla loro camera, la porta socchiusa.
Poi senza pensarci mi ero affacciato per guardare.
Quello che vidi mi lasciò di sasso. Mio padre era disteso intento a leggere mentre una chioma di capelli posizionata sul suo inguine andava su e giù ritmicamente. Talvolta si fermava e poi riprendeva. Di tanto in tanto mentre si fermava gli chiedeva:
-Ti piace?
Oppure gli intimava:
-Smettila di leggere!
Ero rapito da quella scena.
Mia madre che non l'avevo mai vista fare una cosa così o che non immaginavo potesse fare quello che stava facendo, era intenta invece a prendere con gusto il cazzo di mio padre che ne godeva della sua bocca.
E ansimavano entrambi:
-Piano che li svegli.
Diceva alla mamma.
Poi mia madre come un gatto si era posizionata sopra di lui e aveva messo una mano tra le sue coscie giusto il tempo di inserire il cazzo in figa, e aveva iniziato a cavalcarlo.
Mio padre allora buttato il libro sul comodino l'aveva afferrata con una mano su un seno e l'altra sul culo, mentre con colpi lenti e regolari stantuffava la sua figa.
-Dio, è la terza volta questa sera, scopami maiale! Scopami forte che vengo!
Alle sue parole mio padre perso ogni ritegno si era alzato di schiena, rimanendo conficcato dentro di lei, mentre mia madre finiva di schiena ansimando come una pazza, inarcando la schiena e la testa all'indietro.
I colpi di cazzo erano aumentati e più forti e ad ogni colpo lei godeva.
-Meno male che dovevo fare piano io.
Diceva mio padre.
-Scusa amore ma mi stai facendo impazzire e non riesco a trattenermi!
Rispondeva lei.
-Godi allora, godi!
Ribatteva lui.
Poi la vidi. I suoi occhi puntati su di me, io che senza accorgermi da quando avevo iniziato a guardarli avevo anche iniziato a toccarmi.
Non so perchè ma quella vista e quegli occhi puntati su di me mi avevano portato ad accelerare la sega che stavo facendo e a venire nei pantaloni.
Poi come un razzo ero ritornato in camera e buttandomi sul letto avevo tirato le coperte fino alle orecchie, mentre pensavo e ripensavo a quello che avevo visto, mentre le immagini e i suoni erano ancora vividi in me.

Benvenuto, niente male come esordio... aspettiamo il prossimo, siamo morbosamente curiosi.
Ciao
ciao
ciao
Gentile Tullio, il tuo racconto è stato PUBBLICATO da una settimana, a nome Italsex che è il nostro pseudonimo aziendale per i racconti indiretti. Cordialmente, Giovanna Esse. https://raccontierotici.eu/racconto/sogni-che-follia-tullio
Giovanna sei GRANDE, GRAZIE !!! Fai i complimenti per me all'autore di questa serie di racconti. graze.

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