La storia della mia famiglia - Capitolo 04

  • Scritto da Indy il 08/12/2021 - 17:19
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Era passata una settimana. Una settimana in cui ormai tutti e quattro avevamo perso ogni inibizione e ogni pudore nei nostri confronti tanto che ormai giravamo nudi in casa come se fosse la cosa più naturale a questo mondo.

E scopavamo. Quando volevamo e con chi volevamo. 

Come se non bastasse, le scopate dei miei, ormai non erano più private ed io e Anna vi partecipavamo con passione e ardore mettendoci tutta la passione giovanile che la nostra età permetteva di avere in quel momento.

Non solo. Più di una volta ci siamo ritrovati a scopare nei momenti più assurdi e nei posti più impensabili.

Eppure, nonostante tutto questo, ci eravamo impegnati seriamente a finire gli ultimi giorni di studio e lavoro con tranquillità. Oltretutto era l'ultima settimana in cui saremmo rimasti in questa casa. 

Ogni giorno io e Anna la mattina andavamo a lezione mentre, i miei chiudevano le ultime cose in sospeso e cercavano una casa e università vicine all’ambasciata. Finito tornavamo a casa pranzavamo insieme, anche se le toccate di cazzo e figa e i pompini e le slinguazzate alle fighe, non mancavano.

Il pomeriggio invece lo dedicavamo a preparare gli scatoloni per il traslocco. E la notte ci scatenavamo

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Finalmente era giunto venerdì sera, ed eravamo riusciti a preparare tutto finendo di imballare gli ultimi scatoloni.

Mi ricordo che quella notte per la prima volta, dopo tanto tempo eravamo così stanchi che ci addormentammo nel lettone dei nostri senza nemmeno scopare. 

Il giorno dopo una parte degli scatoloni vennero portati in un magazzino che avevamo affittato mentre l’altra parte lo avevamo consegnato alla zia Claudia, la quale ce li avrebbe spedito assieme agli altri del magazzino un po’ alla volta.

Noi d’altro canto avevamo in valigia quello che ci sarebbe servito per il primo periodo dato che l’ambasciata ci avrebbe fornito il resto fino a quando le nostre cose non ci sarebbero arrivate nella nuova casa.

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Sabato mattina ci siamo svegliati presto e in tranquillità abbiamo fatto colazione, ci siamo lavati e vestiti e poi con in mano le valigie abbiamo aspettato la zia, a cui le abbiamo dato le chiavi di casa.

Dopo i saluti e le ultime raccomandazioni di mamma a sua sorella, mia zia Claudia, siamo saliti in auto e ci siamo diretti in stazione verso l’aeroporto di Venezia Marco Polo.    

Arrivati in stazione non abbiamo dovuto aspettare il treno per molto tempo e una volta arrivato siamo saliti sull'ultimo vagone di prima classe poiché gli altri si stavano riempiendo velocemente. Insieme a noi salirono alcuni ragazzi e due che appena mi passarano accanto mi fecero girare la testa. 

Mia mamma e mia sorella appena videro che sbavavo dietro a loro sorrisero guardandomi e guardandosi complici tra loro. 

Quando il treno partì dalla stazione io, nonostante parlassi con i miei, di tanto in tanto davo un occhiata alle due ragazze. 

La prima era alta più o meno uno e ottanta, di carnagione scura, o per meglio dire sembrava abbrustolita a causa probabilmente dell'uso inconsiderato di qualche lettino abbronzante. Eppure mi mandava in estasi. E non era dovuto al suo aspetto fisico che comparato alla sua amica sfigurava sotto tutti i punti di vista. Erano soprattutto i suoi piccoli gesti che mi mandavano fuori di testa. Da come parlava a come rideva. Di tanto in tanto accavallava le gambe e si toccava i capelli, nervosa e allo stesso tempo impacciata. E la sua amica, senza accorgersi di nulla parlava con lei. Della seconda potevo scorgere solo la schiena il collo e i capelli rossi intrecciati in una coda di cavallo. 

Mia sorella d'altro canto non aveva perso di vista ogni mio singolo movimento e sguardo. 

D'un tratto Anna si rivolse a nostra madre bisbigliandole qualcosa nell'orecchioe poi guardandomi mi fece un sorriso ed un occhiolino. 

Subito dopo passò il controllore a cui esibimmo i biglietti timbrati e mentre passava accanto alle due, riuscì a lumarle ancora di più tanto che quando il controllore uscì dal nostro scompartimento, mamma si alzò e con un espressione di come si fosse dimenticata qualcosa andò verso di loro. 

Poi senza perdere la faccia da smemorata, chiese loro qualcosa, anche se non riuscì a capire di che si trattava. 

Non erano passati neanche dieci minuti che le ragazze vennero a sedersi accanto a noi. 

Io non stavo più nella pelle. 

Una si sedette accanto a mia sorella mentre l'altra di cui vedevo solo la schiena si sedette vicino a me. 

I miei si sedettero nei sedili adiacenti ai nostri ben vigili e con lo sguardo eccitato. 

Poi le cose nel giro di cinque minuti iniziarono a precipitare. 

Anna da grande porca iniziò ad accarezzare le gambe dell'abbronzata e piano piano iniziò a risalire sempre più su mentre con occhi da cerbiatta guardava la ragazza seduta accanto a me. La stava letteralmente mangiando con gli occhi nonostante parlasse con loro normalmente. 

Ogni singola parola che usciva però dalle loro bocche era così sensuale ed eccitante che il mio fratellino decise di svegliarsi e dopo neanche cinque minuti, per non fare figuracce, decisi di alzarmi per andare a fare due passi lungo il treno. 

Così mi ero alzato e con calma avevo raggiunto la porta dello scompartimento che mi arrivò un messaggio:

"Vai in bagno e aspetta".

Confuso, eccitato e pieno di desiderio mi girai verso i posti dove erano seduti i miei e colsi gli occhi di mia sorella che ridevano senza emettere alcun suono. 

Con calma così mi diressi nel bagno del treno che era situato tra uno scompartimento e l'altro, aprii la porta e come mi era stato detto, aspettai. 

Erano passati neanche due minuti che sentii bussare e immaginando che poteva essere una delle due ragazze decisi di aprire la porta. 

Era la rossa che appena mi vide entrò e si richiuse la porta dietro di lei. 

Era piccola di statura con un viso angelico e due occhi magnetici. Eppure in quel momento la mia attenzione era stata catturata dalle sue mani che con studiata lentezza mi massaggiava la patta e il cazzo, dentro, si stava svegliando piano piano.

-Era questo che volevi? Scommetto di si visto come ci guardavi da quando siamo saliti in carrozza. 

E senza aspettare una risposta da parte mia, mi baciò. 

Lentamente poi abbasso la zip dei miei pantaloni e infilò una sua mano dentro a solleticare il membro ormai turgido. Vedendo che ero rimasto impalato sul posto prese con la mano libera la mia e la guidò sulla sua patta e staccandosi dal bacio mi sussurrò all'orecchio: 

-Che ne dici di aiutarmi a togliere i pantaloni? 

Non l'avesse mai detto. Qualcosa si risvegliò in me e perso ogni controllo iniziai prima a sfregare la mia mano sulla sua fica da sopra i jeans e poi d'impeto glieli abbassi, mutandine comprese. 

La prima cosa che notai fu che la sua fica che aveva un piccolo ciuffo di peli sul monte di venere ed era bagnata per l'eccitazione. 

Sensuale si staccò dal bacio, mi prese di nuovo la mano e la sfregò contro la figa mentre con la mano libera continuò a segarmi. 

Quando fu pronta, indirizzo la cappella all'ingresso e lentamente si penetrò. 

Quando fu tutto dentro iniziò a muoversi ritmicamente e per non urlare si morse la mano sinistra mentre con la destra mi incitava dandomi pacche sul culo. 

Di colpo raggiungemmo l'orgasmo e in fretta e furia mi tolsi da lei e imbrattai le sue mutandine. 

Quando si riprese si stacco da me, si rimise le mutandine ormai imbrattate e si risollevò i jeans. Mi diede un bacio, si staccò da me, e facendomi l'occhiolino mi disse soltanto: 

-Aspetta qui che viene anche la mia amica. In tutti i sensi. 

Poi era uscita e aveva richiuso la porta dietro di se. 

Non avevo dovuto aspettare tanto e in quei pochi minuti avevo cercato di ricompormi come meglio potevo. 

Neanche il tempo di finire che avevano bussato alla porta e io per la seconda volta l'avevo aperta. 

Questa volta ad entrare fu la ragazza abbronzata, la quale senza perdersi in preamboli o in chiacchiere me lo ave a preso in mano e dopo due scappellamenti si era girata, mi aveva dato la schiena e puntandosi con i piedi aveva sporto il culo e si era impalata sul mio cazzo. 

Non le importava granché di non urlare tanto che quando avevo visto che il tono dei suoi orgasmi aumentava, avevo deciso di tapparle con una mano la bocca eppure lei incurante aveva continuato a mugolare. 

Quando poi aveva raggiunto l'apice, mi aveva inzuppato il cazzo e questo era bastato a svuotarmi nel suo intestino. Lei come la rossa aveva deciso di rivestirsi nonostante fosse piena. 

Si era poi girata verso di me e dopo un bacio che mi mandò a toccare il cielo con un dito, mi aveva semplicemente detto:

-Grazie, ne avevamo bisogno. 

Poi com'era entrata, così era uscita lasciandomi a ripulirmi il cazzo ormai impregnato dei suoi umori e della mia sborra. 

Ci era voluto un po' ma poi con calma e cercando di mantenere un po' di autocontrollo ero uscito dal bagno. 

Fuori una signora che probabiblmente poteva avere all'incirca l'età di mia madre mi aveva scrutato con occhio severo e senza darmi il tempo di richiudere era entrata in bagno e si era chiusa dentro sbattendo la porta. 

Ridendo sotto i baffi ero ritornato al mio posto. 

Quando ero arrivato avevo visto mia sorella e la rossa che erano sedute vicino ma la cosa che più mi aveva colpito era il fatto che le avevo trovate sotto una coperta che solo Anna poteva aver tirato fuori dal suo zainetto. 

E sotto si vedeva benissimo che c'era movimento. 

Un movimento che per quanto mi eccitava, non avevo forze di fare altre cose. Così, con una mano sulla gamba dell'abbronzata, mi ero limitato a guardare e a contemplare i visi estasiati di mia sorella e della rossa mentre il treno e il tempo sfrecciavano veloci sui binari passando per le città e i campi coltivati. 

 

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Un grazie a tutti quelli che seguono la mia storia. A voi un grazie poiché rendete possibile la realizzazione e la continuazione di questi racconti.

Inoltre volevo scusarmi per aver pubblicato questo capitolo in ritardo, ma il lavoro e lo studio non mi permettono di starci dietro, come vorrei, alla storia.

Spesso anch'io faccio pensieri di sesso se vedo qualche ragazza ma mai avrò il coraggio di fare come le tue due ragazze del treno, magari poi a letto mi tocco...

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