La
La porta dell’ascensore si apre su un pianerottolo dentro un lussuoso palazzo, mi giro e vedo la scritta sulla porta.
CENTRO specialistico ecc.ecc.
Sono arrivata, suono e una giovane infermiera mi accoglie.
«Sono la signora Anna, ho prenotato una visita completa di mammografia, e controllo dell’utero.»
Elenco tutte le cose che devo fare. Lei con modi dolcissimi e garbati mi introduce dentro una sala d’attesa, dove già ci sono quattro persone, tutte donne. Mi invita a sedermi.
«Lei ha un appuntamento per le diciassette?»
Guardo l’orologio. In effetti sono appena le sedici.
«Si, è vero, ma non ero mai stata presso di voi, temevo di arrivare tardi.»
Mi siedo su di una poltroncina posta di lato rispetto alla scrivania dove la ragazza si è di nuovo seduta. Dalla mia posizione posso vedere lei al lavoro. Sta seduta su di una poltroncina girevole, e dal movimento che fa le sue sinuose gambe sono in perfetta evidenza. La osservo meglio, è proprio una bella ragazza. Alta più di me avrà si e no venticinque anni, capelli lunghi e biondi, occhi azzurri, di un colore intenso. Prendo in mano una rivista di gossip dal tavolo e cerco di ingannare il tempo. Di colpo dalla parte opposta della stanza si apre una porta, ne esce una signora che deve aver terminato la visita e dietro un dottore alto, abbronzato, e completamente pelato. Mentre attende che la ragazza gli prenda dalla mano la cartella che lui gli porge, il suo sguardo indugia sul mio corpo, e su di me. Mi sento come a disagio, lui mi guarda come a spogliarmi. Mi sento nuda, poi dice qualche cosa sotto voce a Angela, l’infermiera, e rientra dentro chiudendo la porta. Io mi rigiro sulla sedia. Quello sguardo inquisitore mi ha generato una sensazione molto bella. Mi sento uno stano languore allo stomaco e un principio di calore fra le gambe. Per l’occasione mi sono vestita comoda, ho messo solo un normale reggiseno, uno slip casto e un vestito bianco di lino dato che fa caldo, con una lampo davanti per facilitarmi quando dovrò spogliarmi, il tutto copre a mala pena le mie cosce abbronzate, che terminano con dei sandali dal tacco alto. La ragazza mi fa cenno di avvicinarmi.
«Essendo che lei è nuova le vorrei preparare la sua scheda personale.»
Parla a voce bassa, anche se le persone presenti sono dall’altra parte della sala lei mi parla in maniera molto riservata.
«Venga con me.»
Mi porta dentro un piccolo studio in una stanza adiacente, dove si siede davanti ad un a tastiera e un monitor. Mi invita a sedermi su di una sedia al suo lato sinistro. Dalla mia posizione la posso osservare da vicino. Ho una visione del suo seno, bello, stretto dentro un camice bianco e da come si intravede attraverso la stoffa e i pochi bottoni sotto non deve indossare nulla. Le sue cosce sono in bella mostra quasi abbronzate lisce ben tornite. Mi chiede le solite cose, dati anagrafici, altezza, malattie, gravidanze. Poi prende l’occorrente per un prelievo, mi toglie una fiala di sangue e la mette dentro un macchinario per analizzarlo. Il tocco delle sue mani, ben che fasciate da guanti di lattice mi danno una sensazione piacevole, e nemmeno sento l’ago che mi punge, poi mi parla di nuovo con un filo di voce.
«Ora le farò delle domande personali, alle quali la invito a rispondere nella maniera più esatta possibile.»
Annuisco e quando lei ha finito di scrivere sul terminale del pc dove ha inserito i miei dati incomincia.
«Dalla data di nascita, vedo che fra pochi giorni compirà cinquantanni, complimenti ha un bel fisico. »
Sorrido, oggi mi hanno già fatto questo complimento. Lei continua fare domande.
«Lei signora ha ancora un’attività sessuale?»
«Si.»
“Come la definirebbe, scarsa, normale, o intensa? “
«Direi normale.»
«Ha fatto uso in passato di anticoncezionali? Eventualmente li usa ancora?»
«Si, della pillola e la uso ancora.»
«Si ricorda quando ha avuto la sua ultima mestruazione?»
«Si tre giorni fa.»
Lei alza lo sguardo dal monitor, la sua lingua esce parzialmente dalla bocca ed inumidisce le labbra carnose e sensuali, il suo sguardo è raggiante.
«Sa dirmi approssimativamente quando ha avuto il suo ultimo rapporto sessuale completo?»
«Nove giorni fa.»
È la mia risposta. In effetti ho proprio voglia di scopare, ma dovendo eseguire questo esame ha preferito rimandare a questa sera quando tornerà mio marito, ma questo ometto di dirlo. Lei mi guarda con l’aria felice, poi continua.
«Lei pratica il rapporto orale?»
La domanda mi coglie di sorpresa, lei lo intuisce e aggiunge.
«Deve capire, che noi facciamo una scheda, la più completa possibile.»
«Si lo pratico.»
La cosa comincia a prendere una piega decisamente inaspettata.
«Può dirmi da quanto tempo è passato dall’ultima volta che l’ha fatto?»
Sorrido. Durante questa settimana che ha avuto le mestruazioni ha tirato quattro bocchini a mio marito per tenerlo calmo.
«Due giorni fa.»
Lei continua a sorridere.
«Pratica il sesso anale? E se è si, in che frequenza, scarsa, normale o intensa.»
«Si lo, pratico in maniera normale.»
Poi si alza.
«Se si spoglia la peso.»
Tolgo il vestito facendo scorrere la lampo fino in fondo. Mi ritrovo davanti a lei con solo l’intimo, salgo sopra una bilancina digitale e lei si abbassa davanti a me per leggere il peso. Il suo sguardo indugia all’altezza del mio pube, la cosa comincia ad eccitarmi. Mi porge il mio vestito per rimetterlo, ma quando cerco di far scorrere la lampo mi si impiglia. Lei si offre di aiutarmi e si abbassa di nuova davanti a me. Tiene la stoffa con la mano sinistra e con l’altra tira la cerniera, il movimento è cosi improvviso che il dorso della mano colpisce il mio Monte di Venere e questo mi provoca un piacere improvviso e rapido. Torniamo nella sala d’attesa e mi siedo allo stesso posto. La porta del dottore si apre di nuovo, e questa volta ne esce un giovane medico. Alto, moro, un bel ragazzo. Porge la cartella alla ragazza e anche lui indugia con lo sguardo su di me, ora la cosa comincia stranamente ad eccitarmi, lui dice alcune cose e rientra. L’infermiera porta dentro lo studio una cartella che suppongo sia la mia. Resta alcuni momenti dentro e quando esce noto che i suoi ultimi bottoni del camice ora sono aperti. Quando si siede sulla poltroncina mi offre una visione delle sue cosce molto provocante. Sento dentro la fica un inumidirsi anomalo. Questa sensazione mi costringe ad accavallare le gambe, con il risultato che ora io pure mostro le mie a lei che di sottecchi mi guarda. Giro lo sguardo intorno, ci sono rimaste solo due signore molto anziane. Una addirittura deve essere la badante, cerco di non pensare alla strana situazione che sto vivendo. Riprendo a sfogliare il giornale. Mi sembra di vedere solo tette e maschi nudi nelle foto. Lascio perdere. Appoggio la testa alla spalliera e al muro dietro, cerco di ripensare alla mattinata. Lavoro come impiegata, e oggi verso l’ora di pranzo è capitato in ditta un giovane rappresentante molto carino e discreto. Mi sta facendo una discreta corte e prima di andare via, mi ha invitato a pranzo. Di solito non accetto mai. Ma oggi avrei pranzato sola. È così simpatico che ho fatto un’eccezione. Siamo andati in un piccolo ristorantino lì vicino, e durante il pranzo è stato un ottimo commensale. Abbiamo parlato del più e del meno, mi ha fatto i complimenti per la mia età, me ne dava massimo quaranta. Lui ne ha trentotto. Ha detto che convive con una ragazza brasiliana. Ha preso il suo iPhone, ha aperto una cartella con delle foto, prima erano loro due e si vedeva solo il viso. Poi lei nuda di spalle sulla spiaggia, e in fine loro due nudi con lui con un meraviglioso cazzo eretto che lei teneva in mano. Io ho finto uno sguardo di disappunto, poi mi sono messa ridere per mascherare la scarica erotica che l’immagine ha trasmesso alla mia fica che si è contratta e bagnata all’istante.
«Vedo che vi piace prendere il sole nudi, dove eravate?»
Lui ha risposto con uno sguardo sornione.
«Al lido di Dante.»
«Si la conosco, ma troppo affollata di seccatori. Ne preferisco un’altra. Dai portami alla macchina che devo andare.»
Per tutto il tragitto ha insistito per sapere dove io vado a prendere il sole nuda. Arrivata a casa ero decisamente eccitata dalla visione di quel cazzo. Durante la doccia ho dovuto faticare molto per non toccarmi. Adesso sono qui e mi sembra che la situazione stia prendendo una piega decisamente insolita. La porta si apre di nuovo, la signora con badante entrano, seguiti dall’infermiera. Dopo un poco lei esce. Noto che ora anche altri bottoni del camice mi sembrano aperti, lei è allegra, mi sorride, poi si siede e dal mio punto di vista vedo perfettamente la sua coscia completamente nuda, e il seno che quasi le esce dal camice. Giro lo sguardo, mi sto bagnando come mai prima, mai avute fantasie di sesso lesbico, ma quella ragazza mi eccita. Passa poco tempo, ed esce il pelato con le due donne, saluta la signora e si gira verso di me.
«Venga signora, mi chiamo Augusto.»
«Piacere Anna.»
Mi porge la mano nel preciso istante in cui mi tocca una scarica elettrica attraversa tutto il mio corpo. La mia fica reagisce con un aumento di umori che mi innervosiscono un poco. Gli passo davanti, i nostri sguardi si incrociano, i suoi occhi nerissimi sono così penetranti che mio sembra raggiungano il più profondo del mio essere. Entro nello studio.
«Lui è Paolo, il mio assistente, medico praticante, si sieda signora.»
Accenno un saluto verso l’altro, mi siedo mentre Angela entra, chiudendo la porta dietro di noi. Augusto seduto davanti a me. Ha un aspetto veramente bello, alto spalle larghe, viso con la mandibola squadrata, sembra il ritratto del suo nome, imponente.
«Ora le faremo la mammografia e poi tutte le altre cose che lei ha chiesto.»
Io già non riesco più h capire nulla. La sua voce forte e sensuale, sta facendo uno strano effetto su di me, la mia fica si contrae ritmicamente per proprio conto. Mi sto eccitando, non vorrei, mi deve visitare anche sotto che figura ci faccio!
«Vedo dalla sua scheda, che lei ha una vita sessuale regolare, bene, venga con me.»
Mi alzo, lui mi prende per il braccio, mi accompagna nella stanza adiacente, un locale pieno di macchinari, e un lettino da ginecologo.
«Si spogli.»
Apro la lampo, lui mi prende il vestito, e lo mette su di una sedia.
«Si accomodi seduta sul lettino, poi si tolga il reggiseno.»
Eseguo. Ho davanti a me lui, e l’altro, che insieme a Angela, mi guardano ammirati. Augusto si avvicina al mio seno sinistro, lo tocca, lo palpa in maniera molto professionale. Ne palpa ogni singolo centimetro. Mi sto sempre più bagnando. Il palpeggiamento del seno, mi ha sempre molto eccitata. Lui sembra intuire la mia inquietudine.
«Si rilassi, le assicuro, che in un soggetto sano come lei, è normale che si ecciti al mio contatto.»
Passa dall’altro lato, prende in mano l’altro seno.
«Paolo, senti qui, questo è quello che si dice un bel seno, che alla palpazione, risulta perfettamente a posto.»
Lui si avvicina, ora le mani che mi toccano sono quattro, io sto per urlare di piacere, ma Augusto mi fa alzare, mi spiega che mi faranno male per l’esame, ma che è necessario. Io mi metto in piedi come vuole lui. Sono molto eccitata, e sono convinta si veda dalle mutandine bagnate. Effettivamente la macchina della mammografia, è quanto di più mostruoso si possa concepire. Ti schiaccia il seno, lo stira, lo tende schiacciandolo, che alla fine mi fa veramente male. La sua voce calda e profonda di lui mi rilassa, mi aiuta sopportare bene il dolore, che alla fine mi eccita anche quello.
«Si distenda di nuovo sul lettino.»
Eseguo. Si avvicina a me, ora massaggia il seno, la carezza è molto sensuale, che mi riporta velocemente allo stato di prima. Poi impartisce un ordine alla ragazza.
«Angela continua tu.»
Nel frattempo era stato sostituito da Paolo. Poi indossati dei guanti di lattice, mi toglie le ormai inzuppate mutandine, e mette le mie gambe su due appositi sostegni, che hanno la funzione di mettermi con la fica oscenamente esposta al loro sguardo. Il continuo contatto con la ragazza, mi stanno facendo raggiungere un elevato livello di eccitazione. Ha un tocco decisamente dolce e sapiente, che ha contribuito far sparire il dolore, mentre i due uomini si sono abbassati davanti alla mia fica. Il primo contatto della mano del pelato mi fa esplodere l’orgasmo. Stringo le labbra per non urlare.
«Bene. Finalmente, ora possiamo iniziare il controllo dell’ispessimento del collo dell’utero.»
Sentenzia lui. Subito le sue dita si insinuano dentro di me, regalandomi subito un piacere dolcissimo e intenso.
«Anna, rilassati, se provi piacere non trattenerti, puoi urlare quanto vuoi, ma rilassati.»
Io che non aspettavo altro, vengo scossa da un nuovo, e questa volta, più liberatorio orgasmo.
Il mio corpo è ormai incontrollabile. La mano di lui o l’altro, mi continuano a procurare un continuo di vibrazioni bellissime, che unite al contato sul seno di lei, che ora mi sta letteralmente eccitando, mi mandano via di testa. Fanno dei prelievi, prendono dei campioni, di non so bene cosa, ma lo stato di eccitazione rimane altissimo. Ad un tratto, mi rendo conto che Augusto è tornato di lato al lettino. È vicino a me, il suo camice sbottonato, mostra sotto la leggera stoffa dei pantaloni, un bozzo di dimensioni da me mai viste, la sua faccia ora è vicina alla mia.
«Dai rilassati, lasciati andare, vedrai che non resterai delusa.»
Sono in un tale stato di eccitazione, che non mi oppongo a nulla. La sua bocca ora è vicinissima alla mia, quando le sue labbra toccano le mie, il mio corpo mi arrende al piacere del contatto. La sua lingua entra in me. La succhio, in un bacio che mi fa impazzire. La sua mano prende la mia, la porta al pacco di carne, che nasconde sotto i pantaloni. Solo il contatto, mi regala una scarica tale, che godo all’istante.
Solo allora, mi rendo conto, che qualcuno mi sta leccando la fica. Mi giro, e vedo Paolo di lato a me, realizzo che il meraviglioso lavoretto lo sta facendo Angela. Mi eccito ancora di più. Augusto ha aperto i pantaloni, quando tira fuori il mostro, che sta dentro resto senza parole. Mi fa appoggiare la mano sopra, un cazzo di proporzioni mai viste, non riesco a congiungere le dita dalla grande circonferenza che ha, lungo e durissimo. Mi avvicina la bestia alla bocca. Lo insinua dentro, per quanto io cerco di prenderlo, a mala pena riesco a far entrare la cappella grossa.
«Dai leccalo.»
Paolo intanto si è denudato, mostra un cazzo pure lui, di belle dimensioni, meno grosso è sicuramente più lungo, anche lui me lo mette in mano.
«Succhia, succhialo bene, che te lo faccio sentire.»
A questo punto, sono in preda a un delirio erotico, non vedo l’ora di sentirlo dentro. Poi Augusto dirige il gioco.
«Dai scopala.»
Subito Angela si toglie per lasciare posto a Paolo, che si posiziona in mezzo alle mie cosce. Appoggia la cappella sulle labbra della mia orami allagata fica, e con un colpo deciso entra.
Mi spinge dentro il suo cazzo fino in fondo, quando batte sull’utero, mi procura un misto di dolore e piacere fortissimo, vorrei urlare, ma ho infilato un bocca il cazzo dell’altro.
Angela è tornata ad occuparsi del mio seno, ma questa volta oltre alle mani, usa anche la bocca, succhiando i capezzoli. Essere al centro delle loro attenzioni, mi provoca un violento orgasmo che mi scuote tutta.
Sfilo per un attimo il cazzo dalla bocca per urlare tutto il mio piacere, ma lui prontamente me lo rinfila dentro.
«Dai scopala bene. Affonda bene dentro il cazzo, che così la prepari, poi ci penso io a sfondarla.»
A quelle parole, il mio cervello trasmette un brivido di paura, e il forte desiderio, di non volere altro, mi sbatte con forza velocemente. Mi procura un numero continuo di orgasmi. Ad un tratto i due maschi si scambiano un’occhiata d’intesa, subito mi ritrovo in bocca il cazzo, che prima era dentro la fica, e l’altro si posiziona davanti a me. Sento chiaramente la cappella aprirsi un passaggio fra le grandi labbra, le pareti vaginali dilatandomi a tal punto, che mi procurano un piacere, così intenso che credo di essere quasi svenuta.
Dalla mia bocca escono parole che in vita mia non ha mai detto a uno che mi scopava. In quel momento non desideravo altro. Affonda lentamente il cazzo dentro di me. Mi apre, si insinua dentro, quando sento l’inguine suo toccare il mio corpo, realizzo che me lo sono preso tutto. Lo esorto a scoparmi e a sfondarmi tutta.
Lui non si fa pregare. Incomincia un movimento dentro e fuori, che mi uccide ad ogni affondo. Sono sconvolta continuamente da scariche di piacere intenso, continuo, vengo a raffica, senza più nessun controllo. Lui poi mi solleva, si sposta lateralmente al lettino. Mi tiene su con le sue forti braccia, mi solleva, io sono impalata su di lui, quando mi lascia, scivolo sul suo corpo fino a infilarmi tutto il cazzo dentro. Ripete alcune volte la cosa, e io ogni volta vengo scossa dal piacere. Intanto Angela prenda a trafficare sul mio culo, lo lubrifica, dopo Paolo si posiziona dietro di me. Augusto si distende un poco sul letto, e io resto alzata, con metà del suo cazzo dentro, sento le mani di lei tendere le mie chiappe, poi la cappella di Paolo, si fa strada nel mio culo, resto perplessa un momento, poi lo incito.
«Bravo, mettilo dentro, sborraci, così lo prepari per me.»
Gli ordina Augusto. E lui mi infila il cazzo dentro, fino a che non sento il suo corpo aderire al mio. Poi incominciano a pomparmi di brutto. Sono sconvolta da innumerevoli orgasmi. Perdo la cognizione del tempo, loro mi sbattono a loro piacimento. Improvvisamente sento Paolo accelerare il ritmo e poco dopo si svuota dentro me.
Mi sembra di ricevere un clistere di fuoco nel culo, raggiungo l’orgasmo nel suo stesso momento.
Paolo esce dal culo. L’altro mi rigira, mi fa appoggiare le mani al lettino, e prende a sbattermi da dietro, con tale forza, che quando entra, mi stacca dal pavimento. Paolo intanto si posizione dall’altro, lato del lettino.
«Succhia! Succhiami il cazzo, fallo restare duro che voglio scoparti ancora.»
Detto questo, mi pianta il palo in bocca, che avrà anche sborrato, ma non mi sembra calato di molto. Sento Angela accovacciarsi sotto di me, mi lecca la fica dal basso. Andiamo avanti per un poco così, fin quando anche Paolo, ha di nuovo il cazzo perfettamente duro. Augusto mi solleva, si gira e si appoggia al letto, Paolo si posizione davanti, non realizzo cosa vuole fare, fino a quando non lo sento accoppiare il suo cazzo all’altro, entrambi entrare dentro di me. Cerco di dissuaderli, convinta, che non sia possibile riceverli entrambi dentro, ma inutilmente. Le mie proteste, sono subito smentite dalle due cappelle, che prepotentemente entrano in me. Sono sconvolta. Perdo sicuramente i sensi, perche quasi non mi rendo conto, per quanto tempo mi scopano in due, dentro la fica. Poi sento ancora Paolo, aumentare il ritmo, Angela che mi strizza con forza un capezzolo fino al dolore, che mi riporta alla realtà. Scarica dentro la mia fica oramai a secco di umori una caldissima sborrata che la inonda. Grido pure io senza sapere dove trovo ancora la forza di gridare. Augusto mi solleva, mi ridistende sul lettino. Porta le gambe in alto fino alle sue spalle, sfilato il cazzo dalla mia fica spanata, lo pianta nel culo. Sento il palo sfondarmi l’ano. Con calma, molto lentamente, lo pianta tutto dentro. Poi mi pompa con forza, con movimenti anche rotatori, che mi procurano un piacere, aggiunto a quello che già provo. Quando aumenta il ritmo per sborrare io sono pronta a venire con lui.
«Eccomi, ti inondo il culo.»
Urla, e io di risposta ho un nuovo orgasmo.
Urliamo insieme. Lui si sfila di colpo, sento tanta sborra colare lungo le cosce, si porta di lato, mi infila il cazzo in bocca ancora gocciolante.
«Dai bevi, lecca tutta la sborra.»
Mi incita. Anche se non me lo avesse chiesto, mi infilo giù per la gola il palo, che ora ha dimensioni sempre ragguardevoli, ma ne posso far entrare di più. Resto distesa per un poco. Poi mi rivesto. Augusto si congratula con me.
«Sei una donna stupenda, sana come un pesce, con un apparato sessuale in perfetta forma. Complimenti. Per tutte le risposte complete, se voi ripassare fra otto giorni saremo pronti.»
Li guardo sfinita.
«Forse è meglio dieci, o dodici giorni.»
Rispondo io scherzando. Lui mi prende per mano, mi accompagna alla porta, sento la sborra colare dentro le mutandine.
«Sono contento di averti conosciuto, sei stupenda, vieni quando vuoi.»
Mi bacia sulla bocca. Esco, vado alla macchina trascinando letteralmente le gambe, torno a casa. La sera tardi, rientra mio marito. Quando viene a letto, mi si avvicina con la chiara voglia di scopare, ma io sono a pezzi. Ho il culo in fiamme, la fica indolenzita e gonfia, la gola mi fa male, mi chiede della visita.
«È stata dura. Mi hanno analizzato a fondo, in maniera molto invasiva. »
Poi, per tenerlo buono, mi avvicino al suo cazzo, lo guardo con occhi diversi, si è vero, che non ha le notevoli dimensioni di quelli che ho preso oggi, ma fino ad ora, mi ha fatto divertire molto, e così me lo infilo dentro la mia gola martoriata. Lo succhio con maestria, so come farlo sborrare velocemente, infatti poco dopo, mi irrora l’ugola di dolcissimo nettare che allevia il mio mal di gola.
ralfie
Er
Inevitabilefollia
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