L'amica veneta

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Il desiderio. Molto spesso risulta difficile, quasi impossibile resistere. Vogliamo avere ciò che desideriamo, anche quando è sbagliato o non potremmo averlo. Questo è quello che mi è capitato, quando ho conosciuto Andrea e Lucrezia. Lui un bel ragazzo tutto sommato, ma lei … lei una vera dea. Fisico snello, fianchi leggermente larghi ma con un culo sodo e mozzafiato, e un bel seno delicato (una seconda abbondante o una terza), tutto in perfetto equilibrio. Quello che però mi ha conquistato di lei è stato il viso, un bell’ovale dai lineamenti delicati, le labbra carnose al punto giusto e i capelli biondi. La sua bellezza unita alla sua gentilezza, mi hanno rapiti. Invidio Andrea, lo ritengo un ragazzo fortunatissimo; col senno di poi mi dovrò ricredere. 

Ci incontriamo la prima volta in vacanza, solo per pochi giorni. Giusto il tempo per fare amicizia e scambiarci i numeri di telefono. Loro veneti, io lombardo abbastanza vicini da poter organizzare qualche gita fuori porta per vederci. E così è, ci incontriamo più volte, per un weekend sul lago, o in montagna, o ancora a visitare Venezia, Verona. Nasce una bella amicizia, anche se a loro nascondo la mia voglia di possedere Lucrezia. Resisto, lui è mio amico e lei sembra una ragazza per bene che non tradirebbe mai il suo ragazzo. Sono una coppia perfetta, lui dolce e semplice, molto affettuoso con lei e in grado di farla sorridere spesso e volentieri. Lei è la ragazza perfetta, affettuosa con lui, lo tratta come fosse la cosa più importante e si prende cura di lui, lo si vede soprattutto nei piccoli gesti, come quello tenero di pulirgli l’angolo della bocca sporco di maionese dopo aver mangiato un panino. E anche le volte in cui lo sgrida, arrabbiandosi forse troppo facilmente, sono rimproveri dettati dal volergli davvero molto bene. Con un quadro come questo, capite bene che per me risulta essere anche alquanto difficile conquistarla e trovare il coraggio di distruggere un rapporto così idilliaco. 

Per mia fortuna, e sfortuna di Andre, scoprirò che non è tutto oro quel che luccica. 

Le cose prendono una piega interessante dopo quasi un anno che ci conosciamo.  

Avete presente quando vi fate un’idea precisa di una persona e poi questa si dimostra totalmente diversa da quella che si siete immaginati? Ecco, è proprio il caso di Lucrezia. Una giovane venticinquenne dai modi gentile ed eleganti, una fidanzata perfetta, attenta e fedele che invece si rivela essere lussuriosa, perversa e traditrice. Ed ora vi racconterò come l’ho scoperto. 

Come vi dicevo, è passato più o meno un anno da quando ci siamo conosciuti; in realtà, mancano ancora un paio di mesi, ma questo è irrilevante. Siamo a metà giugno, il caldo inizia a farsi sentire e le ragazze, compresa Lucrezia, iniziano ad indossare quei fantastici abitini corti e svolazzanti che lasciano vedere bene le gambe – e le sue sono un capolavoro. Inutile dire che gli adulatori e i volponi che ci provano con lei sono molti, ma lei sembra non farci caso o, quanto meno, sembra ignorarli. 

Come capita di frequente, mi hanno invitato da loro per una domenica in laguna. Doveva essere un weekend, ma una sua amica ha rotto col ragazzo e quindi il sabato sera lo passa da lei; io e Andrea invece decidiamo di uscire per fatti nostri. 

A: Hanno aperto una nuova enoteca in un paese qua vicino, ti andrebbe di andarci?

La sua proposta mi intriga – io sono un amante del buon vino – così decidiamo di andare lì. 

Ci prepariamo, prendiamo la macchina e andiamo. 

“Enoteca del locandiere”, il nome non è proprio dei più attraenti, ma il locale sembra molto elegante. Entriamo e ci sediamo. Il posto è molto grande, ci sono tre sale separate tra loro da degli archi con mattone a vista molto belli. Il vino poi è decisamente di ottima qualità. Tuttavia, la sorpresa più grande è che nella sala accanto alla nostra, c’è Lucrezia seduta al tavolo con un uomo, che avrà sì e no una quarantina d’anni. Ridono e scherzano. Andrea la guarda, ma lei non ci vede. 

A: Ma quella è… Lucrezia!??!? Doveva essere da Clara a quest’ora…

Io: Una cosa è certa! Quello non è Clara!

Andrea non la vive molto bene e a me è caduto il mito di quella ragazza così fedele e per bene. 

Verso metà serata i due escono a braccetto, scambiandosi più di un’effusione, inconsapevoli della nostra presenza. 

Andrea vuole andare a casa, io sono di tutt’altro avviso. 

Io: Dobbiamo seguirli. 

A: No, non voglio. Quello che ho visto mi è bastato. 

Io: Non fare lo sfigato e vieni con me!

Lo prendo per un braccio e andiamo di corsa verso la macchina, appena in tempo per vederli uscire dal parcheggio e seguirli. 

Si allontanano dal centro paese, verso una zona di campagna. Teniamo le distanza e vediamo che svoltano in una strada sterrata che porta a un cascinotto abbandonato. Lasciamo la macchina sulla strada e ci avviciniamo a piedi. 

Le finestre sono sbarrate da delle assi di legno rotte che lasciano intravedere cosa succede all’interno. 

L’interno è tutto diroccato e rocco, fatta eccezione per una brandina con un bel materasso nuovo. La casa è illuminata da una ventina di candele che rendono l’atmosfera surreale. 

Lucrezia è sdraiata sul materasso. Indossa un paio di slip neri con un cuore rosse proprio sul monte di Venere e dei minuscoli copri-capezzoli a forma di cuore. Quelli che si vedono spesso nei night club addosso alle ballerine. 

Il quarantenne è davanti a lei che lo guarda con occhi carichi di eccitazione. Lui gira attorno al letto e si va a mettere esattamente sopra la faccia di Lucrezia che ora lo guarda all’indietro. Slaccia i pantaloni, abbassa la zip e tira fuori il suo cazzo di notevoli dimensioni. È duro e venoso, completamente depilato come piacciono a lei. La ragazza sorride e pregusta già quel membro nella sua bocca. Non deve aspettare molto. L’uomo si toglie i pantaloni e si posiziona a cavalcioni sulla faccia di Lucrezia. Ora lei ha gli occhi piantati sul suo buco del culo e la bocca a portata di palle. Non aspetta un secondo. Inizia a leccargli i coglioni come fossero le palline di un cono gelato. L’uomo gradisce. Si sposta indietro, permettendole di passare all’asta. 

U: Apri bene la bocca!

L’uomo ordina e lei esegue. In men che non si dica il cazzo dell’uomo sparisce completamente nella bocca di Lucrezia, facendo ben vedere la gola che si dilata al passaggio del suo enorme arnese. Inizia a scoparle la bocca quasi con foga. Lucrezia ha conati, ma li sa gestire – tutto fa pensare che non è la prima volta che ingoia un cazzo così. La sua faccia è tutta rigata da lacrime e saliva che cola dalla bocca ogni volta che l’uomo estrae il cazzo. Mentre si diverte con la bocca, schiaffeggia il seno di Lucrezia che con le mani si masturba da sopra le mutandine, ormai fradice. 

Quando il quarantenne ha finito con la bocca, la gira. Le strappa le mutandine e messa a pecora inizia a scoparla come un forsennato. Da fuori io e Andrea possiamo sentire perfettamente le urla di piacere che escono dalla bocca di Lucrezia. Quando l’uomo finalmente le viene in faccia per Andrea è troppo. Si allontana. Io aspetto ancora un po’, giusto il tempo di vedere la faccia sborrata di Lucrezia. Mi allontano anche io e torniamo a casa. 

La ragazza torna a casa a notte fonda, Andrea sta dormendo. Io sono sveglio. La vedo sconvolta, la saluto. 

L: Cosa ci fai ancora in piedi, Albi?

Io: non riuscivo a dormire. Sai ho ancora in mente una scena particolare.

L: AH sì, e che scena?

IO: una scopata incredibile. Un uomo sui quaranta che scopava una ragazza nostra coetanea.

Lucrezia mi guarda sospettosa. Sta per parlare, ma la interrompo. 

Io: Sì, ti abbiamo visto. E si anche Andrea. E sì, lo convincerò a perdonarti, ma non sarà gratis. 

L: Conosco la tua passione per la dominazione sai. Andrea me ne ha parlato. Convincilo e sarò la tua schiava.

Io: Vai a sistemarti! Entro domani sera Andrea ti avrà già perdonato.

  

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