L'ultima spiaggia a sinistra

  • Scritto da ILPORNOGRAFO il 20/04/2021 - 18:44
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Debora e Rocco si erano conosciuti casualmente al bar della stazione di 
servizio. Lei faceva l'autostop, lui girava in auto. Vent'anni Debora, 
ventidue Rocco. Lei disponibile alle avventure con il primo figo che 
capitava nei paraggi del suo prosperoso e appariscente fondoschiena, 
dannatamente inguainato in un paio di corti shorts. Rocco non era proprio 
un cacciatore di fighe ma se la cavava e non perdeva mai occasione di 
fare di un po' di sesso occasionale con coloro che ci stavano. Così, dopo 
un hamburger e un paio di birre, erano stati in un drive-in, un cinemino 
all'aperto ingolfato di auto.
In realtà il film non lo avevano nemmeno seguito, i loro occhi guardavano 
al di là dello schermo, sconfinando nel mondo dei piaceri proibiti fatti 
di palpatine, carezze umidicce, pugnette e ditalini. Debora era tutta 
bagnata e non ce la facevano più dalla voglia, forse sarebbe stato meglio 
andarsene e trovare qualche posticino più tranquillo, perchè tra una 
macchina e l'altra non passava nemmeno un metro e a Rocco non andava 
proprio di far vedere le sue chiappe emergere su e giù dal finestrino 
mentre scopava. < Andiamo sulla spiaggia magari li saremo più tranquilli>>, aveva suggerito. Debora aveva sentito che da quelle parti 
c'erano state delle violenze ai danni delle coppie ma Rocco aveva 
insistito e lei non aveva saputo resistere. La luna era ancora bassa nel 
cielo e baluginava sul mare calmo insieme ad infinità di occhietti 
luminosi che si accendevano e spegnevano in un gioco alternato di 
bagliori e fiammelle saltellanti da un onda all'altra. Rocco e Debora se 
ne stavano a sbaciucchiarsi e palpeggiarsi senza scarpe, coi piedi sul 
bagnasciuga, le mani indaffarate a sbottonare, a slacciare, ad 
intrufolarsi tra stoffe e pelle. Quando lei gli vvicinò la lingua al 
pene, una densa nuvolaglia scura cominciava a coprire la luna. Debora 
aveva la bocca occupata dal cazzo di Rocco che se ne stava a godicchiare 
a occhi chiusi e non poterono vedere le quattro ombre furtive che li 
stavano circondando. Fu lei la prima ad accorgersene, sentendosi 
afferrare per i capelli. Uno strattone violento da parte di un paio di 
braccia robuste. Voltandosi cacciò un urlo, la faccia che vide, tinta 
dalla luce spettrale della luna ovattata di nubi sembrava uscita dal più 
raggelante dei film horror. Il suo grido diede il via all'attacco degli 
altri. Mentre due due si occupavano di Debora facendola tacere con una 
palla da tennis ficcata in bocca, gli altri afferrarono Rocco, 
ammanettandolo e legandogli un manico di scopa alle caviglie in modo da 
obbligargli le gambe aperte quasi a novanta gradi. I quattro si tirarono 
fuori il cazzo e mentre la bocca di Debora si riempiva di uno di quei 
nodosi membri bollenti e il suo ano veniva violentemente sfondato da un 
atro rettile virile, si accesero due, tre torce elettriche.
<<Guarda stronzo, guarda il mio amico come si incula la tua puttanella>>
urlò uno con la barba incolta, e così dicendo centrò con il fascio di 
luce il cazzo del suo compagno che sprofondava brutalmente nel culo della 
ragazza. Rocco strabuzzò gli occhi, cercando di urlare qualcosa, ma 
qualcuno gli aveva cacciato quattro dita in gola prima che lui potesse 
parlare. < tranquillo, non essereeessere invidioso, ora inculiamo anche te>. Prima uno, poi l'altro, poi il terzo, sodomizzarono selvaggiamente 
anche lui, il quarto che fino a quel momento si era occupato del culo 
della ragazza, l'aveva lasciata, immobilizzandola ad uno scoglio e 
sistemate per bene le torce elettriche nella sabbia con i fasci di luce 
convergenti su Rocco, si era unito agli altri diavoli scatenati. Rocco 
provò con immenso dolore la rottura dei suoi vasi emorroidali quando 
anche il quarto membro gli entrò con ferocia nel culo. Solo quando ormai 
il suo retto era ridotto in una piaga palpitante, notò che uno dei tre si 
era finalmente deciso a spalmargli qualcosa di viscido cpme burro (era 
grasso di macchina) tra le chiappe. In bocca gli avevano ficcato, dopo un 
paio di minuti di pompini coatti, uno straccio sporco e una cintura di 
cuoio che era stata fatta passare da sotto fino alle caviglie, facendogli 
assumere una posizione tanto scomoda quanto oscena, con tanto di coglioni penzoloni e membro snervato dal dolore. Una mano gli afferrò i testicoli 
e il pene strizzandoli e torcendoli con forza. La fitta dolorosa si 
scaricò lungo la schiena martellandogli le tempie. Vedeva Debora con gli 
occhi sbarrati su di lui, inorridita, il suo volto contorto dal terrore, 
e quando la sua mente e il suo corpo si riempirono di un dolore ancora 
più squassante, capì che uno di quei bastardi gli aveva infilato, senza 
tante cerimonie, l'intera mano nel culo. La sentì scivolare a scatti 
nell'intestino, girargli nel foro rettale, dura, ossura, spietata e 
sprofondare ancora, ancora, oltre il polso...
Gli occhi di Debora strabuzzavano dalle orbite, se non avesse avuto la 
bocca occlusa dalla palla da tennis avrebbe potuto vomitare, ma non 
poteva e si vedeva costretta a dover mandar giù il suo stesso vomito. 
Quando il braccio di quel bastardo entrò nell'intestino di Rocco fin 
oltre il gomito, spappolandogli lo stomaco, Debora non resse, perse i 
sensi dallo schifo e dalla paura e tutto fu buio. Tutto si spense, dalle 
torce dei criminali che scapparono via sghignazzando all'anima di Rocco 
che venne ritrovato alle prime luci dell'alba, la faccia impastata di 
sabbia e sangue. Vicino allo scoglio dve era stata legata Debora solo due 
corde sciolte. Si era liberata, aveva pianto accanto al cadavere di Rocco 
e se ne era andata dileguandosi come uno spettro tra le tenebre. Nessuno 
aveva più saputo nulla di lei. Da un po' di tempo a questa parte però 
polizia e caabinieri continuano a trovare cadaveri di uomini mutilati dei 
genitali. Pare inutile precisare che tutte le vittime hanno in comune il 
fatto di avere precedenti specifici in fatto di abusi sessuali. Tra i 
pregiudicati per tali reati serpeggia la paura. Dicono che sulle coste 
pugliesi, solitamente all'imbrunire, circoli una ragazza travestita da 
uomo, armata di rasoio.

Ma come? Un porno GRAFICO che non inserisce un'immagine? Si scherza... Ciao e benvenuto, grazie per il tuo racconto, molto gradito!. Ti preghiamo solo di arricchire, la prossima volta la tua storia con una immagine di copertina a tuo piacere. E' brutto vedere in prima pagina una storia identificata da uno scialbo quadrato grigio, non trovi?
Ciao Giovanna. Spero che il racconto ti sia piaciuto, seppur troppo crudo per essere un porno vero e proprio. Grazie per il benvenuto e scusa se non avevo aggiunto un immagine (ora l'ho fatto anche se non è del tutto azzeccata), ma davvero non sapevo che tipo di immagine aggiungere dato il tema del racconto. Un abbraccio.

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