Nadia non era solita a fare autostop, ma quella sera era uscita a far scuola guida con suo figlio Lucio, e la sua vecchia Golf si era fermata in un posto dove non prendeva manco il cellulare. E poi, quei due, su quell’elegante SUV, le erano sembrate due bravissime persone.
Artemio e Giorgia, erano davvero due brave persone, o almeno così erano considerate. Avvocati di successo, con tre bimbi piccoli, e un costante impegno nel volontariato … ma, sotto il manto della loro vita immacolata, nascondevano un nero segreto, una vergognosa istintiva depravazione che non riuscivano a soffocare.
Giorgia lanciò un’occhiata al marito, e con quell’occhiata si capirono all’istante. L’avevano fatto con singole, singoli, coppie … mai con madre e figlio.
-Volete assaggiare il succo di mela che produciamo nella nostra azienda agricola?- aveva chiesto ai due seduti dietro.
-Volentieri!- aveva risposto Nadia a quella gentile signora. E madre e figlio, non fecero nemmeno in tempo a bere metà di quella bottiglietta di succo di mela offerto, che percepirono le loro palpebre farsi sempre più pesanti.
Quando Lucio aprì gli occhi, per prima cosa si sentì tutto eccitato, poi si rese conto di essere nudo su di un letto, con una donna nuda sopra di lui a sessantanove, e un’altra donna sopra di lui a carponi, che lo stava scopando. La donna a sessantanove era sua madre, l’altra, l’elegantissima signora che aveva dato loro un passaggio.
Quando Nadia aprì gli occhi, si sentì anche lei tutta eccitata, rendendosi conto di esse a sua volta nuda. La prima cosa che vide, fu un paio di tette, una quarta abbondate andare su e giù, su giù … erano le tette di colei che li aveva dato un passaggio e che ora, stava cavalcando Lucio. Un attimo dopo Nadia si sentì afferrare per i fianchi, prima che un grosso cazzo violasse la sua fica. La donna invece l’afferrò per i capelli.
-Leccami le tette puttana!- le gridò addosso. -Lecca le tette di colei che si sta scopando tuo figlio!- aggiunse, e Nadia all’istante iniziò a darsi da fare di lingua, lavorandosi il meglio possibile quei due grossi turgidi capezzoli. Era pienamente cosciente di esser stata trascinata in un’orgia con il suo ragazzo da due perfetti sconosciuti, ma l’eccitazione che le pulsava dentro, le stava mettendo in secondo piano ogni stato di sconvolgimento, paura, vergogna, tabù … e lo stesso valeva per Lucio, ora praticamente ipnotizzato dal meccanico movimento del cazzo che stava sfondando la sua mamma, sia in fica che in culo.
Dieci minuti dopo la perversa coppia decise di cambiare posizione, mettendo il figlio a sessantanove sopra la madre. Nadia, completamente fusa da quello che aveva bevuto, si mise a ridere nel ritrovarsi in quella posizione, col pisello penzolante del figlio che le oscillava tra le tette. Lucio invece, si ritrovò eccitato nel vedere la bellissima donna che lo aveva appena scopato, salire sopra mamma incrociando le sue cosce, per poi dare via a un eccitante trib.
Ma il suo eccitamento in un attimo si trasformò in terrore, quando percepì la cappella di quel grosso cazzone appoggiarsi sul suo culetto. Subito cercò di svincolarsi, ma oramai era troppo tardi.
All’inizio fu dolore, poi il dolore si tramutò in piacere, sommato al piacere di quelle due belle tette sbattutegli in faccia, e di quelle di sua madre strette attorno al suo cazzo, per volontà della sua stessa mammina.
Ultimo perverso atto, l’uomo volle in ginocchio di fronte a sé, sia la bella mammina, che il ragazzo.
-Voglio che mi lecchiate il cazzo tutti e due!- urlò loro addosso.
-Avete sentito!- si aggiunse la moglie, afferrando Nadia e Lucio per il capelli.
Come due puttane, madre e figlio si lavorarono quel grosso arnese di lingua, per poi passarselo di bocca in bocca.
Al culmine della sua eccitazione Artemio imbiancò la faccia di entrambi. Ci pensò poi sua moglie a ripulire loro il viso, con un dorato getto caldo, zampillante dalla sua fica.
Madre e figlio si svegliarono il giorno dopo nella loro auto. Confusi e certi di essersi addormentati aspettando qualcuno in loro soccorso. Entrambi avevano uno strano sapore in bocca, il culetto che faceva male, e la sensazione di aver fatto un sogno davvero perverso.
Signoor John
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