Seconda Parte; Continua da “Mettiti in Ginocchio”
Passata questa prima esperienza, ho cercato di dimenticare tutta la faccenda gay e mi sono ri-orientato sui rapporti etero. Tuttavia, la sera tardi, solo nella mia camera da letto, mi risaliva regolarmente il tarlo di Ringhio. Quella che doveva essere l’unica esperienza, da fare solo per togliersi uno sfizio, mi aveva segnato più di quanto l'avessi messo in conto.
Eravamo a metà febbraio, Covid 19 parlava Cinese ed era ancora una realtà lontana anni luce da noi, perciò la mia attività lavorativa andava a gonfie vele e le commesse erano importanti. Uno di questi ingenti ordinativi era da Vancouver in Canada, ma il contratto avrebbe visto la luce solo a condizione che io, e parte del mio team ci fossimo trasferiti per qualche mese a Vancouver per partecipare attivamente all'arrivo della merce e la messa in posa.
Fu così che cinque giorni dopo la firma del contratto mi trovai in Canada.
Durante le prime due settimane le mie giornate erano estremamente intense e non avevo tempo di pensare ad incontri gay (e nemmeno etero). Poi, col peggioramento, della situazione internazionale sul Corona Virus, il container col materiale stava subendo grossi ritardi, senza il materiale fummo presto impossibilitati a lavorare. Mi trovai perciò a passare gran parte della giornata in ufficio a girarmi i pollici. E con tanto tempo per pensare a quella sera nel furgone.
Per questo motivo dopo circa 16 giorni dal mio trasferimento ho deciso di cercare fra gli annunci personali della ‘fauna locale', se ci fosse stato qualcuno che avesse desiderato continuare l’interessante conversazione lasciata in sospeso con Ringhio.
Per farla breve, ho fissato un appuntamento con un tipo asiatico che abitava appena fuori Città, (c'è una grossa comunità cinese a Vancouver).
Siccome mi trovavo lontano da casa, decisi di incontrare il tipo senza indossare il passamontagna.
Questo incontro ė stato molto all'acqua di rose, Quando mi aprì la porta del suo monolocale notai subito che non aveva più di 20-21 anni, capelli corti, fisico filiforme senza muscoli e un modo di fare molto educato, nervoso ed impacciato.
Mi offrì un drink e mi fece accomodare su una poltrona, mentre lui, seduto all'altro lato della stanza su uno sgabello alto da bar, continuava a parlare nervosamente e con voce malferma.
Parlava freneticamente di tutto e di più; del suo lavoro, da quanto tempo era andato ad abitare da solo, i suoi hobby, i suoi amici, i suoi studi all’università ecc.
Nell'annuncio si era presentato come attivo prima esperienza, e giudicando dalla prima impressione capii subito che se avessi voluto ricavare qualcosa da quell'incontro, avrei dovuto prendere io l'iniziativa.
Come ho già accennato, sono una persona dal senso pratico e non mi va di perdere tempo. Quando l'imberbe giovinetto cominciò a blaterare anche sul tempo che ultimamente era piovoso, io non c’è l’ho fatta più, mi sono alzato dalla poltrona e senza dire una parola ho afferrato un cuscino dal divano, l'ho gettato ai suoi piedi e mi ci sono inginocchiato sopra. Poi gli ho allungato una mano sulla patta degli shorts guardandolo negli occhi. “Che si fa?” gli dissi.
Il messaggio arrivò diretto ed inequivocabile. Il ragazzo finì di balbettare qualcosa a proposito della stagione inusualmente piovosa poi deglutì rumorosamente e si ammutolì fissando a bocca aperta la mano che gli massaggiava dolcemente il pacco.
Si alzò in piedi e si abbassò gli shorts. Lo scarso gonfiore delle mutande, tradiva la presenza di poca materia con cui giocare. Ma dal mio punto di vista la cosa non aveva molta importanza, quello che fa ‘suonare il mio violino' ė la situazione sottomissiva di trovarmi con la faccia che si strofina spiaccicata fra le gambe altrui, non importa che ce l'abbia grosso, minuscolo, vecchio, giovane, rasato, peloso, bianco, nero o giallo.
Il cazzo è sempre cazzo.
Nonostante indossasse ancora le mutande bianche, notai con piacere che c’è l’aveva in erezione. Quel po’ che c'era era già duro come il marmo e puntava sulle mutande lasciandovi sopra un’ampia macchia di liquido preseminale appiccicoso.
“Mi dispiace” si scusò il cinesino, “vuoi che vada a cambiarmi le mutande?”
Gli risposi con un sorriso, poi mi avvicinai con la bocca alla macchia e iniziai a tintinnarla con la lingua. Cominciavo già a sentire il vero odore di cazzo che mi inebriava e faceva salire la mia libido.
Il serpentello imprigionato all'interno degli slip si contorceva ai miei colpi di lingua e chiedeva a gran voce di essere liberato.
Gli abbassai lentamente la mutanda.
Ciò che vidi non mi sorprese, un cazzo di piccolo calibro (appena 7-8cm X 2 circa)con la cappella incappucciata. Sbucava da un folto nido di pelo nero ed era al massimo della sua erezione.
La cappella non era circoncisa ed il prepuzio, intriso di liquido preseminale. Le palle non erano separate e penzolanti, bensì racchiuse, strette nel piccolo scroto, proporzionato al cazzo.
Gli afferrai i glutei, glabri e morbidi, poi spinsi il suo bacino contro il mio viso fino a che ebbi la canna appoggiata allo zigomo e la cappella spiaccicata contro il mio occhio sinistro. Nel frattempo la lingua e le labbra massaggiavano il piccolo scroto peloso.
Caro lettore, finalmente odoravo a pieni polmoni il vero aroma del cazzo. Niente a che vedere con i sentori di sapone e deodoranti di Ringhio. Se hai letto la prima parte di questo racconto, sai di cosa sto parlando.
Prima di incontrarci, avevamo chattato sulla questione igiene, gli avevo precisato che non volevo prendere in bocca un pezzo di sapone. Lui mi prese in parola, si era lavato accuratamente senza sapone 12-15 ore prima del nostro incontro, il risultato fu perfetto. La sua sala giochi emanava un lieve sentore di urina, muschio e sudore fresco, un mix molto gradevole al mio palatoperverso.
Il cinesino oscillava il bacino sempre più velocemente strofinandomi il cazzo sulla faccia mentre cominciava ad emettere gemiti preoccupanti……..e la storia finì così.
Già caro lettore, mi piacerebbe dirti che mi ha scopato la bocca e strusciato le palle in faccia per ore fino a consumarmi il naso. Ma non è andata così.
Appena due minuti dopo l’abbassamento degli slip, il cinesino mi scoppiò in faccia ettolitri di sborra, incredibile che due palline così piccole contenessero tanta crema calda. Continuò ad oscillare il bacino per qualche secondo spalmandomi lo sperma su tutto il viso.
Poi si portò le mani sulla faccia e disse “Scusa” arrossì come un pomodoro e si mise a piangere mentre scappava in bagno. Anche questa volta non riuscii ad assaggiare lo sperma. Non ho nemmeno avuto il tempo di prenderglielo in bocca.
La colpa è stata anche della mia inesperienza nel gestire cazzi, mi sono fatto prendere dalla foga e non mi sono accorto che il tipo era sul punto di venire. Forse avrei dovuto rallentare la presa e lasciare che riprendesse fiato.
Ma ormai la frittata era fatta, il mio bel cazzetto era chiuso in bagno che frignava ed io, che avevo appena cominciato a scaldarmi, ero ancora lì, in ginocchio sul cuscino con la faccia inondata di sperma.
Siccome il bagno era occupato, mi accontentai del lavandino in cucina, mi lavai accuratamente il viso poi bussai alla porta del bagno per verificare se 'Sparalesto' fosse ancora vivo. “tutto ok lì dentro? Io vado. Ciao”.
Dopo un’interminabile silenzio il cinesino rispose sommessamente “Ciao...e scusa ancora”. “Tutto ok” risposi “la prossima volta andrà meglio”
Uscii senza aggiungere altro.
Caro lettore, so cosa stai pensando. Forse avrei dovuto consolarlo, dirgli un sacco di cazzate tipo; Sei stato grande, non ti preoccupare, Ce l’hai proprio grosso e duro, Succede a tutti…bla bla bla.
Ho vissuto 32 anni di attività etero, ovviamente qualche volta mi è successo di essere poco performante. È sicuramente poco edificante, ma quando la tipa cominciava ad inondarmi di stupide attenuanti, non faceva altro che aumentare la mia incazzatura.
A questo proposito, ne approfitto per lanciare un messaggio a chiunque si trovi nella situazione di manipolare un cazzo. Se per qualche motivo l’attrezzatura non funziona a dovere, e disiderate risollevare il morale del vostro partner, NON cercate di trovargli delle scuse idiote, è sufficiente dire “Andra meglio la prossima volta”, poi gli date un bacino sulla bocca oppure sulla canna, (essendo una mente semplice, l'uomo percepisce il gesto ugualmente affettuoso) e cambiate discorso. Tutto qua.
Tutto sommato questo incontro non era andato male. Avevo avuto la mia strofinata di cazzo e una sborrata epocale che mi ha letteralmente inzuppato la faccia. Se solo fosse durato qualche minuto in più, sarebbe stato un successo.
Erano solo le 9 di sera, rientrando in città decisi di passare davanti ad un gaybar di cui avevo sentito parlare. Giunti sul posto, parcheggiai sul ciglio della strada davanti al locale e rimasi seduto in auto.
“Ma perché cazzo sono venuto qua” pensai. Non avevo nessuna intenzione di entrare, sapevo per certo che almeno uno dei miei dipendenti frequentava questo posto saltuariamente, e non mi sentivo ancora pronto per saltare allo scoperto con questo aspetto della mia vita, (e forse non sarò mai pronto).
Sul marciapiede vicino all’entrata, c'era un gruppetto di amici che chiacchierava animatamente fumando una sigaretta, col passare dei minuti il gruppetto si diradava sempre più, fino a che rimase solo un afroamericano, continuava a fumarsi la sua sigaretta guardando nella mia direzione.
Non volevo entrare in quel locale, ma ciò non mi avrebbe impedito di fantasticare qualche azione piccante. Mi appoggiai allo schienale del suv e chiusi gli occhi. Nella mia mente attraversavo spavaldo la strada, mi inginocchiavo davanti al nero, gli tiravo fuori il manubrio di 35 cm e lo imboccavo tutto in gola, coglioni compr…..Tum!Tum!Tum!.
Aprii gli occhi e il cuore mi balzò in gola, vidi il faccione nero dell'afroamericano spiaccicato al finestrino, mentre bussava sul tettuccio della macchina.
Aveva capito tutto.
Mi fissò sorridente per qualche secondo, poi indietreggiò di un passo, assicurandosi che avessi una buona visuale sul suo 'Pacco'. In effetti, sotto i jeans attillati,c'era un pitone che gli scendeva fino a mezza coscia.Era imbarazzante, ma non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo biscione. Difficile dargli un’età, forse sui 30-35 anni, Il suo ventre era piatto, spalle larghe e i bicipiti sembravano sul punto di scoppiare. Era decisamente un culturista.
Senza dire una parola, il nero piegò il dito indice ripetutamente facendomi segno di venire con lui. Poi si incamminò verso l’entrata del gaybar ed entrò lasciando la porta semi-aperta, il segnale era inconfondibile, voleva che lo seguissi.
Nonostante a marzo facesse molto freddo in Canada, io cominciai a sudare profusamente per l’eccitazione, ma ero ancora molto risoluto a non entrare, le probabilità di trovare qualche membro del mio gruppo erano troppo elevate. Misi in moto l'auto.
Fu a quel punto che mi arrivò un messaggio dal gruppo di lavoro WhatsApp. C'era una foto di tutta la mia squadra in una specie di Pub, erano tutti sorridenti con una pinta di birra in mano. La didascalia esclamava 'Manchi Solo Te!!, Noi siamo tutti a Victoria. Dove 6?'
Questo messaggio aveva fugato tutti i miei dubbi, Victoria si trova a quasi tre ore di viaggio da Vancouver, quindi nessuno di loro sarebbe stato in questo gaybar.
Spensi il motore e inviai un messaggio di risposta al mio Team, poi scesi dall’auto e mi avviai verso l'entrata del locale con il cuore che galoppava furiosamente nel mio petto.
Ovviamente c'erano altre mille cose che potevano andare storte. Avrei potuto incontrare delle persone del posto, persone che avevo conosciuto durante quelle settimane. Qualcuno avrebbe potuto scattare delle foto compromettenti che ritraevano la mia faccia e postarle sui social. Tutti questi saggi consigli per la ritirata, non mi distolsero dalla missione. Ormai avevo deciso, dovevo assolutamente farmi prendere a mazzate in faccia da quel bastone d’ebano.
Quando entrai nel locale mi accorsi subito che era semi-vuoto, c'erano solo quattro clienti, (forse per la paura del covid 19, la gente preferiva starsene a casa) uno di loro dava l'impressione di essere un ragazzino, poi guardai meglio e vidi che si trattava di un nano. Seduto al tavolino c’era un motociclista d'altri tempi, aveva circa 65-70 anni, giaccone in pelle borchiata, capelli lunghi e bianchi raccolti in una bandana sudicia, stava chiacchierando con una signora castana che vedevo solo di spalle.
Poi c’era Il mio Cioccolatino, era seduto su uno sgabello del bar. Quando entrai esclamò “Era ora!!, perché ci hai messo tanto?”
Mi incamminai nella sua direzione senza rispondere, quando fui a 2 metri di distanza lui si alzò e si incamminò verso le toilette. Diedi un'ultima occhiata ai clienti del locale, sembravano tutti silenziosi e superconcentrati sui loro drink. Dopo un attimo di esitazione lo seguii.
Mentre mi incamminavo verso le toilette pensai che sicuramente Mr. Cioccolatino, con un fisico scultoreo del genere poteva essere solo un professionista, non ero mai stato con una prostituta (e tantomeno con un puttano) ma in questo caso avrei fatto volentieri un'eccezione. Dopotutto c'è sempre una prima volta. Dovevo ricordarmi di chiedere “how much?” prima di iniziare la festa (o almeno credevo che funzionasse così. L'avevo solo visto fare nei film).
Il Nero entrò nello spazioso cesso dei disabili, e lasciò la porta socchiusa. Mi avvicinai e spalancai la porta.Dovevo assolutamente mantenere il controllo, raccogliendo tutte le mie forze, riuscii a dire con voce ferma e testa alta “Quanto?”
Cioccolatino mi guardò sorpreso poi esplose in una fragorosa risata grassa tipica di un fumatore incallito. “Vieni dentro e chiudi quella cazzo di porta” rispose il nero senza smettere di ridere. Io ubbidii.
Abbassò i jeans e si sedette sulla tazza del water. Ciò che mi apparve davanti fu una di quelle meraviglie che una persona comune vede solo nei film porno. Una canna nera e dritta di circa 25 cm, calibro 4.5 / 5 cm. Non avrei mai potuto prendere tutto in bocca una roba del genere.
Il pomello era enorme, lucido e circonciso. I due fichi d'india che penzolavano alla base del pilastro erano distintamente separati, pelosi ed invitanti.
Cominciava a fare caldo, mi tolsi il giubbotto e rimasi con jeans e maglione di lana.
“Spogliati e siediti anche tu sul cesso” ringhiò il nero con un sorriso a denti stretti, massaggiandosi lentamente la melanzana. Oscillando la testa, gli feci segno di No.
“NO????” Il sorriso si tramutò in un’espressione incazzata “Allora che cazzo sei venuto a fare qui? Vuoi giocare a chi piscia più lontano?.
Senza rispondere, appesi il giubbotto, mi inginocchiai fra le sue gambe e posai le mani sulle sue cosce muscolose e nere come la notte, accarezzandole delicatamente.
Il suo viso tornò ad illuminarsi, “ma allora sei solo una mungitrice, potevi dirlo prima”
Non posso esserne certo, ma credo proprio che a quel punto cominciai ad arrossire come un adolescente.
“Oooh! il mio bel succhiacazzi è timido? Che carino” aggiunse in tono infantile, “OK puttanella, ti presento il Signor Uccello, è bello e buono solo mentre rimane chiuso dentro ad un buco. Ma appena esce dal buco si incazza e comincia a dare mazzate. ha proprio un caratteraccio”.
Il cazzo era quasi eretto e dal glande cominciava a sgorgare un rivoletto di liquido preseminale. Mi abbassai fino ad appoggiare la faccia sull'asta poi cominciai ad oscillare su e giù con le labbra dalla cappella ai coglioni, lo presi saldamente in mano per dare più aderenza sul mio viso.
Mi resi conto che, nonostante fossi alla mia terza esperienza nella mia carriera da bocchinaro, questa era la prima volta che prendevo in mano un cazzo. Ringhiò mi ha praticamente palleggiato freneticamente la testa in giro per il furgone e le mani mi servivano solo per non perdere l'equilibrio. Mentre il cinesino…beh, in quel caso non c'era molto da toccare con le mani.
Ad occhi socchiusi, continuavo a salire e scendere cominciando dalle palle dure, grosse e pelose che mi riempivano la faccia per poi risalire su..su per la canna fino ad arrivare al frenulo, dove mi ci soffermavo qualche secondo in più stimolandolo con la punta del naso.
Devo ammettere che la mia esperienza nel ricevere pompini mi sta aiutando non poco in questa mia nuova ’carriera’. Applico i principi dell’etica di reciprocità. Faccio al cazzo altrui ciò che piacerebbe venisse fatto al cazzo mio.
Direi proprio che in questo caso ha funzionato alla grande,a giudicare dal graduale innalzamento e indurimento della materia, e dai fremiti di piacere che percepivo sulle labbra.
L'essenza di sudore stagionato che emanava era inebriante, un odore intenso e selvatico. Indescrivibile.
Improvvisamente Cioccolatino impugnò il cazzo e mi assestò una bastonata dolorosa alla guancia destra, “Hooops!!” disse in tono falsamente preoccupato “mi sa che il Sig. Uccello stia cominciando ad spazientirsi” senza attendere una mia reazione mi arrivò una seconda mazzata sull’altra guancia. “è meglio che gli dai un buco al più presto, altrimenti ti manda a casa con la faccia gonfia”.
Era stato come ricevere due pugni in faccia, niente più niente meno. Lo fissai per qualche secondo a bocca aperta con le mani appoggiate sulle guance doloranti, poi portai lentamente le labbra sul pomello.
Caro lettore, Quando nei porno, si vedono delle sbarbatelle esili che ingoiano giù per l’esofago certi serpentoni di 30 cm, ti fanno vivere nell'idea che non sia poi così tanto complicato. Niente di più sbagliato.
Questo pistolone era grosso, lungo e duro come il marmo e ti garantisco che prenderlo in bocca non è un gioco da ragazzi. Se vuoi sapere bene di cosa sto parlando, vai dall’ortolano e compra una zucchina di 25cm calibro 5cm.
Sinceramente mi sarei accontentato di slinguazzarlo come un gelato, ma non volevo un'altra bastonata di cazzo, cominciai così ad imboccarlo maldestramente. Riuscii a metterne dentro circa 10-12 cm poi cominciai a muovere la testa su e giù lentamente. A quanto pare, TROPPO lentamente per i suoi gusti
Cioccolatino, mi afferrò la testa con entrambe le mani e spinse spietatamente il cazzo giù per l'esofago. Sentii come uno strappo nella gola e mi chiesi se fosse successo qualcosa di grave. Mi immaginavo già l'imbarazzo nel ricevere visite all'ospedale dal mio team, mentre sulla mia cartella clinica leggevano; ‘Ricoverato per aver ingoiato un cazzo troppo grosso'…….Meglio morire.
Battei forte le mani sulle sue cosce e sfilai la bocca dal cannone. Vomitai un po’ di liquido gastrico nel water sporcandogli di vomito lo scroto, poi cominciai ad ansimare e tossire, ma non faceva troppo male.
“Oooh poverino, eri ancora vergine di gola? Uccello e onorato di averti sverginato, ma adesso rimettilo nel nido, altrimenti si incazza”.
“Brutto pezzo di merda” pensai “mi hai quasi ammazzato e adesso non mi lasci nemmeno il tempo di respirare?” avrei dovuto alzarmi, offeso, uscire dal locale sbattendo la porta e andare a casa. Già…avrei dovuto….. Invece portai di nuovo la bocca su quella specie di impugnatura del cambio, sentivo le labbra allargarsi mentre il cazzo scivolava dentro. Ancora una volta Cioccolatino mi afferrò la testa.
Io lo guardai terrorizzato, lui se ne accorse e, con voce rilassata disse “Tutto ok, rilassa i muscoli del collo, fai finta di avere in bocca un grosso boccone di cibo, rilassa i muscoli dell'esofago per ingoiare quel cibo, si, così, bravo….”
Trascorsi cinque di minuti di ‘lezione di ingoio’ riuscivo quasi a toccare l'abbondante ciuffo di pelo sul pube con la punta del naso, e i conati di vomito erano quasi scomparsi. Ma ad essere sincero non è stata un'esperienza piacevole e soprattutto non era per nulla eccitante.
“Bene, per oggi basta così” mi sfilò lentamente il cazzo dalla gola poi continuò “ti aspetto qui tutte le sere per una lezione di pompa, adesso sei solo un Lucidapomelli, ma vedrai che nel giro di una settimana ti faccio diventare un SuperBocchinaro di prima classe. Ora fammi sborrare, e ricordati, a Uccello non piace sprecare il suo nettare prezioso, devi bere tutto fino all’ultima goccia e lasciare la cappella pulita e asciutta come l'hai trovata.
Annuii ubbidiente (povero me….ero stato stregato), poi afferrai la canna con la mano destra mentre la sinistra andava a palleggiare dolcemente i coglioni e cominciai a masturbarlo a cadenza crescente roteando il polso della mano sulla canna.
Mentre imboccavo ritmicamente la cappella, i denti e la lingua stuzzicavano delicatamente il frenulo. Giudicando dagli spasmi di piacere e dall'inquietante ingrossamento della cappella, deduco che non sono ancora un SuperBocchinaro, certo, ma imparo velocemente.
Caro lettore, ti confesso che in quel momento fui pervaso da mille dubbi. Un'inondazione di metri cubici di crema era imminente, e questa sarebbe stata la prima volta che assaggiavo sborra;
Se il sapore mi avrebbe disgustato al punto di vomitargli sul cazzo?
Se ne faceva troppa e non fossi riuscito a berla tutta? Ma soprattutto,
Se mentre sborrava mi avesse spinto il pomello giù per l'esofago? Da quando lo masturbavo la cappella si era allargata come un fungo, aveva raggiunto dimensioni quasi impossibili da tenere in bocca. Figuriamoci da ingoiare, come minimo mi avrebbe strappato via corde vocali e tonsille.
Mentre mi facevo tutte queste menate, udii un grido strozzato. Cioccolatino alzò di scatto le sue grosse gambe nere e le avvinghiò dietro la mia nuca. “Ci siamo” pensai.
Quando il cannone cominciò a sparare, smisi di respirare. Spinsi la cappella più a fondo possibile continuando a menarglielo vigorosamente con entrambe le mani.
Spruzzava quel liquido filamentoso con schizzi potenti come un idrante, ad ogni spruzzata, la base del cazzo si muoveva su e giù di qualche millimetro e la parte inferiore dell’asta (il corpo spongioso) si gonfiava e sgonfiava ritmicamente.
Caro lettore….io non sono uno scrittore e non ho la preparazione tecnica per descrivere questo momento, ma il fatto di avere avuto in bocca un cazzo di tali dimensioni, in questo momento di massima eccitazione, e sentire le sue vibrazioni sulle labbra è stata una sensazione meravigliosa, Indimenticabile e forse irripetibile.
Mandavo giù sperma a ripetizione senza farne sostare nemmeno un goccio in bocca. Tutta questa situazione di estrema sottomissione mi dava una sensazione inebriante, e mi faceva sentire meravigliosamente troia.
Avrei potuto stare lì, piegato sul suo cazzo e ciucciarglielo per ore, qualsiasi cosa sarebbe uscito da quel pistolone sarebbe andato tutto dritto in bocca.
Quando la pressione degli schizzi diminuì, tirai un po’ in dietro la cappella e lasciai che gli ultimi spruzzate di sperma mi riempissero la bocca inondandomi le papille gustative. Infine ricominciai a respirare, e sentii finalmente il sapore della sborra.
Amaro, acido, salato, vago sentore di candeggina, ed altro….. .Mi aspettavo di gustare il sapore più schifoso del mondo.
Non era sicuramente una leccornìa, ma per il fatto di avere così basse aspettative, oppure grazie alla mia crescente eccitazione, devo ammettere che il gusto non era affatto vomitevole, anzi, azzarderei dire che, se viene gustato mentre si è molto arrapati, potrebbe (pericolosamente) dare assuefazione. O forse no? Fammi sapere cosa ne pensi nei tuoi commenti su questo racconto.
Cioccolatino era ancora sdraiato sul water con gli occhi chiusi e la testa appoggiata sul vaso dello sciacquone. Era completamente disfatto, e le braccia penzolavano dietro la tazza del cesso.
Io continuavo a ciucciarlo guardandolo in faccia. Quando aprì gli occhi fissò un punto nel soffitto e cominciò a ridere. “Hi Alan” esclamò. Senza fare uscire Mr. Uccello dalla bocca guardai in su. Il vecchio motociclista era in piedi sul cesso del bagno adiacente e ci stava osservando sporgendosi da sopra la paratia.
La consapevolezza di avere uno spettatore non mi fece scomporre minimamente. Mi era stato ordinato di pulirlo bene e non potevo distogliermi dal mio dovere.
Mentre i due chiacchieravano a proposito di quanto fossi proprio una brava scrofa, io spremevo bene la canna per fare salire le ultime gocce. Dovevo (e volevo) bere tutto, fino all’ultima lacrima di sperma.
Quando finii di spremerlo si era già ammosciato completamente, e se ne stava adagiato sulla coscia. Presi un kleenex dallatasca del mio giubbotto e asciugai accuratamente tutto, dalla cappella fino ai coglioni. Poi mi piegai e diedi un ultimo bacio sull'asta.
Cioccolatino si alzò dal water, si tirò su i calzoni e mi disse “aspetta qui” e uscì senza aggiungere altro. Guardai in alto e constatai che anche il motociclista era sparito.
Chiusi il coperchio del water e mi ci sedetti sopra. “Cazzo che serata” dissi a bassa voce, avevo ancora la bocca piena del sapore intenso di Uccello e in quel momento fui pentito di avere deglutito la maggior parte della crema senza assaporarla.
“Beh, tutto sommato, direi che la serata ha avuto una svolta positiva”, pensai “adesso è ora di andare a nanna”. Mi alzai dal water. Nello stesso istante entrò il vecchio motociclista e richiuse la porta dietro di se.
“Questo bagno è occupato” gli dissi, le parole mi uscirono un po' gorgoglianti, avevo le pareti dell'esofago ancora ricoperte di liquido denso e appiccicoso.
Il vecchietto mi rispose scherzosamente con un accento marcatamente Irlandese; “Piacere di conoscerla signora Lucidapomelli. Io sono il Sig. Scopabocche, per servirla. Mi permetta di presentarle il Sig. Randello che non vede l'ora di fare la sua conoscenza”.
Se tu hai familiarità con l'inglese le testuali parole furono: 'Nice to meet you Mrs Knobpolisher, I am Mr. Mouthfucker at your service. Please allow me to introduce you Mr. Cock, he is dying to meet you'.
Mentre concludeva l'ultima frase, si abbassò la zip e tirò fuori il suo salame.
Mi rimisi a sedere sul cesso con aria rassegnata, poi abbozzando un sorriso gli feci cenno di avvicinarsi. Mr. Mouthfucker fece un passo in avanti e portò. Il cazzo eretto a 10 cm dal mio naso.
“Niente male per un vecchietto”, pensai, era alto 1.80 circa corporatura normale con una marcata bombetta sulla pancia, tipica nei bevitori di birra. Il cazzo, non circonciso, sui 15-16 cm calibro 3-3.5 circa, era già alla sua massima erezione con la cappella già bagnata e incappucciata nel suo prepuzio. Le palle, ben rapportate alle misure del cazzo si distaccavano dall’asta di circa 10 cm, erano penzolanti come quelle di un toro. Insomma, avevo davanti un cazzo pronto all'uso.
Se non fosse che emanava un odore forte, decisamente più forte di Cioccolatino. L'aria in quel piccolo spazio venne presto impestata da sudore vecchio ed urina. Avrei decisamente dovuto dirgli di andare a darsi una lavata.
Ora, lettore non so se puoi capirmi, mi vergogno un po’ ad ammetterlo adesso, ma in quel momento di voluttuosità non riuscivo ad essere obbiettivo, quell'odore cominciava ad apparirmi molto sexy e non vedevo l'ora di gustarlo.
Ne frattempo Mouthfucker aveva scappucciato completamente la cappella e si era gradualmente avvicinato alla faccia, lo appoggiò sul mio naso e lo fece andare avanti indietro lentamente per stimolare il frenulo. Lo lasciai fare per un paio di minuti mentre gioivo nell’ammirare il suo viso arrossato contorcersi per il crescente ingrifamento. Il liquido preseminale mi aveva inondato tutto l'apparato olfattivo e cominciava a colarmi sulle labbra.
Capii subito che non sarebbe mancato molto all’esplosione, mi affrettai a prendere in bocca la cappella e cominciai a lucidarla per bene mentre le mani andarono ad accarezzargli le palle. La cappella era dura come il granito.
A volte si sente dire che i vecchi non l'hanno più duro come quando erano giovani. Sicuramente questo era l'eccezione che conferma la regola.
Trascorso nemmeno un minuto di ‘Servizio Lucidatura', il motociclista mi mise una mano nella nuca e una sotto la mandibola e affondò dolcemente la cappella, giù, giu fino in gola (dopo il trattamento di Cioccolatino, prendere quel cazzo in gola fu un gioco da ragazzi) poi cominciò a sbattermi la faccia, dapprima lentamente poi sempre più rapidamente. Le mie mani abbandonarono i coglioni e impugnarono entrambi i glutei.
Ad ogni suo colpo di fianchi il naso affondava nell’abbondante peluria sale-pepe del pube e quell'odore intenso, che all'inizio aveva aggredito le mie narici era diventato Chanèl N°5, mentre il sapore era dolce ed elettrizzante.
Nel frattempo il ritmo di sbattuta si fece frenetico. Poi all’improvviso si fermò con il cazzo completamente piantato in gola. Quando aprì il rubinetto della sborra cominciai a tossire in modo convulso, lui ritrasse lievemente la cappella ma non uscì completamente dalla bocca. Intanto io continuavo a tossire mentre ai due lati della bocca uscivano spruzzi di sperma che andavano a posarsi sui pantaloni del vecchio.
Quandofinii di tossire mi ritrovai col la bocca piena di crema calda. Sfilai il cazzo e ingoiai tutto golosamente, poi cominciai a spremere la canna per recuperare le ultime gocce rimaste.
Avevo sentito dire che lo sperma ha sapori diversi in base all'alimentazione dello 'Chef' che lo prepara. Se le cose stanno così, vuol dire che gli ultimi due cazzi che avevo ciucciato avevano mangiato allo stesso ristorante. Il sapore era identico.
Fuori dalla porta del bagno si udiva un gran vociare in diverse lingue. Alzai lo sguardo verso il motociclista e gli chiesi “cosa succede la fuori?”.
Lui esplose in una risata “stanno litigando per decidere chi è il prossimo” poi, continuando a ridere rimise l'arsenale nei pantaloni e tirò su la zip. “chi è il prossimo per fare cosa?” chiesi, anche se una mezza idea ce l'avevo.
Senza rispondere, il motociclista fece un ampio inchino e mi baciò il dorso della mano “Thank you Mrs Knobpolisher” poi usci. Allo stesso tempo un nano entrò, e chiuse la porta dietro di sé.
Era alto circa un metro, o poco più, appena entrato tolse i pantaloni e le scarpe, poi si mise subito a dare ordini. “allarga le gambe” sbraitò “dai. Fa presto, ho detto di allargare le gambe, cazzo!!”.
Avevo deciso di mandarlo a fanculo e andarmene a casa. Poi il nano si prese in mano il cazzo e cominciò a masturbarsi lentamente “hei Ciucciacazzi, questa che ho per le mani è roba di prima qualità, se ne vuoi un assaggio devi fare quello che ti dico, chiaro?”. Alla vista di un' altro cannolo da spremere, la mia idea di andarmene a casa vacillò leggermente…poi si annebbiò…ed infine svanì completamente.
Per darti un’idea del mio filo logico, in quella serata, che aveva già assunto toni ampiamente surreali, mi sembrò ragionevole che aggiungessi al mio menù un boccone di pisello nano.
Mi trovavo ancora seduto sul coperchio del cesso, allargai le gambe come ordinatomi. Il nano salì a piedi scalzi sul water fra le mie cosce, poi, senza tanti preliminari mi afferrò per i capelli e cominciò a spennellarmi la faccia con il suo prepuzio. Sentivo odore/sapore di urina fresca, credo avesse appena pisciato.
A furia di strusciarmi la faccia, la sua eccitazione aumentava e l'odore di urina lasciò il posto all'abbondante secrezione di liquido preseminale, mi ritrovai ben presto la faccia completamente lucida di quel liquido.
La sua faccia rossa e contatta, indicava uno stato avanzato di ingrifamento animalesco erano già cinque minuti che continuava a massaggiarmi la faccia con il suo cappellone incappucciato, soffermandosi particolarmente su zigomi e naso, sembrava proprio che cercasse di farlo entrare nelle mie narici.
Chiusi gli occhi e mi gustai quel momento, In quel preciso istante fui pervaso da un eccitamento incontrollabile, mi morsi il labbro inferiore e mi portai istintivamente le mani fra le gambe. Il mio liquido preseminale mi aveva già inzuppato le mutande ed aveva formato un’ampia chiazza sui jeans. Ricordo di aver pensato che era come vivere all’interno di una scena porno. Una serata come questa non poteva esistere nella realtà e sicuramente mi stavo sognando tutto. All’improvviso sentii un calcio sulla mano che mi riportò alla realtà “Togli quella mano del cazzo!” mi ringhiò il nano, poi rimpiazzò la mano con il suo piede e cominciò a massaggiarmi la patta dei jeans.
Io non obbiettai a quel piedino, ma non volevo che mi avesse fatto venire. Sono sicuro che se mi fossi lasciato andare, avrei avuto la più grande sborrata del secolo, ma allo stesso tempo avrei rotto l'incantesimo, e tutta questa situazione di piacevole sottomissione e sesso promiscuo non protetto, mi sarebbe apparsa per quello che era, cioè un comportamento malsano, illogico, irresponsabile e pericoloso. Tutto il contrario della persona che sono nella mia vita lavorativa e privata.
Ma quello che stavo scoprendo e sperimentando era sicuramente un secondo livello della mia vita privata. La cosa non mi dispiace, ma sinceramente mi preoccupa un po’.
Ci sapeva fare con quel piede il nano, anche troppo. Attraverso il rigonfiamento dei jeans, aveva sapientemente individuato la mia cappella, l’aveva afferrata ai due lati fra alluce e terzo dito mentre il secondo dito sfregava il frenulo.
Non avrei potuto resistere ancora per molto. Portai entrambe le mani su quel piede e lo rimisi garbatamente sul coperchio del water. Al nano non sembrò importargli molto, era troppo indaffarato a massacrarmi la faccia a colpi di cappella. Infine passò al rush finale. Usando entrambi i pollici, premette la cappella con forza contro la punta del mio naso e cominciò a muovere convulsamente il bacino.
Quando esplose, il primo fiotto di sborra mi inondò occhi, fronte e capelli, poi si affrettò ad infilarmelo in bocca.
Quasi tutto il versamento mi era stato fatto in faccia, perciò non ci fu molta crema da gustare. Ma per quel po’ che sono riuscito a spremere da quei 12-13 cm di cazzo, potei constatare che il sapore stavolta era decisamente meno salato, era dolce come una caramella.
Il nano saltò giù dal water, si rivestì poi si soffermò a guardarmi in faccia facento un ampio sorriso, “dovresti vedere che faccia hai” mi disse, poi si sfilò uno specchietto dalla tasca e me lo presentò davanti agli occhi. Stentai a riconoscere il mio viso in quell’immagine riflessa. La fronte e le sopracciglia erano completamente imbiancate da quella crema gelatinosa e il naso era arrossato come quello di un clown. “guarda bene, che bella faccia da troia che hai”
Si rimise lo specchietto in tasca ed uscì senza aggiungere altro.
Cominciai a sentirmi affaticato, quella sera avevo visto e manipolato una varietà di cazzi. La semplice consapevolezza di averli fatti godere tutti con le mie mani, bocca e naso mi diede un ultimo fremito di eccitazione ed appagamento. Afferrai velocemente i kleenex dal giubbotto e mi asciugai la faccia,poi spalancai la porta e…..
....e fui dolcemente respinto indietro da un bellissimo corpo di ragazza.bMi abbracciò letteralmente mentre uscivo dal bagno, poi, tenendomi stretto a se mi fece indietreggiare fino a farmi rimettere a sedere sulla tazza del water.
Alle sue spalle, vidi chiaramente Mr. Cioccolatino, che sghignazzando richiuse la porta della toilette.
La ragazza si sedette a cavallo della mia gamba destra. Giudicando dall’abbondante massa di materia che venne a contatto con il mio femore, constatai che NON era affatto una ragazza. Anzi!!
Mi diede un bacio sulle labbra “ciao, sono Lucy, voglio farti venire, Qui. Adesso.” mormorò con voce maschile effeminata. Senza attendere la mia risposta, scivolò giù dalla mia coscia e si mise in ginocchio con le mani sulla patta dei miei jeans.
“Senti, Lucy io comincio ad averne abbastanza per stasera. Ma In quanti siete la fuori col numerino in mano?”
Lucy era assolutamente insospettabile. Aveva un viso molto aggraziato con poco trucco sapientemente applicato, seni prosperosi, capelli a caschetto castani, corpo sodo e sinuoso, tipico di una signora sulla trentina a cui piaccia tenersi in forma, Mentre rispondeva alla mia domanda mi slacciava i pantaloni.
“Sono rimasta solo io, volevo essere l’ultima per raccogliere i frutti di tutta l’eccitazione che hai appena accumulato con i miei amici. Così ora posso leccarti e strizzarti fino all’ultima goccia.
“Carissima Lucy” protestai garbatamente, “io sono venuto qui stasera per fare pompini, non per riceverli”
“Pompini?” rispose Lucy con aria offesa, poi continuò parlando di sé alla terza persona “Lucy è un'artista, non fa semplici pompini. Lucy fa solo capolavori di bocca indimenticabili”.
Senza darmi il tempo di replicare, mi calò i jeans ai piedi e passò all’attacco degli slip. Con un gesto li strattonò verso di sé lasciando le mie parti intime al vento.
Rassegnato, appoggiai la schiena al vaso dello sciacquone, chiusi gli occhie lasciai che la natura facesse il suo corso. Decisi di lasciarla fare, dopotutto una sborrata memorabile sarebbe stato il finale più appropriato per questa serata, a dir poco, Surreale.
Rimasi ad occhi chiusi per tutta la durata del 'Capolavoro artistico'. Mentre Lucy mi dava dimostrazione di tutta la sua passione ed esperienza, io ripassavo nella mente tutti i cazzi appena assaporati. Ognuno di loro aveva il suo carattere, il suo odore, colore, sapore e consistenza. Era stato inebriante ospitare in bocca quelle dure e succulente cappelle che pulsavano a contatto delle mie labbra.
Non avrei mai potuto sceglierne uno piuttosto che un altro, facevano tutti parte di quel mosaico di morbosa goduria, che mi stava avviluppando quella sera.
Dopo avermi sbaciucchiato l’asta per un paio di minuti, Lucy mi alzò di peso le gambe e allargò le cosce. Socchiusi gli occhi e vidi solo i suoi capelli. Il suo viso era spiaccicato sul mio buco del culo.Tirò fuori la lingua ed iniziò a strofinare ritmicamente tutta la faccia dall’ano alle palle mentre una delle sue mani mi accarezzava l’asta e con l’altra si masturbava.
Per la prima volta nella mia vita stavo ricevendo un trattamento di rimming. Sentii dei fremiti di piacere mai provati prima.
Ciò che midava quella sensazione non era tanto il contatto di Lucy sulle mie parti intime, ma piuttosto il senso di empatia che provavo in quel momento nei suoi confronti. Praticamente immaginavo cosa avessi provato se ci fossi stato io immerso fra quelle chiappe. Come sarebbe stata la compattezza delle natiche mentre ci affondavo dentro la testa, quali sarebbero stati gli odori e i sapori……hummmmmh.
Avevo appena alzato la sbarra delle aspettative. Il prossimo cazzo che mi fosse capitato a tiro, avrebbe avuto diritto al 'Servizio Bidet' sapientemente eseguito dalla mia lingua.
Sentii di essere in dirittura d'arrivo. Afferrai la testa di Lucy con entrambe le mani e me la impalai sul cazzo. Lucy cominciò a pompare velocemente.
Gli portai le mani dietro la nuca, spinsi la cappella giù in gola, e svuotai i coglioni direttamente nel suo stomaco. Lucy bevve tutto docilmente senza tossire (decisamente molto più esperto di me).
Proprio come immaginavo, il periodo refrattario che segui l'orgasmo, ruppe l'incantesimo. Tutta l’aurea di consenziente sottomissione, che fino a quel momento regnava nell’aria era svanita. E il sapore di sperma che mi appestava la bocca mi dava la nausea.
Fuori dalla porta Del bagno si udiva ancora un gran chiacchierio.
Ora tutta questa situazione mi sembrò estremamente disgustosa e pericolosa. Mi chiesi se fossi stato in grado di uscirne indenne.
Mi alzai dal water mentre Lucy era ancora intenta ad asciugarmi il pomello con la lingua. Gli sfilai dolcemente il cazzo di bocca, lo feci rialzare in piedi e gli diedi un bacetto sulla fronte (l’unica area della sua faccia che non mi avesse grattato il buco del culo).
Afferrai il giubbotto ed uscimmo assieme dal bagno. Ci aspettava uno scrosciante applauso, qualcuno stappò anche una bottiglia di Prosecco economico e mi presentò il collo della bottiglia alle labbra dicendo; “Tranquillo, questo è l’ultimo cazzo che devi ciucciare stasera ha! ha! ha!”
Il nano tirò fuori il telefonino per fare una foto ricordo. Fu subito fermato da Cioccolatino “Hey, ho detto che stasera non si fanno foto. Vogliamo tutti mantenere la nostra privacy”
Apprezzai molto quel gesto.
Io feci buon viso, e bevvi due abbondanti sorsate di vino per fare andare via quel saporaccio di sperma dalla bocca, poi Cioccolatino si avvicinò, mi prese sottobraccio e parlò a bassa voce.
“Ti sei divertito stasera?” io Annuii, poi Cioccolatino continuò “Sei stato fantastico, una delle miglior bocche che abbia mai scopato. E mi hai anche fatto guadagnare 250 dollari” così dicendo, mi mostrò una mazzetta di soldi dalla sua tasca “stasera il bar era deserto ma domani faccio venire molti amici, avrai decine di cazzi da assaporare, che ne dici?” rimasi a fissarlo sbalordito per un po’.
A questo punto mi resi conto che Cioccolatino non era un prostituto come pensavo, lui era un magnaccio. Già.......ed io ero la puttanella. Che lavorava gratis.
Inutile dire che, In quel momento di refrattarietà, trovai tutto ciò poco edificante.
“Senti amico, devo assolutamente andare a casa. Sono stanco morto ”dissi, poi mi defilai dal suo braccio e feci un cenno di saluto a tutti con un ampio inchino.
I presenti ricambiarono il saluto, il vecchio motociclista aggiunse; “Hey Mrs. Knobpolisher torna a trovarci presto, sei la nostra Banca del Seme”. Scoppiarono tutti in un’altra risata.
Risposi a tono “Signori. La Sperm Bank vi ringrazia per il cospicuo versamento di stasera, i vostri risparmi con noi sono sempre al sicuro”, aggiunsi, portandomi le mani sullo stomaco” ci fu un'altra risata. Mi voltai ed uscii dal bagno.
Il locale era completamente deserto, gli unici clienti erano in bagno a brindare con un prosecco da quattro soldi.
Uscii dal locale e tornai in hotel.
Non vidi mai più quel gaybar.
Due giorni dopo vennero finalmente sdoganati i container con il materiale di lavoro, perciò nel corso delle settimane che seguirono non ebbi tempo di pensare ad altro che lavoro.
Nonostante il ritardo di consegna del materiale, riuscimmo a terminare i lavori, rispettando la tabella di marcia come da contratto. Eravamo già a fine aprile, ed era ora di tornare in Italia.
Trascorso circa un mese da quella serata di trasgressione, mentre ero a cena assieme al mio gruppo e parlavamo del più e del meno, il ragazzo del mio team che frequentava quel gaybar ci annunciò con rammarico la chiusura definitiva del locale. Era stato chiuso da un paio di giorni dalle autorità.
A quanto pare quel posto era un centro di spaccio di stupefacenti e sfruttamento della prostituzione. “Sta a vedere che hanno arrestato il mio Pappa” pensai con un sorriso.
Dopo quella pazza serata trascorsa con Cioccolatino &Company, tennii miei desideri a freno. Non riuscivo ancora a capacitarmi come avessi potuto lasciarmi andare quella sera, fino al punto di perdere completamente il controllo. Non riuscii a darmi una risposta razionale, ma sicuramente non sarebbe successo più. Mai più…?
Nonostante l'Italia fosse ancora in pieno lockdown, tramite il consolato italiano riuscii ad ottenere un permesso speciale per il rientro in patria.
La sera prima della partenza, mentre ero steso sul letto con i bagagli pronti, decisi di dare un'occhiata all'account di posta elettronica che avevo usato fino a quel momento per i miei incontri gay.
Era già più di un mese che non controllavo quell'account, ma non mi aspettavo ci fossero nuovi messaggi. Gli unici due contatti che avevano quell'indirizzo mail erano stati il cinesino (che si era perso in ChinaTown e non si era più fatto vivo) e Ringhio, (che non sentivo più dall’unica volta che ci incontrammo nel mio furgone). Come previsto la casella Nuovi Messaggi era vuota.
Stavo per chiudere la pagina web quando la mia attenzione cadde sulla cartella della Posta Indesiderata. C’erano 25 messaggi.
La aprii senza troppe speranze e in effetti constatai che 23 messaggi erano pubblicità spazzatura. Mentre due mail, indovina da chi? Si. Proprio lui Mr. Ringhio.
Aveva scritto 2 mail. Entrambe arrivate entro i primi 10 giorni dal nostro incontro a fine dicembre ed erano andate direttamente nella cartella di posta indesiderata senza passare dalla cartella Posta in Arrivo.
Sicuramente il motivo era dovuto a qualche filtro attivo che aveva riconosciuto come spam il linguaggio poco idoneo nel campo oggetto. Per la cronaca nel campo oggetto c'era scritto: "Hei troietta ci sei per un'altro giro di giostra?".
Il resto della mail era più o meno sullo stesso tono, ma con l'aggiunta di particolari su quello che desiderava farmi al prossimo incontro. Cose che farebbero impallidire Ilona Staller.
Ti basti sapere che a confronto, ciò che mi aveva fatto durante il primo incontro a dicembre, era da considerarsi un raccoglimento in preghiera in un convento di Suore.
Appena lessi la mail mi sentii offeso. Soprattutto per il fatto di avergli dato l'impressione che io sia disposto ad accettare certe cose, stavo per rispondere alla mail rovesciandogli addosso tutto quello che pensavo di lui in quel momento, ma poi decisi di ignorarlo completamente. Per il momento.
In fondo, dopo oltre quattro mesi, non credo che si aspettasse più una risposta.
Purtroppo però, non avevo fatto i conti conla mia debolezza e l’evidente scarso controllo che avevo su questo aspetto della mia vita.
Infatti, trascorse poche ore dall’aver letto quella mail maledetta, mi eccitava tremendamente al solo pensiero di fare (o meglio dire ‘Subire') tutto quanto riportato nel testo di quel messaggio. TUTTO!!!!
Mi resi conto di essere un caso disperato.
In un momento di temporanea lucidità cancellai tutte le mail di Ringhio, in questo modo sarebbe stato impossibile mettermi in contatto con lui e non sarei stato tentato di prendere un biglietto per la sua giostra.
Caro lettore, non so se riesci a capirmi. Dovevo assolutamente eliminare la tentazione.
Giunto a questo punto, ogni cosa che mi propone di fare sto coglione di Ringhio corrisponde al mio nuovo minimo standard. E allora qual’è il limite? Esisterà un limite?.
Dentro di me sentivo che se avessi accettato di sottomettermi a questo giro di giostra, sarebbe stato come gettarmi in un pozzo buio, senza sapere ne quanto ė profondo e ne cosa troverò sul fondo.
Vorrei chiarire. Il problema non era il fatto di accettare di essere gay/bisex o diversamente etero, viviamo fortunatamente in un'epoca in cui essere bisex ė quasi un valore aggiunto al proprio status, e sicuramente non inciderebbe negativamente nella mia vita privata e professionale. Ma nel mio caso, caro lettore, come sicuramente avrai capito, andiamo ben oltre.
Penso di avere tutti i sintomi della ninfomania. In versione maschile.
Il giorno seguente ci recammo tutti all’aeroporto di Vancouver e finalmente ci imbarcammo per l'Italia. Giunti a Milano venimmo informati di recarci immediatamente alle nostre rispettive abitazioni per 2 settimane di quarantena preventiva.
Neanche dirlo. Queste due settimane di isolamento, con tanto tempo per pensare, non fecero altro che aggravare il mio problema.
Finale (temporaneo) della favola.
Al terzo giorno di quarantena mi arresi all’evidenza. Volevo rivedere Ringhio. Punto.
-entrai nel sito di annunci personali dove postai la mia inserzione a dicembre,
-nel campo “Ricerca Utente” digitai il nickname con il quale si faceva chiamare Ringhio
-cliccai sul suo nickname, Poi sul campo 'Invia Messaggio a Questo Utente” digitai:
“Ciao Zi….ka, sono Chi..…la, ricordi? Ci siamo visti nel mio furgone a dicembre. Desidero tanto prendere un altro biglietto per la tua giostra. Ci sei?”
Esitai qualche decimo di secondo. Infine cliccai
‘Invia Messaggio'.
Amen
Quello che successe nel mio furgone un paio di settimane dopo, fu abbastanza squallido. Pericolosamente, Malsanamente e Meravigliosamente squallido.
Caro lettore, non ho ancora avuto il coraggio di sedermi davanti ad una tastiera per rivivere questa esperienza. Se hai lo stomaco abbastanza forte per leggere il racconto di una gangbang di tre cazzi contro una bocca, che include piscio, cazzi sudici di feci, rimming, piedi sporchi, dolce masochismo e abuso verbale…..beh fammelo sapere, cercherò di riesumare quella serata per il tuo (e mio) piacere.
Continua……..
Rubessi
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Aspirantebsx
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