Lo confesso, ho il cazzo piccolo, a stento arrivo ai 13cm ma questo non mi ha impedito di avere tre figli e una vita matrimoniale abbastanza felice.
Ho avuto la fortuna di trovare una donna che mi ama e che per questo ha accettato di avere una vita sessuale appena soddisfacente.
Quando una donna ama sa sacrificare se’ stessa e le sue naturali pulsioni e non bada troppo alle dimensioni del cazzo dell’uomo che ama.
Non ringrazierò mai abbastanza la Provvidenza per avermi fatto trovare questa donna. Anche se nessun uomo può esserne veramente certo sono abbastanza sicuro che in 30 anni di matrimonio non mi abbia mai cornificato.
Forse devo ringraziare anche l’educazione rigida e puritana che le hanno dato i miei suoceri.
E pensare che lei di natura è pure dotata di una figa molto grossa e larga dove per tutti questi anni il mio cazzo ci ha solo ballato dentro. Forse per questo mia moglie ha sempre preferito prenderlo nel culo, il buco è più stretto e lei riesce a sentire meglio il cazzo.
Abbiamo sempre chiavato a pecorina o a spegnimoccolo perché cosi entra più dentro e lei per migliorare la situazione stringe le gambe per sentirlo meglio.
Poi ,poiché i mali non vengono mai da soli, la Provvidenza che mi ha così tanto beneficiato, forse per farmi pagare l’ amore che ho avuto, mi ha fatto avere una malattia che mi ha reso impotente.
Tombola!
Ma nonostante questo lei, che è di cinque anni più giovane di me, si è rassegnata e non ha mai deviato dalla sua strada, onesta e fedele.
La malattia mi ha costretto a molti ricoveri e lei mi è stata sempre vicina, non mi ha quasi mai lasciato da solo in clinica e ogni volta che poteva, se gli infermieri non la cacciavano, rimaneva anche di notte dormendo su una sedia e poggiando il capo sul mio letto.
Una delle ultime volte che son stato ricoverato ho avuto il piacere di aver per compagno di stanza Raffaele, un imprenditore molto benestante che si era ricoverato per accertamenti.
Quando si è ricoverati si perde ogni privacy e, durante il giro medici del mattino, quando il medico ci visitava, avevo visto che Raffaele aveva un cazzo veramente enorme.
Decisi immediatamente che lui doveva dare un po' di sollievo a mia moglie. Ero impotente, mia moglie da due anni non faceva sesso. Glielo dovevo, la povera donna si meritava almeno un po' di piacere. Ormai di avere le corna non mi importava più, mi sentivo e mi sento in colpa con lei che mi ha dato tanto.
Avevo conosciuto Raffaele solo da due giorni e avevo potuto apprezzare la sua saggezza , la sua buona educazione e una certa classe, così, appena il medico andò via, dopo averci pensato ancora un po’ decisi di fargli la proposta.
“Rafè tu mi devi fare un grosso favore” esordii e continuai “ho visto che tu sei ben fornito e tu hai visto che io ho un cazzo piccolo piccolo, inoltre non mi si drizza nemmeno più, no non guardarmi così, non voglio che mi inculi, non so’ mica ricchione, Rafè tu ti devi chiavare mia moglie che so’ due anni che non fotte”.
Lui mi guardò stupito. “Che cazzo stai dicendo France’? Stai a scherzare vero? Che sei pazzo!?“
Risposi “ No, non scherzo Rafè, alle cinque che si fa orario di visita, verrà mia moglie, mi ha detto che stanotte resterà a dormire qui, non vuole restare a casa da sola, stanotte tu me la devi fottere” e continuai dicendo “ tu l’hai vista è una bella donna, è sana, ha un bel culo, due grosse zizze e una patata grossa e larga che sembra fatta proprio per il cazzo tuo, vedrai che se si sblocca ti farà fare una bella chiavata e, se ci vai piano con quel coso tuo, si farà fare pure il culo che le piace tanto. Anzi, come sta in arretrato, quella ti spezza le gambe, dobbiamo solo studiare il modo per farlo succedere. Il problema è che quella è bigotta e fissata con la fedeltà, non si convincerà facilmente e poi farlo davanti a me la bloccherà di certo, perché è qui dentro che lo dovrete fare, almeno voglio guardare, non mi resta altro. C’ hai problemi a farlo qua? Vorrà dire che mi farò una sega mentre la chiavi o, se mi va bene, ci scappa pure ‘nu bucchino che lei li fa bene, se si arrapa per bene e con quel coso tuo vedrai come canta che non ci è abituata al cazzo grosso, quella ci accontenta a tutt’ e due”.
“ O Signore tutto mi sarei aspettato tranne che questa cosa, no nessun problema a farlo qui, e poi con una femmina che succhia un cazzo mentre la chiavo non l’ho mai fatto, ma tu come pensi di fare?” mi chiese Raffaele al quale gli occhi già brillavano di libidine.
Allora io gli spiegai il progetto che avevo in mente: “Dunque alle cinque viene mia moglie e la tua con tua figlia, alle sette i tuoi vanno via e mia moglie si mette qui seduta a vedersi un po’ di televisione. Tu, prima che spengano le luci , verso le 11,30 dirai che vai in bagno a lavarti, e lavati davvero Rafè che se puzzi quella non si sblocca, Quando hai finito di lavarti socchiudi la porta e chiedi a lei di darti, per favore, i pantaloni del pigiama che dirai di aver dimenticato sul letto. Quando lei cercherà di passarteli per la porta socchiusa tu farai in modo di farle vedere il cazzo che ti sarai menato un po’ per farlo diventare ancora più grosso, poi andrò a lavarmi pure io, quando io sarò tornato a letto tu , steso sul letto, fingerai di avere all’improvviso un dolore fortissimo all’inguine e , come se accadesse per caso, ti abbasserai i pantaloni e ti massaggerai l’ inguine col cazzo di fuori, chiederai scusa di non aver pensato che c’era una donna in camera, così lei lo vede ben bene il cazzo tuo! Ma dopo aver chiesto scusa lascialo fuori il cazzo! Hai capito? Poi me la vedo io. Aspetta un mio segno ed allora tu alzati dal letto sempre col cazzo all’aria avvicinati a lei. Ah dimenticavo! Il pezzetto di burro che ci danno sempre a cena conservalo, io farò lo stesso, se vuoi metterglielo pure in culo è meglio che gliene spalmi prima un po’ sul buco e pure sul cazzo, non voglio che si faccia troppo male, altrimenti si spaventa, finisce che dice che è troppo grosso e non si fa inculare più ”.
Prima di mezzanotte cominciò la recita.
Come pensavo mia moglie, sempre gentile, si alzò, prese il pigiama dal letto e andò a passarglielo dalla porta socchiusa che Raffaele aveva aperto ancora un poco di più, tanto che pure io dal mio letto avevo visto il suo uccellone.
Dopo avergli passato il pigiama lei tornò da me rossa in viso, trasognata, le mani che le tremavano un po’, capii che la visione aveva fatto effetto. Lei non mi disse nulla, era rimasta molto turbata però, guardava di sottecchi la porta del bagno quasi aspettandosi, o sperando forse, che lui ne uscisse col cazzo di fuori.
Raffaele tornò a letto ostentando indifferenza. Un quarto d’ora dopo passò l’infermiere a vedere se avessimo bisogno di qualcosa, fece finta di non vedere mia moglie che, essendo quello un reparto maschile, non avrebbe potuto rimanere e uscendo ci augurò la buona notte.
Le colazioni pagate al bar agli infermieri avevano raggiunto il loro scopo, mia moglie per loro era diventata invisibile.
Poco dopo mezzanotte dalla medicheria spensero le luci e la TV.
I pazienti dovevano andare a nanna ma per me e Raffaele stava per iniziare la seconda scena e speravo anche una notte di piacere per mia moglie.
Un quarto d’ora dopo Raffaele con un forte gemito si portò le mani all’inguine e si abbassò rapidamente il pigiama prendendosi le palle con le mani. Io mi girai verso il suo letto per gustarmi la grande interpretazione, mia moglie, invece, si alzò dalla sedia e avvicinatasi a lui, gli occhi fissi su quel cazzo, gli chiese se dovesse chiamare l’infermiere. L’idea che avrebbe potuto fottere mia moglie di li’ a poco aveva eccitato Raffaele che ormai, nella penombra, mostrava il suo cazzo eretto e duro.
“No signora ora mi passa, mi succede spesso, per questo sono qua, ma scusatemi, perdonatemi, per il dolore non ho pensato che in camera ci fosse una donna, perdonatemi!”
Ma ormai anche se avesse voluto non sarebbe riuscito più a rimetterlo nei pantaloni, non avrebbe avuto modo di rimettere quella bestia eretta a posto.
Pensai a quanto fosse fortunato Raffaele, lui poteva mostrare orgoglioso il suo cazzo ad una donna, io, invece, mi ero vergognato di mostrarlo per tutta la vita.
Mia moglie tornò a sedersi accanto a me, ora bisognava dare il colpo che l’avrebbe portata a farsi chiavare, anche in mia presenza.
Il cazzo di Raffaele era sempre li’ in bella evidenza, grosso, eretto e duro, perfettamente visibile alla luce della fioca lampada notturna.
Mia moglie si aggiustò sul letto affianco a me e, continuando a guardare quell’affare , mi sussurrò : “ Madonna France’ hai visto che cazzo ha il tuo compagno di stanza, non ne ho mai visto uno così grosso, nemmeno mio fratello lo aveva così grosso e le amiche mi dicevano che era il più grosso avessero mai visto! Io mi vergogno a stare qua con questo che ha tutto da fuori ma a quest’ ora dove vado? La clinica è chiusa e non ci sono mezzi”
Ma il cuore le batteva forte, tanto che quasi riuscivo a sentirlo, mentre parlava, di tanto in tanto, si passava la lingua sulle labbra e non riusciva a star ferma, apriva e chiudeva le gambe.
Si era stesa affianco a me ma nel salire sul letto aveva fatto in modo che la gonna le risalisse fino alle mutande, si era tolta i collant, forse inconsciamente voleva mostrare a lui le sue belle gambe.
Ora la parte più difficile.
Come avevamo concordato, Raffaele si alzò dal letto e avvicinatosi a noi disse : “ Signò perdonatemi, sbaglio o state parlando di me? O forse siete meravigliata ed interessata a questo cazzo?” Il suo cazzo era a qualche palmo dal viso di mia moglie.
Lei lo guardava con occhi spiritati. Io mi feci coraggio, ora si vedeva se la cosa si realizzava o se mia moglie mi prendeva a sberle, allora dissi “ Anna lo vuoi prendere in bocca? Si vede che lo desideri, se vuoi fallo! Non ti dico nulla, è da tanto che non fai un pompino! So che lo desideri e ti capisco.”
Lei mi guardò con gli occhi stretti, come se volesse capire se scherzavo o se la stavo mettendo alla prova, dopo qualche secondo decise che parlavo sul serio, si avvicinò a quel cazzo e senza aggiungere altro se lo prese in bocca.
Era andata!
Se lo aveva preso in bocca di lì a qualche minuto se lo sarebbe fatto mettere pure nelle orecchie.
Anna succhiava con una foga mai vista, leccava le palle e risaliva lungo il quarto di metro di cazzo di Raffaele fino alla capocchia dura come il marmo, poi lasciava che le scendesse in gola e con un suono gutturale lo faceva riuscire sputandoci sopra per bagnarlo.
Aveva portato una mano alla fica e , spostate le mutande, si accarezzava la clitoride mentre con l’altra mano segava lui mentre lo leccava. Se avesse continuato in quel modo ancora qualche minuto e finiva che si faceva sborrare in bocca e questo non doveva succedere!
Allungai una mano fra le sue gambe e trovata l’entrata della fessa le infilai tre dita dentro, lei mi ringraziò con un gemito perché aveva la bocca piena, con l’altra mano le strizzavo una delle grosse zizze.
Ma trentacinque anni di bocchini non erano passati invano, lei sapeva bene che se lo faceva sborrare con la bocca poi ci sarebbe voluto un po’ di tempo perché gli tornasse tanto duro da poter chiavare.
Allora si tolse le mutande e la gonna e mettendosi in ginocchio sul letto e ,piegatasi verso il basso con le zizze sul mio petto e il volto vicino al mio, offrì a Raffaele i suoi due magnifici orifizi del piacere.
La fessa le gocciolava, aperta e turgida come una rosa in sboccio, nella penombra ed in quella posizione non potevo vederla ma immaginavo lo spettacolo che poteva gustarsi Raffaele.
Lui la penetrò quasi in un colpo solo stappandole un gemito di dolore e di piacere, la sua grossa fessa accolse quel palo della luce facilmente, sembravano fatti uno per l’altra.
Quando fotte mia moglie scorda l’italiano, come Cesare che parlava in greco nei momenti importati, lei passa al dialetto napoletano che meglio può esprimere le più grandi sensazioni ed emozioni.
“Maronna Francè e che cazzo! E comme è gruosso e comme è tuosto! E’ gruosso e pure tuosto assaje! Pare marmo cavero ( marmo caldo) e che masculo!” mi sussurrò all’ orecchio.
“E quanto è bello. Me sta inghenno ( riempiendo) ‘a fessa fino abbascio a tutto (fino in fondo)! ‘N atu poco e me trase dint’ a lu stommeco! ( un altro po’ e mi arriva allo stomaco)
Mamma mia e che cazzo bello! Mamma mia n’ atu poco e sborro!! Chiava Rafè, sguarrame a fessa, chiava forte”
E andò avanti cosi , fra gemiti e gridolini repressi solo per evitare di svegliare tutto il reparto, gemiti che solo quando sborrava non riusciva a reprimere del tutto.
Allora a me che la tenevo abbracciata stretta sembrava che il suo corpo fosse percorso da una scossa elettrica e le cosce e il culo erano percorsi dagli spasimi.
Con una mano Anna mi segava il cazzo che si era solo un po' inturgidito ma che comunque mi dava piacere.
Ma Raffele non avrebbe potuto resistere a lungo al richiamo del culo di mia moglie che con la maturità era diventato ancora più bello e preso dal comodino il burro che avevamo messo da parte lo spalmò abbondantemente sul buco di lei.
“E che vo fa’ mo chisto? Me lo vo’ mettere ‘n gulo? Maronna !E chisto me fa male assaje e me lo sguarra! Me scomma ‘e sanghe! ( questo mi fa molto male e me lo rompe e mi fa uscire il sangue) No no nun voglio!” mi disse preoccupata ed impaurita ma intimamente vogliosa e cercò di scostarsi per evitare di essere penetrata dietro senza potersi negare.
Io la bloccai stringendola più forte a me e le sussurrai “ Statte Nannì che pure mammeta se stette ( stai ferma Nannina che pure tua madre rimase ferma e non scappò quando vollero incularla, una frase abbastanza volgaruccia per dire che pure sua madre si faceva inculare volentieri), Rafele sa comme se fa e chello che fa, nun te preoccupà, tu cerca ‘e arapì ‘u culo, spriemmete comme si vulisse cacà e chillo trase facile e nun te fai male! ( Cerca di aprire il culo e spingi come se volessi defecare e vedrai che entra facile e non ti fai male)”
E lei “si stette”, fece come le avevo detto, ma lei già sapeva cosa fare per lunga esperienza e Raffaele , grazie anche al burro, le infilò facile i suoi ventiquattro/ventotto centimetri di cazzo nel culo, tutti e fino in fondo.
Mia moglie dopo tanti anni di inculate, anche se con un cazzo di dimensioni parecchio inferiori, aveva imparato a sborrare pure col culo ma io le facilitai il raggiungimento dell’orgasmo. Mi ero steso sotto di lei come se volessi fare un sessantanove e cominciai a leccarle la fessa dilatata e gocciolante.
La punta della mia lingua riusciva a toccare il muso dell’utero tanto la figa era dilatata, le leccavo il muso di tinca duro e con la fessura orizzontale per le gravidanze passate, le leccavo le labbra e la clitoride facendo del mio meglio.
Avrei potuto quasi dissetarmi con quello che fuoriusciva dalla passera, pareva che mi pisciasse in bocca ma aveva un buon sapore, come un succo d’ostrica salato e profumato di mare. Lei me lo prese in bocca anche moscio come era. Da quella posizione, anche se in penombra, potevo gustarmi il membro di Raffaele che le stantuffava il culo.
Ad ogni orgasmo anale mi stringeva la testa fra le sue gambe mentre quasi strozzava nel buco del culo il palo di lui.
Dopo un po’ che lui le era venuto nell’ano ne fuoriuscì facendo un rumore come di un tappo che viene tolto da una bottiglia, il suo sperma colò dal culo di Anna e mi finì in bocca, non l’avevo mai assaggiato , ovviamente aveva anche l’odore e il sapore di quello che stava nell’intestino di mia moglie ma lo leccai avidamente comunque.
Stanchi si lasciarono cadere sul letto e pure io mi stesi affianco a mia moglie che mi baciò e mi sussurrò “Grazie amore mio è stato bello, ma ora devo riposare un po’, sono piacevolmente e dolcemente stanca, mi brucia la fessa e mi pulsa ancora il culo ma sono felice”.
Anche Raffaele si era lasciato cadere sul suo letto e prese sonno quasi subito.
Io mi addormentai con mia moglie a lato ma verso le tre mi svegliai, qualcosa aveva disturbato il mio sonno.
Anna era nel letto di Raffaele e, sotto di lui a cosce spalancate, stava chiavando.
Abbracciata a lui si baciavano con la lingua e ogni tanto, quando lui spingeva più a fondo lei gli stringeva le gambe attorno al culo per avere una spinta più forte, chiavavano dolcemente da veri amanti
Era comprensibile , due anni di arretrato se non addirittura tutta una vita non si potevano recuperare con una sola chiavata ed una sola inculata.
Mi girai dall’altra parte cercando di non sentire i gemiti che facevano e le parole che si sussurravano mentre il letto cigolava mettendo a dura prova il materasso e le doghe.
Verso le cinque, credo, mi accorsi che Anna era tornata nel mio letto, alle sei sarebbero venuti gli infermieri per la terapia del mattino e sarebbe stato molto sconveniente che si facesse trovare in un altro letto.
Puntuale come una cambiale alle sei entrò l’infermiere col carrello.
“Buongiorno! Avete dormito bene? Abbiamo sentito degli strani rumori venire dalla camera stanotte ma non abbiamo voluto disturbare, non ci sembrava il caso, tutto a posto? Va tutto bene?” e con un sorriso a 72 denti guardò me e mia moglie.
Ecco avevano capito tutto, forse che avevamo fatto sesso a tre , cosa che era parzialmente vera.
Mia moglie ,fregandosene della ironia dell’infermiere e facendo spallucce , si alzò, andò in bagno e ne uscì già preparata per andar via.
“ Vi vado a prendere il caffè al bar, voi sig. Raffaele la volete una sfogliatella? Una frolla? Si? Voi dovete per forza far colazione! A mio marito invece piace il cornetto….vuoto e ai cereali, ne vuoi uno o due?” disse con una certa malizia.
Quella mattina Anna sfoggiava una allegria che non le vedevo da tanto, sorridente e luminosa scese al bar.
Come fu uscita Raffaele mi disse “ Francè tua moglie è una amante meravigliosa! Scusami ma te lo devo proprio dire ..il Signore da il pane a chi non tiene i denti! Con mia moglie non ho provato mai quello che ho provato con Anna, riesco ad infilarglielo tutto dentro e lei ne gode! Lo prende facile! Mia moglie invece ..e mi fai male , e fai piano, e mettiti i taralli di gomma sennò mi sfondi, e mi brucia, e il culo te lo fai dare da quella puttana di tua sorella che lo tiene scassato, insomma una palla! Tua moglie no! E’ magnifica! ‘Nu grande piezzo ‘e femmena!”
E che potevo rispondere ? Era vero.
Mia moglie tornò con i caffè, la sfogliatella riccia e la frolla per Raffaele e i cornetti per me.
Prese la borsetta e ci salutò per andar via, a me diede un bacio sulla guancia e rivolta a Raffaele disse “ Don Raffaè tenetevi forte mi raccomando! Non deludetemi. Ciaoo a tutti, ci vediamo alle cinque di stasera ...ah ..stanotte pure rimango qui!”
E la vidi andar via luminosa, leggera leggera nonostante i suoi cinquanta anni e i venti chili in più e con lunghe falcate sui tacchi.
Alle cinque di pomeriggio , quando tornò, era cambiata, si era truccata, si era profumata, aveva le spalle dritte, il reggiseno push-up e quando si sedette allargando per un attimo le gambe notai che aveva indossato le autoreggenti e la biancheria intima di pizzo.
Un po' tipo zoccola insomma.
Che può fare una notte di sesso con un cazzo come si deve!!! E chi lo avrebbe mai potuto prevedere!
La novità la aveva notata anche Raffaele che subito le disse “ Sig.ra Anna scambiamoci i numeri di telefono, non dobbiamo perderci di vista con voi e con vostro marito dopodomani che ci dimettono”. Avrete capito come continua la storia..
milleidee
Nice_cock
Julian8
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