NATALE IN CASA CAPIELLO

  • Scritto da Sebian Vice il 27/12/2020 - 01:02
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-Ci facciamo una canna?
-Ma sei pazzo!- sbottò Alice verso Alex.
-Se i nostri genitori se ne accorgono, ci ammazzano!- se ne uscì Marco, dando man forte all’esclamazione della sorella.
Alex sorrise in faccia a tutti e due, e con lui sorrise pure Giada. Alice e Marco Capetti, erano fatti di tutt’altra pasta rispetto ai fratelli Capiello. Alex e Giada erano più propensi ad andare contro le regole e ad osar sempre oltre. I primi, Alice e Marco Capetti avevano compiuto diciotto anni manco da un mese. Alex e Giada, avevano invece un anno in più.  
Quella sera, era la sera della vigilia di Natale. O meglio, la Vigilia era bel che passata da un paio di ore, visto che erano già le una e mezza di notte.
Il Natale in casa Capiello, era sempre lo stesso. Seguiva un dettagliato programma delineato da don Tano Capiello, ogni santissimo anno. E tal programma prevedeva :  Arrivo alla villa di montagna assieme all’amico e socio Pasquale Capetti verso le tre del pomeriggio della vigilia. Pausa per riprendersi dal viaggio con the, caffè, cioccolata calda e biscotti. Ricognizione della casa, sistemazione bagagli, e verso le sei e mezza di sera, tutti giù in paese per lo struscio in centro. Cena al Hotel Imperiale alle otto, Santa Messa a mezzanotte, e alle una l’intera comitiva formata dalla famiglia Capiello più famiglia Capetti, rientra alla villa. Ed è a questo punto che la compagnia si divide. I ragazzi salgono di sopra, riunendosi in una delle camere da letto (puntualmente quella di Alex, visto che è la più grande) a chiacchierare tra ragazzi, bere birra, ascoltar musica e quant’altro. Mentre Tano Capiello, l’amico e socio Pasquale, e le rispettive signore, scendono di sotto in taverna a fare l’alba giocando a burraco e discutendo, come sempre di affari … O almeno, questo è quel che dicono e fanno intendere agli amati figlioli, cresciuti a pane, buone maniere e catechismo. Ma la verità è un’altra! Ovvero, da anni, i Capiello e i Capetti non son solo legati dagli affari e da una forte amicizia, ma anche da una forte propensione al sesso, alla lussuria, alle depravazioni più spinte. E che cosa c’è di meglio, per un uomo libertino e lussurioso, avere al proprio fianco una moglie altrettanto libertina e lussuriosa, ed una coppia di intimi amici fatti della stessa pasta? In un quadretto così tutto si può osare, e la pubblica facciata rimarrà immacolata visto che nessuno saprà mai niente.
E già, nessuno saprà mai che il commendator Capiello gode come un riccio nel fottere assieme alla sua signora (armata di strapon) , la moglie dell’amico, sotto gli occhi dell’amico. Che la signora Capetti ama le doppie, se non le triple penetrazioni, mentre donna Capiello adora il pissing, soprattutto quando si tratta di riceverlo. Che entrambe due signore impazziscono nell’abbandonarsi in giochi lesbici, e, che a dirla tutta, pure i mariti non disdegnano di giochetti tra maschietti. E, è doveroso aggiungere che tra i tanti vizi di Tano Capiello, c’era quello di riprendere quei loro perversi incontri orgiastici, per poi rivederseli come un vero e proprio porno fatto in casa. E per questo, don Tano, aveva fatto montare nella camera e nel bagno giù in taverna, tutta una serie di microtelecamere, collegate ad un programma di video registrazione installato  nel computer del suo studio, collegato a sua volta con il mega schermo che don Tano teneva nella propria camera patronale. Il super tecnico ingaggiato, profumatamente era stato pagato per realizzare il tutto, ma ahimè, qualche casino l’aveva combinato.

Tornando a quella sera, e tornando ai ragazzi, alla fine Alex aveva convinto i Capetti a stare alla sua bravata, e così, i quattro adolescenti, stravaccati sul lettone, si erano messi a fumare, oltre che a bere, e in un niente, si erano ritrovati tutti e quattro brilli e rintonati.
-Su, accendiamo la tv!- si propose ad un certo punto Giada Capiello, afferrando il telecomando, e puntandolo verso il megaschermo del fratello, appeso nella parete di fronte a loro, e il gesto in sé sarebbe stato del tutto innocuo, se non fosse stato per il tecnico pasticcione. Fatto sta, che oscena ironia della sorte, di fronte agli occhi dei quattro ragazzi, comparve ciò che stavano riprendendo le telecamere giù in taverna.
-Ma che schifo! Un porno!-sbottò Alice.
-Ma quella è vostra madre!-esclamò Alex.
-Ci sono anche i vostri genitori!-gridò Marco.
-Ma che cazzo stanno combinando!- tuonò Giada.
Poi, nessuno dei quattro, disse più nulla.
Che cosa stavano combinando era evidente. Che non si trattasse di una partita a burraco era lampante.
Barbara Capetti, se ne stava distesa di schiena, completamente nuda, come completamente nudi se ne stavano tutti gli altri. Le sue cosce erano divaricate, e tra le sue cosce, con vigore si sbatteva don Tano, l’amico e socio del marito. Donna Assunta Capiello, se ne stava invece praticamente sopra l’amica, e messa sul letto a pecora, si faceva sbattere da don Pasquale. Ad un certo punto allungò la sua mano destra, e con la stessa mano destra si mise a palpeggiare il seno destro di Barbara.
-Certo che vostra madre ha un bel paio di tette!- se ne uscì Alex, ritrovandosi a osservare la mano materna, che quelle tette vogliosamente le stava palpeggiando. I Capetti non ribatterono.
-Sapevo che quei quattro combinavano qualcosa del genere!- confessò Giada. E i due Capetti rimasero zitti. 
E intanto di fronte agli occhi di tutti e quattro, quell’orgia stava andando avanti. Donna Assunta, come una feroce pantera, affrontò un primo passo, poi un secondo, e infine un terzo, fino a trovarsi sopra l’amica a sessantanove, e con don Pasquale sempre dietro di lei, e dentro di lei. Una volta giunta sopra l’amica, sull’amica si adagiò, infilando la testa tra quelle cosce dove si stava sbattendo il marito. Donna Barbara da sotto donna Assunta, non stette di certo inerme, con entrambe le mani ne afferrò i glutei, come se quel culo di donna sopra la sua faccia, fosse una specie di frutto prelibato che si stava attingendo a dischiudere e gustare.
-Sììì troie!!! Leccatevi la fica!!! Leccatevi il culo!!!!- iniziò a gridare eccitato don Tano. Poi si sfilò dalla donna che stava penetrando, come se volesse lasciare più spazio alla moglie, che con la testa tra quelle cosce si dimenava come una belva affamata che sta divorando la preda appena catturata, ovvero la fica di donna Barbara.
Don Tano si staccò, ma non certo per farsi da parte in quell’orgia. No! Il commendatore, a cazzo duro rigirò il letto e risalì sull’altra sponda, fino a trovarsi alle spalle dell’amico. E una volta alle sue spalle … be’, prima si sputò ripetutamente sulla cappella, poi, quel membro rigido iniziò a strusciarlo tra i glutei dell’amico, a mo di massaggino gay… e poi, senza tanti complimenti, Zac! In culo glielo sbatté. 

Ora, di preciso non so spiegarvi che cosa in quei momenti passava per la testa dei ragazzi. Sicuramente erano sconvolti. In fondo, quale figlio o figlia si aspetterebbe di beccare i propri genitori nel bel mezzo di un’orgia??? E, direi pure un’orgia abbastanza spinta, visto quel che stava accadendo davanti ai loro occhi. Già, sicuramente erano sconvolti! Ma non solo sconvolti … be’, ecco, non ve lo so spiegare, (e forse non se lo spiegavano anche loro), ma dentro di loro, oltre al sconvolgimento, iniziò a pulsare sempre più forte uno stato di prorompente eccitazione, per quel che stavano assistendo. Forse, per colpa del fumo. Forse per colpa dell’alcool. Forse per il fatto che erano figli dei propri genitori dunque, la lussuria era impressa nel loro dna. O forse … diciamola tutta, chi di noi, e con noi intendo esseri umani (compreso tu che stai leggendo) sotto, sotto, non è un po’, ehm, come dire … sporcaccione???
Fatto sta, che i cazzi dei ragazzi incominciarono a gonfiare i jeans, mentre le mutandine delle due ragazze, da umide si fecero bagnate. E ben visibili, erano i loro turgidi capezzoli, anche se addosso entrambe avevano pesanti maglioni.
-Fanculo!!! Io voglio scopare!!!- sbottò Alex saltando giù dal letto. –Facciamo un’orgia anche noi!!!- aggiunse il ragazzo sbottonandosi i jeans. 
-Io ci sto!!!- gli diede corda sua sorella sfilandosi il maglione.
-Certe schifezze io non le faccio!- tuonò Alice Capetti saltando giù dal letto. –Vieni Marco! Ce ne andiamo!- gridò al fratello, ma Marco non si mosse di un millimetro. Anzi, tutt’altro! Come Alex e Giada iniziò a spogliarsi.
-Ma che state facendo!!!- gridò allora Alice, ma nessuno dei tre l’ascoltò. I ragazzi andarono avanti a spogliarsi, fino a ritrovarsi completamente nudi, e una volta nudi risalirono sul letto e incominciarono a giocare. E a quel punto, senza un preciso perché, gli occhi di Alice iniziarono ad alternarsi tra ciò che stava succedendo giù in taverna, e quel che stava succedendo sopra quel letto a pochi passi da lei.
Sua madre che si faceva prendere contemporaneamente da suo padre e da Tano, mentre limonava con Assunta – Suo fratello che baciava il seno di Giada, mentre Alex le leccava la fica-
Suo padre che si spompinava l’amico, mentre la madre strusciava le sue tette addosso alle tette dell’amica. – Marco che si scopava Giada, mentre Giada lo succhiava al fratello. 
Sua madre, suo padre e Tano, che allegramente urinavano addosso ad Assunta. –Giada e Alex, che leccavano il cazzo a Marco.
-Basta!!!- gridò ad un certo punto Alice. Anzi, lo sussurrò con un filo di voce, tanto che nessuno la sentì. Poi, svelta incominciò a spogliarsi. Alla fine, l’eccitazione, la lussuria che come uno spietato spettro si aggirava quella notte in quella villa, aveva avuto la meglio anche su di lei,sulla sua morale, sul suo essere una brava ragazza di sani principi, forse, la persona più pura che soggiornava in quella casa.
Tutta nuda Alice raggiunse il letto, e con piacere fu accolta dal fratello, da Alex, e da Giada. E, a dirla con parole povere se la scoparono tutti e tre, come nel bel mezzo di un insana gang-bang. E la mattina dopo …

E niente. La mattina dopo, in quella villa era come se non fosse successo nulla. I genitori avevano scopato fra di loro. I figli avevano fatto altrettanto. I ragazzi sapevano dei genitori, mentre i genitori non sapevano di quel che avevano combinato i ragazzi. Comunque sia, trascorsero il Santo Natale, come due brave famiglie timorate di Dio.

Che cosa successe nei giorni seguenti, questo non ve lo so dire … Forse, i genitori avrebbero continuato a giocare per conto loro, e i figli a spiarli e a emularli?
Oppure, accorgendosi di aver dato un cattivo esempio alla loro prole, don Tano, don Pasquale e signore, avrebbero messo fine a tutto, interrompendo sia il menage dei figli che anche il loro, giusto per dare il buon esempio.
Oppure …
Oppure ??? Provate a immaginare un po’ voi, come mai potrà essere finita questa avventura Natalizia.

 

Originale e simpatico
bravo molto originale
Intrigante... Spero che arrivi il seguito...
Vedremo ... Se poi , qualche penna vuole aggiungersi, ben venga.
Un complimento fa sempre piacere, poi se arriva da due scrittori che segui e stimi da anni, il piacere si eleva a mille. GRAZIE RAGAZZI.
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ciao, ho cercato di contattarti ma non mi da l'Ok
Bello il tuo racconto; hai un contatto?
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