Nel nome del figlio ( capitolo I)

 

 

E Marì, prese a cavalcare il turgido tronco carneo del figlio Alessandro, fino in fondo in posizione spegni moccolo urlando impronunciabili frasi in dialetto,  fin dentro il grembo che lo aveva concepito, se lo fece arrivare; ed alla fine esclamò: “sfondami tutta, vienimi dentro, figlio mio!” 

Mimmo L scrittore hard production

 

Marilena, abita con suo figlio Alessandro, in una villetta monofamiliare dotata di un giardino con prato inglese alla periferia di un paesino del napoletano.

In un caldo ed afoso  pomeriggio d’estate, Marì mentre era nell’ eden intenta a prendere il sole in mutandine e reggiseno, avverte delle strane sensazioni di piacere al basso ventre; e di conseguenza, inizia a toccarsi la “sempre inumidita e “pronta per l’uso” fregna.

Marì: mmm!!! che gran voglia di cazzo che, mi sta venendo in questo momento! Satana, si sta facendo sentire! Quasi, quasi, mi sparo un bel ditalino a quattro dita! Sì, a quattro dita, me lo sparo! Mmm!!! sìììì!!! Ho urgentemente bisogno di un bel palo di carne che, mi sfondi tutta, facendomi squirtare, come una vacca svizzera! Sììì! Sono una gran troia e vacca da monta!

La voglia d’esser penetrata, la pervadeva sempre di più; e la nostra Marì, è costretta ad escogitare uno stratagemma pur di riuscire a procurarsi il tanto bramato tronco carneo, ovvero sedurre un uomo che la potesse appagare; e cosi, pensa bene “sotto la guida di Satana” di rientrare in casa e tentare di sedurre suo figlio; che nel frattempo, era beatamente spaparanzato sul lettino della sua cameretta, a segarsi solennemente su di una foto in bikini di una nota star del cinema e della televisione apparsa su una copertina di un noto settimanale.

Marì: ahhh!! Ho urgentemente bisogno d’esser scopata a dovere da un mandrillone, con un cazzo bello grosso! Ahhhh!! Frattanto,  udì una voce proveniente dall’oltretomba che la invogliava a sedurre suo figlio.

Satana: “Marilena, Marilena! Seduci tuo figlio! Vedrai, troverai la pace dei sensi!”

Marì: hai ragione, Satana! Sedurrò, quel gran porco di mio figlio Alessandro!

E cosi, quella gran ninfomane di Marilena, rientra in casa facendo la zoccola, con gli zoccoli; perché indossava gli infradito in legno, dirigendosi verso la cameretta di Alex; che, casualmente, aveva la porta socchiusa, sorprendendolo mentre compiva il gesto autoerotico!

Marì: azzz! Si sta segando, il porco! Sé stà facenn’ è pip’ ù curnuton’! Esclamò stupita in dialetto napoletano,  la madre sessualmente inappagabile|

“quel cazzo dev’essere mio!”

Marì: ora, attiro la sua attenzione masturbandomi e urlando di piacere, come una forsennata! Jamm’ Marì, apr’ è cosc’ spart’ ò ditalin’! Esclamò sempre  in dialetto napoletano.(dai Marì, apri le cosce e sparati il ditalino).

“ ahhh|!!! uhmm’! Sììì! Che bello! Sono una vacca! Jamm’ Marì! Fai vedere a tuo figlio quanto sei zoccola, quand’ sì puttan’ ahhhhh!!!”

l’insaziabile Marì, emise dalla sua bocca carnosa, altre frasi indicibili e intraducibili in dialetto; frasi che, attirarono l’attenzione del figliolo; che, distolse lo sguardo dalla foto “interrompendo la goduriosa masturbazione e, si reca verso la porta della cameretta; e si trovò di fronte sua madre, seduta sulla poltroncina a compiere senza ritegno l’insano gesto autoerotico.

Alex: ahh! Guarda, guarda la bucchina, cosa sta facendo! A me, sta bene; stai tranquilla mammina, sarai la mia concubina! Ci puoi giurare!

Alex: che diavolo stai facendo, mamma!?

Marì: non lo vedi? Mi sto sparando un ditalino; e, non avendo su chi ispirarmi, me lo sto facendo su di te, figliolo!

Alex: sì proprir’ nà bucchina, mammà!

Marì: Sì,  sono una bucchina, troia, insaziabile, figlio mio! Guarda, come sono eccitata, guarda come me lo sparo, il ditalino!

Alex: sì, sto vedendo, mammà!

Marì: se ti piaccio, finisci la tua sega su di me! Voglio vederti sborrare!

Alex: sì, molto volentieri! Ora ti sborro sulla pancia, sono un feticista del grosso, grasso ventre!

Marì: e dalle, fatti la pippa! Sborrami sul ventre grasso! Te piace, ò trippon’!

Alex: sì, sì, mammà, ora sborro sul trippone grasso! Ahhh!! sììì!!! ummm!! sììì!!!! ohhh!!! tutto sulla pancia, madre sessualmente insaziabile!

Marì: sì, bravo figlio mio, mi stai facendo sbrodare, come una lurida puttana! Ahhh!! ummm!! guarda come cola! Sì, la sbroda!

Alex: sì, ho visto, mamma! Da ora in poi, oltre ad essere mia madre, sarai la mia amante, concubina, e schiava!

Marì: come desideri, figlio mio! Farò tutto nel tuo nome, nel nome del figlio che, devo confessarti in principio, non desideravo, desideravo una figlia femmina. Ma, il Signore, ha mandato te! Ed ora, son contenta!

Si fece sera; e, dopo aver cenato, Marilena, propose a suo figlio, di dormire nel lettone; ormai, il complesso di Edipo “con la grande regia di Satana”, s’era impossessato di loro.

Marì: allora, ti è piaciuta la cena che, t’ha preparato mammina!?

Alex: certo, Mamma! Lo sai che, vado matto per il pollo al forno, con le patate!

Marì: certo! Ma, volevo che tu fossi ancor’ più contento! Ascolta Alex, visto che oggi pomeriggio fra noi, c’è stato del proibito, vorresti dormire con me, nel lettone, stanotte!?

Alex: assodato, se lo desideri!

Marì: sì, figliolo, lo desidero ardentemente; vedrai ti farò divertire, come un matto, devo confessarti che a me, piace molto fare sesso, sono una donna insaziabile, nonostante l’età, credo di essere affetta da ninfomania; e siccome, sono una cattolica praticante, credo che questa sorta di “malattia” del sesso, me l’abbia mandata Satana.

Alex: su via, mamma! Sei troppo credulona! Sei una donna insaziabile e basta! Sì nà troia zoccola! Alla quale piace il cazzo; il resto, son tutte chiacchiere!

Marì: no, no! È la verità! Oggi pomeriggio, Satana, mi ha ordinato di sedurti, ho sentito la sua voce provenire dall’oltre tomba!

Alex: avrai sicuramente avuto un incubo! Comunque se questo è un dono di Satana, evviva Satana!

Marì: che gran porco che sei! Dì la verità, se dovessi scegliere fra me e quella modella in copertina, chi sceglieresti!?

Alex: sceglierei te, mamma! Quella modella, è un miraggio per me!

Marì: allora, ti piaccio!

Alex: sì, madre, mi piaci molto, mi piace il tuo corpo prosperoso, il tuo grosso grasso ventre del quale, sono feticista; e poi, le mammelle, mmm! Vorrei nuovamente succhiartele!

Mari: è ò ver’!?

Alex: sì, mammà, mò staie facenn’ ‘ndustà!

Marì: ah, ò tien’ tuost’!?

Alex: sì, mammà! Mi sto già toccando!

Marì: e allora, vieni qua, andiamo in camera da letto; che ora, la tua mammina, ti delizia, con un bel pompino, con ingoio!

Alex: indubitabile, mamma; succhiamelo a dovere, mi hanno detto che, sei una gran pompinara!

Marì: a sìì!? E chi te l’ha detto!?

Alex: mio padre, il tuo ex marito!

Marì: quel gran cornutone, impotente; e quando te l’ha detto!?

Alex: ehm, una volta, mentre glie lo stavi facendo a lui, io vi spiavo e, se ne accorse e cosi, parlando del più e del meno mi disse che “tua madre a pompini, va alla grande, è una grande troia!”

Marì: capisco! Beh, e aveva ragione, era lui che lo aveva sempre moscio! Ora ti dimostrerò come son troia!

Nel frattempo, si avviarono verso la camera da letto. Marilena, indossava una tuta estiva e gli inseparabili zoccoli infradito.

Marì: eccoci nella nostra alcova! Prego, distenditi pure sul letto; ora la tua mammina, inizia a leccarti la cappella e succhiartelo, molto dolcemente e lentamente! Ah, vuoi che mi metta qualcosa di sexy per farti arrapare di più!?

Alex: no, mammà! Mi piasc’accussì! La donna, te lo fa venir’ duro, anche se struccata e con la tuta! Piuttosto, sculetta mentre ti togli quei pantaloncini!

Marì: come desideri figliolo, ora mi spoglio e sculetto un po'! Poi te lo succhio!

Alex: ummm! Che gran vacca che sei, genitrice; sì, sculetta per bene, come sanno fare le zoccole da strada!

Marì: sì, ti piace! E le cosce, ti piacciono, le cosce!?

Alex: sì, mammà, mi piace tutto di te! Ora, ti prego, succhialo, succhialo, come facevi con papà!

Marì: eccomi, tutta tua, la mia carnosa bocca!

E Marilena, prese a succhiare con voluttà e passione il tronco carneo figliale, iniziando a dare delle leggiadre linguettate sulla capocchia; ma Alessandro, bramava dal desiderio di leccare la figa materna e supplicò la mamma di fargliela assaggiare!

Alex: oh! Mamma, che bocca esperta che hai! Succhi bene, aveva ragione papà, se una gran pompinara! Ma adesso, ti supplico, fammi assaggiare la figa, muoio dal desiderio di leccartela!

Marì: ah, mà vuò leccà! E’, facimm’ nù bellu sessantanove! Cosi, tu lecchi la mia patacca ed io succhio il tuo pisello!

Si misero in posizione sessantanove o congresso del corvo che dir si voglia, Alex, ficcò tutta la sua lingua nella caverna polposa di quella porca, vacca, balena di sua madre, la fece urlare di piacere, fino all’inverosimile e bestemmiare, come un anima dannata, posseduta dal demonio!

Marì: ahhhhhh!!! uhhhh!!! Porca, puttana troia, come sto godendo! Come una puttana da strada, sto godendo! Ahhhh!!! sììììì!!! comm’ m’ piasc’!!!! ohhhh!!! mi piace assaie!! continua a ficcare quella lingua! Grande porco! Bastardooooo!!! sì, cosi, come una bagascia, sto godendo!

Alex: godi, godi, troia! Anche tu, me lo stai facendo scoppiare! Ora, basta! Ho voglia di scoparti, puttana!

Marì: anch’io, ho voglia di essere sfondata! Adesso, ti cavalco, con un bel smorza candela!

Alex: sì, adoro lo smorza candela, saltami sopra, bucchina che il tuo figliolo, ti sfonda tutta, pure l’utero, ti sfonda!

“e Marì, prese a cavalcare a spegni-moccolo la verga indurita, come pietra del figlio, godendo e gemendo forsennatamente, pronunciando in dialetto parolacce e frasi indicibili per poi alla fine: “sììì! Sborrami dentro, figlio mio!”

alex: sto sborrando, mammà! Sto sborrando! Sburro, come un porco,toro, allupato!

Marì: anch’io, sto sbrodando, avanti, continua, continua, fin dentro le viscere, sfondami l’utero! Ahhhhh!!! sborrami, sborrami dentro, figlio mio! Sì, cosi, tutto dentro!

E dopo aver  dato sfogo ai loro istinti animaleschi ed aver posto in essere altre sozzerie varie, i due incestuosi individui, s’addormentarono come angioletti, abbracciati e ripercorrendo con Morfeo, ciò che avevano fatto.

Fine primo capitolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

ARRAPANTISSIMO...Bravo! Ho il cazzo a mille....
grazie il sesso nazional popolare, ovvero semplice, nature è sempre sinonimo d'eccitazione nulla, è più eccitante di una donna casereccia Mimmo

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