La storia descritta in questo racconto e puramente di fantasia, creata da Davide Autore; ovvero me.
Era il giorno della partenza per le vacanze con la famiglia di mio zio. I miei genitori come ogni anno mi lasciavano andare con lo zio e la sua famiglia in campeggio, la sua famiglia era cosi composta: zio Arturo, zia Antonella e mia cugina Erika. Come ogni anno pensavo di divertirmi e di fare nuove esperienze, ma, non mi potevo aspettare quello che sarebbe successo da lì a pochi giorni. Ma partiamo dall’inizio. Era martedì venti giugno e stavo in auto con loro, mia cugina ormai cresciuta e sulla soglia dei diciannove anni contro i miei ventuno, mi stava a osservare. Pensai che stava diventando una bella ragazza con i capelli rossi, le lentiggini e la carnagione bianca come la neve, ma, la cosa che mi rendeva nervoso alla sua presenza erano gli occhi ghiaccio che possedeva. Arrivati nella casa che avevano affittato, mi preparai subito per il mare, e, con me portai mia cugina. A quell’ora – le otto della sera - la spiaggia era quasi deserta, lei sfoggiava il suo costume rosso porpora che metteva in risalto le sue curve e soprattutto il suo piccolo seno giovane e bello.
«Forza Erika facciamoci il primo bagno di quest’estate». Le dissi.
«Mhm, se l’acqua è fredda te lo scordi!». Mi rispose.
Per farla stare a suo agio provai la temperatura dell’acqua; non era né calda e né eccessivamente fredda, perciò la intimai di seguirmi, entrò in acqua con un po’ di sospetto – sicuramente pensava che la prendessi in giro -, si rese conto che ero stato sincero e dunque si mise subito a nuotare un po’ e a schizzarmi con l’acqua; feci lo stesso e la stuzzicai dicendogli «scema pagliaccia». Dopo aver passato una mezz’oretta in acqua decidemmo di andare a riposarci sulla spiaggia, così per non fare scena muta le chiesi come andava la sua vita.
«Come va con l’università? Hai trovato il fidanzato?»
«Con l’università va bene, credo che mi promuovano».
«Sono felice per te, ma, non hai risposta alla seconda domanda».
«Sembri nonna, ne sei consapevole? Comunque non trovo nessuno di serio».
«Dai troverai qualcuno che apprezzerà il tuo sorriso e il tuo bellissimo carattere»
Finito di parlare ci dirigemmo nuovamente a casa. Arrivati notammo che i suoi genitori ovverosia i miei zii non erano presenti, forse erano usciti per una passeggiata, così ci siamo accordati sul turno della doccia; prima lei e poi io. Si chiuse nel bagno e io per passare quei quindici minuti decisi di cercare l’abbigliamento che mi sarei messo il giorno dopo per il pranzo che avevano organizzato i zii. Dopo aver trovato tutto quello che mi occorreva sentii la curiosità nel sbirciare mia cugina sotto la doccia, - no, dai – pensai, ma come già sapevo ero debole dunque lentamente mi diressi verso la porta del bagno, e, sbirciando dalla serratura la vidi; era una gran figa, le sue chiappe erano perfette, avevano la forma della pesca, senza parlare del suo piccolo seno con quei capezzoli rosei che con la sua carnagione la rendevano molto particolare. Senza rendermene conto il mio pene stava avendo un erezione, volevo segarmi lì, però, la paura di essere scoperto non mi lasciava tranquillo. Nel mentre che decidevo le mie mosse lei si stava dando da fare, la vidi con la mano scivolare verso la vulva bagnata dall’acqua che dal vapore all’interno del bagno mi dava l’impressione essere calda, massaggiava lentamente il clitoride con due dita, e con l’altra mano si toccava il seno, ci andava molto piano ma sentivo che gemeva a bassa voce trattenendo anche i gemiti troppo alti, il suo respiro si faceva pian piano sempre più pesante; stava iniziando a penetrarsi con le dita. Io non capì più nulla e tolsi fuori dalle mutande il cazzo, segandomi come un forsennato senza importarmi se mi sentisse o no, fortunatamente fu così: mi sentì e benedetto sia quel giorno. Preso dalla foga di masturbarmi avevo causato un po’ troppo rumore e lei sentendomi ed eccitata come una maiala mi chiese di raggiungerla, aprì la porta e me la trovai davanti a me chiedendomi in ginocchio di potermi fare un bel pompino, io accettai immediatamente. Iniziò a leccarlo lentamente e dolcemente, dalla punta fino alla base per tutta la sua lunghezza, mi stuzzicava ponendo la sua lingua nel contorno della cappella per poi prenderlo in bocca e gustarselo lentamente come si gusta un ghiacciolo, il cazzo ormai era gonfia all’inverosimile e ormai chiedeva una tana, ma, Erika non voleva ancora essere penetrata, no, lei voleva gustarselo lentamente; la sua eccitazione era vorace e soprattutto senza freni. Con una mano iniziò a lavorarmi il tronco e con la bocca la cappella, era una sensazione unica, io dall’altro canto non potevo fare nulla dalla posizione in cui mi trovavo, ovvero in piedi, l’unica mia mossa per ora era mettere una mano sopra il suo capo e guidarla a ritmo.
«Brava cuginetta lecca e succhia bene, dai»
Lei era occupata per rispondermi, ma, i suoi occhi puntarono il mio sguardo e con la tonalità degli occhi suoi, bhe era magico. Finalmente tolse la sua bocca dal mio pene, così facendo decisi che era giunta l’ora di possederla. Però lei prima mi chiese se sapevo usare la lingua, non me lo feci ripetere due volte. Presi subito a leccarle il contorno delle grandi labbra, molto lentamente, andavo piano senza avere fretta. Quando la vidi un po’ ansimando iniziai ad andare più veloce, e simulai anche la penetrazione, ma, con la lingua. Erika di riflesso stringeva le gambe era sinonimo che il cunnilingus le era gradito e non poco.
«Sei uno stronzo, penetrami dai»
«Come vuoi essere penetrata cuginetta»
«Da dietro come una cagna, forza montami»
La presi dai fianchi e lentamente il mio pene entrava dentro di lei, sentivo il calore e l’umidità della sua vagina che circondava il cazzo, era anche stretta ciò significava che non era poi cosi troia, o forse che non aveva trovato ancora uno con il cazzo grosso. Fatto sta che la sbattevo lentamente a ritmo delle gocce d’acqua che scendevano sulla doccia, sempre più forte… Sempre più dentro e sempre con più vigore.
«Cazzo si mi piace»
«Sapessi a me troia»
«Vai più forte porca puttana»
«Vado più forte? Non c’è problema»
Aumentai il ritmo e la potenza con cui la sbattevo oramai lei non era più a 90 gradi ma era totalmente attaccata alla parete in piedi, decisi di cambiare posizione; la girai e la misi sopra il mobiletto in cui vi erano posti i detersivi. Ormai eravamo agli sgoccioli, non potevo rischiare di sborrarle dentro, ma la scelta sarebbe stata sua.
«Dove vuoi essere sborrata»
«In gola, voglio berla cazzo»
Tolsi fuori il pene, e lei iniziò a pompare forte fino a quando ogni singola goccia di sperma non venne ingoiata dalla troietta. Dopo quel giorno ci furono altre occasioni, ma, questa fu speciale… Come si dice? Non c’è cosa più divina della troia di mia cugina, forse non è così il detto ma fa nulla!
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crisrex
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Davide Autore
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