Mia moglie era incinta e si vedeva già il pancione, ma nonostante questo, non aveva ancora preso un filo di grasso superfluo, così in quel periodo era più sensuale che mai. Ci era già capitato un paio di volte di fare sesso con un mio vecchio amico, col quale, anche personalmente, avevo avuto rapporti sessuali nella prima gioventù. C’era molto confidenza tra di noi e qualche sera, nel dopo cena, ci eravamo lasciati andare al “triangolo”. Io e la mia dolce metà parlavamo spesso di sesso a tre durante l’amore, ma, nonostante lei fosse più eccitabile, nella gravidanza, ci eravamo ripromessi di non fare incontri, per tutta una serie di motivi, inutili da esporre adesso.
Comunque sia, incontrammo questa persona, cinquant’anni portati benissimo (mia moglie ne aveva 31). Eravamo ad un corso di specializzazione. Lui fu galante: probabilmente dal modo in cui “esibivo” un po’ la bellezza di mia moglie, doveva aver intuito che ero disponibile al cuckold. Così, quando lei guardava altrove lui mi lanciava sguardi interrogativi. Io gli feci capire con una strizzatina d' occhio che poteva provarci.
A mia moglie piaceva quel suo modo di fare cortese, ci propose un gelato, da prendere in una nota gelateria, molto accorsata, che si trovava al centro, proprio di fronte alla sala congressi. Io rifiutai dicendo che non mi andava, ma insistetti perché ci andasse mia moglie, che amava tanto il gelato al caffè. Lei nicchiò un po’ ma poi accettò.
Li vidi allontanarsi, da un finestrone controllai eccitatissimo: lui, prima di entrare nel locale, le prese le prese il braccio per guidarla all’interno, e lei lasciò fare, nonostante si fossero appena conosciuti.
Uscirono dopo una mezz'ora, lui la cingeva con un braccio attorno alla vita, parlavano e ridevano come vecchi amici. L'aveva conquistata.
Ero fuori di me dall'emozione, come sempre mi succede quando mia moglie sta per trombare con un altro, poi il fatto che fosse incinta divenne per me una ulteriore emozione. Pensare che quell’estraneo avrebbe potuto godere di una vista così intima, come quella di mia moglie, nuda col pancione e la figa gonfia, mi faceva perdere la testa. Sperai con tutto me stesso che l’avventura si concretizzasse davvero.
Chi è cuckold può capirmi.
Quando tornarono da me, disse che avrebbe avuto piacere di invitarci a cena a Forte dei Marmi, in un locale che conosceva bene. Accettammo, e allora lui propose di passare prima nel suo albergo, dove avremmo potuto darci una rinfrescatina; dopotutto erano solo le 17, c’era ancora tempo per l’ora di cena.
Guardai mia moglie; sapevo che un’avventura di quel genere non era prevista, ma le per fortuna ammiccò, sapeva che mi stava rendendo felicissimo! Ci stava!
Vorrei aggiungere che la mia mogliettina ha uno di quei culoni sporgenti e ben fatti che arrapa tantissimo. Visto che al meeting ci era venuta con la gonna, per stare più comoda e per praticità, il suo abbigliamento si dimostrò il più adatto per contribuire all’eccitazione di noi maschi.
Proposi che lei andasse con la sua auto, io li avrei seguiti con la mia. La mia donna montò subito al fianco del nostro ospite e già iniziò a farsi provocante, visto che lasciò che la gonna scoprisse le sue cosce, allargate, che permettevano di intuire la mutandina scura.
L’albergo del nostro nuovo amico era in realtà organizzato più come un Motel, con c’era un atrio da cui passare; dal grande giardino si accedeva a delle piccole unità indipendenti, con un comodo e largo spazio di parcheggio. Nessuno ci avrebbe visti.
Salimmo in tre in camera sua e lui, mostratoci il bagno e gli spazi disponibili, stappò una bottiglia di spumante, a lei, in particolare, servì una coppa bella colma. Infatti, dopo poco iniziò ad essere più spigliata e allegra. A lei basta poco alcool per perdere la testa.
Lui si tolse la giacca e sedette su una poltroncina, io mi misi subito in azione e iniziai a spogliarla, per eccitarlo mentre le toglievo tutto e offrirgliela già nuda e pronta. Anche lui si spogliò; eccitatissimo gli guardai il cazzo, godendo che glielo vedesse anche mia moglie, in piedi e tutta nuda. Era molto lungo, almeno 20 centimetri, e sottile alla base, mentre la cappella era scoperta e grossa, violacea, un po’ particolare, credo fosse circonciso. Quello che mi sorprese furono le sue palle, grandi, enormi, come una palla di tennis.
Tolte le mutande si alzò e passò all’azione, mentre io mi facevo da parte per lasciarli giocare liberamente.
Abbracciò mia moglie e la spinse sul letto, lei si distese a gambe divaricate. Era eccitato e voleva trombarla subito, quindi appoggiò la cappella alla figa bagnata, iniziando a strisciarci sopra la capocchia, per iniziare la dilatazione della figa. Ma lei si scostò, sorprendendoci tutti e due, disse:
"No, non li... lo voglio dietro." Infatti si voltò mettendosi alla pecorina, e offrendogli il culone.
Mi sentii svenire. Lui divenne un po’ perplesso, quasi pensando che mi offendessi, infatti mi e guardò, ma vide che ero d’accordo su tutto e arrapato come non mai.
Allora si mise bene in posizione, in ginocchio sul letto e col cazzo, che ormai era duro come un bastone, puntato alla ricerca del suo ano.
La mia dolce metà doveva desiderarlo molto, prima si sputò sulle dita per poi bagnare il buchetto, poi guidò lei stesso il pene verso il culo, che si dilatò con le mani. Poi, muovendo il culo per farlo assestare bene, si chinò carponi, spingendo all’indietro per assecondando la monta. Io caddi letteralmente sulla poltroncina che era li, ai piedi del letto, e iniziai una delle mie più belle seghe da cornuto.
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