Porno incubi di un trimone

Introduzione

Il termine trimone, è un termine dialettale barese dal doppio significato.

Primo significato: cretino, imbecille e ingenuo “babbeo”

Il secondo significato, ha a che fare, con la masturbazione: Fatt’ n’ trmon’ masturbati, famm’ n’ trmaun’ “declinazione coratina di masturbami;”ovviamente, si riferisce alla masturbazione maschile; mentre per quella femminile, è universale il termine ditalino.

Infine occorre ricordare che, il termine trimone, è stato a suo tempo italianizzato e sdoganato dal calciatore di Bari Vecchia Antonio Cassano.

Questa storia “che non è un vero e proprio racconto”, narra le vicissitudini  e gli incubi pornografici di un ragazzo, un trimone; che, durante le sue masturbazioni folli, fantasticando su sua sorella Ditalina, spiata mentre essa, in bagno si docciava e masturbava introducendo nella sua vagina, il collo della bottiglia del bagno schiuma, si trova improvvisamente catapultato nell’aldilà attraverso un viaggio per le varie stanze del peccato e della lussuria, incontrando donne del passato come Messalina, Cleopatra, Salomè e Maddalena; le quali, lo coinvolgono in un orgia stratosferica, con la partecipazione straordinaria di: Lucrezia Borgia e di una trans: Gilda che, lo sodomizza e lo sottomette, coinvolgendolo  in un godurioso e doloroso gioco BDSM; per poi alla fine, dopo essersi scopata sua sorella, si ritrova in un cimitero dove, incontra la signora Morte, scopandosi anch’essa.

Questa storia, trova ispirazione nel brano di Lucio Dalla: “come è profondo il mare”

Buona lettura

Mimmo L scrittore hard production

Questa, è la storia di un trimone, un trimone che ama la folle masturbazione, fantasticando sulla sua sorellina, che guarda caso porta il nome di Ditalina, spiata in bagno la mattina, mentre si docciava e la bottiglia del bagnoschiuma in fregna, si ficcava!

Poi, come per magia, il trimone, si trova catapultato nell’aldilà dove, incontra donne come: Cleopatra, Messalina e Salomè che lo coinvolgono in un orgia, con la partecipazione di Lucrezia Borgia e Maddalena , l’orgia per il trimone, si trasforma in un incubo, improvvisamente, si trova intriso di mestruo, pieno di assorbenti, mutandine puzzolenti di urina e sbroda, appallottolate sulla sua bocca e “puzzolenti di merda”!

Improvvisamente, entra in una camera rossa delle torture , vi era un letto apparecchiato con lenzuola nere, guanciali neri, specchi,ricoperti da panni simboleggianti eventi luttuosi, teschi, femmine siciliane vestite di nero bisognevoli di essere scopate a dovere.

Sul letto c’era Gilda, una trans attiva bionda, con cosce spalancate e cazzo duro, come una mazza di ferro; la quale, lo prese per capelli e lo scaraventò sul letto medesimo, sodomizzandolo,  sottomettendolo , facendogli assaporare l’inferno, attraverso il rito dello scioglimento della cera incandescente delle candele sulla schiena; e poi, una storia di manette, frustate , torture varie, donne che si lesbicavano,  puerpere che figliavano, bordelli che si spalancavano, baldracche che danzavano,vergini che si auto -sverginavano con enormi dildo, maschi che s’inculavano fra loro e sessuologia sperimentale!

Ad un certo punto, le vergini che prima si erano auto-sverginate, erano rimaste arrapate, con la figa ancor’ piena di sangue, derivante dalla rottura del loro imene, entrarono in purgatorio per farsi purgare;  in quel luogo pieno di purghe, incontrarono l’americano e gli dissero: Americano, tu che sulla terra, eri un gran puttaniere, organizza un orgia di maschi cazzuti, ricchioni e puttane, una gang bang, con bukkake!

Tutto questo, sotto gli occhi incuriositi di antiche meretrici del calibro di: Carmela, Sisetta e Rosalia.

Alla fine, il trimone, si scopò sua sorella Ditalina, alla pecorina; per poi ritrovarsi di notte in un cimitero; dove, fu buttato in un loculo, una fossa comune, “non ricordo bene”da un harem  di maghe, fattucchiere, circondato da concubine e donne scarlatte che, lo sedussero e  recitavano messe nere; come per incanto, si sentì chiamare da una signora siciliana vestita di nero: “Trimone, Trimone!”

Trimone: chi è che mi chiama!?

La signora: sono io, sono la morte, mi vuoi scopare!?

Trimone: certo, signora Morte!

E il trimone, concluse il suo viaggio immaginario, scopandosi  la morte che, al risveglio scoprì essere sua madre!

“Il suo lettino, era pieno di sborra.”

Ogni riferimento, è puramente casuale.

Fine.

Grande fantasia e originalità!
grazie sempre gentile

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