Primi frizzini 1°

  • Scritto da redrex il 18/05/2021 - 20:58
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Mi chiamo Francesca, musino carino, occhi vispi, capelli lunghi castano chiari dorati e un bel sorriso da brava bimba. Ehh, il problema é proprio quello, che sono ancora ragazzina di quattordici anni, ma già in terza elementare avevo capito quanto mi piacessero i ragazzi. La colpa é di Francesco, il fratello della mia migliore amica, Martina, che veniva a scuola con me. Tutte le mattine la madre di Martina li accompagnava a scuola e noi ci trovavamo davanti all'entrata di scuola anche venti minuti prima, per fare due chiacchiere e scherzare insieme. E con Martina ...veniva con lei anche Francesco. Lui aveva due anni più di me, già però più alto di una spanna abbondante, due occhi neri, magro ma muscoloso in modo armonioso perché campione della sua età di nuoto, e soprattutto un bel viso lentigginoso, simpatico nei suoi capelli rossi rame. Francesco ci prestava poca attenzione, almeno a me. Almeno all'inizio. Se io e Martina parlavamo delle nostre cose, Francesco guardava intorno, sembrava quasi infastidito dai nostri discorsi e impaziente di entrare a scuola con i suoi amici.
Tutto cambiò una fredda mattina d'inverno. Ricordo che c'era un freddo pazzesco, e avevo dimenticato a casa i guanti di lana che di solito avevo con me. Arrivati Martina e Francesco al piazzale della scuola, mi diressi, non so perché, dritta dritta verso Francesco. Lui era vestito con jeans scuri e un piumotto rosso tenuto aperto, a mostrare una camicia bianca che mostrava dei bei pettorali da nuotatore in erba. Francesco non si aspettava che lo avvicinassi quasi a toccarlo, e senza indugio infilai la mia manina destra nella fessura della camicia a livello del suo ombelico, dicendogli con un sorriso più deciso che malizioso "Francy fammi scaldare le mani, sono ghiacciata!!!". Lui rimase impietrito e non riuscì ad opporsi. Anzi. Si irrigidì, e non poté proferire parola. Almeno all'inizio. Intanto la mia mano, approfittando della sorpresa di lui e con la scusa di scaldarsi, iniziò a muoversi in sù, sfiorando e toccando delicatamente gli addominali contratti di Francesco, lisci, senza alcun pelo, duri e tonici. Le mie dita riuscirono ad indugiare nell'ombelico per un attimo per poi, solo per un secondo, scendere ad esplorare il ciuffetto di peli morbidi ed appena percebili sotto all'ombelico, che ovviamente riconobbi essere l'inizio della zona proibita. Lì mi fermai, anche perché a quel punto Francesco indietreggiò bruscamente, facendomi uscire la mano dalla sua camicia, e dicendomi "ma cheffai??? ma sei impazzita?"
Il tutto era durato massimo quattro secondi, ma sufficienti per farmi capire che avrei voluto nuovamente quel tipo di contatto.
La mia amica Martina si mise a ridere e insieme entrammo in classe.
Da quel giorno, però, Francesco cambiò atteggiamento con me. Si mostrava più simpatico, e non perdeva occasione per fare battute e scherzi.
Finché un giorno, durante l'intervallo delle undici, approfittando di essere nel parco della scuola, mi chiamò da parte e mi disse "Francesca, hai freddo? vuoi approfittare della mia stufetta?" Io mi misi a ridere ma risposi che c'era caldo, non c'era bisogno della stufa di nessuno. Francesco insistette.."dai, vieni con me un secondo...". Non so perché, ma lo seguii nello spogiatoio dei bidelli. Chiuse la porta e rimanemmo praticamente al buio. Una volta dentro, Francesco tornò ad essere il ragazzino timido e apparentemente imbarazzato di sempre. E ancora una volta presi io l'iniziativa. esattamente come pochi giorni prima, avventurai questa volta entrambe le mie manine sotto il suo maglione di lana, dapprima toccandogli e palpandogli gli addominali che sentivo tremare per l'emozione, salendo poi sui pettorali tonici e lisci come il marmo. Intanto Francesco non proferiva parola ma lo sentivo respirare sempre più forte. Sentivo il suo alito profumato di cicca da ragazzini sempre più veloce sui miei capelli. Ma se già era immobile e fermo, divenne una statua quando, finalmente, e soddisfando le mie più ricorrenti curiosità, diressi la mano destra prima sull'ombelico, eppoi sempre più sotto, accarezzando i peli sotto l'ombelico per scendere ancora a toccare con due dita tese il suo cazzo, duro come la pietra, che mi pareva davvero enorme per essere di un ragazzino.
Iniziai a toccare la base del suo cazzo, per poi percorrere tutta l'asta fino alla cappella, completamente scoperta, liscia e turgida come una piccola albicocca. Francesco sempre in assoluto silenzio, fremeva e tremava come una foglia, e intanto non mi ero nemmeno accorta di avergli involontariamente aperto la cerniera dei jeans, sbottonandoglieli completamente. Rimasi stupida dal calore e dalla morbidezza della pelle del cazzo di Francesco, e quasi senza accorgermene, feci scivolare entrambe le manine a palpare le palle del mio amico, dure e appena contornate da quelli che apprezzavo essere ciuffetti di morbidi peli biondi. La campanella dell'intervallo interruppe il momento, e senza dirci una parola, rientrammo frettolosamente ognuno nella propria aula. Iniziammo così la nostra prima storia di amore adolescente. 

Ciao e benvenuto, grazie per il tuo racconto, molto gradito!. Ti preghiamo solo di arricchire, la prossima volta la tua storia con una immagine di copertina a tuo piacere. E' brutto vedere in prima pagina una storia identificata da uno scialbo quadrato grigio, non trovi?
Certo...nei prossimi episodi inserirò una immagine...a tema. grazie
Mi spieghi il termine Frizzini da dove deriva, forse lo so, ma voglio essere sicura :)
Frizzini sta per quei brividi e pruriti che inizi a sentire in testa e....più in basso... a quindici anni come a ottant’anni (almeno si spera...) Ti piace il racconto?? Ciao e grazie

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