Era Agosto. Mi trovavo in giro per una lunga passeggiata con il mio compagno . Faceva caldissimo, volevo cambiarmi, avevo le mie stramaledette perdite. Non vedevo l'ora che finissero per sempre. Ma nel frattempo...... Ti prendono di soprassalto e di contropiede, come al solito. Dissi al mio compagno di prenderci un gelato fresco per asciugare un po' la sudata che avevo tra le cosce e poi tornare a casa . Ovviamente io con quel problema che si era mostrato non avevo più tanta voglia di fare la porcellona, io no, lui invece si. Ovviamente dovete sapere che anche con una guerra , anche con un terremoto, anche se cascasse il mondo o fosse lui stesso cadavere, farebbe lo stesso il pervertito. Quindi mentre camminavamo per tornare alla macchina , distanziata un bel po' lui da dietro mi palpa il culo. Mi sospira parole infuocate . Insomma, rende il mio corpo e la mia fessa, una fornace.
La gente vicino passava e si accorgeva della sua mano che toccava. Loro guardavano, lui palpava e io arrossivo. Perché un minimo di imbarazzo c'era. Ovviamente io lo lasciavo comunque fare , perché seppur la mia passera aveva deciso di farmi i soliti brutti scherzi me ne sbattevo. Ormai ero anche io vogliosa , da sempre , e in certe situazioni come questa in pubblico mi sentivo subito sciogliere comense avessi del burro tra le cosce. L'auto era ancora distante , non avevo più voglia di camminare e quindi vedendo un piccolo parco alberato entrammo e ci sedemmo su una panchina.
Io indossavo un vestitino bianco lungo fino alle ginocchia. Sotto , solo un leggerissimo piccolo perizoma. Il reggiseno? Lasciato a casa .
Sulla panchina cominciammo un po' a limonare , ma poi una sua manina la feci infilare nel vestito. La mano entrava da sopra e si posizionó molto bene su una mia mammella. Una bella quarta di seno nella sua mano aperta infilata da sopra e nascosta però per bene da un foulard!
Sulla panchina eravamo il prototipo della coppietta felice del momento che vuole riposarsi e stare in amore come due passerotti ma, sotto il calore di entrambi si risvegliava. La sua mano stuzzicava i miei capezzoli che ormai erano diventati subito tondi e duri come biglie. La mia passera già sudaticcia , stava bagnandosi del mio umore . Nel frattempo lui mi diceva cose sconce nell'orecchio e anche io rispondevo in tal modo. Davanti a noi seduti a terra a parlare e mangiare c'erano tre ragazzi di colore.
Sono stati fortunati , hanno visto un piccolo spettacolo. Me , venire sulla panchina . Ovviamente non ero a cosce aperte , anche se tutti in quel parco compreso il mio compagno avrebbero voluto vedermi . Ma i tre amigos neri come la pece che fissavano la nostra zona , sicuramente hanno visto la mia bocca aperta e sospirare poi nella bocca di lui in un bacio liberatorio. E fu soltanto colpa delle dita che tirava i capezzoli. Figurati se me l'avesse leccata da dietro davanti a tutti.
Ero fradicia. In più nelle mutandine feci anche altro. Era una grossa perdita ma mi si fermò per fortuna senza straripare .
Il mio compagno? Aveva voglia di scoparmi . E ne avevo anche io . Soprattutto pensando a quei africani belli duri grossi che mi schiavizzavano e mi legavano e poi mi possedevano riempiendomi tutta come delle bestie su una piccola e docile preda. Avrei voluto conoscere i loro pensieri nei miei riguardi. Avrei voluto sapere cosa mi avrebbero fatto soprattutto quando ci siamo spostati su una scalinata e mentre io ero a pecora appoggiata con i gomiti , il mio compagno mi palpava il culo di nuovo sollevandomi la veste . Il mio culo scoperto sicuramente sarà stato visto e desiderato? Sicuramente si, come avrei voluto sentire da dietro quei tre grossi neri stalloni infilarmi da dietro.
Avevo il sangue alla testa , e non solo li purtroppo. Ma avevo comunque voglia di farmi chiavare in pubblico col primo porco che capitava , figurarsi quelle tre nere proboscide .
Ci ritirammo a casa e la prima cosa che feci , fu una bella doccia e un dito in culo a mio marito .
Dovevo un po' vendicarmi ! Ma mentre lo facevo pensavo ancora a loro che mi fissavano e mi desideravano . Avrei voluto avere nel mio buco di culo i loro serpentoni viscidi .
baxi
Gilda
Giovannaesse
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