Nei giorni successivi fummo praticamente dimenticate dai nostri rapitori a causa di una tempesta che evidentemente li impegnò parecchio nel governare il galeone. Noi ragazze ci stringevamo forte e alcune di noi piangevano per essere sole, aver perso i nostri cari e per la consapevolezza dei rischi cui saremmo andate incontro. Sentivamo nella stiva vicina i lamenti e i pianti dei nostri amici, anch’essi confinati in una buia prigione e anch’essi già vittime di angherie e violenze umilianti, che i coetanei pirati avevano loro inflitto al fine di stroncarne sin dall’inizio ogni velleità di resistenza. Fra di noi Maria, una ragazza che conoscevo ma della quale non ero amica, continuava a piangere. Era bellissima, aveva già compiuto diciotto anni e si sapeva in paese che era la promessa sposa di Fabrizio il figlio del panettiere. Maria era mora ed alta, con occhi neri e due seni grandi con una vita strettissima, che la rendeva molto più elegante di tutte noi. Era la ragazza “grande” più desiderata del paese, ma lei ,fin da piccola, si era interessata solo a Fabrizio. Da quando era stata imbarcata non smetteva di stare nascosta fra di noi, e piangeva ininterrottamente.. Mi avvicinai a lei e le dissi di smettere, che in un modo o nell’altro saremmo sopravvissute…Maria mi abbracciò e mi rispose “Angela, io non sono più vergine…ogni volta che con Fabrizio andavamo al mare alla sera, facevamo l’amore e quando loro se ne accorgeranno…per me sarà la fine, vedrai…”. Proprio in quel momento, sentimmo i nostri compagni chiamarci dalla loro cella, e chiederci come stavamo. Fu bello scambiare due parole, per quanto in una situazione di prigionia con i nostri amici, ragazzi ed ex fidanzati. Finalmente Maria smise di piangere quando sentì la voce di Fabrizio, e iniziò a scambiarsi effusioni verbali con lui…e in pochi minuti il ventre della nave fu tutto un cicaleccio di voci e richiami fra noi ragazzi. Verso sera finalmente la tempesta cessò, e a me parve fosse terminato il terremoto. A richiamarci alla realtà furono le urla dei giovani berberi, che spalancarono le porte della nostra cella e ci portarono sul ponte della nave. I nostri carcerieri parevano davvero provati dalle conseguenze della tempesta, e apparentemente più mogi rispetto ai giorni precedenti. Noi ragazze sembravamo un gruppo di donne arabe, vestite come eravamo solo con bianchi veli, mentre i nostri ragazzi erano in un angolo della prua ma, rispetto a noi, in catene. Il capitano, che si presentò come Ahmed, si rivolse a noi in una lingua che era un misto di spagnolo e francese, e ci disse che da quel momento eravamo di sua proprietà, che saremmo stati tutti venduti, femmine e maschi, in un mercato di schiavi di Sharm; precisò poi che mentre i ragazzi sarebbero stati impiegati per lavori di fatica e a soddisfare le turpi voglie di uomini o vecchie donne orientali pervertite, noi ragazze, se vergini, saremmo state destinate a giovani e ricchi arabi, se invece già deflorate saremmo state vendute a bordelli destinati alle voglie di pescatori, vecchi e mercanti senza scrupoli. Appena udito ciò, Maria non seppe trattenersi e scoppiò a piangere. Ahmed si accorse della reazione e immaginandosene il motivo, urlò “sapevo che fra di voi ci sarebbe stata qualche puttanella cristiana! Tiratela fuori!” . Due pirati presero Maria e la gettarono ai piedi del capitano, provocando la reazione di Fabrizio che urlò il nome della amata. Ahmed capì tutto, e in mezzo al nostro silenzio e alle rise dei pirati disse: “ sei davvero un bel bocconcino, mi sa che ci farai davvero divertire prima di arrivare a Sharm!!! Con te potremo andare fino in fondo! Portatemela in cabina…e portatemi anche quel ragazzo che l’ha chiamata! Due pirati presero di peso Maria e Fabrizio e li portarono nella cabina del capitano, Legarono il ragazzo ad una sedia, ma mettendolo in modo che potesse ben vedere quello che sarebbe successo. Maria fu buttata in terra ai piedi del letto del capitano e sorvegliata a vista dai due pirati. Ahmed ordinò di buttarci di nuovo nelle stive, e dicendo che finalmente dal giorno dopo ci si sarebbe tutti divertiti. I pirati urlarono frasi incomprensibili ma piene di eccitazione. Poi il capitano andò a cenare e solo verso la mezzanotte, dopo aver mangiato e molto bevuto, decise finalmente di entrare nel proprio alloggio. Trovò la ragazza ancora accucciata a terra e Fabrizio con gli occhi sbarrati che piangeva. In arabo congedò i due carcerieri. Quindi rivolgendosi a Maria le disse: Togliti il velo, spogliati che finalmente stanotte proverai il cazzo di un uomo. E tu -rivolgendosi al ragazzo- guarda come bisogna trattare le puttanelle cristiane. Fabrizio fece un urlo strozzato perché in attesa che arrivasse il capitano, era stato adeguatamente imbavagliato. Maria si alzò in piedi implorando il capitano di lasciarli andare…ma Ahmed la prese per i capelli e la lanciò sul letto. Tu sei mia, le disse, e le tolse il velo che la copriva lasciandola completamente nuda sul suo letto. Appena la vide Ahmed rimase senza parole,…era di una bellezza da togliere il fiato.. due gambe affusolate e lunghe che terminavano in fianchi larghi il giusto per piacere ad un uomo. Un pancino che invitava ai baci e due seni perfetti, né piccoli né troppo abbondanti, insomma due tette che solo i diciotto anni ti possono regalare. Il viso era pallido e grazioso, incorniciato in una lunga chioma corvina. E il pube…eh, il pube era perfetto..un monte di venere appena pronunciato che scendeva fra due labbra appena rosa, come due petali ..sormontati da un po’ di peluria nera, mentre nessun pelo era presente al di sotto. Ahmed appena la vide ebbe una vigorosa erezione, che lo invitò a togliersi l’unico indumento indossato, un pantalone al ginocchio che si sfilò in men che non si dica. Maria per il pudore e la paura chiuse gli occhi e strinse le gambe, coprendosi con le mani i seni e il pube. Il pirata fu ancora più eccitato per la ritrosia e, completamente nudo, iniziò a leccarle e baciarle i piedi. Maria era rigida come un tronco mentre Fabrizio, forse anche per la rassegnazione, si era ammutolito e guardava fisso la ragazza. Il capitano, ricordandosi di rituali imparati in Oriente, si alzò in piedi e prendendo una ampolla da un ripiano, cosparse di gocce d’olio l’intero corpo della ragazza, olio profumato e afrodisiaco, che ebbe l’effetto di sciogliere un po’ la resistenza di Maria, che al percepire ogni goccia di profumo fremeva e tremava come una foglia al vento. Ahmed si sdraiò nudo al suo fianco e iniziò a spalmarle l’olio in tutto il corpo, dai piedi baciati e leccati, alle intere gambe…poi salendo nell’ombelico e tutto intorno al piatto pancino. Poi le prese le mani e gliele legò strette con una corda dietro alla schiena, costringendola a scoprire del tutto i bianchi seni e la rosea vulva. Quindi prese un rasoio che usava per tagliarsi la barba e disse alla fanciulla: “adesso ti tolgo ogni pelo, così vediamo se riesco a rifilarti a qualche vecchio arabo rincoglionito, facendogli credere che sei ancora una bimba da svezzare e magari vergine…” In realtà Ahmed voleva solo divertirsi ed eccitarsi un po’…grazie all’olio appena spalmato la lama affilatissima scorreva una meraviglia, e il pirata iniziò a passarla sui polpacci…poi salì sulle cosce, dove in verità era presente solo una rada peluria di peli chiari…poi con una colpo lento ma deciso le portò le ginocchia verso i seni, allargandole al contempo. Maria fece un gemito e si trovò così con la figa completamente spalancata…le grandi labbra ben aperte che a loro volta esponevano l’entrata della vagina con il clitoride in alto. Ahmed passò lentamente la lama negli inguini spalancati, poi con delicatezza tolse quei pochi peli cresciuti da poco intorno alla figa e quindi con più decisione, come usava nel farsi la barba, salì con tratti decisi sul monte di venere, e lo rese completamente glabro, terminando l’inusuale rasatura con un ultimo colpo di lama a pulire dai peli il tratto dall’inizio del pube sino all’ombelico. Ora sembrava davvero la figa di una bambina ancora acerba, nel corpo di una femmina pronta a farsi scopare. Le lasciò cadere la gambe rilassate sul letto, ma tenendole ancora ben aperte, quindi, dando un fugace sguardo a Fabrizio, che assistendo alla scena, non aveva potuto evitare una potente erezione, iniziò un vorace cunnilingus sulla ragazza, infilandole la lingua direttamente nel canale vaginale come fosse la testa di un serpente affamato. La ragazza non potè trattenersi dall’ emettere un gemito di godimento che, complice l’ora tarda, fu udito in tutto il galeone. Un po’ per spontanea reazione e un po’ per il forte desiderio, Maria allargò le cosce ed emise dalla figa umori preorgasmici che Ahmed seppe riconoscere come derivanti dal piacere che stava provando. Ormai in suo possesso, il pirata le sciolse le mani che Maria diresse immediatamente sul capo dell’uomo che le stava invadendo la vagina come mai nessuno aveva fatto. Effettivamente la ragazza con Fabrizio, anche complice la giovane età di entrambi, in precedenza si era limitata a concedere dei fugaci ditalini, qualche leccata al glande del ragazzo, e si era fatta sverginare in una occasione sola, senza poi ripetere la cosa, sia per il forte dolore patito, sia perché Fabrizio, una volta dentro e fattala sanguinare, aveva poi tolto il pene senza completare l’amplesso. Ora stava invece vivendo ben altra esperienza.. Ahmed si mise in ginocchio sul letto e mostrando alla ragazza il suo cazzo, ben più grosso e maturo di quello di Fabrizio, attirò il volto di Maria verso di sé, dirigendolo sul pene. Le aprì la bocca infilandole due dita dentro, senza comunque incontrare alcuna resistenza, ed anzi carezzandole i bianchissimi denti e quasi preparando con le dita la sua giovane lingua al lavoretto che a breve avrebbe svolto. Quindi tolse le dita e le infilò dapprima la cappella, grossa e rossa come una albicocca matura, quindi vedendo che inaspettatamente la ragazza succhiava la stessa con buona voglia, le infilò l’intero cazzo sino in gola. Maria percorreva l’asta del cazzo, percependo le varie nodosità e vene dello stesso, che da lei eccitate, si gonfiavano dentro di lei. Fu anzi sorpresa dal buon sapore di maschio che sentiva dal cazzo del suo carceriere, e si prestò volentieri a succhiarlo come non avrebbe mai pensato di fare. Ahmed sentiva crescere la sborrata dentro di lui, quindi a malincuore le sfilò il cazzo dalla bocca, e chiamò a gran voce due dei suoi pirati. Entrarono in cabina il toro e lo smilzo, e chiesero cosa dovessero fare.. “portatelo via!!” disse Ahmed indicando Fabrizio, “poi tornate da me!! due pirati eseguirono immediatamente, senza evitare di guardare la scena che si palesava loro: Maria completamente nuda era distesa direttamente sul corpo del loro capitano, con i seni e il sesso direttamente a contatto con i pettorali e il cazzo del pirata..
Ahmed la sollevò di peso e la impalò, inserendo il cazzo direttamente fra le labbra della vagina, spingendo forte a vincere e sforzare la resistenza di un canale vaginale molto stretto. Maria emise un urlo strozzato, sentendo il cazzo del pirata bruciarle dentro, con la sensazione di essere penetrata sino all’addome. Dopo poco, però, la ragazza sentì un piacere mai provato, e senza pensarci iniziò a muoversi sul corpo e sul sesso del pirata, iniziando a cavalcarlo sempre più forte.. gemendo e urlando di piacere. Noi ragazze, dalla stiva in cui eravamo confinate, sentivamo bene i gemiti di Maria, che non sembravano né di dolore né di paura. Non riuscivamo a immaginare cosa stesse succedendo..finché uno dei nostri carcerieri ci disse di stare tranquille, che l’indomani anche noi avremmo gridato di piacere.. e si mise a ridere.. Come aveva loro ordinato, il toro e lo smilzo tornarono nella cabina del capitano, e in silenzio, ma eccitatissimi, videro il loro capo sotto alla ragazza prenderla per i fianchi, ribaltarla fino a metterla a quattro zampe sul letto, quindi mettendosi in ginocchio scoparla violentemente da dietro fino a emettere un grido animelesco e sborrarle dentro per cinque, sei e infine sette spasmi di piacere. Quindi, ancora nudo e con la cappella piena di sborra, si rivolse ai due pirati dicendo: “ su ragazzi, adesso è vostra!! Ve l’ho ben scaldata… ammazzatela dei vostri cazzi…divertitevi insieme a lei…e fatemi vedere e godere ancora!” Maria era ormai in stato di tranche sessuale, e non capì bene cosa le stava ancora capitando. Il toro e lo smilzo si denudarono completamente e si avvicinarono alla ragazza. Noi dalla stiva iniziammo a sentire le risate dei due ragazzi…e poco dopo il silenzio.
Darkside87mi (Kaji)
Crirex
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