Nei giorni successivi all'incontro nello spogliatoio dei bidelli io e Francesco evitammo di fare esplicito riferimento a quanto era accaduto. Ci scambiavamo battutine e ammiccamenti, che ovviamente Martina non capiva, anche perché né io, né il fratello le avevamo rivelato nulla. Ovviamente la voglia di ripetere le esplorazioni su Francesco ogni tanto mi prendeva, facendomi desiderare di andare un po' più a fondo nella ...conoscenza, e ancora eccitata da ciò che per la prima volta avevo potuto toccare e ...annusare. Sì, perché dovete sapere che avevo poi trascorso l'intera ora di matematica dopo essere rientrata in classe ad annusarmi le mani. Odoravano di un odore buono, di sesso ancora pulito, insomma profumavano del cazzo di Francesco. I giorni scorrevano a scuola e non vedevo l'ora che arrivasse il week end, perché finalmente sarei andata a casa di Martina; infatti facevamo a turno ad andare l'una a asa dell'altra, e così ci vedevamo tutti i fine settimana. Per fortuna era il turno che io andassi da lei e così avrei potuto vedere e parlare con Francesco con un po' di calma. Così successe. Il sabato pomeriggio, appena arrivata a casa di Martina, fui subito accolta in casa da Francesco con un grande sorriso. Martina non capiva il motivo di tutta questa attenzione, e quasi con gelosia disse " Francy, lasciami la mia amica..vai con i tuoi amici" . Anche Francesco, infatti, aveva invitato per il pomeriggio due suoi amici compagni di scuola e di piscina, Roberto e Tommy, due bei ragazzi ben formati dal nuoto anche loro e ben conosciuti da tutte le mie amiche, che non a caso sbavavano per loro. Roberto era ben piazzato, forse un po' cicciotto, ma tonico per lo sport praticato e molto molto simpatico. Tommy, invece, era un ragazzino mulatto,adottato da amici di famiglia, super muscoloso per avere solo tredici anni, e soprattutto con due occhi blu e capelli rasati che lo facevano sembrare un piccolo modello. Anche Martina era ben attratta dagli amici del fratello, ma era ancora troppo piccola e timida per poter pensare di combinare qualcosa, e si limitava a fare un po' la civetta con loro, ma del tutto inutilmente. Mi accorsi, invece, che sia Roberto che Tommy guardavano me, ammiccandosi l'un l'altro e facendosi risolini che non capivo. Non avevo intuito che Francesco, come fanno quasi tutti i maschi, aveva certamente condiviso con i due compari quanto avevamo combinato a scuola. E forse...aveva pure esagerato. Lo capii presto perché inaspettatamente a fine giornata entrambi si proposero per accompagnarmi a casa. Ovviamente accettai subito, sia perché casa mia distava da quella di Martina almeno un paio di chilometri, quasi tutti da attraversare in mezzo ad un parco spesso non frequentato, sia perché oramai si era fatto buio. Eppoi mi faceva piacere con l'occasione fare una mezza passeggiata con due dei più bei ragazzini della scuola, anche per potermene poi vantare con le amiche più fidate. Una volta entrati nel parco, entrambi i ragazzi iniziarono a chiedermi se quello che aveva loro raccontato Francesco fosse vero. Inizialmente negai tutto, arrossendo e cercando di cambiare discorso. Ma incalzata da domande sempre più pressanti, ammisi di averlo semplicemente toccato. Ovviamente Francesco aveva inventato di avermi toccata a sua volta, cosa che negai risolutamente. A questo punto Tommy si mise a ridere, dicendo che ero una ragazzina verginella, e che ero una stupida ad avere fatto godere solo Francesco. I discorsi diventavano sempre più caldi ed anche eccitanti, tanto che per continuarli ci sedemmo su una panchina. Roberto in particolare iniziò a chiedermi se mi andasse di mettere , anzi scaldarmi le mani anche dentro al suo maglione, facendo scoppiare in risate Tommy e anche me. Non so perché, ma forse ancora offesa per le parole di scherno di Tommy, senza rispondere a Roberto, iniziai dapprima a palpargli la pancia, che certo non era ben dotato di addominali come quello di Francesco. A differenza di quest'ultimo, però, Roberto si calò la cerniera dei pantaloncini e fece uscire il suo cazzetto già bello duro dalla fessura delle mutande e mi chiese se volessi toccarlo. Feci di più, perché sentendomi al sicuro nel buio del tardo pomeriggio, mi chinai sul suo uccello, dapprima annusandolo e poi leccandolo con la puntina della mia lingua sulla sua punta. Non avevo considerato che anche Tommy stava seguendo la scena e, certamente eccitato e forse avendo già potuto sperimentare qualche porcatella con le coetanee, mi prese per mano, facendomi alzare dalla panchina, e con un gesto improvviso ma abile, mi fece lo sgambetto, adagiandomi però dolcemente sull'erba umida della sera. In me che non si dica, Tommy mi alzò la gonna scozzese fino al mento, e inziò a palparmi in mezzo alle gambe. Inizialmente provai a rimettermi in piedi, ma nemmeno più di tanto. Anche perché Roberto, ancora con i pantaloni aperti nella patta, mi era venuto alle spalle e mi teneva ferme le mani, per essere sicuro che non volessi liberarmi da quella posizione che, di fatto, mi metteva in loro totale balia. Avevo smesso di parlare, anche perché Tommy intanto aveva infilato un dito al di sotto delle mie mutandine, e aveva iniziato a perlustrare la fessura della mia fighetta, accarezzandomi con delicatezza le due labbra e il pelo che aveva già iniziato a crescermi sul pube. Roberto lo guardava e gli chiedeva come ero lì sotto, ma non fece tempo ad attendere la risposta che Tommy con uno sgarbato strattone mi tirò via le mutandine, lacerandomele e strappandole via, lascandomi completamente esposta alla vista di entrambi, sia nella fica, che nel culo. Tommy, infatti, aveva iniziato a leccarmi tutto intorno alla passera e sollevandomi il culo, anch'esso oggetto di suo desiderio visivo e di linguate. Roberto, eccitato da quello che sentiva avvenire, anche perché ormai si era fatto buio pesto, si era calato pantaloni e mutandoni sino alle ginocchia, rivelando un cazzo che per l'eccitazione era ben aumentato ed indurito, reso molto eccitante da due coglioni ben tondi e proporzionati alle cosce abbondanti e tornite dal nuoto. Intanto Tommy si era anch'esso calato i jeans fino agli inguini, e mentre mi leccava l'interno della vulva aveva iniziato a masturbarsi e a mugolare frasi che non capivo. Ovviamente io mi ero oramai bagnata dappertutto, sia per la saliva di Tommy, sia perché quello che avveniva mi stava eccitando come una matta. Roberto chiese di poter a sua volta godere del contatto visivo e di lingua della mia fica, e dando uno spintone a Tommy, lo fece rotolare lontano da me, si chinò e mise la sua faccia paonazza proprio davanti alla mia fessura ben bagnata. Improvvisamente, però, invece che leccarmela dolcemente, come solo i ragazzini maldestri alle prime esperienze possono fare, mi infilò con violenza le due dita maggiori della mano tutte dentro alla mia vagina. Sentii un dolore intenso e la prima sensazione della mia vita di essere stata penetrata. Un forte senso di godimento fece seguito ad una perdita di sangue proprio dalla mia fighetta, cosa che spaventò terribilmente i miei due amici, che in quattro e quattrotto si alzarono in piedi e ricomponendosi scapparono a gambe levate. Avevo colpito di mano Francesco, ora ero stata io vittima delle mani dei due ragazzini. Ma ormai mi ero lanciata nelle nuove sensazioni, ed avevo capito che, in seguito, avrei dovuto concentrarmi su Francesco.
Darkside87mi (Kaji)
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