SEsSOLOFOSSE - Capitolo 12, Il ritorno

  • Scritto da TicToc Heel il 28/04/2021 - 02:31
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Dopo mesi di lavoro lontano, gli impegni lo riavvicinarono a casa riuscendo a riprendere i consueti contatti in modo più regolare e continuo.

I messaggi sul blog, le mail e i messaggi ebbero finalmente le loro risposte, con le sentite scuse per la trascuratezza dovuti a impegni lavorativi.

 

Aveva pianificato con alcune nuove modelle rivoltesi a lui per degli shooting, alcuni set invernali, che lo allontanarono solo per la distanza dai suoi luoghi abituali mantenendo i contatti con tutti.

In quel periodo fece più chilometri cercando di incontrare, durante un impegno e l'altro, alcune delle ragazze. Jovana, addirittura gli andò incontro tanto era forte la sua voglia di vederlo.

Lo dimostrò immediatamente baciandolo intensamente come se fosse stato l'amore della sua vita. Si sfogò, togliendosi ogni singola voglia pianificata e studiata per i lunghi mesi di attesa. Aveva usato gli stivali che stava indossando da una giornata intera e, quella sera, quando si incontrò con lui li usò sfruttandoli in tutto e per farlo impazzire. Non gli lasciava tregua, facendo impazzire Mario fino a svuotarlo completamente e ad esaurire le proprie forze. Una sera e una notte al servizio di Jovana che stremata si addormentò sul lettone senza accorgersene, mentre Mario sui sedili anteriori continuava a leccare e annusare gli stivali e le calzine della ragazza, portando alla mente gli odori della ragazza sentiti la prima volta.

Gli era mancato, così come lei era mancata a Mario. Tutte, a dire il vero, gli erano mancate ripensando ai momenti passati insieme.

Quando la mattina si svegliò imbarazzata per essersi addormentata, lo volle nel letto accanto a lei per farsi fare prima le coccole, poi, per usarlo ancora una volta per i suoi bisogni e voglie mattutine.

Si sentiva più leggera, disse, prima di dargli l'ennesimo bacio da innamorata e salire sulla sua auto salutandolo.

 

Il lavoro continuava, i tempi erano stretti e la settimana sembrava volar via velocemente. Incontrò Lilly e Natasia, invitandole a cena sul van. Per loro non girava molto bene, soprattutto per il lavoro serale, cosa che in un certo senso faceva piacere a Mario, ma per loro quei soldi servivano per vivere, fortunatamente l'azienda per cui lavoravano aveva aperto altrove.

La cena, una volta servita al tavolino, Mario la passò sotto, occupandosi dei loro piedi. Gli stivali di Lilly che conosceva a memoria per quanto li aveva leccati e tenuti in bocca, gli erano mancati tantissimo. Riprendere a farlo era come riprendere a respirare dopo una lunghissima apnea.

Senza contare la parola "succia", detta con le loro voci, con il loro accento, lo mandava in fibrillazione. Da sotto il tavolo, Mario, poteva intravvedere ciò che le loro minigonne cercavano di tenere nascosto. Notò il giocattolino di Natasia in erezione spuntare dalla penombra mentre mangiava serenamente. Mario gli si avvicinò facendosi largo tra le gambe della ragazza e gli appoggiò la lingua sul glande giocandoci e facendogliela muovere tutt'attorno. Natasia scivolò sul sedile per avvicinare il suo pene maggiormente a quella bocca che gliel'aveva sempre accolto e che gli aveva tolto qualche soddisfazione.

Lo succhiò sentendolo ingrossarsi nella sua bocca, mentre lo faceva si infilò dolcemente il tacco dello stivali di Lilly nella sua uretra, guidando il movimento stesso del suo piede mentre si masturbava.

Aveva voglia di loro, non voleva attendere che finissero di cenare. Natasia stuzzicata, forse troppo da Mario, gli prese la testa tra le mani usando la bocca dove l'aveva messo per masturbarsi regalandogli la sua crema poco dopo, contemporaneamente anche Mario esplose sul tacco di Lilly.

Giusto il tempo per sparecchiare e la serata continuò come di consueto usandolo per il loro piacere fino a quando non arrivò l'ora per loro di tornare a casa.

 

Per pranzo avrebbe dovuto incontrare Silvia che dovette disdire a causa di un suo impegno lavorativo, lasciando Mario, suo malgrado, a preparare già dal mattino il van per il fine settimana. Andò addirittura all'autolavaggio per portarlo per quanto possibile come nuovo.

Aveva un lavoro nella discoteca sul lago, dove, sarebbe passato il solito VIP per una comparsata, un po' scomoda da raggiungere per le ragazze con le quali aveva pianificato di passare qualche giorno.

Entrò in discoteca prima dell'apertura, d'inverno i lavori di preparazione non impegnavano lo staff per spostare lettini e ombrelloni, si trattava di organizzare soltanto le scorte dei vari bar, ed eventualmente ricaricare i funghetti a gas esterni che facevano da riscaldamento per chi voleva star fuori. Lo staff della discoteca, incontrandolo dopo mesi, gli diedero il ben tornato.

 

Quando lo avvisarono che era arrivato si preparò ad accoglierlo con foto e video come di consueto.

Si trattava di un blogger piuttosto conosciuto in rete e la sua presenza avrebbe fatto certamente aumentare i suoi followers, gli sarebbe stato sufficiente andare tra la folla di fans venuti per vederlo e farsi fare clip e foto con lui. Il lavoro di promozione sui social sarebbe stato facilitato dagli stessi fans che facendo foto e video, pubblicandoli immediatamente sui loro profili taggando quello del blogger, avrebbero fatto gran parte del lavoro.

 

Il VIP passò una mezzora in mezzo alla baraonda di persone che lo seguirono fino al veicolo che l'aveva portato fin lì quando decise di andarsene. Esauriti i suoi compiti di fotografo, precisamente una volta che il VIP salì a bordo dell'auto allontanandosi si rilassò, doveva solo occuparsi dei social e attendere le ragazze.

Sentì qualcuno toccargli la schiena mentre era diretto verso lo stanzino per occuparsi del resto, era un tocco delicato rispetto agli spintoni ricevuto da altre persone presenti in discoteca.

Lo ignorò ritenendolo involontario, se si voltava ogni volta che veniva toccato in quel casino di gente sarebbe diventato schizofrenico. Dopo qualche passo difficoltoso tra la folla si sentì afferrare il braccio.

Questa volta si voltò, vide Dana sorridente che lo guardava.

"Ciao!" disse Mario felice di vederla. Dietro di lei li raggiunse la sorella Jade.

"Ciao!" l'abbracciò la ragazzina.

"Mi sei mancato!" aggiunse stringendosi più forte che poteva a quel ragazzone che aveva visto soltanto una volta.

"Come stai?" domandò Mario. Si erano tenuti in contatto, qualche volta anche con delle chiamate, ma non si aspettava tanto affetto da parte della ragazzina.

"Ora benissimo!" lo guardò alzando la testa mentre continuava a stringerlo.

"Ciao Jade!" salutò anche la sorella che gli si avvicinò e lo baciò sulle guance in segno di saluto.

"Non so cosa gli hai fatto, parla solo di te!" spiegò la sorella maggiore.

"Cosa devo aver fatto?" domandò Mario.

"Sono mesi che non ci vediamo e quando ci sentiamo, ci sei anche tu!" fece notare cercando di capire cosa avesse.

"Devo fare un paio di lavoretti, se restate in zona, ci vediamo tra un po'" propose Mario un po' pensieroso riguardo alla reazione della ragazzina.

"Manda un messaggio quando finisci!" confermò Jade aiutandolo a staccare Dana dal suo corpo al quale sembrava essersi appiccicata con la colla. L'appuntamento era nel punto dove si erano incontrati la prima volta.

 

"Ti ho scritto tre volte" obiettò Annarita attendendolo fuori dalla porta che divideva gli spazi privati dalla discoteca.

"Lo so ti stavo rispondendo!" ribatté Mario con il cellulare in mano.

"Comunque mi fa piacere rivedervi!" aggiunse salutando con un cenno anche Annalisa.

"Sono mesi che ti aspettiamo" protestò lei guardandolo storto.

"Vi avevo detto che ero via per lavoro" cercò di scusarsi.

"Sì, ma le voglie si accumulano" sorrise prendendogli la mano portandola tra le sue cosce.

"Ti piace ancora fartelo schiacciare con i piedi?" domandò Annalisa toccandoglielo sopra i pantaloni.

"Sì, certo!" ammise Mario un po' imbarazzato dal loro comportamento sbarazzino.

"Perfetto perché vogliamo ballarci sopra!" spiegò subito la ragazza sentendolo gonfiarsi tra le sue mani a tale proposta.

"Vieni!" lo tirò tenendolo per il pene per farsi seguire.

 

Lo portarono in un punto della discoteca, dove c'erano dei divanetti dietro ai quali, c'era una pista da ballo rialzata piena di persone che ballavano. Essendo vicino a dei divanetti e a una parete del locale il punto dove gli dissero di mettersi, ai piedi della pista, sembrava piuttosto al buio. Per proteggere da eventuali cadute dalla pista, una piccola ringhiera che si interrompeva nei punti d'accesso serviti da alcuni gradini.

Quando le vide farsi largo per raggiungerlo, glielo tirò fuori guardandosi attorno per vedere di non essere notato da nessuno.

Annarita, gli salì sopra ballando letteralmente sul suo pene in erezione dimenandosi eccitata ed eccitandolo allo stesso tempo. Era bellissimo sentire il peso di entrambe schiacciarglielo sul pavimento. Entrambe avevano una delle sue mani a disposizione. Si masturbavano usandole in base alle proprie voglie, guidandole personalmente proprio dove le gradivano di più.

Annalisa dopo essersi fatta masturbare, si stava liberando di qualche altra soddisfazione nascondendolo sotto la sua gonna, costringendolo con le mani a leccargliela lasciandogli qualche gustoso ricordino, passò da sotto a una gonna all'altra. Mentre si impegnava con la lingua, capì che qualcosa era cambiato quando si accorse che le scarpe che lo calpestavano erano diverse da quelle che l'avevano fatto poco prima, il peso sulla sua erezione era sicuramente diverso, qualcun'altra stava approfittando della sua erezione.

 

La classica musichetta che accompagnava la torta di compleanno era l'annuncio che da qualche parte nel salone qualcuno era festeggiato per la più banale ricorrenza annuale.

Velocemente le ragazze che avevano preso possesso della sua erezione ancora una volta scesero lasciandolo libero di ricomporsi. Pochi istanti dopo un faretto illuminò la poltroncina e il tavolino accanto a lui. Restava in ombra per sua fortuna, altrimenti chi avesse usufruito del suo pene, poco prima, avrebbe potuto riconoscerlo. Le due ragazze si erano allontanate contente di essere state soddisfatte lasciandolo in quell'angoletto buoi. Mentre lui aspettava, facendo finta di niente, il termine dei festeggiamenti quando a luci spente la festeggiata, in questo caso, spense le candeline ringraziando le amiche per i regali e gli auguri.

 

Mario cercò di svignarsela appena sembrava essersi aperto un varco tra le ragazzine urlanti, riunite al tavolino con la festeggiata.

"Grazie!" disse la ragazzina abbracciandolo dopo essersi arrampicata sul divanetto per raggiungerlo. Mario non capì, non la conosceva nemmeno.

"Mi sono divertita prima, grazie!" disse dopo avergli dato un'infinità di baci sulle guance, come se le avesse fatto un regalo.

"Scusa?" domandò Mario chiarimenti.

"Credo che tu mi abbia confuso con qualcun altro!" esclamò guardando la ragazza.

"Non credo sei l'unico che poteva stare lì dietro!" gli fece notare la tipetta che sapeva il fatto suo.

"Forse non te ne sei accorto, sotto alle quelle gonne delle tue amiche, ma te lo abbiamo schiacciato tutte, ed è stato bellissimo!" spiegò la ragazzina parlandogli ad alta voce all'orecchio per farsi sentire. In quel momento si accorse che tutte le amiche lo guardavano con un sorriso in volto.

Eccome si era accorto, ma tra il piacere della trasgressione, l'impegno impiegato per soddisfare Annalisa e Annarita, unito al fatto che qualcuna, chiunque fosse glielo stava schiacciando, il chi lo stesse facendo era l'ultimo suo pensiero.

"Mi hai fatto un bellissimo regalo di compleanno!" gli disse baciandolo ancora un po' di volte.

"Ok, mi fa piacere!" disse imbarazzato quando la ragazza smise di stropicciarlo di baci.

"Quanti anni compi?" domandò Mario per essere gentile.

"Diciotto, li ho fatti ieri però!" ci tenne a precisare la ragazzina.

Gentilmente gli offrì la torta dopo aver fatto le presentazioni con le altre complici del misfatto. Chiaramente gli fecero capire che si erano divertite a stargli sopra con i piedi, qualcuna gli aveva chiesto se aveva sentito male mentre lo facevano, perché confessarono, che l'avevano fatto prima in due, poi avevano trovato modo di starci sopra in tre, mentre lui era impegnato con le altre due ragazze che avevano dato il loro consenso per farlo.

Imbarazzato, dovette dare un po' di spiegazioni, ma ormai era abituato a quelle situazioni, anche se non l'aveva previsto era contento di aver soddisfatto il gruppetto di ragazze radunate attorno al tavolino.

La festeggiata, quando Mario iniziò a salutarle per raggiungere le altre ragazze che lo aspettavano da più di un'ora, chiese gentilmente un ultimo regalo, il suo numero di cellulare. Se lo scambiarono e prima di andarsene tutte le ragazze si sentirono in obbligo di salutarlo a loro modo, con i classici baci sulla guancia, due, tre? Nessuno sapeva quanti se ne dovessero dare per un saluto. Qualcuna disse da cinque in su, ma il fatto che rideva mentre sosteneva la sua tesi era chiaro che lo stava prendendo in giro.

 

Raggiunse le sorelle che lo aspettavano, lo fecero accomodare tra di loro per farsi scaldare. All'aperto in quel periodo dell'anno era ovvio sentire freddo, soprattutto se avevano lasciato i giacconi al guardaroba. Passò con loro un'altra oretta, in quel punto la musica non era così assordante come poteva esserlo quando era tutto aperto. Riuscirono a parlare tranquillamente di tutto, scoprendo gli altarini di Dana che chiaramente si era presa una cotta per Mario.

"Guarda che non sono affidabile su queste cose!" disse Mario cercando di farle capire che non era la persona giusta, soprattutto dopo avergli parlato a quattr'occhi solo una volta. In questi casi non c'era peggior sordo di chi non vuol sentire. Dana non voleva sentir ragioni.

"Te l'ho detto che non ti puoi fidare di lui!" rincarò la dose Jade.

"È in mezzo a modelle ogni giorno, figurati se guarda te" insistette la sorella facendo l'occhiolino a Mario.

"Esce con le altre sue amiche, quindi è chiaro che delle modelle non gliene frega nulla!" ribatté Dana. Sarà stata anche giovane della sorella, ma era piuttosto sveglia.

"A proposito qualcuna delle mie amiche mi raggiungerà qui!" spiegò Mario in attesa di un loro messaggio riguardo quando l'avessero raggiunto.

"Vai via con loro?" domandò Dana con gli occhi un po' lucidi.

"Non lo so ancora, verranno qui perché stasera dovevo lavorare e sono mesi che non le vedo!" rispose Mario mentre Dana si stringeva a lui appoggiando la testa sulla sua spalla.

"Posso venire anch'io?" lo guardava intensamente quando porse quella domanda, se solo gli avesse detto sì avrebbe fatto un tuffo nel lago per festeggiare.

"Lo dici tu ai nostri genitori!" l'intervento della sorella, salvò Mario da una risposta che non avrebbe saputo darle.

"Gli dici che sono con te!" spiegò la ragazzina, aveva già pianificato tutto.

"Secondo te, dovrei venire anch'io?" domandò la sorella maggiore.

"Ti ho mai portato con me quando stavo con Matteo?" domandò ancora una volta cercando di mettere in difficoltà la sorella.

"Sì, a Gardaland, al mare…" iniziò a elencare tutte le volte che era stata con lei in presenza del suo ex ragazzo.

"Ma non c'entra!" protestò Jade interrompendola.

"Solo perché non ti fa comodo!" la zittì.

"Dormo con te!" si rivolse a Mario pensando già che la sua risposta fosse affermativa.

"Aspetta, stiamo correndo un po' troppo!" la fermò sentendo quelle parole.

"Con le mie amiche abbiamo un rapporto particolare, non so se ti troveresti a tuo agio!" spiegò Mario cercando di fargli capire che non era il caso.

"Non m'importa, voglio stare con te!" sembrava una bambina capricciosa alla quale era impossibile negarle qualcosa.

"Invece ti deve importare, stai parlando di sentimenti importanti e questo rapporto ti farebbe cambiare idea, fidati" cercò di girarci attorno, ma doveva chiarire le motivazioni per cui era meglio accettare un no, come risposta.

"Fate sesso sfrenato?" domandò la ragazza senza peli sulla lingua e senza staccare la testa dalla sua spalla, come se si aspettasse che facesse qualcosa del genere.

"Sai cosa me ne importa, lo farei anch'io avessi la possibilità di stare con te!" confessò la ragazzina senza problemi.

"Dana, sei scema?" la rimproverò la sorella maggiore.

"Perché tu non l'hai mai fatto?" reagì Dana contro la sorella.

"Tu vorresti stare con uno che hai conosciuto appena, che fa sesso sfrenato con altre ragazze, tutto questo, senza battere ciglio?" domandò Mario incuriosito dalle sue parole cercando di mettere una tregua tra le due sorelle.

"No di certo" rispose la ragazzina. La risposta aveva tranquillizzato Mario e la sorella.

"Con te senza dubbio sì" li gelò entrambi.

"È chiaro che non sei come quel coglione di Matteo e gli altri che ha avuto mia sorella in precedenza!" spiegò la sua risposta.

"Come fai a dirlo se non mi conosci?" domandò Mario.

"Sono sensazioni che mi hai trasmesso parlando con te, scrivendoci e sentendoci per telefono in questi mesi" rispose.

"Poi la nonna diceva sempre che è meglio dividersi una torta con qualcuno piuttosto che doversi mangiare…" s'interruppe.

"Non proseguo oltre, ma avete capito" concluse, lasciando i due interdetti. Aveva le idee chiare nella sua testa e fargliele cambiare sarebbe stata una battaglia persa.

"Comunque non ti puoi imbucare così nella vita delle persone" le fece notare Jade.

"Lo so, ma te l'ho detto ieri quando ci siamo sentiti che mi mancavi e sarei voluta stare con te!" spiegò Dana guardando Mario.

"Ok, facciamo così" disse Mario staccandosi dalle due ragazze giusto il tempo per prendere il cellulare.

"Io vi faccio vedere delle cose, premetto che va contro i miei interessi perché mi fa piacere parlare con voi" spiegò lui.

"Se, dopo aver visto tutto, non avrete, o meglio, tu non avrai…" sottolineò che era Dana la principale interessata.

"…cambiato idea sul mio conto, ne riparliamo e vediamo di trovare qualche soluzione" spiegò.

"In caso contrario, è stato un piacere conoscervi" concluse lui accedendo alle solite immagini presenti sul blog.

"Ok, forse se scoprissi che sono vicino a un killer maniaco cambierei idea" accettò la ragazzina tornando con la testa sulla spalla di Mario.

 

Dana l'abbracciò baciandolo teneramente, aveva gli occhi lucidi. La reazione della ragazzina e della sorella rimasta senza parole non era tra quelle che si aspettava. Anche Jade sembrava essersi avvicinata stringendosi al suo braccio. Le guardò, pensava che stessero elaborando una reazione plateale.

"Quando possiamo fare quelle cose?" domandò Dana guardandolo senza staccare la testa dalla sua spalla. Mario, la guardò stupito dalle sue parole, sembrava essere sollevata nel venire a conoscenza di altri particolari della sua vita, decisamente piccanti. Guardò Jade che gli sorrideva con un'aria strana.

"Allora, possiamo venire con te?" domandò ancora attirando ancora la sua attenzione, mentre Mario cercava di capire cosa avesse Jade da sorridergli in quel modo.

"Non capisco, vi ho fatto vedere quelle cose particolari, che a molti avrebbero dato fastidio e…" si interruppe sentendo che il cellulare aveva ricevuto un messaggio.

"Tu continui sulla tua strada" disse rivolto a Dana dopo essersi alzato davanti a loro.

"Tu invece hai cambiato idea e non vai contro a tua sorella?" domandò guardando Jade.

Le due ragazze non risposero. Mario lesse il messaggio che avvisava che Manuela e Arianna erano arrivate e che lo aspettavano fuori. Rispose che le avrebbe raggiunte.

 

Ora devo andare, non capisco cosa volete fare a questo punto, credo di non capirvi entrambi.

"Vengo con te!" disse Dana alzandosi e prendendolo per mano.

"Anch'io, non vorrai che la lascio sola!" aggiunse Jade sorridendogli e prendendolo per l'altra mano. Lo fecero abbassare tirando verso il basso le sue mani e si trovò in mezzo tra le sorelle che lo baciavano sulla guancia.

"Non vi capisco!" disse andando verso l'accesso della discoteca che portava verso le piste mano nella mano con le due sorelle. Prima di entrare, fissò con loro un appuntamento all'ingresso del parcheggio VIP, avrebbe preso le sue cose, raggiungendo le ragazze fuori in quel punto.

 

Stava piovendo piuttosto forte, parcheggiò in mezzo al passaggio per andare a salutare velocemente le ragazze che sotto l'ombrello attendevano il suo arrivo. Manuela si scaraventò addosso a Mario dopo aver buttato il suo ombrello a terra, seguita dalla sorella e da Marzia che l'avevano recuperato andando a salutarlo con affetto. Calorosi abbracci e tenerezze per dargli il ben tornato.

Vedendo le lacrime delle ragazze nel rivederlo dopo mesi, si stava commovendo anche lui nonostante si stessero bagnando non voleva che si allontanassero, gli erano mancate.

 

Vide arrivare le altre due sorelle sotto l'ombrello appena scese dalla loro auto parcheggiata dietro ad altre in mezzo al passaggio.

"Che ne dite se andiamo in un posto dove possiamo parlare al coperto?" domandò Mario alle ragazze. Trovato l'accordo e indicata la direzione si diressero tutte alle proprie auto.

 

Mentre stava salendo sul van incrociò un volto famigliare.

"Ciao Mario, ti ho mandato un messaggio, rispondimi per favore!" disse fermandosi solo un istante sotto la pioggia.

"Certo, buona serata!" rispose salendo sul van. Rispose al messaggio della ragazza prima di avviarsi.

 

Guidò la comitiva verso il solito parcheggio sul lago nel quale erano già stati, controllava che le due auto che lo seguivano non si perdessero.

"Abbiamo bucato!" si sentì dire quando rispose alla chiamata di Dana.

"Ok, ci fermiamo qui avanti" disse rallentando e mettendo fuori la freccia. Entrò in un parcheggio e come scese spiegò l'accaduto anche al gruppo in auto con Arianna.

"Non so cambiare la ruota!" disse Jade in panico per l'accaduto, scesa subito dal veicolo preoccupata di aver fatto danni gravi.

"Non ci pensare, salite in macchina, ci penso io!" disse Mario andando verso il bagagliaio del veicolo di Jade.

"Ti bagnerai tutto" gli fece notare Dana.

"Non è un problema poi mi asciugo!" disse spostando le cose presenti nel bagagliaio in cerca degli attrezzi e della ruota.

"Ti copro un po' con l'ombrello" si offrì la ragazzina prendendo l'ombrello dall'auto.

 

Non fu un cambio gomme veloce come nella formula uno ma cambiò la gomma senza alcun problema. Le ragazze avevano assistito a tutta la procedura tenendolo al coperto con i loro ombrelli.

Il cambio gomme avvenne sotto una forte pioggia battente e tra le risate delle ragazze. Chi avesse assistito la scena avrebbe pensato di assistere a un film comico in bianco e nero in stile Charlie Chaplin, Mario si spostava e tutta la fila di ombrelli lo seguiva. Un cinema.

Ruota cambiata, ora, dovevano cambiarsi tutti i protagonisti della scenetta perché dalla prima all'ultimo erano bagnati fradici. Salirono sui loro veicoli raggiungendo velocemente il parcheggio sul lago.

Mario aveva acceso il riscaldamento al massimo per asciugare il suo giaccone che aveva appeso in bagno gocciolante. Aprì alle ragazze, Arianna, Manuela e Marzia, avevano portato le loro borse con dei cambi come avevano imparato a fare con i fine settimana insieme a lui, ma le altre due sorelle forse più bagnate delle altre non avevano quella doccia in programma.

Recuperò asciugamani per tutte, quelli che aveva a disposizione, e mentre appendeva i giacconi delle ragazze in bagno, lasciandoli gocciolare sul piano della doccia, le ragazze si stavano cambiando togliendosi i vestiti bagnati.

Le tre ragazze con il cambio erano in pratica pronte per dormire, ma era chiaro che in sei in quel corridoio non ci si stava.

 

"Noi non abbiamo niente da mettere!" fece notare Jade asciugandosi la testa e i capelli dalle gocce più grosse.

"Si lo so, appena queste rompine si spostano vi do qualcosa di mio!" spiegò Mario sorridendo.

"A queste ci penso io, appoggia tutto lì sopra!" disse prendendo di peso Manuela che stava piegando le cose bagnate che indossava, l'appoggiò con dolcezza sul letto, facendo lo stesso con la sorella in piedi ad asciugarsi i capelli e Marzia alle prese con lo stesso problema.

"Ok c'è più spazio ora" fece l'occhiolino alle due sorelle ancora bagnate vestite con indumenti bagnati.

"Mettete questo, occhio e croce saranno sufficienti a coprirvi almeno un po'!" passò a entrambe una maglietta e una felpa presa da un armadietto sopra il letto.

"Andate a cambiarvi in bagno" propose Mario pensando che si sarebbero fatte problemi a spogliarsi.

"Non sei il primo che mi vede senza nulla addosso!" obiettò Jade sorridendogli.

"Vale anche per tua sorella!" disse distrattamente tirando una corda sopra la dinette così da appendere qualche vestito bagnato. Quando la corda fu tesa, si voltò ed entrambe avevano già indossato maglietta e felpa.

Le squadrò con un sorriso, gli indumenti, che aveva dato loro, erano grandi sotto ogni aspetto, erano buffe, avrebbero potuto indossare una maglietta in due.

"Forza, sotto le coperte a scaldarvi, stendo i vestiti bagnati e arrivo" disse Mario sorridente mentre sollevava le coperte farle stare al caldo.

"Manu, hai le calzine bagnate, perché non le hai cambiate?" domandò Mario che inavvertitamente era venuto a contatto con i suoi piedini notando che erano inzuppate.

"Le ho dimenticate a casa quelle di ricambio!" confessò la ragazza imbarazzata. Gliele tolse personalmente appoggiandole sul bancone della cucina, aiutandola ad andare al caldo sotto la coperta.

"Mi sembrava strano che non ti fossi dimenticata qualcosa" la rimproverò Arianna, facendola arrossire.

"Qualche altra furbetta indossa indumenti bagnati?" domandò Mario sorridente. Giusto qualche secondo dopo, Dana gli passò le sue, appena tolte.

"Figuriamoci se non eri tu!" la guardò male Jade.

Iniziarono a battibeccare, le sorelle minori coalizzate contro di quelle maggiori, e Marzia coetanea delle più giovani parteggiava per loro. Accuse e battutine a non finire, Mario se la rideva sentendole, mentre metteva i loro indumenti ad asciugare in corrispondenza con le bocchette di aria calda.

Entrò in bagno che discutevano, né uscì qualche istante dopo che avevano smesso.

"Che succede?" domandò quando si sentì osservato appena fuori dal bagno.

"Noi siamo mezze nude mentre tu sei vestito!" fece notare Marzia.

"La fortuna di possedere una casa a portata di mano" ribatté lui sorridendogli.

 

Protestarono ancora un po', Mario ignorò le loro obiezioni, riempiendo una pentola con dell'acqua, prendendo poi da un armadietto una scatoletta con alcune bustine diverse di tisane la passò alle ragazze con il compito di scegliere quella che preferivano. Quando l'acqua fu calda riempì i bicchieri di plastica nei quali aveva già inserito le bustine. Passò i bicchieri alle ragazze appena la temperatura del liquido contenuto fosse scesa sotto una soglia accettabile per essere tenuto i mano lasciando le bustine in infusione.

Ora che erano più tranquilli, Mario, presentò le due sorelle invitate sul van. Avevano fatto già fatto una sorta di amicizia durante la discussione tra sorelle chiusasi poco prima.

"Se sentite freddo, ditelo" suggerì mentre sorseggiavano in silenzio la loro tisana.

 

Prese i bicchieri vuoti di Manuela e Dana, appoggiandoli nel lavandino separando le bustine usate dai bicchieri stessi. Quando si voltò le vide entrambi in piedi sul lettone venire verso di lui.

"Che succede?" domandò Mario.

"Un abbraccio!" si trovarono a dire entrambe contemporaneamente.

"Soltanto?" domandò lui contento di riceverlo.

"Come mai mi merito tutto questo affetto?" domandò Mario incuriosito da quel gesto inaspettato.

"Perché sei fantastico!" rispose Dana.

"Anche perché mi sei mancato" rispose Manuela come per chiudere la frase.

"Poi perché sei caldissimo e sento freddo!" aggiunse quando le strinse a sé.

"Forza, nel letto, vi prendo altre coperte" disse lasciandole.

 

Se c'era una cosa che gli piaceva, erano gli abbracci, più dei baci affettuosi, forse perché ormai il bacio era un gesto abusato, si davano a tutti indiscriminatamente senza nemmeno pensarci, l'abbraccio, era ormai un gesto trascurato, ma era il vero e proprio veicolo dell'affetto, dell'amicizia e dell'amore stesso. Era come dirsi apertamente: "Eccomi, sono qui per te, prendimi". L'abbraccio inoltre è un gesto impossibile dare in altro modo se non con un contatto fisico. Mentre i baci li potevi mandare con gesti chiari ed eloquenti anche a distanza, forse per quello viaggiavano nell'etere sminuendo il loro significato.

 

Prese un vassoio e un sacchetto di Nutella Biscuits, e li offrì alle sue ospiti comode nel letto mentre si raccontavano quello che avevano fatto in quei mesi in cui erano stati lontani. Benché tramite messaggi e chiamate fosse stato già aggiornato.

"Quindi domani conoscerai un po' di persone!" concluse Marzia.

"Fammi capire quante sono, questo numero imprecisato di persone, più che altro perché non è un pullman questo!" si preoccupò Mario soprattutto se avesse continuato a piovere come stava facendo.

"Non lo so ancora" rispose Marzia.

"A proposito, chi era quella ragazza che hai incrociato nel parcheggio e che ti ha scritto un messaggio?" domandò con gelosia Manuela.

"Si chiama Matilde, ha compiuto 18 anni ieri e oggi era in discoteca a festeggiare con le amiche" rispose Mario tranquillamente.

 

Il bussare al portellone laterale fece sussultare tutti. Mario si alzò dal letto e andò a vedere, alzando l'oscurante del finestrino sul portellone chi fosse.

"Brigadiere buona sera" salutò Mario aprendo il portellone, uno dei due carabinieri appena fuori dal portellone.

"Prego salite, non state sotto la pioggia" si affrettò a invitarli sul van lasciando loro lo spazio per entrare. Il militare si guardò attorno vedendo pantaloni maglie e scarpe appese ovunque.

"Abbiamo preso un po' di pioggia nel cambiare una gomma bucata" ammise subito Mario prima che aprisse bocca per fare domande.

"State facendo una festa?" domandò entrando e fermandosi poco dopo il portellone.

"Mario, lo sai che i residenti si agitano quando vedono un furgone con le luci accese a quest'ora" disse a bassa voce.

"Lo so brigadiere, stavamo per spegnerle" ammise Mario che si era completamente dimenticato di farlo.

"Vedo che vi state dando alla pazza gioia" aggiunse il brigadiere sorridendo, mentre guardava le ragazze sul lettone posteriore, dopo aver notato le bustine di tisana e il sacchetto di biscotti vuoto sopra il ripiano della cucina.

"Vi offrirei i biscotti, ma le mie ospiti li hanno terminati" ricambiò il sorriso.

"Tutto bene?" domandò curioso.

"Si signore!" confermarono le ragazze sorridenti, mentre Mario prendeva i suoi documenti.

"Lascia stare, spegnete e non fate rumore!" li avvisò prima di andarsene.

"Domani, spostati altrove mi raccomando!" suggerì.

"Certo, grazie e buona notte!" lo salutò chiudendo il portellone mentre fuori la pioggia incessante continuava a cadere.

 

"Perché ti devi spostare?" domandò Marzia curiosa appena chiuse il portellone.

"Alcuni abitanti si preoccupano nel vedere un van con delle persone a bordo, pensano che stiamo facendo qualcosa di losco" spiegò Mario abbassando gli oscuranti che non aveva ancora abbassato.

"Colpa nostra!" ammise Marzia.

"No, mia che non ho abbassato le luci" disse facendolo mettendo quelle blu in quell'istante.

"E in parte di chi non riconosce un camper da un carro armato" aggiunse ridendo tornando verso il lettone.

 

"Come l'hai conosciuta?" domandò Manuela riprendendo un discorso che per Mario era già chiuso tanto che non capì nemmeno a chi si riferisse con quella domanda.

"Matilde!" sottolineò Arianna vedendo che non capiva.

"La domanda è un'altra, cosa hai fatto con Matilde!" girò il discorso sotto un altro punto di vista Marzia.

"Potete immaginare!" rispose lui guardandole intimorito.

"Tu lo sai che a riguardo dobbiamo recuperare il tempo perso?" domandò Marzia minacciosa.

"Non so loro due, ma tu con noi, ti devi mettere in pari!" aggiunse Arianna ancor più minacciosa.

"Ok, farò del mio meglio!" accennò un sorriso Mario per farle calmare.

 

"Anche a me piacerebbe provare a fare quelle cose!" confessò Dana sorridente.

"Spero non vi dispiaccia!" aggiunse prima di essere sbranata dalle due ragazze.

"Figurati, vedrai che ti divertirai e che non potrai più farne a meno" spiegò serenamente Marzia. Sembrava essersi calmata dopo il tentativo di aggredire a parole Mario.

"Io non riesco già a farne a meno di lui!" confessò ingenuamente la ragazzina.

"Ecco, allora sarà peggio quando avrai provato" disse Manuela sorridendole.

"È come una droga?" domandò Jade sorridendo.

"Sì, una di quelle potenti!" confermò Arianna ridendo.

"Smettetela, non esagerate!" disse Mario cercando di zittire le esagerazioni delle ragazze.

"Dammi il tuo cellulare e te lo dimostro!" lo sfidò Marzia.

"Qualsiasi messaggio che gli arriva, escluso quelli di lavoro, ha un commento sulle sue prestazioni sempre positivo" spiegò la ragazza tendendo la sua mano in attesa del cellulare di Mario.

Mario lo passò alla ragazza, se non l'avesse fatto, l'avrebbe preso lei solo per confermare la sua tesi.

Ovviamente le ragazze, si riferivano anche ai messaggi nel blog, non poteva negare che molte persone che l'avevano incontrato, si erano legate a lui, molte richiedendo le sue prestazioni più volte, altre nonostante avessero altri legami sentimentali.

Cellulare alla mano, lessero anche altri messaggi, Caterina, Ginevra, Mia e Luna, senza contare Annarita e Annalisa, e la stessa Matilde appena incontrate. Sapevano benissimo che lui era legato a quella passione quanto poi le ragazze stesse che la praticavano con Mario, si legavano a lui non riuscendo a farne a meno.

 

"Voglio provare!" insistette Dana.

"Anche io!" confermò anche Jade. Ci fu un silenzio preoccupante, dove tutte lo stavano guardando.

Un messaggio le distrasse.

"Domani, ci saranno una decina di persone!" annunciò Marzia dopo aver letto il messaggio.

"In dieci dentro qui sarà una battaglia, speriamo non piova" commentò Mario.

"No, intendo una decina oltre a noi!" spiegò meglio la ragazza.

"Ok, prenota un intero albergo!" disse ridendo pensando a dove mettere sedici persone sul suo van.

"Sii serio, vengono per conoscerti e per darti il ben tornato!" spiegò Arianna.

"D'accordo, speriamo nel bel tempo perché qui non ci stiamo tutti" confermò Mario.

"Che cosa rispondo?" domandò Marzia convinta anche lei che non ci fosse modo di starci.

"Dovresti conoscerle tutte, Viviana te le ha presentate" aggiunse Marzia per forzarlo a trovare una soluzione.

"Viviana mi ha presentato la vostra scuola al completo!" precisò Mario.

"Giusto per capire, quante sanno di questa cosa del blog?" domandò ancora.

Marzia non rispose, pensando si arrabbiasse.

"Loro di sicuro!" prese il coraggio di dirlo a bassa voce.

"Ok, un'altra discoteca ha saputo di questa cosa!" disse Mario pensando ancora a dove poter andare per ospitare tutti.

"In che senso, un'altra?" domandò Arianna.

"Nel senso che le voci girano" rispose lui, non scocciato da questa cosa, ma preoccupato riguardo al posto.

 

"Possiamo venire anche noi?" domandò Jade.

"Certo, dobbiamo trovare un posto per farvi dormire al caldo e comode, non so se ci state in cinque in quel letto" spiegò Mario.

"Ci faresti stare qui questa notte?" domandò subito Dana sorridente.

"Dovete avvisare i genitori!" rispose Mario preoccupandosi che possano preoccuparsi.

"Già fatto, mentre venivamo qua, dobbiamo solo dare conferma dove siamo entro un quarto d'ora altrimenti per loro è come se tornassimo a casa" spiegò Dana.

"Oddio, un posto dove andare!" disse ad alta voce chiudendo gli occhi come se stesse cercando in qualche parte della memoria un posto vicino e comodo da far raggiungere a tutti gli invitati. Sperando che il meteo fosse di aiuto.

 

"Vi va di spostarvi?" domandò alle ragazze.

"Adesso?" domandarono in coro tutte.

"Sì, qui se facciamo casino ci cacciano, quindi meglio andare altrove a questo punto" propose Mario.

"Dove?" domandò Arianna.

"In un'area picnic oltre i mille metri, in mezzo ai boschi" rispose sorridente.

Mario descrisse il posto brevemente, lo ricordava piacevolmente come luogo tranquillo e ai bordi della natura. Le ragazze uscirono dal letto velocemente mettendosi soltanto le scarpe nel caso di Arianna, Marzia e Manuela, mettendo anche i pantaloni bagnati, nel caso delle due sorelle, tenendo addosso le cose che Mario aveva offerto loro.

Comunicato ai genitori dove fossero dirette, le due sorelle furono le prime a salire in macchina correndo sotto la pioggia per accenderla e riscaldarla in attesa che le altre facessero lo stesso.

 

L'area picnic era costellata di tavoli con relative panche, alcuni avevano al centro un foro per inserire eventualmente l'ombrellone, altri invece abbinati a due erano coperti da una sorta di gazebo di legno. Dei vialetti di ghiaia univano un tavolo all'altro creando nel verde sotto gli alberi, una sorta di percorso che sembrava dire "non calpestare le aiuole" da quanto era ordinato. Verso l'uscita dal parcheggio, un'area adibita a raccolta differenziata dei rifiuti in aggiunta ai cestini posizionati tra una postazione picnic e l'altra. Una grande fontana faceva cadere acqua corrente nel grande lavatoio, restaurato sulla struttura di uno già presente. Poco distante c'era l'area destinata alle grigliate, una sorta di ottagono composto di una postazione griglia per ogni lato, con un'unica canna fumaria con un camino che sbucava dalla tettoia con le colonne in pietra che la sosteneva.

D'estate avrebbe protetto gli eventuali fuochisti almeno dalle ustioni solari e in occasioni di brutto tempo avrebbe fatto lo stesso proteggendo i turisti dalla pioggia, come sarebbe potuto accadere a loro.

Un cartello indicava alcune mete raggiungibili, presumibilmente a piedi, seguendo alcuni segnali, una delle indicazioni portava la scritta 'toilette' con il disegno tipico a rappresentarla.

La struttura che accoglieva i bagni si trovava apparentemente sotto terra, tipo casa degli hobbit, un unico accesso, che si divideva in due separando il bagno per gli uomini da quello delle donne. L'appunto che si poteva trovare in mezzo a quel paradiso del passante era che per accedere ai bagni serviva inserire una moneta da cinquanta centesimi, non tanto per il costo esiguo, il problema era avere un'eventuale moneta di quel tipo per tutti gli utenti, in caso trovarla nei paraggi. In più all'interno dei due bagni c'erano due docce in ciascuno, dove era possibile farsi una doccia calda.

 

"Domani dovremo fare un po' di spesa per ospitare gli ospiti!" annunciò Mario quando tornarono a bordo del van.

"No, ci pensano loro" annunciò Marzia.

"Ok, mi devo preoccupare?" domandò ridendo.

"Scemo!" si prese una botta sul braccio per il sarcasmo.

 

"Ti metti in mezzo a scaldarci i piedini?" domandò Manuela.

"È ora di dormire" fece notare lui.

"Sì, ma vogliamo sentire il calore del tuo corpo" aggiunse Marzia già sotto le coperte.

"Innanzitutto provate a vedere se ci state nel letto, dubito!" disse Mario prima di accontentarle.

"Appunto!" confermò la sua idea riguardo ai posti letto mancanti.

"Ci stringiamo!" disse Manuela avvicinandosi a Dana.

"Nemmeno se dormite tutte su un fianco!" notò Mario ridendo.

"Mi spiace, ma qualcuna di voi dormirà sui sedili!" propose Mario.

"Noi!" si propose Dana.

"Infatti, siamo le ultime arrivate!" confermò Jade.

"Tu invece dove dormi?" domandò Dana curiosa.

"Qui nel corridoio!" spiegò Mario prendendo qualche coperta da dare alle due sorelle e qualcuna per sé.

"Dai ragazze venite qui, dormo io sui sedili!" provò a dire Marzia dispiaciuta di lasciar loro un posto scomodo.

"Non se ne parla!" disse Dana già pronta per accomodarsi sul sedile del passeggero mentre Jade era già avvolta nella coperta per dormire sull'altro sedile quello del guidatore.

"Non ci arrivo nemmeno con le gambe!" notò la ragazza una volta sul sedile, mentre la sorella era già distesa con il sedile abbassato e con le gambe sul divanetto.

"Mi spiace!" disse Mario.

"Preferite stare nel corridoio?" propose subito dopo.

"Io sto comoda!" confermò Jade, avvolta come in un bozzolo fatto da una coperta di pile.

"A parte i piedi freddi sto benissimo!" esclamò, mentre anche le ragazze si avvicinarono per vedere come fossero messe.

"Domani faremo cambio!" propose Manuela dispiaciuta per il loro posto letto scomodo.

"Tornate nel letto che facciamo una prova!" disse Mario alle ragazze.

Preparò una sorta di materasso di asciugamani sul corridoio, asciutti grazie al riscaldamento. Distese un paio di coperte e prese in braccio Dana che stava facendo la capricciosa volendo per forza stare sul sedile del passeggero nonostante non potesse distendersi con le gambe.

"Non è meglio?" domandò Mario prendendo anche un altro asciugamano da usare come cuscino. Vide la ragazza sorridergli mentre era ancora piegato per sistemarglielo dietro la testa

"Sì, grazie!" disse guardandolo negli occhi.

"Sei fantastico!" aggiunse mentre si rialzava.

"Problema, abbiamo i piedini freddi!" disse Marzia maliziosa.

"Se ve li scaldo dopo dormite?" domandò lui cercando di accontentarle.

"Certo, Dana, Jade, venite qui sul lettone!" le invitò Manuela.

"Non ci stiamo!" protestò Jade nonostante avrebbe avuto piacere se gli avesse scaldato i piedini.

"Non ci sdraiamo, ci siamo state prima, ci staremo anche ora!" fece notare Marzia uscendo dal letto quasi per andarle a prendere.

Mario andò a prendere in braccio le due sorelle portandole una alla volta sul letto, mentre loro se la ridevano per il viaggio gratis tra le sue braccia.

"Sotto le coperte!" disse con un'aria seria Mario. Prese delle coperte e le appoggiò ai piedi del letto dove avrebbe dormito lui.

 

Si infilò in fondo al letto con la schiena appoggiata al portellone posteriore, le ragazze gli diedero i loro piedini da scaldare. Prima di iniziare baciò i loro piedini uno a uno. Dana sorrise vedendolo fare quel gesto.

"Puzzano?" domandò la ragazzina ricordandosi quello che aveva detto scherzando la prima volta che si erano incontrati. Mario sorrise, alzò entrambi i suoi piedini e se li appoggiò sul volto. Li annusò un paio di volte muovendo il volto sotto quelli che erano due pezzettini di ghiaccio.

"Sono perfetti!" le sorrise sollevandoli tutti, mettendo il suo viso sotto i piedini di ognuna ripetendo lo stesso gesto.

"Perfetti!" ripeté sorridendo.

Iniziò a massaggiarli dolcemente, un massaggio che oltre a riscaldare i piedini le rilassava, quando vide che a più di una cadeva la testa dal sonno, si sfilò dal letto prendendo in braccio Jade e dopo averla avvolta in una coperta la portò in quello che sarebbe stato il suo letto per quella notte. Allo stesso modo, prese Dana e la portò nel corridoio sotto le coperte. Sistemando dolcemente anche le altre tre ragazze così che ognuna avesse un posto dove riposare.

Stava sistemando il letto quando si accorse che qualche ragazza aveva già preso sonno. Si distese infilandosi con tutte le gambe sotto il letto coprendosi con la coperta. Si rilassò ascoltando i rumori esterni e il respiro delle ragazze mentre riposavano.

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