SEsSOLOFOSSE - Capitolo 13, Festa

  • Scritto da TicToc Heel il 01/05/2021 - 02:40
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Sentì qualcosa che gli toccava la testa, erano i piedini di Dana. Si spostò per capire cosa stesse facendo e quando si accorse che con i piedini, la ragazza, cercava proprio di toccarlo capì che era sveglia.

"Perché non dormi?" domandò Mario a bassa voce.

"Non ho sonno!" rispose lei parlando più piano possibile.

Lui prese entrambi i piedini e li guidò per farseli mettere sul viso. Iniziò a baciarglieli dolcemente per poi passargli la lingua sotto la pianta del piede e poi tra le dita.

Quando si infilò entrambi i piedini della ragazza in bocca sentì i suoi brividi. Quasi contemporaneamente sentì qualcosa toccarlo. Quel qualcosa, erano dei piedini in cerca di qualcosa da schiacciare. La proprietaria dei piedini aveva tolto le coperte cercando in particolare di andare sotto i boxer. Mario se li abbassò e come la ragazza appoggiò i suoi piedini nudi sull'erezione capì che con buona probabilità era Manuela.

Una non sapeva della presenza dell'altra, o meglio non sapevano cosa stesse facendo l'altra.

"Mi fai impazzire!" disse Dana cercando di mantenere la voce bassa, ma un acuto gli scappò.

"Dana?" domandò Manuela a bassa voce.

"Dimmi!" rispose la ragazzina con un altro piccolo acuto dovuto alla linguetta di Mario tra le dita di entrambi i piedini mentre continuava a tenerli in bocca.

"Che cosa stai facendo?" domandò curiosa Manuela.

"Niente" rispose.

"Vieni qua, glielo schiacciamo con i piedi!" suggerì Manuela continuando a stargli sull'erezione cercando di fare più forza che poteva. Mario lasciò i piedini di Dana pensando che volesse provare. Ci fu un attimo di esitazione durante la quale non sapeva come comportarsi, allo stesso modo la ragazzina, avrebbe voluto provare, ma anche quello che stava facendole Mario le piaceva. Si ritrasse per alzarsi proprio nel momento in cui lui cercò nuovamente i suoi piedini per continuare a leccarli, per lei la voglia di schiacciarglielo era più forte.

A piccoli passettini si avvicinò, aveva paura di fargli del male cadendogli addosso. Con un calcetto lo colpì alla testa, Mario prese il suo piedino per guidarlo, lo sollevò e se lo appoggiò sul volto, accorgendosi dove lo aveva messo non voleva salirgli in faccia. Mario prendendo l'altra caviglia, la guidò sull'altro lato. Si appoggiò per timore, caricando poco per volta il peso fin quando non gli fu letteralmente in piedi sul viso. Manuela in quell'istante lo sentì indurirsi sotto i suoi piedini.

"Dove sei?" domandò Manuela non vedendo niente, allungando le mani davanti a sé per cercarla, le mani delle ragazze s'incrociarono, Manuela l'aiutò a venire vicino a lei e Dana passeggiando sul corpo di Mario la raggiunse.

"Metti i piedi qui sopra, vedrai che bello!" esclamò la ragazza sempre tenendo una voce bassa, ma un bel po' più eccitata.

Iniziarono a schiacciarglielo in due, poi Manuela le lasciò il posto per sentire il piacere di averlo completamente a disposizione. Lo sentì indurirsi sotto i piedi contemporaneamente lui la sentì tremare. Continuava imperterrita, come ipnotizzata dalla sua stessa danza sul quel pene rigido. Lo avevano schiacciato in tanti la sera prima, ma non ne aveva mai abbastanza.

"Devo fare pipì!" confessò Manuela con un filo di voce alla compagna di calpestamento.

"Sveglierai tutte se vai in bagno adesso!" la rimproverò Dana.

"Non vado in bagno" spiegò Manuela, mentre i movimenti che stavano facendo sulla sua erezione stavano per farlo esplodere.

"La faccio nella sua bocca!" non vide il sorriso di Manuela, ma dalla sua voce era chiaro che non aspettasse altro.

"Ma sei matta?" domandò Dana preoccupata.

"Lo fa sempre, a lui piace e a me fa impazzire quando usa la sua linguetta per pulirmi!" rispose Manuela.

"Vado prima io, poi facciamo cambio!" propose.

Entrambe le ragazze a turno si sedettero sulla bocca di Mario, mentre Manuela sapeva cosa e come le piaceva, Dana, che non aveva mai fatto un'esperienza del genere, forse nemmeno pensata, restò sulla sua bocca per molto tempo, mentre Manuela si divertiva a schiacciarglielo per recuperare il tempo perso in sua assenza.

Dana gli si avvicinò timorosa, timore dovuto al buio che impediva chiaramente di vedere quel che faceva e intimorita dalla sua prima volta. Non si lasciò andare subito, scappando e ritornando a quella che era diventata una piacevole tortura, quando arrivava al punto di non ritorno, si allontanava. In quei momenti in cui si scostava lei stessa, si toccava, tornando dalla sua linguetta perché quel tocco non era minimamente paragonabile a quello delle sue dita.

Presa quella confidenza guidata dall'adrenalina del momento, si strofinò sul suo viso provando il piacere di usarlo al posto delle dita. Tornò subito in quel punto dove Mario sapeva come stimolare, lo lasciò fare a lungo, lasciando qualcosa nella sua bocca, involontariamente forse. Poi un gemito soffocato, gli si appiattì sulla bocca, poi un fiume di liquido dorato riempì la bocca di Mario che si affrettava a bere per far posto a quello che seguiva, riuscì a fatica a bere tutto, quando la stimolò ancora con la scusa di ripulirla, sentì un altro piacevole spruzzo cremoso lungo la sua lingua.

Manuela capì che stava succedendo qualcosa tra i due perché lo sentì crescere velocemente sotto i suoi piedi, continuò a schiacciare con forza sentirlo gonfiarsi era come un incitamento a fare di più con i propri piedini.

Dana si alzò in piedi sul volto di Mario, senza una ragione precisa, poi camminò fino a salire nuovamente sul suo pene.

"Mi fa morire quel ragazzo!" confessò a bassa voce unendosi allo schiacciamento, sentiva il bisogno di farlo.

"Non dirlo a me, ho voglia di lui ogni istante!" ammise anche Manuela sentendo un liquido caldo bagnare i suoi piedini.

"Oddio, ci ha spruzzato sotto i piedini" esclamò contenta trattenendo un urlo a malapena.

"Sporcati i piedi che poi glieli facciamo leccare!" suggerì Manuela istruendo Dana.

Non se lo fece ripetere, dove sentiva un caldo appiccicoso sotto il suo piede, cercava di muoverlo per raccoglierlo sotto. Mario ben disposto iniziò a leccare il piedino di Manuela quando offrendoglielo gli ordinò di farlo.

Se li gustò con piacere, passando la sua linguetta ovunque sul piede per ripulirlo da quello che aveva appena fatto. Li leccò insieme quando Dana offrì anche il suo divertita. Li ripulì completamente e senza sosta, quello che stavano facendo era parte di una delle sue passioni. Non riusciva a farne a meno di pensare ai piedi delle ragazze, avere quelli a sua disposizione era ancora meglio dei suoi sogni.

 

Di comune accordo si sdraiarono su di lui. Si erano incastrate e non riuscivano nemmeno a coprirsi con la coperta, iniziarono a ridere cercando di non svegliare nessuno. Sentì una gomitata allo stomaco mentre le due ragazze sopra di lui cercavano di sollevarsi per prendere la coperta sotto di loro per coprirsi.

Tra una risata e l'altra, una colpo e l'altro, riuscirono a coprirsi e finalmente a stringersi a lui.

Restò immobile tutto il resto della notte, riuscì ad addormentarsi restando in quella posizione, non voleva svegliarle e poi era bello sentire i loro corpicini sul suo, anche se erano decisamente incastrati.

 

Di tanto in tanto si sentiva il rumore del riscaldamento che partiva, staccandosi poco dopo, aveva puntato nel termostato la temperatura di 17 gradi, sotto la quale si sarebbe attivato fino a raggiungere il tepore impostato.

Considerando l'ora della notte in cui si erano messi a dormire aveva fatto dei piccoli riposini svegliandosi a ogni rumore sconosciuto riaddormentandosi poco dopo. Ogni volta si assicurava di non essersi mosso cercando di capire se avesse svegliato le due ragazze sopra di lui.

Si accorse che il giorno era arrivato, grazie al canto degli uccellini che abitavano gli alberi attorno a loro, restò immobile riaddormentandosi ancora una volta. Sembrava aver smesso di piovere, almeno per il momento, sentiva il vento soffiare attorno al van.

 

Sentì svegliarsi tutte le ragazze sul letto, non disse niente pensando che riprendessero sonno subito dopo.

"Dov'è Manuela?" domandò Arianna preoccupata. La luce filtrava dietro gli oscuranti, gli occhi si erano abituati a quella luce e non ci volle molto a trovarla sul pavimento abbracciata a Mario e Dana.

"Stronzetta!" protestò alzando troppo la voce, che andò a svegliare anche Jade. La ragazza si alzò dal sedile e vide le due ragazze abbracciate a Mario. Mario guardò Arianna e alzò lo sguardo verso Jade in piedi vicino alle poltroncine.

"Io la uccido!" disse Jade avvicinandosi all'ammasso di corpi sul pavimento del van. Mario sorrise e per scherzo gli pizzicò dolcemente le caviglie.

"Tu invece, sei dispettoso" disse saltellando per scappare dalle sue mani svegliando le due ragazze.

"Addosso!" esclamò Arianna prima di sdraiarsi sul gruppo nel corridoio. Se prima erano compressi in poco spazio ora si trovavano compattati una sull'altro.

Jade non si tirò indietro scavalcò il gruppo in qualche modo e si lasciò andare su di loro poco prima che Marzia facesse lo stesso su di lei.

Ridevano e scherzavano protestando perché le due ragazze avevano dormito con Mario, sapendo bene che avevano fatto qualcosa prima di addormentarsi. Le ragazze stesse e Mario non smentirono e non confermarono.

Si alzarono per fare colazione, e in attesa dell'arrivo degli altri ospiti, e visto il bel tempo e il sole caldo, andarono a esplorare quello che era stata la loro area di sosta per quella notte. Avevano inviato una lista per la spesa, suggerendo alle ospiti della possibilità di fare una grigliata. Al ritorno dell'esplorazione raccolsero quanta più legna avessero trovato, era bagnata, mettendola al sole sull'asfalto del parcheggio, speravano che si potesse asciugare.

 

Considerata l'aria che si era alzata, Mario, da uno dei gavoni del van estrasse alcuni grandi teli di cerata azzurri, non essendo il massimo della pulizia, decise di lavarli nel lavatoio. Spostò il van di traverso così da avere il portellone girato verso il gazebo. Quindici persone attorno al tavolo non ci sarebbero mai state, quindi decise di creare una sorta di capanno improvvisato. Con l'aiuto delle ragazze tirò una serie di funi che andavano a formare una sorta di rete che andava dal gazebo al tettuccio del van, utilizzando anche alcune piante per far da rinforzo, sopra la quale fissò il telo più grande. A terra, ne distese un secondo, avrebbe fatto da sala da pranzo per ospitare tutta la compagnia che li avrebbe raggiunti. Ne fissò un terzo per proteggere quell'area dal vento che soffiava fastidioso.

"Ora possiamo ospitare anche una trentina di persone" disse Mario soddisfatto del lavoro fatto.

"Speriamo solo che non venga a piovere altrimenti, non saprei dove sistemarne dieci!" sorrise sperando nella buona sorte del meteo, che da quelle parti sarebbe cambiato da un momento all'altro.

 

Un lavoro che durò quasi fino al primo pomeriggio. Non pranzarono perché si erano svegliati da tardi, soltanto uno spuntino per tirare sera, con l'occasione i presenti collaudarono lo spazio creato trovandolo funzionale e una volta che aggiunsero qualche coperta era anche comodo.

Attesero l'arrivo delle ospiti seduti al tavolo sotto il gazebo, erano tutti ben coperti, ma per loro fortuna il sole che si apprestava a calare li riscaldava piacevolmente.

Ne approfittarono per rispondere ai messaggi arrivati, messaggi che arrivarono a Mario, ma che vollero leggere e rispondere personalmente sotto dettatura del ragazzo stesso. Aggiornarono il blog, Dana e Jade vollero essere inserite e subito iniziarono a far conoscenza con le altre iscritte.

Le ragazze ne approfittarono di farsi pulire le scarpe e scaldare i piedini mentre erano comodamente sedute a chattare.

 

Arrivò un messaggio da Matilde, inaspettato a dire il vero, aveva appena scritto che nei suoi programmi c'era una serata con qualche amica, che Mario aveva avuto modo di conoscere in discoteca, quando una ventina di minuti dopo chiedeva dove si trovava e se poteva raggiungerlo.

Mario spiegò la situazione, o meglio Marzia, scrisse il messaggio in risposta spiegandole la situazione.

"Se vuol venire con le sue amiche, basterebbe che porta qualcosa in più per la cena" suggerì Arianna.

Le ragazze si guardarono a quell'osservazione. Senza nemmeno pensarci due volte, avevano già deciso di invitare anche il loro gruppo, convincendo Mario a chiamarla per organizzarsi.

"Puoi invitare anche le altre due, così faremo anche la loro conoscenza!" propose Marzia.

Tutte le invitate, quelle che avevano organizzato la festa, così come le altre erano state avvisate di vestirsi in modo caldo e portare delle coperte perché avrebbero cenato all'aperto.

Al tramonto, Mario accese il fuoco, in parte per preparare la brace per grigliare, in parte per asciugare la legna che avevano raccolto in mattinata. A parte le loro risate e il loro chiacchierare, da quelle parti reganva pace e tranquillità, al quale si era aggiunto il rumore del fuoco. L'aria era fortunatamente calata, si sentiva forte in profumo tipico del muschio e dell'umidità che si stava alzando. Di tanto in tanto, un filo d'aria portava l'odore della legna sul fuoco.

 

In un attimo di silenzio, dopo una delle tante risate, si sentì il rumore di un veicolo, attirò subito l'attenzione del gruppo, non si era visto nessuno durante tutto il tempo che erano in quel posto. Forse erano proprio i loro ospiti. Si ricomposero velocemente, perché Mario aveva i loro piedini sul pene che aveva fatto schiacciare per la prima volta a Jade che ne era piacevolmente coinvolta.

Il rumore venne confermato anche dai fari che illuminavano la strada e poi il parcheggio dove si trovavano loro, tre auto si fermarono vicino al van.

Miriam e Viviana appena scese dall'auto andarono di corsa da Mario lanciandosi letteralmente addosso a lui abbracciandolo e baciandolo, dando il loro personale ben tornato.

Fatte le dovute presentazioni con le altre invitate, scaricarono quanto avevano preso per cenare in compagnia, giusto il tempo di scaricare i viveri e prepararli per la cottura sul fuoco che altri fari illuminarono il parcheggio. Altre due macchine si fermarono lasciando scendere Matilde con altre ragazze che Mario aveva avuto il piacere di conoscere in discoteca la sera prima. Nuovamente in mezzo al rumoreggiare dovuta a presentazioni tra le presenti, Mario iniziò a cucinare con l'aiuto di alcune delle ragazze. Visto il numero di persone e della quantità di cibo da cucinare, usarono tre delle griglie presenti, iniziando a preparare un antipasto a base di bruschette e patatine, accompagnato da uno Spritz preparato sapientemente da una delle ragazze che lavorava in un bar.

Arrivò un altro veicolo, Annarita e Annalisa si erano unite al gruppo già numeroso, portando anche loro qualcosa da mangiare, quattro teglie di tiramisù fatte in casa.

 

Il cibo di certo non mancava, la compagnia nemmeno, si potevano veramente contare una trentina di persone accomodate attorno al tavolo fittizio preparato per l'occasione. La cosa curiosa era che i vari gruppi arrivati, avevano fatto conoscenza e si erano mescolati parlando tra di loro come se si frequentassero da anni.

 

"Quante siete!" commentò Mario con un sorriso vedendole tutte sedute passando le ultime cose tolte dal fuoco.

"Tesoro ti toccherà farci l'abitudine!" disse Annarita raccogliendo il consenso altrui e le risate.

"La devo prendere come una minaccia?" domandò Mario portando un paio di bibite nella sua zona.

Le foto ricordo non avevano smesso di essere scattate, anche Mario si era impegnato a catturare le invitate nelle sue foto.

Mangiando raccontandosi di tutto e di più, entrarono nell'ambito del lavoro di Mario. Molte delle presenti non sapevano di cosa si occupasse precisamente, alcune sapevano che era il fotografo della discoteca, nulla di più.

Marzia e Viviana al termine della cena, costrinsero Mario a mostrare il portatile con le foto fatte in precedenza, per dare l'idea alle amiche quanto fosse bravo.

Mostrò alcune foto fatte per il lavoro e per il piacere di farle, foto, che convinsero le ragazze che Mario, fosse un pittore, e comunque un artista dell'immagine. Mostrando alcuni book di alcune delle modelle cui l'aveva seguito personalmente, gli davano gran merito del successo che le stesse, avrebbero avuto. Secondo le ragazze, era in grado di evidenziare la bellezza di una e dell'altra, per questa ragione nessuna si riteneva adatta per un book di quel tipo.

 

"Vi faccio vedere altre foto che non hanno da invidiare nulla a quelli fatti in studio con fondi artificiali" disse voltando il portatile verso di sé.

"Siete voi!" esclamò Francesca che già dai primi scatti riconobbe le amiche presenti.

"Ditemi se non ho ragione, a mio parere sono migliori, spontanee e con un fondo naturale" spiegò Mario. Guardarono le foto commentandone una dopo l'altra non riuscendo a definire quale scatto fosse il migliore. La stessa cosa l'aveva fatta anche per i book di alcune modelle, ma con luci e ambientazione naturale la cosa cambiava molto.

"Dovresti aprire uno studio!" suggerì Sara sorridendo. Scatenando altri commenti divertenti e non molto sensati.

"Non credo, dovrei fermarmi da qualche parte e smettere di girare" spiegò lui serenamente, la cosa l'aveva solleticato alcune volte, pensando che uno studio l'avrebbe legato a un posto non gli piaceva, amava avere la possibilità di dormire in posti come quelli in cui si erano ritrovati tutti insieme.

"Secondo me ti sbagli" osò dire Marzia che aveva già le idee chiare in testa, come se tale cosa riguardasse lei stessa e non Mario.

"Hai detto che vuoi ambienti e luci naturali, sai bene dove trovarli proprio perché ti sposti di continuo!" spiegò.

"Sono sicura che se ti chiedessi di trovare un posto dove poter fare delle foto come le hai fatte a noi, lo troveresti nel giro di una quindicina di minuti" lo sfidò guardandolo negli occhi.

"Se fai apparire così affascinanti noi ragazzette, chissà cosa potresti fare con delle vere modelle" aggiunse la ragazza.

"Uno studio ti servirebbe solo come appoggio per organizzare il tuo lavoro, quello che fai ora sul tuo van, solo che lo faresti più in grande" spiegò cercando di spiegare al meglio la sua idea.

"Immagina un via vai di modelle nel tuo studio per prenotare il proprio book o clienti che richiedono il tuo lavoro" spiegò chiudendo gli occhi per visualizzare al meglio il suo sogno e donarlo a lui con il suo racconto.

"È quello che ho fatto in questi mesi, solo che è digitale" spiegò lui mostrando il sito che aveva approntato e che aveva la stessa funzione di quello che Marzia stava descrivendo.

"Ecco appunto, potevo immaginare!" disse la ragazza sfogliando le pagine del sito che Mario aveva aperto sul portatile.

"È appena avviato, ma un po' di lavoro in più sta arrivando" ammise lui.

 

"Metti anche le nostre foto!" propose Marzia notando la presenza dei book visti in precedenza.

"L'abbiamo visto, a parte i soggetti, le foto rendono molto meglio" spiegò meglio la ragazza piena di entusiasmo.

"Cavolo, ha ragione Marzia, metti anche le nostre!" confermò anche Manuela.

"No, ragazze così vi vedrebbero tutti!" spiegò loro.

"Perché se passeggio in centro non è la stessa cosa?" domandò Arianna, sapendo bene che molto spesso le ragazze attiravano i commenti dei ragazzi.

"Sì, certo, ma per farlo avrei bisogno delle vostre autorizzazioni innanzitutto" spiegò Mario spiegando tutte le cose legali legate alla pubblicazione di volti.

"Ok, dove devo firmare?" domandò Viviana sorridente. Mario non disse niente.

"Non so se riguarda tutte voi o qualcuna di voi, ma credo che sia geloso!" disse improvvisamente Annarita con un sorriso come per dirgli che l'aveva beccato.

Dopo quelle parole l'attenzione tornò su di lui, anche nella penombra si poteva notare le sue guance arrossire. Non disse niente, sembrava dover assorbire il colpo per essere stato scoperto, come se avesse rubato il dolcetto in una pasticceria e che oltretutto nemmeno poteva mangiare. Chiuse il computer cercando di far finta di niente.

"C'è qualcuno, che deve qualche spiegazione!" sottolineò Marzia con aria da inquisitrice fissando intensamente Mario.

"Lo sai vero che se ci impuntiamo su una qualsiasi cosa la otteniamo?" domandò Viviana guardandolo seria, ma con un sorriso che faticava a trattenere.

"Non c'è niente di male a essere gelosi delle persone cui si vuol bene" lo incalzò Marzia anche lei curiosa di sapere se avesse una preferenza o meno.

 

Girò nuovamente il portatile verso le ragazze che lo guardavano incuriosite.

"Chiedo scusa a chi si è unito da poco all'allegra combriccola, ma serve per chiarire" disse guardando le ultime arrivate.

Fece partire una presentazione, dove in ordine abbastanza cronologico, potevano vedere delle foto alcune delle quali presenti nel blog, dove le protagoniste erano rese irriconoscibili.

"Che cosa vorresti dire?" domandò Manuela riconoscendo le sue scarpe e i suoi piedini tra le altre.

"Sono geloso di tutto questo" spiegò Mario mentre le foto continuavano a scorrere.

"Amore!" disse Marzia sorridente.

"Sei geloso di tutte le ragazze con cui sei stato?" domandò chiedendo conferma a quello che per lei era sempre più chiaro.

"Quindi diventeresti geloso anche di me!" sottolineò Alessia, una delle nuove arrivate, sorridendogli maliziosa.

"Nel senso, avrai già capito che vorrei fare quelle cose che si vedono nelle foto" spiegò sorridente e imbarazzata allo stesso tempo. Alla domanda tutte si attendevano una risposta che sembrava non arrivare. Ci fu qualche attimo di silenzio.

"Immagino di si!" confermò a bassa voce.

"È chiaro che noi ti vogliamo un bene dell'anima, com'è chiaro che tu ti stia legando a tutte noi" confermò Marzia sempre più felice sentendolo, in qualche modo, sempre più suo.

"Ringrazia che sono bloccata qui altrimenti ti avrei dato un bacio" confessò cercando in qualche modo di svicolarsi tra le compagne ammassate per guardare lo schermo del portatile.

"Tra l'altro vorrei farlo anch'io, ma non ho una scusa adeguata!" confessò Manuela sorridente.

"Hai bisogno di una scusa?" domandò Annarita.

"Appunto" l'appoggiò Miriam anche lei tentata dalla cosa.

"Non è il ragazzo di nessuna, saltategli addosso!" suonò la carica Annarita.

"Ferme, ferme, ferme!" disse Mario raffreddando gli animi delle ragazze già in piedi pronte a raggiungerlo. Chiuse il portatile mettendolo nella sua custodia, mantenendo una certa calma, prese il suo smartphone. Le ragazze stranamente si erano fermate davvero, in una sorta di blocco temporale in cui le aveva congelate. Fatto tutto quello che doveva, le guardò e iniziò e scappò correndo nel parcheggio.

Le ragazze non capirono subito, sembravano quasi aver dimenticato le proprie intenzioni, ma quando ebbero fatto mente locale gli corsero dietro.

"Tu non vai?" domandò Annarita rimasta al tavolo da sola con Arianna.

"No!" rispose lei sorridendo tranquilla.

"Alla fine, deve tornare qui a dormire!" aggiunse sorridendo, aveva già pianificato il momento tutto per lei.

 

Erano riuscite a circondarlo, dopo qualche minuto di fuga nel parcheggio.

"Siamo riuscite a fermarlo!" disse Annalisa tornando al tavolo.

"Vuoi dire che si è fatto catturare" precisò Annarita all'amica che l'aveva accompagnata.

"Si credo che sia quello che è successo!" ammise sorridendo, pensando alle sue gambe lunghe.

"Una corsetta per digerire!" aggiunse poco dopo quando si riprese dalla corsa.

L'avevano rincorso nel parcheggio e una volta che si era fatto catturare, lo abbracciarono tutte, anche le ragazze che lo frequentavano per la prima volta, lo vollero abbracciare partecipando al gioco.

Un po' timidamente, all'inizio, avevano partecipato al gioco, prima per aiutare le amiche a fermarlo, poi perché volevano anche un abbraccio da quel ragazzone simpatico e sincero che aveva fatto perdere la testa alle loro amiche.

 

Quando tornarono sul telo dove c'erano tutte le coperte, facendo finta di niente, Arianna si alzò in piedi, passando inosservata da tutti e da Mario stesso, gli saltò in braccio improvvisamente, vedendola all'ultimo momento non si allontanò accogliendola tra le sue braccia. In quel momento, Arianna rubò il primo bacio appassionato e altrettanto catturato dalle foto dei cellulari delle compagne.

 

"Volete una tisana?" domandò Mario dopo essersi staccato dalle labbra di Arianna un po' confuso, come se dovesse cambiare discorso.

"Altroché tisana, io devo andare in bagno!" disse sorridente Annarita pensando che altro liquido nel suo corpo avrebbe accentuato la sua necessità di farla.

"Se vuoi andare in quel bagno, ti serviranno cinquanta centesimi" le fece notare Alessia che ci era già stata.

"Oppure…!" disse Maria un istante dopo guardando le presenti, guardando poi anche Mario.

"Io ti consiglierei la seconda proposta!" suggerì Arianna sorridendo maliziosa facendole capire che c'era un'altra alternativa più eccitante dove poterla fare.

"Posso approfittare?" domandò Annarita lei che aveva intuito a cosa si riferisse Arianna.

"Davvero lo faresti?" domandò anche Annalisa.

 

Non servì nemmeno convincere Mario, e lui sapeva che doveva soddisfarle, come sapeva che non ne poteva fare a meno di farlo, ne sentiva il forte bisogno.

Sembravano essersi messe in fila per approfittare del suo corpo come era prassi ormai. Una normalità che gli era mancata. Si era sdraiato sulla ghiaia per non bagnare inavvertitamente le coperte e il telo sottostante, era a un passo dalla panca, la cosa era utile qualora volessero salire tutte sul suo corpo per mantenere l'equilibrio. Annarita fu la prima ad approfittare del suo pene salendo senza pensieri con entrambi i piedi per schiacciarglielo.

"Ti piace fartelo schiacciare!" constatò entusiasta di stare sopra alla sua erezione con i suoi piedi.

"Ne valeva la pena venire fin qui!" disse Annalisa ansiosa di salire e fare la sua parte.

"Eccome!" si sentì la voce di Annarita cambiare a quella risposta.

 

L'idea di poterlo schiacciare con i piedi era per alcune era un sogno erotico che non avevano mai osato provare con qualcuno, temendo di essere giudicata in malo modo. In quella situazione, forse perché già preparate a quello che sarebbe potuto accadere e, grazie ai video e alle foto del blog che avevano visto, fu per loro come attendere quel treno in perenne ritardo, sul quale, ora erano determinate a salirci a bordo anche se fosse stato in piena corsa.

Glielo schiacciavano una dopo l'altra con gusto e piacere, sensazioni nulla a che vedere rispetto a quelle vissute nei loro sogni. Mario stesso non si aspettava tale piacere nello stare sotto i loro piedi. Come non si sarebbe mai successo di stare al cospetto di così tante ragazze ansiose di calpestarglielo.

Quasi tutte, nel calpestarlo, non avrebbero mai pensato di sentirlo gonfiarsi sotto il loro peso, senza contare il piacere provato nello sporcarglielo, strofinando sul suo pene la suola delle scarpe, una sensazione inconcepibile prima di poterla fare dal vivo gustandosi tale momento.

Avevano notato che quando spingevano con il piede sulla sua cappella gli si gonfiava di più, benché fosse semi buio attorno a loro vedevano ogni cosa chiaramente, grazie ai flash dei cellulari che immortalavano la scena ampliando l'eccitazione delle partecipanti.

Mario sentì la loro eccitazione salire mentre a gruppetti si occupavano di schiacciarglielo. Chi aveva i tacchi provava quella sensazione di lasciare il proprio segno, com'erano ben visibili nelle foto, chiedendo alle amiche di immortalare quel momento, come se fosse una foto obbligata per chi lasciava quel ricordo.

La cosa che non faceva esplodere Mario era il fatto di avere quel momento di tregua durante il cambio tra una ragazza e l'altra.

Chi non aveva provato e chi era rimasto a digiuno, sotto quest'aspetto, si stava sfogando, chi seguiva la massa e chi sperimentava, prima con delicatezza poi con forza e con quel tocco sadico che a Mario piaceva. Bisognava esserlo per farlo, chi più e chi meno, un po' tutte erano sadiche soprattutto mentre lo comprimevano con forza.

Dopo i primi giri in cui le ragazze si toglievano quel piacere scendendo dalla sua erezione, Mario, guidava i loro piedini facendole salire sul petto e su altre parti del corpo, fino a chi voleva farle salire sulla sua faccia.

Non seppe mai se ci fosse stato anche solo un istante che almeno con un piede tutte le presenti fossero in contatto con il suo corpo. Le ragazze che si alternavano sul suo volto non gli permisero di controllare, ma stava benissimo sotto di loro.

 

Era una sorta di patto personale tra i loro piedi e quel pene che a tutti costi, le ragazze, volevano far schizzare ed esplodere.

"Dai, ragazze spacchiamoglielo!" disse Annarita una volta ripreso il posto sull'erezione.

"Dobbiamo farlo schizzare" aggiunse incitando le compagne che con lei stavano proprio sul quel punto.

Era una battaglia tra loro e Mario, lui voleva resistere il più possibile per costringerle a continuare se volevano farlo schizzare, gli piaceva troppo quello che stavano facendo.

Avevano provato a mettergli in bocca due piedini, si accontentavano di farli entrare poco pur di trovare spazio per due. Esplose proprio sotto i piedini di Matilde, che sentì esultare quando si accorse della cosa.

Subito le prime, quelle che avevano già fatto quell'esperienza cercarono di sporcarsi le scarpe con quella crema che era andata sul suo corpo, invitando a chi le aveva sporcate di farsele leccare.

Una scusa per farsele leccare, forse, più probabilmente era il piacere di farsele pulire dal suo stesso orgasmo. Ci fu un problema, a catena chi prima e chi dopo si bagnò.

"Adesso lecchi!" fu la frase più gettonata dalle prime ragazze che avevano preso come affronto il fatto che con il suo gesto, certamente costretto da loro stesse, avesse causato quella reazione a catena.

Si abbassarono pantaloni, slip e quant'altro impedisse loro di farsi pulire.

Annarita, si avvicinò al suo volto tenendo il corpo di Mario tra le gambe aperte. Non c'era molta luce, ma a Mario sembrava di averla vista gocciolare. Sapeva già che gusto aveva, gliel'aveva già leccata in discoteca più volte, non aspettava altro.

"Posso fare il mio bisognino?" domandò lei guardandolo dall'alto.

"Fatelo insieme" propose Mario. Anche a lui, non sembrava di aver detto quelle due parole. Aprì la bocca chiudendo gli occhi per paura che le gocce cadessero in quel punto, che sarebbe stato fastidioso.

Non vide l'avvicendarsi delle ragazze, come non si accorse se avessero approfittato tutte di quel servizio, ma tutto quello che gli entrava in bocca beveva insaziabile.

Qualcuna, esitò lasciando il posto alle altre, forse per pudore o forse perché non se la sentiva di fargliela in bocca, quando, una delle ragazze non resistette nel trattenerla gliela fece su quel pene che avevano calpestato fino a poco prima. Quando fu il momento della pulizia, il secondo giro, tutte passarono offrendola alla sua lingua, per curiosità più che altro, spinta da una forte eccitazione nel vedere chi le precedeva eccitarsi ancor di più di quanto lo erano mentre gli stavano calpestando l'erezione.

 

Stava leccando di gusto, eccitandosi contemporaneamente a chi usava la sua lingua per farlo, quando una delle ragazze gli vestì il pene ancora rigido di un preservativo e approfittò di lui. Lo usarono tutte, cambiandolo ogni volta, lo cavalcavano per una decina di minuti, giusto il tempo per raggiungere il proprio limite, dandosi poi il cambio, come si davano il cambio sulla sua bocca per farsi pulire.

Durò a lungo quello splendido rituale condiviso. Nessuna volle prendersi più di quanto spettasse alla compagna, fosse amica da una vita o conosciuta qualche ora prima.

Quando si allontanarono, Mario le guardò come per chiedere il bis, bis che c'era stato in tutto nelle ore passate a terra a soddisfarle.

Era passato a tutte il freddo, era Mario che un po' bagnato dai loro umori e dal loro liquido dorato sentiva freddo.

 

"Alzati, o prendi freddo!" disse Manuela dopo che tutte le ragazze si erano rivestite.

Mario si alzò, alcune delle ragazze gli tolsero i sassolini che sembravano avergli fatto da agopuntura durante tutto il tempo, qualcuno sembrava essersi proprio infilzato nella sua pelle rimanendo incastrato. Le ragazze premurose, tolsero quelli che vedevano, lo illuminarono con i cellulari togliendoli uno dopo l'altro.

"Vado a fare una doccia!" annunciò una volta rivestito. Prese dal van un cambio e si diresse verso le docce.

"Vengo anch'io ad aiutarti" disse Dana accompagnandolo verso le docce.

Un'idea che era venuta a tutte, come uno sciame di api seguirono la loro ape regina verso i bagni per vederlo mentre si lavava.

 

"Amo, hai ancora dei sassolini sotto la spalla" disse Manuela avvicinandosi a lui. Ne trovarono altri bagnandosi un po' pur di toglierli.

La cosa piacevole della doccia calda, erano delle mani più o meno calde che lo asciugavano, con la scusa di toccarlo forse, ma pur sempre piacevole.

"Come posso non legarmi a chi mi fa stare così bene?" domandò Mario. Con Marzia e Viviana abbracciate a lui tornarono al van.

Tornarono sotto la capanna a far nottata.

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