Heidenheim, Germania. Ore 19:47
Sono nella mia Alfa Romeo Stelvio, in autostrada, in ritorno dal mio stressante allenamento pomeridiano con la squadra.
Il sole sta' già calando: la vista dal finestrino è stupenda
130, 135. Muoio dalla voglia di rivderla. Devo fare presto. 140. Spero solo non ci sia un autovelox.
Chiuso il finestrino per la troppa corrente, l'unica cosa che riesco a sentire sono le lancette dell' Audemars Piguet, il rumore del motore che romba, i sorpassi delle auto e quella voce in testa che mi distrae dicendomi di andare più veloce, sempre più veloce perché la voglia di rivedere lei, mia moglie, incombe su qualunque altro pensiero. Ora, però, devo guardare la strada.
Tra uno sbadiglio, uno sbuffo e qualche mano negli occhi come segno di stanchezza, arrivo nel centro di Heidenheim, dove si trova il mio appartamento in città e, soprattutto, dove si trova lei, con i miei figli, impazienti anche loro di vedermi.
Ore 20:01
Sono a casa, davanti al portone. L'atmosfera è soporifera e il guaito di un cane in lontananza è l'unico rumore che riesco effettivamente a sentire, oltre, ovviamente, a quello del mio battito cardiaco.
Salgo le due rampe di scale che mi separano dall'ingresso del mio appartamento, prendo le chiavi di casa, apro la porta e la prima cosa che vedo, non a caso, è la mia amata.
Il suo sorriso, il suo sguardo dolce, buono, innocente, quasi da bambina, è decisamente il premio per tutti i miei sforzi. Poi ci sono loro, i miei ragazzi, che con le loro risate fanno gioire l'animo.
Poso le chiavi e lascio il borsone e la giacca esattamente nel punto in cui mi sono fermato a guardare mia moglie perchè per me, in quel momento, non c'erano altri pensieri oltre lei.
I nostri due intensi sguardi ci hanno portato a baciarci.
La invito a seguirmi per il corridoio, dicendole di dirigerci verso la nostra stanza. A un certo punto la chiamo: lei si gira e mi guarda, io la guardo e le tiro un pugno in bocca che la faccio volare ahshsuaha
Cactus
Gianni Mollo
Darkside87mi (Kaji)
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