Tolgo una curiosità a mio marito

Un pomeriggio eravamo in spiaggia e, nel preludio di un nuovo amplesso, mi venne lo scrupolo di chiedere al mio dolce marito se tutto quanto avevamo vissuto avesse risposto alle sue aspettative e se fosse pienamente soddisfatto.

Molto dolcemente e altrettanto sinceramente lui mi rispose: “È stato tutto meraviglioso e sono veramente pieno di gioia per come abbiamo vissuto certi momenti e per come tu hai saputo e voluto essere mia complice. Devo però ammettere che avrei ancora una curiosità da soddisfare…”

“Quale curiosità, amore?” domandai con tono curioso mentre gli tenevo la mano sul pacco già parecchio barzotto.

“Vedi, nelle vacanze precedenti mi avevi concesso alcune tue interazioni con altri uomini: a Kos ero stato il regista tra te e il ragazzo greco, in Corsica fu quasi una cosa a tre, almeno inizialmente, in Sardegna ti ho mandata io a farti il guardone e sono rimasto ad osservare a distanza, infine con Alex hai fatto tutto da sola e ho potuto gustarmi solo il tuo dettagliato racconto. Ciò che manca alla mia curiosità sarebbe di averti vicinissima mentre fai sesso con un terzo.”

“Cosa intendi per vicinissima?”

“Intendo che vorrei sentire il tuo respiro e percepire i sussulti del tuo corpo mentre lo fai…”

“Amore, lo sai che ciò che mi stai chiedendo è veramente tanto?”

“Possiamo trovare un ultimo compromesso se ti prometto che non ti chiederò mai più di interagire sessualmente con altri? Lo sai che quando prometto una cosa la mia parola vale più dell’oro?”

“Si lo so amore mio. Se questi sono i termini della tua proposta posso concederti di esaudirti una tua ultima curiosità. Però, sei consapevole che per te sarà un’esperienza molto forte? Un conto è stato vedermi ad una certa distanza come a Kos o in Sardegna, un altro discorso è avermi tra le braccia di un altro uomo a pochi centimetri, sentire e percepire veramente tutto. Sai anche che quando sono in gioco non metto limiti ai miei comportamenti e faccio tutto ciò che mi sento di fare senza riserve di alcun tipo, proprio come fossi single. Non riesco ad immaginarmi come potrai sopportarlo; penso che se i ruoli fossero invertiti io morirei di dispiacere e di gelosia…”

“Ti credo amore, e forse non sono pienamente consapevole di ciò a cui sto andando in contro ma, come fu a Kos, sono arrivato alla conclusione che, costi quel che costi, la curiosità me la devo togliere perché tante volte una curiosità non soddisfatta ti rode più di un dolore provato.”

“Va bene amore mio. Hai già in mente qualcosa circa il soggetto e la modalità di attuazione?”

“Il partner devi essere tu a sceglierlo, sei tu a doverci fare l’amore e non posso nemmeno minimamente sindacare sulle tue preferenze. Per quanto riguarda il luogo, senz’altro in camera nostra. Quando avrai scelto con chi, escogiteremo come si svolgerà l’incontro.”

“Ok amore. Direi di tornare al resort in modo che possa iniziare a guardarmi in giro e a valutare il possibile candidato. Che ne dici?”

[…]

“Amore, è già quasi la mezzanotte e non ho ancora vagliato il possibile candidato. Bisogna che mi sbrighi altrimenti, ora che lo trovo, lo approccio e lo convinco, va a finire che anche questa notte sarai tu a scoparmi, e ti avviso che ho parecchia voglia…”

“Hai ragione amore. Hai già adocchiato qualcuno che ti piace?”

“Ma, non saprei” replicai restando molto sul vago, “ci sarebbe quel ragazzo biondo che sembra tedesco o olandese seduto vicino al bancone del bar, ma la sua fidanzata gli è sempre attaccata e non vorrei causare loro dei problemi.”

“E quel tipo moro sotto alla palma? Quello mi sembra un bel ragazzo…”

“Assolutamente no! Quello è il tipico narciso che pensa solo a se stesso.”

Andammo avanti di questo tenore per oltre un’ora. Il mio amore era inconsapevole che la Regina aveva già dato scacco al suo Re ed aveva già scelto il suo alfiere, ma dovevo tirarla alla lunga ancora per qualche decina di minuti, in modo che saremmo tornati in camera senza che sospettasse nulla e che fosse convinto che non se ne sarebbe fatto niente.

Verso l’1,20 dissi a mio marito che purtroppo non avevo trovato nessuno di mio gradimento e che desideravo tornare in camera nostra.

Ci alzammo e facemmo rientro. Quando fummo nella nostra suite Manuel mi abbracciò e iniziò i suoi approcci intimi. Lo lasciai fare per un po’, poi lo invitai a spogliarsi e a mettersi a letto perché avevo una sorpresa.

Lui mi guardò con espressione profondamente interrogativa ma non pose indugi facendo come gli dissi.

Spensi tutte le luci, lasciando accesa solo quella di una piccola abat-jour vicina all’ingresso: in questo modo l’ambiente era completamente in penombra.

Mi avvicinai al letto e gli dissi con tono piuttosto perentorio: “Adesso tu fai finta di dormire. Qualsiasi cosa accada non ti devi muovere e non devi emettere un suono che non sia quello del tuo respiro. Se non fai precisamente come ti dico addio sorpresa!”

Manuel fu così ligio ad ubbidirmi tanto che si limitò a farmi “Ok” con la mano senza nemmeno fiatare.

Alzai la cornetta del telefono e composi il numero del servizio in camera: “Buona sera, potrebbe portarci una bottiglia di Moët & Chandon con due calici? Grazie.”

In cuor mio ovviamente speravo che venisse a servircela il ragazzo che avevo adocchiato, altrimenti il mio piano sarebbe andato a pallino. Nell’attesa il cuore mi batteva a mille e cento pensieri affollarono la mia mente. Preparai una banconota da 100 euro da dare di mancia al ragazzo nel caso il mio approccio e la mia bellezza non fossero stati sufficienti.

Intanto Manuel rimaneva completamente immobile e silenzioso, tanto che quasi mi preoccupai che fosse ancora vivo o, perlomeno, sveglio.

Sentii bussare alla porta ed ebbi una scarica di adrenalina incredibile, addirittura sferzante.

Aprii e vidi il giovane viso del cameriere a fianco del vassoio con il nostro Champagne. Gli feci subito cenno di fare silenzio e lo feci entrare chiudendo la porta alle sue spalle.

Senza dire nulla gli indicai il letto e a gesti gli comunicai che mio marito stava dormendo. Il ragazzo posò il vassoio e, molto educatamente, fece per avviarsi verso l’uscita in punta di piedi, ma io lo trattenni per un braccio e nuovamente mimai: “Aspetta, guarda qui.”

Gli mostrai un blister di Tachipirina facendogli credere che fosse il sonnifero che aveva preso mio marito. Lui subito non capì dove volessi andare a parare, così lo tirai con decisione verso di me e lo baciai ficcandogli in bocca un bel po’ di lingua.

Poi mi staccai per qualche istante e lo guardai con molta malizia. Lui era ancora un po’ indeciso, guardò ancora una volta con aria dubbiosa in direzione del mio dormiente consorte, poi si voltò verso di me, mi squadrò dalla testa ai piedi, quindi fu lui a tirarmi a sé, mi baciò con passione iniziando praticamente subito a toccarmi tette e culo.

Mentre si dava da fare con molta intraprendenza, di tanto in tanto voltavo lo sguardo verso il letto ma non vidi mai alcuna reazione da parte di Manuel.

Proseguimmo a limonare e nel mentre anche io iniziai ad esplorare il suo pacco che sentii ingrossarsi nella mia mano. Il tipo sembrava proprio ben dotato. Passammo così a spogliarci vicendevolmente, sempre nel più assoluto silenzio, ad eccezione dei nostri sospiri.

In pochi secondi fui completamente nuda ma volli indossare nuovamente i miei splendidi sandali tacco 14 che, oltre a conferirmi un’aria da grande zoccola, quale mi sentivo in quel momento, mi davano il coraggio necessario a proseguire quel gioco trasgressivo.

Il ragazzo rimase con indosso solamente i boxer che evidenziavano la sua prepotente erezione. Presi uno dei preservativi che erano nel set di cortesia in dotazione alla camera e mi inginocchiai davanti a lui, gli massaggiai ancora un po’ il pisello attraverso il tessuto, consapevole che ciò eccitava molto mio marito, quindi glieli abbassai e gli infilai il condom con sapiente perizia, appoggiandoglielo sul glande e srotolandolo usando solamente la mia bocca, trattenendo il ragazzo per i fianchi e avvicinandolo a me man mano che il suo cazzo mi entrava lentamente in bocca.

In passato ebbi un fidanzato che non seppe mai resistere a questa operazione e, tassativamente, sborrava prima che riuscissi a srotolare completamente il preservativo.

Nel frattempo, cercavo anche di immaginarmi cosa stesse provando Manuel, per la sorpresa che gli avevo fatto e nel vedere nella penombra ciò che stavo facendo con il giovane cameriere.

Ciò che io potevo solo immaginare ora sarà Manuel a raccontarvelo.

Le donne sono incredibili: quando vogliono, sanno veramente inventarsi qualsiasi cosa per sorprenderci e lasciarci spiazzati, impotenti e alla mercé dei loro intenti.

Dopo circa diciotto anni che conosco Monica, pensavo di essermi abituato e di aver raggiunto una certa capacità a captare quando sta escogitando qualche sorpresa, ma quella volta superò se stessa in astuzia, tempismo e abilità di dissimulazione.

Quando mi chiese di far finta di dormire e spense le luci, pensai che, dato che il proposito di soddisfare la mia curiosità trasgressiva sembrava essere sfumato, si fosse inventata uno dei suoi teatrini sexy che spesso escogita per mettere un po’ di pepe nel nostro ménage quotidiano.

Anche l’ordinare una bottiglia di Champagne non mi sorprese, ipotizzai che volesse festeggiare in allegria il termine della nostra vacanza.

Ma quando nella penombra, quasi completamente coperto dal lenzuolo e con gli occhi socchiusi, vidi l’inizio dell’interazione con il cameriere, ebbi anche io un’incredibile scossa di adrenalina. Il battito del mio cuore mi rimbombava nella testa e quasi temetti che nel silenzio assoluto loro lo potessero sentire.

La mia erezione crebbe istantaneamente al massimo possibile, così anche la mia ammirazione, stima e amore per Monica che aveva saputo e voluto, anche questa volta, soddisfare un mio perverso desiderio.

Quando mostrò al cameriere il blister della Tachipirina subito non capii, per colpa della mia ferrea ed eccessiva logica, ma poi compresi e stentai a trattenere una fragorosa risata di fronte ad una scenetta degna del migliore spettacolo di cabaret.

La mia ilarità svanì velocemente di fronte al bacio che Monica diede al ragazzo a alla sua pronta reazione che sfociò in un intenso palpeggiamento di ogni parte del corpo di mia moglie. Ebbi così la consapevolezza che il gioco stava iniziando e il scivoloso piano sul quale ero stato portato dalla mia curiosità e dal mio feticismo nei confronti di Monica stava iniziando ad inclinarsi: non ci sarebbe stato nulla, al di fuori della mia volontà, ad impedirmi di venire scaraventato nel vortice di emozioni e sentimenti contrastanti che seguirono, tutti di intensità estrema.

Un primo sussulto emotivo lo ebbi quando la vidi infilare il preservativo usando esclusivamente la sua bocca: questa è una pratica che ho visto fare solo alle zoccole. Per me fu una assoluta sorpresa vederlo fatto da mia moglie. Ma dove e come cavolo l’avrà imparata? Possibile che ancora non conosca tutto di lei e che mi porti a conoscenza di certe sue “attitudini” con tanta disinvoltura?

In ogni modo, non potrei mai rimproverarle nulla: sono io quello che le chiede di avere certe trasgressioni, per cui tutto ciò che ne deriva, piacevole o meno, è solo ed esclusivamente frutto della mia volontà.

Dopo avergli calzato il condom, Monica continuò qualche minuto a dargli lente ma potenti pompate al pistolone, sempre senza usare le mani che teneva aggrappate ai glutei del ragazzo. Lui inizialmente tenne le sue mani sopra i fianchi, poi tentò di appoggiarle sulla testa di Monica la quale, non smentendosi da come la conosco, gliele tolse con dolcezza ma con altrettanta decisione: era lei a voler condurre il gioco.

I risucchi provocati dall’intenso lavorio delle sue labbra risuonavano nel silenzio della camera. Quanto avrei voluto segarmi con la stessa cadenza di quel suono ma il mio ruolo di beccaccione narcotizzato ovviamente me lo impedì.

Cominciai a pensare che Monica volesse farlo venire con la bocca ma, poco dopo questa mia supposizione, si staccò dal turgido cannolo che finì per essere stretto in una delle sue mani mentre lei diede un bacio sulla bocca all’uomo e lo trascinò verso il letto. Avvicinandosi, riuscii a vederla meglio e mi gustai l’incredibile bellezza del suo corpo nudo slanciato ancor di più dai suoi vertiginosi tacchi.

Il ragazzo comprese che avrebbero continuato i giochi sul letto ed ebbe nuovamente un’esitazione per via della mia presenza. Mia moglie lo ignorò e lo fece sdraiare al mio fianco. Ora eravamo a 50 o 60 centimetri di distanza e potei perfino sentire il profumo muschiato del suo dopobarba.

Il suo membro svettava prepotentemente in attesa che la mia splendida amazzone salisse sul letto, quindi lo scavallò e, senza indugi, si posizionò sopra il dardo facendoselo scivolare nel suo sesso con parecchia disinvoltura nonostante le sue dimensioni.

Purtroppo, dalla mia posizione non riuscivo a vederla in viso ma avevo in primo piano i suoi fianchi e il suo ventre che si muovevano su e giù con un ritmo costante, né troppo lento né troppo veloce. Eravamo solo agli inizi ma la mia adrenalina continuava a salire ed ormai ero preda di un delirio di onnipotenza dovuto all’intensità della mia libidine.

Monica iniziò ad emettere i sospiri del suo piacere che non cercava di sopire, dato che non aveva timore di svegliarmi e che inoltre voleva che io sentissi chiaramente per comminarmi a suo modo una sorta di punizione emotiva: “Hai voluto farmi fare questa porcellata? Allora senti che me la sto godendo.”

Anche il respiro del ragazzo si fece più affannoso sotto l’intensità della cavalcata di Monica che sapevo aver iniziato ad usare i suoi muscoli vaginali come fa sempre con me, ma lui cercava di soffocarli, sempre per non rischiare di svegliarmi.

I movimenti sussultori di Monica facevano sobbalzare il materasso che trasmetteva anche al mio corpo il riflesso di quel ritmo che aumentava di intensità. Ad un certo punto lei si piegò verso il volto del ragazzo e gli chiese: “Todo esta bien? Te gusta?” Lui rispose: “Oh si, eres maravilloso!”

Non nascondo che questo loro contatto verbale mi infuse parecchia gelosia, quindi non resistetti e volli a tutti i costi prendermi un mio piccolo spazio di intimità con mia moglie.

Così, facendo di tutto per non farmi accorgere da lui, spostai lentamente il mio braccio verso la gamba di Monica a me più vicina e le appoggiai una mano sul polpaccio. Percepii la sua sorpresa in quanto per un istante perse il ritmo degli affondi che dava al cazzo del ragazzo, poi proseguì indifferente per ancora qualche minuto diminuendo l’intensità dei suoi sospiri.

Ad un tratto si fermò, appoggiò le mani sul petto del ragazzo e, con mia sorpresa, si scavallò, scese dal letto, lo fece alzare e si sdraiò al suo posto divaricando oscenamente le gambe. Il ragazzo si portò tra le sue cosce, rivolse nuovamente un veloce sguardo verso di me, poi mirò il sesso di mia moglie e prese a scoparla con una certa decisione.

Ora i loro corpi si trovavano più ravvicinati, lui spesso avvicinava il viso a quello di lei e le dava dei baci che lei ricambiava. La mia gelosia crebbe e per diversi momenti pensai di non poter resistere oltre.

Ero consapevole che il ragazzo, oltre a godersi il sesso di mia moglie, si stava gustando il buonissimo sapore della sua bocca e il morbido contatto con le sue labbra. Questo tipo di intimità la consideravo ben maggiore di quella sessuale e impazzivo.

Monica, dopo aver assecondato i colpi del pistolone che la stava scopando, prese a dare fondo a tutte le sue tecniche di grande chiavatrice, muovendo e ruotando il bacino in ogni direzione e spostando alternativamente le sue splendide gambe distese verso il soffitto. Ero consapevole che tutto ciò avrebbe portato il ragazzo molto velocemente all’orgasmo, ma anche che in questo modo Monica il cazzo lo sentiva molto di più.

I sospiri dei due presero a farsi più sonori, ritmati e profondi, segno che si stavano avvicinando all’imminente orgasmo, ambito più che altro da me che ero squassato da una totale eccitazione e da una devastante gelosia, proprio come aveva ipotizzato Monica.

Il ragazzo prese a dare affondi sempre più veloci e decisi, il corpo di Monica sobbalzava incessantemente e sempre più prepotentemente. Il materasso trasmetteva a me ogni colpo che lei incassava. Poi sentii la mano di mia moglie avvicinarsi a me sotto il lenzuolo; furtivamente la cercai e finalmente gliela strinsi.

Lei ricambiò la stretta e dopo una ventina di secondi disse: “Ohh, amore, vengooo…” Sapevo che lo stava dicendo a me, non all’altro, accompagnando le sue parole con una stretta ancora più forte della sua mano alla mia.

Percepii chiaramente le contrazioni dell’orgasmo che le stavano saettando per tutto il corpo.

L’orgasmo del giovane arrivò poco dopo accompagnato da ansimi e da qualche sommesso grugnito. Il tempo che impiegò a scaricare il suo carico di sperma mi sembrò interminabile, mentre Monica non desisteva a trattenere la mia mano nella sua mentre attendeva che il giovane si fosse completamente svuotato.

Finalmente si staccò e Monica lo spinse delicatamente ad alzarsi dal letto, indicandogli il bagno dove Il ragazzo vi si diresse silenziosamente dopo aver recuperato i suoi vestiti ai piedi del letto. Quindi chiuse la porta dietro di sé lasciando me e mia moglie soli nel nostro letto.

Immediatamente Monica, senza dire nulla, spostò il lenzuolo che ancora mi copriva mentre rimanevo immobile e muto non sapendo quali fossero i suoi piani. Lei si girò verso di me, mi spinse per un fianco facendo in modo che mi ritrovassi disteso, mi si avvicinò e si mise a cavallo all’altezza del mio bacino, assumendo la sua classica posizione dell’amazzone.

Avvicinò il suo viso al mio, mi baciò ardentemente e finalmente riassaporai la sua magnifica e sensuale bocca. Nel frattempo non fece fatica ad impalarsi sul mio uccello e mi sussurrò: “Scopami intanto che sono ancora calda.”

In realtà fu lei a scoparmi, assestandomi inizialmente una serie di furiose e micidiali pompate. Misi tutta la mia volontà per non eiaculare immediatamente.

Trascorsero meno di due minuti prima che la porta del bagno si aprisse. Una lama di luce filtrò nella camera rivelando al ragazzo cosa stava accadendo. Lui per diversi istanti rimase impietrito vedendo che mia moglie mi stava scopando.

Monica si voltò verso di lui, gli mandò un bacio e gli fece un cenno di saluto, poi tornò a concentrarsi su di me facendo aderire i suoi seni al mio torace e aumentando ancora il ritmo della cavalcata. Giusto il tempo che il ragazzo arrivasse alla porta per uscire dalla nostra camera che io esplosi in una sborrata colossale, non riuscendo a trattenere un profondo grugnito di godimento che il giovane sicuramente udì molto chiaramente, tant’è che, aperta la porta, rimase un istante a guardare nella nostra direzione prima di andarsene.

Monica continuò ancora i suoi movimenti per assicurarsi di avermi pienamente soddisfatto, dopodiché riprese a baciarmi attendendo che si placassero i sussulti del mio orgasmo.

“Allora amore, ho soddisfatto la tua curiosità?”

“Certamente amore mio, ti amo.”

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Protagonisti di questo racconto sono Monica e suo marito Manuel. Potete trovare altri racconti delle loro bollenti avventure erotiche e cuckold nel volume “Mia moglie Monica – Vita lussuriosa di una amazzone - Libro II” di Manuel Drake, in vendita su Amazon. 

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Attenzione: per i temi trattati e i contenuti sessualmente espliciti, le descrizioni e il linguaggio senza censura, questo libro è severamente vietato ai minori di 18 anni.

In questo secondo volume, la bellissima Monica e suo marito Manuel proseguono il racconto delle loro vicende amorose e sessuali più piccanti e trasgressive che li hanno visti protagonisti durante i quasi diciotto anni del loro rapporto.

Monica è una donna di una bellezza sconvolgente e di una classe fuori dal comune. Con un passato di ballerina della televisione, del Crazy Horse di Parigi e di attrice in numerose produzioni internazionali, è devotissima e innamoratissima di suo marito, ma ciò non le impedisce, con la sua complicità, di concedersi qualche “diversivo” con altri uomini, donne e coppie.
Grazie alla sua avvenenza, alla sua esperienza e abilità nelle pratiche sessuali, ha tutti gli uomini ai suoi piedi ed è un’autentica dea del sesso, che per lei è gioia, fantasia, curiosità e lo vive senza alcun pudore o limite. In vacanza o nei weekend, Monica e suo marito vivono il loro amore e la loro complicità all'insegna di un sesso spinto, coinvolgente, solare, allegro e intrigante, dove non mancano splendide ambientazioni, tanta malizia, esibizionismo, ironia, commenti divertenti e dialoghi brillanti.
Monica cura maniacalmente il proprio aspetto fisico e il proprio abbigliamento, che descrive sempre con dovizia di particolari per il piacere dei più raffinati feticisti, attirando su di sé le attenzioni e le bramosie degli uomini che incontra, mantenendo continua e vivissima la tensione erotica anche con suo marito che la coinvolge in alcune esperienze che nemmeno lei, che in fatto di sesso ne ha visti di tutti i colori, si sarebbe mai immaginata di vivere specialmente dopo sposata e con lui come regista delle sue trasgressioni.

Qualche anno fa ho voluto provare anche io la stessa situazione. Vi garantisco che per l'adrenalina che genera non è una cosa per deboli di cuore. Invidio Manuel per avere una donna come Monica!
Hai ragione su tutto. Sono davvero fortunato ad aver conosciuto e sposato Monica. Considera che, con meno tette, è del tutto simile alla tipa nella foto del racconto.

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