Per i #selezionati da AmaPorn, vi propongo oggi un racconto crudo e piacevole di @Sirio_Damiano. Giovanna.
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Quel week-end, io ed Elisa eravamo ospiti di Loris e Annalisa, e, tutto sommato era una specie di week-end di lavoro visto che passavo la maggior parte del mio tempo a convincere Loris a concedermi l’ennesimo finanziamento per rimettere in careggiata la mia società.
Oltre a noi due, ospite nella villa in Sardegna di Loris e Annalisa, Jahi, l’amico senegalese del figlio Marco. Diciannove anni appena, pelle scura, fisico scultoreo.
Subito avevo notato in che modo osservava Elisa, e la cosa non mi meraviglia affatto. Anzi, mi eccitava, e non solo me, infatti una delle fantasie più ricorrenti che frullava in testa a me e alla mia signora era quella di fare una cosa a tre con un ragazzo giovanissimo, e pure magari di etnia straniera.
Jahi, sembrava proprio fare al caso nostro, giovane bello, con un fisico divino. Quando rimanevamo soli in casa con lui, la madre delle mie bimbe non perdeva occasione di provocarlo anche con dei semplici innocui gesti, e lui non rimaneva certo indifferente, per questo una sera io e Elisa, decidemmo in comune accordo di gettare l'amo verso la nostra prediletta preda, e di tentare così di realizzare una volta per tutte quella nostra torbida fantasia.
La casa era completamente a nostra disposizione visto che quella sera Loris e Annalisa erano usciti, e poi, un bicchiere di vino, le luci soffuse, quattro chiacchiere e la scintilla scoppiò. Jahi non era solo un ragazzo bello sensuale, educato, simpatico, era anche un vulcano di lussuria. Diciannove anni appena ma non si fece nessun remore a gettarsi in una cosa a tre con una coppia che aveva più del doppio dei suoi anni.
Fu eccitante vederlo lì in piedi mentre io ed Elisa con mani tremanti gli sbottonavamo i jeans. E ancora più eccitante fu sfilar fuori quel grosso arnese duro, caldo, nero.
Per me e Elisa, non era affatto la nostra prima esperienza trasgressiva di coppia: cose a quattro, a tre, sesso con escort, e altro ancora … insomma in quindici anni di matrimonio non c’eravamo fatti mancare nulla, ma quell’esperienza surclassava tutte le altre già vissute. Era così eccitante leccare assieme quel giovane cazzo, quasi come fosse un dolce che stavamo condividendo. Già, la nostra eccitazione era proprio a mille, e pure quella del giovane Jahi, ma bastò una voce e poche parole per spezzare il tutto.
-Ma che state facendo!!! Ricordo ancora che ci voltammo all’istante, e la visione di Loris e Annalisa lì, in piedi sotto l’arco d’entrata del soggiorno mi mozzò il fiato. In un niente mi sentii finito. -Ecco!-mi esclamai in testa. -Di pure addio all’amicizia di Loris, al prestito, alla possibilità di salvare l’azienda … e probabilmente anche alla patria potestà delle bimbe, appena questa storia comincerà a girare.- pensai … e non dissi nulla.
-Non stavamo facendo nulla di male,- mormorò invece Elisa, affianco a me, e ancora in ginocchio come me.
-Nulla di male!?- esclamò Annalisa. -Succhiare il cazzo a un diciannovenne lo chiamate nulla di male?- ci derise. Giuro, ero sul punto di pigliare un infarto dalla vergogna. Furono solo le parole successive della moglie del mio amico, a lasciarmi la speranza, che forse non tutto era perduto.
-Siete proprio due bravi porcellini,- mormorò ridendo. -Allora, ci fate assaggiare anche a noi, questo dolce africano … - bisbigliò poi, e senza aggiungere altro si raccolse i cappelli, e raggiuse me ed Elisa, di fronte a quel statuario ragazzo.
-Annalisa!!! Amore!!! Ma che fai???- sbottò sconvolto Loris. -Non rompere,- gli rispose lei dandogli di spalle. -Dici sempre che dovremmo provare qualcosa di trasgressivo, ma che ci manca l’occasione … eccola tesoro, l’occasione!!!
Loris non aggiunse altro, sconvolto ed eccitato si avvicinò pure lui. -Posso sedermi?- bisbigliò Jahi, stordito da quella situazione. -Certo tesoro,- gli rispose Annalisa, mentre io e Elisa ci rialzammo in piedi.
-Dunque, volevi farti scopare da una coppia matura?- domando poi maliziosamente al ragazzo.
-Ehm… be.. in un certo senso,- rispose imbarazzato lui. -E invece a scoparti saranno due coppie mature!- ribatté divertita lei. -E ora che si fa…- mormorò confuso Loris. Di tutti noi sembrava il più sconvolto. A rispondergli ci pensò la moglie.
-Bè, con tutti i porno che ti guardi, dovresti sapere che si fa all’inizio di un’orgia,- ridacchiò. Lui rimase zitto. -Ci si spoglia sciocchino!- aggiunse lei ridendo.
E così, cominciammo a spogliarci velocemente. Fu solo lo squillo del cellulare di Annalisa a rallentare di molto i nostri gesti. A chiamarla era il figlio Marco, l’amico di Jahi. Ci sentimmo tutti imbarazzati, Jahi compreso. L’unica non imbarazzata pareva Annalisa, che parlando al cellulare con il figlio continuava comunque a spogliarsi. -Sì, il tempo è bello …
-Hai mangiato tesoro della mamma?
-Sì, qui con noi ci sono anche Elisa ed Alex… -Il tuo amico Jahi, un vero tesoro… -Cosa stiamo facendo adesso??? -Ehm, stiamo giocando tutti e cinque a Scopa. -Come dici … Jahi non conosce la Scopa … beh… gliela insegneremo. -Okay tesoro … ciao, ciao! -Dunque Jahi?- domandò poi a fine telefonata intenta a sfilarsi le mutande. -Non conosci la Scopa Italiana?
-No signora!- rispose Jahi. -Be’, la scopa possiamo insegnartela domani,- gli sussurrò maliziosamente mia moglie Elisa. -Ora, ti insegneremo come scopano gli Italiani,- aggiunsi io, ridendo. -E credi a noi,- gli disse il mio amico, che nel frattempo si era pure lui surriscaldato. -non esiste al mondo un popolo più porco e voglioso del nostro.
Quella fu l’ultima battuta, l’ultima parola a riecheggiare nell’immenso soggiorno, prima di lasciare spazio a soli gemiti di piacere. Elisa e Annalisa, si misero in ginocchio tra le cosce del ragazzo incominciando a lavorarsi quei trenta centimetri a suon di lingue, bocche, tette.
In circolazione non esistono manuali per certe evenienze perciò si improvvisa, e mentre le nostre signore si stavano gustando il banano africano, io e Loris pensammo bene di fare assaggiare al ragazzo due bei biscottoni italiani. Infatti saliti in piedi sul divano, uno a destra e l’altro a sinistra riempimmo quella giovane bocca dalle labbra carnose. Giocosa sguizzava la sua lingua tra le nostre cappelle, e quello fu solo l’inizio …
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