Oggi viviamo in un’epoca nella quale abbiamo a disposizione la tecnologia più avanzata a prezzi stracciati, questa storia iniziò proprio “grazie” ad un aggeggio tecnologico che mi ero comprato in Cina su una famosa piattaforma di acquisti on-line.
Una notte, svegliatomi per andare a fare pipì, accesa la luce, ebbi la sgradita sorpresa di scorgere uno scorpione che risaltava nero sul pavimento bianco del corridoio! In tanti anni mai nessun insetto schifoso o pericoloso aveva popolato la mia casa, da dove cazzo era arrivato quello sgradito ospite?
L’ipotesi più probabile era che fosse arrivato con i vasi di fiori che avevano messo sul pianerottolo per lo sposalizio della figlia della vicina e che si fosse poi intrufolato in casa passando sotto la porta.
Però la faccenda mi aveva terrorizzato, non avevo alcuna voglia di esser punto infilando i piedi nelle pantofole o camminando scalzo in corridoio, magari al buio, per andare a bere o in bagno.
Avevo letto che gli scorpioni si potevano individuare rapidamente usando una torcia a raggi UV, dopo una rapida indagine di mercato, come ho detto, ne comprai una in estremo oriente.
Quando arrivò, dopo il solito mesetto di attesa, cominciai a scoprirne gli usi più disparati, potevo scoprire le banconote false, potevo scoprire le pietre preziose false, evidenziava lo sporco e la presenza di colonie batteriche e potevo rivelare, anche a distanza di anni, tracce di sangue o di sperma!
Roba da polizia scientifica insomma!
Mi divertii così a ispezionare la casa, non credereste quanto sporco si annida anche nelle case più pulite, il bagno scintillava del verde delle colonie batteriche, il muro dietro il letto era costellato di schizzi brillanti, schizzi probabilmente di sperma rinsecchito, schizzi , invisibili alla luce normale, che, o per un pompino con sega finale o per una scopata dove avevo eiaculato in faccia a mia moglie che aspettava lo schizzo a bocca aperta, erano arrivate , senza che ce ne accorgessimo, addirittura sul muro, alcune dovevano risalire ad anni addietro addirittura, visto che erano tantissime, un vero cielo stellato!!
Reliquie del tempo in cui scopavamo come ossessi!
Una sera, mia moglie tornata dalla parrocchia era andata immediatamente a lavarsi, aveva indossato il pigiama e aveva lasciato la sua biancheria intima nel cestone dei panni da lavare.
Io, più per curiosità che per altro, presi la torcia UV e, non mi sono mai spiegato il perché, andai a dare uno sguardo alle sue mutande illuminandole con i raggi ultravioletti!
La’ dove le mutande sono a contatto con la passera e col buco del culo, due belle macchie brillavano intensamente, una a forma di losanga coincideva con l’apertura della figa, una abbastanza circolare e sbavata coincideva col buco del culo, le due macchie si univano là dove lo sperma era colato!
Quel giorno non avevamo fatto sesso, la spiegazione poteva essere una sola, mia moglie quel pomeriggio era stata fottuta ed inculata da qualcuno o da più di uno addirittura, insomma, molto probabilmente, avevo le corna!
Non potevo sbatterle le mutande in faccia, la possibilità che mi sbagliassi era forte, chissà potevano essere sue secrezioni, ma l’odore, frammisto a quello della urina e del suo sederino, era quasi certamente quello dello sperma, poteva forse essere il mio della sera prima che era fuoriuscito dopo un giorno?
Senza indagini biologiche sofisticate non potevo stabilirlo ma mi sembrava improbabile, mia moglie si lavava sempre accuratamente prima e dopo aver fatto sesso.
Di certo non avrei portato le mutande di mia moglie in un laboratorio!
Allora dovevo indagare e l’unica cosa da fare era aprire bene gli occhi sulla vita sociale di mia moglie.
Non potevo fidarmi di nessuno pertanto decisi di assentarmi per qualche giorno dallo studio, la segretaria era stata istruita su cosa dire se qualcuno mi avesse cercato, al mattino uscivo di casa sempre alla stessa ora e mi mettevo di posta.
Dopo tre giorni mi sembrò che non vi fosse alcuna tresca in essere, solita uscita per la spesa, qualche chiacchiera e un caffè con qualche amica incontrata per strada, poi a casa a preparare il pranzo.
Il pomeriggio, tre volte alla settimana, lei andava ad aiutare a preparare la cena alla mensa parrocchiale, recitava il rosario poi assisteva alla messa vespertina e tornava a casa.
In parrocchia io non entro da una vita, non sono credente e poi sono allergico all’incenso, alla puzza dei ceri e alle favole.
Mi ero quasi convinto di aver preso una cantonata, inoltre mi sembrava impossibile che in parrocchia potessero succedere certe cose, conoscevo il parroco, persona di sicura fede e specchiata moralità, oltretutto per l’età che aveva non mi sembrava capace di avere ancora pruriti sessuali.
Forse qualche altro parrocchiano devoto approfittava della santità del luogo per ingropparmi la moglie?
Se quello che avevo scoperto nelle mutande era veramente sperma e non mi ero sbagliato allora qualcosa doveva succedere, si ma dove? Ma quando?
La mia presenza in parrocchia non sarebbe passata inosservata, dovevo trovare qualcuno che potesse diventare i miei occhi e le mie orecchie, che fosse anche discreto, fidato e che riferisse solo a me.
Quel pomeriggio mi ero seduto ad un tavolino interno del bar sulla piazza antistante il sagrato della chiesa per cercare di vedere attraverso la vetrina, non visto, chi entrava ed usciva dalla parrocchia.
Ero alla ricerca di un tipo “sospetto”, di qualcuno che avesse la faccia del baciapile che con qualche Ave e qualche Gloria cercasse di scacciare il maiale che aveva dentro, alle volte i miracoli accadono, ma sempre figlio di una gran puttana sarebbe rimasto...
Ad un tratto sento alle mie spalle :” Buon pomeriggio avvocato, si ricorda di me? Ci siamo conosciuti per quella noiosa faccenda della eredità di mamma”
Dalla voce e dal modo di parlare avevo subito inquadrato il tipo o, meglio, la tipa, forse la Provvidenza, nella quale non credo anche per lunga esperienza professionale, si era decisa ad esistere e a darmi una mano!
A Napoli le persone come quella che mi aveva salutato si chiamano “femminelli”, nel resto d’Italia li chiamano in vari modi, sempre dispregiativi: froci, checche, traveste, culattoni e via dicendo, purtroppo grande è la varietà di termini volgari per indicare il “diverso” ma “femminello” da noi non è mai veramente dispregiativo, magari di “lui” che poi è una lei si ride un po’ ma non lo si offende e lo si tratta con educazione e cortesia, qualcosa della antica tradizione greca da noi è rimasta, finora e per fortuna
Pensai che fosse il tipo che faceva al caso mio, quelli come lui sono quasi sempre brave persone, la vita li ha presi e li prende a calci e conoscono la sofferenza fisica e morale, si ci può fidare quindi, inoltre se avesse scoperto qualcosa su mia moglie non ne avrebbe certo approfittato per ricattarla chiedendole prestazioni sessuali, univa la furbizia e l’intelligenza viva delle donne ad una certa intraprendenza maschile.
“Signorina Sisina che piacere, buon pomeriggio a voi, vi prego accomodatevi vorrei parlarvi, posso offrirvi un caffè, una “cosa fresca”, un aperitivo?” e lei si accomodò al mio tavolo.
Non ebbi bisogno di scendere nei dettagli, lei capì subito il problema e di cosa avevo bisogno, aveva esperienza della vita da vendere, oltretutto frequentava la Parrocchia ché era persona di fede semplice e sincera.
“Avvocà, ho capito, state sicuro vi farò sapere. In verità di qualcosa di strano mi ero accorta, per carità, non mi riferisco alla vostra signora, ma qualche movimento sospetto l’ho notato. Quello don Pasquale, il parroco, è persona specchiata, buona, onesta, non riuscirebbe nemmeno a pensarle certe cose ma qualcuno vicino a lui non cammina dritto mi sa. Ma non mi voglio mordere la lingua dicendo fesserie, voglio accertarmene, datemi solo qualche giorno” e con questo suo impegno ci salutammo.
Sisina fu di parola, il lunedì successivo mi telefonò allo studio :” Avvocà buongiorno, volevo dirvi che forse ho scoperto qualcosa, nooo! state tranquillo, ma la prossima volta che la vostra signora scende per andare in parrocchia fatemi un colpo di telefono e aspettatemi in piazza di fronte alla chiesa.”
Quando raggiunsi Sisina che era arrivata in piazza prima di me lei mi disse : “Avvocà, ho tenuto gli occhi aperti e qualcosa ho scoperto, alcune bizoche hanno formato un giro molto, molto, riservato, ho faticato a scoprirlo, si guardano le spalle a vicenda, nel giro, oltre alle signore sono coinvolte alcune ragazze e, mi spiace riferirvelo, pure la vostra signora.” e continuò “ venerdì scorso l’ho vista entrare circospetta, dopo essersi data un segno di intesa con un’altra di quelle signore, in una porticina della sacrestia, ho aspettato un po' e, approfittando che quella posta a sentinella si era allontanata un attimo, l’ ho seguita. Dalla porticina si accede a delle scale che portano al piano superiore dove vi sono delle stanze. Fortunatamente ho scoperto una stanza adibita a deposito comunicante ed adiacente alla stanza dove di certo era entrata la signora e, usando una scaletta che era li’, ho guardato attraverso la lunetta in cima alla porta che ha il vetro opaco rotto. Oggi la vostra signora è venuta per aiutare in cucina, non so se fra un po’ salirà quelle scale, diciamo meglio, salirà se oggi tocca a lei usufruire del servizio, ma noi ci apposteremo comunque, al buio, in quel deposito prima che qualcuna si metta di guardia alle scale e potrete vedere con i vostri occhi”.
Avevo fatto bene a fidarmi di Sisina, un investigatore privato non avrebbe fatto meglio e devo riconoscere che era pure coraggiosa.
Entrammo in parrocchia come dei ladri per non farci vedere da nessuno e sempre con circospezione raggiungemmo la stanza adibita a deposito.
Quel giorno toccava ancora a mia moglie “usufruire del servizio”, oserei dire che fummo “fortunati”.
Quando sentii dei rumori nella stanza affianco salii sulla scaletta e posto l’occhio al vetro rotto e non visto perché il deposito era al buio vidi quello che succedeva a pochi metri da me.
La aspettavano due degli ausiliari di colore che senza por tempo in mezzo le infilarono i loro grossi e lunghi cazzi in bocca e dopo che lei li aveva spompinati insieme ben bene, la presero come dire..in doppia penetrazione.
Lei era piegata con le tette su di uno e ne aveva tutto il cazzone nella fessa e l’altro glielo metteva in culo.
Devo riconoscere che, a giudicare dai gemiti che faceva e da come ogni tanto era percorsa dai fremiti dell’orgasmo, la mia signora se la stava godendo con cazzi e controcazzi e mai modo di dire fu più corretto per descrivere quella situazione!
Pensai a quante volte mentre la chiavavo mi era scappato di dirle che mi sarebbe piaciuto vederla fottuta o inculata da un negro , lei mi rispondeva ridendo che forse un giorno poteva farsi, la cosa ci eccitava ma era solo un gioco, le solite sconcezze che si dicono durante il sesso, ma ora la mia signora stava esagerando, i negri erano addirittura due e in contemporanea!
Ero arrivato addirittura a regalarle un grosso cazzo nero di gomma che le infilavo tutto nella fessa prima di incularla, così diventava più difficile incularla è vero, il buco si stringeva per l’altro cazzo che la riempiva, ma spingendo riuscivo ad infilarglielo e il piacere si moltiplicava.
Diciamo che l’avevo abituata all’idea di prenderne due insieme e grossi, non avevo pensato che facendo quelle cose avrei stimolato la sua fantasia e la sua libidine, l’avevo inconsciamente e stupidamente predisposta a quello che stava facendo.
Guardando mia moglie con quei due magnifici esemplari di maschio africano iperdotato mi venne una potente erezione, una antica fantasia si stava realizzando sotto i miei occhi, dovevo godere anche io e, sbottonati i pantaloni, cominciai a segarmi mentre ero con l’occhio incollato alla fessura del vetro.
Avevo dimenticato Sisina che allo spettacolo pure lei si era eccitata di brutto, “Dottò permettete, lo so che non sono il vostro tipo ma permettetemi di prendermi un po' di gusto, non me lo negate.”
Io ero sulla scala e Sisina era giusto giusto con la bocca al livello del mio cazzo che mi stavo menando in sincronia col cazzone nero che vedevo entrare ed uscire dal culo di mia moglie.
Ma si, pensai, un pompino se fatto bene è sempre meglio di una sega, e Sisina, come tutti quelli come lei, con la bocca sanno dare più piacere delle donne vere, sanno bene come succhiare il cazzo, in fin dei conti un po’ sono maschi pure loro e , per questo, sanno quel che fa piacere ai maschi.
Sisina spompinava da dea mentre mia moglie nella stanza affianco chiavava come una troia con anni di carriera alle spalle.
Dopo qualche minuto Sisina mi fece capire che forse succhiarmelo non le sarebbe bastato “Dottò nun ce la faccio cchiù, pure io tengo diritto, vedite che bellu culo ca tengo? Iamme, lasciate sta ‘a signora, chella sta futtenno cu chilli dieci ‘e cazzi e nun ve pensa, lasciatala sta e venite da Sisina vostra ca ve manno ‘n paraviso”. (Dottore non ce la faccio più, pure io ho diritto, vedete che bel culo che ho? Su, non pensate più alla signora, lei sta fottendo con quei grossi cazzi e non vi pensa, lasciatela stare e venite da Sisina vostra che vi mando in paradiso)
E inculai Sisina.
Mentre io mi inculavo un “femminello” mia moglie si stava facendo chiavare ed inculare da due poderosi negri, per pietà diciamo solo che il mio saldo era in rosso…
Uscimmo dalla parrocchia con la stessa circospezione di quando eravamo entrati, salutai Sisina e con una sensazione di gran peso alla testa tornai a casa ad aspettare mia moglie.
“Dottò non ve la prendete troppo, so’ cose che capitano ai vivi e voi siete vivo per fortuna, fatevene una ragione, solo alla morte non c’è rimedio” mi disse saggiamente Sisina salutandomi.
Non me la ero sentita di fare l’entrata alla compar Alfio nella stanza affianco, poi quello che era successo con Sisina mi aveva tolto le forze e nel frattempo mia moglie se ne era tornata giù a purgare l’anima con la preghiera.
Inoltre se avessi fatto la “sparata” sarebbe stato come mettere i manifesti dichiarando al mondo che mia moglie era una zoccola, l’ indomani mattina tutta la città avrebbe riso dell’ avvocato Tal dei Tali la cui moglie era stata trovata a fottere con dieci neri e un somaro e appena avessi preso la parola in tribunale ..risate e gomitate .. a cominciare dal giudice e dal cancelliere, quale rispetto professionale ed onorabilità avrei potuto avere più?
Ma qualcosa dovevo fare, non volevo fare come compar Alfio di certo , non avrei cantato “ ad essi non perdono, vendetta avrò vendetta avrò” ma dovevo far sapere a quella troia che l’avevo scoperta.
Verso le 20 la signora tornò a casa, salutò con un frettoloso ciao e andò in bagno a ripetere il solito rituale doccia/pigiama/biancheria intima nel cestone.
Poi andò in cucina a preparare la cena ed io andai in bagno a recuperare le prove del suo tradimento.
Questa volta le macchie sulle mutande erano molto più abbondanti, si vede che quei due nel fine settimana non si erano svuotati e lo avevano fatto tutto nella fessa e nel culo di mia moglie, quello che lei doveva aver inghiottito, ovviamente, stava nel suo stomaco e solo con l’autopsia avrei potuto averne le prove.
Misi le mutande in bella mostra sul tavolo aspettando che lei venisse dalla cucina con i piatti.
“Che significa?” mi disse quasi con ira, di certo aveva mangiato la foglia ed il suo gran cervello stava elaborando qualche palla da sbattermi in faccia, la miglior difesa è sempre l’attacco.
“Che significa? E lo chiedi pure?” risposi “ queste macchie nelle tue mutande sono di sperma e della merda e di qualche filo di sangue che il cazzone che ti sei presa nel culo oggi ti ha fatto uscire! Ti ho vista sai nella stanza al secondo piano della parrocchia con quei due! Addirittura ti fai fottere a due cazzi alla volta, neri e grossi quanto una rivista mensile arrotolata per il lungo! Che troia che sei!”
Rimase interdetta, aveva subito capito che sapevo ma non sospettava quanto io sapessi, non pensava che io l’avessi spiata addirittura, ovviamente tacqui sulla presenza di Sisina e di quello che avevo fatto mentre lei si faceva fare rettifica ed alesatura alla fessa e al culo, era irrilevante nella economia della faccenda.
Cambiò strategia, quando il nemico non lo puoi battere fattelo amico, le donne, tutte, prima di avere le prime mestruazioni frequentano corsi di strategia e tattica militare, non ce lo dicono ma ne sono certo.
“So che non potrai perdonarmi, hai ragione, ma io son caduta nella rete di quei due, sono costretta a servirli in quel modo ormai. Seguivo il loro corso di pronto soccorso, sai quello che organizzò la parrocchia, mi facevano fare la paziente, ero molto diligente, mi massaggiavano torace e addome per la rianimazione, un giorno mi accorsi che uno di loro durante le manovre aveva avuto una erezione e rimasi turbata nel sentirne la durezza e la dimensione, ma poi me ne dimenticai. Un giorno mi dissero che potevano darmi lezioni personalizzate e che avrebbero potuto farmi un rito particolare per le mie mani, le avrebbero rese capaci di guarire. Mi dissero “vieni sorella fatti scacciare il male che hai dentro” e mi portarono di sopra, arrivati in stanza mi trovai due cazzoni mosci nelle mani. “ falli resuscitare” mi dissero e con le mie mani li feci resuscitare immediatamente.
Ormai non capivo più nulla, ero eccitatissima, mi ero ricordata quello che mi dicevi sempre quando facevamo sesso, ti ricordi? che avresti voluto vedermi fottuta da un negro e mi bagnai come una ragazzina. Poi mi presero e provai quel piacere che, non te lo nascondo, mi sanno dare e hai visto quante sborrate mi faccio ogni volta. Ora sono schiava loro e del piacere, se non mi vuoi più tornerò da mamma.”
In pratica era colpa mia che le avevo detto che mi sarebbe piaciuto vederla con un nero.. ah, le donne.
Mio padre diceva che cornuti si nasce non si diventa è vero, io, che al suo racconto avevo avuto quasi una erezione e scoprendomi ora, improvvisamente, animato dal desiderio di scoprire la fede, le chiesi “ che ne diresti se agli incontri in parrocchia partecipassi pure io?”
milleidee
Nice_cock
Giovanna
Nice_cock
Mario
Giovanna
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