Con lo zio Carlo avevamo deciso di vederci in un motel, l'unico modo per appartarci tranquilli senza destare sospetti. Era primo pomeriggio ed eravamo nudi nel lettone, slinguandoci dolcemente tra le coperte, quando lo zio si staccò da me e mi disse che oggi era giorno di lezione di pompini: "Il primo lo prenderai direttamente in bocca, e occhio troietta a non perdere neanche una goccia!" mi disse con bonaria severità, "Il secondo te lo spalmerai sul tuo bel pancino, e il terzo servirà a farmelo tornare duro per poi incularti. Ti insegnerò come alternare ciucciate a leccate, e segreti vari per far venire duro il tuo uomo o direttamente sborrarti addosso. Pronta?"
Al mio assenso mi spinse la testa verso il suo attrezzo, e seguendo i suoi consigli incominciai ad alternare succhiate profonde a leccate alle palle e all'asta. "Lecca e mordicchia la punta, ahhh così Saretta!", e io aumentai ed abbassai il ritmo in un crescendo spettacolare, la mia bocca era un'idrovora e il cazzone diventava sempre più largo e lungo. "Passatelo sulle tette, daii!", e avvicinai le mie tettone al suo cazzo facendo una sublime spagnola che mandò in orbita lo zione. "Ohh piccola", mugolò senza fiato Carlo e dopo qualche minuto ripresi in bocca il pene lappandolo sempre più velocemente, alternando strizzate alle palle con le mie dita. "Sìììì anche i coglioni, sto venendo Sarettaaa" e all'improvviso nella mia bocca esplose una bomba di sborra che mi lasciò senza fiato, in parte ingoiandolo e in parte sputandolo. "Raccogli troiaaaa" mi urlò lo zio, e per non lasciare tracce del nostro peccato leccai una per una le gocce di sperma mentre mi infilava due dita in figa. "Ohhhhhhhhhhh zio" urlai, e lui con uno schiaffo sul sedere finì la prima seduta di pompini spedendomi a pulirmi in bagno.
Ritornai dal bagno vestita solo dell'accappatoio, che mi sfilai ai piedi del letto, dove mi aspettava lo zio seduto sul bordo. Con uno sguardo lascivo e senza parole mi inginocchiai sulla moquette incominciando a spompinarlo, in questo bocchino avrei dovuto farmi inondare tutto il corpo e non intendevo deludere Carlo! Memore delle istruzioni precedenti, diedi fondo a tutto il repertorio di ciucciate, leccate, colpetti alla punta del glande, e ovviamente lunghi minuti di spagnola dove il cazzone esplorò il canale delle mammelle su e giù mentre lo zio gemeva sempre più eccitato, "Dacci di saliva Sara allagamelo!!!" urlò, e io ripresi la mazza in bocca letteralmente ungendola di saliva, e a quel punto decisi di dare il tocco finale ciucciando e manovrando la base con la mano, al gemito strozzato del mio stallone capì che stava scoppiando lo sperma, mi allontanai il pene dalla bocca e preparai la pancina e le tette, che vennero letteralmente invase da un fiume bianco che mi travolse. Lo zio mi prese per le braccia e mi trascinò sul letto baciandomi avidamente tette pancia arrivando alla bocca, dove si unì la sua lingua alla mia in un effluvio di umori corporali, saliva sborra anche piscio: rimanemmo avvinghiati minuti in quell'abbraccio deliziosamente sporco, quando mi liberai e corsi a pulirmi in bagno.
Per il terzo round ero prontissima, ma anche zio, il cui cazzo non sembrava mai diventare completamente molle! Mi accolse nel letto per quella che sarebbe stata un'inculata preceduta da un pompino, quindi in questo caso avrei dovuto limitarmi a fargli venire duro, anzi durissimo. Incominciai a prenderlo in bocca, volevo farglielo sudare, lui capì il mio giochetto e incominciò a mettermi la mano dappertutto, per poi dirmi: "Facciamo un 69?" accettai volentieri, così ci mettemmo in posizione e mentre ripresi a ciuccarglielo e stuzziarlo con sublime lentezza, lui mi stantuffava la figa con due dita. "Ohh zio cosììì è troppoo" gli urlai, "Ultimo consiglio, vacca: mettimi un dito in culo!", pur stupita provvidi subito a ficcargli l'indice nel buco del culo, e lo zio andò letteralmente in orbita. "Ohh sì Sara", e intanto accellerai la spinta sul cazzo che sembrava vicino al punto di rottura. Carlo capì, ordino di alzarmi e di mettermi alla pecorina, e incominciò a stantuffarmi furiosamente. "Ahhhhhhhh, questa è goduria, bastardo, mi stai sfondando il culooo" urlai ormai senza freni, poteva sentirci chiunque ma del resto era un motel dove si andava a chiavare! Lo zio mi trapanava senza sosta schiaffeggiandomi pure il culo, fino a quando ordinò di girarmi sbattendomi in bocca il cazzo che mi sommerse per la terza volta di sborra, e io me lo tolsi dalla bocca innaffiandomi pancino figa e piedini, che lo zio provvide a ripulire ciucciandomi l'alluce e le altre dita senza ormai ritegno, a un certo punto sollevandomi e sbattendomi nella doccia, dove mi finì con una scarica di pioggia dorata che, unita all'acqua del getto, ingoiai ormai senza pudori rimasti. Rimasi lì per dieci minuti sotto l'acqua, per poi asciugarmi e tornare in camera dove lo zio si stava già rivestendo. "Lezione superata, Saretta, ormai sei una troia da dieci e lode." E io lo ringraziai con una slinguata in bocca deliziosamente perversa, "Zio ti amo sempre più!".
Giovanna Esse
Albi73
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