Terza parte del racconto di Yemail di AmaPorn
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È sera tardi quando mi arriva il messaggio di Claudia, sono nel letto a leggere notizie sul cellulare e la mia compagna dorme di fianco a me. Quando apro la conversazione vedo un video pronto per essere riprodotto. Non ci siamo mai mandati nemmeno una fotografia, mi fa strano ricevere un video, per un attimo penso che abbia sbagliato destinatario.
Poi mi ricordo di cosa mi aveva scritto il giorno prima. Inoltre nel fermo immagine di anteprima si vede parte della sua mano e dietro una doccia. Realizzo che quello potrebbe essere il video della sua prima pipì in piedi.
Abbasso il volume del telefono, lo controllo due volte per sicurezza. Guardo di nuovo la mia compagna che dorme, mi sembra quasi di tradirla in un certo senso. Però mi dico che non sto facendo nulla di male, anche se in quel video ci sarà, come penso, una donna nuda. In fondo ne vedo spesso su siti porno, non è certo un tradimento. Questa donna la conosco di persona, ma non cambia nulla. Non mi sono posto nemmeno certi scrupoli quando l’ho vista nuda di persona, e lei ha visto me. Sarà che non ero accanto alla mia compagna in quei momenti.
Mi metto l’anima in pace e faccio partire il video. Si vede Claudia che dopo aver avviato la registrazione dice qualcosa e poi esce dall’inquadratura. Torno indietro diverse volte per cercare di leggere il labiale e sicuramente domani mattina lo riascolterò una volta solo.
“Eccoti la mia pisciata, goditela da solo, poi la godrai meglio dal vivo.” Ecco, dovrebbe essere questo che dice.
Posso proseguire con la visione ora. Dopo essere uscita dall’inquadratura, riappare completamente nuda. L’ho già vista da vicinissimo con la figa di fuori, ma non si era mai spogliata completamente. Ora posso ammirare le sue enormi tette che finora avevo solo immaginato da sopra la maglietta. Il mio pene è già in erezione.
Entra nella doccia, divarica le gambe e poi si mette istintivamente in posizione piegata. Non è così che le ho indicato. Ecco però, si ricorda e torna in posizione eretta. Le gambe sono allargate, ma non molto, non ci starei con il corpo infilato lì in mezzo.
Le parte un getto di pipì, si vede che era bella carica, non ha faticato a trovare lo stimolo. Ma non ha allargato le labbra tenendo con le mani come le avevo indicato. Infatti si ferma dal pisciare, o almeno rallenta, perché in quel modo si è schizzata ovunque sulle cosce e le sta colando la pipì lungo le gambe. Ha la testa abbassata a controllare la situazione, ma posso immaginare che qualche parolaccia le sia partita.
Separa di più i piedi, mette bene le mani a divaricare la figa, e riparte. Ora in modo decisamente più controllato. La sua pipì forma ora un flusso unito, dritto a formare una parabola discendente verso la ceramica del piatto doccia, dove sbattendo dall’alto va a formare una pozza e rimbalza nei dintorni.
Come vorrei farmi una sega mentre guardo questo video. Non posso fare molto rumore e movimento, altrimenti sveglierei la mia compagna, ma se mi tocco un po’ piano piano, posso far felice anche il mio cazzo.
Dopo quasi un minuto di pisciata il getto cala di intensità, fino a svanire con delle gocce che cadono verticali sotto di lei. A questo punto alza lo sguardo di nuovo verso la fotocamera del telefono, dà dei piccoli colpetti, come delle sberle gentili, sulla figa ancora tutta bagnata di piscio e poi alza la mano facendo un saluto.
Il video si interrompe mentre si vede che apre la doccia per lavarsi. Evidentemente deve aver registrato tutto il tempo e poi l’ha tagliato sulla parte di rilievo prima di mandarmelo. Mi sarei gustato volentieri anche la doccia, trovo che il corpo bagnato di una donna sia molto erotico, ma sono già molto soddisfatto di quanto ho visto.
La notte è stato davvero difficile dormire con quel pensiero in testa, come lo sono stati i due giorni seguenti. Non saprei quantificare le volte che ho riguardato il video di Claudia, poi sentirlo con l’audio era ancora meglio, la sua voce che mi annunciava lo spettacolo, il rumore dello scroscio, i commenti e le imprecazioni mentre lo faceva, il tutto mi provocava un misto di eccitazione e divertimento, il giusto mix per queste occasioni.
La componente erotica però ha vinto spesso durante le mie visioni, e mi sono lasciato andare più volte a momenti di solitario diletto. Immaginare poi che a breve sarebbe successo veramente e non solo in un filmato aumentava ancor più il desiderio.
Oggi finalmente l’attesa è finita, ci vedremo alle tre del pomeriggio. Stranamente ci vediamo di sabato, ma entrambi eravamo soli, con i rispettivi partner impegnati al lavoro. Ormai le porte di casa mia sono state violate, quindi non serve nemmeno incontrarsi al bar. L'aspetto direttamente da me.
Quando suona il campanello però, mancano ancora più di venti minuti all’orario previsto. Io sto ancora finendo di fare lezione ad una ragazza universitaria che aiuto da qualche tempo. Si tratta della figlia di conoscenti dei genitori della mia compagna. Avevo calcolato di congedarla prima dell’arrivo di Claudia per evitare ogni possibilità che si venisse a sapere della sua presenza. Adesso mi trovo in una situazione pericolosa.
“Ciao, sei in anticipo.” La faccio entrare.
“Sì, ero già in giro, spero non sia un problema.”
“No, solo che sono ancora impegnato, tengo delle specie di ripetizioni.”
“Ah se vuoi torno per quando avrai finito.”
“No no, ormai sei qui, ne ho per una decina di minuti. Tu intanto accomodati pure, siediti o fatti un giro per casa.”
Un giro per casa, cosa mi è mai venuto in mente di dirle? Sarà che, quando si va a casa di qualcuno per la prima volta, c’è questa curiosa abitudine di fare visitare la casa. Non siamo però a “Cortesie per gli ospiti” qui, potrebbe anche in qualche modo lasciare qualche segno compromettente della sua presenza.
Nei minuti che ancora mancano per finire la lezione, la mia mente è impegnata ad immaginare cosa stia facendo Claudia. Con l’orecchio teso la sento che effettivamente ha preso sul serio le mie parole e sta girando per tutta casa. Prima la sento in salotto dove l’ho lasciata, percepisco che ha aperto la porta finestra ed è andata sul balcone. Poi dopo averla sentita rientrare ed aver udito i suoi passi un po’ più vicini, sento il tintinnio di un campanellino di una calamita appesa al frigorifero. Chiaramente è in cucina e sta ispezionando in giro.
Non passa molto prima che la veda passare in corridoio, dallo studio in cui mi trovo, strada che ha già percorso per andare in bagno quando è stata qui l’altra volta, ma che non le aveva permesso di vedere le altre stanze dato che le porte erano chiuse. Osserva per un attimo l’interno dello studio studiando più la ragazza a cui faccio lezione che la stanza in sé. Poi mi sorride e prosegue il suo tour.
Di sicuro non andrà a visitare il bagno, quello lo conosce, quindi ci sono la cameretta e la camera matrimoniale. La prima piuttosto spoglia in effetti, usata al momento più come camera di servizio e raramente per qualche ospite. Mi aspetto invece che si soffermerà più che altro nella seconda. Già me la immagino mentre passa le sue mani sul letto, cercando magari di capire quale sia la parte in cui dormo, o quando è stato usato l’ultima volta per farci sesso. Chissà se si spingerà anche al punto di aprire i cassetti, potrebbe trovare i nostri sex toys. Spero solo che lasci tutto esattamente al suo posto, dovrò fare un controllo approfondito più tardi.
Nel frattempo è arrivato il momento di lasciar andare la studentessa. Ci mettiamo d’accordo per i prossimi incontri e sentendoci parlare Claudia si avvicina alla porta dello studio, la trovo lì appena usciamo.
“Ho finito con lei. Vi presento, lei è Claudia. Lei invece è Carla, le do lezioni di informatica da qualche mese.”
“Piacere.” Dicono quasi all’unisono.
“Anche tu hai bisogno di aiuto con il computer?” Chiede Carla.
“No, lei non è qui per una lezione. È una mia amica appassionata di scrittura, siamo un piccolo club letterario.” Le dico togliendo Claudia dall’imbarazzo della risposta, dicendo la verità anche senza entrare nei dettagli.
“Davvero? Non sapevo che frequentassi scrittrici. Anche a me piace scrivere storie.”
“Non solo io, ma anche Matteo scrive, ed è molto bravo.” Aggiunge Claudia.
“Pazzesco! Credevo scrivessi solo comandi per il pc, non che coltivassi anche questa passione. Devi farmi leggere qualcosa di tuo allora. Ed anche tu Claudia, se ti fa piacere.”
Ora sono davvero nei guai. Se pensavo che vedere un’altra donna che frequenta casa mia potesse essere un problema, non mi aspettavo che invece potessimo arrivare a questo punto.
“Sì, magari un giorno, non so se ti potrebbe piacere. Magari portami prima qualcosa scritto da te.” Provo a cercare una scusa per rimandare, e se lei non mi dovesse far leggere nulla avrei la scusa della par condicio.
“Sicuro, settimana prossima ti porto qualcosa quando ci vediamo. Sono certa comunque che mi piacerebbe leggere anche qualcosa di tuo, sono curiosissima.”
“Matteo intendeva che sono racconti un po’ particolari quelli che scriviamo io e lui, letteratura erotica.”
“Ehm, ma non esagerare Claudia, non so se si può definire tale, io sono pur sempre un principiante.” La situazione va peggiorando ad ogni parola, vedo già Carla che scopre tutte le mie più proibite fantasie e segreti.
“Principiante o meno, il genere mi fa ancora più incuriosire.”
“Dai vedremo, per ora ti lascio andare altrimenti fai tardi in palestra.”
“Hai ragione, allora ci vediamo lunedì sera. Ciao Claudia, è stato un piacere.”
“Ciao, piacere mio.”
La accompagno alla porta sperando che il weekend le faccia dimenticare questa scoperta, anche se prima di uscire mi ripete elettrizzata che aspetta che le faccia leggere almeno un racconto e mi dice di chiedere a Claudia se posso farle leggere qualcosa di suo.
“Carina la ragazzina.”
In effetti Carla è molto bella, ha un viso delicato con nasino alla francese, occhi grigio azzurri, carnagione chiara, capelli biondi lunghi fino alle spalle che porta sempre con una riga da un lato. Il suo corpo è esile, sfumato solo dalle curve dei sui fianchi e da un seno non molto vistoso. So che ha una fidanzata, ed anche prima di lei è stata con altre donne, ma sicuramente qualunque uomo vedendola girerebbe la testa e penserebbe di provarci.
“Lasciamo perdere, mi sono ficcato in un bel casino, adesso non mi mollerà tanto facilmente.”
“Accidenti, ora sì che potrei ingelosirmi, ma anche incuriosirmi. La comitiva degli allegri piscioni si ingrandisce.”
“Non posso certo farle leggere i miei racconti, scoprirebbe subito della mia passione.”
“Appunto, magari le piace. Potrei averti portato fortuna.”
“Anche se le piacesse, potrebbe non tenere la cosa per sé.” La mia preoccupazione è che arrivino a saperlo persone che mi conoscono.
“Se non la tiene per sé ma la condivide con te, tanto meglio, non avresti solo me. Magari piscia benissimo che ne sai.” Ride di gusto.
Anche a me scappa da ridere, almeno smetto un po’ di preoccuparmi con questa battuta. “Magari piscia anche benissimo, ma da quel che ho capito preferisce le donne, per quanto ne so è fidanzata con una ragazza.”
“Che le piacciano le donne non mi pare ti disturbi e se il piscio raddoppia il tuo cazzo ne guadagna.”
“Ahah siamo passati in un attimo dal farle lezione di informatica, a chiederle di pisciarmi addosso anche se non le interessano gli uomini. Grandioso.” Le dico in tono ironico. “Non parlarmi di raddoppiare che altrimenti mi vengono strane idee in testa sul doppio piscio, magari in tua presenza le piacerebbe già di più.”
“Eheh maiale goloso, ma dimmi esperienze a tre anche senza pissing ne hai fatte?”
“No non mi è mai capitato purtroppo.”
“In caso dovesse capitare, preferiresti due donne o due uomini?”
“Preferirei sicuramente due donne e me, ma anche se fossimo due uomini e una donna lo farei.” Questa donna riesce a farmi avere costantemente pensieri eccitanti in testa. “E tu? Hai fatto esperienze di questo tipo, o le faresti?”
“Idem lo farei sicuramente molto più volentieri con due uomini ma non escluderei la curiosità della seconda opzione.”
“Quando sento storie di giovanissimi che hanno rapporti di gruppo, mi domando se sono nato nel momento sbagliato.”
“Io ho smesso di chiedermelo perché è così. Troppo tardi per l’amore libero degli anni settanta, troppo presto per le orge di oggi.”
Questa mancanza di esperienze sessuali più aperte rispetto alla classica coppia, ci mette addosso un po’ di “saudade” come direbbero i brasiliani, o portoghesi più in generale. Sono certo che la mia gelosia verso le donne che ho avuto ha sicuramente limitato le possibilità. Se dovessi avere un rapporto a tre con la mia compagna, potrebbe essere al massimo inserendo un’altra, non riuscirei a sopportare di vederla tra le braccia di un altro uomo.
Tra racconti e filmati è fin troppo facile incappare in storie di mariti o fidanzati che amano vedere la propria compagna condivisa con un altro, o addirittura sola con un altro mentre loro stanno a guardare. Ecco io questo non potrei farlo, sono sempre stato troppo geloso. Credo che non potrei portare avanti una relazione dopo un'esperienza del genere. Al limite sarebbe bello farlo con una trombamica, con cui però c'è un legame prettamente fisico e non sentimentale.
Invece Claudia è molto più aperta di me in questo senso, nei suoi racconti parla spesso di rapporti al di fuori della classica coppia, che sia tradimento di nascosto, corna consentite dal partner, rapporto a tre, è un argomento che le piace molto toccare. Per carità, non stiamo scrivendo racconti rosa, sono pur temi classici nel romanzo erotico, ma penso proprio che vorrebbe davvero provare qualcosa di quello che scrive. Dato poi che non ha un interesse sessuale verso le donne, sono certo che se suo marito le concedesse di portare un altro uomo a letto con loro, sarebbe davvero appagata.
Da quel che ho capito però lui non è così fantasioso come lei, o forse è geloso come me. Non mi parla molto di lui in realtà, una volta mi ha detto che il motivo per cui non glielo chiede è proprio perché sa che non apprezzerebbe, e se dovesse farlo solo per accontentarla le passerebbe ogni fantasia.
Immerso in questi pensieri mi accorgo di avere una vistosa erezione e che Claudia mi sta osservando proprio lì.
“Vedo che sei interessata all’articolo.” Le dico.
“Era difficile non notarlo.”
“Colpa tua che mi fai fare certi pensieri. Adesso avrebbe bisogno di una doccia fredda per calmarsi.”
“No, ma lascialo stare, non vogliamo mica calmarlo.”
“Allora forse meglio una doccia calda, magari col calore della tua piscia, non sei qui per questo?” Strizzo l’occhio e riporto l’attenzione sul motivo principale per cui ci siamo dati appuntamento oggi.
“Sì, anzi avrei pure una certa urgenza, ho bevuto un sacco prima di venire.”
“Brava, non volevo certo rimanere all’asciutto. Allora vieni con me.”
Le allungo la mano, lei me la stringe. Non abbiamo avuto tanti contatti fra di noi, mentre la accompagno verso il bagno raggiungo il punto di unione tra i nostri corpi più duraturo da quando la conosco. Quando passiamo di fianco alla porta della camera la vedo che guarda verso l’interno, forse vorrebbe dirmi qualcosa o entrare lì, non mi è chiaro semplicemente dal suo sguardo.
Arrivati in bagno entrambi iniziamo a spogliarci, quei vestiti addosso sembrano quasi un peso quando siamo insieme, poter star senza è un sollievo. Lei indossa dei pantaloni cargo, verde militare, con elastico in vita e morbidi sulle gambe. Sopra ha una felpa che le arriva a coprire il sedere. Quando abbassa i pantaloni non vedo nemmeno le sue mutandine perché è tutto nascosto dalla sua felpa.
Intanto che sfila le scarpe, le calze ed i pantaloni dalle caviglie, mi spoglio anche io. Tolgo la maglietta rovesciandola per la fretta, sbottono i jeans, li abbasso leggermente scoprendo i parigamba gonfi per la mia erezione, li allargo sfilando il cazzo e poi li spingo a terra con i pantaloni. Tolgo tutto rimanendo spogliato e lasciando i suoi occhi impegnati nella sua attività preferita: guardare un uomo nudo. Ogni volta che si trova ad osservarmi senza vestiti, si perde nel tempo e sono certo che se avesse la possibilità di spiarmi di nascosto potrebbe dimenticarsi anche di mangiare per non staccare lo sguardo.
“Penso che quella felpa sia di troppo.” Le dico per farla tornare alla realtà.
“Ah già, mi ero distratta.”
“Ho notato.” Rispondo accarezzandomi il cazzo.
Si toglie finalmente anche quella e faccio un sobbalzo quando scopro che non indossa le mutande. Siamo stati finora a parlare ma non immaginavo che sotto i pantaloni la sua fighetta fosse in libertà. I miei pensieri sarebbero stati ancora più osceni se l’avessi immaginato. Questa volta però è completamente depilata. Posso gustare ogni centimetro della sua intimità vedendo solo pelle liscia. Sarebbe un vero piacere affondare il mio viso lì tra le sue gambe.
“Che bella visione!” Ammetto candidamente. “Il reggiseno non lo togli?”
“Non mi da fastidio per pisciare.”
“Ma mi impedisce di vedere le tue bellissime tette.”
“Che porco! Allora te le sei gustate nel video?”
“Tanto! Non solo quelle. Tutto il tuo bellissimo corpo nudo e la tua super pisciata. Anche un po’ buffa.”
“Ahah mi sono divertita, lo ammetto.”
“Allora fai divertire anche me.” Intanto mi infilo nella doccia e mi siedo a terra.
Lei si toglie il reggiseno liberando finalmente il peso delle tette, si avvicina e la guido fin dove voglio che si metta. Le faccio sollevare una gamba e metto il suo piede sinistro tra il mio fianco destro ed il muro. L’altro piede al lato opposto. Quando ha preso bene l’equilibrio le faccio allargare ancora un po’ le gambe fin dove c’è spazio nel piatto doccia, per avere più dilatazione e miglior modo di agire.
Il mio cazzo è proprio sotto la sua figa, se dovesse anche solo sgocciolare mi prenderebbe in pieno. Io ho le braccia dietro la schiena con le mani poggiate a terra per sostenermi, in modo da essere sollevato e gustarmi la visione del suo corpo da più vicino. La sua figa è decisamente bagnata.
Con le mani si avvicina al pube, appoggia i polpastrelli alle labbra esterne e divarica la sua vulva esponendola ai miei occhi in ogni minimo dettaglio. Il suo clitoride gonfio tradisce la sua eccitazione, se non bastassero i suoi umori a renderla evidente.
Il mio corpo è pronto a riceverla, il mio cazzo è duro e puntato verso di lei, la mia mano lo stringe forte e lo massaggia dolcemente per non portarlo troppo su di giri prima del necessario. I miei occhi scorrono frenetici tra il punto di maggior attenzione, la sua figa, ed i suoi occhi per cogliere quel che sta provando lei nel frattempo. Lungo il percorso non possono far a meno di soffermarsi sui suoi grandi seni che dall’alto pendono su di me.
I secondi passano lenti, potrei stare ore ad ammirarla da questa prospettiva, ma mi sembra di cogliere una certa tensione sul suo volto.
“Non ti viene?”
“Sono un attimo in difficoltà. Se vuoi collaborare a stimolarla non sarò io a impedirtelo.” Sembra proprio che abbia un po’ di imbarazzo a pisciarmi addosso, è più semplice fantasticare che farlo effettivamente.
“Cosa intendi per collaborare a stimolarla?”
“Ah boh l’esperto sei tu, io basta che la faccio.” Ribatte con una certa impellenza.
“Da esperto posso dire che per stimolare la pipì può essere efficace fare il solletico, se lo soffri, oppure premere sulla pancia per schiacciare la vescica, ma quello che preferisco è fare pressione sulla vescica con le dita da dentro la figa.”
“Speravo nella lingua in verità ma anche le dita spesso sono ben accette.” Si mette a ridacchiare e questo alleggerisce la tensione favorendo anche la sua vescica.
Il primo rivolo di urina arriva direttamente sulla mia mano e sul mio cazzo, la apro leggermente per lasciarlo bagnare per bene.
“Cascata in arrivo!” Urla lei.
“Ahah hai aperto la diga, anzi, la figa.” La risatina diventa una grande risata per entrambi.
Per via delle risa il getto di pipì le parte a colpi, ad ogni risata è associato uno spruzzo che mi arriva forte addosso, sulla pancia, sul petto, sul pene, sulle sue cosce, un po’ a caso in modo incontrollato e provocando ad entrambi nuove risate.
Dopo un po’ di convulsioni in quel modo, riesce a riprendere il controllo e far defluire la pipì in modo continuo. Ora, muovendo il bacino, lo dirige sapientemente su di me facendomi sentire per bene il calore che esce dal suo corpo, bagnandomi ogni punto tra le cosce ed il petto.
Intanto io ho riportato la concentrazione sul movimento della mano e sto per esplodere. Proprio mentre la sua pipì comincia a rallentare sento il mio cazzo spingere fuori fiotti di sperma, un colpo, poi un altro, poi la sua urina cade sulla mia cappella mentre escono ancora dei getti di sborra.
Gli ultimi spasmi del mio cazzo fanno uscire gocce di sperma lente, senza più la spinta di prima, che colano lungo l’asta. Allo stesso modo la pipì di Claudia scorre lenta lungo le sue labbra, superandole ed arrivando sulle cosce.
Mi accascio un po’, appoggiandomi su un gomito. Anche lei si rilassa, lascia la presa delle dita intorno alla figa e appoggia le mani sui fianchi, sbuffando, come una massaia che ha finito le faccende.
Prima di pensare a cosa stessi facendo, mi trovo a fare qualcosa di inaspettato. Appoggio la lingua sulla sua coscia, nel punto in basso a dove sono scese le gocce della sua pipì, scorro verso l’alto ed arrivo al suo inguine. Mi stacco, la guardo negli occhi e la trovo a bocca aperta, immobile. Ripeto l’operazione sull’altra gamba, questa volta non mi fermo ma lecco anche la figa in ogni punto dove era bagnata di piscia. Poi torno a riposo appoggiato coi gomiti a terra.
“Cos’hai fatto?” Mi guarda ancora sorpresa.
“Ti eri pisciata addosso, ti ho pulita.”
“E la regola del guardare e non toccare.”
“Mhm, se vogliamo essere precisi non ti ho toccata, ho usato la lingua.”
“Ahah non sapevo che quella valesse.”
“Diciamo che la regola vuol più che altro intendere di non arrivare a far sesso, anche prima ti ho presa per mano per accompagnarti. Toccare non è proprio da intendere letteralmente.”
“Mi piace di più la regola spiegata così.” Mi allunga la mano per aiutarmi a risollevarmi.
Afferro la sua mano, con la mia coperta di sperma e pipì, mi alzo e quando lei mi lascia la passa sopra un seno. “Si sente ancora il caldino, sarà roba tua o la mia?”
“Non so ma se fai così vengo di nuovo.”
“Ahah esagerato, che dici, ci sciacquiamo?”
“Direi che ne abbiamo bisogno.”
Ci facciamo allora una doccia insieme, abbastanza distanti da non interagire troppo tra noi ma da poterci gustare con lo sguardo.
“Hai notato che oggi non ho bevuto caffè?" Mi chiede.
“Devi anche aver bevuto tantissimo, per quel poco che ho assaggiato era quasi insapore.”
“Per il mio sommelier del piscio riservo sempre il meglio.”
Scoppio a ridere e finiamo di lavarci.
Dopo esserci rivestiti torniamo in salotto a prenderci un aperitivo mentre facciamo quattro chiacchiere.
“Non mi hai detto il voto.” Le dico all’improvviso.
“Che voto?”
“Per la casa, ti ho vista prima che te ne andavi in giro come in quella trasmissione televisiva.”
“Ah! Quando mi hai detto di gironzolare non mi sembrava vero. Ti confesso che mi hai messo un’altra voglia voyeuristica, quella di spiare proprio casa tua. L’ho trovato eccitante e perfino sessuale anche senza di te.”
Mi rimane sempre il dubbio su fino a dove si sia spinta la sua voglia di spiare casa mia, ma non mi pare carino indagare. Rimarrò con il dubbio e con la speranza che la mia compagna non noti nulla di strano.
Dopo essersene andata, mi arriva un suo messaggio. Ormai ho fatto l’abitudine anche a questo gioco.
“Ho una nuova sfida per te. Dovrai riuscire ad essere abbastanza esibizionista con Carla, tanto da far diventare guardona quella povera ragazza innocente.”
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