Ci sdraiammo io abbracciavo Silvì mentre Matteo l’abbracciava dall’altro lato ogni tanto le davo dei baci sul collo. Rimanemmo cosi per un po’ di tempo senza parlare senza fare nulla addormentandoci così.
La mattina dopo mi svegliai prima di loro mentre uscivo dalla stanza mi girai per guardarli erano bellissimi, mia sorella tra le braccia di Matteo nudi, mia sorella aveva un viso felice sereno la luce che filtrava dalla finestra faceva risaltare l’abbronzatura dei loro corpi, vedevo il cazzo di Matteo che nonostante non fosse duro era invitante, mi scrollai da quei pensieri e andai in cucina a preparare il caffè.
Cercai di fare meno rumore possibile durante la colazione per non svegliarli, poi decisi di farmi la doccia.
Entrai nella doccia appoggiai la testa al muro e diressi il getto dell’acqua sul collo, mi ero piegata un po’ in avanti cosi da far scorrere l’acqua sulla schiena, passai dei minuti in quella posizione così rilassante sentivo l’acqua calda scivolare sulla mia schiena arrivare fino al sedere e scorrere sulle gambe.
Mi sentivo immersa nel getto d’acqua in quel momento tutti i miei pensieri le mie ansie erano sparite, sentivo solo il rumore del getto della doccia e il calore dell’acqua sulla mia pelle.
D’un tratto sentii la porta del bagno aprirsi, mi girai era mia sorella, ancora nuda, aveva tutti i capelli in disordine e dal viso si vedeva che si era appena svegliata, entrò e si appoggiò al lavandino.
Uscii dalla doccia lei mi passo il telo che legai attorno alla vita, lasciando i miei seni scoperti, appena misi piede fuori la doccia fui avvolta dal freddo della stanza, per lo sbalzo termico mi venne la pelle d’oca, i miei capezzoli divennero duri tanto che quasi mi facevano male.
Silvì oltre a buon giorno non disse nulla, mi misi d’avanti lo specchio ed iniziai ad asciugarmi i capelli, lei si era seduta sul mobiletto alla mia destra, mentre con una spazzola mi pettinavo e con l’altra reggevo il phon Silvì mi disse:“ non mi aspettavo che sarebbe mai successo”
Io:” ho sbagliato?”
S:” no anzi”
Poi lei si avvicinò, si mise alle mie spalle, io avevo ancora le braccia alzate per asciugare i capelli, si appoggio con il suo corpo al mio, sentire la sua pelle sulla mia schiena era la cosa più eccitante che avessi mai provato, avvertivo i suoi seni premere sulle mie spalle doveva avere i capezzoli duri in quanto riuscivo a sentire due protuberanze dure.
Il suo corpo era caldo, mi disse che non mi aveva mai guardata con occhi diversi di una sorella, ma ora poteva vedermi come ragazza, dicendo questo appoggiò due dita sulla mia spalla, ed inizio con solo due dita a scendere sul collo sulla schiena, le diresse sul mio seno, mi aspettavo che li toccasse, invece disegnò la piega inferiore, mentre faceva questo mi disse:” hai un corpo stupendo, dei seni fantastici”.
Non ero mai stata accarezzata da una donna, mai e poi mai mi sarei immaginata di farmi anche solo guardare nuda in quel modo.
Le sue dita erano fredde quasi gelate, mentre le faceva scorrere sul mio corpo pelle si raggrinziva per lo shock termico, questo rendeva quelle carezze ancora più eccitanti.
La guardavo mentre mi accarezzava riflessa nello specchio lei faceva lo stesso con me.
Le sue dita continuarono a scendere nella piega laterale del fianco poi ebbi un sussulto quando mi appoggiò il palmo gelato dell’altra mano sull’altro fianco, lei se ne accorse e mi guardo allo specchio, io risposi con un semplice sorriso così continuò.
Le sue mani mi accarezzarono per molto tempo il ventre ed il bacino credo avesse imbarazzo ad andare oltre, ma io la lasciavo fare più lei mi accarezzava più io mi eccitavo, poi pian piano si fece forza e risalì sui seni li strinse delicatamente, mentre lo faceva mi guardò riflessa nello specchio diritto negli occhi io al tocco delle sue mani sui miei seni espirai e rimasi la bocca aperta gustandomi quel dolce tocco.
Teneva entrambe i seni nelle sue mani mentre con l’indice ed il pollice iniziò a giocare con i miei capezzoli, a quel punto non ce la facevo più a reggere la spazzola ed il phon li poggiai sul piano del lavandino, lei tornò con le mani sul mio ventre e mi guardò e mi disse:” sei bellissima.” Le dissi:” tu sei bellissima ho passato tutta la notte a guardarti” fece scendere le mani trovando il telo che avevo messo uscita dalla doccia con pochi movimenti cadde sui miei piedi.
Mi trovavo completamente nuda, il mio sedere strusciava sul ventre nudo di Silvì, sentii le sue mani scendere scontrandosi con i peli della mia fica, ero imbarazzata non volevo che scoprisse quanto tutto ciò mi aveva eccitato, giocò per pochi secondi con i miei peli per poi intrufolarsi nella mia fica.
Dopo poche carezze alzò la mano e mi mostrò com’ero eccitata d’istinto le afferrai il braccio e le leccai le dita.
Tenevo le sue dita nella mia bocca e gustavo i miei umori, non usai solo le labbra, ma tenendole fuori dalla bocca le leccai cacciando la lingua fuori non staccando mai i miei occhi dai suoi, lei con l’altra mano iniziò ad accarezzarmi il clitoride e a esplorare in profondità la mia fica.
Cercai di girarmi, ma lei me lo impedì dicendomi che mi voleva vedere mentre godevo, detto questo girai il viso e ci baciammo, fu un bacio fantastico dolce pieno di passione, lei accarezzava la mia lingua con la sua sentivo delle scariche elettriche provenire dalla mia fica e dalle carezze della sua mano destra che si divideva sui miei seni.
Ero lì in piedi d’avanti allo specchio a donare il mio corpo a mia sorella che era appiccicata alle mie spalle, ma volevo che lei non godesse solo del mio riflesso, iniziai ad accarezzare la sua schiena il suo sedere, quando iniziai ad accarezzarla vidi un po’ di stupore nel suo sguardo poi iniziò a baciarmi il collo non lasciando mai la presa della mia fica e dei miei seni.
Accarezzavo quel po’ di schiena e di sedere che la posizione mi consentiva, la sua pelle era liscia vellutata mi dava la sensazione di accarezzare una maglietta di raso, poi la mia mano si insinuò tra i nostri corpi fino a giungere alla sua fica, era completamente liscia, lei divaricò un po’ le gambe agevolando la mia mano, le sue grandi labbra erano impercettibili, ma appena riuscii a spingere di più la mano e a poter toccare meglio l’intimità di Silvì trovai che la sua fica era schiusa e completamente bagnata, bastarono poche carezze per bagnarmi non solo le dita ma anche la mano.
Continuavo ad accarezzarla mentre lei continuava ad accarezzare me, le sue mani scivolavano sul mio corpo esplorando ogni centimetro, prese la mano con la quale le accarezzavo la fica e me la portò sul seno.
Stringeva la mia mano carica dei suoi umori sul mio seno, quando lasciò la mia mano il seno era luccicante dei suoi umori, il profumo che ne scaturiva era divino, non avevo mai sentito il profumo di un’altra donna, quel profumo mi entrava dalle narici e mi riempiva la testa ero estasiata mi persi nel mio riflesso seguendo le dolci premure di mia sorella.
Silvì si appoggio sulla mia spalla e mi disse:” guardati”….” Senti le mie carezze?” con la testa feci un cenno di assenso “ hai un corpo stupendo” io arrossii “ è vero sei fantastica” strusciai il mio viso vicino al suo “ sei tutta bagnata” alzò per un attimo la mano che mi teneva nella fica per farmi vedere com’era bagnata che subito riportò giù.
Mi guardava fissa riflessa nello specchio e mi sussurrava all’orecchio, poi levò la mano dalla fica la infilò tra i nostri corpi la fece passare tra le mie natiche e giunse nuovamente alla mia fica poi mi sussurrò:” così puoi vedere le mie dita nella tua fica”
La parola fica sussurrata da mia sorella mi procurò una scarica elettrica, non ce la feci più le mie ginocchia si piegarono, poggiai le mani sul lavandino per mantenermi tremavo mi mordevo le labbra per non urlare, mentre lei si piegava dietro di me per seguire la mia posizione e continuare a torturare la mia fica.
Appena finito l’orgasmo lei con forza mi girò e mi baciò, mi strinse a se e mi disse:” sei la cosa più bella che mi sia mai successa”.
Lei andò via dal bagno io mi sedetti per terra vicino la doccia, poi lentamente mi ripresi decisi di non lavare il suo profumo dal mio seno, mi misi il costume ed uscii, trovai Matteo e Silvì che facevano colazione.
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