Questa storia è ambientata nei primi anni del 2000 in America. Tutti i personaggi hanno 18+ anni. (Questa storia contiene: masturbazione di gruppo maschile e femminile, masturbazione maschile condivisa, descrizione di sesso lesbico e bukkake) * Il sole era già basso all’orizzonte quando Carl e Mark arrivarono a casa di James. I due giovani uomini dal fisico atletico (uno dalla pelle scura e coi capelli portati in un taglio corto alla militare, l’altro di carnagione chiara e con una bionda chioma lunga sino alle spalle) indossavano entrambi una semplice combinazione di canottiera e pantaloncini da basket, l’outfit perfetto per resistere alla calura estiva. Il giorno stava lasciando spazio alla notte e una brezza fresca prese a soffiare nei sobborghi dove viveva il loro amico, concedendo loro un po’ di tregua dall’afa eccessiva.
Carl portava con sé un sacchetto della spesa pieno di rinfreschi per la serata, principalmente birre e vari snack. Il duo suonò il campanello e in breve tempo aprì la porta il proprietario di casa, un giovane asciutto con corti capelli neri che indossava una maglietta grigia a maniche corte e dei pantaloni di tuta dello stesso colore. Sorridendo, i tre si salutarono dandosi il cinque.
“Entrate ragazzi, le pizze sono già in forno.”
Il trio entrò nella casetta da sogno americano dei genitori di James, temporaneamente lasciata in custodia a lui mentre i suoi erano via per un convegno medico e sua sorella maggiore, Annie, era a dormire da un’amica.
Chiacchierando del più e del meno e di come fosse andata la giornata si diressero in cucina per mettere le birre in freezer e controllare lo stato di cottura delle pizze. La telecronaca di una partita di football proveniente dal salotto adiacente faceva loro da sottofondo mentre tiravano fuori dal sacchetto i viveri che Carl aveva portato.
Tutto pareva il preludio a una semplice serata tra amici passata a guardare film: e in effetti lo era, ma con una certa insolità particolarità: i ragazzi, molto prosaicamente, avevano chiamato questo tipo di eventi le "segate”. Casa vuota, abbondanza di snack e alcool e qualche DVD porno sarebbero stati gli ingredienti per una serata piccante di masturbazione tra amici.
La prima volta che si ritrovarono a fare una cosa simile non era stata affatto pianificata: una sera, mentre erano impegnati a guardare un film horror dozzinale da ubriachi, James se ne uscì con un dvd masterizzato con su alcuni porno e propose di guardarlo. Intrigati, si dimenticarono presto del killer Maschera Rossa e, messa da parte ogni vergogna, passarono il resto della serata a segarsi insieme più e più volte guardando dei video di gangbang.
Sebbene questo evento, col sopraggiungere del mattino e della lucidità, fosse stato inizialmente causa di un certo imbarazzo durato parecchi giorni, il trio di amici alla fine aveva ammesso quanto quell’esperienza gli fosse piaciuta e si era proposto di ripeterla.
Da quella volta si erano incontrati altre sei volte per masturbarsi insieme, sostituendo i film di serie b con dei porno recuperati dalla rete. Era un segreto custodito gelosamente, un tipo speciale di occasione possibile solo quando le condizioni erano giuste e la casa era tutta per loro.
Non appena le pizze furono pronte i ragazzi le portarono in salotto assieme a un paio di birre ancora leggermente tiepide: James e Carl sedettero sul grande divano orientato verso la tv, mentre Mark prese per sé la poltrona orientata perpendicolarmente al divano. Mangiarono con sotto il commento della partita e ben presto finirono oltre che le pizze anche le prime birre.
Mark si alzò per recuperare altre birre per i suoi soci, mentre James aumentò ulteriormente l’aria condizionata cercando di contrastare il caldo. Carl intanto faceva zapping tra i canali, fermandosi alla fine su una replica di una serie classica di telefilm di fantascienza. Mark tornò con una borsa termica piena di lattine di birra fresche di freezer: ciascuno ne prese una e, dopo un brindisi, le finirono in pochi sorsi.
Sentendosi brillo al punto giusto, James prese l’iniziativa:
“Ok ragazzi, si parte con la serata. Fatemi preparare due cose e intanto prendete gli asciugamani…”
“Sono al solito posto, giusto?”
“Esattamente.”
Mentre James chiudeva le tapparelle del salotto (le finestre non erano rivolte verso la strada, ma il vicino avrebbe potuto vedere dentro per sbaglio…) Carl recuperava degli asciugamani dalla camera di James al primo piano: dopo alcune difficoltà ed incidenti durante le prime “segate” avevano trovato che la soluzione migliore fosse usare degli asciugamani economici comprati apposta per queste occasioni e buttati via dopo l’uso.
Mark aveva già adocchiato il dvd poggiato vicino vicino alla tv: lo prese in mano e chiese:
“Cosa ci hai messo stavolta? Ci hai infilato quelle clip lesbo che ti ho girato?”
“Certo, ci ho messo anche un paio di cose speciali che ho scovato…”
“Wow, criptico…” scherzò Mark mentre accendeva il lettore e inseriva il disco al suo interno.
Si premurò di abbassare sin da subito il volume: non voleva che gemiti e grugniti si sentissero fin fuori casa.
Mentre James si stava rimettendo a sedere Carl entrò nella stanza con tre piccoli asciugamani che distribuì agli altri. Si sedette poi vicino a James, mentre Mark era impegnato a cercare tra le cartelle del DVD il filmato giusto con cui iniziare la serata; alla fine si decise.
“Ok, eccoci”
Schiacciò Play e mise giù il telecomando, appoggiandolo sul basso tavolino di fronte a sé dove aveva anche spiegato il suo asciugamano.
La semplice interfaccia sullo schermo scomparve, sostituita dai primi fotogrammi del video: tre ragazze maggiorate stavano in una grande cella con indosso delle uniformi da prigione, aperte sul davanti a sufficienza da rivelare che sotto non stavano indossando nient’altro.
Mentre risposavano sulle loro brande, la camera compiva una panoramica attraverso la cella accompagnata una voce narrante, che si presumeva fosse una delle ragazze, che raccontava di come era passato molto tempo dall’ultima volta che avevano visto un uomo e di come le notti potevano essere tristi e solitarie.
Presto, una di loro si mise ad armeggiare con la zip della sua uniforme, tirando fuori le sue tettone mentre faceva scivolare una mano sull’inguine per masturbarsi.
I ragazzi sentivano già il sangue andargli alle parti basse, i loro cazzi sempre più duri di secondo in secondo.
“Però, mica male” bofonchiò Carl, la sua mano impegnata a massaggiare l’erezione visibile sui suoi pantaloni.
James notò di sfuggita quel gesto e, anche se pure lui aveva un chiaro durello in palese crescita, si trattenne dal toccarsi, per il momento. Mark invece, ipnotizzato dalle immagini sullo schermo, si era già infilato una mano nelle mutande e aveva iniziato a stringersi l’uccello.
La ragazza nel filmato si stava sgrillettando di gusto ora, gemendo dolcemente mentre si accarezzava le tette. Fu presto notata dalle altre prigioniere, che sbirciarono il letto di sopra dove si trovava la ragazza impegnata a darci dentro. Apparentemente non sorprese, ma molto intrigate, anche loro si svestirono e presero a toccarsi: ben presto le tre ragazze furono impegnate a masturbarsi insieme e la camera indulse voyeuristicamente su ognuna di esse per qualche minuto prima di mostrarle tutte insieme nella stessa inquadratura.
Oramai sia Carl che Mark si erano disfati di pantaloni e mutande e sedevano nudi dalla vita in giù, cazzi stretti in mano mentre si segavano lentamente e deliberatamente nel tentativo di non far partire troppo presto i fuochi d’artificio.
Neppure James riuscì a tenerselo nei pantaloni un secondo di più e abbasso parzialmente i calzoni rivelando di non stare indossando le mutande: il suo cazzo duro balzò fuori, libero dalla costrizione dei vestiti, e lui immediatamente lo afferrò e prese lavorare di mano assieme agli altri.
La prima ragazza sembrò aver notato finalmente cosa stessero facendo le altre due e simulò una certa sorpresa: non appena le sue compagne si resero conto di essere state viste si alzarono e la afferrarono, trascinandola a forza su letti più in basso e procedendo a succhiarle le tette e a baciarla sulle labbra. Presero a fare a turni a leccarle la figa: una ragazza si faceva un ditalino guardando, mentre l’altra si dava da fare con la lingua facendo gemere rumorosamente la “vittima”.
Dopo essersi alternate a questa maniera, ordinarono alla prima ragazza di fare la sua parte e si sedettero su uno dei letti con le gambe divaricate, aspettandosi che ricambiasse il favore: lei si mise al lavoro di buona lena, leccando la figa di una ragazza mentre infilava le dita in quella dell’altra. Nel frattempo che questa si dava da fare le due bellezze si baciavano appassionatamente...
La camera si spostò mostrando l’esterno della cella, da una posizione in cui erano visibili le due celle adiacenti a quella del trio: dentro a queste due prigioniere solitarie si stavano masturbando anche loro, inebriate dai gemiti lascivi provenienti da oltre le pareti.
Questa parte del filmato spinse Mark oltre il limite della sua resistenza, facendogli sparare il primo colpo della serata: con un grugnito si alzò dalla poltrona e mirando all’asciugamano sul tavolo di fronte a lui si scatenò in una serie di densi schizzi che vi atterrarono sopra.
I suoi amici, distratti temporaneamente dal film dalla visione del suo orgasmo, sentirono l’eccitazione montare e il desiderio empatico di sborrare anche loro, ma cercarono entrambi di trattenersi e durare ancora un poco. Mark si sedette, ansimante, pulendosi la punta dell’uccello con l’asciugamano stando attento a non far colare sperma sul pavimento o sulla poltrona.
Nel film, la prima ragazza stava sforbiciando su un letto con una delle altre, mentre la terza si masturbava e le incoraggiava dicendo ogni genere di oscenità. Le due ragazze che stavano premendo le fighe una contro l’altra ansimavano forte mentre le terza, che si stava sfregando furiosamente il clitoride, le intimava a godere. La camera si soffermò sulle espressioni rapite delle tre pornostar perse nei meandri del piacere e le studiò con una serie primi piani mentre una dopo l’altra venivano…
Carl afferrò l’asciugamano vicino con la sua mano libera e sussurrando “oh cazzo si, cazzo…” lo mise di fronte al suo uccello e iniziò a schizzarci contro, la sua mano in preda a un movimento spasmodico mentre si svuotava le palle da tutto lo sperma accumulato guardando le tre ragazze.
James lo seguì a ruota, ma adottò una strategia diversa per sborrare senza sporcare in giro: avvolse rapidamente l’asciugamano intorno al cazzo nel momento in cui sentiva le prime avvisaglie dell’orgasmo e abbandonandosi contro lo schienale lasciò che schizzo dopo schizzo la sua sborra si rilasciasse nell’asciugamano mentre lui spingeva il bacino verso l’alto, godendosi le ondate di piacere pulsanti provenienti dalle sue parti basse.
Mark intanto aveva ripreso lentamente a segarsi l’uccello ormai floscio, riuscendo a drizzarlo nuovamente mentre i suoi amici gemevano e venivano. I due stavano ancora riprendendo il fiato, mentre lui si era già aperto un’altra birra e aveva iniziato a berla senza però mai smettere di masturbarsi. I suoi compari fecero lo stesso qualche minuto dopo, anche loro cercando di farselo venire nuovamente duro il prima possibile.
Nel frattempo la scena sulla tv era terminata senza altri dettagli interessanti, così il gruppo decise di passare ad un’altra. I loro uccelli erano già di nuovo tutti in tiro ma avevano smesso di toccarsi giusto il tempo di scegliere un nuovo filmato.
James prese l’iniziativa “Vi faccio vedere una cosa piuttosto estrema, è una roba nuova giapponese, il bukkake!”
“Che è, una di quelle cose strane con le corde?” chiese Carl.
“No no vedrai. Spero che vi piacciano i cumshots…”
Incuriositi, Mark e Carl lo osservarono mentre si sporgeva in avanti a prendere il telecomando per poi cercare tra le cartelle il filmato in questione. Fece partire la nuova scena e poi tornò a sedere pregustando le reazioni dei suoi amici a questo nuovo video perverso.
La scena si aprì con l’inquadratura di una stanza arredata in modo tale da sembrare una qualche sorta di antico tempio di pietra. In mezzo ad alcune finte colonne fatte di gommapiuma dipinta si ergeva un altare coperto quasi per intero da un panno rosso.
Dopo pochi secondi la camera si spostò, iniziando a seguire due figure che stavano entrando nella stanza: la prima era una mora con corti capelli ricci, vestita con una succinta tunica bianca che lasciava intravedere parecchio del suo fisico asciutto; la seconda era una rossa formosa dai capelli lunghi e lisci, che indossava una tunica analoga a quella della compagna ma di colore rosso.
Entrambe le ragazze indossavano sandali di modello greco-romano e gioielli di presunto bronzo: era chiaro che i loro costumi cercassero di invocare la sensazione di essere in una sorta di “mondo antico”. La mora accompagnò la rossa all’altare e la esortò a fare del “riscaldamento” per il rituale prima dell’arrivo dei celebranti.
Mentre la mora si ritirava dietro le quinte, la rossa sedette sull’altare a gambe spalancate e scostò lentamente la tunica per rivelare la sua figa.
Iniziò ad accarezzare labbra e clitoride, prima lentamente e poi con maggiore foga e gusto man mano che l’eccitazione saliva. La camera si spostò per un momento sulla mora, mezza nascosta dietro una colonna, che si palpava i piccoli seni in silenzio mentre osservava la rossa; poi tornò all’altare, dove la ragazza aveva scoperto le sua grandi tette naturali e, sollevando il seno destro con la mano libera verso la bocca, ne stava leccando il capezzolo.
Dopo alcuni minuti di masturbazione un gruppo di uomini fece la sua comparsa in scena: erano almeno in quaranta, ed erano tutti nudi, di varie età e corporature, e tutti con indosso calzari “antichi”: alcuni di loro nascondevano parte del viso dietro una piccola maschera dorata. Mentre si disponevano nella stanza la ragazza proseguì a masturbarsi e loro, chiaramente eccitati dallo spettacolo, sedettero in circolo di fronte all’altare segandosi con lei.
“Uuuh è tipo una gangbang?” chiese Mark.
Il trio si stava nuovamente toccando gli uccelli guardando lo spettacolo offerto dalla rossa, in attesa di ulteriori sviluppi.
Con come sottofondo i gemiti di piacere della ragazza che si intensificavano James rispose “Aspetta, adesso iniziano…”
Mentre Jamese parlava, Carl sembrò per un istante distratto da qualcosa: smise di segarsi e si guardò alle spalle, come a cercare qualcosa che era certo di aver visto. Gli altri notarono questa sua preoccupazione: “Tutto ok?”
“Si aspetta…mi è sembrato di sentire un suono di una porta che si chiudeva…forse quella d’ingresso?”
Sia Mark che James tesero l’orecchio nel tentativo di cogliere rumori anomali, ma gli unici suoni erano i gemiti provenienti dalla tv e la musica di sottofondo del video.
“Te la sei immaginata mi sa: i miei sono a centinaia di chilometri di distanza ed Annie è da un’amica…” valutò la possibilità che fossero entrati dei ladri, ma il quartiere era un posto tranquillo in una zona pressoché priva di criminalità
“...dev’essere stato il vento, si stava alzando quando siete arrivati”.
Carl approfittò della pausa per distribuire un nuovo giro di birre.
Questa interruzione imprevista aveva un po’ rovinato l’atmosfera, facendolo ammosciare ai tre: tuttavia quando tornarono a concentrarsi sul filmato non ci volle molto per rimetterglieli sull’attenti.
La mora era di nuovo presente in scena, occupata a recuperare la tunica di cui la rossa si era appena liberata. Reggendo la tunica con reverenza, la “sacerdotessa” annunciò l’inizio del rito e che la ragazza rossa sarebbe stata la prostituta sacra che avrebbe ricevuto il seme di tutta la comunità per compiacere la dea della fertilità.
Ordinò alla rossa di inginocchiarsi di fronte agli uomini, cosa che questa fece rapidamente senza mai smettere di strofinarsi la figa. La mora si fece da parte non appena tutti gli uomini si alzarono in piedi e iniziarono ad avvicinarsi all’altare. Tutti i presenti se lo stavano menando guardando la rossa e non passò molto tempo che uno di loro le si avvicinò e, senza dire una parola, rilasciò uno schizzo di sborra che la atterrò sul viso e sulle spalle.
Aveva appena finito che un altro si fece avanti segandosi con foga a pochi centimetri dalle labbra di lei: gli occhi della ragazza erano chiusi e la sua bocca spalancata, ansimante mentre continuava a sgrillettarsi e a strizzarsi i seni. Con un grugnito il secondo uomo emise un grosso spruzzo di sborra che le prese viso, capelli e tette. Poi si fece da parte per il prossimo.
Uno dopo l’altro gli uomini si segarono su di lei, mentre si masturbava e saltuariamente li provocava invitandoli a sborrarle addosso. Dopo le prime dieci eiaculazioni la sua faccia già grondava di sperma, con grosse gocce che le ricadevano dal mento sul petto.
James si fermò un istante per sbirciare le espressioni dei suoi amici, desideroso di capire dai loro sguardi cosa pensassero del filmato: sia Carl che Mark sembravano completamente rapiti dallo show e benché non avesse indugiato troppo sui loro corpi notò che si stavano segando all'impazzata, il che lo eccitò ancora più di quanto già non fosse.
Qualche secondo dopo Carl esclamò con grugnito “oh si cazzo!” e afferrò il suo asciugamano per sborrarci di nuovo, seguito subito dopo da Mark che si sporse in avanti per venire sul suo: tuttavia uno dei suoi schizzi fu così potente e incontrollato che volò oltre l’asciugamano e sporcò la superficie in vetro del tavolino. Anche James vedendo i suoi amici venire ben presto arrivò al limite e, fissando la rossa che si stava prendendo addosso probabilmente la ventesima sborrata, iniziò a pompare il suo sperma nel tessuto ripiegato.
Tutti e tre erano ora impegnati a drenare le ultime gocce dai loro cazzi, ansimando per lo sforzo appena passato e l’eccitazione. Una volta finito, si fermarono un attimo a riposare. Mentre il video proseguiva Carl si alzò, stordito dall’orgasmo, e annunciò “devo pisciare”: i suoi amici, stancamente abbandonati contro gli schienali di divano e poltrona, annuirono, i loro cazzi ormai molli ancora stretti in mano.
Mike si allungò con fatica a prendere il telecomando dicendo “ok, lo metto in pausa…merda ho fatto un casino qui”
Fermò il filmato e con l’asciugamano prese a tamponare la parte di tavolo che aveva sporcato nel tentativo di pulirla.
James stava per prendere delle altre birre quando la voce spaventata di Carl lo fece sussultare all’improvviso:
“Cazzo c’è qualcuno in corridoio!”
Anche se erano praticamente ubriachi, gli altri due sentirono un brivido di paura lungo la schiena a quelle parole.
Mark si alzò, scrutando oltre lo stipite della porta per osservare il corridoio (ora che il sole era calato pressoché del tutto al buio), cercando di capire cosa avesse visto il suo amico. James, ancora seduto sul divano, cercava anche lui di distinguere qualcosa tra le ombre del corridoio mentre Carl, dopo essere indietreggiato dalla soglia della stanza, cercava qualcosa da usare come arma improvvisata.
Sussurrando, Jame gli chiese “Sei sicuro di aver visto qualcosa? Non farci prendere un infarto per niente magari era solo un gioco di luci…”
"James senti cazzo ho visto qualcuno muoversi nel buio ti giuro, si è infilato in cucina non appena ho messo piede in corridoio!” rispose Carl senza preoccuparsi di abbassare la voce.
Facendo appello a tutto il suo coraggio James si alzò, reinfilando l’uccello nelle mutande: notò Mark che armeggiava per terra cercando di recuperare gli shorts mentre Carl era ancora nudo dalla vita giù (ma non sembrava gli importasse o forse non ci aveva nemmeno fatto caso). Fece qualche passo verso il corridoio e con voce tremante urlò
“Chi cazzo c’è lì!?”.
Con lo sguardo fisso nel buio, non sapeva nemmeno se aspettarsi una risposta, terrorizzato dalla prospettiva di uno o più rapinatori che si fossero introdotti in casa. Mentre fissava il corridoio con gli occhi sgranati si preparava mentalmente all’idea che sarebbero potuti sbucare dalle tenebre dei rapinatori e che sarebbero stati obbligati ad affrontarli.
Nella parte più lontana del salotto Mark era riuscito a recuperare il cellulare dai suoi pantaloncini che ancora giacevano per terra.
“Io chiamo il 911…”
Non fece in tempo a digitare la seconda cifra che si udì una voce femminile provenire dal corridoio: dal tono della voce, pareva spaventata almeno quanto lo erano loro.
“Ragazzi sono io, scusatemi…”
Sentendola, la paura che attanagliava James al petto si dissolse, tramutandosi in un’onda di imbarazzo che lo travolse in pieno: com’era possibile che fosse lei?
“Annie ma sei tu!? Cosa ci fai qui!?”
Tutti rimasero fermi e in silenzio per quella che sembrò un’eternità. Poi la ragazza parlò di nuovo:
“Scusatemi ragazzi…ora esco fuori…”
Una silhouette femminile si iniziò a intravedere nella parte di corridoio tenuemente illuminata dalla luci della sala: avanzando con esitazione, divenne visibile una ragazza magra con capelli castani lunghi fino alla spalle, occhi scuri e un trucco leggero, che indossava un paio di hotpants di jeans e una canottiera nera; era visibilmente turbata e aveva lo sguardo fisso al suolo, troppo imbarazzata per guardare negli occhi i ragazzi.
Quando anche gli altri la riconobbero come la sorella di James, Mark poggiò il telefono e rapidamente cercò di infilarsi i pantaloni, mentre Carl si nascose dietro il divano per celare di essere praticamente nudo.
“Annie ma cosa…non eri da Dana stasera!?” domandò James, il tono della sua voce tradiva la sua incredulità.
“Si ecco…vedi…le è arrivata una chiamata d’emergenza dall’ospedale ed è dovuta andare al lavoro…”
James cercò di indagare oltre, doveva capire quanto lei avesse visto.
“Perchè non hai suonato il campanello? Pensavamo fossi un ladro, avresti potuto almeno accendere la luce!”
“Pensavo che voi ragazzi steste guardando un horror e volevo farvi uno scherzo per spaventarvi…non pensavo che vi avrei trovato a fare…quello”.
Indicò col capo la tv, lo schermo fisso su un fermo immagine della rossa con vicino al viso un altro uccello pronto a sborrarle in faccia nell’istante stesso in cui qualcuno avesse premuto “play”.
James si mosse d’istinto cercando intorno a sé il telecomando per poter spegnere la tv, ma sfortunatamente questo si trovava troppo lontano da lui.
“Merda…Annie posso spiegare…”
“No è ok…è ok. Scusa non intendevo…” Annie parlava gesticolando vistosamente con le mani, in preda alla vergogna, incapace di guardare suo fratello negli occhi.
“Vado…vado nella mia stanza”.
“Oh merda…”
James si passò una mano tra i capelli, incredulo e arrabbiato. La situazione era tesa e allo stesso tempo estremamente imbarazzante.
D’un tratto Carl, col coraggio di un ubriaco, emerse da dietro il divano (ora aveva indosso i suoi pantaloncini) e facendosi avanti le chiese:
“Hey Annie aspetta, quanto hai visto? Sai cosa intendo…”
Col viso rosso, lei rispose “Beh ho ascoltato mentre voi…stavate finendo. E ho visto Mark…insomma…”
Sentendo ciò, Carl si limitò a commentare “oh merda…” .
Mark, che era riuscito finalmente a infilarsi i pantaloni, disse con tono scocciato:
“Beh spero che sia lo spettacolo che il film ti siano piaciuti!”
Con una mossa che nessuno avrebbe potuto prevedere, prese il telecomando e schiacciò “play”: l’immagine sulla tv da immobile che era riprese vita e il cazzo puntato verso il viso della rossa prese ad eiacularle addosso copiosamente. I gemiti e i grugniti provenienti dalle casse della televisione ruppero il silenzio della stanza, mentre James guardava esterrefatto.
“Ti piace? Volevi sapere come finiva no, visto che te ne sei stata a spiarci invece di andartene in camera”.
Si stava rivolgendo con un sfrontatezza quasi offensiva alla ragazza, guidato completamente dal suo istinto; questo parve dargli ragione quando Annie, che aveva distolto lo sguardo dallo schermo apparentemente disgustata, tornò timidamente a guardare il filmato con palese interesse.
Abbassò poi gli occhi, vergognandosi, e disse “Mi sembrava una cosa strana, ero curiosa…”
Sia James che Carl stavano seguendo con interesse la conversazione, incerti sulla direzione che avrebbe preso.
Mark le chiese, senza girarci intorno, “L’hai trovato…stimolante?”
“Ma che cavolo…piantala, è una roba strana e schifosa…anche se un pochino eccitante…”
“Annie ma cosa…” mormorò James.
“Giusto, allora perchè non guardi sino alla fine?” le propose Mark, indicando il divano.
“Con voi ragazzi!? No no, non fate i furbi…”
“Faremo i bravi giuro, guardiamo finire il filmato e basta. Carl, portale una birra fresca.”
Carl andò verso la borsa termica e le prese una birra, incerto di cosa sarebbe successo; Annie la accettò, ma senza aprirla.
“Ci facciamo una bevuta per rilassarci un pochino dopo questo spavento, ci stai?” disse Mark e tirò su una lattina anche per se prima di passarne una a Carl e lanciarne una a James, che la prese al volo per un pelo. Poi tornò alla sua poltrona e si sedette, sorseggiando la sua birra. Il porno continuava ad andare di sottofondo, una sequela ininterrotta di uomini che continuavano a sborrare sul viso e sul petto dell’attrice.
Annie alla fine aprì la sua lattina e timidamente bevve qualche sorso, e con cautela si mosse verso il divano.
“Ok ma niente mosse strane va bene ragazzi?”
Sedette palesemente poco a suo agio vicino a Carl, e si mise a guardare la tv assieme agli altri. James era ancora in piedi, immobile, incapace di accettare lo svolgersi degli eventi. Tutti e tre avevano di nuovo i loro arnesi al sicuro nei pantaloni e guardavano lo schermo studiando intanto con la coda dell’occhio Annie nel tentativo di dedurre dalle sue espressioni cosa stesse pensando o provando.
Lei finì la birra che Mark le aveva dato in pochi minuti, quasi senza rendersene conto. Leggermente brilla (non era una gran bevitrice e aveva già preso un paio di bicchieri di rosso dalla sua amica prima di tornare a casa in anticipo) si lasciò catturare dalle immagini proiettate dalla televisione.
La rossa ormai aveva il viso grondante di sborra e annaspò mentre un altro uccello le veniva addosso. L’altra ragazza, che aveva passato il tempo ad accarezzarsi, le si avvicinò e si inchinò accanto a lei nel momento in cui la sequela di masturbatori sembrava essersi interrotta; infine le leccò la faccia, ingoiando parte dello sperma che le copriva completamente il volto.
Il video parve terminare lì, con una dissolvenza al nero mentre la mora ancora toglieva sperma con la lingua dal viso dell’altra attrice. Quasi immediatamente partì un secondo video, probabilmente la seconda parte del film in cui era inclusa la scena precedente.
Lo scenario era piuttosto diverso da prima, e mostrava quella che pareva essere una festa di matrimonio. La sposa e lo sposo erano nel mezzo di un festoso brindisi, e la pressoché totalità degli invitati erano uomini vestiti in modo informale. La sposa era una bellissima mora formosa, che indossava un vestito da sposa bianco con una scollatura che metteva in evidenza con chiarezza i suoi grossi seni.
Dopo qualche battuta e formalità, la situazione iniziò a farsi interessante nel momento in cui lo sposo si mise a palpare le tette della moglie di fronte a tutti, commentando il fatto si era assicurato un bel bocconcino: sebbene inizialmente sembrasse solo uno scherzo un po’ spinto, le cose si fecero serie quando gliele tirò fuori dal vestito e inizio a leccarle e succhiarle mentre lei gemeva di piacere.
Mentre la sposa allungava una mano per afferrargli il pacco, gli altri ospiti si avvicinarono, molti di loro visibilmente toccandosi con una mano infilata dentro i pantaloni.
Qualche istante dopo lei glielo aveva già tirato fuori e aveva iniziato a masturbarlo: dopo qualche minuto di sega lui le fermò la mano e si allontanò, ordinandole poi di accarezzarsi le tette e fare un bello show per gli altri. Lei obbedì, e mentre lui si masturbava da parte lei iniziò a stringere i suoi seni ed accarezzare i capezzoli turgidi: gli altri invitati, ora tutti col cazzo di fuori, la circondarono segandosi apertamente mentre la guardavano. Non ci volle molto che uno di loro si avvicinò di scatto e con un grugnito le scaricò una sborrata sul petto. Subito dopo si fece avanti un altro, segnando l’inizio vero e proprio di questo secondo bukkake.
Annie e i ragazzi stavano in totale silenzio, gli unici suoni nella stanza i grugniti orgasmici degli uomini nel filmato e le risatine e i gemiti deliziati della “sposa”. Si percepiva una tensione palpabile mentre tutti cercavano di tenere gli occhi fissi sullo schermo: la situazione era comunque decisamente inusuale e in realtà piuttosto eccitante e ben presto sia nei pantaloni di Carl che in quelli di Mark si poteva scorgere un’erezione che premeva contro il tessuto. Entrambi si domandarono se Annie l'avesse notato, ma lei sembrava prestare attenzione solo alla tv. James nel frattempo era ancora in piedi dietro il divano e si guardava attorno nervosamente, non prestando veramente attenzione al bukkake che desiderava tanto far vedere ai suoi amici.
Mentre gli uomini nel filmato continuavano a svuotarsi le palle sulla ragazza, a Mark stava diventando così duro da fare quasi male e non riuscì a resistere oltre: spronato dal bisogno di toccarsi l’uccello, mise discretamente una mano sopra il cavallo dei pantaloni, muovendo in modo quasi impercettibile le dita per stuzzicare il glande.
Pochi istanti dopo diede un’occhiata agli altri per capire se qualcuno l’avesse notato e quasi immediatamente incrociò lo sguardo di Annie. I due si fissarono per un attimo prima che lui tornasse a guardare lo schermo, il cuore a mille per la consapevolezza che lei lo stava guardando: tuttavia non si fermò e dopo un minuto passato a fissare la tv senza realmente vedere cosa stesse succedendo osò afferrare l’asta del suo cazzo attraverso il tessuto dei pantaloni, muovendo leggermente la mano su e giù. Non si preoccupò nemmeno di controllare se Annie o uno degli altri ragazzi lo stessero ancora guardando, e si concentrò esclusivamente sul movimento, sperando che le cose andassero per il meglio (o quantomeno il meglio che consentivano le circostanze).
A sua insaputa, sia Carl che Annie lo stavano osservando, incerti sul da farsi. Carl studiò Annie per qualche istante: non gli pareva sconvolta o disgustata, la sua espressione era piuttosto neutra in realtà e tradiva addirittura un certo interesse per quello che stava facendo Mark visto che il suo sguardo si soffermava più su di lui che sul film. Decise di tentare la sorte e con nonchalance fece come Mark, aprendo leggermente le gambe mentre si afferrava il pacco: come il suo amico, non si curò nemmeno se Annie lo avesse notato e si concentrò sul film.
La sposa stava ora ricevendo quello che probabilmente era il trentesimo cumshot: parte del suo vestito bianco era inzaccherato di sperma, così come ne era coperta la sua faccia. Una gocciolona di sborra le penzolava dall’orecchio sinistro, ondeggiando quasi come fosse un orecchino. Ridendo, si tolse dagli occhi con le sue belle mani ben curate uno schizzo che l’aveva quasi accecata, preparandosi intanto a ricevere il prossimo “proiettile” da un tizio che le si era piantato proprio davanti. Mentre questo si segava lei lo fomentò, dicendogli di spruzzargliela tutta in faccia: senza aspettare oltre lui le scaricò addosso uno schizzo enorme che atterrò sulla sua bocca e sul naso.
Subito dopo un altro tale apparve da sinistra e le afferrò la testa per tenerla ferma mentre le spingeva il cazzo contro la guancia: pochi secondi di contatto del suo glande con la pelle di lei bastarono per iniziare a fargli grondare sperma che prese a scorrere a rivoli sulla mascella della ragazza; la sposa rideva per la stranezza di questa sborrata inusuale, e lui, finito di venire, la lasciò andare scrollandosi vigorosamente il cazzo un paio di volte, proiettandole le ultime goccioline tra i capelli. Ci fu un momento quasi comico subito dopo, quando uno dei ragazzi iniziò a venire prima ancora di arrivare da lei e si affrettò il più possibile per raggiungerla, le ginocchia che tremavano per l’orgasmo e il cazzo che stava schizzando ovunque tranne che sull’attrice. Si potevano sentire risate e commenti di sottofondo, e lei fece una battuta per tirarlo su mentre l’uomo si scusava per l’incidente con un sorriso nervoso prima di farsi rapidamente da parte.
Visto che era in piedi, James era quello con la visione maggiormente di insieme di tutta la stanza. Aveva notato sia Mark che Carl impegnati a massaggiarsi l’uccello: stava quasi per intimargli di smetterla, sconvolto dal fatto che avessero la faccia tosta di farlo davanti a sua sorella, quando vide con la coda dell’occhio Annie che si stava delicatamente accarezzando il petto, i suoi capezzoli turgidi ben definiti sotto la canottiera. La sorella stava seguendo sia le vicende in tv che quelle attorno a sé, aprendo e chiudendo lentamente le gambe non come movimento involontario dovuto al nervosismo ma con un che di impaziente e voglioso.
Incapace di credere ai suoi occhi, continuò a guardare impotente mentre Carl, che aveva notato i movimenti di Annie, osò tirarsi giù pantaloni, liberando il suo cazzo nero dalla prigionia degli shorts: si stava ora masturbando apertamente con un ritmo molto lento, afferrando il suo uccello solo con la punta delle dita.
Annie lo aveva notato senza però dire nulla: si limitava a tenere gli occhi puntati sul grosso uccello ora scoperto. Mark stava seguendo gli sviluppi della situazione sul divano con interesse e tirò fuori anche lui il cazzo dai pantaloni abbassandoli di colpo verso il terreno: dura come la roccia, la sua erezione saltò fuori come un pupazzo caricato a molla che afferrò immediatamente in mano. Entrambi i ragazzi erano ora totalmente concentrati su Annie e ignoravano cosa stesse accadendo sullo schermo.
James, con estrema vergogna, non poté fare a meno di eccitarsi di fronte a quello che stava succedendo: sentì il suo pene tornare duro mentre osservava i suoi migliori amici segarsi di fronte a sua sorella.
Cercò con tutte le sue forze di ricacciare quelle sensazioni da dove erano venute, eppure il suo cazzo che spingeva contro i pantaloni per uscire sembrava non volerne sapere niente. Lacerato dal senso di colpa allungo una mano per afferarselo: non appena percepì il piacere che anche solo sfiorarlo generava le sue esitazioni parvero svanire di colpo, i suoi pensieri razionali annebbiati dal desiderio. Con discrezione, si infilò una mano nei pantaloni, tremando per l’eccitazione non appena sentì tra le mani la sua carne dura; si avvicinò al divano senza dare nell’occhio per guardare meglio la scena, sperando che nessuno facesse troppo caso a lui.
Sia Carl che Annie fingevano di guardare la tv mentre si scambiavano sguardi furtivi. Mark li fissava, il suo sguardo diretto soprattutto al corpo della ragazza. Annie aveva lasciato scivolare la mano sinistra tra le cosce, incrociando le gambe sopra questa per cercare di dissimulare il movimento delle dita che spingevano sui genitali attraverso il tessuto degli hotpants. La situazione era in un equilibrio precario totalmente dipendente dalle sue prossime mosse.
La scena in tv era praticamente giunta alla fine. Gli uomini rimasti si stavano passando tra loro un flute da champagne che riempirono a turno col loro sperma; era un’impresa caotica e piuttosto grezza, visto che il secondo a venirci dentro aveva schizzato in parte fuori, rendendo il bicchiere scivoloso e decisamente spiacevole da prendere in mano.
La sposa rideva e faceva battute sulla situazione mentre cercava nuovamente di pulirsi gli occhi. Sei sborrate nel flute dopo, il marito riapparve sulla scena, cazzo in mano, per dare il suo contributo e riempì il bicchiere quel tanto che rimaneva per farlo quasi strabordare.
Lo consegnò quindi a sua moglie e tra gli incoraggiamenti e le urla da stadio degli uomini lei procedette a svuotarlo in bocca, bevendo quasi tutto il suo contenuto e lasciando che quello che non era riuscita a ingoiare sbrodolasse sulle sue labbra. Si fermò per un momento: il suo sguardo tradiva come un moto di nausea, ma subito dopo si ricompose e sorridendo esultò per l’impresa compiuta mentre gli uomini applaudivano. Formalmente la scena si era conclusa e iniziò un “dietro le quinte” che seguiva la sposa mentre si dirigeva verso i camerini dandosi una pulita preliminare al viso con un asciugamano. Una ragazza la iniziò a intervistare chiedendole come fosse stata l’esperienza appena vissuta.
Con la scena che andava chiudendosi, Annie ebbe l’impressione che gli altri la stessero fissando con ancora maggiore intensità. Si stava ancora masturbando con discrezione, le sue mutandine inzuppate e i suoi hot pants macchiati sul davanti. Senza preavviso si tirò su la canottiera sopra i suoi piccoli seni proporzionati: sembrò un gesto di puro esibizionismo a favore dei ragazzi, visto che non iniziò a toccarsi il seno.
Come se avesse ricevuto un segnale, Mark si alzò dalla poltrona e, incespicando per via dei pantaloni calati attorno alle caviglie, arrivò al divano e si sedette dalla parte opposta a Carl, appollaiato sul bracciolo alla sinistra di Annie: le guardava il corpo con fare rapace, privo di ogni briciolo di discrezione.
Carl la divorava con lo sguardo alla stessa maniera: per un istante incrociò lo sguardo di lei, occhi pieni di passione sensuale e timidezza allo stesso tempo. Osò allungare la sua mano libera verso di lei, puntando alle sue gambe. Non appena le sue dita sfiorarono la nuda pelle lei si allontanò muovendosi di poco lontano da lui, sorridendogli ma scuotendo il capo per segnalare che quello era un limite invalicabile. Carl ritrasse la mano ma notò comunque l’interesse nello sguardo di Annie per quello che stava facendo, per il modo in cui si stava segando - pareva incantata da quello spettacolo, come se fosse qualcosa di completamente nuovo ed eccitante.
Galvanizzato, si tolse la canottiera rivelando il suo torso muscoloso e madido di sudore, mentre continuava a masturbarsi con ancora più vigore. Tra lui e Mark, Annie era completamente avvolta dall’odore del loro sudore, mischiato all’aroma pungente dei loro cazzi. Soverchiata dall’overdose sensoriale di vedere segare quegli uccelli duri a pochi centimetri da lei e dall’odore virile che riempiva la stanza perse il controllo e spalancò le gambe sfregandosi la figa apertamente mentre si strizzava i seni. Il suo respiro si fece affannoso; Carl era impegnato a sfregarsi l’asta con una mano mentre si strizzava le palle con l’altra e Mark si era tolto del tutto i pantaloni e si stava segando furiosamente col bacino spinto verso il viso della ragazza.
Lo sguardo di Annie rimbalzava da un cazzo all’altro e nemmeno notò suo fratello dietro il divano, a un metro da loro, con l’uccello in mano e i pantaloni alle ginocchia mentre si masturbava senza remore guardandoli.
Mentra la ragazza in tv spiegava l'intervistatrice le peculiarità di avere tutti quegli uomini che le eiaculavano addosso, Carl disse con voce bassa ma udibile:
“Oh cazzo, sborro…sborro…”
Annie annuì e gli disse qualcosa, la sua voce troppo flebile per essere udita ma il labiale inequivocabile: “Dai fallo…”
Carl, col cazzo che stava per esplodere per il piacere, lanciò quello che pareva un grido di battaglia e si afferrò l’uccello con due mani, sfregando con foga rara: un secondo dopo, tra urla di godimento, fiotti di sborra schizzarono verso l’alto atterrando poi sul suo petto e sulla sua pancia e colpendo il suol mento. Non appena i suoi spruzzi iniziarono a scemare fu il turno di Mark: scese dal bracciolo e si piantò di fronte ad Annie, la punta del suo cazzo a neanche 60cm dalla faccia di lei: grugnendo sonoramente prese a svuotarsi le palle nella sua mano libera, raccogliendo nel palmo lo sperma rilasciato.
Mentre questo accadeva James, ignorato da tutti, fu sorpreso di colpo da un orgasmo generato quasi interamente da quegli stimoli visivi soverchianti: prima di rendersene pienamente conto stava schizzando e sgocciolando sborra sul pavimento.
Annie guardava tutto ciò che le stava accadendo attorno con occhi increduli, ondate di piacere che le scorrevano attraverso il corpo mentre si schiaffeggiava senza ritegno l’inguine.
Persa ogni inibizione, si slacciò gli hot pants e se li tolse assieme alle sue mutandine inzaccherate. La sua figa lucida e depilata era ora visibile a tutti, le labbra rigonfie e il clitoride eretto bagnati dei suoi fluidi: li strofinò con forza, generando un rumore umido coperto dai suoi gemiti. L’aria era satura dell’odore sia disgustoso che inebriante della sborra fresca dei ragazzi e lei si sentiva ubriaca di quell’aroma.
Continuando a masturbarsi, chiuse gli occhi e immaginò che il divano fosse circondato da almeno venti uomini nudi, tutti intenti a segarsi guardandola per poi sborrare su di lei uno dopo l’altro: immaginò alcuni di loro venirle in faccia da dietro il divano mentre altri le stavano davanti schizzandole il loro seme caldo sulla pancia, sul petto e sull’inguine. Persa nella sua fantasia, venne pochi secondi dopo con un grido che cercò di soffocare ma che risultò molto più acuto di quanto non volesse.
Quando gli spasmi di piacere si esaurirono, aprì gli occhi e vide i ragazzi fissarla esterrefatti, i loro peni di nuovo in procinto di drizzarsi dinnanzi all’impatto erotico dello spettacolo che aveva appena dato. Mark si stava pulendo le mani sull’asciugamano più vicino, quello di James, mentre Carl si stava asciugando petto e pancia dalla recente sborrata. Ancora stordita dal suo orgasmo, in un improvviso moto di modestia accompagnato dal montante rimorso di aver perso il controllo e di aver fatto quello che aveva fatto con loro, si ricoprì il petto con la canottiera e tirò su in fretta i suoi hot pants rimettendosi intanto in piedi per poi dirigersi verso la porta.
I ragazzi, ancora storditi, seguivano i suoi movimenti con la tesa. Lei gli fece un rapido cenno di saluto con la mano e disse:
“Meglio se vado in camera mia, buonanotte”.
Se ne andò, il suono dei suoi passi udibile chiaramente mentre saliva al primo piano.
Un minuto di intenso silenzio passò prima che Carl commentasse :”Raga, pazzesco…”
Il suo cazzo era di nuovo sull’attenti, le sue voglie rimaste insoddisfatte dopo aver provato qualcosa di ben più eccitante che il semplice farsi una sega sui porno. Non era il solo, anche Mark era di nuovo duro e stava armeggiando col suo uccello.
“Cazzo è stato incredibile; devo segarmi di nuovo, sono troppo arrapato”.
Si sedette sul divano accanto a Carl, che senza tanti complimenti ci stava di nuovo dando dentro.
“Pure io…”
Mark notò James che silenziosamente stava ripulendo con l’asciugamano il macello che aveva fatto per terra: gli fece cenno di avvicinarsi e non poté non notare il suo cazzo duro a penzoloni verso il pavimento mentre puliva.
“Dai un’ultima schizzata, non possiamo andare a casa così...cazzo tua sorella è strafiga”.
Il ritmo della sua mano accelerò mentre pensava ad Annie.
“Ehi, è mia sorella…” lamentò James, ma si sedette uguale a masturbarsi accanto ai suoi compari che gli fecero spazio.
Coscia contro coscia i tre si stavano segando con foga, rivolti verso la tv che tuttavia ora mostrava solo la cartella del dvd che conteneva i filmati.
Carl e Mark, con gli occhi chiusi, erano focalizzati sul ricordo ancora fresco di Annie che si sfregava la figa mentre James, che si era eccitato perlopiù per lo spettacolo dei suoi amici che si masturbavano guardando sua sorella, spiava i loro cazzi con circospezione. Oltre al loro respiro affannoso, si sentiva solo il rumore umidiccio dei ragazzi che se lo menavano.
All’improvviso arrivò la proposta di Mark “Facciamo che l’asciugamano sul tavolo sono le tette di Annie, facciamole un bukkake”.
Si alzò e si sporse verso il tavolo, invitando gli altri a fare lo stesso.
“Dai su, schizziamola tutta.”
Sia lui che Carl erano ora in posizione, seguiti poco dopo da un esitante James. Carl venne per primo e lasciandosi trasportare da quella fantasia quasì urlò “si cazzo si prendila tutta” mentre lasciava sgocciolare un po’ di sperma semitrasparente sull’asciugamano.
Mark, senza parole e con un lungo grugnito, lo seguì a ruota, piegando le ginocchia che sentiva quasi cedergli mentre immaginava di sborrare in faccia a Annie. James sembrava rimasto indietro, e Mark lo incoraggiò:
“Dai sborrale addosso, è solo un gioco”.
L’incoraggiamento sembra funzionare e James poco dopo rilasciò uno schizzo considerevole, per essere il quarto della serata, su “Annie”.
Con l’asciugamano completamente inzuppato e la stanza satura di un odore quasi intollerabile di sborra, sembrava che la serata avesse finalmente raggiunto la sua conclusione.
I tre si rivestirono e cercarono di pulire al meglio tutto il casino fatto in quella notte inusuale. Lo fecero in silenzio, pieni di un misto di eccitazione calante e vergogna paragonabile a quella provata la prima volta che si erano segati insieme. Dopo aver rimesso a posto le cose ed aver aperto un’ultima birra sia Carl che Mark si diressero verso casa.
Usciti da casa di James cercarono con gli occhi le finestre della camera di Annie, sperando di intravederla: tuttavia le tende erano tirate e le luci spente. Mentre si allontanavano commentarono la serata incredibile, aggiungendo alcune loro considerazioni su quello che avrebbero voluto fare alla sorella di James. Questi intanto era andato in camera sua dopo aver controllato più e più volte che tutto fosse a posto in salotto. Si domandò se bussare alla porta di sua sorella per parlarle potesse essere la cosa giusta da fare, ma si sentì in eccessivo imbarazzo e preferì evitare. Andò in bagno per farsi una doccia veloce prima di andare a dormire.
A sua insaputa, Annie si stava masturbando di gusto nella solitudine della sua stanza: nelle sue fantasie si mischiavano un miscuglio delle immagini dei filmati e dei momenti di autoerotismo condivisi coi ragazzi. Mentre sua sorella veniva ancora e ancora con gemiti soffocati, lui si ritirava nella sua stanza, ignaro, riflettendo su cosa ne sarebbe stato delle loro “segate” ora che Annie li aveva scoperti.
Di sicuro le cose sarebbero cambiate...
Post New Comment