Due schiavi e una capanna - 3

  • Scritto da italsex il 13/05/2020 - 18:30
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Il giorno dopo la partenza di suo marito, seguente anche a quella di mia moglie, la mattina presto, eravamo sulla mia auto, diretti verso il mare, il sole, la spiaggia e la nostra ...avventura, particolare...molto particolare

Jenny interruppe una normale convesazione chiedendomi : Organizzato le cose ?-

Certo cara, prenotato in un residence, un po' nell'interno, praticamente vuoto, ma non troppo, non deserto insomma ...se dovessimo chiamare aiuto...– Risposi

Speriamo di no, hai preso lo spray anti aggressione ? - Chiese, annuii, lo sfilai dal marsupio mostrandoglielo, perfettamente legale, a due cartucce : Mmhh come il mio ! Beh speriamo di non usarli...in tutti i sensi intendo, ...ci arrendiamo vero ? Commentò alzando in alto le braccia nude con quell'espressione intrigante che a me è sempre piaciuta moltissimo, annuii

Le altre cosette...le precauzioni ? . Domandò subito dopo

Indicai un saccheto dietro al sedile, lei lo prese e lo vuotò in grembo, c'erano preservativi, un vecchio cellulare ma ancora funzionante, un paio di tessere con nomi ed indirizzi falsi , una prepagata con poche centinaia di euro ed altre cose che mi aveva raccomandato Sorrise soddisfatta, e mi mostrò un involucro tenuto nella borsa dicendo : Più o meno le cose che ho preso anch'io e per l'auto ?

Ho preso un garage, lontano dal residence come raccomandavi , però la ragione di alcune cose non l'ho capita - Risposi

Sospirò e chiari : Allora...cose importanti come libretti d'assegni, i veri cellulari, veri documenti, somma di denaro, bancomat, chiavi di casa ecc li nascondiamo sull'auto, piazzata al sicuro, altre cosette le nasconderemo alla meglio nel residence.

Se ci facciamo prendere prigionieri da un negro...forse altri, magari anche una negra, oltre ad averci come schiavi, probabilmente ci deruberanno, ci spoglieranno di tutto, e dovremo dargli cose che non gli consentiranno di ritrovarci in seguito.

Ad esempio per cercarci e volerci prenderci nuovamente, violentare ancora, averci come schiave, puttane, diventare i nostri padroni, ricattarci ed obbligarci a prostituirci ad esempio....-.

Ho capito , ho capito – L'interruppi un attimo ma poi lei proseguì

I nostri giochetti particolari devono iniziare e finire in quei giorni, in quel luogo, dopo avergli dato qualche banconota, i nostri orologi da poco, probabilmente vorranno altro, intuendo che abbiamo altro ! e forse ci tortureranno, dopo aver resistito qualche minuto , faremo ritrovare quelle cose, senza un vero danno per noi, facendoli ...contenti è chiaro ?-

Ma certo, sempre furbetta la mia Jenny ! -Commentai passandole una mano sulle cosce nude

Ah, sosterremmo che siamo fratello e sorella – Aggiunse con un sorrisetto, annuii ma la guardai un secondo con un'espressione di dubbio e lei chiarì

Si ! Un po' per ingannarli sulle nostre identità ed un po' perchè...perchè ho notato che certi padroni si eccitano di più così -

Non aggiungemmo altro sull'argomento, dopo poco giungemmo a destinazione, in effetti non c'era molta gente nei viali della cittadina di mare, nascosto l'auto nel garage, con le cose giustamente scelte da Jenny, estraemmo i due trolly e con quelli raggiungemmo il residence, tranquillo, un po' nell'interno, appariva praticamente deserto.

Sistemato le cose facemmo in tempo a farci un paio d'ore di spiaggia prima di pranzo, affittammo uno degli ormai radi ombrelloni e dopo aver respirato una boccata d'aria di mare sulla riva, ci stendemmo a leggere sui lettini, il sole era ancora forte e godevamo di un bel caldo, cullati dalla brezza marina e dalla risacca del mare

Eravamo intenti a leggere, libri e giornali, ma specialmente lei non perdeva d'occhio il passaggio di venditori ambulanti, quasi ormai più numerosi dei bagnanti, poco distante passò una donna di colore, alta, statuaria, con un incedere quasi imperioso .

Indossava un leggero abito bianco, che le lasciava nude le braccia, arrivando fino alle caviglie, leggero, aderente, il corpo scuro risaltava evidenziando il seno, le cosce ben fatte, ed il sedere

Il braccio sinistro era piegato con la mano poggiata sul fianco mentre con il destro reggeva un'ampia cesta tenuta sul capo con dentro mercanzia da vendere, probabilmente abbigliamento femminile.

Jenny la fissò da sopra le pagine del libro , l'espressione era parzialmente celata dagli occhiali da sole, le labbra esprimevano un appena accennato sorriso ed esclamò : Guarda quella ! Mi piacerebbe essere la sua serva e schiava e scommetto che anche a te...eh ? - : Beh si . Ammisi e chiesi : La chiamo, faccio un cenno ?-

Chiamarla ? Boh...no, no ...prima le diciamo di venire poi la trattiamo male ? No ..non so, vediamo se ripassa – Mi rispose rimettendosi a leggere, subito dopo fummo avvicinati da un giovane, piccolo, più o meno della nostra corporatura , magro, bruttino con occhiali da vista, le guance scavate con una peluria mal curata.

Probabilmente un nordafricano, reggeva una cassetta con vari oggeti tra cui coltelli pieghevoli, accendini, cinture arrotolate, cianfrusaglie varie, 7 0 8 tra altre cinture e marsupi appesi con le loro cinghie alle sue braccia.

Jenny non alzò nemmeno lo sguardo dal libro, limitandosi ad esprimere un rifiuto scuotendo la mano destra , io ne espressi uno sintetico ma deciso : No grazie !

Il giovane raggiunse un ombrellone, poi un altro più distane, la mia amica mi fece cenno di avvicinarmi e mi sussurrò : Stef , ecco , in un posto appartato, magari laggiù dove c'è quel rudere di una vecchia colonia, quel tipo, minacciandoci con uno di quei coltelli potrebbe prenderci prigionieri -

Noi cosa facciamo, reagiamo, fuggiamo ? - Chiesi conspevole che stavamo sviluppando uno dei nostri giochetti mentali, lei sorrise e sempre sottovoce precisò

Fuggire, reagire ? Ma no! Ci arrendiamo ! - : Poi cosa....? - Domandai e lei seguendo quel tipo con lo sguardo continuò : Beh se interpreto bene lo sguardo che ci ha rifilato ...ci avrebbe spogliato, legato e forse torturato con gli accendini e frustato con una di quelle cinture e poi ..poi violentato..chissà da quant'è che non lo fa ..-

Scossi la testa e le chiesi : Lo chiamo ? - : Ma no cavolo, piccolo come noi, brutto, sporchino, un cesso , no lascia che vada ! - Rispose

Si meglio , Ok e...e senti se non troviamo nessuno che...ci vada ? Chiesi forse con un filo di speranza sempre combattuto, con i desideri e l'eccitazione che lei sapeva scatenarmi dentro che si miscelavano e scontravano con timori e paure razionali.

Alzò le spalle e rispose : Ci facciamo un po' di mare ...caccia via ! -

Dopo uno sguardo all'orologio ci decidemmo ad andare a mangiare un boccone, poi prima di stenderci nuovamente sui lettini Jenny mi chiese di spalmarle la crema solare sulla schiena e le gambe, ben contento di farlo provvidi subito ad accontentarla

Ad un tratto sentimmo una voce alle nostre spalle : Ehi belli, io bravo spalmare crema, massaggiare vostra bella pelle bianca, Kamal mani forti, grandi , calde, io bravo, voi contenti poi comprare qualche cosa, tutto bello...buono... niente caro.-
girammo, ci trovammo davanti un nero, alto, grosso ma senza un filo di grasso, la canottiera rossa ed un paio di braghini corti evidenziavano un corpo palestrato, un cappellino a visiera copriva parzialmente il cranio calvo, la barba incolta

Ci fissava con uno sguardo penetrante, sorrideva scoprendo una fila di denti bianchissimi, sbuffò per il caldo e la fatica, poggiò la sua mercanzia, teli da bagno e 3 o 4 tra borse e marsupi e si sedette sul lettino che avevo lasciato libero per spalmare la crema solare alla mia amica.

Jenny senza alzarsi si girò, attese qualche secondo, valutò la situazione squadrando il tipo, rise e reagì esclamando : Ehi chi ti ha autorizzato a sederti !

Già va via , non ci serve niente ! Dissi bruscamente e la mia amica aggiunse con un sorriso ironico : Cosa ? Spalmarci la crema , tu un negro ? Ma va a fan....un c...-

Non finì la frase, forse non se la sentì d'esagerare, l'uomo rimase un attimo di sasso, un velo di lacrime attraversò il suoi occhi, poi cambiò espressione assumendone una di collera, attese un secondo e scattò in piedi, arraffò velocemente la sua roba e si allontanò .

Ci guardammo scambiandoci uno sguardo d'intesa e seguimmo con lo sguardo quel tipo, verso sera notammo che lui, altri ed altre si erano soffermati seduti sui gradini da cui in quel punto, si lasciava la spiaggia raggiungendo la strada del lungo mare.

Si udiva tra di loro lo scambio di frasi, parole dette con vario volume di voce, in linguaggi per noi incomprensibili , un po' più distanti 5 o 6 canticchiavano una canzoncina scambiandosi abbracci e strette di mano, risate. .

Alcuni bevevano da bottigliette d'acqua, altri ingurgitavano birre , probabilmente attendevano quelli, forse italiani, che passavano a prenderli per accompagnarli dove dormivano, garage, magazzini, casolari abbandonati e naturalmente ritirare la grossa parte dell'incasso.

Jenny notò un ragazzino di colore, l'avevamo visto chiedere l'elemosina con un bicchiere di carta, scambiammo uno sguardo d'intesa poi lei estrasse dalla borsa un'agendina, strappò un foglietto e vi scrisse velocemente.

“ Scusa, perdono, ti abbiamo trattato male, se vuoi puoi farci prigionieri e punirci “ sotto indicò l'indirizzo del residence, poi lo piegò e fece un cenno al ragazzino, appena si avvicinò gli disse

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